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#esempi
scogito · 2 months
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Ai bambini viene spontaneo applicare lo scambio come forma di civiltà.
Lo fanno perché sono in connessione con lo Spirito e quando ancora non sono stati troppo inquinati dagli altri.
Nella media della società invece vige lo scambio come ricatto, lo scambio per interesse, lo scambio per obbligo e lo scambio inesistente.
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mccek · 1 year
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La felicità di avere un figlio ❤️ Ep:52 (8)
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serenamatroia · 6 months
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aitan · 1 year
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abbiamo qualcosa da imparare da tutte le persone in cui ci capita di imbatterci (se guardiamo le cose in prospettiva, i peggiori maestri ci sono serviti da insegnamento quanto i migliori, dato che hanno costituito per noi dei modelli da evitare, degli esempi negativi che mostrano con tutta evidenza quello che non va fatto)
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Da "Il mestiere di insegnare"
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harshugs · 1 year
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being fat also means non dire mai di avere fame per paura di ciò che potrebbero pensare gli altri
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daimonclub · 3 months
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Ambiguità tra Italiano e Inglese
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False friends Italiano Inglese Ambiguità tra Italiano e Inglese, un libro di Giancarlo Livraghi che analizza ambiguità, distorsioni, malintesi e false friends tra le due lingue. Questo lavoro era nato un po’ per caso – quasi per scherzo – quando, nel 2002, stavo ragionando con alcuni amici su quanti errori si trovano nelle traduzioni e su come possono creare tanti malintesi, ambiguità, distorsioni di comprensione e di interpretazione. Ma ci eravamo accorti, fin dall’inizio, che questo problema non è solo ridicolo, è anche preoccupante. L’uso frequente – e spesso ripetuto – di termini poco chiari e mal capiti provoca un’insidiosa confusione di idee e di concetti. È nata così una prima raccolta di esempi che ho messo online – e che un po’ per volta, nel corso degli anni, è continuamente cresciuta fino ad assumere le dimensioni di questo libro. Spero che sia un testo divertente. Un po’ di ironia, in queste cose, non guasta mai. Gli errori possono farci sorridere, ma c’è un dubbio serio: quante cose si capiscono male o non sono quelle che sembrano? Naturalmente nessuno può avere la goffa pretesa di “mettersi in cattedra”. Capita a tutti di sbagliare, in un modo o nell’altro. Solo gli stupidi credono di essere “infallibili”. Ma errare humanum non è una buona scusa. Senza inutili pedanterie (se una cosa è chiara non è indispensabile che sia lessicalmente “esatta”) ci sono molti casi in cui conviene ricordare il classico dubbio socratico. Ti estì? Cioè… siamo sicuri di sapere di che cosa stiamo parlando? Questo problema c’è spesso, anche indipendentemente dalle differenze fra le lingue. Un’ovvia domanda: perché l’Inglese? È chiaro che ci possono essere insidiosi errori anche dall’Italiano all’Italiano – e nelle traduzioni da o in altre lingue. Ma una raccolta di tutte le possibili ambiguità riempirebbe un’enorme (e noiosa) enciclopedia. Il fatto è che l’inglese non è solo “un’altra lingua”. È la lingua internazionale. Continua a crescere (spesso inutilmente) il numero di parole inglesi che diventano “di uso comune” in italiano. Alcune chiare e ben comprensibili. Altre no – con risultati comici, ma anche imbarazzanti. Trecentottanta esempi bastano per elencare tutti gli errori, o almeno i più comuni? Ovviamente no. Ma sono, appunto, esempi. Possono aiutare a “stare in guardia” – e così cogliere anche quei casi di ambiguità che non sono compresi in questa piccola antologia.
