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#critica d'arte
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CONFERENZE - POLIS di Gianpiero Menniti racconta la Comunicazione l'Arte e la Politica
OTTOCENTO: LA SVOLTA MODERNA E CONTEMPORANEA
Un'epoca che segna la modernità stagliandosi nel cuore del cosiddetto "secolo lungo" teorizzato da Eric Hobsbawm e collocato tra la Rivoluzione Francese di fine '700 e la Grande Guerra d'inizio '900.
L'arte recepisce il cambiamento, lo assume nelle sue forme espressive, per certi versi lo plasma e lo esalta.
Non solo con il celebrato "Impressionismo".
In Francia con il "Neoclassicismo" e nel nord Europa, in Inghilterra in particolare.
Con Turner e Ruskin, la confraternita dei "Preraffaeliti" ispirati dal movimento "nazareno" costituitosi in Italia ai primi del secolo.
Prende corpo il sentimento romantico, intensi fermenti sociali animano l'Europa che s'avvia a mutare profondamente volto, tra la retorica accesa dei nazionalismi e società sempre più complesse che popolano e dilatano a dismisura lo spazio urbano.
E l'Italia, pur marginale, vive la sua stagione risorgimentale.
Con artisti oggi dimenticati come Hayez e Sartorio, i "Macchiaioli" toscani e la "Scapigliatura" milanese, fino a Giovanni Boldini tra i migliori interpreti della "Belle Époque" che annuncia il suicidio del vecchio continente.
Sfiorando Cézanne e un'arte che avanza oltre la presunta crisi dettata dall'avvento dell'immagine fotografica.
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Splendida opera che ho trovato su Reddit:
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abatelunare · 2 months
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Ai critici bisognerebbe insegnare a criticare l'opera d'arte senza fare alcuna allusione alla personalità dell'autore. Di fatto la critica comincia proprio qui (Oscar Wilde, Saggi).
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diceriadelluntore · 2 months
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Storia Di Musica #321 - Okkervil River, The Stage Names, 2007
Fino a 15 giorni fa non conoscevo questo gruppo, e la sua storia variegata e spassosa. Non conoscevo ovviamente nemmeno il loro modo di fare musica, che mi ha colpito davvero tanto. Will Sheff, voce e chitarra, Zach Thomas al basso e al mandolino e Seth Warren alla batteria sono tre amici sin dal tempo del liceo, e vivono nel New Hampshire. Si trasferiscono dopo il college ad Austin, in Texas, e mettono su una band: prendono nome dal titolo di un racconto di Tat'jana Nikitična Tolstaja (che discende da un ramo minore dei Tolstoj), contenuto nella raccolta Sotto Il Portico Dorato, che si intitola Sul Fiume Okkervil, che è un breve fiume che passa per San Pietroburgo: Okkervil River. Siamo a fine anni '90 del '900 e i nostri registrarono un album autoprodotto composto da sette canzoni intitolato Stars Too Small To Use. Iniziano a fare concerti, la band si allarga (Jonathan Meiburg alla fisarmonica e poi all'organo). Nel 2002 la famosa etichetta indipendente Jagjaguwar li mette sotto contratto: Seth Warren abbandona per seguire la carriera accademica a Berkely e viene sostituito da Mark Pedini alla batteria. Nello stesso anno pubblicano il loro primo LP, Don't Fall In Love With Everyone You See. Un anno dopo si spostano a San Francisco, Warren ritorna in gruppo, e pubblicano Down The River Of Golden Dreams. La band ha continui cambi di formazione, ma raggiunge una certa forma quando Travis Nelsen sostituisce Pedini alla batteria e si aggiunge un altro chitarrista, Howard Draper. Con questa formazione, nel 2005, pubblicano il loro lavoro più riuscito, che li fa conoscere in maniera decisiva anche oltre la scena indipendente: Black Sheep Boy è osannato dalla critica e vende benissimo per un disco indipendente, tanto che la band lo pubblica nel 2006 anche in Europa e ne fa uscire un mini EP in accompagnato, Black Sheep Boy Appendix. Zach Thomas esce dal gruppo e viene sostituito da Pat Pestorius. Il suono è un folk rock ricco, delicato, gioioso ma sono le idee dei testi di Sheff che stupiscono, in una sorta di costruzione di musica cabaret dove il racconto, a volte stucchevole, di ciò che succede intorno a lui è il fulcro della musica degli Okkervil River. E prova maestra è il disco di oggi, uscito nell'Agosto del 2007 e quasi da subito un classico della musica indipendente.
