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#balcanica
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Conversația asta mă duce cu gândul la liceu când faceam la logică tipuri de fraze și la engleză rephrasing. Înțeleg ce spune transvampania, daaar practic e fix omul cu uwu 😂 Țin minte când uram muzica populară și totuși nu uram că sunt româncă. Urăsc și manelele și monopolul lor la orice eveniment. Asta e. L-aș fi huiduit pe Băbașa? Nu cred. Aș fi preferat sa nu fi fost chemat? Da, dar Coldplay sunt nașpa așa că e treaba ălora de la concert.
Nu pot sa zic ca urasc manelele. I am a bit over that phase cu orice. Sunt satula de multi artisti si genuri in general, dar nu ies la evenimente si am privilegiul de a putea asculta orice cand am nevoie. Dar ipocritii si circarii? Nu la masa mea, pliz. De aia am si scos in evidenta ca sunt rromi care nu asculta manele si le si urasc. Ca e un gen ca oricare altul. Faptul ca stai sa lipesti o eticheta tuturor pentru niste cacaturi de cantece... asta e penibil rau.
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affascinailtuocuore · 7 months
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PIF-CARO MARZIANO, da noi sono importanti i valori cristiani, da secoli...O no?
Su RAI 3, ogni sera alle 20.00 e qualcosa va in onda Caro Marziano  di Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto. Attraverso la sua ironia e la sua sagacia Pif ci diverte, ci  stuzzica, ci bacchetta, ci spinge a pensare. Una delle lettere più incisive è quella in tre tempi/fogli sul Silos di Trieste,  “hotel a zero stelle” per migranti in attesa di una qualunque risposta delle autorità italiane sul…
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sauolasa · 2 years
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Immigrazione: da Melilla alla rotta balcanica, un anno di viaggi della speranza
Gli attraversamenti irregolari delle frontiere, gli immigrati usati come arma di ricatto, le vittime, ancora e sempre troppe, l'Europa che erige muri: racconto di un anno di immigrazione verso la fortezza Europa
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massimogilardi · 10 months
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Spartacus che spezza le sue catene (1847) “Bronzo, 219 x 94 x 6 cm” [Palais des Beaux-Arts de Lille, Lille, Francia] -- Denis Foyatier (Francese; 1793 - 1863)
“Ci fissa, con un aspetto severo, allo stesso tempo tristemente determinato e furioso. Nella mano destra, una spada. A sinistra, le sue catene rotte. Spartaco, il soldato dell'esercito romano diventato un gladiatore, si è appena liberato dai suoi catene ed è determinato a combattere.
La vita di questo personaggio storico è difficile da rintracciare. Tutto quello che sappiamo con certezza è che nacque in Tracia - oggi nella penisola balcanica - e che guidò una rivolta di schiavi tra il 73 e il 71 a.C. Questa rivolta fu repressa violentemente dal generale romano Crasso.
Spartaco è ancora oggi visto come l'epitome della resistenza contro un regime totalitario. Lui è un esempio di virtù. Non sorprende allora che la scultura sia stata oggetto di sfruttamento politico!