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Giancarlo Livraghi Chi ha scritto questo libro? Non io. Come succede (almeno nella mia esperienza) con tutti i libri, si è scritto da solo. Una volta impostata l’idea iniziale, un libro si evolve, cresce come una pianta, mette radici, rami e foglie, diventa una cosa diversa da quella che sembrava quando era appena spuntato dal seme. A chi lo scrive non resta che seguirlo, capirlo, accompagnarlo nella sua crescita, cercando di spiegare ogni concetto nel modo più chiaro possibile. Ma questo, in particolare, è un caso diverso. La parte centrale del libro, dalla pagina 9 alla pagina 117, è opera di diversi autori. I tanti che hanno sbagliato qualcosa in qualche posto dove mi è stato possibile notare l’errore. E i lettori delle cose pubblicate online che mi hanno segnalato “casi” interessanti diversi da quelli che conoscevo. Così a me è rimasto il compito dello scrivano, che prende nota e cerca di raccogliere in modo, per quanto possibile, chiaro e ordinato – oltre ad aggiungere qualche commento dove opportuno. Che libro è? Dipende da come si legge. Non è un vocabolario. È in ordine alfabetico perché ogni altro modo di raggruppare gli esempi sarebbe arbitrario – e perché può servire anche come “testo di consultazione”. Ma può essere utile leggerlo come se fosse un racconto, perché la serie dei “casi” rivela, un po’ per volta, come nascono e si moltiplicano le ambiguità. Il circolo vizioso dell’incomprensione Poiché l’inglese è la lingua internazionale, notizie e opinioni da tutto il mondo, che hanno origine in tante lingue diverse, ci arrivano spesso in inglese. È facile che un’informazione sia deformata perché qualcuno non ha saputo capire o tradurre un’espressione inglese. O anche perché all’origine qualcuno ha tradotto male dalla sua lingua all’inglese – e una ulteriore deformazione si aggiunge nella successiva traduzione in italiano. Un “circolo vizioso” in cui gli errori si moltiplicano – con risultati talvolta comici, ma anche pericolosamente devianti. Quello che non c’è Esistono “lingue” particolari, come il legalese, il tecnichese, il politichese, il burocratese, il modaiolo, lo stupidese eccetera, con differenze spesso problematiche fra l’inglese e l’italiano. Non sono comprese in questo elenco, se non in alcuni casi che influiscono sull’uso generale. Non sono citati gli errori di pronuncia – sempre più frequenti, specialmente in televisione – perché con quelli l’elenco diventerebbe interminabile. Né gli errori di ortografia, che in inglese non sono sempre identificabili, per le molteplici differenze del modo in cui la lingua è parlata e scritta in paesi diversi. Né (se non per qualche esempio particolarmente rilevante) l’enorme proliferazione di neologismi, che spesso sono confusi ancora prima di essere diffusi. Giancarlo Livraghi
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English Vocabulary Ability. Non vuol dire “abilità”, ma “capacità” o “possibilità”. To be able to… significa “essere in grado di” fare una certa cosa. (“Abilità” si dice skill). Absorbing. Non vuol dire “assorbente”, ma “interessante” o “impegnativo”. Abstract. Come aggettivo può voler dire “astratto”, ma come sostantivo significa “estratto” di un testo – o, più spesso, “riassunto”. Abuse. Può avere significati simili all’italiano “abuso” o “abusare”, ma vuol dire anche cose diverse, come “insulto” o “maltrattamento”. Accessory. Vuol dire anche “accessorio”, ma è usato spesso nel senso di “complice” o “coinvolto” in un’attività criminale o riprovevole. Accident. Vuol dire “incidente”, non “accidente”. According to… Non vuol dire “in accordo con…”, ma “secondo…”. (Si può riferire a una fonte o a un’opinione). Accurate. Non vuol dire “accurato”, ma “esatto” o “preciso”. Act. Vuol dire “atto” o “agire”, ma ha anche altri significati che vengono