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#acidi nucleici
medicomunicare · 1 month
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Il magnesio a tavola contro l'invecchiamento: le rivelazioni di uno studio australiano
Una dieta ricca di micronutrienti essenziali è fondamentale per una salute e un benessere migliori e riduce il rischio di difetti dello sviluppo e malattie degenerative croniche. Una migliore salute di neonati, bambini e madri, un sistema immunitario più forte, un rischio inferiore di malattie non trasmissibili e longevità possono essere ottenuti con una migliore nutrizione. I danni agli acidi…
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newsnoshonline · 4 months
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Il programma di intelligenza artificiale AlphaFold3 di DeepMind può prevedere la struttura di ogni proteina nell'universo e mostrare come funzionano AlphaFold3: una svolta nell’intelligenza artificiale per la biologia strutturale DeepMind ha lanciato la terza versione di AlphaFold, un software basato sull’intelligenza artificiale che rivoluziona la modellazione del ripiegamento proteico. La biologia strutturale si occupa dello studio delle basi molecolari dei materiali biologici, come le proteine e gli acidi nucleici, rivelando la loro struttura e funzionamento. Una previsione accurata con AlphaFold3 AlphaFold3 migliora la precisione nella previsione dell’interazione delle proteine con altre molecole biologiche, aprendo la strada alla comprensione dei processi vitali. Applicazioni e scoperte Le previsioni di AlphaFold3 potrebbero portare allo sviluppo di materiali biorinnovabili, colture più resistenti, nuovi farmaci
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scienza-magia · 2 years
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Nel 1953 veniva scoperto "Il segreto della vita"
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70 anni fa scoprivamo la struttura del dna: ecco come ci ha cambiato la vita. Ripercorriamo le tappe che hanno preceduto questo importante risultato e il modo in cui ha rivoluzionato il futuro della genetica con l’aiuto dello storico della medicina. La scoperta della struttura del dna ha 70 anni. Il 28 febbraio 1953 è passato alla storia come il giorno in cui un inglese e un americano entrarono in un pub e annunciarono di aver risolto un enigma su cui buona parte della comunità scientifica dell’epoca si scervellava ormai da decenni. I due uomini in questione erano naturalmente James D. Watson e Francis Crick e la scoperta a cui si riferivano riguardava nientemeno che “il segreto della vita”. Erano più di cinquant’anni che medici, fisici e biologi si interrogavano riguardo l’esistenza e la natura dei geni. Perciò, quando i due studiosi avanzarono una teoria che contemplava un codice della vita basato su un “alfabeto” di quattro “lettere” disposte in una struttura a doppia elica (scoperta che valse loro e al fisico Maurice Wilkins il premio Nobel per la medicina nel 1962), si posero le basi per una vera e propria rivoluzione copernicana nel campo della biologia e per un cambio di paradigma che avrebbe orientato il futuro della ricerca biomedica, aprendo la strada a possibilità di intervento terapeutico fino ad allora impensabili. I passi della scoperta La scoperta del Dna ha 70 anni e noi ripercorriamo le principali tappe che hanno preceduto e reso possibile questo risultato e il modo in cui esso ha cambiato la storia della medicina insieme ad Andrea Grignolio, docente di storia della medicina presso l’Università Vita-Salute S. Raffaele di Milano e di bioetica presso il Cnr, Centro Interdipartimentale per l’Etica e l’Integrità nella Ricerca CID-Ethics. “All’inizio del Novecento vennero riscoperte le leggi di Mendel sull'ereditarietà dei caratteri e la comunità scientifica iniziò perciò a interrogarsi sulla natura del gene e, eventualmente, su quale fosse il suo sostrato chimico”, racconta Grignolio. “Nei primi anni del secolo scorso vennero condotti, in particolare, due importanti esperimenti che indirizzarono biologi, medici e chimici nella giusta direzione. Il primo fu quello del biologo Thomas Hunt Morgan che grazie allo studio della