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#consigli letterari
morganadiavalon · 1 year
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***Interrompiamo le trasmissioni per un consiglio di lettura***
Raga, se avete voglia di leggere un libro originale, intelligente e SCRITTO BENE (ma bene bene) con un finale che tocca veramente vette che nei contemporanei è difficilissimo trovare, leggete Teorie.
Non ve ne pentirete, ve lo prometto.
A patto che vi affidiate completamente, come l'autore chiede, scardinando ogni pregiudizio e preconcetto, e vi lasciate guidare nel mare della sua immaginazione.
Lui vi tiene la mano durante la traversata e, per citare una canzone che mi piace molto, potrà capitarvi di bere, ma non annegherete.
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Chi è fuori di sé nulla detesta quanto il rientrare in sé.
— "La morte a Venezia", Thomas Mann.
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-Sette storie gotiche, Karen Blixen
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Books and tea lovers 📚☕
In collaborazione di idee con le mie super amiche:
@laragazza-dalcuore-infranto-blog
@wwweirdworld
Parte 1: LIBRERIA
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I libri della renna
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phttps://pixabay.com/photos/santa-claus-book-northern-lights-5758553/
Il regalo di Natale delle biblioteche di Milano consiste, naturalmente, nei nostri consigli di lettura, scelti per offrire al pubblico un’occasione per distrarsi in totale relax.
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È ambientata proprio in tempo di feste l’ultima fatica di Valerio Varesi, L’affittacamere, ma è un Natale un po’ cupo per il commissario Soneri, costretto a scavare anche nel proprio doloroso passato per venire a capo dell’omicidio di un’anziana affittacamere dalla vita piuttosto torbida: “La nostalgia è la sublimazione della paura che ci fa il tempo che passa”. Forse Varesi è riuscito a darci, una volta per tutte, la spiegazione della passione per i libri gialli: “La vita, dopotutto, non assomiglia tragicamente a un omicidio? Non si concludeva sempre con un morto? Non ci ammazzava il tempo logorandoci ogni giorno con un piccolo affronto fino al cedimento? E il tempo non ha bisogno di un alibi come non ce l’ha il boia: compie semplicemente il suo mestiere”. Scritto molto bene, sembra di passeggiare insieme al protagonista per le vie nebbiose di Parma, durante le festività natalizie.
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Antonio Manzini, nel titolo del suo ultimo libro della serie del vice questore Rocco Schiavone, Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America?, fa il verso al noto film di Ettore Scola con Nino Manfredi e Alberto Sordi, ma l’amico, in questo caso, è misteriosamente scomparso in Sud America e non in Africa. Spassoso e divertente anche durante la trasferta, il coriaceo Rocco sembra ricordare la risposta che Aldo Fabrizi diede ai giornalisti che lo rimproveravano di parlare solo in romanesco: “Sono sicuro che se anche fossi nato altrove parlerei romanesco lo stesso”: è così anche per i nostri eroi, che si trovino a Roma, ad Aosta, a Buenos Aires o in Messico. Buon divertimento!
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Anche in La ricreazione è finita, recentissimo romanzo di Dario Ferrari, si respira aria di Natale, ma in questo caso il riferimento cinematografico non è a Scola bensì al Fellini dei Vitelloni, perché il protagonista gigioneggia in quel di Viareggio senza decidersi a dare una svolta, matrimoniale e professionale, alla sua tardo-fanciullesca esperienza personale. Egli riesce però, del tutto inaspettatamente, a vincere un dottorato di ricerca in università e viene incaricato di occuparsi degli scritti del compatriota Tito Sella, morto in carcere dove era stato rinchiuso per il reato di terrorismo. Diversi generi letterari e temi, il romanzo di formazione, il mondo accademico, le suggestioni cinematografiche, storiche e metaletterarie, si intrecciano in questo romanzo davvero accattivante.
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Feste decisamente spensierate per chi sceglierà Le imprudenze di Archie di Wodehouse, recentemente ripubblicato da Mursia. Inossidabile humour inglese di ottima lega, del suo stile l’autore diceva: “consiste nel costruire una specie di commedia musicale senza musica, ignorando del tutto la vita reale”. E proprio così, in assoluta leggerezza, vive Archie, il protagonista di questo romanzo che vi lascerà con il sorriso stampato durante tutta la lettura. “Mentre considerava la sua situazione alla fine del primo mese di vita matrimoniale, ad Archie pareva che andasse tutto per il meglio nel migliore di tutti i mondi possibili. … C’erano dei momenti in cui gli sembrava che New York fosse solo stata in attesa del suo arrivo prima di dare ufficialmente inizio ai bagordi”.
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Le festività natalizie sono l’occasione giusta anche per affrontare un bel romanzo storico, di quelli “cappa e spada”, soprattutto per chi ha amato I promessi sposi. Il conte Attilio di Claudio Paglieri è infatti il prequel del capolavoro manzoniano e ci offre un punto di vista diverso sulla personalità del famigerato cugino di Don Rodrigo, ma l’ambientazione è sempre la stessa: la nostra grande Milano e le meravigliose sponde del lago di Como.
