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#cellule tumorali
medicomunicare · 2 years
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Leucemia acuta "presa per la gola": le strategie per impedire alle cellule maligne di usare l'energia
Leucemia acuta “presa per la gola”: le strategie per impedire alle cellule maligne di usare l’energia
La leucemia mieloide acuta (LMA) è una patologia con un’elevata eterogeneità genetica, clinica e metabolica che ostacola il successo dei trattamenti terapeutici attualmente disponibili. Quasi tutte le forme di leucemia possiedono un corredo mutazionale tipico; questo, spesso, ne condiziona la biologia e l’aggressività in modo quasi esclusivo. Nella LMA la principale mutazione riscontrata riguarda…
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manifestocarnivoro · 2 months
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CARNE ROSSA: TOVATO NUTRIENTE UTILE CONTRO TUMORI
Uno studio condotto dall'Università di Chicago e pubblicato su “Nature” ha identificato un nutriente presente nella carne rossa e nei latticini, l’acido trans-vaccenico (Tva), che potenzia la risposta immunitaria contro il cancro. I ricercatori hanno individuato 6 composti bioattivi provenienti dal cibo, tra questi il Tva che ha dimostrato di essere particolarmente efficace e promuovere direttamente la funzione dellle cellule T CD8+ del sistema immunitario, noto anche come cellule T killer, che combattono le cellule tumorali. Studi condotti su topi hanno evidenziato una significativa riduzione della crescita tumorale, mentre analisi su pazienti sottoposti a immunoterapia hanno mostrato una migliore risposta al trattamento nei soggetti con livelli più elevati di Tva nel sangue (fonte: EFA News –European Food Agency).
Fonte: “Carne rossa: trovato nutriente utile contro tumori”, Eurocarni 3/24
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scogito · 4 months
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"...Vi è un altro potenziale fattore di rischio sempre più presente nella letteratura scientifica, ovvero il possibile ruolo causale dei vaccini a mRNA nell’insorgenza e/o progressione di forme tumorali. L’utilizzo di vaccini a mRNA nel contesto delle malattie infettive non ha precedenti e molte sono ancora le incognite al riguardo, visto che non è chiaro da quali cellule dell’organismo, dopo l’inoculo, venga prodotta la proteina Spike, quanta se ne produca, per quanto tempo e dove si distribuisca.
E’ tuttavia accertato che la proteina Spike indotta dal vaccino ha una azione pro-infiammatoria e può interagire con complesse funzioni biologiche dell’organismo, in particolare interferendo con la produzione di citochine, sostanze modulatrici del sistema immunitario.
Segnalo poi che questi prodotti non sono stati testati né per genotossicità né per cancerogenicità e nulla sappiamo dei loro effetti a lungo termine. Di fatto risultano pubblicati sia casi di nuova insorgenza che di rapida progressione di tumori già esistenti a distanza di brevissimo tempo dagli inoculi, ma di ancor maggiore interesse sono i lavori che indagano i possibili meccanismi alla base di tutto questo.
L’argomento è ovviamente molto complesso, ma ancora una volta sarebbe coinvolto il sistema immunitario dell’ospite che, stimolato in modo abnorme con i ripetuti inoculi, perderebbe la propria efficienza. In particolare sarebbe alterata la sorveglianza immunitaria nei confronti delle cellule tumorali a seguito della diminuita produzione di interferone, ma si avrebbe anche una esagerata produzione di un fattore di crescita (TGFbeta), sostanza in grado di indurre in cellule già differenziate, una “regressione” verso lo stato mesenchimale (stato proprio delle prime fasi della vita embrionale), con capacità di metastatizzazione e maggiore aggressività biologica".
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Impronte atomiche del cancro: nuova frontiera nella diagnosi e nel trattamento?