In effetti, qui vedete un simbolo dei Trois Glorieuses, i tre giorni di rivoluzione. Questi tre giorni di rivolta, nel luglio 1830, portarono alla rimozione di Carlo X e all'ascesa di Luigi Filippo. Infatti sappiamo che non era intenzione dell'artista denunciare la reale, anzi... La versione marmorea di Spartaco, ora conservata al Louvre, fu commissionata all'artista, nel 1828, dall'amministrazione reale di Carlo X! La storia stessa crea i suoi paradossi. ”
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(Fonte: Palais Beaux-Arts Lille)
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diceriadelluntore · 5 months
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Storia Di Musica #323 - Devotchka, A Mad & Faithfull Telling, 2008
Il mese di Aprile ha visto come protagonisti dei dischi sulla cui copertina ci sono una o più mani (l’avevate capito, lo so). Aggiungo che sono dischi di musica indipendente degli anni 2000, definizione che accompagna lavori prodotti e distribuiti da piccole etichette musicali che non fanno parte di grandi agglomerati di industria multimediale. È stato un viaggio che mi ha fatto scoprire molte band che conoscevo poco o non conoscevo affatto, ed è sempre una bellissima esperienza lo scoprire. Concludiamo questo percorso con una band che si forma a Denver, verso la fine degli anni ’90, con due caratteristiche peculiari: suonano un punk gitano ricchissimo di richiami alla cultura gipsy europea (e non solo), l’altro è la scelta del nome. Si chiamano infatti DeVotchKa, traslitterazione nel nostro alfabeto di девочка, che in russo vuol dire ragazza. La band è formata da ottimi polistrumentisti: Nick Urata, che canta e suona il theremin, la chitarra, il bouzouki, spesso il pianoforte e occasionalmente anche la tromba; Tom Hagerman suona il violino e la fisarmonica; Jeanie Schroder, cantante e suonatrice di bassotuba, contrabbasso e flauto; chiude il gruppo Shawn King, percussioni e spesso tromba aggiunta. Iniziano come band di accompagnamento agli spettacoli di burlesque della regina del genere, Dita Von Theese. Grazie alla crescente notorietà di Dita, girano quasi tutti gli Stati Uniti, divenendo uno dei punti forti dello show. Durante le serate, vendono dei dischi autoprodotti: nel 2004 una loro canzone, How It Ends, entra a far parte della colonna sonora del bel film Ogni Cosa è Illuminata (film tratto dall'omonimo romanzo di Jonathan Safran Foer diretto da Liev Schreiber con Elijah Wood e Eugene Hütz, frontman dei Gogol Bordello che furono il gruppo apripista del genere punk gypsy). Dopo una applauditissima performance al Festival di Bonnaroo del 2006, iniziano ad essere richiesti anche oltre il circuito underground. Una mano gliela dà anche Win Butler degli Arcade Fire: propone loro di fare un Ep di Cover, tra cui The Last Beat Of My Heart di Siouxsie And The Banshees, Somethin' Stupid di Frank e Nancy Sinatra e addirittura Venus In Furs dei Velvet Underground, Ep che si chiama Curse Your Little Heart. Questo disco verrà notato da Jonathan Dayton e Valerie Faris che chiamano i DeVotchKa a scrivere la colonna sonora del loro film, Little Miss Sunshine, lavoro per cui ricevono persino una nomination ai Grammy 2006 come Miglior Colonna Sonora originale. È la svolta finale.
Nel 2008 esce il disco di oggi, A Mad & Faithful Telling: prodotto dalla band con Craig Schumacher (che ha lavorato con i Calexico, Giant Sand, Amos Lee tra gli altri) è un po’ il riassunto del loro modo di fare musica. Una musica divertente e divertita, che mischia folk, tradizioni gitane, Sudamerica e Europa, con ganci pop davvero notevoli. Ai quattro si aggiunge una corposa sezione fiati e di archi e un piccolo coro. Basso Profundo è un viaggio nella musica balcanica che qualche anno prima è esplosa nell’ambito world (con i film di Kusturica e la musica di Goran Bregović) dall’andamento baldanzoso e ritmico. C’è la musica mariachi in Along The Way, soprattutto nei fiati. L’intro da carillon di The Clockwise Witness è preludio ad un grande brano, dalle ondeggianti parti musicali, un piccolo gioiello dove la voce di Urata fa la sua bella figura. Head Honcho e Undone (dalla bellissima chitarra che sa di musiche ispaniche) sanno di omaggio agli spaghetti western, e potrebbero fare da colonna sonora a qualche scena dei film di Quentin Tarantino. Translitterator è il brano più pop, anche qui con un intro da musica di orchestrina giocattolo, una musica che fa pensare ai circhi, ai teatri delle marionette. Ci sono due splendidi strumentali: Comrade Z, che unisce i fiati mariachi con i ritmi gitani e Strizzalo, divertente parodia di un valzer italiano, da sagra di paese, con la fisarmonica, il basso tuba e dei romantici violini (spesso hanno usato l’italiano per le loro composizioni, uno dei loro primi dischi si chiama Una Volta). New World, una malinconica ballata moderna, chiude il disco, e fu usata in una puntata della serie Tv Weeds. Il disco è viaggio musicale tra circhi di frontiera, feste messicane, passeggiate in città dell’Europa dell’Est e paesaggi italiani. Sarà in top ten della Heatseekers di Billboard e diventerà il loro più grande successo. Successo che li porterà a suonare pure in Europa, addirittura come apertura dei concerti di grandi band, come i Muse.