drosofila (il moscerino della frutta) dimostrò come i geni fossero disposti sui cromosomi; il secondo fu quello di Hermann J. Muller, che scoprì che l’esposizione ai raggi X aumentava il tasso di mutazione di alcune cellule riproduttive”. Nonostante questo, fino all’inizio degli anni Cinquanta, ovvero pochissimo tempo prima della scoperta di Watson e Crick, ancora si discuteva per capire se i geni fossero composti dalle proteine o dagli acidi nucleici (come di fatto è, ndr). Com’era già noto allora, i “mattoni” che formano le proteine, ovvero gli aminoacidi, sono di venti tipi differenti, al contrario degli acidi nucleici, che sono costituiti dalla combinazione di sole quattro basi azotate. In altre parole, un alfabeto di venti lettere sembrava più adatto a codificare progetti di sviluppo di interi organismi complessi, rispetto a uno di quattro. I momenti chiave Per dirimere la questione fu rilevante l’esperimento di Avery del 1944. Il medico canadese Oswald T. Avery intervenne su alcune cellule infettate dal batterio dello pneumococco privandone alcune delle proteine, altre dei polisaccaridi, e altre del dna. Appurò quindi che fosse quest’ultimo a detenere la capacità che lui chiamò “principio trasformante”, ovvero quella di ricevere il materiale genetico proveniente dal batterio. Infatti, solo nelle cavie le cui cellule ancora contenevano dna e rna avveniva il contagio veicolato dal batterio. Dopo pochi anni, nel 1950, il celebre biochimico austriaco Erwin Chargaff condusse alcuni esperimenti che dimostrarono che il rapporto tra le quattro basi azotate che compongono il dna fosse molto più sofisticato di quanto sembrasse. Scoprì infatti che in ogni molecola di dna il numero di basi A (Adenina) corrispondeva a quello del numero di basi T (Timina) e che il numero di basi C (Citosina) corrispondeva a quello delle basi G (Guanina), nonché che la composizione in basi del DNA variava da una specie all'altra e non era modificata in base all'età. Alcuni conclusero che le 4 basi potessero costruire un “codice” con le istruzioni necessarie per portare le informazioni genetiche”. Parallelamente a tutte queste ricerche condotte nell’ambito della biologia, traguardi altrettanto importanti furono raggiunti grazie al lavoro dei fisici, che a partire dagli anni Trenta contribuirono a gettare le prime basi per lo studio della biologia molecolare. “Uno dei protagonisti di questo filone di studi fu il fisico austriaco Erwin Schrödinger che nel 1944 scrisse What is life, il primo best seller della biologia molecolare”, prosegue Grignolio. “In quest’opera Schrödinger ipotizzava, in maniera geniale, che il gene assomigliasse a un “cristallo aperiodico”, la cui struttura chimica doveva essere molto stabile (proprio come quella di un cristallo) ma allo stesso tempo irregolare, e che contenesse al suo interno una sorta di “codice morse” composto di pochissimi elementi di base in grado però, combinandosi, di trasmettere molte informazioni”. La svolta (e una grossa scorrettezza) E arriviamo così a Watson e Crick. “Negli anni Cinquanta in Inghilterra vi erano due laboratori in cui si lavorava con la spettroscopia a raggi X, una tecnologia sviluppata durante la rivoluzione industriale per analizzare i tessuti artificiali e successivamente applicata all’indagine della materia vivente”, spiega Grignolio. “Il primo era quello del King's College di Londra, dove sotto la direzione di Maurice Wilkins lavorava anche Rosalind Franklin, la chimica che per prima sarebbe riuscita a fotografare con precisione una molecola di dna; l’altro era il Cavendish laboratory dell’università di Cambridge. Fu qui che si incontrarono e iniziarono a collaborare James D. Watson, che si era da poco trasferito dal King’s College – continuando le sue ricerche di dottorato dirette dal medico e genetista italiano Salvatore Luria – e Francis Crick”. Watson e Crick si misero al lavoro per cercare di mettere insieme, come i pezzi di un puzzle, tutti quei risultati scientifici cui abbiamo accennato e che erano stati acquisiti nel corso degli ultimi decenni in ambiti di ricerca differenti. È interessante ricordare che i due studiosi riuscirono a costruire il loro modello sulla struttura del dna