In un'eccitante fusione tra medicina e geologia, i ricercatori hanno scoperto che le cellule tumorali presentano delle impronte atomiche, distinguibili da quella dei tessuti sani. Questa scoperta rivoluzionaria, avvalendosi di uno strumento comunemente impiegato in geologia, apre nuove strade per la diagnosi e il trattamento del cancro. Impronte atomiche del cancro: lo studio Lo studio, condotto da scienziati della CU Boulder e della Princeton University, ha analizzato i rapporti di isotopi di idrogeno, ovvero atomi di idrogeno con un diverso numero di neutroni, in cellule di lievito e cellule epatiche di topo coltivate in laboratorio. L'analisi ha rivelato che le cellule in rapida crescita, come quelle tumorali, possiedono un rapporto isotopi di idrogeno significativamente diverso rispetto alle cellule sane. Questa differenza è dovuta al metabolismo accelerato delle cellule tumorali, che le porta a favorire l'idrogeno più leggero (protio) rispetto al suo isotopo più pesante (deuterio). Le potenzialità della scoperta Le potenziali applicazioni di questa scoperta sono numerose. La "firma" atomica del cancro potrebbe essere utilizzata per: - Diagnosticare il cancro in modo precoce e non invasivo: Analizzando i fluidi corporei o i tessuti alla ricerca di questo caratteristico rapporto di isotopi di idrogeno, i medici potrebbero identificare il cancro in fase iniziale, quando è più curabile. - Monitorare l'efficacia del trattamento: Misurando i cambiamenti nel rapporto di isotopi di idrogeno nel tempo, i medici potrebbero monitorare l'effetto del trattamento e adattare le strategie terapeutiche in base alla risposta individuale del paziente. - Sviluppare nuovi farmaci: La comprensione del metabolismo alterato delle cellule tumorali potrebbe portare allo sviluppo di farmaci mirati che sfruttano la loro dipendenza dal protio. Tuttavia, ci sono ancora ostacoli da superare prima che questa tecnologia possa essere applicata nella pratica clinica. La sfida principale è sviluppare metodi sufficientemente sensibili e non invasivi per misurare i rapporti di isotopi di idrogeno nei tessuti umani. Nuove sfide Nonostante queste sfide, la scoperta delle "impronte atomiche" del cancro rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro questa terribile malattia. Apre nuove strade per la diagnosi precoce, il monitoraggio del trattamento e lo sviluppo di terapie personalizzate, offrendo una speranza rinnovata ai pazienti oncologici di tutto il mondo. Oltre al potenziale impatto sulla diagnosi e sul trattamento del cancro, questa scoperta potrebbe avere implicazioni anche in altri campi della biologia e della medicina. La possibilità di distinguere tra cellule sane e tumorali basandosi sulla loro composizione isotopica potrebbe essere utile per studiare lo sviluppo del cancro e testare nuovi farmaci. La scoperta delle "impronte atomiche" del cancro è un'importante pietra miliare nella ricerca scientifica, con il potenziale di trasformare la nostra lotta contro questa malattia. L'ulteriore sviluppo di questa tecnologia potrebbe salvare innumerevoli vite e migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici in tutto il mondo. Foto di GrumpyBeere da Pixabay Read the full article
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ma-come-mai · 2 months
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IVERMECTINA E CANCRO
L'ivermectina è il miglior farmaco antitumorale che esista, ed è comunemente usata in Cina per trattare i malati di tumore. Abbinata a vitamina C intravena e camera iperbarica è forse il trattamento che offre le migliori possibilità di sopravvivenza. Peccato che sia praticamente gratis, e non possa essere brevettabile.
Dalla ricerca:
"L'ivermectina ha potenti effetti antitumorali, tra cui l'inibizione della proliferazione, delle metastasi e dell'attività angiogenica in diverse cellule tumorali. L'ivermectina promuove la morte programmata
delle cellule tumorali, compresa l'apoptosi, l'autofagia e la piroptosi. L'ivermectina induce l'apoptosi e l'autofagia è regolata reciprocamente. È interessante notare che l'ivermectina può anche inibire le cellule staminali tumorali e invertire la resistenza multifarmaco, esercitando un effetto ottimale quando viene utilizzata in combinazione con altri farmaci chemioterapici."