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Ancora in tema con le feste vi proponiamo Un lungo capodanno in noir, in cui dieci autori contemporanei tra i più seguiti ci offrono la loro versione delle feste. Diversi sono anche gli scenari: Roma, Firenze e Milano “con i suoi quartieri e la sua gente; Milano che negli anni Venti ospitava Antonio Gramsci a San Vittore, uno che il Capodanno lo odiava proprio”. Poi un borgo del centro Italia, e infine Barcellona e la Svizzera: un ampio panorama per feste colorate di giallo!
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Chiudiamo questa breve rassegna con una garanzia assoluta, ovvero l’ultima raccolta di racconti gialli di Simenon pubblicata da Adelphi: I misteri del Grand-Saint-Georges, anch’essa, in qualche modo, in tema con il Natale perché ambientata nei paesaggi innevati della Lituania. Una tremenda vendetta è l'argomento della prima storia, un “racconto di Natale per grandi” è il sottotitolo della seconda, mentre l’ultima, Il piccolo sarto e il cappellaio, sarà poi sviluppata nel romanzo I fantasmi del cappellaio: basta un semplice pezzettino di carta per suscitare i più atroci sospetti e scatenare la tensione.
Di nuovo auguri di buone feste a tutti i nostri fedelissimi lettori!
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pizzettauniversale · 4 months
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Consigli per sostenere un colloquio per posizioni da project manager? Soprattutto per quanto riguarda la parte motivazionale e partendo da nessuna esperienza nel settore?
Non ti saprei rispondere, cioè in queste cose io sono una pippa, o meglio mi viene naturale quindi non saprei spiegare come affrontare un colloquio.
Guarda la mia collega ha fatto colloqui per due nuovi account (project manager chiamali come vuoi). Lei gli ha chiesto delle loro esperienze lavorative e non e dei propri hobby. Ha immediatamente scartato persone timide, persone insicure, persone che rispondono a monosillabi, perché per fare questo lavoro hai a che fare con i clienti e con gli altri reparti. Quindi ci vuole sicurezza, essere estroversi e un po’ paraculi.
Il mio capo mi ha detto che il motivo per cui gli piaccio è perché ci so fare con la gente, perché parlo, coinvolgo, ho quell’intelligenza emotiva che mi permette di capire l’altra persona, oltre alla giusta dose di paraculaggine e stronzaggine (parole sue).
Quindi boh se ti dicono qual è il tuo hobby preferito, non dire che ne so “io leggo” ma intortali “nel mio tempo libero mi piace molto dedicarmi alla lettura, infatti cerco di rimanere costantemente aggiornato sull’editoria e sui premi letterari” cagate del genere.
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automatismascrive · 2 years
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Non si studia fuori catalogo: The Library at Mount Char
Chiariamo subito una cosa: evviva le etichette. Tutte le etichette in generale, sante patrone della reciproca comprensione e della categorizzazione ontologica, ma soprattutto quelle di genere letterario: la comodità di poter sfogliare comodi elenchi di libri già suddivisi in categorie assai specifiche non ha prezzo, nonché sapere dove andare a pescare il libro con la premessa ideale, la dinamica tra protagonisti più intrigante, l’ambientazione più in linea con i propri gusti… La categorizzazione capillare e l’efficienza dell’Internet sono uno degli strumenti per cui non posso che ringraziare la contemporaneità e che mi hanno permesso di frugare in ogni meandro della narrativa pubblicata (e non) e di riemergere trionfante con scatoloni virtuali di libri in mano pronti per essere divorati; murder mystery con ragazzine detective? Check. Science-fantasy sui vampiri? Check. Sex magic dai toni BDSM? Uh, check. Quante volte sono stata in grado di chiedere libri dai concept ultra-specifici e soprattutto di ricevere consigli in risposta, e quante volte sono riuscita ad esplorare nicchie del fantastico che senza questa attenta suddivisione sarebbero scivolate tra le maglie troppo larghe delle mie ricerche: i generi letterari sono una gran comodità.
Chiariamo subito un’altra cosa: che seccatura le etichette. I perversi meccanismi dell’editoria meriterebbero un articolo a parte scritto da gente più competente di me, ma mi sembra di parlare di ovvietà quando sottolineo il fatto che il marketing dietro le etichette, i generi e gli archetipi è tanto pervasivo quanto del tutto scollegato dalla qualità effettiva del prodotto; giusto per citare l’elefante nella stanza, il genere young adult è diventato immediatamente un calderone in cui buttare cretinate scritte dal “genio ventenne” di turno, retelling della mitologia (oggi va quella greca, domani chissà) o altra robaccia informe che cavalca i trend del momento – vi ricordate le distopie YA? Se siete su tumblr naturalmente sì, quindi direi che possiamo passare oltre senza indugio. Insomma, un certo tipo di etichetta di genere è becero marketing, senza contare il fatto che l’incasellamento costante in comodi scompartimenti favorisce un’omogeneizzazione del mercato attorno alla moda del momento che di sicuro non incontra né il mio favore né quello di altri fan del bizzarro, dello strano e di tutto ciò che nasce fuori dalle comode barriere precostituite dell’editoria. Quando dunque sono venuta a sapere dell’esistenza di The Library at Mount Char, inclassificabile in una branca del fantasy più specifica del vago contemporary, privo di ulteriori etichette o blurb accattivanti, e con una premessa indubbiamente più intrigante della media dei quarti di copertina, la spia del mio modesto ma ossessivo cervellino si è accesa di colpo.
