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#allevare
serenamatroia · 1 year
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robysiberiancats · 3 months
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Allevare gatti!
Allevare non è uno scherzo…. Affidiamo i nostri piccoli a persone che possiamo solo sperare siano la famiglia giusta, di aver fatto la scelta giusta per quel piccolo…. Allevare gatti non è certo un sogno presente fin dall’infanzia. Anche se qualsiasi bimbo che dimostri una spiccata sensibilità verso la natura, gli animali e i gatti in particolare, può correre seriamente il rischio che un giorno…
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istruireilfuturo · 1 year
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Spazio vitale, spazio genitoriale
Una legge etica sancirà la maternità surrogata come reato universale, ovunque essa sia condotta a termine. Etica perché sul versante della forza sanzionatoria pare che sarà pressoché nulla. I promotori pretenderebbero di colpire ciò che definiscono “turismo procreativo” imputato  di produrre ogni anno, tra Stati uniti d’America e India, oltre tremilacinquecento neonati, che sarebbero strappati…
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ilfascinodelvago · 6 months
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Una volta, quando a scuola prendevi una nota o un rapporto, tornavi a casa e prendevi due schiaffi.
Ora prendi una nota, torni a casa e gli schiaffi li prende il professore.
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diceriadelluntore · 2 months
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Ero il cinno, quello più piccolo e quello più amato. Ma solo per mia madre, mio padre o per la lapide che ci ricorda. In campagna si cresce subito. Essere il più piccolo non conta. C'è la terra da lavorare, ci sono le bestie da allevare. Io però avrei voluto crescere, diventare vecchio in un mondo senza fascisti. Invece no. Mi è toccato di morire. Subito dopo Natale. Fucilato con i miei fratelli. I Cervi, ci conoscete.
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mezzopieno-news · 4 months
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IL SUDAFRICA METTE FINE AI SAFARI DI CACCIA DEI LEONI
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Il Sudafrica ha approvato una nuova politica per la conservazione e la prosperità sostenibile di leoni, elefanti, rinoceronti e leopardi. Il piano prevede l’introduzione del divieto di allevare i grandi animali selvatici per la caccia. La pratica a cui questo provvedimento fa riferimento è la cosiddetta ‘caccia ai trofei’ che consiste nel liberare animali nei confini di un’area recintata, per essere uccisi da cacciatori che pagano per garantirsi la cattura di una preda e per portare con sé la testa o la pelle dell’animale ucciso. In Sudafrica, tra gli 8.000 e i 12.000 leoni sono allevati in circa 350 fattorie, secondo le stime delle organizzazioni per la protezione degli animali che denunciano regolarmente le condizioni in cui gli animali sono tenuti in cattività. La nuova posizione del Governo sudafricano prevede di “porre fine alla detenzione di leoni per scopi commerciali e chiudere le strutture per i leoni in cattività, porre fine all’allevamento intensivo di leoni in ambienti controllati e allo sfruttamento commerciale dei leoni in cattività”. Il provvedimento ha l’obiettivo, inoltre, di eliminare gradualmente l’addomesticamento e l’intensificazione della gestione in cattività di rinoceronti e leopardi. “Il settore è vasto e complesso, con una lunga storia che non corrisponde più agli attuali standard internazionali e alle politiche di conservazione”, ha sottolineato Kamalasen Chetty, del comitato creato appositamente dal Governo. Il provvedimento entrerà in vigore gradualmente nel corso di due anni, per consentire agli allevatori di rilasciare gli animali in natura e per riconvertire le proprie attività. ___________________ Fonte: Governo del Sudafrica; foto di Steward Masweneng
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yo no pedí tener anorexia, como le hago entender eso a la gente que más amo, a la gente que me pide que me deje de morir de hambre, como puedo cumplir con sus expectativas sin pasar. allevar mis objetivos, estoy muriendo
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kyda · 2 months