senza condurre alcun esperimento. Ciò non toglie nulla alla loro genialità, che permise loro di unire tutte quelle informazioni “sparse” in un’unica teoria coerente”. Va anche ricordato, però, che la conferma definitiva della loro teoria avvenne in seguito a una delle più famose scorrettezze ai danni di una donna nella storia della scienza. Fu infatti Wilkins a rubare a Franklin la celebre fotografia 51, in cui la chimica era riuscita a immortalare una molecola di dna di cui era possibile distinguere la struttura a doppia elica, e a mostrarla a Watson. “La mossa di Wilkins fu certamente scorretta”, commenta Grignolio “e altrettanto sbagliato fu non riconoscere fin da subito a Franklin il dovuto merito per il suo lavoro – ciò invece avvenne solo dopo il 1968, grazie al racconto autobiografico della scoperta da parte di Watson con il suo best seller La doppia elica. Detto ciò, va comunque rimarcato che la fotografia in questione, la famosa 51, fu senza dubbio molto utile, ma comunque non essenziale alla scoperta di Watson e Crick, i quali, oltre alla foto, raccolsero e riordinarono i risultati tratti da almeno altre otto ricerche per completare quel rebus”. Nell’articolo che pubblicarono su Nature il 25 aprile del 1953 per comunicare la loro scoperta, Watson e Crick avanzarono, con una elegante frase tipica dell’understatement britannico (“Non è sfuggito alla nostra attenzione”) anche l’ipotesi che l'alternanza delle basi azotate probabilmente nascondesse la complessità dell’informazione genetica. Questo, però, fu dimostrato in seguito: fu infatti nel 1961 che i biochimici Marshall W. Nirenberg e J. Heinrich Matthaei scoprirono l’esistenza dei codoni, ovvero di quelle triplette di basi azotate che codificano i diversi aminoacidi. Le basi per il nostro futuro Nei decenni successivi, la scoperta del codice genetico, identico dalle drosofile sino ad Einstein, ha permesso l’esplosione della biologia molecolare e anche dell’ingegneria genetica. Quando infatti venne scoperta all’inizio degli anni Settanta l’esistenza degli enzimi di restrizione, capaci di tagliare e sostituire pezzetti di dna, si iniziò a discutere della possibilità di intervenire sul genoma umano per alterare artificialmente la trasmissione dell’informazione genetica. Per la prima volta nella storia si apriva per gli esseri umani la possibilità di modificare a proprio piacimento il piano di sviluppo di un organismo vivente e nel 1975, durante la Conferenza di Asilomar, la comunità scientifica si ritrovò per discutere i possibili pericoli e le sfide etiche che si prospettavano all’orizzonte. Oltre ai pericoli derivanti dalle possibilità di applicazione dell’ingegneria genetica, fu presto chiaro anche il potenziale terapeutico di una tecnologia in grado di manipolare il dna. “All’epoca era già ben nota l’esistenza di quelli che il medico ottocentesco Archibald Garrod aveva definito inborn errors (“problemi congeniti”), ovvero di determinate malattie ereditarie la cui frequenza familiare non poteva essere altro che genetica”, ricorda Grignolio. “Nel 1949 la scoperta delle basi genetico-molecolari dell’anemia falciforme da parte di Linus Pauling, premio Nobel per la chimica nel 1954, lasciò intuire che l’individuazione delle cause genetiche delle malattie ereditarie avrebbe permesso, in futuro, di applicare l’ingegneria genetica a fini terapeutici per cercare di correggere a monte le mutazioni del dna associate all’insorgenza di alcune patologie. Diverse scoperte successive confermarono questa idea che a metà anni Ottanta prese il nome di Progetto genoma umano, il cui ambizioso obiettivo era quello di mappare l’intero codice genetico degli esseri umani per cercare di individuare e di eliminare i geni difettosi e di comprendere i maccanismi di molte altre malattie, tra cui il cancro. Non a caso, con un celebre articolo del 1986 su Science, uno dei promotori del Progetto genoma umano fu l’italiano Renato Dulbecco, premio Nobel nel 1975 per gli studi sugli oncogeni. “Come sappiamo, ci sono voluti quindici anni per portare a termine la prima fase dell’impresa, ma il sequenziamento del genoma umano ha consentito, negli ultimi decenni, lo sviluppo delle più avanzate terapie geniche, cellulari e tissutali (specialmente quelle a base di cellule staminali) attualmente disponibili. Grazie ad esse è oggi possibile trattare malattie che fino a pochi anni fa erano incurabili, come molti tumori del sangue infantili e malattie genetiche, e ricostruire e rigenerare interi tessuti in pazienti in vita”. Read the full article
