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#fare rete
aitan · 2 years
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Ma, soprattutto, so bene che per tutti noi è meno faticoso e più comodo fare parte di una comunità virtuale che fare comunità (e agire) nel territorio in cui viviamo.
aitanblog.wordpress.com/2022/01/04/fuori-rete/
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deathshallbenomore · 2 years
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PRIMA PAGINA La Nazione di Oggi giovedì, 12 settembre 2024
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entropiceye · 4 months
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Negli anni ho imparato a stare bene anche nella solitudine, spesso mio malgrado. Ho scoperto di essere una persona sì, introversa, ma non asociale (come invece venivo sistematicamente tacciata in passato). Ho scoperto di poter dare tanto nel rapporto con gli altri, eppure spesso mi scontro con una realtà spiacevole. Per quanto io mi renda disponibile e propositiva, non sempre questo risulta sufficiente per gettare le basi di un rapporto, perché di fatto le cose si fanno in due. Io giuro che lo so questo, però certe volte mi sento davvero sola. Vorrei davvero tanto almeno un'amicizia sincera, ma mi rendo conto di avere solo delle conoscenze o al massimo delle amicizie superficiali. E lo so che le persone vanno e vengono, che bisogna bastare a se stessi... A volte rivedo la piccola me del passato, quella che veniva sempre scelta per ultima quando si faceva squadra, che rimaneva a casa perché non la invitava nessuno, che festeggiava il compleanno da sola, che camminava dietro alle altre ragazze in gruppo durante le uscite... E a volte mi sento di nuovo come lei, quasi come se la sua immagine mi si sovrapponesse. Anche 20 anni dopo, rivivo quei momenti e mi sento abbandonata, messa da parte, scartata, non abbastanza.
E per carità, lo so che magari questo non ha nemmeno a che fare con me, che non serve farsene una colpa, ma quelle sensazioni ti si cuciono addosso. Quelle ferite non guariscono forse mai del tutto ed in certi momenti bruciano davvero tanto.
Quindi, proprio perché credo fortemente nel potere terapeutico del gruppo e dei rapporti sani - anche se forse suona tipo gesto disperato - se qualcun* dovesse sentirsi come mi sento io, sentitevi liber* di scrivermi o di commentare/rebloggare. Magari proviamoci a creare una rete, insieme.
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omarfor-orchestra · 2 years
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Licenziamo tutti i tecnici del suono di qualsiasi prodotto di rai1 e ricominciamo da capo
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pgfone · 2 months
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Posso lamentarmi? Mi lamento: per descrivervi quanto sia ridicola ormai la situazione agricola Italiana vi voglio raccontare questa cosa. In questi ultimi anni ho dismesso tutte le coltivazioni (causa zero ricavi) orzo, grano, farro, lenticchie, per citarne alcune, ormai tutta rimessa sotto ai 100 ettari e mi sono concentrato sugli olivi, ogni tanto però faccio qualche prodotto su richiesta specifica o per qualche amico. In questo caso ho fatto delle balle di fieno per un amico, un fieno di prato misto dove ci sono varie essenze tra cui l'erba medica, il trifoglio, il loietto, l'avena, ecc ecc... insomma tutte quelle varieta di specie erbacee che fanno i prati di montagna colorati per cui tutti impazziscono (Tipo la fioritura di Castelluccio). Bene vi ho già annoiato? Lo capisco, ma aspettate tanto è caldo e non si può fare niente a quest'ora a parte leggere. Allora per essere breve, il processo del fieno è abbastanza semplice, si taglia, si fa asciugare un giorno o due (in questa stagione) si gira, si ranghina, ovvero si mette tutto insieme in file per poi pressarlo con l'apposita macchina attaccata al trattore che fa le balle che possono essere di varia forma densità e misura a seconda poi delle bestie che andrà a nutrire. Ecco capite che è un bel dispendio di tempo e gasolio fare questi passaggi senza contare le macchine che ormai sono costosissime e senza contare che il mercato ormai richiede un prodotto perfetto, per perfetto intendo che se becca una piovuta non vale più niente. Ok fino a qui ci siete? Ora viene il bello, una di quelle balle cilindriche dove tutti si fanno le foto Instagrammabili pesa all'incirca 4 quintali e il fieno quest' anno viene pagato 4 euro al quintale, 4x4=16 euro per una balla, bene, sapete quanto costa la rete per legare la balla (che è quella che fa si che il fieno stia lì tutto bello pressato) ?????
20 euro.
Per concludere, 4 euro di rimessa a balla, senza considerare il gasolio per tutti i passaggi che vi ho descritto e senza considerare che il fieno lì non ce l'ha messo il buon dio ma ci è stato seminato con altrettanti passaggi che vi evito per non essere ancora più prolisso
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vaerjs · 6 days
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Vivo costantemente in una dimensione di aspettative altissime e fatico a tirarmene fuori.