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stamattina ho iniziato tender is the flesh, che parla di umani che sono arrivati ad allevare e mangiare altri esseri umani perché un virus si è diffuso fra gli animali e senza carne la gente non ci sapeva stare. ho quasi vomitato leggendo solo le prime pagine. ho letto un paio di recensioni, qualcuno dice che non va a fondo nel raccontare come si è arrivati a tutto ciò e sulla base di cosa alcuni umani sono usati per il consumo e altri no. giudicherò da me perché voglio continuare a leggerlo. starling house invece è stato carino, non bellissimo ma neanche spazzatura, per me 3stelline e per ora è tutto grazie per l'attenzione
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pollicinor · 4 months
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È risaputo che i polli di oggi discendono dal pollo rosso della giungla, una specie di uccello selvatico ancora vivente. Ma c’è da tempo un acceso dibattito accademico su quando e come esattamente il pollo sia stato addomesticato. Le fragili ossa cave e i fragili gusci d'uovo degli uccelli in generale hanno meno probabilità di essere conservati rispetto ad altre prove archeologiche. Il team internazionale ha setacciato i frammenti di gusci d'uovo raccolti da 12 siti archeologici risalenti a 1.500 anni fa. Questi siti erano probabilmente sparsi lungo quella che era la Via della Seta, la rete di rotte commerciali che attraversavano l’Asia e l’Europa. Sulla base di tutte le prove raccolte da questi siti, gli autori stimano che le popolazioni dell’Asia centrale abbiano iniziato ad allevare ampiamente polli per le loro uova tra il 400 a.C. e il 1000 d.C. E sostengono inoltre che l’abbondanza di queste uova ha reso gli uccelli ancora più popolari e ha posto le basi per il loro diffuso addomesticamento.
Dall'articolo "C'è un grande mistero sulle uova di gallina, e gli scienziati sono al lavoro" su Esquire.com
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lunamagicablu · 7 months
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Non ci interessa la ricchezza, essa non è utile e non la si può portare con sè da morti. Vogliamo allevare i nostri figli. Della ricchezza che voi inseguite, non sappiamo che farcene; vogliamo solamente amore e pace. Nuvola Rossa art by THOMAS BLACKSHEARII **************** We are not interested in wealth, it is not useful and you cannot take it with you when you are dead. We want to raise our children. Of the wealth you chase, we don't know what to do with it; we just want love and peace. Red Cloud art by THOMAS BLACKSHEARII 
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spettriedemoni · 1 year
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La generosità finta
Ho aspettato un po’ prima di scrivere di Ezio Greggio e del suo appello alla mamma di Elia. In sostanza il comico che non fa ridere, conduttore di Striscia la Notizia, che scrive libri mettendo una battuta per pagina con uno spreco notevole di carta, si è sentito in dovere di offrire soldi e sostentamento alla madre che è stata costretta a lasciare il figlio in ospedale una volta partorito.
Già qui c’è una prima stortura perché il figlio magari potrebbe essere stato concepito per una violenza e quindi la madre non se la sente di avere il figlio vicino perché le ricorderebbe quella violenza, sarebbe comprensibile.
Facciamo finta però che sia davvero a causa di una condizione di indigenza grave che la donna decide di non portare con se il bimbo appena nato, confidando nella generosità di qualcuno che voglia prendersene cura e magari pure nell’anonimato perché non ci tiene particolarmente a far sapere i propri cazzi, no?
Invece no, qualcuno ci ha tenuto a offrire il proprio aiuto perché questo bimbo ha bisogno di una “madre vera” insultando così tutte quelle madri e quei genitori che hanno adottato bambini.
Ora io mi chiedo: perché dare sostegno economico solo a questa madre? Perché non offrirlo a una di quelle tante madri che il figlio se lo è tenuto e lo cresce magari da sola e in mezzo a tante difficoltà?
Lui vuole aiutare questa madre proprio questa. La aiuta a patto che si penta, che chieda scusa, no anzi: che chieda perdono e si riprenda il figlio che potrà allevare grazie alla generosità di Ezio Greggio.
Lo sentite quanto suona male? Come le unghia su una lavagna, lo stesso disagio.
No, non vi è nulla di nobile in questo gesto, nulla di bello.
Solo la voglia di controllare una donna, di sottometterla, di costringerla a fare la madre e basta perché quello è il suo ruolo, secondo costoro.
Ditemi ora: dove sarebbe la generosità?