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samdelpapa · 2 years
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La ... galla TY - JOUR AU - Crossley, Magdalena P. AU - Canzone, Chenlin AU - Bocek, Michael J. AU - Choi, Jun-Hyuk AU - Kousorous, Giuseppe AU - Sathirachinda, Ataya AU - Lin, Cindy AU - Brickner, Joshua R. AU - Bai, Gongshi AU - Lans, Hannes AU - Vermeulen, Wim AU - Abu-Remaileh, Monther AU - Cimprich, Karlene A. PY - 2022 DA - 2022/12/21 TI - Gli ibridi RNA-DNA citoplasmatici derivati ​​da R-loop attivano una risposta immunitaria JO - Nature AB - Gli R-loop sono acidi nucleici contenenti ibridi di RNA-DNA con importanti ruoli cellulari. La deregolazione delle dinamiche del ciclo R può portare a danni al DNA e instabilità del genoma1, che è stata collegata all'azione di endonucleasi come XPG2–4. Tuttavia, i meccanismi e le conseguenze cellulari di tale elaborazione sono rimasti poco chiari. Qui identifichiamo una nuova popolazione di ibridi RNA-DNA nel citoplasma che sono prodotti di elaborazione del ciclo R. Quando i loop R nucleari sono stati perturbati esaurendo la senatassina elicasi RNA-DNA (SETX) o il gene del cancro al seno BRCA1 (rif. 5-7), abbiamo osservato la formazione di ibridi citoplasmatici dipendenti da XPG e XPF. Identifichiamo la loro fonte come un sottoinsieme di ibridi nucleari stabili e sovrapposti con una specifica firma nucleotidica. Gli ibridi citoplasmatici si legano ai recettori di riconoscimento del pattern cGAS e TLR3 (rif.  8), attivando l'IRF3 e inducendo l'apoptosi. Ibridi asportati e una risposta immunitaria innata indotta da R-loop sono stati osservati anche in cellule mutate in SETX da pazienti con atassia oculomotoria, aprassia di tipo 2 (rif.  9) e in cellule tumorali mutate in BRCA110. Questi risultati stabiliscono che gli ibridi RNA-DNA sono specie immunogeniche che si accumulano in modo aberrante nel citoplasma dopo l'elaborazione del ciclo R, collegando l'accumulo del ciclo R alla morte cellulare attraverso la risposta immunitaria innata. L'elaborazione aberrante del ciclo R e la successiva attivazione immunitaria innata possono contribuire a molte malattie, come la neurodegenerazione e il cancro. SN - 1476-4687 UR - https://doi.org/10.1038/s41586-022-05545-9 DO-10.1038/s41586-022-05545-9 ID - Crossley2022 RE- Copia https://www.instagram.com/p/Cmy9TFjt0nL/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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L’immagine postata sopra è il foglietto illustrativo di un test per il rilevamento del SARS-CoV-2.
Cito:
«3 Uso previsto Xpert Xpress SARS-CoV-2 è un test di reazione a catena della polimerasi in tempo reale (RT-PCR) previsto per il rilevamento qualitativo degli acidi nucleici del SARS-CoV-2 in campioni di analisi da tampone nasofaringeo, tampone nasale o lavaggio/aspirato nasale prelevati da soggetti con sospetta infezione da COVID-19. I risultati servono per l’identificazione dell’RNA del SARS-CoV-2. I risultati positivi sono indicativi della presenza di RNA del SARS-CoV-2; ciò nonostante, per determinare lo stato di paziente infetto è necessaria la correlazione clinica con l’anamnesi e con altri dati diagnostici del paziente stesso. I risultati positivi non escludono la presenza di infezioni batteriche o di infezioni concomitanti da altri virus. L’agente rilevato potrebbe non essere la causa concreta della malattia. I risultati negativi non escludono un’eventuale infezione da SARS-CoV-2 e non devono essere usati come unica base per il trattamento o per altre decisioni riguardanti la gestione dei pazienti. I risultati negativi devono essere accompagnati da osservazioni cliniche, anamnesi del paziente e informazioni epidemiologiche. Il test Xpert Xpress SARS-CoV-2 deve essere svolto da operatori opportunamente addestrati, in ambiente di laboratorio o presso il paziente.»
