A me resta il bene, a te resta il male
Non male per me
Non sono nemmeno un dolce ricordo
A me è rimasto il rimpianto,
A te soltanto il rimorso
Madame - Il Bene nel Male (Sanremo 2023)
Oggi e domani saranno montagne russe di emozioni. Cioè oggi sono usciti i primi due episodi di Percy Jackson e sono completamente innamorata e felice. Domani invece ci saranno le ultime due puntate di Un Prof e non so come sentirmi, perché per come sta andando la situazione, mi potrebbe tirare su di morale solo la morte di Dante (I hate him with my whole heart). Ma allo stesso tempo non voglio salutare questi personaggi per altri mesi, non sono pronta
devo dire che la rappresentazione che alice os3man fa delle persone asessuali non mi piace proprio. so benissimo che anche ləi lo è, però i personaggi ace di h3artstopp3r (e parlo della serie perché gli altri libri, tipo loveless, non li ho letti) sembrano completamente estraniati da tutto e da tutti, antisociali e attaccati a qualche oggetto di conforto manco fosse la coperta di linus. vivere da persona aro-ace (e parlo da un solo punto di vista qua) in un mondo amatonormativo è abbastanza estraniante, anche perché quando fai coming out con i tuoi amici, anche se sono queer, raramente troverai quel supporto e quella comprensione che avresti se rivelassi di essere di un qualsiasi altro orientamento sessuale.
ora. questo non ci rende persone completamente incapaci di vivere in un contesto sociale, e lo dico soprattutto perché entrambi i personaggi asessuali della serie sono distinti tra loro, ma seguono le stesse identiche dinamiche. sarà complice il fatto che la serie si incentra principalmente sulle relazioni romantiche, quindi va tutto a parare lì (conversazioni, riflessioni, ecc.), ma il senso di far vedere quei personaggi sempre soli anche se in compagnia, sempre assorti nelle loro attività caratteristiche (la frase "x is better than sex!" sta diventanto dannosa per la comunità ace, ve lo dico sinceramente) che senso ha? sarà che alice, avendo vissuto certe esperienze in prima persona, parla dal suo punto di vista, ma nella writers' room nessuno si è accorto che is4ac e t0ri stavano venendo fuori uguali spiccicati? sono abbastanza fortunata da conoscere un paio di persone ace o aro-ace al di fuori dei social, e se magari io posso cascare nello stereotipo (ma perché ho l'ansia sociale a livelli stellari), loro sono persone piene di vita, che illuminano la stanza. sembra sennò che il destino ultimo di ognuno sia socializzare per flirtare, e lì per forza nessuna persona ace/aro-ace aprirebbe mai bocca, ma la vita e le relazioni interpersonali sono un pochino più complesse di così. forse sono io che sbaglio ad aspettarmi una buona rappresentazione di un orientamento sessuale/romantico così complesso in una serie in cui non è il focus principale (e per cui io sono ormai assolutamente fuori target).
Non all'inizio, all'inizio siamo tutti belli e perfetti, diciamo le cose giuste al momento giusto.
Una persona la conosci nella fine delle cose, quando magari si comincia a discutere perché si cominciano a scoprire i difetti, quando si hanno punti di vista differenti, quando si va a dormire senza darsi la buonanotte, che è come dormire di spalle l'uno con l'altra.
Una persona la conosci nella fine, nei confronti che evita, nel non darti spiegazioni. Nel silenzio.
Una persona la conosci alla fine, quando non è più tutto semplice e bisogna venirsi incontro, e lottare per rimanere insieme, perché a volte serve anche quello.
La conosci dalla fine perché all'inizio c'è l'interesse e verso la fine, quando l'interesse sta sfumando o viene messo in discussione, capirai se chi hai accanto è una persona rispettosa oppure no.
Lo capisci alla fine, chi hai avuto accanto. E molto spesso è deludente
“E l'enorme distanza tra dove sei e quello che ti eri sempre immaginata non deve per forza indicare un fallimento. La delusione non dev'essere necessariamente deludente.
Il desiderio, il bisogno, la distanza, la delusione: crescere, conoscere, impegnarsi, invecchiare accanto a un altro.
Da soli si può vivere perfettamente. Ma non una vita.”