da acting (“recitare”). Per “fingere” o “fare come se” si può dire anche play. In altri contesti act può avere un senso diverso. Per esempio in termini politico-giuridici un act è una decisione del parlamento, cioè una legge. Actual. Non vuol dire “attuale”, ma “vero” o “reale”. Actually. significa “davvero” o “in realtà”, non “attualmente”. Adjourn. Vuol dire “rinviare” o “spostare”, non “aggiornare”. Administration. Non vuol dire “contabilità” (accounting) né “amministrazione finanziaria”. Significa “gestione” o “organizzazione”. Per esempio sysadmin è la persona che gestisce un sistema di rete, non un contabile né un amministratore. (Anche in italiano, tuttavia, il termine “amministrazione” è talvolta usato in senso non solo finanziario, per esempio in definizioni come “amministratore delegato” o “consiglio di amministrazione”). Advocate. Non vuol dire “avvocato” (lawyer) ma energico e dichiarato sostenitore di un’opinione o di un impegno sociale, culturale o politico. Affair. Significa relazione sentimentale o sessuale, non “affare”. Se il signor X e la signora Y are having an affair non vuol dire che hanno un rapporto di business, ma che vanno a letto insieme (in modo più o meno clandestino). La parola affair viene usata anche per definire non un rapporto sessuale o comunque personale, ma una situazione in qualche modo torbida, oscura o losca (anche in italiano si usano espressioni come “l’affare Dreyfus”). Agenda. In Inglese non vuol dire “agenda”, ma “ordine del giorno” o “programma”di un incontro o di una riunione. (“Agenda” nel senso di libro-calendario si dice diary, come “diario”). L’espressione order of the day esiste in Inglese, ma con un significato un po’ diverso – un fatto rilevante di cui è importante occuparsi. Aggravate Nel linguaggio più diffuso (anche se disapprovato dai puristi della lingua inglese) non vuol dire “aggravare”, ma “irritare” o “infastidire”. Agony. Vuol dire “angoscia” o “grave sofferenza”, ma non “agonia”. Alien. Non vuol dire solo “alieno”, nel senso di “non umano”, ma anche “straniero”. (Vedi stranger). Alienate. To alienate non vuol dire “alienare”, ma “contrariare” e “rendere ostile”. Annoyed. Non vuol dire “annoiato”, ma “seccato” o “infastidito”. To annoy. vuol dire “disturbare”, “irritare”, “dare fastidio” – non “annoiare” (to bore). Anticipate. Benché i puristi della lingua inglese lo considerino sbagliato, è usato abitualmente nel senso di “prevedere” o “aspettarsi che” (non “anticipare”). Apology. Non vuol dire “apologia”. To apologize significa “chiedere scusa”, apology è l’atto di scusarsi. Appraise. To appraise non significa “apprezzare”, ma “valutare”, cioè farsi un’opinione bene informata su qualcosa. Appraisal. è una valutazione o una verifica, non un “apprezzamento”. C’è una parola simile in inglese che ha un significato diverso: to apprise vuol dire informare dettagliatamente. Per esempio qualcuno può apprise altri del suo appraisal di una situazione. “Apprezzare” si dice to appreciate (ma c’è un’ambiguità nel caso del gergo finanziario: se qualcosa, per esempio un titolo in borsa, appreciates vuol dire che il prezzo sale).
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Ambiguità tra Inglese e Italiano Argument. Non vuol dire “argomento” (vedi subject) ma “discussione” o “litigio”. To argue. significa “litigare”. (Vedi discussion). Ass. In questo caso l’ambiguità è all’interno della lingua Inglese perché ci sono due parole uguali di significato diverso. Ass vuol dire “asino” (e, come in italiano, ha il senso traslato di “ignorante”). Ass vuol dire anche “fondoschiena” (ma senza il traslato “fortuna” che ha in italiano). Asshole è un modo “volgare” e insultante di dire “stupido”. Assessor. Non vuol dire “assessore”. Significa “perito” – o, più in generale, persona incaricata di stimare (assess) un valore. Assumption. Non