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[Quelli del Primo Anno: Rrrobettoo] Come chiunque abbia frequentato un’Università sa, il primo anno di triennale è quello del mischione: in un improbabile esperimento alla squid game, ti trovi in aule traboccanti oltre ogni fisica possibilità consapevole che, se resisti, già dopo un annetto lì dentro ci sarà ad essere ottimisti il 20% dei presenti. Se non ci siete stati iscritti, potete comunque immaginare quanto questo fenomeno sia amplificato in un ateneo come La Sapienza, con una popolazione e una densità per metro quadro di poco inferiori a quelle di Lagos, Nigeria. Beh, avendo vissuto tutto questo vorrei raccontare di qualcuno di quei personaggi al limite del realismo magico con cui ho condiviso il primo anno di triennale e che ancora oggi, a più anni di distanza di quanto ami ammettere, si riaffacciano alla mia memoria e al mio cuore. Il primo di cui vorrei raccontarvi è Roberto, subito ribattezzato Rrrobettoo per celebrare la denominazione di origine controllata espressa dal vago accento siculo che lo contraddistingueva, qualcosa a metà tra Catarella e i personaggi di Cinico Tv. Rrrobettoo, che aveva colto al volo la possibilità della triennale a Roma per sfuggire alle grinfie di uno zio pronto a piazzarlo alla cassa del Famila di Salita Partanna (PA), viveva l’esperienza universitaria con l’intensità di un fratboy della GeorgiaTech. Dopo una settimana aveva fatto amicizia con tutti i dipendenti della mensa di De Lollis, la mattina offriva il caffè al portinaio della facoltà, era capitano della squadra di Calciotto Sapienza e admin di tre gruppi social del canale A-L (whatsapp, facebook e google group). L’unico mattone che mancava al suo monumento all’Accademia era il benché minimo interesse per l’informatica, materia che risultava accidentalmente essere l’oggetto di studio della nostra facoltà. Le lezioni le passava col portatile aperto a studiarsi le pagine facebook delle serate di facoltà, stimando grazie a suoi particolari algoritmi sociali quale fosse l’evento “co ppiù femminazze”. Per ogni corso di studio aveva un cugino o un compare di giù da sentire per raccogliere preziosa intel che poi condivideva urlando con gli astanti. A metà di una tranquillissima lezione di Algoritmi I lo vedevi che tirava su di botto la testa dal telefono e urlava “Compari me cuggino Tanuzzo mi disse che alla serata erasmus allu yello’ stasera fann u birrpong in bikini, situazzione di BABBIATA”. Manco a dirlo, nessuna di queste dritte si rivelava mai fondata. Al nostro arrivo, preso atto dell’assoluta piattezza della situazione, ci guardava allargando le braccia e dandoci un mezzo sguardo di rimprovero faceva “compari io ve lo dissi che prima dovevamo calare, mo le femminazze stanno tutte al caruuso stanno… -sguardo speranzoso- vogliamo annari a darci una taliata?”. Dopo un paio di queste trappole ci persi gradualmente i contatti, ma la sua uscita di scena fu spettacolare: venne fuori che aveva organizzato una lega di fantamorto a tema docenti della facoltà particolarmente remunerativa, che vedeva come principali scommettitori diversi membri dell’amministrazione e anche un paio di dottorandi. Lo scandalo scoppiò quando uno di questi inviò per errore alla mailing list del consiglio di facoltà il seguente messaggio:”stamattina il tutor l’ho visto malino, consumato dall’influenza. Dai che a sto giro vado in cassaa😋😋”. Dopo quello scandalo Rrrobbettoo lo rividi solo mesi e mesi dopo, una sera di fine ottobre mentre raggiungevo San Lorenzo. Aveva dei denti finti da vampiro, un mantello, la cipria e girava con gente mai vista, dai discorsi che facevano dedussi fossero una nuova infornata di matricole. Alla mia domanda su cosa stesse facendo mi rispose quasi senza fermarsi “comparuzzo è allouin, mi dissero che al randomm cc’è la festa sexy di economia, porto i compari qui a sucare qualche streghetta, veni a dare una taliata??” e senza neanche aspettare la mia risposta sparì nella notte. - relatable Roma memes fb
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Quando creai questo blog e dovetti decidere come chiamarlo propensi per "Acciaccato" perché era da tre/quattro giorni che avevo un torcicollo praticamente incurabile.
È passato un po' di tempo e da allora faccio ancora più schifo di prima, in ordine:
- il torcicollo svanì al sesto giorno... praticamente nemmeno una settimana dopo mi tornò;
- dal nulla durante la partita di calciotto un avversario mi travolse finché correvo a piena velocità facendomi cadere in stile ragdoll tipico di Bethesda. Risultato: tutto il braccio destro sbucciato dal polso fino alla clavicola;
- in questi giorni influenza con febbrone, mal di gola e male alle ossa che ne consegue.