Un nutrizionista italiano in Australia
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kon-igi · 11 months
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@cambiarerestareuguale​ ha chiesto:
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Ciao caro Kon,
Qualche tempo fa ti chiesi informazioni riguardo il buco che si era aperto, dopo la rimozione dei punti, in uno dei tagli che mi erano stati fatti per togliere l'appendice in laparoscopia. Ieri sono andata a ritirare il referto dell'esame istologico e la dottoressa che mi ha spiegato tutte le cose strane scritte lì sopra è stata molto gentile e chiara, ho capito che non è nulla di preoccupante e poco altro, perché il mio cervello, ovviamente, pensava solo T U M O R E 🤦
Mi ha prescritto una visita al Sant'Orsola ancora da calendarizzare, specificando che è una prassi e di stare tranquilla, ma senza dare dettagli ulteriori a riguardo (e io non ho pensato di chiedere).
In che cosa può consistere questa visita? Potrebbero essere necessari controlli periodici? È preoccupante che mi si sia formato un tumore di questo tipo, anche se innocuo, a neanche 30 anni? È raro o piuttosto comune trovare questi tumori nell'appendice?
So che potrei cercare alcune risposte su Google, ma so che finirei in un loop infinito di letture preoccupanti.
Grazie mille di nuovo, un abbraccio grande a tutti voi ❤️
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L. sei un tesoro ma ho editato il submit perché si vedevano i tuoi dati e io non potevo nasconderli :)
Comunque, meno male che la tua dottoressa ti ha spiegato l’innocuità di quella neoformazione perché le sigle a un non addetto ai lavori possono sembrare davvero minacciose! 
Quel tipo di tumore è piuttosto raro (5 casi annui ogni 100.000 persone e il 70% interessa proprio il tratto gastro-enterico) e colpisce le cellule neuroendocrine presenti in molti organi addominali, la cui funzione è quella di far compiere azioni specifiche all’organo mediante la regolazione degli ormoni da parte dell’ipotalamo (nel caso dell’intestino, motilità e assorbimento). 
Come vedi l’Indice Proliferativo Ki67 (una proteina nucleare associata alla proliferazione e quindi utile come marker tumorale) è inferiore all’1% il che posiziona il tuo tumore al grado più basso di rischio perché localizzato a un solo organo (l’appendice... che ti è stata tolta!) senza interessamento di tessuti circostanti o metastasi.
La cosa interessante è che la diagnosi di queste forme tumorali sta crescendo progressivamente negli ultimi anni ma per un semplice motivo...
sono migliorate le tecniche diagnostiche e quindi vengono individuate neoplasie che prima uno si sarebbe portato nella tomba da vecchio
Nel tuo caso, se non avessi avuto una brutta appendicite acuta e non fosse stato fatto l’esame istologico di rito, non te ne saresti mai accorta.
Per rispondere alla tua domanda, probabilmente potresti dover fare ogni 6-12 mesi un esame del sangue per monitorare la CGA (cromogranina A) una glicoproteina che funge da marcatore bioumorale specifico per le neoplasie neuroendocrine e magari una TAC addominale, però non conosco i protocolli specifici e quindi dirti se vale il discorso generico ‘controllo ogni 6 mesi per 5 anni, ogni 12 mesi per altri 5 anni e poi sei considerata guarita’.
Sono sicuro, però, che al S.Orsola ti spiegheranno tutto nel dettaglio ❤️‍🩹❤️‍🩹❤️‍🩹
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d-o-k-u-h-a-n-a · 7 months
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la cosa più eccitante di questi giorni è stata guardare cellule tumorali al microscopio
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ricapitolandomi · 8 months
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introduzione: 19.10.23
Questo è il mio migliore amico, l’unica mia altra metà. L’ho trovato a vagabondare nel mio giardino un pomeriggio d’agosto ormai dodici anni fa e da quel giorno siamo diventati inseparabili; ha sopportato tutte le mie fasi adolescenziali, ogni capriccio, qualunque idea assurda mi venisse in mente, in qualche modo. Ha sopportato i pianti, le litigate, le crisi e i sorrisi, le risate e le giornate invernali rinchiusa in casa a studiare. Lui è sempre stato accanto a me e lo è tuttora che studio all’università. Si accuccia proprio ai miei piedi e da lì non si muove finché io non ho finito le mie sessioni di studio.
