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#dispotico
iotivedoalbuio · 1 year
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M O N D I D I S T A N T I - CAPITOLO TRAVERSO #??"Gioco non a somma zero" (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1343276814-m-o-n-d-i-d-i-s-t-a-n-t-i-capitolo-traverso-gioco?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=iotivedoalbuio&wp_originator=V7k5mxF9n9D0XizBP%2BSjki3YjPbvo%2BaZK09EVs%2BFhlUdD7wg%2FAqoOjiJRf4kFVh1097LVicsi%2BA%2FdBxue0xrYu17AYcNCdEkJ4IXNhRgPevMhn2%2FHYY4KwQZPaMU9R2E "Consapevole della responsabilità [im]morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità (per quanto voi possiate crederci o meno) e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza su ciò che è accaduto, accade, accadrà. Tribolavo nell'attesa di farlo, Signor Giudice e miei cari membri della giuria, preparate i pop corn, perché vi mangerete le mani cuticole dalla sete di conoscenza"
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libero-de-mente · 4 months
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MIO CUORE
Ho un cuore debole.
Nulla di romantico. È più fisica la questione, anzi cardiaca.
Il mio cuore fa male, risulta come stanco.
Così sono finito al pronto soccorso, uno di quelli in città.
Nuovo, di recente costruzione in cui mi hanno accolto.
Al triage sono bastate due parole, dammi due parole "cuore" e "dolore", una in meno delle tre parole che cantavamo quasi tutti nel 2001.
Mi ritrovo proiettato in una realtà che non assaporavo da anni, fatta di dolore ed emergenze, di speranze e di rassegnazione, spesso disperazione.
Sdraiato su di un lettino, con cavi attaccati e flebo. Prelievi e TAC.
Osservo, senza essere invasivo e persistente, le persone che condividono la stanza. Sento i loro lamenti. Sono per lo più persone anziane.
Una signora si lamenta: "La testa vola via, aiuto".
Penso alla mia di testa, sempre staccata metaforicamente dal mio corpo, tipo "io e te, tre metri scopra il collo".
Passano le ore. Ho con me il Kindle, sono un lettore atipico.
Ho bisogno di un'atmosfera serena per leggere, il frastuono mi distrae, in questo ambiente tra i bip-bip degli elettrocardiografi, le voci, i lamenti, le suonerie telefoniche improbabili delle persone anziane che cercano di rispondere goffamente alle telefonate dei loro parenti è il caos.
Opto quindi per un libro già letto, in maniera che qualsiasi distrazione non mi faccia perdere il filo, conoscendola già, della trama.
Sono stato ricoverato un bel po', di ore dico, tanto che ho iniziato e finito Assassinio sull'Orient-Express, di Agatha Christie. Adoro.
La scelta è stata dettata perché, come sul vagone del treno, ci sono le cuccette. Individuo in un anziano signore, dispotico con le infermiere, il signor Ratchett. Una signora seduta con modi eleganti mi ricorda la principessa Natalia Dragomiroff, mentre un'altra signora è simile a Hildegard Schmidt la sua cameriera.
Mi immedesimo in Hercule Poirot, più alla Kenneth Branagh che alla David Suchet per una questione prettamente d'aspetto fisico, e mi manca tanto avere accanto un Monsieur Bouc.
La mia dedizione alla lettura viene sospesa, quand'essa viene catturata da un uomo. Lo hanno fatto entrare e si avvicina alla persona anziana che sta sulla mia sinistra.
La tendina divisoria non mi mostra il volto, ma lo sento respirare attaccato alla maschera per l'ossigeno con molte difficoltà.
Non è una semplice visita di cortesia, mi sembra un saluto.
L'uomo in lacrime chiama "papà" la persona che sta lottando con un respiratore. Gli dice che è fiero di lui, che è orgoglioso della vita insieme a lui. Che non deve mollare, che domani tornerà a trovarlo e si rivedranno sicuramente. Ma il suo volto, mentre si girava per uscire passandomi davanti, diceva tutt'altro. Con gli occhi pieni di lacrime.
Come se quelle parole dette fossero un probabile addio.
Sono stato dimesso in piena notte. Ventiquattrore che non dormo.
Il mio cuore stanco faceva male.
Ce la caveremo entrambi, me la caverò con una cura.
Ho salutato tutte le infermiere e i medici presenti, ringraziandoli.