Capisco che inizio ad avere una certa età (quasi 28 ndr) ma si fa largo nella mia mente l'idea che dovrei cambiare il nome del blog in qualcosa di più positivo perché arrivati a questo punto temo che mi stia portando sfiga.
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Totti cerca di arruolare Buffon nella Lega Calcio a 8, ma Gigi ironizza sull'età
Gigi Buffon e Francesco Totti, entrambi campioni del mondo con la nazionale nel 2006, si sono incontrati a Coverciano al centro tecnico della Nazionale. Il portiere, oggi capo delegazione degli Azzurri, ha chiesto all’amico: “Oh ma continui il calciotto?” e Totti non si è fatto sfuggire l’occasione per coinvolgerlo: “Vuoi venire?”. Il portiere però gli risponde di aver fatto una partita e di…
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Un emozione fortissima alzarsi la mattina e andare a giocare ... dopo tanto tempo di chiusura.... #meraviglioso #tantaroba La posizione in campo... #calciotto #football #calcetto #calcio #sport #soccer #championsleague #jersey #roma #napoli #seriea #goal #calciofemminile #worldcup #italia #tuesdaynight #serieatim #instacalcio #cálcio #calcioitaliano #calcioa5 #torneo #futsal (presso Cortina Sporting Club) https://www.instagram.com/p/COXwTWZsUGb/?igshid=oapzgpigzth7
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Tramonto alla “Aridatece Er Calciotto” #sunset 🌅 • • • #calciotto #calcio #football #ilovefootball #montesacrocalcio #buonaserata #buonasera #sunsetlover #sunsetlovers #sky #skyporn #photo #photography #photooftheday #picoftheday #skyline #sera #evening #roma #rome #italy #italia #nofilter #myview #pointofview #mylife #me #sunsetphotography (presso A.S.D Montesacro Calcio) https://www.instagram.com/p/CNabrSNBsYq/?igshid=7cde9e5ccfpe
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Questa sera alle ore 21.30 sul nostro canale tv, andrà in onda una nuova diretta del programma sportivo la Tattica Live. Argomenti che verranno affrontati sono: 1 Arriva la finale tra le scintille, merito di Pirlo o demerito dell'Inter? 2 Atalanta beffata dal Toro ma si rifà subito conquistando la finale, qual è la vera Dea? 3 Disastro Napoli, sabato sarà l'ultima di Gattuso? Ma è colpa sua? 4 Lazio in scia Champions mentre la Roma continua a deludere con le big Attendiamo le vostre domande e i vostri interventi. #calcio #calciomercato #calcioa5 #calcioitaliano #calciofemminile #calcioa #calcionapoli #calciobalilla #calcioscommesse #calcioa7 #calciovero #CALCIONEWs #calciocatania #calciomeme #calciotto #calciostorico #calciomania #calciostoricofiorentino #calciofemminileitaliano #calcioacinque #calcioa5femminile #Calcio5 #calciopadova #calciospettacolo #calciotennis #calciopopolare #calciosaponato #calciodonne #calciochampagne #calcioinglese (presso Crisal Fashion Marche) https://www.instagram.com/p/CLKGOJyItNU/?igshid=gnt6s8j3pbnb
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[L’Officiel Hommes] Luca Marinelli, rising star of Italian cinema
To win his first film role, Luca Marinelli agreed to put on sixteen kilos. For the second, he had to shave his whole body and learn to walk in heels more than eight inches high.
"If I believe in the part, there is nothing I'm not willing to do," says the twenty-six-year-old protagonist of ‘The Solitude of Prime Numbers’, the film by Saverio Costanzo presented at last year's edition of the Venice Film Festival.
To play the role of a boy devoured by guilt due to an accident that happened to his sister, Marinelli did not hesitate to ruin his athletic physique by gorging himself on fats and carbohydrates, and giving up any activity for three months. As soon as he could, he started running again to lose the extra pounds. Between football and swimming he has always been used to playing sports. But the forced immobility had atrophied his muscles, and at the end of the first runs he ended up vomiting his soul from the effort. After a month of intense exercise, however, he had already lost the extra pounds.