The Stages Names è, come suggerisce il titolo, una riflessione ironica e senza peli sulla lingua sull'essere un'artista e sulle storie che l'esserlo nasconde. Our Life Is Not A Movie Or Maybe prende in giro il già allora evidente e potente ingigantimento di qualsiasi cosa succeda nella vita di chiunque, o per meglio dire, la voglia di rendere le cose della vita molto più drammatiche o epiche di quello che sono (It's just a life story, so there's no climax\No more new territory, so pull away the IMAX). Unless It's Kicks è una analisi sul rapporto artista fan, A Hand To Take Hold Of The Scene è la prima genialata, infatti è una canzone che racconta della trama di due programmi TV, Cold Case (famoso anche in italiana, sulla squadra dell'FBI chiamata a risolvere i casi irrisolti di anni precedenti) e Breaking Bonaduce (una sorta di documentario su Danny Bonaduce, famoso attore bambino degli anni'70, che raccontava dei suoi problemi familiari da adulto) in cui furono usate canzoni della band (in Cold Case Black Sheep Boy). Savannah Smiles è la storia di Shannon Wilsey, famosa pornostar americana, che prese il suo nome d'arte da un film, Savannah Smiles del 1982: la sua è una storia tragica, poichè dopo un incidente stradale dove rimase sfregiata, decise di suicidarsi per non essere vista "brutta". Plus Ones è un piccolo capolavoro: l'espressione indica nelle liste dei concerti le aggiunte che gli ospiti dei backstage hanno per le entrate, ed è un testo quasi non sense che aggiunge uno o più unità a famosi titoli di canzoni: ? and the Mysterian che scrissero 96 Tears diventano 97, le 50 Ways To Leave Your Lover di Paul Simon diventano 51 e così via, citando anche i The Byrds di Eight Miles High, i R.E.M. di 7 Chinese Bros., David Bowie in TVC15 ed altri. You Can't Hold The Hand Of A Rock And Roll Man cita nel titolo un testo di una canzone di Joni Mitchell, Blonde In The Bleachers, e cita nel testo un quadro di Marchel Duchamp, La Sposa Messa A Nudo Dai Suoi Scapoli, Anche. John Allyn Smith Sails è dedicata alla vita e al suicidio del poeta confessionale John Berryman (originariamente John Allyn Smith). La canzone si conclude rielaborando la tradizionale canzone popolare Sloop John B (resa famosa dai Beach Boys), paragonando la morte a un viaggio di ritorno a casa. Non posso non citare anche Title Track (che cita Hollywood Babylonia di Kenneth Anger) e la toccante A Girl In Port, canzoni misteriosa e dolente. Le canzoni hanno una gioiosa musicalità e il disco va persino in classifica su Billboard. Will Sheff si mostra un cantautore davvero poliedrico e la band gira a mille, usando spesso solo strumenti acustici (tranne in Title Track e poche altre occasioni). Un piccolo gioiello scoperto in questo mese di Aprile, che con la seconda copertina capite benissimo a cosa è dedicato (almeno spero....)
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angelap3 · 1 month
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Oggi è il 15 Aprile ed in questo giorno, nel 1967, a Roma moriva il grande “Totò”. Era nato nel 1898, a Napoli con il nome di Antonio Vincenzo Stefano Clemente De Curtis, e fu tra i maggiori rappresentanti del teatro (presente in 50 commedie) e del cinema comico italiano (presente in 97 film) di tutti i tempi. Non fu riconosciuto dal padre e visse in estrema povertà la sua gioventù nel “Rione Sanità”. Non impegnato nello studio e distratto precocemente dalla passione per il teatro, dalla quarta elementare fù addirittura retrocesso in terza, dove iniziò ad intrattenere i compagni di scuola con piccole recite e battute. Dopo le elementari, al Collegio Cimino, il colpo di un pugno causato involontariamente da un precettore né causò una particolare deformazione al mento ed al naso, cosa che caratterizzò in seguito la sua “maschera” di comico. Abbandonò gli studi senza conseguire la licenza ginnasiale, ed a 15 anni iniziò ad esibirsi nei teatrini periferici con macchiette ed imitazioni con lo pseudonimo di “Clement”. Dopo la prima Guerra Mondiale (trascorsa in reggimenti a Pisa, Pescia e Livorno) riprese il teatro e tra il 1923 ed il 1927 si esibì nei maggiori caffè-concerto italiani raggiungendo notorietà nazionale con le sue macchiette e mimiche facciali.Negli anni trenta si dedicò all'”avanspettacolo” iniziando ad improvvisare ed inventare deformazioni linguistiche. Nel 1933, a 35 anni, fu adottato dal marchese Francesco Maria Gagliardi Focas di Tertiveri, nel 1937 visse il debutto cinematografico e nel 1938 perse la vista dall'occhio sinistro (cosa che mantenne segreta e che solo i familiari sapevano). In seguito lavorò con i massimi attori e registi italiani, raggiungendo il massimo successo popolare (anche se non di critica). Fu anche attore televisivo (con 9 telefilm) drammaturgo, poeta, paroliere, compositore e cantante. Paragonato ai massimi attori comici mondiali come Charlie Chaplin e Buster Keaton, ancora oggi è considerato il comico italiano più popolare di ogni tempo.
Bruno Pollacci
Direttore dell'Accademia d'Arte di Pisa
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sognosacro · 28 days
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Il mio primo "dipinto" a olio
(su carta perchè le tele sono per i pro e per ora le mie sono pro bianche (tranne alcune in acrilico))
A voi la critica d'arte
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fashionbooksmilano · 12 days
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100 opere di Rita Gallé 1986
Gioielli, Sculture e multipli, argenti, ceramiche, acquarelli, litografie
Enrico La Stella
a cura di Giorgio Upiglio e Piero Marras
Gallerita, Milano 1986, 60 pagine, 21X21cm
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
Rita Gallé (Caltanissetta 1931 – Oaxaca, Messico 2009) Artista poliedrica e vulcanica, di madre siciliana e padre francese, è cresciuta a Palermo, ma poco più che ventenne si trasferisce a Milano dove prende a frequentare l'ambiente artistico ed esordisce come pittrice e scultrice nel 1952. Nel 1967 apre la sua prima galleria d'arte, seguita da una seconda nel 1974, dove oltre ai propri lavori propone le opere dei maggiori artisti emergenti dell'epoca. Negli anni Sessanta inizia a produrre opere uniche in ceramica, mentre dalla metà degli anni Settanta si cimenta nella creazione di gioielli, molti dei quali realizzati in un unico esemplare, che ottengono un buon successo di pubblico e critica, tanto da farle meritare l’epiteto di ‘Sacerdotessa delle pietre’. “I suoi gioielli sono caratterizzati da uno stile talmente insolito da travalicare mode e tendenze, passato e presente”. Forme particolari, spesso geometriche ma mai spigolose, nei cui volumi bombati si ravvisa la stilizzazione di soggetti naturali, oltre che di figure umane e di motivi o materiali mutuati dall’antichità, valorizzate da originali accostamenti di pietre e materiali
17/05/24
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levysoft · 2 months
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John Cage: 4'33''
Il colore del silenzio
Due opere musicali ci chiedono di considerare ciò che il suono nasconde e il silenzio rivela.