Ho salutato la signora "Hildegard Schmidt", che ha apprezzato, contraccambiando con un sorriso.
Quando sono uscito ho ricevuto gli abbracci dei miei figli. Una panacea naturale dal potere infinito.
Oggi è la festa della mamma e mia madre l'ha voluta celebrare facendo gli gnocchi. Fatti a mano da lei. Credo che non li facesse dai tempi in cui mio padre era ancora in vita.
Un regalo enorme per me.
Resterò a riposo. Con il piccolo Leo che gioca su di me.
Strana la vita, si diverte con il bilanciare le cose.
Per un micio rosso che arriva, Leo, uno rosso se ne va. Tito, il gatto rosso di una vicina di casa, che si è spento l'altra notte.
La vita alla fine, in un modo o nell'altro, riequilibra le cose.
I nostri eccessi verranno annullati, ne sono sicuro.
Buona festa a tutte le donne che hanno fatto da madre nella loro vita, ai loro cuori generosi e forti; capaci di eseguire uno dei compiti più importanti e impegnativi nella vita.
Essere madre, mamma e matrice.
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crazy-so-na-sega · 1 month
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È abitudine dei tiranni non amare mai chi possiede uno spirito di dignità e indipendenza. Il tiranno rivendica per sé il monopolio di queste qualità; sente che chiunque affermi una dignità rivale, o agisca con indipendenza, minaccia la sua superiorità e il potere dispotico della sua tirannia; lo odia quindi come un sovversivo della sua autorità. È anche abitudine dei tiranni preferire la compagnia degli stranieri a quella dei cittadini a tavola e in società; i cittadini, secondo loro, sono nemici, ma gli stranieri non si oppongono.
-Aristotele Politica
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schizografia · 9 months
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Jean Paris ha illustrato il funzionamento di questi poli nella pittura, dal Cristo dispotico al Cristo passionale: da una parte, il viso del Cristo visto di faccia, come in un mosaico bizantino, con il buco nero degli occhi sul fondo dorato, mentre tutta la profondità sembra proiettarsi in avanti; d’altra parte, i visi che s’incrociano o si voltano, di tre quarti o di profilo, come in una tela del Quattrocento, con sguardi obliqui che tracciano linee molteplici ed integrano la profondità nel quadro stesso (si possono prendere esempi arbitrari di transizione e di mescolanza: la Vocazione degli Apostoli, di Duccio, su paesaggio acquatico, in cui la seconda formula prevale già nel Cristo e nel primo pescatore, mentre il secondo pescatore resta preso nel codice bizantino).
Gilles a Deleuze & Felix Guattari, Anno zero, viseità
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curiositasmundi · 7 months
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Il presidente argentino Milei si propone come modello di governo della crisi economica, sociale, politica ed ecologica attraverso la rottura di ogni consenso sociale e politico e di ogni regola del potere (democraticamente) costituito
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Già dalle prime misure varate subito dopo la sua assunzione ufficiale dell’incarico, in una cerimonia celebrata per la prima volta nella storia in piazza e voltando intenzionalmente le spalle al congresso, Milei ha mostrato la sua avversione per ogni procedimento formale costituzionale, presentando un pacchetto di quasi 900 leggi per mutare radicalmente l’assetto giuridico-istituzionale dello Stato argentino mediante un Decreto Nazionale di Urgenza (Dnu) e una Legge Omnibus. Si tratta di due maxi-provvedimenti emessi con procedura di urgenza in modo da bypassare i meccanismi democratici formali tipici di ogni democrazia parlamentare. Il processo Milei incarna un progetto autoritario e messianico (non si sottovaluti la conversione all’ebraismo ortodosso del presidente) di rifondazione istituzionale, un reale «processo di riorganizzazione nazionale», l’espressione usata da primo comunicato della giunta militare nel 1976 e ripresa dallo stesso Milei durante il suo discorso di insediamento. Il Dnu è già entrato in vigore da quasi un mese e mezzo, e potrà essere revocato soltanto dai tribunali. Proprio in questi giorni la legge omnibus è stata respinta dal parlamento, nonostante l’opposizione friendly del Pro di Macri, della vecchia Ucr e del peronismo di destra, e dovrà tornare nelle commissioni. Questi due provvedimenti sono stati accompagnati da un terzo – il cosiddetto Protocollo Repressivo della ministra della sicurezza, Patricia Bullrich – che autorizza la violenza statale e cioè la sorveglianza, la prevenzione arbitraria e soprattutto la repressione poliziesca indiscriminata di ogni manifestazione pubblica di dissenso, di ogni blocco di strade a causa di proteste, così come l’aumento delle pene di reclusione per reati politici. Già nelle prime manifestazioni di opposizione al governo abbiamo visto scene – arresti indiscriminati, attacchi feroci e intimidatori delle forze dell’ordine ai manifestanti e anche alla stampa – che non si vedevano dagli anni più bui della storia del paese. Da notare che il protocollo è divenuto operativo prima della sua approvazione in parlamento. Un’eccezione che opera in uno stato di eccezione più ampio. 