"Changing your body makes you feel more vulnerable and you become prey to irrational fears: when I was fat I was afraid of dying every time I took the stairs, when I was hairless I was afraid that my eyebrows would never grow back," says the actor while he eats a salad sitting at the bar of the Palazzo della Triennale in Milan. "But it's always a very interesting experience", he continues, absently stroking the hairs on his forearm, still growing since the end of the shooting of “L’ultimo terrestre”, a film that will be released next year by Gipi, an Italian illustrator making his debut behind the movie camera. It’s a love story set against the backdrop of an invasion of extraterrestrials, in which Marinelli plays the role of a transvestite friend of the protagonist. To prepare for the part, the actor watched dozens of crossdresser and transgender footage and had to practice for hours walking with extravagant stilts instead of shoes.
“I was told that, as a woman, I move well and I'm quite beautiful. In short, the experience gave me a certain satisfaction”, he jokes, winking with gray-blue eyes.
Compared to the film debut of ‘Solitude of Prime Numbers’, this new film offers him a smaller role and visibility. But Marinelli is not concerned about this. He knows he was very lucky to end on the red carpet of one of the most important festivals in the world with the first film. And he would almost feel calmer if his career were to continue more gradually.
"It was so lightning fast that I was not prepared. Venice was a wonderful experience but I was in panic. In the evening I came home with a terrible headache, I felt like I had two tight screws in my skull. I almost felt at fault to start out so great. And now I'm happy to start again slowly”.
Marinelli finished high school in 2006 and three years later graduated from the Silvio D'Amico Academy of Dramatic Art in Rome. Before being chosen by Costanzo for the feature film that gave him notoriety with the public, he had already played several roles in the theater with directors such as Carlo Cecchi and Michele Monetta. His father, actor and film voice actor, tried to introduce him to the world of entertainment as a child, without achieving great results. He had made him voice the voices of Tip and Tap, the grandchildren of Mickey Mouse from the cartoons, and had offered him some amateur roles. Despite being fascinated by the profession, however, the son didn’t feel cut out to be an actor.
“As a child I was shy. I liked being the center of attention, but only with people I had a lot of confidence with. More than being observed, I was interested in observing the lives of others. Not the present ones, but the past ones”.
After high school, Marinelli enrolled in the faculty of archeology in Rome. But after two months in which he attended only lessons that had nothing to do with his course, he realized that the university wasn’t for him and threw himself into acting, overcoming the fears he carried within him since he was a child. Even today, however, it retains some of that shyness. To the point that, whenever he is about to go on stage, he has to resort to small exorcising rites to reduce tension and cancel thoughts. And when we ask him how it feels to tell a complete stranger about himself, he confesses to being a little nervous.
"This is my second interview. From the first, I came out as some kind of psycho. I hope this time it goes better”, he jokes.
He has pain in his neck from a fall that occurred a few days earlier and moves his torso in a slightly stiffly way. He jumped on the ball and crashed to the ground during a game of "calciotto", the eight-a-side football that is popular in Rome, the city where he was born and raised. Every time he turns his head he makes a grimace of pain. Apart from that, Marinelli seems to be quite at ease, and does not resort to clichés. Nor does he try to hide behind sophisticated characters: he wears a blue shirt, military green trousers and brown jacket, in a style that he simply defines "for men", made up of garments unearthed among vintage shops and thrift stalls rather than in the boutiques of the big names. He loves to run around with his bike, although he admits that the longest trip he has done was from Rome to Fregene with a friend. And as soon as he has a free moment he takes his dog Nonò, a foundling dachshund who also follows him on tour, and takes him around the capital for long walks in the company of Sandy, the dog who lives in his parents' house.
Even though he’s aware of the difficulties and uncertainties he risks facing in his profession, he speaks of his dreams with passion and without anguish. He would like to pursue a project as a director and is enthusiastic about the collaboration with Cecchi in “Sogno di una notte di mezza estate”, a piece with which he will tour Italy between November and February.
"I know that being an actor is a job with a very high risk of failure and depression, but for the moment I try to live this lucky moment to the fullest."
Marinelli is not religious, but he’s particularly fascinated by the figure of Christ. He loves reading books and watching films that tell the Nazarene in his human dimension (from the Gospel according to Matthew by Pasolini to Scorsese's Last Temptation of Christ), because when he sees a miracle he feels the "smell of burning" and is immediately distracted.
"The story of Jesus, understood as a simple person, is a proof of the wonderful things that man is capable of. And studying it helps to understand how far we live from the example that has been given to us".
Among the dreams in the drawer, remains to work with Eimuntas Nekrošius, the Lithuanian theater director who recently staged Albert Camus' Caligula in Rome. And with Pedro Almodovar, the master of Spanish cinema whose language he knows well. In fact, Marinelli's father spent his childhood in Argentina and passed on to his son his love for Spanish, which Luca speaks with a slight South American inflection.