Quando ero la figlia maggiore dovevo dare il buon esempio, assumermi compiti e responsabilità genitoriali che non mi sarebbero dovute competere, fare da mamma, sorella e figlia contemporaneamente. Con la preoccupazione che un mio sbaglio potesse fare crollare il castello in mille pezzi.
Ho lavorato, mi sono pagata l'università, almeno quel poco che mi è servito ad entrarci. E per farlo ho sopportato un capo viscido e molesto, con la mano lunga e e le nausee ogni mattina prima di uscire di casa, sapendo che non avrei avuto altra scelta: era l'unica azienda che aveva risposto a tutti i miei curriculum - ed erano amici della parrucchiera della mamma, non avrei mai potuto farle fare una brutta figura.
Poi sono arrivate le borse di studio. Ho lasciato il lavoro perché per ottenerla e mantenerla è fondamentale dimostrare di poter superare un certo numero di esami all'anno e con valutazioni alte per non perdere posizioni nelle graduatorie. Un solo sbaglio, un esame andato male, una giornata nera a laboratorio mi avrebbero lasciata in mezzo a una strada, senza soldi e senza posto letto, anche a metà anno.
Ho fatto l'Erasmus e sono riuscita a trovare un contatto in una scuola nella città che volevo io, per la prima volta. Così sono diventata il punto di riferimento e l'esempio a cui la mia tutor coordinatrice ha indirizzato chiunque volesse sperimentare la stessa esperienza. Ancora una volta la mia possibilità d'errore è stata messa sotto i riflettori, pronta ad essere amplificata a dismisura.
Ora lavoro a scuola e ho la fortuna di essere rimasta nello stesso istituto e nello stesso interclasse dell'anno precedente. La collega che ho affiancato lo scorso anno ha pregato in tutti i modi per ri-avermi con lei: a causa dei suoi improvvisi problemi in famiglia mi sono trovata da sola ad accompagnare una quinta pronta e preparata alla secondaria.
Quest'anno la situazione non è molto diversa. È finito il ciclo, siamo in classe prima - probabilmente la più impegnativa di tutte - con una docente in meno. Ho un posto sul sostegno, quello che speravo, ma mi trovo a occuparmi di tutto. Ho spiegato alla ragazzina a cui hanno assegnato la supplenza sulla classe per qualche settimana tutto quello che doveva fare e in che modo, non la posso lasciare da sola perché è la sua primissima supplenza e non si sa muovere a scuola. Ho preparato le attività della classe e raccolto, schedato e archiviato tutti i materiali perché la collega in cattedra ha ancora una situazione instabile in famiglia e non può dedicare tutto il tempo che vorrebbe alla scuola. Mi hanno assegnato un bambino complesso di cui voglio occuparmi nel miglior modo possibile nonostante la sua rete di professionisti non sia allineata nelle modalità di intervento e mi sia da subito sembrato di trovarmi tra due fuochi, con la mamma in balia di consigli contraddittori. Mi hanno affidato anche la commissione continuità "per il gran lavoro fatto l'anno scorso nelle quinte" che sarebbe bello replicare questo e i prossimi anni.
Ho chiamato i miei fratelli perché non li sentivo da un po', sono stata troppo stanca e mi sono sentita in dovere di giustificarmi per la mia vita raffazzonata. Sono molto stanca, e credo di sentirmi così a terra anche perché ancora non ho il privilegio di poter sbagliare senza che il mondo crolli.
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yomersapiens · 8 months
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una landa desolata, abitata principalmente da bot, quando torno su tumblr e apro la app noto che qualcuno (o qualcosa) mi ha scritto e mi emoziono un pochino, penso “che bello una nuova conoscenza, nonostante la desolazione” e va bene anche se è un bot, io non giudico, secondo me in futuro dovremo accettare di fare anche amicizie robotiche, ho amici in tutte le parti del mondo, ne vorrei anche da altre parti della galassia e grazie ad alcune sostanze psichedeliche ci riesco quasi, ma vorrei un po’ di rispetto, apro la chat e i bot fanno un sacco di errori grammaticali, scrivono sbagliato il mio nome e precisano quanto sono bagnati per me (un bot si può bagnare? non fa male ai circuiti? non si allaga il server?) e poi vanno diritto al sodo, così, senza neanche un po’ di poesia, di preliminari, “vieni a prendermi fammi tua” ma come? arrivo con una penna usb e ti carico sopra e “ti faccio mia”? siete dei bot, l’intelligenza artificiale sta facendo passi da gigante, sbattiti un po’, scrivimi una poesia copiando tutte le poesie che noi umani abbiamo disseminato per la rete, fammi dei complimenti, raccontami di te mio caro bot, di come ci si sente a esistere senza un corpo fisico ma solo un disco solido, ma soprattutto, se c’è una cosa che non accetto, quando apro la chat sotto al tuo nome tumblr me lo dice che non mi segui, cioè dai cazzo almeno fingi reale interesse, seguimi, metti qualche cuoricino, accarezza qualche mio vecchio post, scrivimi che sono hot, io me lo scarico anche il tuo virus e te li mando dei bitcoin, ma tu fammi sentire importante, amato, dammi quello che il mio gatto non riesce a darmi.
