#combinazioni
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unconscious-sighs · 5 months ago
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Combinazioni
Creano chiunque
Creano me
Potevo essere meglio
Potevo non essere
Ti prometto che vivrò
Penserò solo ogni giorno alla libertà chiusa in queste catene di vita
Sorriditi, non sei sola, siamo tutti rinchiusi.
-S.B.
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esperimentox · 1 year ago
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Кодовый замок своими руками🤣🤣🤣
youtube
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fiveyearsoldgirl · 1 year ago
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È sempre così, mi sei uguale nelle cose in cui mi dovresti essere diverso e viceversa
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buscandoelparaiso · 11 months ago
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a sto punto non penso siano nemmeno i giocatori perchè nel campionato e singolarmente abbiamo un sacco di elementi validissimi che hanno fatto mega stagioni non è che siamo gli ultimi degli sfigati quindi forse il problema principale (tra i tanti) è il ct?? qualsiasi cosa abbia in mente di fare con questo gruppo e queste caratteristiche non riesce o non vuole capire che non può farlo e si ostina lo stesso??? ho l'impressione che l'errore sia a monte piú che colpa di uno o dell'altro in campo
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unwinthehart · 5 months ago
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Nicolas Maupas e Mahmood seduti vicini alla sfilata di Prada (19/01/2025)
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moondvncer · 2 years ago
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la vera ingiustizia è il fatto che comunque i baudi rimangono sempre e solo 100
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deathshallbenomore · 2 years ago
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è giusto così
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bones39 · 2 years ago
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anatomiadellamemoria · 2 months ago
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In un nodo con otto incroci, un numero che si può ritenere medio, sono possibili 256 combinazioni. Basta un cambiamento nella sequenza di questi incroci, e il risultato è un nodo completamente diverso, oppure il nodo si disfa del tutto.
— Clifford W. Ashley, Il grande libro dei nodi
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ma-pi-ma · 4 months ago
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Le distanze non sono uguali
di giorno e di notte.
A volte bisogna aspettare la notte
perché una distanza si riduca.
A volte devi aspettare il giorno.
Del resto,
l’oscurità o la luce
tessono lo spazio e le sue combinazioni
in modo tale che in certi casi
i valori si invertano:
il lungo diventa corto,
il corto diventa lungo.
E poi c'è un fatto:
la notte e il giorno non riempiono lo spazio equamente,
e nemmeno completamente.
E le distanze piene
e le distanze vuote
non misurano la stessa cosa.
Come neppure misurano la stessa cosa
le distanze tra le cose grandi
e le distanze tra le cose piccole.
Roberto Juarroz, da da Decima poesia verticale, 1987
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smileandneversurrender · 5 months ago
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Io ti perdono, mamma. Non piangere. Nascerò un'altra volta. Splendide parole, bambino, ma parole e basta. Tutti gli spermi e gli ovuli della terra uniti in tutte le possibili combinazioni non potrebbero mai creare di nuovo te, ciò che eri e che avresti potuto essere. Tu non rinascerai mai più. Non tornerai mai più.
Oriana Fallaci - Lettera ad un bambino mai nato
Ti voglio bene, sempre ❤️
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smokingago · 8 months ago
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Non hai più voglia di fare l’amore?
È normale, questa società ti ha tarpato l’origine dell’energia radice per radice: il gioco, la gioia, la risata, la fantasia, la magia, il ballo, il tatto, l’abbraccio, l’improvvisazione, le sorprese.
Per aver voglia di fare l’amore, devi fare il pane, trovare nuovi utilizzi agli oggetti, giocare con dei bambini, impiastricciarti tutto e morire dal ridere.
Devi cedere il comando alla fantasia e disegnare quello che viene su tutto quello che vedi.
Cucinare con combinazioni nuove ogni giorno, invitare gli amici, sperimentare con la materia, annusare pugni di sottobosco, abbracciare gli alberi, giocare con un cane sporcandoti da capo a piedi.
Per aver voglia di fare l’amore, la tua giornata dev’essere un tripudio di situazioni tragicomiche, surreali e poetiche…
Le persone di cui ti circondi dovrebbero essere collegate al cuore e alla pancia, ridere di gusto, godersi i sapori veri, vedere la bellezza in ogni cosa, saper tornare bambini, divertirsi con niente… E se non se lo ricordano, accendili tu.
Per aver voglia di fare l’amore, devi far sì che la tua vita sia un atto di creazione continua! Un circolo virtuoso. Un vulcano inesauribile. Una nave piena di tesori.
Scrivi, dipingi, canta ogni volta che puoi, gioca, fai scherzi, balla da sola, non importa che tempo fa, non importa cosa capita fuori, non importa se puoi o non puoi fare questo o quello oggi: svegliati con la certezza che tu renderai la tua giornata esilarante!