Pubblicheranno nel 2009 la colonna sonora del film I Love You Phillip Morris (black comedy con Jim Carrey e Ewan McGregor) e altri dischi, l'ultimo del 2018 This Night Falls Forever, continuando nel frattempo a portare in giro la loro musica scanzonata, potenzialmente irresistibile anche per la cura e le qualità musicali dei musicisti.
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abr · 1 year
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mentre gli ucraini guadagnano posizioni nella zona di Bakhmut, raggiungendo qualche striminzito risultato nella controffensiva, Kiev non riesce a entrare subito nella Nato. Al vertice dell’Alleanza atlantica a Vilnius Zelensky vede rimandati i suoi programmi. Anzi, (...) l’adesione alla Nato potrebbe essere “merce di scambio” con gli ucraini: se si siederanno a un tavolo per negoziare la pace con i russi, cedendo, quindi, qualche territorio a Mosca, potranno far parte della Nato e vedere garantiti direttamente i loro i confini dagli alleati e non con un appoggio esterno come succede finora. Ottenendo anche i soldi per la ricostruzione.
via https://www.ilsussidiario.net/news/ucraina-nella-nato-prima-zelensky-tratti-con-mosca-ecco-lofferta-di-biden/2563677/
Eh si perché anche per gli Usa l'Ucraina è bella e tutto quanto ma come la musica balcanica, alla lunga rompe i coglioni (cit.).
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dis-continua · 1 month
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camping fricchettone con musica balcanica, bambini, marmellate fatte in casa, culi all’aria, acqua di fiume gelida, cani minuscoli da adottare, 7g di fumo finiti in due giorni, piedi sporchi.
voglio rifarlo
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anocturnalanimal · 1 year
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Io invece voglio riconoscere che dietro alla super Marina, al guerriero che in pubblico sopporta qualsiasi ordalia, c'è una Marina insicura, incasinata, che da ragazza si sentiva brutta e goffa: naso troppo grande, occhiali troppo spessi. E da grande si sente brutta e vecchia, rottamata, ogni volta che un uomo l'abbandona. Il che succede sempre. Metto continuamente sotto pressione gli amori della mia vita. Troppe richieste, troppa ossessione, troppa gelosia: una tempesta di emozioni tragicamente balcanica. Unita a un accanimento sul lavoro che nessuno riesce a reggere. Anche perché finisce per porli in secondo piano. Gli uomini mi abbandonano perché, insaziabile, pretendo tutto l'amore che non ho avuto da bambina. E perché non mollo mai: devo sempre dimostrare di vincere. Contro chissà chi. Il vero problema è l'imperativo a svettare. Il cui prezzo da pagare è la solitudine. Perché è difficile trovare un uomo che non si senta minacciato dal tuo successo. E io reggo la sofferenza fisica, non quella emotiva. Non mi chieda altro: su di me incombe sempre il rischio che vada tutto a rotoli.
Marina Abramović, Attraversare i muri
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zarya-zaryanitsa · 1 year
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This may be unusual question, do you know/are you familiar with any studies, research, books,...about Slavic social laws and structures befire christianity?
It’s not my specialty but definitely look up Roman Zaroff’s work, lots of good information there, I’d pretty much have to link half of his articles here.
You might get something useful out of Slavonic Pagan Sactuaries by Leszek Paweł Słupecki.
And a couple more articles:
Notes on the tribal organization of the Polabian Slavs by Jan Tomášek
Sovereigns and sovereignty among pagan Slavs by Patrice Lajoye
Slavic Ethnopolities: A few Remarks on the «Tribal Question» as Answer to the Questionnaire of «Studia Slavica et Balcanica Petropolitana» by Krzysztof Fokt
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animatormentata · 8 months
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Nuova materia preferita: linguistica balcanica
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curiositasmundi · 1 year
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Da lunedì ci sono grosse piogge e venti molto forti che stanno riguardando principalmente la penisola balcanica e la Turchia: in particolare in quest’ultima e in Grecia e Bulgaria in diverse città ci sono state gravi alluvioni, e sono morte in tutto almeno cinque persone.