Of course, the situation in Italy for novice actors is not reassuring. Most of his fellow academics are still looking for work. The lucky ones earn a few euros by acting in the theater or making fiction which is exhausting for the body and demoralizing for the spirit. The others are making a living with alternative uses waiting to be discovered.
“I'm working, but not because I'm the best of those who came out of my class. Luck matters a lot. In Italy the environment is closed and there is little money. Abroad, however, it seems that this art is much more accessible".
His response is interrupted by a strange sigh that sounds like a whale song. It’s the ringtone of his cell phone, a reconstruction of the original music used in the Greek tragedy. Marinelli doesn’t respond, but begins to show signs of unease. He noted that the Palazzo della Triennale hosts an exhibition of Pasolini's portraits that he would like to see. He has little time left, but he adores the poet and insists on entering.
Inside the exhibition, observe the black and white photos taken by Dino Pedriali in 1975 which show the artist reading in his villa in Chia, writing on an Olivetti 22 and walking on a bridge in Sabaudia with his hair down from the wind. Then he stops in front of a photo of Pasolini naked, portrayed in his bedroom.
"What a fascinating man, in this image he reminds me of the bad lieutenant in Abel Ferrara's film," he says as he heads towards the exit. Then, unexpectedly, he turns to his interviewer and asks him with the relieved tone of someone who knows he has completed a business: "Prof, how did the exam go?".
“I'd give you a nice twenty-eight”, we reply according to the game.
"Okay, I accept it".
L’Officiel Hommes
Just wanted to translate this old interview for the non-italian’s fans ^^ (sorry for my English)
#Luca Marinelli#interview#english translation#english#mine#l'ultimo terrestre#la solitudine dei numeri primi#2011#magazine#L’Officiel Hommes#Roberta
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La Nations League, come importanza, si pone tra il Trofeo Berlusconi e il torneo a calciotto organizzato dallo Chalet a Ferragosto.
In ogni caso siamo una squadra di pellegrini e prima che ci qualifichiamo per un mondiale passeranno un paio di guerre e altre quattro pandemie.
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"Cara, lo sai che stasera ho il calciotto" (#Chivasso 2017) . #nonarchivio #nonrassegna #calcetto #titoli #locandine #edicola https://www.instagram.com/p/B_BHwqcnwH2/?igshid=1cjgqs4nzifoo
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È ufficialmente secondo posto! Dopo due anni lo scettro va meritatamente alla capolista. Onore ai vincitori che con 4 punte di diamante del calibro di Tiribocchi, Marcolini, Luciano ed Eriberto hanno ucciso il campionato. Ci riproveremo! #PLT #SerieA #Calciotto (presso Bottagisio Sport Center)
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Stanco ma al #calciotto non si rinuncia #instalife #mauriziopolverelli #sport #fitness (presso Garden Sporting Center)
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Clip 1.4 - Psicomatta
E: No, comunque secondo me, Elia non si presenta.
G: Perché dici così?
E: Ieri, ha svagheggiato sul gruppo. Non ha più risposto.
G: Sti cazzi. Tanto io Epicuro lo so.
E: Eh...te. Io non so un cazzo. Senti ma...ci andiamo alla festa?
G: Quale festa?
E: La festa di Pasqua.
G: La festa di Pasqua? E dov'è?
E: Boh, tipo in una discoteca a Testaccio mi sembra.
G: E da quand'è che ti piace andare in discoteca, scusa?
E: Infatti non è che mi piace andare in discoteca, solo che ci vanno tutti, ci va tutta la scuola...
G: Mi sembra un ottimo motivo per non andarci.
E: Infatti...no...molto meglio giocare a carte fino alle 4 con i tuoi amici, quello è divertentissimo. Proprio una bomba.
G: Va bene. Allora andiamo a questa fantastica festa di Pasqua. Però io in cambio posso chiedere a Martino di venire al lago con noi.
E: No Gio. Dai però. Non è possibile, ti avevo detto qualche giorno io e te da soli. Che palle!
G: Eh, sì lo so. Cioè, stiamo insieme da soli, poi però ad un certo punto viene pure Martino. E dai Eva, poveraccio, lo lasciamo a casa da solo tutte le feste di Pasqua con la madre psicomatta? Quello si ammazza. E dai, portati qualcuno pure tu, no? Se mi offro in filosofia?
E: Okay.
G: Okay.
M: Ao! Che fate?
G: Oh grande. Affari frà. Ho appena scambiato il tuo posto letto al lago per una fantastica festa di Pasqua.
M: Quella di domani?
G: Sì. E tu vieni con noi.
M: Non credo proprio, no.
G: Perché?
M: Ho due parole per te. Quarti di finale.