Il 29 agosto 1952, il pianista David Tudor salì sul palco della Maverick Concert Hall di Woodstock, NY, per presentare in anteprima una nuova composizione del compositore sperimentale americano John Cage (1912-1992). Tudor si sedette al pianoforte e aprì il coperchio della chiave, dopo di che non fece nulla finché non lo chiuse più di un minuto dopo. Ha ripetuto questa sequenza due volte, a quel punto la performance, che aveva richiesto quattro minuti e trentatré secondi, è finita.
Il pubblico, sebbene abituato alle opere d'avanguardia, ha reagito con incredulità sbalordita. La maggior parte delle persone non capiva ciò a cui avevano appena assistito, e alcuni non si rendevano conto che era effettivamente successo nulla. La reazione al pezzo di Cage è stata rapida e in gran parte critica, con molte persone che lo hanno definito uno scherzo musicale o addirittura un insulto. Mezzo secolo dopo, quando la BBC ha trasmesso una performance di quello che è diventato noto come 4'33", la seguente reazione dell'ascoltatore ha parlato per molti: "Non ho mai sentito parlare di una cosa così stupida in vita mia! "Dio riposa la sua anima, ma questa ""composizione"" di Cage soffre di arroganza e auto-importanza""." Un altro ascoltatore è stato leggermente più generoso: "Suona molto meglio della maggior parte della musica venduta oggi".
Cage, che era presente alla premiere di Woodstock, ha reagito all'accoglienza negativa del pubblico come segue:
Hanno mancato il punto. Non esiste il silenzio. Quello che pensavano fosse silenzio, perché non sapevano ascoltare, era pieno di suoni accidentali. Si poteva sentire il vento che si agitava fuori durante il primo movimento. Durante il secondo, le gocce di pioggia hanno iniziato a schioccare il tetto, e durante il terzo le persone stesse hanno fatto tutti i tipi di suoni interessanti mentre parlavano o uscivano.
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Cage ha detto che 4'33" è stato il lavoro più importante della sua carriera, e vedendolo eseguito di nuovo oggi, sento che voleva che il pubblico ascoltasse se stesso e l'ambiente circostante per raggiungere due obiettivi. In primo luogo, per rivelare i suoni che sono nascosti durante una performance tipica. In secondo luogo, per evidenziare il contributo sonoro del pubblico, un fenomeno che non passa inosservato a meno che non diventi invadente. Perché costringere un pubblico a concentrarsi su questi suoni nascosti per oltre quattro minuti? Mi piace la risposta del critico Kyle Gahnn a questa domanda:
Che ne dici di un "esperimento di pensiero", una sorta di "metamusica" che fa una dichiarazione sulla musica stessa? Per molte persone, me compreso, 4′33′′ è certamente questo, se non solo quello. Una storia su Cage racconta la sua seduta in un ristorante con il pittore Willem de Kooning, che, per motivi di discussione, ha messo le dita in modo tale da incorniciare alcune briciole di pane sul tavolo e ha detto: "Se metto una cornice intorno a queste briciole di pane, non è arte". Cage ha sostenuto che in effetti era arte, il che ci dice qualcosa su 4′33′′. Certamente, attraverso gli atti convenzionali e ben intesi di mettere il titolo di una composizione su un programma e organizzare il pubblico su sedie di fronte a un pianista, Cage stava inquadrando i suoni che il pubblico ha sentito in un tentativo sperimentale di far percepire alle persone come suoni d'arte che di solito non erano così percepiti.
4'33” è diventato uno dei pezzi più (in)famosi della musica d'arte occidentale (quello che una volta si chiamava “musica classica”). Viene ancora eseguito regolarmente, avendo vinto la sua parte di fan nel corso degli anni. Il pianista da concerto Stephen Hough, ad esempio, ritiene che 4'33" sia particolarmente rilevante nel 21° secolo:
C'è musica ovunque e sta diventando sempre più invadente: è nei bar, nei caffè, nei ristoranti, nei negozi, che perde dalle cuffie di altre persone, persino dalla mia banca, spesso a un volume che preclude una parola o un udito confortevole e che invade la nostra coscienza, creando "vermi dell'orecchio" indesiderati o aggravando il mio acufene. Sembra che ci sia una forza invista che ci richiede di avere una colonna sonora per ogni momento della nostra giornata. Al contrario, 4'33" ci spinge a prenderci del tempo per ascoltare e ascoltare davvero.
Hough vede un forte legame tra 4'33" e i "Dipinti bianchi" dell'artista visivo Robert Rauschenberg, che erano anche divisivi quando resi pubblici per la prima volta.
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Cage ha definito i pannelli bianchi "aeroporti per luci, ombre e particelle, stabilendo una comprensione duratura della serie come superfici ricettive che rispondono al mondo che li circonda". Rauschenberg una volta si riferiva alle opere come orologi, dicendo che se "uno fosse abbastanza sensibile ai sottili cambiamenti sulle loro superfici, si poteva dire che ora era e com'era il tempo fuori".
Mi piace 4'33”, e raccomando l'idea di un compositore che chiede al pubblico di ascoltare se stesso (e solo se stesso) e, così facendo, contemplare uno spazio con e senza musica. Per quanto interessante sia la famosa composizione di Cage, c'è un lavoro molto più oscuro che trovo più provocatorio ed eccitante da considerare. È stato creato dall'artista concettuale francese Yves Klein (1928-1962), che è più ricordato nell'arte e nella moda per il suo notevole colore caratteristico, International Klein Blue ("IKB").