In Grecia i danni maggiori ci sono stati nella città di Volos, che si trova nell’est del paese e si affaccia sul Golfo Pagaseo, circa 150 chilometri a nord di Atene. Molte strade della città sono allagate e alla popolazione locale è stato consigliato di restare il più possibile nelle proprie abitazioni. I vigili del fuoco hanno detto che un uomo è morto dopo essere stato schiacciato da un muro crollato a causa delle piogge intense, e che altre cinque persone risultano disperse dopo essere state travolte da un torrente in piena.
[...]
In Bulgaria le alluvioni hanno causato la morte di due persone nell’est del paese, in una zona costiera che si affaccia sul Mar Nero, e altre tre persone risultano disperse. Diverse aree a sud della città di Burgas sono rimaste senza elettricità, dato che i servizi di emergenza hanno faticato a raggiungerle per riparare le linee danneggiate. Ci sono state alluvioni anche nella città di Tsarevo, vicino a Burgas, che ha dichiarato lo stato di emergenza. Le alluvioni hanno provocato anche l’esondazione di alcuni fiumi che hanno danneggiato strade e ponti, e le autorità locali hanno avvertito le persone che abitano nelle zone costiere colpite dalle alluvioni di non bere l’acqua del rubinetto, per via di possibili contaminazioni causate dalle acque alluvionali.
[...]
In Turchia le piogge hanno riguardato soprattutto la zona di Istanbul, la città più grande del paese, dove ci sono stati interi quartieri allagati. I vigili del fuoco hanno salvato una decina di persone che erano rimaste bloccate all’interno di una biblioteca, e alcune stazioni della metropolitana della città sono state chiuse per motivi di sicurezza. Le autorità locali hanno detto che almeno due persone sono morte in un campeggio nei pressi della città di Kirklareli, un centinaio di chilometri a nord-ovest di Istanbul, vicino al confine con la Bulgaria, e che altri quattro campeggiatori risultano dispersi.
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eleonoramilner · 1 year
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SOT GLAS
Installazione sonora e luminosa di Ana Shametaj e Giuditta Vendrame, Trieste, Kleine Berlin.
Parte di "Spaziale. Ognuno appartiene a tutigli altri", Padiglione Italia alla 18. Mostra Internazionale di Architettura La Biennale di Venezia @labiennale-blog, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura curato da Fosbury Architecture.
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spaziale2023.it
"Per la prima volta il Padiglione Italia è stato interpretato dai curatori come l'occasione per realizzare nuovi progetti-attivatori di azioni concrete a beneficio di territori e comunità locali. Fosbury Architecture ha individuato 9 stazioni, siti  rappresentativi di condizioni di fragilità o trasformazione del nostro Paese, dove ciascun gruppo transdisciplinare è stato chiamato a intervenire.
La terza delle nove stazioni è Trieste dove il tema della coesistenza multiculturale viene analizzata lungo il confine italo-sloveno da Giudita Vendrame con Ana Shametaj.
SOT GLAS (sot dal friulano 'sotto' e glas dallo sloveno voce') è un'installazione sonora e luminosa che riattiva cinquecento metri di tunnel sotterraneo Kleine Berlin a Trieste: un rifugio antiaereo costruito durante la Seconda guerra mondiale (1943), luogo difensivo, oscuro come l'inconscio della storia collettiva delle comunità che hanno vissuto in questa regione di confine. Oggi la frontiera italo-slovena si manifesta per le comunità di migranti che in auto o a piedi lo attraversano come ultima tappa della rotta balcanica.