L’agenda di governo del processo Milei eccede anche qualsiasi tentativo di comprensione attraverso categorie economicistiche, anche tipicamente neoliberali, come austerity, aggiustamento strutturale, azzeramento del deficit fiscale, riduzione del debito pubblico, ecc. Nella sua essenza è un tentativo di cambiare, secondo una modalità autoritaria e intransigente, la costituzione materiale dello Stato-nazione, ovvero di eliminare qualsiasi tipo di regolazione istituzionale della vita sociale e ambientale per favorire in modo dispotico non il «libero mercato», bensì la produzione di valore, la speculazione e la rendita finanziaria, l’appropriazione di terre da parte di grandi proprietari e corporazioni e l’estrattivismo in tutte le sue dimensioni, senza alcun tipo di mediazione (giuridica, sindacale, ecc.). Si tratta di un modello di società di tipo pre-contrattualista, un modello di accumulazione brutale fondato sull’assurda concezione secondo cui la società è fatta soltanto dal libero scambio tra individui. Da qui la sua infatuazione per Margaret Thatcher. Così, con i suoi due decreti fondativi, sommati a una svalutazione della moneta del 120%, alla liberalizzazione dei prezzi dei generi alimentari, dei farmaci e dei contratti per gli affitti, alla cancellazione di ogni sussidio statale al trasporto e ai servizi pubblici (acqua, luce, gas, ecc.) e al blocco delle opere pubbliche, il processo Milei si è tradotto in uno dei più brutali trasferimenti di ricchezza di tutta la storia argentina dalle classi popolari all’oligarchia agro-finanziaria. Le statistiche in questi mesi registrano un calo del consumo dei generi alimentari di prima necessità del 40%, insieme a un crollo del 40% degli acquisti di farmaci essenziali. Un’estrazione feroce su una popolazione socialmente già allo stremo, dopo tre anni di inflazione galoppante. 
È questo il primo risultato di un’applicazione sadica, fanatica e alla lettera della terapia dello «shock economico» di Milton Friedman, il quale sosteneva che la rifondazione in senso neoliberale di una società doveva avvenire nei primi sei mesi di governo e, se possibile, nel pieno di una grave crisi economica. E tuttavia il «messianismo neoliberale» di Milei non è del tutto comprensibile al di fuori della storia coloniale dell’Argentina. Sta qui la sua principale differenza con i sovranismi del Nord globale. Il processo Milei affonda il suo immaginario politico nel progetto del «colonialismo d’insediamento» razziale delle élites bianche creole argentine di fine Ottocento, ovvero in un paese oligarchico governato da un blocco sociale agro-esportatore liberale e assai vincolato al capitalismo finanziario internazionale dell’epoca, e quindi fondato sulla negazione ed esclusione strutturale delle masse autoctone. Il processo Milei trae buona parte della sua linfa culturale da questa Argentina coloniale e pre-peronista, ovvero da un modello di paese costruito su un genocidio di stato e cioè sull’esclusione e repressione dei «gauchos» e delle masse proletarie meticce, e sullo sterminio pianificato dei popoli indigeni e degli afro-discendenti. Il «ritorno all’Argentina potenza» invocato da Milei, la sua santificazione di una personalità storica come Juan Bautista Alberdi (1810-1884), sta a significare un ritorno messianico a questa sorta di «paradiso adamico» rappresentato da un paese fondato sul terrorismo di stato, ovvero su un progetto volutamente omicida di «bianchizzazione» della popolazione. Sta qui il senso della prima frase enunciata da Milei durante la cerimonia di assunzione: «È finita la lunga notte populista, viva la libertad carajo!». Milei vede la storia post-peronista come una storia di progressiva decadenza economico-culturale; e questa decadenza, nella sua enunciazione, è dovuta ai diversi tentativi populisti di inclusione del cosiddetto «subsuelo de la nacion» (il proletariato autoctono e meticcio) nella grammatica istituzionale della cittadinanza moderna, e attraverso la redistribuzione della ricchezza. È su questo sfondo della storia nazionale che va interpretata una delle sue enunciazioni più note: «Qualsiasi tentativo di giustizia sociale è un’aberrazione». Non può sorprendere dunque se nel processo Milei si cercherà di azzerare, prima o poi, come peraltro già annunciato, le importanti ed esemplari conquiste di trent’anni di lotta per i diritti umani, per la Memoria, la Verdad y la Justicia, riguardo ai delitti di lesa umanità commessi dal terrorismo di Stato durante l’ultima dittatura civico-militare tra il 1976 e il 1983 finita con 30mila desaparecidos. Da quanto detto, inoltre, non è difficile intuire che lo schieramento internazionale con Stati uniti e Israele, e l’uscita dai Brics, già annunciati da Milei, non obbediscono soltanto a ragionamenti puramente geopolitici, o semplicemente ideologici, e meno che mai economici, poiché Cina e Brasile sono i principali partner economici dell’Argentina, ma ha radici piuttosto profonde. 