Link: https://www.cepheid.com/Package%20Insert%20Files/Xpert%20Xpress%20SARS-CoV-2%20Assay%20ITALIAN%20Package%20Insert%20302-3787-IT%2C%20Rev.%20B.pdf
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scogito · 4 years
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ECCO COSA DICE IL BUGIARDINO (foglietto di istruzioni) DEL TAMPONE PER IL COVID.
<<Ennio De Bartolomei oncologo - Roma
Ecco cosa cita il foglietto illustrativo del tampone o bugiardino:
(a voi le conclusioni)
“ Nome registrato Xpert® Xpress SARS-CoV-2
Nome comune o usuale Xpert Xpress SARS-CoV-2
Uso previsto:
Xpert Xpress SARS-CoV-2 è un test di reazione a catena della polimerasi in tempo reale (RT-PCR) previsto per il rilevamento qualitativo degli acidi nucleici del SARS-CoV-2 in campioni di analisi da tampone nasofaringeo, tampone nasale o lavaggio/ aspirato nasale prelevati da soggetti con sospetta infezione da COVID-19.
I risultati servono per l’identificazione dell’RNA del SARS-CoV-2.
I risultati positivi sono indicativi della presenza di RNA del SARS-CoV-2; ciò nonostante, per determinare lo stato di paziente infetto è necessaria la correlazione clinica con l’anamnesi e con altri dati diagnostici del paziente stesso.
I risultati positivi non escludono la presenza di infezioni batteriche o di infezioni concomitanti da altri virus.
L’agente rilevato potrebbe non essere la causa concreta della malattia.
I risultati negativi non escludono un’eventuale infezione da SARS-CoV-2 e non devono essere usati come unica base per il trattamento o per altre decisioni riguardanti la gestione dei pazienti.
I risultati negativi devono essere accompagnati da osservazioni cliniche, anamnesi del paziente e informazioni epidemiologiche.
Il test Xpert Xpress SARS-CoV-2 deve essere svolto da operatori opportunamente addestrati, in ambiente di laboratorio o presso il paziente.
Quindi se questo è il golden standard ...>>
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solayablu · 4 years
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manualedistruzione · 5 years
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Neurotrasmettitori
Sinapsi elettrochimiche
Catene sequenziali di acidi nucleici
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kon-igi · 6 years
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WNV: dal report delle donazioni risulta NEGATIVO, vuol dire che non è in atto in questo momento o che non l'ho mai preso? E nel caso lo prendessi verrei escluso dalle donazioni?
Vado a memoria: se IgG e Igm sono negative significa che non ne sei mai entrato in contatto ma @gianlucavisconti spero mi toglierà il dubbio se questo vale anche nel’intervallo di tempo tra l’inoculazione del virus e la sieroconversione.
Anzi, credo di no.
Prima dell’insorgere dei sintomi (circa 2 settimane) il virus può essere cercato solo attraverso l’Amplificazione degli acidi nucleici (NAAT) ma non è una pratica clinica diffusa. Forse...
Ok... non me lo ricordo. :(
Comunque, nel caso in cui, addio a ogni forma di donazione.
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medicomunicare · 2 years
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Perseguendo la terapia "saltatoria" per curare la SLA: più efficace se si passa la barriera cervello-sangue
Perseguendo la terapia “saltatoria” per curare la SLA: più efficace se si passa la barriera cervello-sangue
La sclerosi laterale amiotrofica o SLA, è una condizione genetica che distrugge progressivamente i neuroni che controllano i muscoli, portando a un peggioramento della perdita muscolare e infine alla morte. La mutazione, una delle principali cause di SLA ereditaria, è indicata come “C9 open reading frame 72” o C9orf72. Questa mutazione porta anche a una forma di demenza frontotemporale, una…
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rideretremando · 3 years
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I virus sono degli abili mutanti perché sono dei disabili riproduttivi: abbisognano degli acidi nucleici altrui per propagarsi.
Le mutazioni virali sono sempre esistite.
Si calcola che il 70% delle patologie infettive umane siano dovute al contatto con animali domestici, selvatici e sinantropi.