Klein ha deciso di creare la sua tonalità unica di blu a causa dei fallimenti di due mostre di dipinti monocromatici che ha messo in scena nel 1955 e nel 1956. Il pubblico non ha capito i suoi dipinti, osserva lo scrittore d'arte Phillip Barcio, vedendoli come "decorazione piuttosto che come espressioni astratte di pura emozione". Per il suo prossimo spettacolo, Klein ha deciso di lavorare con un solo colore che sarebbe stato inventato per l'occasione. Ha collaborato con il proprietario del negozio di vernici parigino Edouard Adam, e dal loro sforzo innovativo è venuto quello che ora è considerato "il blu più vibrante e puro possibile".
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La composizione musicale di Klein, in due movimenti, si chiama Monotone Silence Symphony. Nel primo movimento, un'orchestra e un coro creano "un "suono" continuo unico, tirato fuori e privato del suo inizio e della sua fine". Quel suono, un accordo di Do maggiore, viene tenuto continuamente senza ornamenti o variazioni per venti minuti. Il secondo movimento è di uguale durata ma consiste solo nell'orchestra seduta in silenzio, istruita a rimanere ferma e non fare movimenti. Poiché nessun cantante o strumento orchestrale standard può tenere una nota per venti minuti, per eseguire il pezzo, il re maggiore viene trasferito avanti e indietro da un gruppo di strumenti accoppiato all'altro, facendo attenzione a rendere la transizione il più senza soluzione di continuità possibile.2Il direttore è l'unico esecutore autorizzato a muoversi nel secondo movimento.3
La Monotone Silence Symphony è un pezzo esigente da eseguire, forse spiegando perché è stato ascoltato dal vivo solo meno di una dozzina di volte dal suo debutto nel 1960. "Non puoi davvero fare una prova completa di qualcosa del genere", ha detto Roland Dahinden, che ha diretto il pezzo un paio di volte: "È troppo difficile. Tutti morirebbero e basta.”
Per i critici e il pubblico che lo sperimentano, la performance può creare uno stato mistico o meditativo, come ha notato un critico del New York Times nel 2013:
...una dozzina di minuti dopo, ha iniziato a suonare stranamente elettronico (da qui Philip Glass), come qualcosa che gli esseri umani non potevano produrre. Il signor Dahinden muoveva il corpo e le mani sinuosamente, sforzandosi di mantenere l'accordo ininterrotto e coerente, ascoltando attentamente per segnalare energia e attenzione fino a quando, alle 8:31 a punti, ha sollevato le mani e riunito e ha terminato il suono bruscamente come era iniziato.
Nel pubblico alcune persone chiusero gli occhi, come se meditassero o pregassero. Altri leggono i loro programmi o tenevano telefoni e iPad in alto per registrare il momento. Cinque minuti dopo l'accordo l'uomo alla mia immediata destra, che assomigliava un po' all'attore John Slattery, tranne che con la barba, si addormentò e russava dolcemente fino a quando non iniziò il silenzio e si svegliò.
Il re maggiore è spesso chiamato "Accordo d'oro" perché era tradizionalmente associato alla gloria o alla maestà. Alcuni sinesteti affermano di vedere un bagliore giallastro quando lo sentono. È la chiave di molte composizioni famose, tra cui “Canone in re” di Pachelbel e la Sinfonia “Prague” di Mozart.
Il breve video qui sotto fornisce uno sguardo al pezzo di Klein.
https://www.youtube.com/watch?v=JfiBFqcHaQE
Ho sentito l'intero lavoro e sono d'accordo con un esecutore che ha detto: "non stavamo ricevendo tanto la musica quanto eravamo legati in essa (e nel silenzio, che era anche la musica)". Era, ha aggiunto, “come un oceano... mareale. Dentro e fuori. Andare e venire.” Per me, il momento in cui il suono in re maggiore si ferma è un'esperienza sonora unica. È come se le acque di un profondo mare blu su cui galleggiavo da venti minuti scomparissero improvvisamente, e fossi caduto sul fondo. In piedi nell'abisso, capisco finalmente la vastità e la profondità del mare.
Il blu non ha dimensioni, è oltre le dimensioni, mentre gli altri colori non sono....il blu suggerisce al massimo il mare e il cielo, e, dopo tutto, sono in natura reale e visibile ciò che è più astratto.—Yves Klein
La cantante Laura Glen Louis, che ha scritto in modo eloquente sull'esecuzione del lavoro di Klein, ha avuto una reazione simile:
Quando il carro armato maggiore D si è schiantato contro il muro di mattoni del silenzio, nessuna delle parole morbide è servito: dissolvenza, dissolvenza, decrescendo. Sbatta dentro/sbattuta. Come la superficie dell'oceano dove l'acqua incontra l'aria (dove si verificano la maggior parte degli annegamenti). Come quel nanosecondo quando lasciamo l'utero e facciamo il nostro primo respiro. Come un colpo di NOS. Come esplodere nell'iperspazio.
"Senza inizio e senza fine", è così che Klein ha descritto la sua sinfonia, e ha affermato che era tutto "Vorrei che la mia vita fosse". Ahimè, doveva essere una vita breve, perchè morto per una serie di attacchi di cuore, l'ultimo dei quali lo ha ucciso il 6 giugno 1962, all'età di 34 anni. Di tutte le sue opere d'arte, è la sua unica creazione musicale che ammiro di più. Cage può essere famosa per mostrarci il suono del silenzio, ma è Klein che lo avvolge nella più profonda delle tonalità.