Carolyn vive da molti anni con suo Padre in una grande biblioteca, assieme a tanti fratelli e sorelle adottivi. Nulla di troppo strano, maiuscole a parte, finché non si pensa al fatto che la biblioteca in questione contiene tutti i segreti dell’universo, faticosamente accumulati proprio dal loro Padre, un essere onnipotente e millenario che ha preso tutti loro sotto la sua tutela dopo un misterioso incidente per addestrarli alle arti della sapienza, della manipolazione e del combattimento; le lezioni sono brutali, i maestri inflessibili, il Padre sadico e crudele – l’unica regola è “non studiare fuori dal proprio catalogo”, pena un destino peggiore della morte. Tuttavia, proprio quando gli apprendisti sembrano dimostrare una padronanza assoluta dei loro cataloghi, il Padre scompare; il sollievo viene presto sostituito dal terrore quando anche la biblioteca diviene inaccessibile: come faranno Carolyn e i suoi fratelli a ritornare in possesso della conoscenza che potrebbe salvarli dai numerosi nemici del maestro scomparso? E come faranno a collaborare tra loro senza che qualcuno decida di tradire gli altri per diventare il vero successore del loro tirannico genitore? Carolyn ha un piano, ma quando questo si intreccia con vecchie conoscenze e nuovi problemi ecco che non tutto andrà come previsto…
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Questa segnalazione sarà accompagnata da immagini out of context di quello che succede nel libro. Partiamo abbastanza tranquilli con un pacioccoso leone.
Se il concept alla base della vicenda vi sembra curioso, aspettate di finire il resto del libro. Nelle trecento pagine circa che leggerete per arrivare alla conclusione verranno coinvolti il presidente degli Stati Uniti, un assassino perfetto in tutù da ballerina, almeno un paio di soli e un barbecue davvero speciale: la totale mancanza di freni nell’immaginare lo snodarsi delle vicende porta questo libro a prendere strade inaspettate e difficilmente classificabili in categorie di genere predefinite, nonostante si tratti per la maggior parte di sviluppi assolutamente coerenti con le scelte dei personaggi e gli eventi precedenti. Difficile se non impossibile capire dove andrà a parare il libro, ma quando tutti i pezzi si ricompongono è difficile notare sbavature o imperfezioni nel tessuto della trama: tutto accade per un motivo, anche gli sviluppi più bizzarri e la violenza più esagerata hanno un loro posto nel mosaico che il lettore è chiamato a ricomporre, seguendo (quasi sempre) tre punti di vista principali che si alternano nel narrare la storia raccontata. Tra di loro spicca senz’altro Carolyn, protagonista indiscussa del romanzo e l’apprendista a cui è stato assegnato lo studio delle lingue: è anche l’unica tra i fratelli che ha dovuto imparare qualcosa di più sul mondo umano al di là della biblioteca, ed è dunque un ottimo filtro tra l’infantile amoralità degli altri apprendisti, a tratti ridicola ma più spesso spaventosa, e la normalità delle interazioni umane a cui siamo abituati. È piuttosto semplice provare simpatia per questa giovane donna che si deve destreggiare tra un passato traumatico di abusi e violenze che le chiede insistentemente il conto e la precaria situazione in cui lei e la sua famiglia si trovano alla scomparsa del Padre: sono liberi, certo, ma quanto saranno in grado di sopravvivere senza le conoscenze della biblioteca, e soprattutto, senza doversi guardare continuamente le spalle per evitare di essere traditi dai loro stessi fratelli?
Purtroppo gli altri due punti di vista non sono all’altezza di quello di Carolyn. Seguiamo infatti anche le vicende di Steve,  ex ladruncolo in pensionamento anticipato che verrà reclutato proprio da Carolyn per un “ultimo lavoretto” che lo porterà ad immischiarsi con le lotte di potere degli esseri soprannaturali, e di Erwin, ex veterano che verrà suo malgrado coinvolto nel lavoretto di Steve e in qualcosa di molto più grande di lui, degli Stati Uniti ma anche del mondo intero. Steve è un personaggio simpatico, certo, ed è il tipo di persona per cui è facile fare il tifo, nonostante un passato da criminale incallito, ma manca di quello spessore che le pagine dedicate a Carolyn riescono ad infonderle, finendo per risultare il simpatico ragazzo della porta accanto o poco di più; Erwin è invece chiaramente un personaggio nato per mostrare allo spettatore certe scene che gli altri due punti di vista non possono narrare, e si sente molto: la sua personalità è riassumibile in “burbero ex veterano”, la sua evoluzione inesistente, il poco background che abbiamo su di lui ci viene infodumpato con rara malagrazia nel primo capitolo a lui dedicato. E qui mi tocca sottolineare un altro punto dolente del romanzo che non gli permette di far brillare la storia che vuole raccontare come dovrebbe: il ritmo della narrazione.
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Qualcosa contro gli scaldamuscoli? A parte essere uno dei tanti crimini perpetrati dagli anni ottanta, intendo.
