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#fotografi per matrimonio
luluemarlene · 7 months
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C'è una persona, dove lavoro io, di una decina d'anni meno di me, con la quale sono entrata in confidenza
Scoperto di essere molto simili in tema di fantasie sessuali , abbiamo iniziato a raccontarci un po' di esperienze. Quello che lo distingue totalmente da me è che lui, le sue avventure, le vive con la bella e giovane moglie o comunque sempre con il suo consenso.
Sono naturisti, scambisti, e mi ha raccontato di giochetti che, devo ammettere mi hanno eccitato sempre molto
Una volta mi disse che avevano partecipato ad un festino dove la bella S. era stata messa in una gogna ed era rimasta a disposizione di uomini e donne per ore. Insomma hanno trovato il modo di dare spazio alle loro perversioni all'interno della coppia, ed io non posso far altro che invidiarli, ovviamente.
Lui aveva 23 anni quando mi confessò che gli facevo molto sangue e da allora non ha mai smesso di scoparmi con gli occhi. Era già fidanzato, ma dopo il matrimonio ha iniziato a provare a tirarmi dentro ai loro giochi con la complicità della neo mogliettina , ma nn mi sono mai sentita di mischiare il lavoro con il piacere, nonostante abbia sempre trovato piuttosto eccitante il suo sorriso con le fossette ai lati.
Insomma, per farla breve (sono quasi le due di notte e io crepo dal sonno) , ieri gli parlo delle fotografie viste su un social a contenuti espliciti che frequento, di gabbiette in plastica lucida o in freddo metallo e dei cazzi rinchiusi e frustrati su cui erano montate.
Conosce il mio passato, sa che ne possedevo una e sa che sto aspettando la consegna della prossima , così ho trovato piuttosto naturale raccontargli di quanto il mio cervello si senta "rapito" da quel tipo di strumento, gli ribadisco la sensazione di onnipotenza, di possesso ma anche di protezione . La verità è che al pensiero mi schizza l'ormone dritto in fica, dopo avermi masturbato il cervello.
Lo stesso effetto che mi fa pensare alla cintura di castità, quando mi impedisce di scopare, ma non di gocciolare come una stalagtite di ghiaccio al sole o... una lurida troia .
So che ha uno strumento simile alla gabbietta che si è autocostruito, con tutta una serie di punte che, ogni volta che sta per diventargli duro, si conficcano nella cappella.
Una gabbietta di metallo alquanto singolare.
Mi racconta che spera sempre che sua moglie lo obblighi a venirci a lavorare con quel coso. Lei, però, è sí una gran porca, ma nn ha smanie di controllo, e poi è nuovamente incinta e ha momentaneamente perso interesse per questi giochi.
Naturalmente non posso esimermi dal fare la stronza e gli dico cosa gli farei fare io con lo strumento costrittivo.
Credo che iniziata la descrizione della mia lingua tra una fessura e l'altra gli fosse già diventato duro, così passo a descrivere bene quanto il succhiare la punta sbavando saliva dentro e fuori lo strumento potesse essere davvero eccitante per entrambi... Ecco che mi manda affanculo e esce dall'ufficio ridendo.
Tutto normale insomma.
Questa mattina, però, entra in ufficio e mi mette sulla scrivania un paio di chiavi.
Il mio sguardo interrogativo dura davvero pochissimo e in un nano secondo so già a cosa servono
"L'hai indossata? "
Dice di no ma mi spiega che ne ha portate 3:
la prima, quella con le punte, già la conosco, la seconda è una vera e propria gabbia di metallo con chiusura personalizzata da lui, la terza è un cazzo di strumento ad impulsi elettrici, quella per i cani, che ha modificato e applicato ad una gabbietta per poterla indossare
Tralasciamo il fatto che avessi già le mutandine zuppe, ma quando mi ha chiesto di scegliere quale dovesse mettere, ho davvero pensato di correre nel cesso a masturbarmi
(in realtà l'ho fatto ma non gliel'ho detto)
Mi ha detto che l'altro mazzo di chiavi ce l'ha sua moglie e che per lei andava bene ne tenessi uno io.