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crossroad1960 · 1 year
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Appello giusto, restiamo in attesa degli appelli per Navalny e tutti gli altri dissidenti incarcerati in Russia solo per aver osato esprimere le loro opinioni sul regime dispotico, mafioso, totalitario e cleptocratico di Putin e dei suoi oligarchi. Per quelli ammazzati purtroppo non c’è più niente da fare.
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luartemisfowl · 1 year
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The jasmine throne- Il trono di gelsomino di Tasha Shuri- Review party
Benvenut* alla mia tappa dedicata a Il trono di gelsomino di Tasha Shuri. Un grazie enorme a Franci per aver organizzato e alla casa editrice per la copia in anteprima! Genere Fantasy Collana Collezione Immaginario Fantasy Ciclo The Burning Kingdoms Anno 25 aprile 2023 Pagine 528 Esiliata dal dispotico fratello, la principessa Malini passa le giornate tra le mura di un tempio in cui è…
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alephsblog · 19 hours
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seulementpourv · 3 months
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Ahimè, povera musa mia, che cos’hai stamane? I tuoi occhi vuoti sono popolati di visioni notturne, e vedo sul colore del tuo volto riflettersi alterni, freddi e taciturni, follia e orrore. Il succube verdastro ed il folletto rosa hanno versato in te, dalle loro urne, la paura e l’amore? E d’un pugno dispotico e ribelle l’incubo ti ha forse annegata al fondo di un favoloso Minturno? Vorrei che esalando odore di salute il tuo petto fosse frequentato sempre da pensieri vigorosi e il tuo sangue cristiano scorresse a ritmici fiotti, come i suoni numerosi delle sillabe antiche ove regnano volta a volta Febo, padre di canzoni e il grande Pan, il signore delle messi.»
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cinquecolonnemagazine · 3 months
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“Il gioco di Claudia” è il nuovo libro di Michele Visconti
Anno 2423 “Il gioco di Claudia” di Michele Visconti edito da Giovane Holden Edizioni  è l’ultimo romanzo dello scrittore napoletano che ancora una volta ha saputo stupire i suoi lettori. E’ evidente che per Visconti la fantascienza è un genere congeniale che ancora una volta ha saputo arricchire con riferimenti alla nostra attualità e al nostro presente in forma velata ma tuttavia chiara e riconoscibile. Il romanzo è caratterizzato da numerosi personaggi a cui lo scrittore ha saputo dare grande dignità attraverso la descrizione di tratti peculiari e storie personali molto interessanti.  Inoltre, la moltitudine di personaggi non appesantisce la lettura, resa agevole dalla capacità dell’autore di creare avvincenti connessioni tra tutti i personaggi della storia. Ampio spazio è dato alla tecnologia in merito alla quale potete approfondire il punto di vista dell’autore nell’intervista recente che mi ha rilasciata. Le macchine volanti, ad esempio, sono appannaggio delle autorità, così come tutto ciò che è tecnologicamente avanzato fino all’uso di umanoidi.  “Il gioco di Claudia” di Michele Visconti Siamo nella anno 2423 e il mondo che conosciamo non esiste più. Un gruppo di giovani amici sono i protagonisti di una serie spietata di giochi organizzati da governatori locali. Ai giochi possono accedere solo ragazzi con grande abilità e servono al Governo centrale per selezionare le future classi dirigenti. I ragazzi che vi partecipano, però, tra cui il protagonista Michele, vogliono cambiare lo status quo. Il Governo, infatti, è centralizzato, dispotico, nega i più elementari diritti a tutta la popolazione, non dà accesso alla cultura e alla tecnologia. Le scelte del Governo sono lo scotto per vivere su una Terra senza guerre fratricide, ma