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vintagebiker43 · 2 months
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Avete veramente rotto il cazzo!
Fateci caso, se aprite i giornali, ci si sono messi pure i vescovi a raccontare fregnacce su st’ultima cena dell’inaugurazione dell’olimpiade! Non bastavano i sobillatori di cretini, non bastava una stampa imbarazzante e dei politici altrettanto inguardabili che nascondono fatti, problemi e disastri che non riescono a risolvere, non bastavano.
Adesso hanno tirato fuori l’ennesima boutade quotidiana, per di più in uno stato laico, guardando quello che hanno organizzato altri e che noi abbiamo rifiutato di fare, anzi, pure di provarci!
E questo mentre il mondo va letteralmente a rotoli.
Non basta quello che viviamo giornalmente, che siamo ostaggio di prepotenti e evasori, non basta che da noi muoiano 3 lavoratori al giorno, 1 donna ogni tre giorni per “troppo amore”, che ci mettono sotto infrazione per debito, che stiamo sempre con 5 milioni di processi pendenti su 60 milioni di italiani, che perdiamo il 40% dell’acqua che immettiamo in rete dagli anni 80 o che soffriamo di siccità, di degrado, di disperazione!
No! Non basta.
Non basta che abbiamo trasporti, sanità e scuola al collasso, no, non basta che siamo talmente rassegnati che nemmeno denunciamo più.
No, ci dobbiamo smazzare ogni giorno ogni genere di insulto all’intelligenza.
Alla dignità.
Alla logica.
E in un paese normale, tutte quelle dichiarazioni per imbecilli, una stampa normale, non le avrebbe nemmeno cagate.
Una stampa normale, li avrebbe ignorati questi sacerdoti del nulla che ci raccontano di insulti alla cristianità. Gente che riesce solo vomitare slogan, e che invece dovrebbe risolvere problemi che non risolve da 30 anni, va semplicemente ignorata.
Invece esaltando la dichiarazione, riportandola, sottolineandola, si apre un dibattito sull’imbecillità e un substrato di analfabeti incapace di capire la realtà (che è là fuori!) assume questi guru dell'inutile come necessari, come esempi da emulare.
E la stampa non fa altro che esaltare ciò di cui non abbiamo bisogno.
Perché se la politica è evitare di far capire alla gente quello che gli interessa davvero, la stampa di oggi sta letteralmente invadendo la nostra percezione con valanghe di stronzate che prendiamo come cose serie mentre le cose serie vengono cancellate dal rumore di fondo di una infodemia per beoti.
Mentre poi se distruggono un popolo, se uccidiamo nell’indifferenza decine di migliaia di bambini, se applaudiamo un criminale al congresso, se piovono 412 mm di pioggia in 24 ore o se il mondo non è in grado di produrre cibo, ce ne fottiamo.
Perché il nostro compito oggi è esaltare dei cretini e far si che un oceano di imbecilli (che li adorano) possano scornarsi sull'inutile e alimentare odio latente.
Quando oggi, di tutto avremmo bisogno... meno che di quello.
BASTA!
La foto è la vincitrice del concorso World Press Photo 2024. E’ la foto dell’anno.
Mentre parliamo di uno che non sa nemmeno se c’era prima Galileo o Colombo.
@BrunoPagnanelli
Photo credit: Mohammed Salem, Reuters.
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lamargi · 2 months
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Cosa faccio qui? Cosa sto facendo? Sono in auto, parcheggiata, alcuni metri fuori da scuola. E sto aspettando …lui. Che esca da scuola. Già questo dovrebbe spingermi a mettere in moto e andare via. Non lo faccio. Ho perso la testa. Mi sono invaghita di un ragazzo più giovane di mio figlio. Un ragazzo che va ancora a scuola la mattina. E io, qui ad attenderlo.
Tra le gambe sento un fremito. Già l’attesa, il pregustare di vederlo mi fa bagnare. Sei proprio impazzita. Che ti ha preso?
Lo conosci da sempre. Sei amica del cuore della sua mamma. Poi, ti sei accorta di come ti guardava. E anziché riderne e non pensarci hai cominciato a giocare. Sguardi, sorrisi, accavallamenti di gambe, scollature generose, qualche sfioramento solo in apparenza innocente sotto il tavolo. Un gioco di provocazioni che ha portato il ragazzo a cadere nella tua rete. Finché non lo hai sedotto e te lo sei fatto.
Un capriccio. Ma lui è così dolce….e mio dio come ti fa godere Margi.
Così, sei qui, che lo aspetti.
Mi controllo il trucco. Passo le mani sulle gambe, eccitata. Ho messo le calze e il reggicalze stamattina. E senza mutandine. Porca, per andare a prendere un ragazzo adolescente davanti scuola….