G: No, m'ero scordato. Il torneo di calciotto. Eva, mi dispiace.
E: Fa niente, figurati. Comunque sono tre parole.
M: Vabbè, dai su.
G: Quarti di finale.
M: Sì, sono tre.
G: Sì, sono tre.
G: Vabbè, andiamo va.
M: Andiamo.
G: Eva!
#skam italia#skam italia chats#skam italia transcripts#trascrizioni skam italia#martino rametta#giovanni garau#eva brighi#season 1#1x01
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Villaggio dei Ragazzi: serie di eventi in ricordo di don Salvatore d’Angelo
Alla fine del secondo conflitto mondiale, don Salvatore d’Angelo si venne a trovare davanti alle rovine dalla guerra. Per le strade vedeva i giovani senza tetto e senza genitori. A tale situazione, il sacerdote di Maddaloni rispose prontamente con la decisione di costruire il Villaggio dei Ragazzi per dare un contributo alla politica sociale dello Stato e una risposta pedagogica e pastorale alla bruciante questione giovanile. Questo meraviglioso Ente oggi più che mai è proiettato nel futuro, continuando ad essere un punto di riferimento, nell’ambito dell’istruzione e del welfare regionale e non solo, per tanti giovani che vogliono intraprendere studi seri per affrontare al meglio le sfide della vita. In occasione dell’anniversario della dipartita (30 maggio 2020) di don Salvatore d’Angelo, sacerdote e fondatore del Villaggio dei Ragazzi, la Fondazione ha organizzato per il giorno 30 c. m. la celebrazione di una Santa Messa “in memoriam” nella Chiesa di Santa Maria della Pace del Villaggio, presieduta da S.E. Pietro Lagnese, Vescovo della Diocesi di Caserta. Il 27 Maggio, invece, sempre al Villaggio, avrà luogo il Torneo di Robotica “RoboCup Villaggio” per gli studenti dell’Istituto Tecnico Industriale e per gli allievi delle Scuole secondarie di I grado di Maddaloni. Promotore della gara insieme alla Fondazione è Micron Semiconductor Italia, multinazionale leader nel settore delle schede di memoria che, da tempo, attraverso l’ing. Claudio Leonetti, Site-Manager, fornisce supporto tecnico alle attività di robotica dell’Opera; il 28 maggio, infine, si svolgerà un Torneo di calcetto presso la struttura “Calciotto Calatia Maddaloni” che coinvolgerà tutti gli allievi della Fondazione e il Calatia Jazz “Città di Maddaloni”, che proseguirà anche il 29 (dalle ore 19.00 alle ore 23.00). “Il Villaggio, grazie al contributo fondamentale della Regione Campania e al forte senso di appartenenza dei dipendenti, ha saputo mantenere salda nel tempo la vocazione delineata nel ’47 dal fondatore, confermando sempre le finalità che l’hanno reso una “risorsa” imprescindibile nei processi socio-educativi e formativi dell’intero territorio campano”, così il Commissario straordinario Felicio De Luca.
source https://www.ilmonito.it/villaggio-dei-ragazzi-serie-di-eventi-in-ricordo-di-don-salvatore-dangelo/
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Le iniziative per le festività natalizie a Sperlonga
Locandina LogoNatale a Sperlonga Le festività natalizie “riaccendono” di luci, colori ed iniziative il mese di dicembre a Sperlonga. Il Consorzio Sperlonga Turismo, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Sperlonga, rendendo pubblico il nutrito calendario di eventi ed appuntamenti dedicati al Natale nel Borgo. Si inizia lunedì 6 dicembre alla darsena con “Il presepe del porto di Sperlonga”, e presso l’auditorium comunale con “Il presepe di Nonno Vincenzo”, entrambi gli eventi allestiti per tutta la durata delle feste natalizie. Per lo shopping di regali da mettere sotto l’albero, nel centro storico ci sarà il classico “Mercatino di Natale”, presente il giorno 8 dicembre e nel week-end di sabato 11 e domenica 12. Ha detto il presidente di Sperlonga Turismo, Leone La Rocca: “Con questa serie di iniziative vogliamo far vivere ai visitatori l’esperienza natalizia nel nostro Borgo, vivo ed illuminato come una sorta di presepe vivente, dei giorni nostri”. Natale è soprattutto la festa dei più piccoli, ed a loro è dedicato un nutrito programma di eventi. Sabato 11 dicembre, presso la pista di pattinaggio di via C. Colombo, è prevista la “Consegna letterina a Babbo Natale”, con uno