per un gruppo di Moderati le condizioni sono troppo drastiche e si adopera per cambiare l’ordine delle cose. Ci riuscirà? Nel gioco di Claudia di Michele Visconti c’è spazio anche per i sentimenti, per gli amori adolescenziali, per gelosie e momenti di tenerezza che ci ancorano al presente. Nel corso della lettura, infatti, l’autore semina continui richiami alla realtà recente come, ad esempio, il nome del papà di Michele (Giovanni Falcone), la sua Fiat Uno bianca e il disastro della diga di Longone. Per un tuffo, invece, nella realtà contemporanea i giochi planetari e le abilità di combattimento dei partecipanti richiamano alla mente gli attuali video giochi (basti pensare alle grandi capacità di Terry soprannominata “Macchiato freddo”). Per un tuffo, invece, nella gastronomia senza tempo, la semplice e gustosa ricetta di Michele, che l’autore descrive in ogni singolo passaggio, è certamente nota a ogni scapolo e giovane studente che si rispetti. Il libro, però, contiene anche tanti altri riferimenti che certamente il lettore attento saprà cogliere.  Nel gioco di Claudia di Michele Visconti è nel complesso molto fluido, godibile e con diversi colpi di scena. Se volete approfondire la scrittura di Michele Visconti e le altre opere potete leggere le intervisti agli altri romanzi tra cui Mia Via, il Ponte di ghiaccio e Testa o Croce. Michele Visconti è nato a Napoli nel 1979, impiegato presso una società di ingegneria come geometra, ha due principali passioni: la scrittura e il disegno.  La prima in particolare gli ha regalato non poche soddisfazioni, ottenendo buoni risultati in importanti concorsi letterari tra cui Dieci piccoli indiani e Premio Letterario nazionale Bukowski. Michele, inoltre, ha pubblicato, oltre ai romanzi sopracitati, anche la raccolta di racconti i Fanta eroi.  Read the full article
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bergoglionate · 3 months
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Sottoponiamo all’attenzione dei nostri leottori due articoli per capire ancora una volta la personalità di papa Francesco e il suo modo di governare la Chiesa. Il primo è del sacerdote tedesco don Joachim Heimerl, in cui viene spiegato che Francesco è un papa che non vuole essere papale, ovvero non pone la sua persona privata al servizio del Primato petrino, ma anzi sta facendo l’esatto contrario: personalizza il Primato a seconda della sua personalità dall’alta impronta gesuita (modernista). Il secondo articolo è del vaticanista Sandro Magister che ben dimostra che, per quanto Papa Francesco voglia veramente che la Chiesa diventi sinodale, per lui la sinodalità è un mero strumento per imporrare tale cambiamento, perché in realtà il governo di Francesco è autocrate e dispotico.
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denny1416 · 6 months
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Il mento tuo nella mia mano, occhi negli occhi, tu con quel fare dispotico del cazzo, che ti viene per via della differenza di età.
Ti direi che sei uno stronzo, non c'è bisogno che io specifichi il perché, lo sapresti già. Minacci una punizione, ma non la temo e anzi ti mordo io le labbra come fai sempre tu con me.
Mi fai incazzare perché non ti posso resistere, in effetti mi piace pure essere quella sottomessa tra i due. Però adesso ti schiaffeggerei io, per levarti quell'espressione di sfaccimma che fai quando già sai che fingo solamente di opporre resistenza.
Sfuggi, chissà quali altre grazie ti permettono di smanettarti il cazzo. Sei stanco. La scusa che usano le donne quando sono arrabbiate. Che fai mi rimpiazzi? Non mi desideri più?
Voglio che mi implori, che mi desideri, che il mio pensiero ti perseguiti e ti faccia venir voglia di me.
Tanti insulti mi affollano i pensieri, sono indecisa se urlarteli o sussurrarteli mentre sei tu in posizione di svantaggio.