The Library at Mount Char è l’opera prima di Hawkins, e mi dispiace dire che si vede. In diversi punti del romanzo l’azione si interrompe bruscamente per rigurgitare informazioni non richieste al lettore che vede svelato il passato di certi personaggi senza nessuna catarsi, ci sono scene intere che andrebbero elise e rimpiazzate con interazioni tra altri personaggi più rilevanti ai fini della storia che invece vengono liquidati con una rapidità disarmante, e in generale il romanzo avrebbe avuto bisogno di un editing più radicale che tenesse quello che davvero era importante per il cuore pulsante della vicenda (che è, sostanzialmente, una revenge story, anche se non vi dirò di più) e scartasse quelle parti che possono risultare più o meno godibili ma che di sicuro non sono pertinenti.
—————————————————— ANGOLO SPOILER ————————————————————–
La scena più ovvia di questo tipo è quella in cui vengono liberati i due leoni. Tutta percepita da due punti di vista usa-e-getta che non rivedremo mai più per mostrarci un evento del tutto secondario: che c’importa di come Michael riesce a reclutare i leoni? Non ci serve certo un intero capitolo dedicato a spiegarcelo! Sarebbe stato molto meglio avere più scene dedicate al rapporto tra Carolyn e i suoi fratelli, che sono per la maggior parte più piatti di quello che dovrebbero per suscitarci la giusta dose di empatia al momento del loro decesso.
—————————————————- FINE ANGOLO SPOILER ———————————————————–
Certo, quando Hawkins sceglie di mostrare, anziché di raccontarci una storiella, le scene sono ben mostrate, scritte in modo piano e proprio per questo accattivanti, perché riescono piuttosto bene nella loro impresa di narrare le cose più assurde – un attacco di piccolissimi cani inferociti, un rituale per tornare dal mondo dei morti, dei bambini-zombie-tuttofare – senza infiocchettarle di aggettivi altisonanti o di un’aura metaforica del tutto fuori luogo; va detto che l’autore ci riesce per la maggior parte delle pagine, e anche le scene più fuori luogo sono compensate da una prosa godibile che rimane abbastanza trasparente da non rallentare la lettura in alcun modo. Insomma, è un peccato che invece questo ritmo sincopato e confuso giochi a sfavore del pathos della storia, che risulta fin troppo spesso compromesso dalla scelta di mostrarci meno del dovuto certi rapporti tra personaggi che avrebbero meritato più spazio all’interno dell’economia della trama, perché è evidente che quando Hawkins mette le sue capacità al servizio di scene davvero meritevoli il risultato finale è buono.
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Alcune immagini potrebbero essere più disturbanti con il contesto. Chissà quali.
Credo però che quello che leggeremo compensi ampiamente le difficoltà di storytelling in cui si incappa nel corso della storia per i weird aficionados che leggeranno questo blog. Anche se le pagine dedicate alla vita dei fratelli prima della scomparsa del Padre non sono mai abbastanza, quello che viene raccontato è un mix di fantascienza, fantasy e horror grottesco davvero riuscito; ci sono scene piuttosto crude (sì, è un libro sconsigliato a chi non stomaca la tortura, lo stupro e in generale la violenza esplicita), altre tremendamente assurde e in generale un’atmosfera stramba che permea l’intero romanzo. Leggere delle straordinarie capacità che i fratelli hanno accumulato nel corso degli anni di apprendistato significa passare dallo studio delle lingue a quello del futuro, degli universi paralleli, e del regno dei morti; ancora, è un peccato che il numero di pagine più consistente sia dedicato a quelle aree di studio più convenzionali – come quella dell’omicidio, appannaggio dello psicopatico ma intrigante David – ma l’impressione generale è quella di assistere ad una fusione tra tecnologia avanzatissima e magia molto antica, in cui i confini tra l’una e l’altra sono collassati molto tempo fa. Nessuno dei fratelli è onnipotente, e non appena si muovono attirano l’attenzione di cose con cui potranno e dovranno lottare ad armi pari, ma ciascuno di loro possiede capacità straordinarie molto difficili da gestire nel mondo alieno degli “Americani” (cit.) in cui sono gettati dopo che la biblioteca diventa inaccessibile; e quando tutto attorno a loro collassa, Hawkins non ha difficoltà a far arrivare il romanzo alla sua naturale conclusione, per quanto disturbante e definitiva possa essere. Anche l’apprendistato, nei suoi momenti più crudeli, viene descritto come un susseguirsi di esperienze mistiche e terrificanti, e il modo in cui Hawkins descrive le reazioni dei fratelli ad esso è parecchio riuscito, pur nello spazio limitato che gli viene riservato.
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Finiamo col botto. Già citato nella recensione, ma se volete scoprire che succede non vi rimane che leggere il libro.
Nonostante dei punti vista dalla qualità altalenante e una struttura irregolare che spesso minaccia di crollare su sé stessa, le brillanti idee e l’intreccio alla base (nonché il finale col botto) di The Library at Mount Char ne fanno un consiglio perfetto per questo blogghino: una gemma un po’ difettosa che potrebbe diventare uno dei libri a cui penserete di più in questi mesi dopo la lettura a seconda di quanto vi garbano temi e concetti descritti finora. Da grande fan delle storie di apprendistato in salsa fantasy e di immortali superpotenti che non sanno trovarsi il culo con le mani, il mio consiglio spassionato è: buttatevi!