Questa partita contro il virus non la vinciamo, non è proprio nelle nostre possibilità, non è biologicamente possibile.
Una cosa è possibile: fare terra bruciata attorno, impedire la nascita di ulteriori varianti.
I paesi ricchi hanno due opzioni:
1) aiutare quelli poveri ad aumentare il tasso di vaccinazioni
2) isolarsi da tutte le aree non adeguatamente vaccinate del pianeta.
La seconda strada non è percorribile a fronte della globalizzazione dei mercati. Esseri umani, animali e merci viaggiano.
Lo hanno sempre fatto, ma da qualche tempo a ritmi concitati.
La prima strada sembra indignare i più, del resto portare a casa la pelle è una questione di priorità legittima.
Ma l'agire miope di questi ricchi che si ritroveranno a rincorrere le varianti senza accettare una prospettiva lungimirante mi porta a domandarmi se davvero ci meritiamo questo privilegio.
Il primo dovere di un governo è garantire la sicurezza dei propri cittadini, ma esistono momenti in cui l'unico modo per riuscirci è agire collettivamente. E questo è proprio uno di quei momenti.
Alcuni problemi sono globali per natura.
Le malattie infettive, nell'epoca della globalizzazione lo saranno sempre di più.
Non possono saltare fuori solo e sempre varianti "gentili" che ammazzano solo vecchi e immunodepressi...o tutto sommato ancora antigenicamente compatibili con test e vaccini già in uso.
Le nuove varianti, ci ritroveremo presto a non avere nemmeno più gli strumenti diagnostici per individuarle se non iniziamo a PRETENDERE che una pandemia sia gestita come tale: un problema mondiale da cui si esce tutti insieme AL CONTEMPO.
Fiammy Kate
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lamilanomagazine · 3 years
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C'è un nuovo farmaco italiano contro il COVID. La speranza? Produrlo entro i prossimi due anni
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Un farmaco in grado di sbarrare l'ingresso nel corpo umano al Coronavirus in tutte le sue varianti. Questo è l'obiettivo della ricerca congiunta - e tutta italiana, tra Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) - Scuola Superiore Sant'Anna e Università di Milano. Il meccanismo dietro alla ricerca è abbastanza complesso. A differenza di tutti gli strumenti a disposizione attualmente, che agiscono sul virus e sulla capacità di riconoscerlo, il nuovo farmaco punta sulle cellule umane, inibendo il ricettore che permette al Coronavirus di farsi strada all'interno del nostro corpo. In poche parole il virus non può farsi strada perché la porta di accesso che utilizza solitamente è sbarrata. Come? Utilizzando delle macromolecole, in particolare dei filamenti di acidi nucleici detti aptameri, che si legano con la regione K353 del recettore Ace2 bloccando il propagarsi dell'infezione. Il percorso è ancora lungo. La tecnica, appena brevettata, deve dimostrarsi dimostrarsi sicuro e le macromolecole abbastanza stabili da distribuirsi nei tessuti obiettivo del trattamento. L'orizzonte temporale? Almeno due anni. Read the full article
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ricercamix · 3 years
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Le vescicole extracellulari nelle malattie neurodegenerative: messaggeri o spazzini?
Le vescicole extracellulari nelle malattie neurodegenerative: messaggeri o spazzini?
Capire come le cellule di un organismo parlano tra loro è un argomento affascinante, da anni oggetto delle ricerche di numerosi studiosi nel mondo. È noto che la comunicazione avviene attraverso l’invio e la ricezione di messaggi, le cui parole sono costituite principalmente da molecole biologiche, come proteine e acidi nucleici (soprattutto RNA). Le cellule sono infatti capaci di produrre e…
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mezzopieno-news · 3 years
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CIBO DALL’ARIA: LA NUOVA FRONTIERA DELL’AGRICOLTURA
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Un gruppo internazionale di ricercatori ha dimostrato che esiste un metodo per produrre cibo dall'aria con una efficienza estremamdente più alta delle coltivazioni tradizionali al suolo attualmente conosciute.