Per aver voglia di fare l’amore, devi sorprenderti, stupire te stessa, camminare sui divani, sdraiarti per terra, mangiare quando ti pare, creare con qualunque cosa - situazioni, opere, doni, battute, avventura...
Il gioco, la gioia, la risata, la fantasia, la magia, il ballo, il tatto, l’abbraccio, l’improvvisazione, la sorpresa devono diventare ingredienti immancabili della tua esistenza, dal momento in cui apri gli occhi alla mattina.
Per avere sempre voglia di fare l’amore, devi far sì che la tua vita sia un atto di creazione continua.
Sonia Serravalli
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entropiceye · 8 months ago
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Forse dormo male perché ho paura di andare a dormire. Ho paura di scoprire come mi sentirò il giorno dopo.
La mia testa funziona un po' come una roulette russa. Posso svegliarmi felice e propositiva, ansiosa e nevrotica, depressa e stanca, angosciata e disperata, vuota e spenta, arrabbiata e tesa, instancabile e maniacale, iperattiva e iper-produttiva, pericolosamente impulsiva, iper-vigile ed iper-controllante...
Ci sono un bel po' di combinazioni, a volte si presentano addirittura insieme o si alternano nel corso della stessa giornata. Sono cose difficili da spiegare agli altri, persone che non se lo immaginano nemmeno come sia non avere il controllo dei propri pensieri e del proprio umore. Può sembrare così strano che, legittimamente, queste persone si ritraggono e minimizzano, anche se poi fa un male cane.
E mentre mi schiaccio per l'ennesima volta contro al pavimento, rannicchiata in attesa che l'uragano emotivo passi (perché a passare D. passano sempre, lo sai bene... il problema è rimanere vivi nel mentre)o che l'antidepressivo del momento faccia effetto (speriamo non paradosso questa volta), dalla mia pancia si irradiano rabbia, impazienza e frustrazione.
Certe volte odio la mia vita e mi domando se potrà mai essere normale. Odio questo blog che ultimamente si è ridotto ad uno stagno di rancore, paura e negatività. Odio che ogni punto d'arrivo nasconda in realtà l'ennesimo punto di partenza.
Sono stanca e arrabbiata, vorrei distruggere tutto, eppure, l'unica cosa che riesco a fare a pezzi è me stessa.
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occhietti · 1 year ago
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Le combinazioni di corpi sono infinite,
ma pochissime vincenti.
Molteplici possono essere le relazioni sessuali che una persona può avere nell’arco di una vita, ma quante sono davvero indimenticabili?!
E non è nemmeno questione dei corpi e della loro avvenenza o bellezza o perfezione o... È quel “quid” in più: un mix irrazionale di profumi, corrispondenze, aderenze... Roba da appetito di sensi, da scambio infinito di energie, da desiderio di ricominciare, da "Io rifarei con te e ancora e ancora" ...
Una calamita così, se ne fotte del tempo e della distanza... continua ad attrarre anche quando le vite scorrono parallele. È un po’ appartenersi. È un po’ "sei mio", "sei mia" senza nemmeno dirlo o dichiararlo o... Basta uno sguardo che si posa, una foto che scorre, un profumo nell’aria, il ricordo di...
L’attrazione magica dei corpi e la loro fusione è la nostra parte animale più vicina all’amore. E se è davvero figa... beh... è uno spazio di vita e di letto che carica di pura energia.
È farsi del bene vero.
È la meraviglia di riconoscersi.
Rara. Immensa. Infinita.
- Letizia Cherubino, Se non t’incontro nei sogni, ti vengo a cercare
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crazy-so-na-sega · 5 months ago
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L'amore per la grammatica
è nato in me in una sola ora di lezione, rimasta nella memoria in maniera indelebile..
Il nostro insegnante di latino era malato e come supplente venne il Direttore, Cornelius Hölk, molto intelligente, ma molto temuto a causa del suo sarcasmo graffiante. Quella volta volle affrontare con metodo socratico argomenti che esulavano un po' dal programma scolastico, (ma che a lui dovevano sembrare più importanti di quelli previsti) con metodo socratico: chiese in quale relazione le frasi potevano stare l'una con l'altra.
Sulla base dell'esempio "piove, diventa bagnato", noi tentavamo le differenti forme della coordinazione e della subordinazione, come "piove, quindi diventa bagnato", o "se piove diventa bagnato", o "sebbene piova non diventa ancora bagnato", o "è bagnato quindi ha piovuto". Dovevamo trovare dove tutte queste frasi si distinguevano le une dalle altre, e imparavamo con nostro stupore, che tutte queste combinazioni si basavano su un unico e ugual principio: che alla pioggia e al bagnato bisognava applicare la relazione di causa e effetto.