Oggi è questa la voglia che ho di te: rabbiosa, cattiva.
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weirdesplinder · 6 months
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Novità dramose in libreria: THE UNTAMED
Novità succcose e dramose in libreria, arriva finalmente in italiano il romanzo da cui è stato tratto il famosissimo drama fantasy cinese THE UNTAMED, famosissimo in tutto il mondo. Nel 2019 quando è uscito è diventato subito un cult per gli amanti dei drama.
Ma attenzione la storia che racconta è ambientata in un mondo fantasy molto diverso da quello dei romanzi occidentali, che noi non conosciamo, che si basa su miti e leggendi orientali e pieno di riferimenti alla filosofia taoista, che potrebbero forse disorienatare un lettore che si approcciasse a questo genere per la prima volta e magare non avesse mai visto neppure questo genere di drama in televisione. Ma in questo post cercherò di darvi qualche dritta per capire meglio l'ambientazione di questa storia che ha affascinato milioni di spettatori e di lettori in tutto il mondo e che racconta oltre che di magia e di avventura anche di una storia d'amore tra due uomini estremamente potenti e con cararatteri opposti.
Il libro in questione è:
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Il gran maestro della scuola demoniaca. Rinascita. Vol. 1
di Mò Xiāng Tóng Xiù
Editore: Mondadori
Link: https://amzn.to/4a3b86P
Trama: Wei Wuxian è il temibile Patriarca di Yiling, considerato il fondatore delle tecniche demoniache di coltivazione, una combinazione di studi taoisti e arti mistiche che consente di ottenere facoltà soprannaturali. Governa eserciti di cadaveri e semina il terrore con il suo Generale fantasma Wen Ning e il potentissimo Sigillo Oscuro della Tigre. Quando finalmente muore durante il Grande Assalto al colle dei Sepolcri, la notizia è accolta con gioia dal mondo dei cultori. Tredici anni dopo, Wei Wuxian si risveglia nel corpo di un giovane che sacrifica l'anima per farlo rinascere nel proprio corpo e affidargli la sua vendetta. Questa seconda vita, però, non libera Wei Wuxian dal fardello di quella precedente, e anzi lo costringerà a fare i conti con le conseguenze delle scelte intraprese. Al suo fianco c'è Lan Wangji, cultore sopraffino dalla reputazione inattaccabile, con il quale tenterà di fare luce sui segreti intricati che riemergono dalle ombre del loro passato. E al quale si troverà unito da un legame tanto inaspettato quanto indomabile.
Questo romanzo è la traduzione (e probabilmente anche un riadattamento) della prima parte (suppongo visto che nel titolo c'è scritto Vol. 1) del romanzo del 2015-2016 Il gran maestro della scuola demoniaca (Módào zǔshī) di Mò Xiāng Tóng Xiù.
Trama: La narrazione si svolge in un mondo xiānxiá, in cui gli esseri umani tentano di raggiungere l’immortalità attraverso la coltivazione. In seguito ad alcuni avvenimenti, il protagonista del romanzo, Wèi WúXiàn, devia dal normale percorso di coltivazione e si dedica al mó dào (la scuola demoniaca). Nonostante il suo contributo durante la Campagna dell’Eclissi per rovesciare il dispotico Clan Wēn, gli altri clan iniziano a temere il potere di Wèi WúXiàn e i suoi metodi di coltivazione eretici. I quattro clan più potenti si alleano nuovamente e attaccano il Colle dei Sepolcri, il rifugio di Wèi WúXiàn, riuscendo a sconfiggerlo. Tredici anni dopo la sua morte, il suo spirito viene evocato da Mò XuánYǔ, un folle rifiutato dal suo clan e disprezzato dalla propria famiglia, che decide di sacrificare il proprio corpo e la propria anima per evocare lo spirito di Wèi WúXiàn chiedendo vendetta. In seguito al suo ritorno, Wèi WúXiàn si imbatterà in volti conosciuti legati al proprio passato e a causa di una serie di avvenimenti inizierà a viaggiare con uno di essi, Lán WàngJī . Il loro viaggio li porterà a scoprire molto più di quanto avrebbero creduto, portando alla luce gli eventi che realmente si celano dietro alle vicende di tredici anni prima e che causarono la morte di migliaia di persone, compreso Wèi WúXiàn.