Ultimamente non si è sentito molto bene. Poco dopo la mia partenza per l’America i miei hanno dovuto portarlo urgentemente dal veterinario e durante un’ecografia hanno scoperto che aveva un versamento addominale; perciò lo hanno bombardato di antibiotici e al mio ritorno si era già discretamente ripreso. Negli ultimi tempi poi aveva iniziato a stare molto meglio e a recuperare le energie: giusto il tempo di rimettersi completamente in forma che il versamento è tornato. Adesso stiamo facendo nuovamente la cura, tuttavia con il veterinario abbiamo deciso di far analizzare le cellule e nel caso risultassero tumorali il procedimento sarebbe quello di rallentare il più possibile il tumore, se invece le cellule risultassero infettive allora si proseguirà con l’intervento. Nonostante io stia supplicando chiunque sia lassù purché l’esito delle analisi sia la seconda possibilità, l’intervento in ogni caso presenta dei rischi poiché si tratta comunque di un cane che ha dodici anni...
L’idea di perderlo mi devasta, il pensiero di alzarmi la mattina senza trovarlo alla porta che mi dà il buongiorno mi distrugge. La mia routine mattutina non si scandirà più tra passeggiata, antibiotici e colazione insieme, la pausa dallo studio non sarà più la passeggiata serale e durante i pasti non mi ritroverò più la sua zampina sulla mia gamba e i suoi occhi rotondi non mi chiederanno più un po’ di cibo. Non verrà più nessuno a controllare come sto quando sono malata, poggiando il muso sul materasso o a sorvegliare le mie sessioni di studio chiedendo una coccola. Sono perfettamente consapevole che tutto questo un giorno finirà però non sono pronta a lasciarlo andare adesso.
Tra domani e lunedì dovrebbe arrivare l’esito delle analisi e io incrocio le dita.
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newsnoshonline · 2 days
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come realizzo arte scientifica da dietro il microscopio Arte scientifica dietro il microscopio: creare immagini delle cellule tumorali Creare arte scientifica dietro il microscopio permette di raccontare storie intense, come la morte delle cellule tumorali attraverso la chemioterapia. Le immagini evidenziano l’effetto della doxorubicina, che può provocare sia apoptosi che necrosi. Il significato delle immagini Le immagini delle cellule tumorali sotto l’effetto della chemioterapia mostrano il processo di morte cellulare in modo dettagliato. L’apoptosi, una forma di morte programmata, è preferibile poiché limita i danni ai tessuti circostanti, mentre la necrosi rappresenta un’opzione meno favorevole, causando infiammazione e danni cellulari. Importanza medica delle immagini Visualizzare i diversi effetti
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medicomunicare · 1 hour
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Il risveglio delle cellule tumorali mostra il suo responsabile: ecco la fosfatasi MKP-3 che ha già i suoi inibitori pronti
Il carcinoma mammario può andare incontro a mutamento di comportamento ed aggressività in risposta alle terapie ed ad eventuali trattamenti di complemento. Uno studio appena pubblicato da scienziati finlandesi fornisce nuove importanti informazioni su come le cellule del cancro al seno appartenenti al sottotipo HER2-positivo siano in grado di risvegliarsi durante il trattamento. Il gruppo di…
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gaetaniu · 11 days
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Lo studio rileva un diffuso "cannibalismo cellulare" e fenomeni correlati in tutto l'albero della vita