Sot Glas affronta e interroga la nozione di confine politico guardando alla musica come ad uno sconfinamento e ad un paesaggio. In questa regione di confine c'è una particolare ricchezza linguistica, che comprende le lingue ufficiali come l'italiano, lo sloveno, il tedesco, il friulano, ma anche molti dialetti, vernacoli e "nuove lingue" (arrivate anche attraverso la migrazione contemporanea). Dobbiamo ricordare come durante il periodo fascista, ci siano stati atti molto violenti verso la lingua e conseguentemente verso il canto, infatti durante questi anni era vietato parlare e cantare in sloveno. La nozione di confine politico viene qui messa in discussione attraverso l'utilizzo di canti popolari, in particolar modo quei canti di due più lingue intrecciate, che non sono stati storicamente archiviati perché considerati pratiche incoerenti, che sfuggono alla moderna costruzione dello Stato-nazione. I canti selezionati sono stati reinterpretati da un quartetto di voci femminili del territorio che ha performato in chiave contemporanea il repertorio popolare individuato. Nel soundscape sono presenti anche una tessitura di voci con impostazioni canore di provenienza diverse: Stu Ledi, gruppo vocale femminile della minoranza slovena dì Trieste, un coro di bambini e singole voci Pashto intonano landavs, brevi poesie di resistenza solitamente cantate dalle donne afghane, e una dolce ninnananna.
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Come sei ferrato sull'est, ne hai frequentata una di lì?
L'ho girato un po', e mi piace la cultura balcanica / russa
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danilacobain · 2 years
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Selvatica - 8. Vivavoce
Ante e Rade procedevano spediti verso Milanello, nella macchina un sottofondo di musica balcanica. Rade era arrivato al Milan qualche mese prima di lui, condividevano la lingua nonché la stanza a Milanello e quando andavano in trasferta. Avevano legato quasi subito. Sedeva al lato passeggero e smanettava sul cellulare mentre l'amico gli parlava della serata che aveva trascorso con la sua fidanzata. Stavano insieme da poco e Rade non parlava d'altro. Isotta di qua, Isotta di là. Non che a Ante desse fastidio, era molto felice per l'amico, ma Isotta era una tipa troppo espansiva per i suoi gusti. Lo aveva già fatto uscire con tre delle sue amiche, tutte influencer che pensavano solo a come diventare ancora più famose e aumentare i followers su Instagram.
«Isotta dice se domani sera ti va di venire con noi.»
«No.» Tanto per cambiare.
«E dai, vengono anche gli altri amici... non è un'uscita a quattro.»
Sbuffò. «Domani vediamo, ok?»
«Ma tu ieri non avevi quella cena con lo sponsor? Come è andata?»
Già, una seratina tranquilla. Pensò ai riccioli morbidi di Corinna sotto le sue dita.
«Un disastro.» Come se lo avesse evocato con il pensiero, il suo procuratore chiamò. «Ah, eccolo che mi chiama. Sei pronto a sentirlo urlare?» ridacchiò.
«Metti il vivavoce» disse Rade.
«Ma che cazzo di fine hai fatto? Perché avevi il telefono spento?» si percepiva tutta la rabbia dell'uomo.
I due amici si guardarono sorridendo. A volte Ante si divertiva a prenderlo in giro poiché tendeva a perdere la pazienza con facilità.
«Non avevo voglia di sentire la tua voce.»
«Ante, porca miseria, lo capisci che sto lavorando per te? Per la tua immagine di calciatore?» Ante mimò le parole bla bla bla. «E poi chi era quella ragazza, si può sapere?»
«Ragazza?» chiese Krunic sottovoce. Lui arricciò il naso e scosse la testa.
«Era una mia amica e loro non si sono comportati bene.»
«No, certo che no. Ma si poteva risolvere in un altro modo.» Si sentì il sospiro dall'altro capo del telefono. «Ascolta, ti ho rimediato un altro incontro per questo pomeriggio. Vedi di esserci e non portare nessuna ragazza. Ti scrivo l'indirizzo.»
Ante chiuse la comunicazione scuro in volto. Credeva di aver archiviato quella pratica con l'uscita di scena teatrale della sera precedente.
«Allora chi era questa ragazza? Esci con qualcuna e non mi dici niente? Porta pure lei domani sera!» Rade sembrava su di giri.
«Oh, datti una calmata. Non era nessuno, una ragazza che si trovava in difficoltà e ho dato una mano.»
Rade incrociò i suoi occhi e alzò un sopracciglio. «Una mano o...»