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Il Drama cinese di 50 puntate tratto da questo romanzo, intitolato The untamed come vi anticipavo, non è stato solo un successo nei paesi asiatici, ma in tutto il mondo, infatti ne hanno montanto una versione ridotta di 20 episodi proprio per il pubblico internazionale distribuita da Netflix. Ma mentre il romanzo originale narra di un'esplicita storia d'amore tra i due protagonisti maschili, l'adattamento televisivo contiene solo delle allusioni a causa della censura cinese.
Il drama non è visibile su Netflix Italia al momento, ma lo potete guardare gratis su VIKI a questo link: https://www.viki.com/tv/36657c-the-untamed
Due parole sull'ambientazione per aiutarvi nella lettura di questo romanzo o nella visione di questo drama
I romanzi xiānxiá, così come i drama wuxia da loro spesso tratti, sono ambientati in una Cina antica e fantastica in cui esistono persone che tramite la coltivazione (una combinazione di studi spirituali e arti marziali) sono in grado di aspirare all’immortalità. Questi cultori sono riuniti in Scuole di Coltivazione organizzate intorno a un clan, nonostante non manchino cultori solitari. Il loro compito è quello di proteggere le persone da spiriti, demoni, mostri e morti viventi.
Esistono numerose scuole di coltivazione che si differenziano per prestigio e dimensioni. Cinque sono le più rinomate:
- Scuola Jiāng di Yúnmèng: Il clan Jiāng è il clan di adozione di Wèi Wúxiàn guidato attualmente da Jiāng Chéng e in precedenza da suo padre, Jiāng FēngMián. La sede della scuola di coltivazione del clan è Distesa del Loto, a Yúnmèng, e il suo stemma e il loto a nove petali. Il loro motto: Puntare all’impossibile
- Scuola Lán di Gūsū: è il clan di appartenenza di Lán WàngJī, guidato dal fratello maggiore di quest'ultimo, Lán XīChén. La residenza della scuola Lán è Dedalo di Nubi, a Gūsū, ed è simboleggiata da delle nubi al vento. La particolarità della scuola Lán è l'uso della musica nelle sue tecniche di coltivazione. Il loro motto: Eleganza e rettitudine
- Scuola Jīn di Lánlíng: è il clan che si è posto a capo del mondo della coltivazione in seguito alla caduta del clan Wēn. La scuola è guidata da Jīn GuāngYáo e si trova a Terrazza della Carpa Dorata a Lánlíng. Il loro simbolo è la regina delle peonie. Motto: Orientare la saggezza, dichiarare gli intenti, illuminare il mondo di fulgore vermiglio.
- Scuola Niè di Qīnghé: è il clan guidato da Niè HuáiSāng, succeduto a capo del clan in seguito alla morte del fratello maggiore, Niè MíngJué. La scuola si trova nel Reame Impuro, a Qīnghé. Il loro simbolo è la testa di una belva feroce. Questa scuola si differenzia dalle altre perché usa delle sciabole al posto delle spade.
-Scuola Wēn di Qíshān: era guidata da Wēn RuòHán e fu distrutta durante la Campagna dell'Eclissi, in cui le altre scuole si unirono per combattere contro il regime dittatoriale dei Wēn. La scuola si trovava nella Capitale del Sole Immortale, a Qíshān. Il loro simbolo era il sole, a simboleggiare che l'egemonia del clan sarebbe durata in eterno.
Ora se avete visto questo drama o altri drama cinesi saprete anche che quasi mai i personaggi si chiamano per nome. Usare il nome di nascita di una persona se non si ha un rapporto stretto è sintomo di maleducazione. Spesso sentirete i personaggi chiamarsi fratello o sorella pur non essendoci legame di sangue tra di loro, perchè lo utilizzano come epiteto generico. Inoltre in passato in Cina gli uomini, oltre al nome dato alla nascita, ricevevano un nome di cortesia quando raggiungevano l'età adulta. Questo poteva venire assegnato dalla famiglia o essere scelto dalla persona in questione. L'usanza non era altrettanto diffusa per le donne che potevano in alcuni casi riceverlo al momento del matrimonio. I personaggi di questo romanzo hanno un nome di nascita, un nome di cortesia e in alcuni casi un titolo. Il titolo era un altro nome, simile a un nome d'arte, che la persona assegnava a se stessa o che gli veniva assegnato da altri.
Sperando di avervi agevolato nella lettura di questo romanzo o di avervi almeno incuriosito riguardo questo drama, aspetto di sentire i vostri commenti.