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coolarlindo · 3 months
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"Zoologia mirifica: il basilisco in metallurgia e in cucina"
Attorno al mille e cento, un monaco esperto nell'arte di produrre e riparare codici miniati, retabli, vetrate, calici e quant'altro redasse l'enciclopedico manuale 'De diversis artibus'. A un certo punto, l'autore tira fuori questa ricetta per la produzione dell'oro detto "ispanico":
«[Questo] tipo di oro si fa con rame, cenere di basilisco, sangue umano e aceto. I Gentili allevano dei basilischi nel seguente modo.
«Allestiscono un abitacolo sotterraneo, con due feritoie che a malapena lascino filtrare qualche raggio di luce, e vi introducono due galli vecchi, dandogli cibo in quantità. Quando saranno ingrassati, con la pinguedine viene loro l'estro venereo, si accoppiano e depongono delle uova.
«Si tirano fuori i galli e per covare le uova subentrano dei rospi: nascono poi dei piccoli di sesso maschile, simili ai pulcini delle galline, con coda di serpente.
 «Si prendono dei vasi di bronzo di grandi dimensioni, si sigillano e si mettono sul fuoco, finché le bestiole non sono carbonizzate. Si mescolano allora col sangue di un uomo dai capelli rossi e con aceto forte. Poi, si prendono delle lastre sottilissime di rame, si spalmano con questa miscela e si mettono sul fuoco. Quando diventano incandescenti si estraggono, si spengono e si lavano e rilavano con la stessa miscela, finché il rame non abbia guadagnato il peso e il colore dell'oro. Questo oro è adatto a tutti gli usi. »
₪ Meno male che il capitolo è una ricetta alchemica in linguaggio cifrato ‒ perché se gli esseri, gli ingredienti, le procedure che vi figurano non fossero simbolici, ci troveremmo davanti a un rituale di magia nera, con un uomo accoppato per un salasso integrale... E chi vorrà provare ad arricchirsi con questa ricetta, non ha che decifrare il codice simbolico del capitolo e mettersi all'opera.
Se invece qualcuno preferisce allevare dei basilischi per fini gastronomici, gli converrà consultare Animali misteriosi e come mangiarli, dove troverà un'intrigante ricetta di club sandwich di basilisco ai profumi d'oriente 😎 
Arlindo José Nicau Castanho
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omarfor-orchestra · 8 months
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molto random ma volevo dirti che qualche sera fa ho sognato i simuel di carte da decifrare (nel sogno ero 100% convinta fossero loro, i just Knew) e c'era manuel che spiegava a simone il suo piano per trasformare la villa in un allevamento di alpaca anche in questo universo. perché? non lo so però mi pareva giusto lo sapessi 👍🏻
(ps per completezza: manuel nel sogno gli diceva anche che lo amava, ma la cosa degli alpaca mi sembrava più frizzantina e immediata da farti sapere)
Mi sento molto onorata di questa cosa anon i miei bambini vi vengono a trovare nei sogni? E PROGETTANO DI ALLEVARE ALPACA? Ora mi hai fatto venire voglia di scrivere un capitolo extra
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artide · 1 year
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La mamma al tavolo di fianco imbocca la bambina di anni 3 con le mani impegnate al cellulare e lo sguardo sullo schermo. Non distoglie nemmeno gli occhi, mangia avida, come animale all’ingrasso. Il moderno allevare figli.
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Vivere Nascere Piangere succhiare bere mangiare dormire aver paura Amare Giocare camminare parlare andare avanti ridere Amare Imparare scrivere leggere contare Battersi mentire rubare uccidere Amare Pentirsi odiare fuggire ritornare Danzare cantare sperare Amare Alzarsi andare a letto lavorare produrre Innaffiare piantare mietere cucinare lavare Stirare pulire partorire Amare Allevare educare curare punire baciare Perdonare guarire angosciarsi aspettare Amare Lasciarsi soffrire viaggiare dimenticare Raggrinzirsi svuotarsi affaticarsi Morire.