spazio “Piccolo Ranch” dove i più piccoli potranno provare l’emozione di una vera passeggiata su un pony. Domenica 12 dicembre, nello stesso spazio, “Letture Natalizie per bambini”, mentre per le strade del Borgo “La banda di Babbo Natale”, uno spettacolo itinerante, allieterà turisti e visitatori, grandi e piccoli. Sempre per i bambini, domenica 19 è prevista una “Tombolata” tutta per loro. Grande spazio anche per le attività di sport e spettacolo. Da martedì 14 a giovedì 30, è stato organizzato il “Mundialito” - Torneo di calciotto Natalizio presso il Centro Sportivo del Comune di Sperlonga. Spettacolo assicurato nei giorni 17 e 18 dicembre con il ritorno della XIII edizione del “Rally di Sperlonga”. I motori torneranno a rombare sui tornanti della strada panoramica “Magliana” con campioni provenienti dall’Italia e dall’estero per un evento atteso a livello internazionale. Spazio anche alla pallavolo, il 23 dicembre, con il Quadrangolare di Pallavolo femminile presso il Centro Sportivo del Comune di Sperlonga. Sempre nello stesso impianto, il giorno 24, tradizionale appuntamento con il “Christmas Sport IV Il Natale degli Sportivi”. Non mancherà certo l’arte e la musica in questo programma natalizio 2021 a Sperlonga. Sabato 18, in piazza Fontana, “Balli di gruppo con Max e Angelo”, mentre domenica 19 dicembre, presso il centro sportivo, appuntamento con “Christmas Dance Desio”, saggio di danza di Natale. Giovedì 23 dicembre sarà la volta dello spettacolo musicale “Le stelle della musica” in piazza Europa. Appuntamento imperdibile infine giovedì 30, all’auditorium comunale con “The Sweet Sound Gospel Choir” - Concerto Di Natale Dirige: Fiorella Iodice. E come non cogliere l’occasione per festeggiare l’arrivo dell’anno nuovo con la mitica e tradizionale “Festa di Capodanno in piazza”. Appuntamento il 31 in piazza Europa con “Dove eravamo rimasti? - Capodanno con Radio Show Italia 103.5”. Ma gli appuntamenti non finiscono con il 2021. A gennaio altri appuntamenti: il 3, presso la pista di pattinaggio, “Spettacolo musicale”. Nello stesso giorno, presso il - Centro Polivalente (Anziani), panettone e spumante con il “Torneo di burraco”. Sempre nello stesso luogo, lunedì 4, la classica “Tombolata”. Il 6 gennaio, “La Befana in pista” - spettacolo del Mago Sopino, presso la pista di pattinaggio di via C. Colombo. Read the full article
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Buongiorno Readers, ho avuto il tempo non solo per finire il libro, ma anche di buttar giù la recensione e creare le copertine dei nostri articoli. Vi avevo già accennato al primo volume, oggi ci ritroviamo a parlare del sequel, di cui è stato tratto anche il film. Cosa ci aspettiamo? Il vissero felici e contenti, ma… ehi, per avere un seguito significa che non tutto è andato bene come dovrebbe o, forse no. Quindi… venite a scoprire di più del libro Scusa ma ti voglio sposare di Federico Moccia edito da Rizzoli. EDITORE: Rizzoli GENERE: Romance SERIE: Si PAGINE: 569 DATA DI USCITA: 7 luglio 2010 TRAMA Alex e Niki, innamoratissimi più che mai, sono appena tornati dal faro dell'Isola Blu dove hanno vissuto giorni indimenticabili. Niki ritrova le sue amiche del cuore, cresciute e piene di nuovi impegni. Alex riprende la sua vita di sempre, ufficio, calciotto e i vecchi amici. Ma proprio loro, Flavio, Enrico e Pietro, da mariti sereni e sicuri, finiscono per affrontare talmente tante difficoltà di coppia da distruggere i loro matrimoni. E allora tutte queste persone, uomini e donne di diverse età, ognuno a modo suo, si ritrovano a riflettere sull'amore. E poi quella domanda, la più difficile: un amore può durare più di tre anni? Alex romantico sognatore, decide rischiare. Fa una bellissima sorpresa a Niki chiedendo la sua mano. Per il matrimonio però bisogna essere d'accordo sulla scelta della chiesa, sul banchetto, sul numero degli invitati... e magari le due famiglie la pensano in maniera completamente diversa. E soprattutto: Niki sarà pronta per un passo così importante? Come se non bastasse, ecco arrivare nell'ufficio di Alex una splendida modella che lavorerà con lui alla nuova campagna pubblicitaria e si innamorerà di lui. Niki invece si ritrova a studiare all'università con un ragazzo della sua età, con la stessa passione per il surf e soprattutto una passione ancora più grande per lei. Per sognare in amore bisogna essere in due e nessuno dei due deve aver paura. Come andrà a finire? Lo scopriremo solo vivendo... RECENSIONE COMPLETA SUL BLOG immersinelmondodeilibri.home.blog https://www.instagram.com/p/CMSqzAgHyRh/?igshid=ocozafd4q0md