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istanbulperitaliani · 19 days
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Bedri Rahmi Eyüboğlu
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Nel vasto panorama dell'arte turca del XX secolo, pochi nomi risplendono con la stessa intensità di Bedri Rahmi Eyüboğlu. Nato nel 1911 e cresciuto in un'epoca di tumultuosi cambiamenti culturali, Eyüboğlu è noto per il suo stile distintivo che mescolava elementi tradizionali dell'arte turca, principalmente quella anatolica, con influenze contemporanee.
Le sue opere hanno avuto un impatto significativo sulla scena artistica turca del suo tempo ed è considerato uno dei più importanti artisti moderni della Turchia.
Eyüboğlu, morto nel 1975, aveva un'anima artistica poliedrica. Le sue opere letterarie e poetiche riflettono la sua elevata sensibilità artistica ed il suo profondo attaccamento alla lingua e alla cultura turca. Personalmente sono sempre rimasto impressionato dalle sue opere mosaicali. Queste si trovano in una nota pasticceria a Karaköy.
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Insieme alla moglie Eren, ha realizzato molti mosaici ad Ankara e ad Istanbul, soprattutto negli anni '60, con una produzione artistica rivolta negli spazi pubblici che sono ancora visibili oggi. Una cosa che mi piace molto perché sono concepiti per non essere dentro un museo o galleria d'arte. Chiudo il post con gli ultimi versi di una sua poesia "Hele bir başlasın" (Che inizi proprio adesso). "Hele bir duyulsun uzaktan (Che si senta lontano) Yaylı çıngırakları (Il tintinnio dei campanelli) Yıldızlar seslensin, (Che le stelle sussurrino) Hele bir armut ağacı temmuzu yüklensin, (Che un albero di pero si carichi come a luglio) Hele bir kerrecik daha yalınayak yere değsin içimdeki çocuk…" (Che un'altra volta il bambino dentro di me possa camminare a piedi nudi sulla terra).
La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città.
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personal-reporter · 7 months
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Promessi Sposi 2023 a Bari
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Dal 9 al 12 novembre nel nuovo padiglione della Fiera del Levante di Bari si terrà  la XXXVII edizione di Promessi Sposi, il matrimonio in vetrina, tra le più longeve manifestazioni del wedding in Italia, che da quest’anno ha il riconoscimento di Salone internazionale. La prima novità di questa edizione è l'innovativo progetto Pugliain Wedding Tourism, un brand di proprietà di Pubblivela società organizzatrice di Promessi Sposi, che rappresenta la nuova frontiera del turismo pugliese, legata ai matrimoni di destinazione. Nel corso della manifestazione, saranno ospitati 15 wedding planner italiani e stranieri, che si occupano di incoming e outgoing, interessati a lavorare con i fornitori della regione per indirizzare le coppie di sposi, loro clienti, a pronunciare il sì in Puglia, che  saranno protagonisti di fam trip in giro per le sale ricevimenti e strutture ricettive pugliesi, nonché di incontri B2B con le aziende del settore del wedding, pronte a conquistarli con le loro produzioni. Promessi Sposi promette di costruire a 360° il giorno del matrimonio delle coppie, che possono trovare ogni dettaglio per organizzare le nozze che hanno desiderato, con a disposizione quest'anno un'offerta commerciale senza eguali e che abbraccia tutte le fasce di prezzo. La manifestazione accoglierà tutti i prodotti e i servizi che riguardano il variegato mondo del wedding con  250 espositori tra abiti da sposa, sposo e cerimonia, sale ricevimenti, chef e pasticceria, wedding planner, liste nozze e bomboniere, fotografi, viaggi, oggettistica, confetti, autonoleggio, gioielli, fiori, bellezza e cosmesi, arredo, e tanto altro. Durante i 4 giorni della manifestazione si terrà il Promessi Sposi Bridal Show, un momento di moda, durante il quale saranno presentate le nuove collezioni bridal 2024 di importanti marchi. Ci saranno nuovamente Levantecooking e Levantecake, due grandi aree dedicate al wedding food e al wedding cake con show cooking a cura degli Chef pugliesi più rinomati, demo live, contest a tema, corsi di formazione, ospiti dei due settori, tantissime preparazioni e soprattutto tantissimi gustosi assaggi. Inoltre sarà riproposto il concorso nazionale Un giorno da modella, realizzato in collaborazione con la rivista nazionale di settore White Sposa, dedicato alle future spose, che avranno la possibilità di vincere fantastici premi, ci saranno incontri con i famosi wedding planner e designer di eventi come Cira Lombardo e Angelo Garini, con preziosi consigli alle coppie di futuri sposi e presenteranno le loro opere letterarie al grande pubblico e non mancheranno esibizioni live di numerose band. Read the full article
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-La malizia del vischio, Kathleen Farrell
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lamilanomagazine · 7 months
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Rovigo: forte partecipazione e interesse agli incontri e laboratori del Progetto Città delle Rose.