Oltre a competere per le risorse, le cellule viventi si uccidono attivamente e si mangiano a vicenda. Nuove esplorazioni di questi fenomeni “cellula in cellula” mostrano che non sono limitati alle cellule tumorali, ma sono un aspetto comune degli organismi viventi, attraverso l’albero della vita. In un nuovo documento di revisione, Carlo Maley e i colleghi dell’Arizona State University…
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infoerba · 22 days
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La salsapariglia indiana (Hemidesmus indicus), è usata da secoli sia in India che dalle popolazioni indigene del Centro e del Sud America. Secondo uno studio premiato dalla Società Italiana di Farmacologia e da Farmindustria è l’unico prodotto di origine naturale in grado di provocare la “morte cellulare immunogenica”. Sariva, anche conosciuta sarsaparilla indiana è una […]
Una pianta utilizzata da secoli nella medicina tradizionale in Asia e in Sud America potrebbe rivelarsi un alleato prezioso nella lotta contro i tumori. In un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Oncotarget, un gruppo di ricercatori ha mostrato come l’estratto di salsapariglia indiana (Hemidesmus indicus) sia in grado di uccidere le cellule tumorali attivando al tempo stesso i meccanismi di difesa del sistema immunitario: una particolare capacità antitumorale nota come “morte cellulare immunogenica” che non era mai stata osservata prima in un prodotto di origine naturale.https://www.erboristeriarcobaleno.it/supporto-oncologico.../#erboristeria_arcobaleno_schio #supporto_oncologico
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mezzopieno-news · 5 months
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UNA NUOVA TERAPIA ABBATTE I TUMORI GASTROINTESTINALI
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I principali enti sanitari mondiali hanno confermato la validità di una nuova terapia efficace per la cura dell’adenocarcinoma gastrico avanzato e del carcinoma delle vie biliari avanzato.
Dopo l’americana Food and Drug Administration, la Commissione europea ha approvato la chemioterapia Keytruda® (pembrolizumab) Plus, una immunoterapia anti-PD-1 che utilizza un anticorpo monoclonale umanizzato, per bloccare la proteina PD-1, la cosiddetta proteina 1 della morte cellulare programmata che si trova sulle cellule del sistema immunitario. Il nuovo farmaco interrompe il meccanismo che fa sì che le cellule tumorali non vengano più riconosciute come estranee e quindi non vengano più attaccate dalle cellule del sistema immunitario.
Il pembrolizumab ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza globale nei pazienti con cancro delle vie biliari, riducendo il rischio di morte del 17% rispetto alla sola chemioterapia. La sicurezza è stata valutata su 4.787 pazienti di tutti i tipi di tumore. La combinazione pembrolizumab/chemioterapia ha prodotto un beneficio in termini di sopravvivenza globale nei pazienti con adenocarcinoma gastrico/GEJ che si è tradotto in una riduzione del 22% del rischio di morte in seguito al trattamento rispetto alla sola chemioterapia. I casi colpiti da PD-L1 hanno sperimentato una diminuzione del rischio di morte del 26% in seguito al trattamento con la combinazione rispetto alla sola chemioterapia. Il farmaco può inoltre essere combinato con alto tasso di efficacia con gemcitabina/cisplatino nel trattamento di prima linea del cancro delle vie biliari localmente avanzato, non resecabile o metastatico.