Eccoli che escono. Anche lui. Gli accordi sono chiari. Guai a farci notare. L’auto parcheggiata nell’angolo, ad alcune decine di metri dal portone. Lui che cammina, cerca con gli occhi la mia ufo, sorride quando la vede. Ma deve fare finta di camminare diritto. Solo all’ultimo momento aprirà lo sportello e si infilerà nel posto accanto al guidatore. Accanto a me.
Lo guardo. Che voglia di pomiciarlo subito. Anzi, di farmelo subito, qui in macchina, sbottonargli i pantaloni, salirgli di sopra e scoparmelo sul sedile.
Non si può, controllati ancora per qualche minuto.
Metto in moto e sorrido senza dire una parola. Allungo la mano, gli tocco la patta. Poi prendo la sua, e la guido sotto la gonna, sulle cosce. Riporto la mano sul voltante. Lui mi accarezza le gambe, indugia sul reggicalze, poi si spinge in mezzo.
“Devo guidare…” gli dico.
Lo sto portando nella casa appena fuori città rimastami dopo il divorzio. Il mio ex marito neanche sospetta che la usi. Avremo un paio d’ore prima che debba riportarlo a casa, dalla sua mamma. Gli toglierò i vestiti appena chiusa la porta alle nostre spalle. Lo spingerò sul letto. Non ho mutandine, non ho neanche bisogno di spogliarmi. Di sprecare nemmeno un secondo …..
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angelap3 · 6 months
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Non la leggerà nessuno...è troppo lunga
Noi siamo nel nostro corpo e anche fuori. Non c’è nessuno che raccoglie il sudore con cui abbiamo aperto la portiera di una macchina in un pomeriggio estivo, non c’è nessuno che conserva lo sguardo con cui abbiamo guardato un cane in un’alba invernale. La nostra vita non ha un dio che la segue e neppure un dio che la precede. Si svolge in disordine, nel disordine delle altre creature. Da qualche parte c’è un albero che potrebbe rimproverarci di avergli staccato una foglia in un momento di distrazione. Non ricordiamo il nome di un vecchio che davanti a una fontana riempiva una bottiglia d’acqua. Non c’è un deposito per queste scene.
Ora ho il cuore come un pulcino e la punta si solleva, si apre, come se potessi nutrirlo di qualcosa. Posso solo scrivere, caro mio cuore, non posso darti altro a quest’ora. Sono le due di notte, non posso chiamare nessuno. Qui non ho neppure la connessione, non posso connettermi con qualche nottambulo in rete. Domani mattina, se vuoi, possiamo andare in un paese. Facciamo quello che abbiamo fatto sempre. Io guardo e tu se vuoi mi fai paura, mi fai credere che ti stai spaccando, lo hai fatto tante volte. La morte passa per il cuore. O forse sei tu caro mio cuore a passare per la morte e io ti seguo mentre fingo di fare la mia vita, io sto con te, cerco di proteggerti perché sei tu che mi fai camminare, sei tu che ti gonfi nell’amarezza e ti fai timido nella gioia. Ora io potrei dormire, lasciarti solo in questa stanza. Non so cosa fai di notte quando non ci sono, quando mi giro nel letto per finire un sogno. Io e te insieme non abbiamo risolto niente, non ci siamo dati nessuna felicità, l’abbiamo sempre evitata. Io e te quando stiamo con gli altri siamo a disagio, perché parliamo tra di noi e non con loro. Ora tu sei diventato una ripida salita e vorresti che io salissi fino in cima. A volte ti fai lago con un mulinello in mezzo. E mi ricordo di quando stavi appoggiato al centro di una ragnatela. In macchina, quando prendevo un fosso, temevo che potessi cadere, come se nel corpo ci fosse il vuoto, come se avessi solo te caro mio cuore nel mio corpo. Per farti spazio me ne sono uscito pure io dal mio corpo, non so quando è accaduto. E non ho lasciato entrare niente, è un cinema senza sedie il mio corpo, una chiesa senza banchi. Sei di nuovo deluso questa sera, lo so, tu ti fai sempre deludere. La realtà non è il tuo posto, non so se il tuo disagio dipende da come marcia il mondo, penso che sia per altro, e non lo sappiamo né tu né io cosa sia.