Ho scelto quella con le punte, perché volevo soffrisse un po'
e perché mi ha confessato di non sentirsi sicuro a darmi in mano il telecomando di quello che procura scosse elettriche. Dice che sono PERICOLOSA e che sul lavoro sarebbe difficile nascondere la situazione
Quanta saggezza!
Io lo vedevo già in ginocchio a contorcersi in mezzo al piazzale dell'azienda.
Gli ho promesso che, se si comporterà bene, lo porterò a pranzo fuori e quando "ballerrà" sulla sedia col cazzo torturato a dovere, diremo che soffre di
epilessia 😁
Ovviamente ho cercato, con le giuste parole, di farglielo venire duro ogni volta che potevo e le sue smorfie di dolore mi dicevano quando ci riuscivo. Poi gli ho detto che, tutto divertente, tutto figo, ma comunque, non avremmo scopato .
Mi ha guardato con quel sorriso che da sempre mi spiazza e uscendo ha detto
"Inizia a giocare, poi vediamo"
Durante il pomeriggio sono salita in magazzino per controllare del vestiario e non riuscivo a smettere di pensare a quella gabbietta
I pensieri si accavallavano ai ricordi di quello che era stato , e potevo sentire l'odore del cazzo recluso, sentivo il gusto della plastica mischiata all'urina
Ho pensato che dovevo masturbarmi e voltamdomi per andare via me lo sono trovato di fronte
-"Vuoi vederlo" ?
Si cazzo, volevo!
Volevo vederlo, toccarlo assaporarlo
Vedevo la sua smorfia si dolore mentre aspettavo si slacciasse i pantaloni, guardavo le sue mani tremare ed ero compiaciuta.
Poi eccolo lì, nella gabbia lucente, chiuso da un lucchetto appeso al suo piercing
Ops!! avevo dimenticato di dirvi che ha una cannula che gli entra nell'uretra fermato da un piercing ? Cristo. Avrei potuto sborrare immediatamente .
Lo guardavo come guardo la cioccolata dopo un mese di dieta e credo di aver sentito un rivolo di saliva colarmi dal mento
"Vuoi toccarlo"?
Lo stronzo aveva pieno potere: era lui quello ingabbiato, ma ero io quella sopraffatta, soggiogata
Appena l'ho toccato ho sentito il mio clitoride allungarsi verso quell'oggetto diabolico
La capella era gonfia e bollente, usciva dal cilindro e nascondeva le punte del metallo conficcato alla base di essa
Un cazzo moscio che stava per esplodere!!!
"Vuoi leccarlo"?
L'ha detto tra i denti, mentre cercava di non abbandonarsi al dolore, consapevole fosse proprio quello ad eccitarlo tanto da farlo grugnire come un maiale
L'ho leccato. Ho preso prima in bocca l'anello e poi sono scesa lunga la cannula, fino ad incontrare la carne
Respirava sempre più forte e guardandolo mi sembrava che ormai non fosse più lì. Ero sola con le mie voglie, le mie fantasie, le mie pulsioni.
Ho sentito le chiavi nella tasca, ma questa volta non avrei ceduto all'impulso di liberazione così ho iniziato a succhiare cazzo e metallo, sentendo gusto di ferro, di sale, di sesso
Ho infilato tutto in bocca, ho sentito il piercing conficcarsi nel retro della gola
Lui aveva la testa rovesciata all'indietro e vacillava sulle gambe. Lì ho iniziato a pisciare, a colarmi addosso urina senza nemmeno accorgermene.
Ho battezzato il momento col liquido paglierino e masturbandomi ho fregato il mio sesso tanto forte da rischiare di incendiarlo.
Mi ha distratto il gusto del sangue, il suo.
Da sotto la capella le punte erano così penetrate e la cappella così gonfia che da alcuni punti uscivano minuscole goccioline rosse
Credo sia stato quello a farmi venire, insieme all'idea che avrei confessato tutto all'uomo che stavo aspettando e che poi mi avrebbe punita.
Gli ho lavato le scarpe e ho goduto come una cagna, leccandomi le dita, e leccando lui.
Si è appoggiato ad una stagiera per non cadere e ammetto, per un momento, di essermi maledetta per non avergli permesso di sborrarmi giù per la gola.