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10 dic 2020 09:43
“MA È VERO CHE ROSSI E CABRINI SONO GAY?” – MARIO SCONCERTI RICORDA LE VOCI DURANTE IL MUNDIAL ’82 DI UNA RELAZIONE TRA "PABLITO" E "IL BELL’ANTONIO": "LUI PRESE COSÌ POCO SUL SERIO QUESTA STORIA CHE 25 ANNI DOPO, AL SUO MATRIMONIO, MI RACCONTÒ RIDENDO CHE…" - LA STORIA DEL CALCIOSCOMMESSE: "LUI SI FECE IN SILENZIO I DUE ANNI DI SQUALIFICA. IO LO ATTACCAI SPESSO IN QUEL PERIODO. QUANDO CI RITROVAMMO A TORINO A PRANZO CERCAI DI SPIEGARE. LUI MI PREGÒ DI STARE ZITTO. “È FINITA. RESTIAMO AMICI” - VIDEO
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Mario Sconcerti per corriere.it
Paolo Rossi era mio amico. Forse è per questo che non riesco a scrivere la sua morte. Non so scegliere tra i ricordi.
Cominciare dai tre gol al Brasile è facile ma non mi sembra corretto. Paolo è stato molto altro, un uomo buono, un eroe dei tempi, leggero come una piuma e disinteressato alla sua bravura. La conosceva, e più passava il tempo e più l’amava. Ma non gli ho mai sentito dire una volta che è stato un grande giocatore.
Prendersi poco sul serio era il suo modo allenarsi, quasi un clandestino dell’area di rigore, aveva imparato a nascondersi perché non aveva il fisico, arrivava come un tradimento, rubava un metro ed era gol. A Madrid, la notte del Mondiale, ne fece uno alla Germania indescrivibile senza moviola. Oriali mise da destra un pallone al centro che non sembrava niente di che. Cabrini, che marcava Kaltz, fu il primo a tuffarsi per andare a prenderlo.
Foerster, un difensore magnifico e scolpito, capì il pericolo e si buttò per anticipare Rossi, ma quando aprì gli occhi, Paolo gli era già sopra le spalle e aveva colpito con la fronte. Era gol. Stavamo diventando campioni del mondo. Dalla tribuna non capimmo niente, si era visto solo un mucchio di uomini accartocciati e la palla in rete due metri più avanti. Ricordo che il grande Schumacher non fece in tempo nemmeno a muoversi. Poi, dalla polvere della terra, si alzarono al cielo le braccia magre di Rossi. Quello era il suo mestiere, rubare il tempo.
Aveva grande tecnica, giocava benissimo a calcio e non aveva mai pensato di essere un centravanti. Ma quando G.B. Fabbri a Vicenza gli disse che il suo ruolo era quello, lui cominciò a studiarlo. Era magro, aveva un’altezza normale, poteva solo contare su controllo e scatto, colpo d’occhio, posizione. Finì per farlo meglio di chiunque altro.
Ci sono stati anni in cui è stato celebre come i Beatles, ambasciatore di qualunque cosa. Lo invitavano dovunque, lo premiavano e lo ascoltavano come un reduce dallo spazio. Un giornalista che seguiva i ministri italiani mi raccontò che in Cina i diplomatici, per rompere il ghiaccio della conversazione ufficiale, parlarono un quarto d’ora di Paolo Rossi. In Brasile per quei tre gol lo hanno odiato, un sentimento reale, sincero, mai nascosto.
Pochi anni dopo il mondiale Paolo fu invitato in Brasile per una partita di beneficienza. Giocò solo un tempo. Ogni volta che si avvicinava alle tribune con la palla gli tiravano di tutto, monete, noccioline, bucce di banana. Raccontava poi che un tassista, quando capì chi era, accostò e voleva imporgli di scendere. Paolo non sapeva arrabbiarsi, riuscì a trovare un compromesso. Il tassista non lo avrebbe portato a destinazione, ma solo riaccompagnato all’hotel da dove erano partiti.
Paolo era soprattutto una bella persona. Diceva di sì a tutti, passava dagli inviti di Stato alle cene di paese. Era un allegro pensieroso, come i toscani furbi, che mandano via la malinconia con la voglia di passare il giorno, uno per volta. Stava dovunque ma era di pochi.