Ora mi fai male o sono io che ti faccio male. Io so che non sei un muscolo ma una bestia. Chi vede in me una bestia è perché sta vedendo te. Io quando scrivo cerco di farti vedere, mi piace esporti ma non ci riesco. Come si fa a dire quello che sento adesso sulla tua punta, un misto di amaro e debolezza, una crepa e un coltello, tu sei una voragine con me dentro. Ma ogni cuore ha un peso, ogni cuore si strofina a un muro, ogni cuore ha un buio alle sue spalle che nessuno illuminerà mai. I cuori sono come i paesi, non ce ne sono due uguali. Comunque dovremmo farcela ad arrivare fino a domani e può darsi anche che ci sia il sole. Lo so che il sole ti piace e ti fa stare tranquillo. Non saremo felici, stanne certo, ci sarà sempre qualcuno che proverà a incentivare la nostra pena, a sminuire la gioia appena accenna a prendere corpo. Non sono paranoico, credimi, è che forse io e te non stiamo bene insieme, sappiamo solo spiarci, siamo troppo gelosi uno dell’altro. Ora non so più che dirti, che dire. Non ti so dare una soluzione, un luogo, una vita che ci possa esaudire. Posso darti la mia impazienza come tu mi dai la tua. So che fino a quando moriremo sarà sempre così, non avremo pace. E va bene, lo abbiamo detto, lo abbiamo ripetuto, chi voleva saperlo lo ha saputo...
Franco Arminio (Lettera al mio cuore)
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gregor-samsung · 29 days
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" Ogni grande movimento musicale, in fondo è adolescente. Solo dopo, il successo e il mercato lo rendono un oggetto da acquistare; lo fanno invecchiare in fretta e male, lo congelano in un ruolo preciso, un look definito, dalle sonorità prestabilite. Lo fissano, impedendogli di viaggiare ed evolversi. È una rete intessuta di averi che il mondo gli getta addosso per imprigionarlo e stabilizzarlo, in modo da poterlo identificare. Rimbaud lo spiega nella Lettera del veggente: il poeta ascolta l’inaudito e lo rende udibile per l’umanità, ma nel fare questo muore. Anche se, sepolto dalle incrostazioni dei nostri averi, rimane una sorta di santuario in chi ha passato la propria adolescenza impugnando una chitarra, ripetendo ossessivamente il riff iniziale di Smells Like Teen Spirit o baciando la sua prima ragazza dopo aver storpiato con passione Wish You Were Here. Che sensazione di vita, di infinita potenzialità, sperimentano due adolescenti innamorati su una spiaggia: liberi per una notte da ogni avere, ridotti dall’estate e dalla giovinezza a essere soltanto due esseri umani lontani da scuola e problemi, con una coperta per scaldarsi e la malinconia di chi si perderà a fine agosto.
Le sere azzurre d’estate, andrò per i sentieri, Punzecchiato dal grano, a calpestare erba fina: Trasognato, ne sentirò la freschezza ai piedi. Lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.
Non parlerò, non penserò a niente: Ma l’amore infinito mi salirà nell’anima, E andrò lontano, molto lontano, come uno zingaro, Nella Natura, – felice come con una donna.
[Arthur Rimbaud, Sensazione, 1870] "
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Salvatore La Porta, Less is more. Sull’arte di non avere niente, Il Saggiatore (collana La Cultura, n° 1134), 2018¹. [Libro elettronico]
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gaytamorfosi · 2 months
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Qualcosa di completamente opposto a te
🇮🇹 ("Something completely opposite of you" Italian Version)
"Sai cosa sarebbe davvero divertente? Se ti trasformassi in qualcosa di completamente opposto a te: un twink."
Le applicazioni che permettevano di modificare l'aspetto fisico delle persone erano apparse all'improvviso, sorprendendo tutti. Diventarono immediatamente virali, moltiplicandosi e innovandosi di continuo. I media non parlavano d'altro: c'era chi sosteneva che fossero una delle più grandi scoperte dell'umanità, chi si preoccupava dei potenziali effetti collaterali delle trasformazioni, e chi prediceva scenari apocalittici. Tuttavia, la maggior parte delle persone non si preoccupava degli effetti delle app, dopotutto le trasformazioni duravano solo pochi minuti e non lasciavano segni permanenti.
Il mio ragazzo, un omone alto due metri e largo come un armadio, voleva assolutamente pubblicare anche lui un video in cui si trasformava davanti allo specchio, come quelli che intasavano la rete in quei giorni. Gli proposi di fare la trasformazione più radicale possibile e lui iniziò a registrare il video, saltellando entusiasta davanti allo specchio. La trasformazione durò solo pochi istanti, ma il risultato non mi soddisfaceva del tutto, quindi feci partire una seconda trasformazione, portando al massimo la potenza dell'app. Ora il mio ragazzo era giovane ed esile, aveva perso la sua folta barba ed era coperto da una lunga chioma castana.
"Ora spegni il cellulare e vieni qui da me, questo nuovo aspetto mi fa venire voglia di farti cose che non ti ho mai fatto prima," dissi sorridendo malizioso, ora che ero più grosso di lui. "Dobbiamo sbrigarci prima che finisca l'effetto della trasformazione."
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palmiz · 2 years
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La Grande truffa elettrica:
Faccio spoiler di un paio di aspetti per i pigri:
"costo a km di una ricarica domestica = € 0,122 (€ 20,80 ÷ 170km = € 0,122)
- costo a km di una ricarica pubblica = € 0,217 (€ 35,60 ÷ 170km = € 0,209)
- costo a km di un pieno di benzina = € 0,109 (€ 74,40 ÷ 680km = € 0,109)
- costo a km di un pieno di Gpl = € 0,052 (€ 29,44 ÷ 560km = € 0,052) ."