Mi ha guardato con gli occhi fuori dalle orbite e ha detto :
"Ringrazio il cielo di non averti dato in mano quello ad impulsi elettrici... rischiavo la vita, cazzo"
Buonanotte.
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fashionbooksmilano · 6 months
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Torte nuziali d'autore
Mich Turner della Little Venice Cake Company, Fotografie di Richard Jung, traduzione di G.Peraldini
Biblioteca Culinaria, Lodi 2009, 159 pagine, 24x28,5cm, ISBN 978 88 95056319
euro 29,90
email if you want to buy [email protected]
Il giorno del matrimonio è una data da ricordare per tutta la vita, e dunque tutto deve essere perfetto. Se l'abito, i fiori e la chiesa hanno un loro preciso ruolo, parlando di ricevimento, la torta è, senza alcun dubbio, la protagonista. L'obbligo della tradizionale torta con la glassa bianca a tre piani è ormai un ricordo. Oggi la torta può essere spettacolare, emozionante e sorprendente. Dai lussuosi motivi in stile barocco alle più raffinate creazioni minimaliste, le torte nuziali della collezione di Mich Turner saranno senz'altro d'ispirazione sia per la futura sposa, sia per i pasticcieri. Infatti, «Torte nuziali d'autore» fornisce tutte le necessarie informazioni per poter preparare queste torte da favola. I suoi otto capitoli sono così suddivisi: Allestire la scena: Dove e come presentare la torta, l'uso di tovaglie, candele e fiori per creare un effetto scenografico ed un vero senso di evento; Affascinanti: Favolose torte dal fascino hollywoodiano, assieme alle torte sofisticate, eleganti, monocromatiche e imponenti per le quali Mich è conosciuta; Rosa di campagna: Torte belle e delicate, ornate a mano e decorate con rose di zucchero e fiori freschi, tra cui gigli e orchidee; Creative: Torte che vi permettono di dar sfogo alla vostra creatività, tra cui motivi dipinti a mano che possono variare in modo da adattarsi al vostro tema cromatico preferito; Divertenti e spiritose: Una moderna rassegna di torte nuziali con dolci dai colori accesi e sgargianti, assieme a torte al cioccolato dallo stile sontuoso; Stagionali: Una collezione di torte che hanno come tema le stagioni dell'anno, addobbate con fiori primaverili ed estivi, frutti autunnali e foglie invernali; Souvenir: Biscotti da usare come decorazioni, torte mono-porzione in scatola e bomboniere da portare a casa o da regalare in occasione di party organizzati per la sposa; Tecniche: Tutto quello che occorre sapere per ricoprire, glassare, decorare e presentare le torte qui illustrate.
14/03/24
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canesenzafissadimora · 8 months
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E il tuo sorriso sembrava quasi la felicità, perché io sapevo già che te lo saresti riportato via.
Oggi, ogni volta che mi vieni in mente, sento sempre lo stesso brivido.
Mi assale come fosse un guerriero a turbare
i miei anticorpi, e mi ammalo di te, con la febbre nel pensiero.
Mi commuovo più facilmente se scruto un’emozione in giro per le strade, ti sento
lì con me, te la regalo nel silenzio.
Ti stringo accanto, come fossi piccolissima
e mi stessi nella tasca della giacca vicino al cuore, a stretto contatto con il mio sentire.
E certo che no, non saremmo stati perfetti, anzi, avremmo litigato un casino, forse proprio perché siamo molto simili.
Al mio “grillo parlante”, quando torna
a bussare, non apro quasi mai, ma a volte
mi spiace lasciarlo fuori al freddo, così lo faccio entrare e mentre inizia a obiettare
gli chiedo una tregua, una tregua
fra la mia vita e il mondo, così si arrende
e si addormenta.
Beata incoscienza, dicono dei giovani.
Beata fortuna, dico io, è un’incoscienza preziosa.
Osservo i ragazzi per strada, quando si baciano, quando nei loro occhi c’è l’eternità, quando nei loro occhi c’è l’immortalità degli dei, la luminosità del :” Resto anche domani, ci sarò”, con una convinzione, una sicurezza che a stento ritroverai se non nei folli come me, perché io, alla mia età, la possiedo ancora.