Lo sguardo glaciale di Ante gli impedì di continuare. «A malapena so come si chiama.»
«Va bene, ma cosa è successo alla cena?»
«È troppo lungo da spiegare. Questa ragazza mi ha chiesto un passaggio a casa perché dei ragazzi la importunavano ma avevo la cena ed ero in ritardo. Così l'ho portata con me, uno dei due che dovevo incontrare le ha messo le mani addosso, mi sono incazzato e me ne sono andato.»
Rade si girò verso l'amico un paio di volte per sondare la sua espressione. «In che senso ti sei incazzato?»
«Non lo so, ti sembra normale palpeggiare una ragazza che non conosci in un ristorante?»
«Ma magari lei ha...»
«No, quello poi ha candidamente ammesso che credeva l'avessi portata per farli divertire.»
«E dopo ci vai?»
«Per lavorare insieme a chi non ha rispetto per le persone?» guardò fuori dal finestrino, per far capire a Rade che non aveva più voglia di parlare di quell'argomento.
Probabilmente ci sarebbe andato ma non avrebbe accettato.
L'aria era molto fredda quella sera a Milano. Ante si strinse nel pesante giubbotto nero, percorrendo il tragitto dalla macchina al palazzo il più in fretta possibile. Era nervoso e irritato per come lo aveva trattato il suo procuratore alla fine dell'incontro. Non voleva lavorare con quei tizi, oramai era diventata una questione di principio. Non gli stavano simpatici e non voleva i loro soldi. Di certo non aveva bisogno di quei quattro spiccioli. Rimase sospeso qualche istante con la mano sulla maniglia del portone quando si rese conto di chi c'era.
Corinna era lì, davanti a lui, nell'androne del palazzo, seduta sul divanetto posto al centro dello spazio. Appena lo vide, scattò in piedi. Si avvicinò, guardando come l'imbarazzo le colorava le guance.
«Ciao.»
«Ciao» incurvò le labbra in un sorriso. «Scusami se sono di nuovo qui, volevo solo ringraziarti ancora per ieri sera. Mi rendo conto che devo esserti sembrata una pazza. E forse anche adesso. Volevo... volevo solo ringraziarti.» Abbassò lo sguardo sulla busta che reggeva con entrambe le mani, poi la allungò verso di lui. «Ti ho portato un dolce.»
Ante la prese. Era veramente sorpreso di trovarla lì, ancora di più per il fatto che gli avesse portato un dolce. «Grazie. Che cos'è?»
«Tiramisù. L'ho fatto io, spero ti piaccia.»
Scrutò la busta. «Sai che non posso mangiare tutta questa roba, vero?» A giudicare dall'espressione del suo volto non lo sapeva. «Sali? Ne mangiamo un pezzo insieme» si affrettò a dire.
Era stata così carina e gentile, non voleva farla dispiacere. Ma Corinna, inaspettatamente, scosse la testa.
«No. Sono solo passata per sdebitarmi.» Si avvicinò, stampandogli un bacio sulla guancia. «Ciao.»
Ante rimase immobile con la pirofila in mano a guardarla mentre usciva. Possibile che sfuggisse sempre così? Avrebbe volentieri trascorso la serata con lei, a parlare, a conoscerla. Guardò il tiramisù, scosse la testa sorridendo e salì nell'appartamento. La prossima volta sarebbe andato lui a farle una sorpresa.
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carmenvicinanza · 2 years
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Cristina Donati Meyer l’artivista
https://www.unadonnalgiorno.it/cristina-donati-meyer-lartivista/
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L’arte e le idee impegnate e innovative sono “divisive” per natura, non devono piacere a tutti, devono indurre le persone al dubbio, alla riflessione. Le certezze granitiche sono patrimonio di menti poco elastiche e curiose.
Cristina Donati Meyer, l’ARTivista, come si definisce, con le sue opere denuncia problemi sociali.
È fautrice di “una forma d’arte non addomesticabile, non comoda e non adagiata sui sofà delle gallerie rinomate”.
Nata a Milano nel 1985, da una famiglia di origini ebraiche, ha frequentato l’Istituto d’Arte Rudolf Steiner e l’Accademia di Belle Arti di Brera che ha, successivamente, lasciato.