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katnisshawkeye · 9 months
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Catturiamo la Fiamma
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Scheda informativa
Titolo completo: Catturiamo la Fiamma: le Sabbie di Arawiya, Libro 1 Titolo originale: We Hunt the Flame Autore: Hafsah Faizal Editore: Mondadori Prima edizione: 2020 Pagine: 490 Prezzo: € 24,00
Trama
La gente continuava a vivere perché lei uccideva. La gente moriva perché lui viveva.
Zafira è il Cacciatore: vestita da uomo, si procaccia il cibo perché la sua gente non muoia di fame nella foresta maledetta dell'Arz. Nazir è il Principe della Morte, incaricato di uccidere chiunque sia tanto folle da sfidare suo padre, il dispotico sultano. Se qualcuno scoprisse che Zafira è una ragazza, tutto ciò che ha guadagnato andrebbe perduto; se Nasir dovesse dimostrare compassione, suo padre lo punirebbe nel modo più feroce. Entrambi sono leggende nel regno di Arawiya. Loro Malgrado.
Tira aria di guerra, e l'Arz si fa ogni giorno più vicino, avvolgendo la terra nell'ombra. Mentre Zafira parte alla ricerca di un artefatto perdutto che potrebbe fermare l'Arz, Nasir è incaricato dal sultano di fare altrettando, o quasi: deve recuperare l'artefatto e uccidere il Cacciatore. Ma una minaccia più grande di quanto possano immagine incombe su entrambi.
Recensione
Il libro è il primo volume di una duologia young adult, nel quale parole come "enemies-to-lovers", "found-family", "platonic-ot3", "sassy-sidekicks" e "bromance" ne fanno da padrone sin dal retro di copertina.
Viene subito introdotto il personaggio di Zafira, che per chi ha letto la trilogia di The Hunger Games, vi riconosce subito una figura familiare: Katniss Everdeen. Entrambe arciere e cacciatrici non per scelta, entrambe che vogliono un bene dell'anima alla sorella minore, entrambe che vivono insieme alla sorellina e alla madre, e che con quest'ultima hanno un rapporto difficile, entrambe hanno perso il padre, entrambe hanno un migliore amico — che, nel caso di Zafira, è una migliore amica Jasmine, la "sorella del cuore", ma è anche un migliore amico, Deen. Ma subito, così com'è apparsa la somiglianza tra le due eroine, si comprende come siano anche molto differenti. E non solo perché Zafira, nell'Arz, è accompagnato da un fidato alleato, Sukkar, il suo cavallo, ma perché nonostante le similitudini tra le vite delle due — entrambe sono costrette a vivere "rinchiuse" nel loro piccolo villaggio, sfamando la propria famiglia e il proprio popolo, costrette però a nascondersi alle autorità — esse hanno storie molto diverse. La prima, Katniss, è una ribelle, costretta a esserlo per migliorare Panem, Zafira, invece, vuole migliorare le condizioni di vita del suo popolo e della sua famiglia.
Dall'altra parte, c'è invece Nasir, che è invece costretto a fare cose che non sempre vorrebbe fare, ma è succube della dittatura distopica del padre. E, per questo, sembra non mostrare compassione, facendosi invece del male da solo ogni volta che è costretto a uccidere qualcuno per volere del padre. Nasir parte perché ha una missione che gli è stata assegnata, ma il viaggio lo trasformerà in una persona diversa.
La trama è ben definita e lineare, ti tiene attaccato al libro perché tu vuoi sapere cosa faranno i protagonisti e i loro compagni di viaggio, se riusciranno a trovare o meno l'artefatto antico e perduto che riporterà la magia nel regno di Arawiya. Le loro passioni e i loro dolori li senti a ogni parola letta, complice il fatto che il mondo e la lingua araba sono rappresentate tramite mappa, indice dei luoghi e glossario.
Valutazione
★★★★★ 5/5
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aroundtable · 10 months
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Dodicesima casella del calendario dell'avvento, questa volta con un gioco di ruolo, ovvero, Cyberpunk! Storico gioco di ruolo, che grazie alle sue meccaniche e la superba ambientazione è riuscito superare la prova del tempo e competere con D&D e Vampiri offrendo ai giocatori un'ambientazione unica, un modo per tutti i ruolisti di immergesi in un mondo futuribile e dispotico in cui poter portare avanti i nostri loschi affari!
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crossroad1960 · 8 months
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