A volte devo distogliere lo sguardo, perché
è troppo forte l’emozione, perché rivedo te, respiro il mare, mi entra nelle narici di prepotenza con un capogiro incontrollabile
e mi fa sentire insieme male e bene non averti mai dimenticata.
Allora quei ragazzi li fotografo di nascosto
e vale per tutte le fotografie che non abbiamo.
Ho dei rapporti meravigliosi con le donne con cui ho avuto una storia.
Ho visto nascere il bimbo della mia prima fidanzata, ho visto il matrimonio della donna che credevo avrei sposato io, molti anni fa.
Con te non ho voluto veder appassire un fiore mai sbocciato.
Non ti avrei mai regalato dei fiori strappati alla tua terra, perché tu meriti la vita.
Eppure, anche se non credo a un’altra vita dopo questa, l’energia di questo sentimento resterà, si mescolerà agli elementi naturali
e continuerà a vivere sì, anche dopo di noi.
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Massimo Bisotti
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carmenvicinanza · 2 years
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Bridget Bate Tichenor
https://www.unadonnalgiorno.it/bridget-bate-tichenor/
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Bridget Bate Tichenor è stata una pittrice surrealista, autrice di arte fantastica e creatrice di moda.
Dopo anni di mondanità tra Europa e Stati Uniti, in cui è stata indossatrice, stilista, redattrice di Vogue, modella di Man Ray, e di tanti altri celebri fotografi, tra la fine degli anni quaranta e l’inizio degli anni cinquanta, si unì al gruppo di artiste della scuola del realismo magico che emigrarono in Messico, paese che divenne sua patria d’elezione.
Nata Bridget Bate a Parigi, il 22 novembre 1917, era figlia di Frederick Blantford Bate, giornalista statunitense della NBC e dell’inglese Vera Nina Arkwright. Di nobili origini da parte materna, era imparentata con molte famiglie dell’aristocrazia europea.
Trascorse la giovinezza in Inghilterra e poi in Italia, dove la madre si era risposata. A 16 anni, a Parigi, fu modella per Coco Chanel, di cui la madre curava le pubbliche relazioni con le famiglie reali d’Europa. Visse tra Roma e Parigi dal 1930 al 1938.
A Londra frequentò la Scuola d’arte Slade.
Nel 1939 sua madre, per scongiurare la minaccia della imminente guerra, la convinse a sposare a uno statunitense da cui ebbe un figlio, che crebbe col padre.
Furono anni in cui spopolò a New York, abitava in un appartamento all’Hotel Plaza, indossa vestiti creati apposta per lei, frequentava l’alta società e faceva stragi di cuori, anche la scrittrice Anaïs Nin ne subì la fascinazione.
Dopo il divorzio dal primo marito ha abitato nell’Upper East Side con Peggy Guggenheim prima di risposarsi con Jonathan Tichenor, nel 1945.
Alla fine degli anni Quaranta si unì a un gruppo di artiste del surrealismo e del realismo magico in partenza per il Messico e lì decise di stabilirsi definitivamente nel 1953 lasciandosi alle spalle il secondo matrimonio e la vita newyorkese.
L’idea del Messico le era stata fornita dal poeta britannico Edward James, suo cugino e mecenate del surrealismo, che lì aveva stabilito la sua residenza e l’aveva iniziata alla sua spiritualità segreta.
Avendo assimilato diverse culture europee e americane, attraverso identità multiple che riflettevano le varie fasi della sua vita, riconobbe i cicli precolombiani di creazione, distruzione e risurrezione che riecheggiavano gli eventi catastrofici della sua vita, aggravati dal contesto distruttivo e ricostruttivo delle due guerre mondiali.
L’apertura del Messico alimentò le sue aspettative personali di un futuro ricco di ispirazione artistica senza limiti in un mondo veramente nuovo, di cui immortalare il fermento di ideali sociali, politici e spirituali.
Il lavoro di Bridget Bate Tichenor possedeva una forte componente spirituale, che rifletteva antiche religioni occulte, magia, alchimia e mitologia mesoamericana in uno stile pittorico di derivazione rinascimentale.