vuol dire “assunzione”, ma “ipotesi” o “supposizione”. To assume. vuol dire “supporre” o “presumere”, non “assumere” (vedi anche presume). Attempt. Vuol dire “tentativo”, non “attentato”. Attend. Non vuol dire “attendere” o “aspettare” (wait) ma “assistere” o “essere presenti” (a un avvenimento, riunione eccetera). Attic. Vuol dire “soffitta”, non “attico” nel senso in cui la parola è più spesso usata in italiano (specialmente nel commercio immobiliare) con un significato simile all’inglese penthouse. Attitude. Non “attitudine” (aptitude o ability) ma “atteggiamento”, “opinione” o “comportamento”. Avert. Vuol dire “distogliere”, “distrarre” o “evitare”. Non “avvertire”. Bank holiday. Non è una “vacanza delle banche”, ma una “festa comandata”, cioè un giorno in cui, oltre alle banche, sono chiusi anche gli altri uffici. Bankruptcy. Non vuol dire “bancarotta”, né “fallimento”. Ha un significato più simile ad “amministrazione controllata”. Barbed wire. Non è una telefonata barbosa o un telegramma noioso. Barbed wire vuol dire “filo spinato”. (In inglese non esiste l’espressione “barba” nel senso di “noia”). Barracks. Vuol dire “caserma”, non “baracca”. Basement. Sembra incredibile, ma ci sono casi in cui basement è tradotto “basamento” quando è ovvio dal contesto che si tratta di “sotterraneo” o “seminterrato”. Billion. Vuol dire “miliardo”. Non ha senso che qualcuno lo traduca “bilione”. Ma anche in Inglese il significato della parola non è sempre chiaro. Mentre è generalmente inteso che voglia dire mille milioni, pare che alcuni usino billion per indicare un milione di milioni, cioè mille miliardi (vedi trillion). Bimbo. Non vuol dire “bambino”. È una forma gergale per “persona stupida e frivola”. Si può dire di un uomo, ma è usato più spesso per le donne (specialmente nel mondo dello spettacolo). Binary. Vuol dire “binario” nel senso matematico (vedi digital) ma non nelle ferrovie (e relativi traslati). I binari dei treni si chiamano tracks. Bird. Vuol dire “uccello”, ma non nel senso “traslato” che ha in italiano. Nel vecchio gergo inglese bird è una ragazza. (Oggi talvolta chiamata chick, “pulcino”). Bitch. È la femmina del cane (non del maiale). Detto di una donna, non significa sempre “puttana”. Si dice anche di una donna antipatica, cattiva o intrigante. Ma son of a bitch (anche riassunto in SOB) ha lo stesso significato di “figlio di …” in italiano. Blank. Non vuol dire “bianco” (white) ma “spazio vuoto”. Può essere una “pagina bianca” (o qualsiasi “supporto” in cui non sono stati inseriti contenuti) o anche un “vuoto di memoria” o altri “traslati” di significato analogo. Blonde. Significa “bionda”. Ma (specialmente in America) è diventata un’espressione gergale e ironica per “donna stupida, banale e ignorante”. Blunt. Quando si tratta di un oggetto vuol dire “ottuso”, nel senso di non affilato o non appuntito. Nel caso di persone, affermazioni o atteggiamenti significa duro, sincero, rude, diretto – non necessariamente rozzo o villano, ma senza sottigliezza. Body. Vuol dire “corpo”, ma ha alcuni significati “traslati” in inglese che non ha in italiano (e viceversa). In alcuni casi si usa body nel senso di “persona” (somebody vuol dire “qualcuno”). Quel “capo di abbigliamento” femminile che in italiano si usa chiamare “body” in inglese non si chiama così. In un testo scritto si chiama body copy ciò che non è headline, cioè titolo (vedi copy). In italiano si chiama “corpo” la grandezza di un carattere, mentre in inglese si dice semplicemente size (il carattere si chiama typeface o abbreviato face – oppure font). Chi ha pratica del linguaggio HTML sa come sono usati in quel contesto codici come head, body, font, face e size. Border. Non vuol dire “bordo”. Può significare “cornice” come contorno grafico (la cornice di un quadro è frame) ma più spesso vuol dire “confine”.