Gli piaceva che tutto finisse a cena, col vino che faceva lui sulla collina di Bucine, sopra la valle dell’Arno, dove aveva preso dei ruderi e la terra e aveva trasformato tutto in un grande agriturismo, una quindicina di villette indipendenti, autosufficienti in tutto. Con intorno una grande piscina e il campo da calciotto. E una signora che faceva da cuoca nella vecchia cucina per chi ne avesse bisogno e solo se erano amici di Paolo. Di fianco la sua casa, quella con Federica, la moglie della maturità, che è riuscita a dargli tre figli in pochi anni facendolo padre quando era già nonno. Era stato un amore profondo Federica, così come il suo bisogno dei figli. A quasi sessant’anni si era abbandonato all’idea di quella deriva paterna. Non si faceva domande, cercava altre vite e le chiudeva nella sua collina fuori dal mondo, senza una casa intorno e col vino più buono da lì a Montalcino.
Ha avuto molte cose in comune con Baggio: la popolarità, il Vicenza e i ginocchi. Paolo si operò tre volte già quando era un ragazzo nella Primavera della Juve. Allora si diceva che si era rotto il menisco, non c’era artroscopia. Per capire davvero dovevi aprire. Ed erano quasi sempre legamenti saltati. I dolori lo hanno accompagnato sempre, diventarono non resistibili. A ventotto anni smise di essere se stesso. A trenta chiuse la carriera. L’ultima prodezza erano stati due gol all’Inter con la maglia del Milan, gli unici due gol di quella stagione. Dopo divenne la memoria di se stesso.
Cercò altre strade, non era uno che buttava via i soldi. Aveva una società a Vicenza con il suo vecchio compagno Salvi, assicurazioni, imprese edili. Aveva un figlio di quarant’anni che dava una mano. Non ha mai pensato di fare l’allenatore, il calcio non lo ha mai cercato troppo. Pesava troppo e non era di nessuno. Con la Juve aveva vinto un campionato segnando 13 gol, ma anche perso una finale di Champions.
E comunque quella era la Juve di Platini, Boniek e Boniperti, non la sua. Non aveva retroterra come ex se non a Vicenza. Così è diventato opinionista, tanti anni a Sky altri alla Rai. Credo non fosse esattamente il suo mestiere, il calcio alla televisione fondamentalmente lo annoiava. Però con quell’aria quasi svogliata tirava sempre fuori un concetto ardito, sorprendente.
Ha avuto un momento molto brutto nel 1980, quando prese due anni di squalifica per il caso delle scommesse clandestine. Lui lo racconta molto bene nei due libri sulla sua vita. Pensava si accennasse a uno di quei pareggi che erano convenienti a tutte e due le squadre. Non restò più di cinque minuti in quella compagnia, portato da un compagno mentre giocava a tombola. La domenica fece due gol, questo lo condannò, fece sembrare il pareggio convenienza. Ma di gol ne aveva fatti tanti anche prima. Il processo penale assolse lui e tutti gli altri giocatori, lui si fece in silenzio i due anni di squalifica. Il secondo lo passò ad allenarsi con la Juve che lo aveva rivoluto.
Io lo attaccai spesso in quel periodo, ero un colpevolista. Quando ci ritrovammo a Torino a pranzo cercai di spiegare. Lui mise l’indice sul naso e mi pregò di stare zitto. «È finita. Restiamo amici». Perché Paolo era così, non voleva complicazioni, accettava tutto. Forse tutti noi non eravamo che piccoli elementi della sua voglia di vivere sereno, non tranquillo ma sereno. Come se un po’ per uno, tutti contribuissimo a difenderlo.
Non si arrabbiò nemmeno quando in tutto il mondo le agenzia di stampa rimbalzarono la storia che lui e Cabrini erano fidanzati, nel senso vero del termine. Erano in camera insieme ai mondiali e amici di sempre. Un giornalista italiano scrisse che nell’ora di libertà Rossi e Cabrini stavano sul balcone mano nella mano come due fidanzatini.
Era una battuta innocente, ma non esiste l’innocenza nella comunicazione di un mondiale. Il giorno dopo, quando andammo a prendere il Brasile all’aeroporto di Barcellona, la prima cosa che disse Socrates fu: «Ma è vero che Rossi e Cabrini sono maricones?». Cioè gay. Lui la prese così poco sul serio che venticinque anni dopo, al suo matrimonio, sulla collina, nel villaggio sopra Bucine, al tavolo con Cabrini, mi raccontò ridendo che a Vigo si erano messi paura: avevano avuto lo stesso fungo su parti opposte del torace, come se uno l’avesse attaccato all’altro. Ridemmo molto e continuammo a bere.
Ciao Paolo, non dimenticarmi.
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