Si definisce ARTivista perché ogni sua opera ha un contenuto di denuncia sociale. Tratta temi forti come l’immigrazione, il razzismo, l’ambiente, la violenza sulle donne.
Lavoro estetico e onirico, pittorico e materico, contaminano il suo impegno sociale ed etico.
Diverse le tecniche che utilizza per mandare i suoi messaggi al mondo. Oltre alla street art, con graffiti e stencil, realizza affissioni, performance e installazioni dal forte impatto emotivo.
Tra le sue performance più famose ricordiamo La morte della sposa del 2013, in cui è rimasta appesa in abito da sposa a Porta Romana per rappresentare le vittime di femminicidio.
Ha colorato con un colorante alimentare rosa acceso parte della Darsena, per ricordare che le donne esistono, non solo in l’otto marzo.
La sua opera Europa, affissa nel 2018 sui muri di piazza San Babila in occasione dell’incontro tra Salvini e Orban, è nata per rendere omaggio a tutte le vittime della rotta balcanica che speravano in un futuro migliore in Europa.
Una delle installazioni che ha destato più scalpore è stata quella sulla statua di Indro Montanelli a cui ha aggiunto, sulle gambe il fantoccio di una bambina eritrea. Qualche settimana prima anche Non Una di Meno aveva protestato contro la statua, colorandola con della vernice rosa.
Nel periodo della prima ondata di Covid-19, ha portato all’attenzione pubblica temi come la drammatica situazione delle RSA e dei tagli alla sanità lombarda.
Ha dedicato anche un’affissione alla comunità cinese in Italia, ingiustamente accusata di aver portato il virus nel nostro Paese e vittima di atti di razzismo.
L’installazione Le donne afghane ringraziano, raffigura una donna afghana crocifissa.
E ancora, gli ‘Umarell dell’Afghanistan’ che ritrae Europa e Stati Uniti come due anziani intenti a guardare un cantiere che rappresenta lo stato dell’Afghanistan, nel cui interno si vedono scene di guerra e abbandono.
Le sue opere si trovano affisse essenzialmente sui muri di Milano, ma si possono ammirare anche in qualche altra città italiana.
Alcune sono state vandalizzate o rimosse, perché considerate scomode.
La sua avversione principale è stata per Matteo Salvini che ha ritratto, quando era Ministro dell’Interno, in versione Robocop, con manganello alla mano, che arrivava dal mare. Mentre eseguiva la sua performance è stata identificata dalla Digos e interrotta dalla Polizia.
‘Una pisciata vi seppellirà’, subito distrutta, ritraeva due bambini intenti a orinare sugli stivali di Salvini nelle vesti di un gerarca fascista.
Subito dopo il risultato delle elezioni politiche del 2022, sui muri dei Navigli, a Milano, è comparsa l’opera Sfracelli d’Italia in cui Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d’Italia, in tenuta da boxe, prende a pugni l’Italia dei diritti che è rappresentata da una donna dipinta di bianco, rosso e verde ricoperta dalle scritte inclusività, aborto, stabilità climatica, diritti Lgbtqia+ e così via.
“Non è sufficiente essere donna per rappresentare una novità al governo del Paese – ha commentato. Occorrerebbe pensare da donna e avere a cuore le conquiste del movimento femminile, non avere in mente unicamente fattrici che non possono abortire e soldatesse per la patria, annichilendo tutti i diritti a fatica conquistati dalle donne“.
Cristina Donati Meyer sa di doversi guardare le spalle, è stata più volte segnalata, minacciata, intimorita, ma continua a urlare il suo dissenso con le sue opere.
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abr · 2 years
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"Bella e simbolica e tutto quanto; ciò detto, Bella Ciao ha rotto il cazzo".
Mica un deplorabile qualunque di destra: il grandissimo Rocco Tanica dixit !
via https://twitter.com/rocco_tanica/status/1599739772662349824
(A commento delle uscite con sigla della Eddy Schlein: la quale spacca la sinistra più della Meloni).
Bellaciao come la musica balcanica: bella e tutto quanto ma alla lunga rompe i ...
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