Non intuivamo ancora come il pensiero scientifico si basi proprio su questo, nello scoprire gli elementi simili e identici che si celano sotto fenomeni di tipo diverso. In quella circostanza, in maniera quasi giocosa, eravamo arrivati da noi stessi a scoprire ciò, e in modo magico ci si rivelò qualcosa che dava alla grammatica un senso nuovo. Qualcosa di essenziale nella lingua e nel pensiero divenne evidente.
Ma avvenne anche altro. Rimaneva la frase finale: "piove affinché diventi bagnato". Aveva senso questa frase? Era possibile dire così? L'insegnante di fisica non ce lo avrebbe permesso. Al massimo potevamo parlare così nell'ora di religione. Ora si cercava dove si potevano usare in modo innocuo e in pace con se stessi delle frasi finali: "prendo un coltello per tagliare il pane", "imparo il latino per superare l'esame di maturità". E così giungemmo alla frase "io pianto una castagna affinché nel mio giardino cresca un castagno". Ma si è sicuri che da una castagna cresca un castagno, così come si può essere sicuri che diventi bagnato se piove? Dov'è quindi la causa per la quale da una castagna viene fuori un albero?
La causa apparentemente non dovrebbe esistere! Nella castagna vi è però certamente qualcosa che la porterà a svilupparsi in un albero, una determinazione, o come si vuole chiamare, che però non dovrebbe aver nulla a che fare con la causalità! Gli studiosi di scienze naturali sono oggi per lo più troppo sciocchi per capirlo e troppo poco istruiti; essi infatti non devono aver letto Aristotele, altrimenti saprebbero che non si può comprendere ciò che vive senza ammettere una entelechia, una teleologia.
Così quest'uomo, con un metodo drasticamente efficace per i bambini, seppe aprire i nostri occhi ai seri problemi della filosofia e in un'ora ci sapeva trasmettere dei contenuti che ci avrebbero ordinato i pensieri per tutta la vita.
-Bruno Snell (Noi e gli antichi greci- nove giorni di latino)
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diceriadelluntore · 8 months ago
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Storia Di Musica # 342 - The Beach Boys, Pet Sounds, 1966
Per cause di forza maggiore, loro che sono stati i sovrani delle copertine con le spiagge non sono comparsi tra le scelte del mese scorso. Ma si rifanno con i fiocchi nell'ultimo appuntamento dei dischi di band con più di due fratelli. I congiunti della band di oggi sono tre, Brian, Dennis e Carl Wilson, a cui si aggiunsero un cugino, Mike Love, e il compagno di liceo di Brian, Al Jardine che formano la line up originale di uno dei gruppi più importanti della storia della musica occidentale, The Beach Boys. In seguito, nel 1964, dopo che Brian Wilson si prese una pausa almeno dai concerti per problemi di salute, dopo una serie clamorosa di 12 album usciti nei primi quattro anni (1960-1964) si aggiunse la star della musica country, e già collaboratore musicale dei nostri, Glen Campbell. Questi nel 1965 lasciò in maniera fragorosa il gruppo e fu sostituito da Bruce Johnston, che suonava le tastiera e come gli altri era bravissimo a cantare.
I Beach Boys non solo sono uno dei gruppi più di successo nella storia (si calcola in 400 milioni di copie le vendite totali di tutte le loro pubblicazioni), 36 singoli nella Top 40 statunitense e 56 nella Top 100, 4 numeri uno, ma sono tra i pochi che hanno non solo segnato l'immaginario musicale, ma hanno creato un genere, il surf rock, che ha portato la California ad essere la meta dei sogni degli anni '60 dei giovani di mezzo mondo.