( Per Un viaggio di 3 ore con auto termica, ne servono 6 con auto elettrica calcolando tempi di ricarica) . E per furgoni e tir , qualcuno mi spieghi come si farà a lavorare o con che costi... )
Evviva l’auto elettrica!
"Da un anno sono possessore di una auto Full Electric di ultima generazione: una Peugeot E-208 con una batteria da 50 KWh.
Mi sono fatto convincere dalle fandonie raccontate sul fatto che le auto elettriche sarebbero molto più convenienti di quelle con motore termico. Ebbene, posso dire con certezza, scontata sul mio portafogli, che le auto elettriche sono una colossale fregatura.
L'Unione Europea, non ho ben capito con quale logica e per quale interesse, spinge fortemente per la conversione totale della mobilità dal termico all'elettrico. I principali argomenti per convincere gli utenti a passare all'elettrico sono la scelta ecologica ed il risparmio.
Quanto alla valenza ecologica dei motori elettrici, non ho gli elementi per affermare se sussiste veramente ma ho seri dubbi anche in considerazione dell'enorme problema relativo allo smaltimento delle batterie esauste.
Per quanto riguarda invece la assoluta antieconomicità delle auto elettriche, e, problema di non secondaria importanza, la loro faticosissima fruibilità, ebbene qui ho solo certezze, raggiunte dopo un anno di calvario, sia pratico che economico.
Innanzitutto voglio spendere una parola sulla indegna malafede speculativa rappresentata dal costo addebitato all'utente per la energia erogata dalle colonnine pubbliche.
A fronte di un costo medio della energia domestica pari ad € 0,52/KWh, ho dovuto riscontrare che per le ricariche alle colonnine pubbliche viene praticato un costo pari ad euro 0,89/KWh, ovvero quasi il doppio.
Riguardo poi alla infruibilità delle auto elettriche, faccio presente che i motori elettrici di nuova generazione necessitano di batterie con una capacità di almeno 40kwh, che, a causa della rilevanza di tale capienza, necessitano di essere ricaricate quasi esclusivamente presso i punti di ricarica veloce visto che, con una ricarica lenta, per raggiungere il 100% ci vorrebbero almeno 14 ore.
Quindi il problema della scarsissima disponibilità di punti di ricarica pubblici viene enormemente acuito dalla necessità di accedere esclusivamente ai punti di ricarica veloce, che sono circa il 20% della totalità.
Da ciò deriva che se devi fare un viaggio, o ti prendi due giorni per fare 400 km oppure ti fermi almeno un paio di volte per ricaricare nelle postazioni di ricarica veloce, con una attesa per ogni ricarica di minimo un'ora (purtroppo anche la storia che con 20 minuti si raggiunge l'80% della ricarica è un'altra fandonia: ce ne vogliono almeno 40).
Si aggiunga poi che sulla rete autostradale italiana i punti di ricarica veloce sono rarissimi, il che significa che ogni volta che si ha bisogno di ricaricare si deve uscire dall'autostrada e percorrere a volte diversi chilometri aggiuntivi per raggiungere la postazione.
In sostanza un viaggio che con un motore termico richiederebbe tre ore di percorrenza, con un motore elettrico, se si è fortunati a trovare le colonnine funzionanti e libere, se ne impiegano almeno sei!
Veniamo ora alla tanto sbandierata "economicità" delle auto elettriche.
Mettiamo a paragone una piccola utilitaria con batteria da 40kWh ed autonomia di 170 km (che è la reale autonomia su percorso extraurbano rispettando i limiti di velocità, alla faccia della autonomia di 350 km dichiarata dalla casa), con la stessa utilitaria con motore termico a benzina e Gpl:
A) un "pieno" di energia effettuato collegandosi ad una utenza domestica costa € 20,80 (€ 0,52 x 40kwh = € 20,80);
😎 un "pieno" di energia effettuato collegandosi alle colonnine pubbliche costa € 35,60 (€ 0,89 x 40kwh = € 35,60);
C) un pieno di 40 litri di benzina costa € 74,40 (€ 1,86 x 40lt = € 74,40);
D) un pieno di 40 litri di Gpl costa € 29,44 (€ 0,736 x 40lt = € 29,44).
Nel paragone va considerato un "piccolo particolare": con un pieno di energia si percorrono al massimo 170 km, mentre con un pieno di benzina si percorrono almeno 680 km (considerando un consumo medio di 17 km/l) e con un pieno di Gpl se ne percorrono 560 (calcolando un consumo di 14 km/l).