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Il potere della lingua Brave. Significa coraggioso, non “bravo”. La parola bravo esiste in inglese, ma con un significato particolare (come in francese – accento sulla “o”). È un’esclamazione, un applauso (e si usa anche al femminile e al plurale, cioè si grida braavoo anche se la persona applaudita è una donna o se si tratta di una squadra o gruppo anziché di una sola persona). Briefing. Brief significa “breve”, ma ha vari traslati (fra cui briefs – mutande). To brief significa dare informazioni o istruzioni. Perciò briefing è un documento (o un incontro) in cui si definiscono le linee di un progetto o di un piano d’azione (e, al contrario, debriefing quando si raccolgono informazioni da qualcuno che conosce i fatti). Un’altra derivazione è briefcase come cartella o valigetta in cui si tengono carte e documenti. Brigade. Vuol dire “brigata” militare (e anche nel caso di fire brigade, “pompieri o “vigili del fuoco”) ma non nel senso più ampio che ha in italiano. Brigadier Con i gradi militari ci possono essere variazioni di significato, ma brigadier in inglese vuol dire “generale di brigata”, non “brigadiere”. Broad. Vuol dire “largo” o “ampio”. Ma nel gergo americano è un modo un po’ volgare e insultante di dire “donna”. Bug. Guasto, inconveniente, errore tecnico. L’etimologia di bug non deriva dagli insetti, ma si usa questa parola per indicare parassiti fastidiosi (in particolare gli scarafaggi). È un po’ improprio tradurre bug con “baco” anche se il concetto rimane comprensibile. Ci sono usi “traslati” come per esempio «this bugs me» («questa cosa mi preoccupa»). Bullish. Viene da bull (toro) ma non ha necessariamente un significato aggressivo o arrogante. Può voler dire che qualcuno è molto ottimista su qualcosa. Ne deriva bull nel gergo del mercato azionario per indicare una fase in crescita (il contrario è bear e l’etimologia è incerta – qualcuno pensa che possa derivare dal proverbiale “vendere la pelle dell’orso”). Invece bull ha un significato negativo come abbreviazione di bullshit – cioè stupidaggine, bugia, esagerazione o vanteria. Buy. To buy vuol dire “comprare”. Ma anche “approvare” o “condividere” (vedi sell). Si può buy un’idea o una proposta. «I don’t buy it» può voler dire «non sono d’accordo» oppure «non ci credo». By the way. Non vuol dire “per la strada”, ma “a proposito” o “fra parentesi” o “per inciso”. Nel gergo dell’internet è spesso abbreviato in BTW. Cabin. Vuol dire “cabina” (in una nave) ma ha anche altri significati, come “capanna” o “rustico” o “piccola casa”, di solito di legno, generalmente in campagna e in particolare in un bosco. Può definire anche una stanza separata dal resto di una casa o di un albergo. Nel caso di un aeroplano, si riferisce alla cabina dei passeggeri, non a quella dei piloti (cockpit). Cabinet. Vuol dire “gabinetto” nel senso di organizzazione ministeriale, ma in una casa o in un ufficio significa “ripostiglio” o anche un locale o mobile in cui si tengono carte e oggetti – comunque non una stanza da bagno o un impianto igienico. Cable. Vuol dire “cavo”, ma anche “telegramma”. Callous. In dermatologia può voler dire “calloso”, ma in generale definisce una persona insensibile, rozza, cattiva, crudele – anche, ma non solo, nel senso di “criminale incallito”. Camel. Nell’uso corrente la lingua inglese non distingue fra il cammello e il dromedario (come dimostra l’immagine sul pacchetto di una nota marca di sigarette). Ma la parola dromedary esiste ed era abitualmente usata in passato (per esempio in un articolo di Samuel Johnson del 1759 – vedi http://gandalf.it/m/johnson.htm). Cameo. Vuol dire “cammeo”. Ma (cosa nota a chi si occupa di cinema) si usa anche nel senso di piccolo “inciso”, o corta definizione di un personaggio, in un testo narrativo – o di breve apparizione di un attore in un film (può essere il regista, come faceva abitualmente Alfred Hitchcock). Cancel. Non significa “cancellare”, ma “annullare” o “eliminare”. “Cancella” si dice delete o erase. Candid. Non vuol dire “candido”, ma “sincero”. Canteen. Non vuol dire “cantina”, ma “mensa” o “borraccia”. Carbon. Vuol dire “carbonio”, non “carbone” (coal). Ma ha un significato diverso in alcuni casi, come per esempio nell’espressione carbon copy che si continua a usare (per indicare qualcosa “copiato letteralmente”) benché la “carta carbone” sia caduta in disuso. Carton. Non vuol dire “cartone” ( Read the full article
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fotoecitazioni · 9 months
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Disgrazie "Le disgrazie degli altri sono un utile ammonimento per tutti"(Esopo).
