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#civette
chicinsilk · 10 months
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Snow furs Fall/Winter 1962-63.
(top) Winter sports jacket in civet with a large matching hat. By Chombert. Black wool spindles from Moreau. (below) Opossum coat, reversible leather lining. Matching hat. By Hermès.
Fourrures des neiges Automne/Hiver 1962-63.
(top) Blouson de sport d'hiver en civette avec un gros bonnet assorti. Par Chombert. Fuseaux en lainage noir de Moreau. Photo Philippe Pottier (dessous) Manteau en opossum, doublage réversible en cuir. Bonnet assorti. Par Hermès.
Photo Philippe Pottier
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coffeenuts · 1 year
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Civettare by IVa e vieni 1 https://flic.kr/p/2o11QUo
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goodgrammaritan · 10 months
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"My life is fine."
"Mrr," said Tab, who clearly believed that since she had a civette, her life was as wonderful as anyone could wish for.
Paladin's Grace by T. Kingfisher
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gimmigezz · 1 year
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GUFI E CIVETTE NELL’ARTE
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myrachidh · 2 years
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Chive Blossoms ~ Allium schoenoprasum ~ Fleur de Ciboulette ~ Fleur de Civette ~ Sebastopol, California #Chive #Allium #Alliumschoenoprasum #FleurdeCiboulete #Ciboulette #FleurdeCivette #Civette #Sebastopol #SanFrancisco #SF #SanFran #California #CA #Blossoms #blooms #flowers #Buds #plants #flowersofinstagram #macrophotography #macros ~ https://www.flickr.com/photos/rachidh/albums (at Sebastopol, California) https://www.instagram.com/p/Cc1C7G-vJ73/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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raffaellopalandri · 1 year
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Photography of the Day - The Peacocks
This lunette, in the Casina delle Civette in Rome, was created by Umberto Bottazzi for the first session of the Exhibition of Stained Glass held in Rome in 1912. The Peacocks – Photo by Raffaello Palandri
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fioredialabastro · 1 year
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Le civette cantano anche di giorno
In queste ore strambe, le civette cantano anche di giorno e io mi lascio curare dal fresco vento improvviso che agita le fronde e i miei capelli arruffati. "Sai come il diavolo tortura le anime nell'inferno? Le mantiene in attesa", diceva Carl Jung. Nulla di più vero: sto cedendo al fuoco dell'impazienza, che aizza in me la voglia sfavillante di mettere a tacere tutti i corteggiamenti rovinosi, le mancanze di rispetto di uomini immaturi e arroganti, i fantasmi del passato che mi incatenano a ricordi avvelenati, per raggiungere al più presto la storia d'amore che finalmente mi darà pace. A quanto pare, pur essendo immensamente felice, circondata da amici e familiari meravigliosi, ci sono spazi che non vogliono rimanere vuoti e patiscono il procrastinare del fato. Ah, quale crudele tentazione, quale meschinità! Soltanto il diavolo può indurti a trasformare il più nobile dei desideri nello strumento della tua rovina! Così combatto, nell'apparente stasi di chi attende con pazienza, traendo esempio dalle gazze che nascondono provviste sotto le siepi del mio giardino, dal seme che si fa frutto, dal vento di questo pomeriggio, non previsto ma che rinfresca le membra dall'arsura, come un ospite gradito che passa a trovarti senza preavviso. Dopotutto, è nell'ordinarietà del ciclico cammino che si nasconde il paradiso, il guizzo della sorpresa, la semplice bellezza della vita. In queste ore strambe, le civette cantano anche di giorno, prolungando la notte del mio cuore; ma non è forse il vento, che sposta le nuvole e sprigiona la luce?
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stilouniverse · 1 year
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Galleria immagini dei luoghi dove sorgeva l'antico porto d'Alma in Maremma
Come sono oggi Torre Civette e la foce del torrente Alma dove sorgeva l’antico porto Il torrente Alma nei pressi della foce Vai alla Galleria immagini dei luoghi dove sorgeva l’antico porto d’Alma in Maremma
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sabinerondissime · 1 year
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Casina delle Civette - Villa Torlonia Roma
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troquets · 5 months
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A la Civette du Parc, place du Parc et rue de la République, peinture, vitrerie, Bry sur Marne, Val de Marne.