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Rovigo: forte partecipazione e interesse agli incontri e laboratori del Progetto Città delle Rose. Successo anche quest’anno per il progetto “Città delle rose”. La rassegna, avviata negli anni scorsi con i giardini aperti, quest’anno ha proposto un programma di incontri e laboratori per sensibilizzare i cittadini alla cura del verde pubblico e privato e a sostenere stili di vita più consapevoli. L'evento, dal titolo “Laboratori itineranti tra fiori e giardini”, ha avuto protagonista del primo incontro, moderato dall’assessore Dina Merlo, la scrittrice Elisa Nicoli. Sono stati affrontati i temi trattati sui social dalla scrittrice come eco narratrice, sulla responsabilità nella raccolta dei rifiuti, e sull’utilizzo e recupero dei materiali che può diventare un modello di comportamento minimalista per consentire di agire personalmente con uno stile di vita sostenibile. Come esempio concreto Cristina Toniolo di Achab-Ecoambiente, ha proposto una presentazione su come realizzare il compostaggio domestico, semplici consigli pratici e operativi per valorizzare la frazione organica dei rifiuti reinserendoli nel ciclo del terreno, nel proprio orto o giardino. Luca Bertaggia di Smarties.bio ha illustrato invece la pratica applicazione di questi materiali organici autoprodotti in un piccolo orto biologico, partendo dall’esempio del piccolo orto urbano realizzato presso l’Urban digital Center. Un interessante confronto su come Giardino e Paesaggio possano diventare elementi di resilienza nei confronti del cambiamento climatico, si è svolto con Antonella Pietrogrande, coordinatrice del Gruppo Giardino Storico, Eleni Katelouzou dell’Università di Padova, Erri Faccini presidente CIA provinciale e referente per il Veneto della Associazione Florovivaisti italiani e l’assessore Merlo. Un serrato confronto fra i relatori ed i presenti ha permesso di spiegare le difficoltà che oggi si incontrano nella gestione del verde in un clima spesso estremo e avverso e al tempo stesso le opportunità che le aree verdi rappresentano per migliorare la qualità dell’aria, mitigare il clima, regolare l’assorbimento dell’acqua e valorizzare il paesaggio urbano, anche attraverso la scelta di specie bene adattate e resistenti. Nutrita partecipazione, interesse ed entusiasmo dei partecipanti si sono riscontrati nei laboratori pratico operativi, realizzati nel giardino del Seminario vescovile di Rovigo, con l’introduzione di Enrica Crivellaro e la conduzione di due Florovivaisti del nostro territorio, Erri Faccini e Gianluca Cesari. I conduttori hanno spiegato e realizzato praticamente con il loro materiale vivaistico, come si curano le piante nel periodo autunnale, le modalità di piantumazione di cespugli fioriti e arbustivi e come orientarsi nella scelta delle specie e nella loro consociazione nella progettazione di un giardino. Nell'ambito del ciclo “Visioni letterarie per la città futura”, l’architetto e autore Matteo Pericoli ha condotto gli incontri sulla metodologia dell’architettura letteraria che, insieme alla gamification sugli obiettivi dell’Agenda 2030 per ragazzi, ha accompagnato ragazzi, educatori e insegnanti in un percorso immaginativo di nuovi e possibili paesaggi per un futuro cittadino sostenibile. Per le scuole della città c’è ancora tempo, fino al 9 novembre, per aderire al laboratorio di gamification per quarte e quinte della scuola primaria e prime delle scuole secondarie inferiori, dal titolo: La città di storie: gioca, immagina, reinventa gli spazi che abiti. Partecipazione gratuita fino a esaurimento posti, con richiesta scritta a [email protected]. La Rassegna è stata realizzata da diversi partners del progetto, Il Raggio Verde, Caritas diocesana Adria - Rovigo, con il patrocinio del Comune di Rovigo, il sostegno della Regione del Veneto e degli sponsor Cassa Padana e Coop Alleanza 3.0, in collaborazione con Urban Digital Center Innovation Lab Rovigo e le associazioni Tumbo e APE.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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iannozzigiuseppe · 10 months
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 Buone vacanze e consigli letterari! 😘
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Libri per l’estate
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Non potevamo certo lasciarvi accaldati per l’afa estiva e assetati di libri da gustare in vacanza! Ecco dunque una puntata fresca fresca di questa ormai consolidata rubrica di consigli letterari.
Iniziamo con due classici.
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Processi verbali di Federico De Roberto: estremamente interessante l’esperimento di realismo verista di queste novelline (come le chiama l’autore nella sua concisa e lucidissima prefazione), che ricordano il Verga del ciclo dei vinti (folgorante in questo senso Il rosario), con il ricorso ai proverbi popolari (tanto va la secchia al pozzo, finché si rompe; carcere, malattia, necessità, si conosce l’amistà), con squarci di storia (il ’48 a Napoli e la rivolta di Bronte ne I vecchi), ma anche Pirandello e Guy de Maupassant, per non parlare di Lupetto, che sembra addirittura anticipare Raymond Carver. Esilarante e boccaccesco, un autentico gioiellino, il racconto di chiusura Il viaggio a San Vito.