(via John Cage: 4'33'' / Petrenko · Berliner Philharmoniker - YouTube e https://carlosalvarenga.substack.com/p/the-color-of-silence)
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lamentiino · 4 months
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Le persone non si rendono conto della gravità della situazione riguardo ciò che è successo in rai con il comunicato esposto dalla Venier. "Non è la sede opportuna si parla di musica". Mara la musica è una forma d'arte che da sempre nei modelli occidentali (che tanto decantiamo come giusti e buoni al contrario di quelli barbari orientali e asiatici) è stata veicolo di critica alla società e alla politica. Gli artisti e tutte le persone hanno il diritto di esprimere la propria opinione e se vengono censurate in questa maniera velatamente esplicita e non facciamo nulla a riguardo abbiamo un problema. La rai si schiera ed è solidale solo verso una parte, esprime solidarietà nei confronti dello stato di Israele ma non per la Palestina. l'Italia ripudia la guerra però se fai luce su una guerra in corso devi stare ben attento dalla parte di chi ti schieri perché se sei dalla parte giusta è ok se no attento a come parli non è la sede opportuna.
Poi attenzione ahaha "i nostri telegiornali raccontano e continueranno a raccontare la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas e blabla" ma degli ostaggi palestinesi? Del fatto che Netanyahu non vuole un accordo? Dai su
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Wonka il Film
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✔️ 𝐒𝐓𝐑𝐄𝐀𝐌𝐈𝐍𝐆 𝐎𝐑𝐀 𝐐𝐔𝐈 ▶ https://megavids.online/movie/787699/wonka
:: Trama WONKA ::
Questo film racconta la storia delle origini di Willy Wonka, un personaggio del romanzo Charlie e la fabbrica di cioccolato di Roald Dahl, pubblicato nel 1964. Questo film descrive i primi giorni di Wonka come eccentrico cioccolatiere. Confezionato come "compagno" dell'adattamento cinematografico di Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, questo film ha come protagonista Timothée Chalamet. È supportato da Calah Lane e altri attori famosi come Keegan-Michael Key, Paterson Joseph, Matt Lucas, Mathew Baynton, Sally Hawkins, Rowan Atkinson, Jim Carter, Tom Davis, Olivia Colman e Hugh Grant.
Il processo di sviluppo del film è iniziato dopo che la Warner Bros. La Pictures, che aveva precedentemente pubblicato un adattamento del romanzo del 1964 nel 2005, ha acquisito i diritti sul personaggio di Wonka nell'ottobre 2016. Hanno annunciato che il film si sarebbe concentrato sulla storia delle origini di Wonka. Timothée Chalamet è stato confermato per interpretare Wonka nel maggio 2021 e il cast di supporto è stato annunciato nel settembre dello stesso anno. Le riprese principali sono iniziate nel Regno Unito nel settembre 2021. Le location delle riprese includono Warner Bros. Studios, Leavesden, Watford, così come a Oxford, Lyme Regis, Bath, St Albans e al Rivoli Ballroom di Crofton Park, Londra. Le canzoni originali del film sono state fornite da Neil Hannon, con la musica originale di Joby Talbot.
Wonka è stato presentato in anteprima alla Royal Festival Hall, Southbank Centre, Londra, il 28 novembre 2023. Il film è uscito nel Regno Unito l'8 dicembre e negli Stati Uniti il ​​15 dicembre 2023 dalla Warner Bros. Immagini. Il film ha ricevuto recensioni generalmente positive da parte della critica.
Lancio :
Timothée Chalamet nel ruolo di Willy Wonka, un aspirante inventore e cioccolatiere.
Calah Lane nel ruolo di Noodle, l'assistente di Willy
Keegan-Michael Key nel ruolo del capo della polizia
Paterson Joseph nei panni di Arthur Slugworth, un uomo d'affari corrotto e leader del cartello del cioccolato
Matt Lucas nel ruolo di Prodnose
Matthew Baynton nel ruolo di Fickelgruber
Sally Hawkins nel ruolo della madre di Willy Wonka
Rowan Atkinson nel ruolo di Padre Julius, un prete.
Jim Carter nel ruolo di Abacus Crunch,e altri
Wonka ha tenuto proiezioni speciali allo ShowEast il 24 ottobre 2023 e all'auditorium Naval Support Activity Hampton Roads il 19 novembre. Una première speciale a Tokyo si è tenuta il 20 novembre, alla presenza del regista Paul King, dei produttori David Heyman e Alexandra Derbyshire e delle star del cinema Timothée Chalamet e Hugh Grant. Il film è stato presentato in anteprima alla Royal Festival Hall, Southbank Centre, il 28 novembre 2023. Distribuito nelle sale dalla Warner Bros. Immagini nel Regno Unito l'8 dicembre 2023, il film è stato seguito dall'uscita negli Stati Uniti il ​​15 dicembre 2023, nei cinema convenzionali, Dolby Cinema e IMAX.Inizialmente, l'uscita del film era prevista per il 17 marzo 2023.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate “fotogrammi”. Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come “fenomeno Phi”.