Gli scienziati stanno lavorando da tempo all'idea di coltivare cibo combinando una risorsa di combustibile rinnovabile con il carbonio presente nell'aria per alimentare un particolare tipo di batteri che sono in grado di produrre proteine ​​commestibili per gli esseri umani. Uno di questi progetti, il Solar Foods in Finlandia, ha utilizzato pannelli solari per produrre elettricità che combinata con l'anidride carbonica dall'aria, diventa cibo per microbi cresciuti in un bioreattore. La proteina prodotta da questi microbi viene quindi trattata per rimuovere gli acidi nucleici ed essiccata per produrre una farina adatta al consumo alimentare da parte dell'uomo e degli animali, senza bisogno di utilizzare ingenti quantità di acqua nè dover uccidere animali.
Le analisi effettuate dai ricercatori dell'Istituto tedesco Max Planck di Fisiologia Molecolare Vegetale, dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, dell'Istituto di Scienze Weizmann e della Scuola Porter per l'Ambiente e le Scienze della Terra hanno mostrato che la coltivazione di cibo dall'aria è 10 volte più efficiente della coltivazione nel terreno. La ricerca ha anche mostrato che la proteina prodotta utilizzando l'approccio del cibo dall'aria possiede il doppio del valore calorico della maggior parte delle altre colture come mais, grano e riso.
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Fonte: National Academy of Science - 29 giugno 2021
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truth-to-b-told · 3 years
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📚 Sălūs 🗣️
VIRUS MANIA - Corona/COVID-19, Measles, Swine Flu, Cervical Cancer, Avian Flu, SARS, BSE, Hepatitis C, AIDS, Polio, Spanish Flu - How the Medical Industry Continually Invents Epidemics, Making Billion-Dollar Profits at Our Expense
( Torsten Engelbrecht, Claus Kohnlein, Samantha Bailey, Stefano Scoglio )
3rd English Edition, 2021 https://it1lib.org/book/12048585/310490
https://www.mediafire.com/file/2s95flrwzuuf0j9/Virus_Mania_-_3rd_English_Edition%252C_2021.pdf/file
STEFANO SCOGLIO SU VIRUS, VARIANTI E PANDEMIA. AVEVO RAGIONE! ( 24/04/2021  ) https://www.fcom.it/stefano-scoglio-su-virus-varianti-e-pandemia-avevo-ragione/
https://www.affaritaliani.it/libri-editori/virus-mania-come-l-industria-medica-inventa-epidemie-per-fare-profitti-736132.html
[ 2nd English Edition, 2020 https://it1lib.org/book/12005388/cd0db3
1nd English Edition, 2007 https://it1lib.org/book/5422727/10038b ]
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10 Reasons that SARS-CoV-2 Is an Imaginary and Theoretical Virus
( January 28, 2021 )
https://thefreedomarticles.com/10-reasons-sars-cov-2-imaginary-digital-theoretical-virus/
SARS Variants, Spike Proteins and More All Rest on 1 Big Fat Assumption
( February 25, 2021 )
https://thefreedomarticles.com/no-virus-isolation-sars-variants-rest-on-big-assumption/
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COVIDELIRI SCIENTIFICAMENTE SCORRETTI
https://r2020.info/2021/05/07/covideliri-scientificamente-scorretti-incontro-con-paolo-renati/
Dall’analisi sui criteri con cui vengono creati i “dati”, alla evidente incongruenza delle proposte “soluzioni”, dal porsi domande fondamentali sul rapporto tra corpo, germi, percezione e sul ruolo delle terapie (vaccini inclusi), alle implicazioni bioetiche, estetiche e biologiche degli asset in avvenire. Stiamo parlando di “un’emergenza pandemica”:
il cui numero di soggetti infetti (detti “casi”) è sovrastimato almeno del 90%,
è calcolato con tamponi che pretendono di identificare la precisa appartenenza di una sequenza genica di un virione mai isolato davvero la cui sequenza (di 30000 nucleotidi) vorrebbe esser identificata in un campione organico ove sono presenti circa 30 miliardi di acidi nucleici ogni 150 microlitri, usando due sequenze-primer di appena 18-24 nucleotidi (lo 0.07% dell’intero genoma cercato);
inoltre, tali primer possono essere pure diversi, arbitrariamente scelti da chi produce il tampone, tanto che in commercio ne esistono circa 80 tipi, nessuno dei quali ha subito una convalida da enti terzi, e tali sequenze-primer sono peraltro pure sovrapponibili con quelle di altri componenti (altri virus, o materiale dell’ospite umano, come esosomi o vescicole extracellulari);
i suddetti tamponi a PCR, infine, sono effettuati compiendo un numero di cicli di amplificazione superiore a 25, tanto che non hanno più un rapporto segnale/rumore attendibile e, a differenza di quanto accadeva per le sindromi influenzali, vengono dichiarati come “casi” dei soggetti sani senza sintomi.