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gentlyepigrams · 11 months
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Umberto Bottazzi - The peacocks (1912) in the Casina delle Civette (House of the Owls), Villa Torlonia, Rome
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mezzopieno-news · 6 months
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IL BARBAGIANNI TORNA NELLA PIANURA PADANA
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Il parco Natura Viva di Bussolengo (Verona) ha rilasciato i primi dati del progetto che ha visto l’installazione di dieci nidi tra fienili, sottotetti e antichi edifici della campagna bresciana allo scopo di ripristinare l’habitat del rapace notturno in un territorio dove la sua popolazione è in forte declino. Negli ultimi 30 anni, infatti, il 50% degli esemplari di barbagianni è scomparso dalla pianura padana, soprattutto a causa delle attività agricole.
Dopo aver lasciato agli uccelli il tempo per colonizzare i nidi, i ricercatori hanno analizzato i resti alimentari rinvenuti al loro interno in collaborazione con l’Università di Bologna. Le borre, ovvero i rigurgiti di cibo non digerito, contenevano ossa di storno e ratto bruno, prede compatibili con le abitudini di caccia del barbagianni. “I risultati ci dicono che sono stati tre i nidi frequentati dal barbagianni. E in uno di questi, il sopralluogo di fine anno ha verificato la presenza di una coppia di barbagianni. La previsione è che la stagione riproduttiva imminente possa vedere il ritorno degli stessi e di nuovi esemplari”, ha commentato così i risultati dello studio Cesare Avesani Zaborra, biologo e CEO del parco Natura Viva che prosegue “spesso non serve andare in luoghi lontani del Pianeta. Molti dei nostri territori possono aver bisogno del nostro aiuto”. All’interno dei nidi i ricercatori hanno anche riscontrato tracce della presenza di otto civette e due assioli, altri rapaci tipici della biodiversità della pianura padana.
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Fonte: Parco Natura Viva; foto di Philip Williams from Pixabay
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occhietti · 8 months
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Mi dicesti:
"È bello".
"Che cosa?".
"I capelli, son vivi, non te li tagliare" .
Ruppi allora le forbici, li lasciai allungare, arrivarono al collo e alle spalle e dalla spalle alla vita, dalla vita ai polpacci, ai talloni, alla terra, dalla terra ai torrenti, ai fiumi in cascata fin verso la foce, dove l’acqua da dolce si tuffa nel sale e lì, che onda nell’onda, i ricci divennero ricci di mare.
E QUESTO L'HO FATTO PER FARTI RESTARE.
Mi dicesti:
"È bello".
"Che cosa?"
"Le mani, son farfalle allo sbando,
svolazzano al ritmo con cui stai parlando".
Fu quel giorno che imparai il linguaggio dei sogni, traducevo in diretta per i non dormienti. Entrai in un’air band e accordai i miei strumenti. Mi misi a dirigere orchestre inventate e poi il traffico urbano in punta di dita. Formai code ed ingorghi, non si poteva più uscire né entrare.
E QUESTO L'HO FATTO PER FARTI RESTARE.
Mi dicesti:
"È bello".
"Che cosa?"
"Il tuo sguardo, ogni tanto si perde
e quando si perde mi viene a cercare".
Lo allenai a guardare di notte come le civette, come le mie gatte. Si fece più forte, sbattendo le ciglia sbattevo le porte, con gli occhi spostavo gli oggetti, una piuma, una foglia, poi una bottiglia. Vedevo attraverso i vestiti, i muri, le case, ti spogliavo con gli occhi, imparai a distanza ad ipnotizzare.
E QUESTO L'HO FATTO PER FARTI RESTARE.
Mi dicesti:
"È bello".
"Che cosa?"
"Dal bagno, sentirti cantare".
Imparai ninne nanne da ogni parte del mondo. Conoscevo canzoni per ogni tipo di fame, che toglievano l’ansia, che saziavano il cuore, che ti veniva anche voglia di fare l’amore. Ebbi grandi maestre, le sirene del mare.