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unbiviosicuro · 1 year
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da quando piccolissimamente mi occupo di critica letteraria per la tesi, e mi capita però anche di provare a leggere saggi filosofici, mi rendo conto che a un certo punto trovo estremo conforto nell'immediatezza senza parole di certe opere d'arte (nel senso di: quadri, installazioni, performance, fotografie...). e da quando analizzo le viscere del mio autore preferito, mi rendo conto di provare già nostalgia per quelle sere o mattine in cui lo leggevo spontaneamente, senza domande, senza cercare niente, per la prima volta: solo trovando(mi) a tratti, e ridendo, e amando in modo più puro di quanto non senta di fare oggi in cui tutto suona estremamente familiare, come interiorizzato. eppure meno vero
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO SECONDO - di Gianpiero Menniti 
ANIME IN ATTESA
La sostanza è reale se entra in relazione con i sensi. In questo solco, tutto è reale: anche un miraggio. La critica può misurarsi solo con l'illusione, il miraggio, appunto.  Ma non sul fatto, inconfutabile, che anche un miraggio possegga una sostanza, ambigua e ingannevole, ma solo fin tanto che non si sveli nella sua natura di fenomeno ottico. Punto. Cosa ha a che fare questo "sproloquio" filosofico con l'arte? Molto. Ogni espressione d'arte è, in fondo, un miraggio del reale. Come l'oasi inesistente nell'inferno di fuoco del deserto, un dipinto è materia plasmata per apparire ad imitazione del reale. Ecco l'inganno: il segno che rimanda ad un oggetto riconoscibile. Sulla verità dell'arte si è sempre dibattuto.  Alcuni celebri dipinti di Vincent van Gogh ne sono divenuti l'emblema, in dispute intellettuali che da Heidegger a Derrida hanno provato a tracciare nuovi canoni della riflessione estetica. "Un paio di scarpe", dipinto nel 1886 dal pittore olandese, può essere utile a rendere la sostanza di quei ragionamenti che si spinsero alla ricerca del significato di "arte". Ma lo stesso dipinto, in me, suscita altri pensieri. Nasce come apparenza.  Muta in reale. Perché oltre il suo mostrarsi segno di una sostanza riconoscibile, è il suo apparire come tale a rimandare ad un reale "nascosto". Cosa si cela dietro il miraggio di scarponi dipinti che non sono veri scarponi? Il vissuto che rappresentano, il rimando ad un mondo che potrebbe essere narrato da mille racconti. Mille verità, tutte appartenenti ad un reale che è dietro la tela e di fronte agli occhi di una mente. Una metafisica che ciascun osservatore può vedere. Esiste. La tela bianca è solo un sipario in attesa della scena. La scena è un significato che chiede di essere vissuto nelle forme molteplici del pensiero. Ed ecco, ad un tratto: non sono più un paio di scarpe che imitano un paio di scarpe.  Sono "vite" che anelano la nascita, coscienze che attendono le voci. Non esiste nulla, come l'arte, che sappia rendere reale un'anima.
- In copertina: Maria Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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Quello che mi è accaduto ha dell'incredibile: il poeta, scrittore, traduttore, critico d'arte e letterario Vincenzo Guarracino mi ha chiesto l'amicizia su Facebook e mi ha inviato un messaggio facendomi sapere che era rimasto colpito da un mio pensiero su Leopardi e perciò mi chiedeva il permesso di utilizzarlo per la compilazione di un suo Dizionario Leopardiano.
Guarracino è autore di una famosa Guida alla lettura di Leopardi dell'87 e, cercando su Google, ho scoperto di possedere un libro di cui è stato curatore, un'antologia di lirici greci tradotti da poeti italiani (non solo da Quasimodo). Inoltre, una delle sue pubblicazioni più recenti è Un nome venerato e caro, una biografia di Ranieri oltre il mito dei Sette anni di sodalizio, ed io, proprio in questi giorni, sto leggendo due opere di critica biografica che furono scritte in risposta al controverso libretto di Ranieri.
Io non ho ambizioni letterarie, altrimenti, a quest'ora, sarei una delle tante prede consenzienti di case editrici a pagamento che fanno leva sulla vanità di più o meno velleitari scrittori. Ciò che mi rende felice di questo progetto è unicamente l'associazione del mio nome a quello di Leopardi e la diffusione, fra i lettori del Dizionario, del mio amorevole pensiero su di lui. Immaginare che qualcuno, per un istante, penserà: "Toh, una Valentina che ama Leopardi" mi fa sorridere di soddisfazione.
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seoul-italybts · 2 years
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[✎ ITA] Variety, intervista : J-Hope Parla di Com'è Destreggiarsi tra i BTS e la Carriera Solista, e di Come Jack in the Box Svelerà il Suo Lato Più Dark | 15.07.22⠸
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🗞 VARIETY | 15. 07. 2022 | Twitter
❝ J-Hope Parla di Com'è Destreggiarsi Tra i BTS e la Carriera Solista e di Come il Suo Album Hip-hop Svelerà ‘il Suo Lato Più Dark’ ❞
__ di CHRIS WILLMAN
Ora sappiamo che tutti i membri produrranno degli album solisti, e tu sei stato il primo a farti avanti con il tuo. Possiamo considerarlo come un segno del fatto che fossi il più entusiasta tra tutti, per essere così pronto quasi subito dopo quell'annuncio?
In realtà, l'ordine non contava poi molto. Pur lavorando ai progetti di gruppo dei BTS, ho sempre continuato a scervellarmi riguardo a quale tipo di musica avrei potuto presentare individualmente in quanto J-Hope; di fatto, non ho mai smesso di pensarci. E le tempistiche sono cadute proprio a pennello, quindi è stato un caso io sia stato il primo a pubblicare tra i membri. Però, dato che sono stato il primo a rilasciare un album solista, avverto un po' il peso di questa responsabilità. E desidero che quest'inizio abbia successo, per aprire bene la strada a tutti i membri. Ero un po' preoccupato, non vorrei mai mettere a repentaglio o sminuire la nostra reputazione di gruppo. Ad ogni modo, nel complesso sono piuttosto soddisfatto e fiducioso nel risultato. Ho dato davvero tutto me stesso, per quest'album, e vi ho espresso tutto ciò che volevo trasparisse da esso. Quindi, qualsiasi saranno le reazioni o i feedback, non provo rimpianti e sono pronto ad ogni forma di commento o critica. Non ho alcun problema, in tal senso.