In questo webinar – da vedere e rivedere – Paolo Renati (Ph.D. in Physics of Complex Systems and Living Matter, Material Scientist and Engineer) spiega, numeri alla mano, come smontare la narrazione del terrore, uscire dalla “grande ipnosi” e tornare a vivere… da svegli, e capaci di riconoscere la seduzione anti-Natura di un tecno-capitalismo transumanista.
https://youtu.be/LeTO6Qjp_qc
( slide ) : https://r2020.info/wp-content/uploads/2021/05/CoviDeliri-Scientificamente-Scorretti.pdf
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WHAT REALLY MAKES YOU ILL ? why everything you thought you knew about disease is wrong 
( David Parker, Dawn Lester )
( 2019 )
https://it1lib.org/book/5518338/5cc168 https://it1lib.org/book/5371183/0ae083 https://it1lib.org/book/5418297/958a07
https://www.mediafire.com/file/f25jiqcomgn0trj/2019_Lester%252C_Parker_What_Really_Makes_You_Ill_Why_Everything_You.pdf/file
This book is dedicated to all those who seek truth
"An error does not become truth by reason of multiplied propagation, nor does truth become error because nobody sees it." [ Mahatma Gandhi ]
"Unthinking respect for authority is the greatest enemy of truth." [ Albert Einstein ]
This book will explain what really makes you ill and why everything you thought you knew about disease is wrong. "Doctors are men who prescribe medicines of which they know little, to cure diseases of which they know less, in human beings of whom they know nothing." Voltaire. The conventional approach adopted by most healthcare systems entails the use of ‘medicine’ to treat human disease. The idea encapsulated by the above quote attributed to Voltaire, the nom de plume of François-Marie Arouet (1694-1778), will no doubt be regarded by most people as inapplicable to 21st century healthcare, especially the system known as modern medicine. The reason that people would consider this idea to no longer be relevant is likely to be based on the assumption that ‘medical science’ has made significant advances since the 18th century and that 21st century doctors therefore possess a thorough, if not quite complete, knowledge of medicines, diseases and the human body. Unfortunately, however, this would be a mistaken assumption; as this book will demonstrate.
( spanish vers. ) https://it1lib.org/book/5566980/d68f6e
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⭕️ Il vaccino anticovid, chiamato BNT162b2, sviluppato dalla casa farmaceutica Pfizer e dall’azienda di biotecnologie tedesca BioNTech è basato su di una tecnica mai usata prima ed è stato in grado di prevenire il 90 percento delle infezioni in uno studio clinico di Fase 3.
👩‍⚕️Il vaccino è una preparazione basata su una piattaforma di acidi nucleici (mRNA) 🧬, cioè il materiale genetico del virus, circondato da nanoparticelle lipidiche (grasso). Dopo l'iniezione la capsula adiposa trasporta l'mRNA nelle cellule, all'interno delle quali viene utilizzato per produrre la proteina Spike del Sars-Cov2.
La proteina Spike è quella glicoproteina a forma di “ombrellino” che circonda il guscio esterno (pericapside) del virus e lo aiuta a legarsi alle cellule umane per infettarle.
Tutto ciò addestra il nostra sistema immunitario a riconoscerla e a difendersi dal virus.
➖ Il vaccino, per avere un effetto immunizzante, richiede una prima dose ed una successiva dopo 21 giorni.
👉 𝗣𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲' 𝗱𝗲𝘃𝗲 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗲𝗿𝘃𝗮𝘁𝗼 𝗮 -𝟳𝟬 𝗴𝗿𝗮𝗱𝗶?
Il vaccino, proprio perchè costituito da materiale genetico (mRNA) in particelle di grasso, è vulnerabile alla degradazione a temperatura ambiente. Per questo è necessario che le dosi vengano mantenute a temperature molto basse.
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