Agota Kristof
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raffaeleitlodeo · 1 year
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L’ultima volta che ho incontrato Michela, prima che diventasse famosa, è stato nel 2001, eravamo al termine di un triennio in Azione Cattolica, che ci aveva visto lavorare insieme: lei come responsabile dei giovani della Sardegna, io come responsabile nazionale. "Che farai ora?", le chiesi. "Farò l'allevatrice di lumache", mi rispose. La salutai frastornato da un misto di nostalgia anticipata (pensavo infatti che difficilmente ci saremmo rivisti) e di rabbia (ma come è possibile - riflettevo - che una pesona di così grande talento non trovi altro spazio nel nostro paese che quello di allevare gasteropodi?).
Fortunatamente mi sbagliavo su entrambi i fronti: il talento di Michela è esploso rapidamente e io ho avuto la fortuna di continuare a frequentarla. Non credo che Michela abbia mai allevato lumache, di mestieri però ne ha fatti tanti: i più noti sono quelli di portiere di notte in un albergo e di venditrice attraverso un call center. C'è una costante però nelle diverse vite (la definizione è sua) che ha vissuto: quella di brillare e illuminare. Così quando lavorava in albergo ha incontrato Vinicio Capossela e insieme hanno registrato un brano a due voci, che spero un giorno avremo modo di ascoltare; il racconto dell'esperienza nel call center invece è diventato il suo primo grande successo letterario, quello che le ha aperto nuove e inaspettate vite: scrittrice, sceneggiatrice, saggista, attivista, candidata alla presidenza della regione Sardegna e tante altre ancora.
Quando le ricordavo quello che pensavo sarebbe stato il nostro ultimo dialogo, lei spiegava tutto con una metafora da campagna sarda: ho fatto la mossa del topo, quello che costretto in un angolo da una scopa, non avendo più vie di fuga, per evitare il colpo ferale, aggredisce. Ecco allora un'altra costante che ho trovato in Michela dagli anni giovanili ad oggi: la ribellione. Parola quest'ultima che però non va fraintesa. Michela sulla scena pubblica è stata troppo spesso interpretata come una barricadera, un'icona di posizioni ideologiche di un'area ben precisa. Un ritratto falso e semplicista questo, che non dice nulla di chi è stata Michela Murgia. Torno alla metafora del topo: Michela ha lottato per quelli che via via ha ritenuto fossero i più deboli, lo ha fatto con la forza delle sue parole, della sua prorompente personalità, a volte in maniera urticante, nella società come nella Chiesa, ma non è mai stata un'intellettuale da salotto. Le battaglie che ha sostenuto (al di là della valutazione di merito che ciascuno di noi può dare) le ha fatte sulla base di una ricerca, di uno studio, mai attraverso scorciatoie ideologiche. Michela si è esposta e ha pagato di persona. Michela ha detto parole dure non per odio verso qualcuno, né per compiacere circoletti intellettuali, Michela ha parlato in coscienza e consapevolezza, attirandosi per questo, oltre ad ammirazione, anche l'odio di molti. Circostanza per cui ha sofferto. Il sogno di traferirsi in Corea, coltivato negli ultimi anni, veniva proprio da questo: dalla sofferenza di essere insultata, magari mentre era in fila al supermercato, in ragione delle sue idee.
C'è poi un'altra dimensione meno conosciuta di lei che, per questo, vale la pena di raccontare: quella della fede. Michela ha studiato teologia, animata da quella che Ignazio chiamava la santa inquietudine. Michela ha polemizzato e fatto a botte con la religione, non con la fede che mai ha rinnegato. Michela è stata un'intellettuale credente che ha provato sempre, nella sua coscienza come nelle pagine scritte, a far dialogare la cultura e le istanze del nostro tempo con il Vangelo, con tutta la fatica e le incongruenze che questo comporta. Non spetta a nessuno giudicare il suo percorso, per quanto mi riguarda sento di ringraziarla anche per la testimonianza, profondamente evangelica, di come ha vissuto la malattia, per averci dimostrato, come ha scritto Chiara Valerio, che "i legami tra le persone sono più persistenti delle persone stesse" e per averci lasciato una delle più belle definizioni di Paradiso che mi sia toccato di ascoltare: "una comunione continua senza intervalli".
Gennaro Ferrara, Quella sete d'assoluto, "Avvenire", 12 agosto 2023
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