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Fonte: Merck; Food and Drug Administration; Cancer Network
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realnews20 · 26 days
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La resistenza del mieloma multiplo alle terapie dipende anche dalla “scomparsa” di uno specifico gene nelle cellule tumorali che diventano così “invisibili” al sistema immunitario. A scoprirlo è uno studio condotto dall’IRCCS Candiolo, condotto in collaborazione con il Dana Farber Cancer Institute di Boston. I risultati, pubblicati sulla rivista Blood, aprono la strada a nuove combinazioni terapeutiche in grado di contrastare la capacità di questo tumore del sangue, lo stesso che ha colpito il celebre compositore Giovanni Allevi, di resistere al trattamento. “Sappiamo che il farmaco bortezomib, un inibitore del proteasoma, contrasta il mieloma multiplo sia direttamente, colpendo le cellule tumorali, che indirettamente, attivando il sistema immunitario e provocando la cosiddetta morte cellulare immunogenica”, spiega Annamaria Gullà, responsabile del Laboratorio di Ematologia Traslazionale e Immunologia di Candiolo e autrice principale dello studio. “La perdita di efficacia a lungo termine del farmaco può derivare dall’insorgenza di forme nuove di resistenza alla terapia, in cui il farmaco non è più in grado di stimolare il sistema immunitario a riconoscere il tumore. A causa della perdita di un gene noto come GABARAP, infatti, il mieloma multiplo diventa ‘invisibile’ al riconoscimento da parte del sistema immunitario”. Il mieloma multiplo è il secondo tumore del sangue in Italia, che colpisce ogni anno circa 2700 donne e 3000 uomini, ed è provocato da un’eccessiva riproduzione delle plasmacellule nel midollo osseo. La maggior parte delle persone con mieloma ha una recidiva di malattia dopo il primo trattamento. Con il progredire della malattia, il susseguirsi delle recidive e dei trattamenti, il mieloma diventa sempre più difficile da trattare. “L’attuale paradigma terapeutico per il mieloma multiplo comprende una terapia di combinazione che può includere agenti immunomodulatori, inibitori del proteasoma, corticosteroidi e anticorpi monoclonali anti-CD38”, afferma Gullà. “Tuttavia, numerosi pazienti recidivano e/o diventano refrattari a queste classi terapeutiche. Per questo i nostri sforzi sono concentrati sulla ricerca di nuove armi più efficaci per prolungare la risposta a lungo termine e migliorare la qualita’ di vita dei pazienti”, aggiunge. Il team dell’IRCSS Candiolo è partito dallo studio del meccanismo d’azione del farmaco bortezomib, che agisce sia contro le cellule tumorali che stimolando il sistema immunitario ad attaccare. “Tramite una serie di analisi in modelli preclinici abbiamo dimostrato che le cellule tumorali morenti, colpite direttamente da questo farmaco di prima linea, esprimono sulla loro superficie una proteina nota come calreticulina – evidenzia Gullà – che rende il tumore visibile al sistema immunitario che può così attaccarlo. Ma la perdita del gene GABARAP compromette l’esposizione della calreticulina, riducendo in questo modo l’azione del sistema immunitario contro il cancro”. Non a caso un basso livello di espressione di GABARAP è stato associato in modo indipendente a una sopravvivenza più breve dei pazienti con mieloma multiplo e a una ridotta infiltrazione immunitaria del tumore. I ricercatori del Candiolo hanno inoltre dimostrato che la rapamicina, un farmaco inizialmente usato nei casi di trapianto d’organo, può ripristinare l’”effetto immunogenico” del bortezomib. “Riteniamo che l’uso combinato di bortezomib e rapamicina potrebbe migliorare gli esiti dei pazienti con mieloma multiplo, in caso di perdita di GABARAP”, sottolinea Gullà. “Abbiamo quindi individuato un possibile candidato, un farmaco già utilizzato in clinica, cioè la rapamicina, che potrebbe aggiungersi agli attuali trattamenti in uso nei pazienti con bassi livelli di questo gene. Il gene è localizzato sul cromosoma 17p, la cui delezione definisce pazienti di mieloma ad alto rischio. Questo meccanismo potrebbe quindi aggiungersi a quelli già noti che contribuiscono alla prognosi negativa di questi pazienti”. L’articolo su Blood Valentina Arcovio
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La biopsia liquida ultrasensibile individua il cancro prima?