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nepero81 · 11 months
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Integrali fratti
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marco-fma · 1 year
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Strette di mano
La stretta di mano ha perso il suo valore e il suo significato… Una volta la stretta di mano non era solo un semplice cenno di saluto… aveva il valore di sincero contatto fra le persone… Gli accordi venivano sanciti e suggellati con una stretta di mano, tanto che per molto tempo la stretta di mano aveva un vero e proprio valore legale… Chi si stringeva la mano concludeva un contratto e il…
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flavio-milani00 · 2 years
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Il torneo 1000 di tennis a Cincinnati è stato una vera e propria favola con assoluto protagonista Borna Coric, tennista croato. Questo è un altro esempio lampante di come il non arrendersi mai, il rifiutare di mollare la presa e il sacrificio aiuti poi a raggiungere i propri sogni o obiettivi nella vita. Borna è arrivato a vincere ieri il torneo dove giungendo lì come numero 152 del mondo. Questa posizione in classifica è stata causata da un lungo periodo di stop, era ben più avanti prima, addirittura è stato numero 12.
Facciamo un passo indietro. Il suo stop piuttosto lungo è iniziato nel marzo del 2021. Un infortunio alla spalla piuttosto serio, un'operazione e tanti dubbi sulle effettive possibilità di tornare competitivo ad alto livello. È tornato in questa stagione 2022, ovviamente non senza difficoltà iniziali dovute ovviamente al periodo di stop prolungato per diversi mesi, ma lui certo non è uno che molla. Alle difficoltà si è aggiunta poi la morte, lo scorso aprile, del suo ex allenatore che lo aveva seguito per diverso tempo nel circuito, ovvero Kristijan "Kiki" Schneider, 41 anni, deceduto a seguito di una grave malattia. Un momento questo quindi molto complicato a livello emotivo per Borna.
Curate le ferite, sia fisiche per l'infortunio e sia poi anche emotive per la morte improvvisa di una persona per lui importante (e chissà se in un secondo momento questo gli ha dato più forza), è andato sempre più migliorando fino appunto all'approdo a Cincinnati settimana scorsa, dove ha giocato un torneo praticamente perfetto. Ha battuto giocatori non banali, in ordine Musetti, Nadal, Bautista Agut, Auger Aliassime, Norrie e ieri in finale il greco Tsitsipas giocando un tennis propositivo, aggressivo, anche spettacolare. Meritatissimo il titolo.
Che esempio di tenacia, di forza e di lotta, che in questo caso vale per lo sport ma vale anche per altri ambiti della vita. Che fiaba, Borna. Complimenti e speriamo sia solo l'inizio di un periodo fioriero di soddisfazioni!
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scogito · 4 months
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Più mi guardo attorno più mi rendo conto che la più grande illusione di cui sono convinti i genitori è che l'educazione dei figli dipenda dalle parole e da quello che dicono loro sia giusto fare e non fare.
Purtroppo allevano cavie perché come cavie sono cresciuti e non essendosi ancora per se stessi svincolati, proseguono nella medesima direzione "formativa".
Da figlia, da studiosa relazionale e da osservatrice diretta di genitori, posso dirvi che la comunicazione senza comportamento ad essa coerente, non serve assolutamente a niente.
Se hanno esempi di merda guarniti con insegnamenti esemplari, seguiranno gli esempi di merda.
I figli, come in generale tutte le persone, apprendono, imparano e diventano, guardando e introiettando i comportamenti e gli atteggiamenti che osservano.
Ovvero gli atti pratici dentro cui crescono.
Il resto è fuffa.
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spoilt-rice · 2 years
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IM LATE BY LIKE 3 DAYS BUT finally caught up and-
chapter 23 huh :’)
just some quick doodles so lemme just ignore the angst and focus on the disc duo comfort pls
closeups under the cut, click for better quality, all that jazz
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serenamatroia · 2 years
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tommysparker · 2 years
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dream im begging you just take him to Esempi it’ll be fine
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deathshallbenomore · 1 year
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signora mia è apparsa la possibilità di fare dei laboratori su redacted con alcune classi delle elementari a cui raccontare letteralmente due cents e ho subito pensato “no va beh ma ci spacchiamo, qua ci si diverte tantissimo”. l’età avanza inesorabilmente
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byzetic · 1 year
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please buy me the erkekler kadınlar için rüya smp hoodie i will pay one dollar (1827939292993 turkish liras) for it
only if you buy me ranboo bedsheets in return
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