Sono passati diversi anni dal rilascio della tua mixtape “Hope World” e poi, nel 2019, è uscita “Chicken Noodle Soup” con Becky G, che è il tuo progetto solista più recente. Hai continuato a lavorare alla tua musica fin da allora, o si è trattato di una cosa una tantum e quindi, quest'album, è risultato di una scarica creativa recente?
È già parecchio che il tema di “Jack in the Box” mi frulla in mente. È da tanto che ci penso perché ha a che fare con il mio nome d'arte, J-Hope. Ho sempre voluto infondere un po' della storia che sta dietro il mio nome, nella mia musica. Però è anche vero che è solo dall'inizio della pandemia che mi sono concentrato di più sulla produzione del mio album solista. Durante la pandemia ho capito che, nonostante tutte le difficoltà, la vita prosegue e non posso starmene con le mani in mano. Ho anche avuto un po' più di tempo da trascorrere per conto mio, del tempo per me, e ho deciso di darmi da fare, nonostante la situazione in corso. In quel periodo, dunque, mi sono dedicato sia alla mia musica che a quella dei BTS.
E sì, in passato ho rilasciato “Hope World” e “Chicken Noodle Soup” e, già allora, mi ero studiato quali fossero le tempistiche migliori per progetti simili. Mi sono detto, “È il momento più adatto per mettere in risalto le mie abilità nel ballo, per mostrare ciò che so fare a livello di performance”. Ora, con quest'album chiamato “Jack in the Box”, voglio mettere in risalto le mie doti creative a livello musicale. Quindi, sì, è tanto che penso a questo tema — è sempre stato parte dei miei piani.
“More”, il primo singolo, è stato davvero una bella svolta. Qualcosa che probabilmente sarebbe stato più difficile realizzare nel contesto dei BTS, con le sue strofe rap e poi la band rock nel ritornello, come abbiamo visto dal video. Quello stile, nello specifico, è solo uno tra tanti o dobbiamo prenderlo come un indizio della direzione in cui proseguirà l'album?
C'è un motivo ben preciso dietro la scelta di rilasciare “More” come prima traccia. Volevo mostrare un lato un po' più dark di me stesso, sia come J-Hope che come individuo. È una traccia molto potente e, sì, di fatto credo le sensazioni provate ascoltandola non saranno poi così diverse da quelle che susciterà il resto dell'album. Con questo non voglio dire che il sound rap sia il tema principale o il punto focale di questo progetto, ma l'andamento complessivo e lo stile sono decisamente consistenti, dall'inizio alla fine. Credo capirete meglio cosa intendo quando, tra qualche giorno, potrete ascoltare tutte le tracce, dopo il rilascio dell'album. È un album decisamente particolare dal punto di vista stilistico, e svela sicuramente un mio lato un po' più dark e nuovi aspetti della mia personalità. Spero vorrete dimostrargli tanto supporto, quando sarà rilasciato.
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Che cosa puoi dirci di “Arson”, che sarà la seconda traccia accompagnata da un video? Le foto rilasciate ti vedono vestito impeccabilmente di bianco, anche se successivamente appari ustionato da quella che sembra essere stata una qualche sorta di esplosione in una carrozzeria.
Se andiamo a vedere la lista delle tracce, ci sono diverse canzoni con titoli molto interessanti, come, ad esempio, “Equal Sign” e “There Are No Bad People in the World” [aka “STOP (세상에 나쁜 사람은 없다)”] e poi, soprattutto, “Arson”. L'immaginario evocato dai titoli si sposa alla perfezione con il concept e l'estetica che ho scelto per questa canzone. Questo brano parla dell'auto-combustione di J-Hope, alimentata dalla mia passione. Ho alimentato il fuoco della mia stessa passione per poter perseguire questa carriera, per poter continuare a lavorare alla mia musica. Ma, col senno di poi, la cosa mi è un po' sfuggita di mano, ecco perché (nel video) anche tutto il resto del mondo che mi circonda va a fuoco. Ho sempre avuto l'opportunità di rilasciare molte tracce e ho ricevuto amore e supporto da tutto il mondo. Quindi, ora, non è facile spegnere tutta quella passione. È questo il messaggio che volevo trasmettere ed esprimere, anche visivamente, tramite “Arson”. Inoltre, questa canzone parla di come, ora, io sia arrivato ad un crocevia — ad un bivio in cui scegliere tra l'estinguere quest'incendio, appiccato dalla mia stessa passione, o il continuare ed alimentarlo ancor più. Personalmente, trovo questa canzone, “Arson”, sia visivamente e stilisticamente ancor più potente di “More”, ed avrà un impatto ancor maggiore. Non vedo l'ora di scoprire quali saranno le reazioni ed i commenti, quando sarà rilasciata.
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Musicalmente, hai seguito ispirazioni o influenze di cui la gente magari non è al corrente, nella creazione di quest'album?
Credo lo capirete meglio quando l'album sarà uscito e potrete ascoltare tutte le tracce. Non ci sono featuring o partecipazioni di altri artisti, nel mio album; tutte le tracce sono cariche solo della mia voce. Dato che volevo trasmettere la mia storia, seguire una progressione narrativa personale, ho pensato non ci fosse bisogno di collaborazioni e sono sicuro che solo usando e facendo sentire la mia voce, e null'altro, quest'album sarebbe risultato davvero autentico. Quindi, alla vostra domanda, rispondo che l'unica vera influenza che ho seguito nella produzione di questo progetto è stata quella del mio sé interiore— quella della mia identità individuale. Mi sono ispirato alla mia interiorità e alle mie esperienze e pensieri in quanto membro dei BTS, nonché alla mia vita personale. Dal punto di vista musicale, dato che io ho iniziato come street dancer, credo la musica che ho sempre ascoltato e ballato sia alla base dei mie lavori di adesso. Quindi, di base, sentirete molte tracce in stile hip-hop vecchia scuola.