Il denaro di Émile Zola: un’analisi acuta e quanto mai attuale del mondo degli affari e della Borsa. Imperi economici acquisiti e persi in un sol giorno, i re della finanza ossequiati e riveriti, i falliti derisi e respinti. In una sorta di eterno ritorno le azioni umane si riproducono ciclicamente senza lasciare l’insegnamento necessario a evitare il ripetersi degli errori. Così questo affresco della Borsa francese durante il Secondo impero ricorda le recenti bolle finanziarie che hanno causato la rovina di migliaia di piccoli risparmiatori e il crollo dei mutui fondiari. A manovrare i movimenti di una banca fantasma nata grazie alla complicità di diversi prestanome è il visionario Saccard, a cui il lettore (e con lui diverse figure femminili e un’infinita serie di dipendenti del gioco) si affeziona nonostante tutto e di cui segue le mosse con apprensione e ininterrotta curiosità per quasi 600 pagine che scorrono veloci come un fiume in piena, il fiume del denaro (l’argent del titolo) che passa per le mani di affaristi e speculatori, ma spesso solo in forma virtuale. La cosa più sorprendente è che lo spunto per la trama è tratto da un episodio realmente accaduto: la parabola del banchiere Paul Eugène Bontoux e della banca Union Générale fallita nel 1882. Se il denaro è il tema principale, questo romanzo appartiene pur sempre al ciclo dei Rougon-Macquart ed esplora le tare genetiche che, nella visione deterministica del naturalismo francese, minano la famiglia e ne spiegano i comportamenti. Victor, il figlio perverso e deforme del protagonista, ricorda ‘Coniglio mannaro’, uno degli ultimi discententi dell’indimenticabile famiglia Scacerni de Il mulino del Po di Riccardo Bacchelli. E non poteva mancare neppure il tema dell’antisemimitismo, caro all’autore del J’accuse. Insomma un piatto completo, per gli amanti della buona letteratura.
Non possiamo tralasciare l’ultimo Simenon pubblicato da Adelphi, Il dottor Bergelon: “Qualcosa si era guastato, senza che lui riuscisse a capire cosa”. La verità è che un fatto increscioso, una malaugurata deviazione dalla consueta routine ha avvelenato la pace interiore del protagonista al punto da fargli mettere in discussione l’intera sua esistenza. Affrontare Simenon è sempre come scendere negli abissi più profondi dell’animo umano.
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Per chi avesse la fortuna di non aver mai letto Manuel Vázquez Montalbán, sono stati appena ristampati Le terme e Il labirinto greco in cui l’investigatore Pepe Carvalho esprime al meglio le sue doti culinarie e il suo fiuto per le indagini, il tutto in uno stile degno del grande Chandler.
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Uno degli autori prediletti di Andrea G. Pinketts, Stuart Kaminsky, professore di storia e critica cinematografica alla Northwestern University di Evanstone, Illinois, farcisce con le proprie competenze letterarie e cinematografiche i suoi gialli hard boiled, per cui Bela Lugosi e William Faulkner diventano clienti del detective privato Toby Peters (“affettuosa parodia dell’investigatore della scuola dei duri”, da Hardboiled blues di Gian Franco Orsi) in due casi che si intrecciano in Never cross a Vampire. Gli amanti del noir potranno cogliere in queste pagine spunti per rivedere vecchi film o scoprirne di nuovi e introvabili. Così anche per Una pallottola per Errol Flynn, Il caso Howard Hughes e Follie di Hollywood, ma nei suoi gialli troviamo molte altre star, come Mae West, Gary Cooper, Clark Gable, Buster Keaton, Judy Garland e Raymond Chandler: pare proprio che il mondo del cinema sia una inesauribile fonte di ispirazione.
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Fedele all’idea che uno scrittore dovrebbe trattare di ciò che conosce, nel creare i personaggi Kaminsky non esita a inserire cenni autobiografici, come le radici russe per l’ispettore Rostnikov (Morte di un dissidente: “Le sue armi: una falce, un martello e una bottiglia di vodka”), e la fede ebraica per il poliziotto Abe Lieberman, che opera in una Chicago quanto mai violenta e movimentata (La follia di Lieberman), città d’origine dello scrittore. Infine il detective Lew Fonesca, trasferitosi da Chicago (Midnight Pass) nell’atmosfera assolata e apparentemente pacifica della Florida, specializzato nella ricerca di persone scomparse (Cattive intenzioni, Parole al vento). Notevoli le collaborazioni con il regista Don Siegel per Ispettore Callaghan, il caso Scorpio è tuo, e con Sergio Leone per i dialoghi di C’era una volta in America. Insomma uno scrittore prolifico (possiamo contare una sessantina di titoli) per amanti del cinema, della letteratura e di uno stile ironico e versatile.
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Un altro libro ambientato nella Hollywood degli anni d’oro: Perché corre Sammy?, di Budd Schulberg, Oscar alla migliore sceneggiatura originale per Fronte del porto, sceneggiatore di Il paradiso dei barbari con un esordiente Peter Falk  e soggettista di Un volto nella folla di Elia Kazan e di Il colosso d’argilla con Humphrey Bogart.
“Quello che mi faceva infuriare era che Sammy era la persona più scaltra e più ottusa che avessi mai conosciuto. Era dotato di un’intelligenza che era in grado di impiegare unicamente a vantaggio di Sammy Glick. È un tipo di intelligenza che comporta una certa ottusità: una specie di sterminata zona d’ombra con un solo raggio di luce diritto davanti a se stessi”.