La vita in Messico significò un viaggio esistenziale attraverso l’arte e il misticismo, ispirati dal suo credo in spiriti ancestrali, e finalizzati alla realizzazione di sé. Dipingendo sola in luoghi isolati, riusciva a togliersi la maschera pubblica cui le convenzioni la costringevano in famiglia e nella società, per trovare la propria nascosta identità umana e spirituale, che veniva poi nuovamente celata attraverso maschere e personaggi nei suoi dipinti, in rappresentazione del suo credo e delle sue sacre verità.
Nel 1958 fu una delle artiste del First Salon of Women’s Art, presso le Galerías Excelsior. Nello stesso anno acquistò il ranch Contembo, dove si ritirò a dipingere, fino al 1978.
Per un periodo, all’inizio degli anni ’80 ha vissuto a Roma, per poi finire i suoi anni in Messico.
Nel 1985 è stata soggetto e protagonista di un documentario sulla sua vita intitolato Rara Avis, espressione latina che indica un uccello raro ed unico, il cigno nero.
Si è spenta a Città del Messico, il 20 ottobre 1990.
Le sue opere, dopo la sua morte, sono diventate parte di importanti collezioni private e pubbliche negli Stati Uniti, in Messico e in Europa, fra cui quelle delle famiglie Churchill e Rockefeller.
Molti tra i volti e i corpi delle creature magiche nei suoi dipinti erano basati sulle fattezze degli amici, dei domestici locali e degli animali di cui possedeva un notevole assortimento.
Luce, colori e paesaggi dei suoi dipinti erano ispirati dalla terra vulcanica che circondava la sua casa in cima alla montagna, dal turchese degli stagni e della cascata nella sua proprietà, dal rosso delle montagne ricoperte di pini che vedeva dalle finestre del suo studio e che all’orizzonte sembravano riversarsi nell’oceano Pacifico.
Nel 2008 i suoi quadri vennero esposti presso il museo d’arte contemporanea di Monterrey insieme a quelli di altre artiste messicane fra cui Frida Kahlo. La mostra era intitolata Storie di donne: artiste del ventesimo secolo in Messico.
Nel 2010, il suo protetto, Zachary Selig, ne ha scritto la storia nel libro The First Biography of the Life of Bridget Bate Tichenor presentata in occasione della retrospettiva organizzata presso il Museo di Città del Messico nel 2012.
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amalfiwedding08 · 12 days
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Sognando un matrimonio da sogno sulla Costiera Amalfitana?
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Stai sognando di sposarti lungo la splendida Costiera Amalfitana, con il sole che ti bacia la pelle e il mare azzurro come sfondo per il tuo giorno speciale? Se è così, allora hai bisogno di un wedding planner esperto della Costiera Amalfitana al tuo fianco!
Organizzare un matrimonio da sogno in una location da sogno come la Costiera Amalfitana può essere scoraggiante, soprattutto se non conosci la zona. Ecco perché affidarsi a un wedding planner locale è la scelta perfetta. Un wedding planner esperto avrà le conoscenze e le connessioni per trasformare la tua visione del matrimonio in realtà.
Vantaggi di un wedding planner della Costiera Amalfitana
Un wedding planner esperto della Costiera Amalfitana può aiutarti con ogni aspetto del tuo matrimonio, dalla ricerca della location perfetta alla selezione dei fornitori più affidabili. Possono anche aiutarti a sbrigare le pratiche burocratiche necessarie per sposarsi in Italia e assicurarsi che il tuo matrimonio si svolga senza intoppi.
Perché Amalfi Wedding Planner?
Amalfi Wedding Planner è una società di wedding planning di alto livello specializzata in matrimoni da sogno sulla Costiera Amalfitana. Il loro team di esperti planner bilingue conosce a fondo la zona e ha ottimi rapporti con i migliori fornitori della zona. Lavoreranno a stretto contatto con te per capire la tua visione del matrimonio e creare un evento unico e indimenticabile.