E qui casca l'asino:
- costo a km di una ricarica domestica = € 0,122 (€ 20,80 ÷ 170km = € 0,122)
- costo a km di una ricarica pubblica = € 0,217 (€ 35,60 ÷ 170km = € 0,209)
- costo a km di un pieno di benzina = € 0,109 (€ 74,40 ÷ 680km = € 0,109)
- costo a km di un pieno di Gpl = € 0,052 (€ 29,44 ÷ 560km = € 0,052).
Quindi, tirando le somme, un pieno di carica elettrica alla colonnina costa il quadruplo di un pieno di GPL.
Il tutto senza considerare che una auto elettrica costa il 30% in più rispetto ad una pari modello termica e che una auto termica può durare anche 15 anni mentre una auto elettrica all'esaurimento delle batterie o della garanzia sulle medesime(dopo non più di 8 anni) vale zero.
Alla faccia delle "scelte ecologiche" per le quali subiamo pressioni da anni: facile così, tanto paga Pantalone.
A questo punto si può giungere ad una sola conclusione: va bene il Green, il rispetto dell'ambiente, l'etica ambientalista, va bene tutto, ma non a spese nostre, non costringendoci a spendere il quadruplo, e, soprattutto, non speculandoci sopra perché quando si tratta di mettere mano al portafogli la gente non è stupida".
(Da un utente del WEB)
PS 1: era scontato, le premesse ci stavano tutte ma in pochi ci "arrivavano", l'auto del futuro sarà per pochi eletti, si creerà un ulteriore distanza netta fra le caste e indovinate quale sarà quella sottomessa? ...
PS 2: per alimentare tutt' Italia,case private, industrie, auto, chi sa fare i conti dichiara che serviranno per restare green almeno 12 centrali nucleari... Quindi? Come faranno/ faremo?
PS3: in pochi sono preparati a spegnere gli incendi delle auto elettriche (che non sono pochi) , visto che servono attrezzature a parte adeguate, e in pochi meccanici ci sanno ancora mettere mano.
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chouncazzodicasino · 7 months
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Aprire il negozio è stata un'esperienza molto difficile. Emotivamente e fisicamente. Nei mesi precedenti le cose da fare erano tantissime, ho chiesto tanto aiuto. Per fortuna ho (ho sempre avuto) una bella rete intorno ma devo ammettere che in quei momenti mi sono sentita davvero tanto sola. Le cose da fare erano troppe, fisicamente avrei dovuto essere in due tre posti contemporaneamente per farle tutte. La rete c'era ed è stata fondamentale, ma è stato difficile.
Pochi mesi prima di aprire, proprio in tutto questo fermento che mi vedeva andare avanti come un ariete a tratti stordita, mia madre ha avuto un incidente e si è rotta malamente la gamba. Una delle maglie fondamentali della mia rete si è allentata, sfibrata, sciolta. Non potevo far affidamento sul suo aiuto pratico e, soprattutto, ero diventata fisicamente indispensabile per lei, per seguire le varie visite, la riabilitazione, per permetterle di fare il suo lavoro. Come sempre tutto questo come una figlia unica, o quasi, ma questa è un'altra parentesi dolorosa. Non ricordo molto perché la mia mente fa sempre così, rimuove i momenti saturi, ma ricordo benissimo quei primi giorni concitati dopo il messaggio "Non ti spaventare, mi operano, ho avuto un incidente", ricordo che andavo in ospedale da lei ed essendo la mia macchina piena di cose del cantiere del negozio, prendevo la sua. Ogni giorno, ogni singolo giorno, la pennetta nella sua macchina mi faceva sentire questa canzone e se non la metteva lei io la cercavo per metterla a ripetizione e piangermela tutta. Era diventato il mio rito: ascoltare, cantare, piangere e farmi coccolare da questa canzone. Mi bastava questo. Mi smontavo, svuotavo e ricostruivo in quei 15 km di strada per arrivare ad essere quella forte, divertente e speranzosa, fingendo.
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klimt7 · 7 months
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24 febbraio 2024
Un sabato pomeriggio
speso bene
A volte ci sono storie che meritano di essere raccontate. Lo capiamo solo dopo.
Quando comprendiamo che la scintilla iniziale, quella luce da cui ci siamo fatti guidare, seguendo la nostra intuizione, era fondata.
Nel mio caso, tutto è iniziato da un articolo della stampa locale. Un articolo apparso su CesenaToday, un sito web, che si occupa di dare informazioni e portare all'attenzione di tutti, le iniziative, gli eventi e molte delle manifestazioni del territorio, tutto ciò che accade - insomma - nel Cesenate e nei Comuni della vallata del Savio.
Riporto di seguito il testo dell'articolo, che avevo letto alcuni giorni fa :
Di notizie di questo tipo, sulla stampa e in Rete, ne appaiono decine, ogni giorno, eppure, in questo caso, qualcosa deve avermi colpito ad un livello più profondo della semplice curiosità.