E ANCHE QUESTO L'HO FATTO PER FARTI RESTARE.
Mi dicesti:
"È bello" .
"Che cosa?"
"Le spalle, il sedere, quando vai, ti allontani" .
Un piede e poi un altro, impettita, mi misi in cammino, divenni un miraggio, un’ombra, un puntino. E alla fine più niente, una stella cadente. Poi persi la strada per ritornare.
E ANCHE QUESTO L'HO FATTO PER FARTI RESTARE.
-  E. Tesio
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fioredialabastro · 13 days
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Amare per sempre
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Questi giorni convulsi e ventosi hanno rischiato di mandare nuovamente in subbuglio i miei fragili equilibri faticosamente conquistati. "Non sei una donna da amare per sempre", sussurrò l'altro ieri una voce maligna e menzognera dalle ferite ancora fresche, inerpicandosi come un'edera velenosa e infestante sulle pareti della mia mente agitata. "È già la terza volta che un uomo, sia in amore che in amicizia, conquista la tua fiducia, dimostra di volerti bene e poi, dal nulla, senza spiegazioni logiche, cambia natura, ti umilia, ti allontana. Fossi in te, mi farei qualche domanda; tu spaventi: leggi le anime altrui con estrema naturalezza e facilità, mettendo in luce elementi che loro non avevano notato, o meglio, non volevano far emergere; sei terribilmente scomoda, una spina nel fianco, soprattutto perché quella instancabile attività di introspezione la metti in opera innanzitutto in te stessa, poi in ogni situazione che ti circonda, diventando praticamente insostenibile. Inoltre, non potendo fare affidamento su una bellezza estetica impattante, tu seduci con la mente e con l'anima, ma con un'intensità tale da atterrire e assopire ogni desiderio virile. Insomma, non sei una donna da amare per sempre: gli uomini ti stimano, ti ammirano, al massimo ti scelgono come amica fidata, ma alla fine ti lasciano sola e corrono sempre tra le braccia di un'altra, evidentemente più semplice da tollerare." Rimasi in silenzio, osservando il vento che strattonava la mia chioma e quelle dei tigli e delle betulle dinanzi a me: "È incredibile come il male riesca a mentire pur mostrandoti la verità", sussurrai flebilmente. Improvvisamente, scossi il capo, come se mi fossi destata da un sortilegio; osservai il cielo annuvolato e m'inondai d'avorio, gli occhi bacini di lacrime ricolme di gratitudine. "Sì, Dio mi ha creata insostenibile, come il peso delle montagne; eppure, anche se solo Lui è in grado di sollevarle e alleggerirle, tra gli uomini c'è sempre chi è capace di amarle e scalarle!" Esclamai, squarciando con la lama i rami soffocanti del funesto rampicante; poi mi misi a correre controvento, ridendo come una menade in preda alla follia, pensando ai miei affetti più cari, che ogni giorno scelgono di starmi accanto e condividono il cammino, rendendo speciale ogni passo, alla cagnolina della vicina disposta a prendersi la pioggia pur di coccolarmi appena giunta a casa, alle civette impavide ululanti sopra i tetti prima che sopraggiungano le tenebre, ma soprattutto al fatto che sono una donna che ama per sempre, e questo mi basta.
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Guarda, non chiedo molto,
solamente la tua mano, tenerla
come una piccola rana che così dorme contenta.
Io ho bisogno di questa porta che aprivi
perché vi entrassi, nel tuo mondo, questo pezzetto
di zucchero verde, di tonda allegria.
Non mi presti la mano questa notte
di fine d’anno, di civette rauche?
Tu per ragioni tecniche non puoi. Allora
io la tesso nell’aria, ordendo ogni dito,
e la pesca setosa della palma
e il dorso, questo paese d’alberi azzurri.
Così la prendo così la sostengo, come
se da ciò dipendesse
moltissimo del mondo,
il succedersi delle stagioni,
il canto dei galli, l’amore degli uomini.
- Julio Cortázar
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