Un semplice prelievo di sangue per diagnosticare il cancro in fase precoce e monitorare l'efficacia delle terapie. È la promessa della biopsia liquida ultrasensibile, una tecnologia rivoluzionaria che sta aprendo nuove frontiere nella lotta contro la malattia. Come funziona la biopsia liquida ultrasensibile? La biopsia liquida è un esame che analizza il sangue alla ricerca di tracce di cellule tumorali o del loro DNA (ctDNA). Queste tracce, rilasciate nel sangue dal tumore in fase di sviluppo, possono essere identificate con tecniche estremamente sensibili, fornendo informazioni preziose sulla tipologia, lo stadio e l'aggressività del tumore. Quali sono i vantaggi? Rispetto alle tradizionali biopsie tissutali, che richiedono interventi invasivi, la biopsia liquida offre numerosi vantaggi: - Minore invasività: un semplice prelievo di sangue è sufficiente per l'esame, evitando traumi e disagi per il paziente. - Maggiore precocità: la biopsia liquida può individuare il cancro in fase molto precoce, quando le sue dimensioni sono ancora minime e la terapia è più efficace. - Monitoraggio del tumore: l'esame può essere ripetuto frequentemente per monitorare l'andamento del tumore e l'efficacia delle terapie, permettendo di adattare il trattamento in base alle necessità del paziente. - Rilevamento di mutazioni genetiche: l'analisi del ctDNA può identificare mutazioni genetiche nel tumore, fornendo informazioni utili per la scelta della terapia più appropriata. Quali sono i tumori che possono essere diagnosticati con la biopsia liquida ultrasensibile? La biopsia liquida è già utilizzata per la diagnosi e il monitoraggio di diversi tipi di cancro, tra cui: - Cancro al seno - Cancro del polmone - Cancro del colon-retto - Melanoma - Cancro del pancreas - Cancro della prostata Quali sono le sfide per l'utilizzo? Nonostante i progressi compiuti, la biopsia liquida presenta ancora alcune sfide: - Sensibilità: la quantità di ctDNA nel sangue può essere molto bassa, soprattutto in fase precoce di malattia, rendendo difficile la sua detection. - Specificità: il ctDNA può essere presente anche in condizioni non tumorali, come infezioni o malattie infiammatorie, richiedendo un'analisi accurata per evitare falsi positivi. - Costi: la tecnologia per la biopsia liquida è ancora relativamente costosa, limitandone la diffusione su larga scala. Quali sono le prospettive future? La ricerca sulla biopsia liquida è in costante evoluzione, con l'obiettivo di migliorare la sua sensibilità, specificità e accessibilità. Si prevede che in futuro la biopsia liquida diventerà uno strumento ancora più importante per la diagnosi precoce, il monitoraggio e la cura del cancro, contribuendo a migliorare la prognosi e la qualità di vita dei pazienti. La biopsia liquida ultrasensibile rappresenta una rivoluzione nella lotta contro il cancro. Offrendo un metodo non invasivo e precoce per la diagnosi e il monitoraggio della malattia, ha il potenziale per salvare molte vite. La continua ricerca e lo sviluppo di questa tecnologia sono fondamentali per renderla ancora più efficace e accessibile a tutti i pazienti. Foto di Ri Butov da Pixabay Read the full article
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bergamorisvegliata · 2 months
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LAURA C'E'!
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𝐎𝐜𝐜𝐡𝐢𝐨 𝐚𝐥𝐥'𝐚𝐜𝐢𝐝𝐢𝐭𝐚̀...
Anche se il nostro sangue non può mai diventare acido, introducendo cibi e e bevande acidificanti...
... affatichiamo il nostro organismo.
Questo perchè per rimanere in un perfetto equilibrio acido-base esso deve mettere in moto determinati meccanismi.
In questo periodo di feste molte persone hanno trascurato cosa mettono in bocca.
È stato dimostrato da molteplici studi che particolari tipi di cellule tumorali, coltivate in laboratorio, crescono meglio in un ambiente acido.
L'uso frequente di:
-Caffè
-Alcool
-Bevande zuccherate e
-Carni lavorate
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Aumenta l’acidità dell’organismo.
Mentre il consumo di:
-Frutta
-Verdura ed
-Acqua alcalina
Favorisce l’equilibrio acido-basico.
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Noi di “Piattaforma Del Benessere” abbiamo scelto di mangiare più frutta e verdura e alcalinizzare la nostra acqua quotidiana in modo naturale con il Corallo Sango.
Te ne parliamo meglio in questi mini video gratuiti:
Mentre ti avvii verso la primavera che tarda ad arrivare ti auguriamo tanta salute e felicità!
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