Cosa offre Amalfi Wedding Planner
Amalfi Wedding Planner offre una vasta gamma di servizi per rendere il tuo matrimonio da sogno una realtà, tra cui:
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Pianificazione logistica: si occuperanno di tutti gli aspetti logistici del tuo matrimonio, dagli spostamenti degli ospiti alle sistemazioni.
Coordinamento del giorno del matrimonio: si assicureranno che il tuo matrimonio si svolga senza intoppi, coordinando tutti i fornitori e gestendo qualsiasi imprevisto.
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sguardimora · 25 days
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Seconda giornata di incontri con la comunità per Hamdi prima di lavorare in teatro nel weekend con gli abitanti di Mondaino e dintorni che si sono iscritti al workshop. 
Nella mattinata di giovedì la nuova cucina della foresteria del teatro si è popolata di odori, racconti e risate. Eravamo in cinque. Mauro alle riprese. Anouk, che ci sta aiutando con le traduzioni, è arrivata portando in dono un mazzo di spezie del suo giardino per insaporire i piatti: salvia e rosmarino, timo e basilico e il loro verde profumato ha colorato tavolo e piatti. Marina, invece, giunta con in spalla il suo matterello personale, si è messa subito all'opera: ha ammonticchiato la farina sul tavolo, rotto 12 uova - queste le dosi da lei consigliate per preparare tagliatelle per tutti - e ha iniziato a impastare aiutata da Hamdi. Poi è arrivata Paola per preparare con noi i il ragù: con lei la sua paranza con disegni romagnoli, la sua taglierina degli anni 40' per fare il trito di carote, sedano, cipolla e spezie e un melone dell'orto in dono. 
"Rendere omaggio ai gesti del lavoro e la cucina come atto d'amore": queste le radici dai cui si snoda il progetto di Hamdi come lui stesso racconta mentre lavora osservando attentamente con un occhio i gesti di Marina e con l'altro Paola che sta facendo dondolare ritmicamente sul tagliere il tritaverdura. In un attimo la cucina è invasa dal profumo del soffritto. Intanto, mentre la sfoglia è stesa a riposare prima di essere tagliata, Marina racconta di quando servì un matrimonio con un braccio rotto, o di come le dita delle sue mani siano diverse tra la destra e la sinistra a forza di chiudere tortellini - "che non sono come i cappelletti" ci tiene a precisare. Poi taglia, con un gesto preciso e sicuro, veloce, le tagliatelle e appena finito esclama: "ecco qua, pronte in meno di un'ora: tagliatelle per 14 persone!!!" E noi che siamo in 5 ridiamo, e iniziamo ad invitare altre persone al pranzo: Mirco, che sta montando la sua mostra di fotografie in teatro, e Fabio, compagno di Anouk, che ci raggiunge con la loro piccola Anais.
Siamo a tavola e ricordando il giorno precedente quando Ivan a un certo punto ci dice che le norme sanitarie imposte con l'HACCP hanno definitivamente allontanato i nostri due cervelli depotenziando il secondo, l'intestino, e provocando così un notevole aumento di allergie Fabio ricorda il racconto degli anni Quaranta di Fabio Tombari, scrittore mondainese, che già all'epoca immaginava un futuro di cucine asettiche, super igieniche e di allergie diffuse. 
E' Paola poi a raccontare ad Hamdi la storia dell'Arboreto, cosa c'era prima e come è nato il teatro nel bosco: il desiderio di Fabio Biondi di costruire una casa per gli artisti dove potessero lavorare e ricercare lontano dai ritmi produttivi è quello che si è realizzato. 
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Nel pomeriggio ci accolgono poi Cristina e Mirco de L'oro del Daino nel loro laboratorio di Montespino: sono degli apicoltori di Mondaino che producono miele biologico. Ci mostreranno la smielatura, ci illustra Cristina, cioè il macchinario e il processo che sta dietro alla raccolta del miele. "Un ciclo dura circa una ventina di minuti", ci dice, "spero di non annoiarvi". E invece ci apre le porte a un mondo meraviglioso.