A fine luglio, ti aspetta una performance come uno degli artisti principali sul palco del festival Lollapalooza. Potresti darci un assaggio di quale sarà lo stile della tua performance? Dato che hai sempre avuto così molto da mostrare a livello di ballo, probabilmente la gente penserà che, senza gli altri membri, sarai comunque accompagnato da un set di ballerini e che l'esibizione prevederà coreografie complesse. Eppure, nel video di “More”, non ci sono ballerini, e già solo quello potrebbe far presagire un diverso approccio e direzione anche a livello di esibizione live. Puoi parlarci di come saranno le tue performance in quanto artista solista?
Ad esser sincero, con “Jack in the Box” ho voluto spostare il focus sul processo produttivo e sulle mie abilità creative a livello musicale. Quindi non farò particolare affidamento sul ballo, come invece faccio di solito. Diciamo che ho scelto una nuova arma— un'abilità differente che desidero mostrare al pubblico. Credo quest'album lascerà un'impressione davvero diversa e nuova di me agli ascoltatori e spettatori. E credo che i propositi con cui mi sono approcciato alla produzione di quest'album finiranno per essere rispecchiati anche nelle performance live. Sto preparando diverse cose di modo che le esibizioni soliste non risultino deboli. Sì, ho intenzione di caricare quest'esibizione con molti elementi e dettagli differenti. Spero potrete assistervi in prima persona. E credo che solo dopo aver ascoltato tutto l'album, capirete perché ho deciso di esibirmi al Lollapalooza, perché ho deciso di accettare questa sfida enorme e di esibirmi come artista solista ad un festival musicale.
Quando avete annunciato i vostri progetti solisti, naturalmente i fan erano un po' preoccupati perché, anche se avete assicurato che quella non era la fine dei BTS, probabilmente quei piani sarebbero potuti risultare in una separazione piuttosto lunga. Eppure poi, il 7 luglio, avete annunciato che, a dispetto di questa marea di attività soliste, i BTS faranno un concerto a Busan, ad ottobre, a supporto della candidatura della Corea del Sud come nazione ospite della World Expo. Credi quest'annuncio abbia pacificato le preoccupazioni del pubblico rispetto al futuro dei BTS?
Quando abbiamo annunciato la nostra pausa temporanea ed abbiamo parlato dei nostri progetti solisti, davvero, volevamo semplicemente essere sinceri rispetto a ciò che provavamo e quali fossero i nostri piani per il futuro. Sono rimasto parecchio sorpreso della reazione generale, non era ciò che ci aspettavamo o come pensavamo la notizia sarebbe stata presa. Credo ci siano state alcune piccole lacune nella traduzione di ciò che stavamo dicendo. La nostra non è decisamente un'interruzione, non siamo in un periodo di hiatus. Il gruppo continuerà con le sue attività di squadra.
Negli ultimi dieci anni, abbiamo imparato molto e siamo cresciuti e maturati insieme, in qualità di gruppo, e credo quello sia stato il Primo Capitolo dei BTS. E affinché i BTS possano durare a lungo e migliorare ancora, siamo convinti questo Secondo Capitolo sia assolutamente necessario. Quindi, anche se abbiamo sempre lavorato insieme e siamo cresciuti insieme, credo forse sia arrivato il momento di maturare singolarmente e di perseguire i nostri obiettivi individuali, così da poter lavorare alla nostra crescita personale. Ciò che auspichiamo è di poter tentare e sperimentare tante cose nuove, lavorando ai nostri progetti solisti.
Ciò non significa che i progetti di gruppo dei BTS si interromperanno, ovviamente. Ci aspettiamo che tutti questi progetti individuali e le nuove esperienze e capacità acquisite produrranno una sintonia ancora maggiore a livello di gruppo. Siamo convinti questo sia il modo più sano e ragionevole affinché la nostra squadra possa crescere. Ora, quindi, credo il Secondo Capitolo dei BTS sia ormai alle porte — e, in futuro, continueremo sicuramente a lavorare a progetti di gruppo, oltre a quelli individuali. Appunto, come avete detto, ad ottobre ci sarà un concerto ed è un evento molto importante per noi. Quindi spero davvero non ci saranno ulteriori fraintendimenti rispetto ai nostri progetti e alla direzione che sta imboccando il nostro gruppo.
⠸ Ita : © Seoul_ItalyBTS⠸
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I Me Contro Te stavolta se la devono vedere con il Conte Dracula nel cui castello è conservato il diamante che la banda dei Malefici vuole utilizzare per alimentare il cannone che oscurerà il sole e, di conseguenza, distruggere il mondo intero, compresi gli odiati Sofì e Luì. Nel quinto capitolo della saga, i Me Contro Te giocano con gli stereotipi dell'immaginario del vampirismo di Dracula che però ora ha una figlia, Ombra, molto critica nei confronti dello 'stile' di vita del padre. La diversità come valore. C'è però anche qualcosa di più profondo in questo modo di porsi di Luigi Calagna e Sofia Scalia che richiama, non sembri sacrilego, il cinema delle origini quando la 'retorica' attoriale, ancora teatrale, imponeva codici precisi della rappresentazione priva della parola.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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ricorditempestosi · 1 year
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lascia pure che ti critichino, dove esiste una critica, c'è sempre un'opera d'arte e tu lo sei
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