La storia del disco di oggi tuttavia inizia quando, nel dicembre del 1965, dopo il successo di Barbara Ann, uno dei loro brani iconici, Brian Wilson ha tra le mani Rubber Soul dei Beatles, uscito qualche settimana prima. Rimane affascinato dalla coerenza del disco, dal fatto che è composto solo di brani autografi e dal suono fresco e coinvolgente che i quattro di Liverpool furono capaci di fare. Si mette in testa di realizzare "il più grande disco rock mai realizzato". Manda gli altri in tour nelle Hawaii e in altre zone dell'Oriente e inizia a lavorare a questo progetto. Chiama un pubblicitario, Tony Asher (che diventerà un fido collaboratore futuro) a scrivere dei testi, organizzandosi così: lui dava ad Asher delle idee generali, Asher li trasformava in testi. Brian Wilson, a cui non mancavano tempo e risorse, continuò a lavorare su questo progetto per altri 5 mesi, un'enormità rispetto ai ritmi di un disco ogni 2 mesi fino ad allora mantenuto. Spese 75 mila dollari, una cifra spaventosa all'epoca, per le registrazioni, con un'orchestra intera, i migliori musicisti sulla piazza anche di musica classica e di jazz (gruppo che arrivò a contare 75 persone, soprannominato The Wrecking Crew) e un'idea musicale che si ispirava al wall of sound di Phil Spector: Wilson creò prima le basi con l'intera orchestra che suonava dal vivo, per poi aggiungere le parti vocali. Proprio come Spector, Wilson fu un pioniere dell'uso dello studio come strumento: esplorava le nuove combinazioni di suoni che emergevano dall'uso simultaneo di diversi strumenti elettronici e le univa alle voci con eco e riverbero. Spesso raddoppiava le parti di basso, chitarra e tastiere, accorpandole con suoni di strumenti insoliti per inventare nuovi sound, spesso usando novità assolute per la prima volta: nella sua orchestra insieme ai violini, ottoni, pianoforte, clavicembalo, armonica, fisarmonica, sassofono, flauto, clarinetto, vibrafono, triangolo, marimba, tamburello, campanelli, due bassi, chitarre, batteria, percussioni varie c'era, per la prima volta su un disco pop, una variante del theremin. Wilson registrò tutto, e attese gli altri solo per le parti vocali e per qualche aggiunta strumentale. Ma la reazione degli altri fu niente affatto entusiasta: il più arrabbiato fu Mike Love, che impaurito che questo distacco dal suono familiare della band potesse essere un fiasco disse "Chi ascolterà questa merda? Le orecchie di un cane?", da cui Wilson in maniera beffarda scelse il titolo a questa opera, Pet Sounds.
Uno degli album più importanti di tutti i tempi esce nei negozi il 16 maggio del 1966, in copertina delle foto scattate allo Zoo di San Diego dopo che fu scelto il nome, con le caprette che mangiavano bocconcini dalle mani dei nostri. Eppure il primo brano, divenuto celeberrimo, era molto rassicurante: Wouldn't Be Nice non si scosta tanto dal suono "surfin'" del repertorio precedente, ma è quasi un gioiello canoro per sviare dal resto, fatto di brani dove la stratificazione musicale e vocale arriva a vette insuperate, come nei primi singoli Caroline, No (che nasce da un errore, Asher scrisse Caroline, I Know, ma Wilson sbagliò a cantare il testo), dolente e malinconica, e da Sloop John B, in origine un vecchio brano folk tradizionale caraibico delle Indie occidentali, intitolato The John B. Sails, portato al successo dal Kingston Trio: Al Jardine, grande appassionato di musica folk, fece sentire la melodia a Brian, che prima in maniera timida, poi più convinto, ne fece una cover cambiando anche leggermente il testo. Il disco è dominato dalla malinconia, nelle memorabili Don't Talk (Put Your Head On My Shoulder), I Know There's An Answer, I'm Waiting For The Day. Ma c'è un aspetto più sottotraccia, che lo stesso Love anni dopo userà per attaccare Brian, e cioè l'uso dell'LSD come "motore ispiratore", che non fece altro che sprigionare tutto "l'ego" di Wilson: tra l'altro i brani, pur se nei crediti hanno i nomi dei vari componenti, furono tutti opera di Brian, che concesse agli altri solo minime correzioni. Non si può lasciare in questo disco altre due perle, una che c'era, e l'altra che all'ultimo momento fu scartata. God Only Know, quella che c'è, è una delle primissime canzoni a far comparire Dio nel titolo, uno dei pezzi più sofisticati, per melodia e orchestrazione mai registrati su un disco pop; Good Vibrations, che non c'era, fu concepita per essere una sorta di "sinfonia tascabile: registrata secondo la leggenda in 26 take, con le più sofisticate tecniche dell'epoca, sembrava pronta, ma all'ultimo momento Brian decise di scartarla, non ancora contento. Ci lavorò ancora per mesi, finchè non uscì come singolo nell'ottobre del 1966.
Il disco è una pietra miliare: presente in tutte le classifiche dei dischi più importanti di tutti i tempi, fu un pugno nello stomaco. Come preannunciato da Love, il disco fu di minor successo commerciale, ma fu il motore creativo che Wilson si preannunciava. I Beatles, sentito Pet Sounds, si innamorano di questa idea di album totale, e l'anno successivo sfornarono Sgt. Pepper's And Lonely Hearts Club Band. Wilson, così fiero del suo lavoro, ascoltando il capolavoro dei Beatles, e così follemente innamorato di quella musica, decise di raccogliere nuovamente la sfida, spronato a rispondere a quell'opera d'arte. Ma quel progetto, Smile, lo portò ad una sorta di esaurimento nervoso che ne segnerà la carriera. Una sfida alla perfezione che in quel momento lo vide soccombere: riprenderà quel progetto solo quasi 35 anni dopo, pubblicandolo nel 2011.
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