Ma chi è Sammy? Un arrivista, un arrampicatore sociale, con meno scrupoli che talento, di un cinismo disarmante, egoista e avido, anche le sue apparenti qualità sono solo difetti astutamente mascherati: “un piccolo fattorino ebreo sempre di corsa che diventa un potente produttore, sacrificando ogni cosa d’umano alla sua assetata ambizione”. Consigliato da Kurt Vonnegut (a sua volta scrittore ammirato da Umberto Eco), che addirittura lo paragona a Francis Scott Fitzgerald, è una lettura scorrevole e moderna che ci lascia agganciati al mistero di questo personaggio odioso e intraprendente fino all’ultima pagina. C’è, naturalmente, molto di autobiografico nelle opere di Schulberg: “Figlio del tycoon della Paramount, e lui stesso, per un certo tempo, prediletto di Hollywood... ma anche comunista inciampato nelle reti del Mccarthismo, spesso e volentieri elesse il mondo di Hollywood quale osservatorio ideale... I disincantati si concentra su come muore, in America, una leggenda. Uno scrittore grande e dimenticato, che ha avuto tutto, ed è stato travolto assieme a un mondo lussureggiante dalla crisi del ’29, si lascia umiliare e consumare nel corpo e nella dignità in un ultimo infimo lavoro da sceneggiatore di filmetti”. In questo caso l’episodio autobiografico si riferisce all’incontro di Schulberg con Scott Fitzgerald, chiamato dagli studios a collaborare alla revisione di una sua sceneggiatura.
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Il 22 giugno 2022 potrete assistere alla presentazione del romanzo di Manuela Cattaneo della Volta e Livio Sposito, Un cuore al buio: Kafka, che si terrà presso la biblioteca Valvassori Peroni. Il libro racconta la “storia e la vita delle cinque donne che hanno amato Franz Kafka”.
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Buone vacanze da tutto lo staff delle biblioteche di Milano!
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sabryangel · 1 year
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Per la rubrica: “Consigli letterari non richiesti” 📚😹 Oggi vi proponiamo #ChainOfThorns di #CassandraClare 😺🐈‍⬛🐾 #Leo #Spillo• • • • • • • #libri #bookstagram #bookstagrammer #booklover #kitten #cat #instacat #caturday #books #gatto #gattonero #blackcat #catsofinstagram #blackcatsofinstagram #blackcatsrule #blackcatsmatter #italiancat #instalike #instamoment #instagood #catoftheday #catlife #catphoto (presso Pisa, Tuscany, Italy) https://www.instagram.com/p/Cppmk9FK5km/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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avvocatinellapolis · 1 year
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Recensione letteraria di Marzo: La lettrice scomparsa - di Fabio Stassi
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Il mese di Marzo ci consegna una nuova avvincente recensione della nostra Sara Boringhieri. Questa volta la lettura consigliata riguarda un libro in cui si esalta il potere terapeutico della letteratura. Il protagonista della storia inaugura un’attività del tutto nuova, rilassante e curativa: la biblioterapia.
di Sara Boringhieri
“La lettrice scomparsa” è il primo libro della serie creata da Fabio Stassi e che vede protagonista Vincent “Vince” Corso.
Vince vive a Roma, è un’insegnante precario di lettere, appassionato di libri e letteratura.
Nato da una relazione fugace della madre che lavorava in un hotel a Nizza ed un viaggiatore, ogni volta che ne sente il bisogno Vince scrive una cartolina al padre sconosciuto inviandola all’indirizzo dell’albergo in cui lavorava la mamma.
L’unico ricordo che ha di lui sono tre libri lasciati nella stanza come un’eredità che segna la sua esistenza: per sbarcare il lunario infatti il protagonista si inventa una professione, la biblioterapia. Curare le persone e i loro malanni attraverso i libri.
Così, quando un’anziana ed energica signora gli affitta per due mesi la soffitta di via Merulana, Vince tenta una scommessa con se stesso: apre il suo studio di biblioterapia e quando qualcuno gli parla del proprio male, nello spirito o nel corpo, drammatico o ridicolo, Vince gli consiglia un libro come medicina. Da principio lo fa con timidezza ma, poco a poco, si conquista una clientela (fatta di sole donne). E intanto viene colto da un’intrigante curiosità per l’enigma del rapporto fatale tra la letteratura e la vita.
La svolta arriva quando scopre che la vicina di casa che lo salutava sul pianerottolo è scomparsa e che il marito è accusato di omicidio: Vince indaga per risolvere il mistero della lettrice scomparsa, comincia a studiarla attraverso i libri che la donna leggeva e di cui un libraio solitario e saggio aveva conservato traccia nei suoi schedari. Fino a convincersi che quella donna, con la sua scomparsa, sta scrivendo una storia che soltanto lui potrà decifrare.
Fabio Stassi è stato originale nel creare un personaggio stravagante, con una professione insolita, apparentemente goffo nel dare i suoi consigli ma capace di arrivare alle persone tramite i libri che suggerisce e sagace nell’utilizzare le sue conoscenze letterarie e la sua abilità logica per indagare e risolvere un mistero.
Tanti sono gli spunti che l’autore offre tramite il suo personaggio, spunti per riflettere, per guardare dentro se stessi, per sorridere, per immedesimarsi nel protagonista o nei suoi pazienti, ma anche semplicemente per trovare qualche proposta di lettura.
Vince motiva ad ogni paziente la scelta dell’opera, e alla fine del libro viene riportato l’elenco dei consigli di lettura riferiti nel corso del romanzo.
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enkeynetwork · 1 year
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