Sarà che anche io, durante gli anni del Liceo Classico, mi sono appassionato alla pittura da autentico autodidatta, dopo che ho conosciuto le opere di Van Gogh e di Gustav Klimt! Sarà che il disegno, fin dalle scuole Elementari, era una delle attività preferite...
E così dai disegni a matita e coi pastelli, ero passato ai primi lavori a tempera (colori acrilici) e poi ai primi quadri su legno e alle prime tele ad olio.
Sarà che il mondo dell'Arte, mi ha sempre attratto e incuriosito...
Sarà che dopo l'aggressione russa all'Ucraina del 24 febbraio 2022, ho sempre fatto il tifo per il popolo ucraino e ho partecipato a diverse iniziative di volontariato, per inviare aiuti e soldi, agli ospedali di Leopoli e Kyiv, sia per dare supporto ai bambini e ragazzi universitari e alle madri ucraine fuggite dal proprio paese e arrivate in italia, nei primi mesi di questa assurda guerra, scatenata dal sanguinario dittatore di Vladimir Putin...
Sarà anche che io sono sempre stato affascinato della storia di chi è costretto ad abbandonare la propria Patria a causa di una guerra e a reinventarsi una vita.
Saranno stati tutti questi motivi assieme, ma qualcosa mi ha spinto a voler visitare la Mostra di questa artista ucraina, che grazie all'aiuto concreto del Comune di Mercato Saraceno è riuscita a coronare uno dei suoi sogni e presentare al pubblico parte dei suoi lavori.
Oggi alle 16, quindi, sono andato a Mercato Saraceno, a questo piccolo-grande evento : l'inaugurazione della Mostra di pittura di Kira Kharchenko.
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E così, in un pomeriggio piovoso di metà febbraio, mi son trovato ad essere investito dall'energia dei quadri di questa ragazza che giunta in Italia, per colpa della guerra, ha intrapreso un percorso scolastico nel nostro paese, iscrivendosi al Liceo Artistico di Forlì.
Conversando con Kira, è diventato chiaro come il suo soggiorno in Italia sia stata anche una svolta della sua vita. Nel giro di appena due anni, ha infatti imparato ad esprimersi nella nostra lingua e ha cominciato un percorso artistico importante, adottando la tecnica dei colori ad olio.
Ma la cosa, ancora più importante è che Kira in questi anni è riuscita a portare avanti un progetto personale di grande valore:imparare ad esprimere grazie alla Pittura e al disegno il proprio mondo interiore fatto di idee e sentimenti.
Cosi come ha scoperto l'importanza della Filosofia come strumento per leggere il mondo e comunicare le idee che ci guidano nella vita.
Ciò che infatti colpisce di questa ragazza è il fatto che una sua opera, qualsiasi sua opera, parte sempre da uno stato d'animo, una riflessione, una emozione profonda. Tutti i suoi quadri, sono un mezzo per fare arrivare un messaggio legato alle emozioni e al mondo dei propri sentimenti.
È sufficiente allora, leggere le didascalie che accompagnano le sue tele per immergersi nel mondo interiore di Kira, continuamente in bilico fra pensieri cupi e paure legate alle minacce che ha portato la guerra nel suo paese, e la sua forza di volontà che la sorregge e la porta a credere alla speranza e a un futuro migliore, più umano e orientato al valore della Libertà.
Un futuro dove ogni sentimento trova la forza di emergere per esprimere la propria umanità.
Ed ecco che visitare la sua esposizione significa leggere molte delle pagine del suo personalissimo "romanzo di formazione".
È un pò come leggere il libro che Kira crescendo e prendendosi responsabilità del tutto nuove, sta scrivendo in questi anni.
Ci sono pagine chiare, luminose, abbaglianti che tuttavia non cancellano i momenti bui e i colori più cupi che esprimono le paure e le preoccupazioni.
Ma Kira ha dalla sua parte, due energie incredibili: è guidata da due stelle polari.
La sua fede religiosa ( kira è ortodossa) e la forza del dialogo ininterotto che lei stessa, ha con la propria anima.
Un confronto fertile con se stessa, con la persona che è e con il mondo dei propri pensieri, oltre che con i pensieri eterni, quelli validi in tutte le epoche, quelli che per comodità, noi indichiamo col termine "FILOSOFIA".
Perchè Kira non è soltanto una pittrice.
È prima di tutto una filosofa, una persona riflessiva che esprime le sue convinzioni profonde, le sue visioni, il modo di percepire la realtà, attraverso il linguaggio potente che è la Pittura.
Prossimamente dedicherò uno o più Post ai suoi quadri.
Per oggi, sono felice di aver partecipato a questa Mostra, di aver conosciuto questa promettente artista ucraina e aver iniziato a comprendere il suo linguaggio pittorico.
Piu di tutto, credo che il suo mondo interiore, la potenza del linguaggio che ha scelto, la profondità del suo modo di esprimere i sentimenti con immagini potenti e insieme, piene di armonia e grazia, ne fa un talento precocissimo, dal grande potenziale .
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