Hamdi intanto le racconta del suo progetto, precisando come in questo momento stia lavorando a coniugare danza cucina e musica ma come la sua ricerca all’origine sia sul mondo del lavoro e sull’azione del lavoratore: il saper fare, il gesto del lavoro, la ripetizione, è ciò che è centrale: "Entrar in un universo è quello che faccio. La danza entra nella qualità del tuo movimento. Il tuo lavoro è l’ispirazione, non è la danza che prende preponderanza sul gesto ma è tutta l’esperienza del nostro incontro che crea la danza".
E mentre apre le cellette esagonali sui telaini del melario primo di inserirlo nella centrifuga, Cristina ci racconta di come il miele si riconosca prima dall'odore e poi dal sapore: il girasole sa di albicocca, il coriandolo è forte... e poi c'è il colore. Poi ci parla di famiglie e di come sia una triste sconfitta quando se ne perde una; ci dice che il pollice è la carta d'identità del miele e di come la propoli racconti la storia di un alveare: "tutto resta, c’è la traccia di tutta la storia di un lavoro".
Poi lo assaggiamo ed è un tripudio di sapori. Nel mentre ci porta nel "bar dei fuchi" Cristina, raccontandoci un simpatico scritto di Susanna Tamaro: "nell'alveare i fuchi stanno lì, come tonti, in aria, non sanno fare niente, non sanno cosa fare come quegli uomini che si aggirano in cucina mentre tu sei super affaccendata, si guardano intono occhi sgranati e chiedono "cosa posso fare?", ecco i fuchi sono proprio così, stanno lì in aria aspettando che passi in volo l'ape regina per il primo e ultimo acme di piacere; non appena infatti si accoppiano precipita nel vuoto e muoiono; e se questo non accade vengono cacciati da quella casa: spermatozoi volanti!" E ridiamo. 
Poi prepariamo con lei un piccola merenda di miele e polline e ci salutiamo in attesa di rivederci il 6 settembre per la première del lavoro di Hamdi. 
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Second day of meetings with the community for Hamdi before working in the theatre over the weekend with the inhabitants of Mondaino and the surrounding area who signed up for the workshop.
On Thursday morning, the new kitchen of the theatre's guesthouse was filled with smells, stories and laughter. There were five of us. Mauro at the shoot. Anouk, who is helping us with the translations, arrived bringing a bouquet of spices from her garden to flavour the dishes: sage and rosemary, thyme and basil, and their fragrant green coloured the table and plates. Marina, on the other hand, arrived with her personal rolling pin on her shoulder, and immediately set to work: she heaped the flour on the table, broke 12 eggs - these are the doses she recommended to prepare tagliatelle for everyone - and began to knead, helped by Hamdi. Then Paola arrived to prepare the ragù with us: with her, her paranza with Romagna designs, her 1940s cutter for chopping carrots, celery, onion and spices, and a melon from the garden as a gift.
"Paying homage to the gestures of work and cooking as an act of love": these are the roots from which Hamdi's project unwinds, as he himself recounts as he works, attentively observing Marina's gestures with one eye and Paola who is rhythmically rocking the vegetable chopper on the chopping board with the other. In an instant the kitchen is invaded by the scent of the soffritto. Meanwhile, as the pastry is laid out to rest before being cut, Marina recounts the time she served a wedding with a broken arm, or how the fingers on her hands are different between the right and the left as she closes tortellini - "which are not like cappelletti", she points out. Then he cuts, with a precise and sure, quick gesture, the tagliatelle, and as soon as he is finished he exclaims: ‘there you go, ready in less than an hour: tagliatelle for 14 people!!!’ And there are five of us laughing, and we start inviting other people to lunch: Mirco, who is mounting his photo exhibition in the theatre, and Fabio, Anouk's partner, who joins us with their little Anais.
We are at the table, and remembering the previous day when Ivan at one point tells us that the health regulations imposed with the HACCP have definitively removed our two brains, depotentiating the second one, the intestine, and thus causing a notable increase in allergies Fabio recalls the story from the 1940s by Fabio Tombari, a writer from Mondain, who at the time was already imagining a future of aseptic, super-hygienic kitchens and widespread allergies.
It is Paola who then tells Hamdi the story of the Arboretum, what was there before, and how the theatre in the forest came into being: Fabio Biondi's desire to build a home for artists where they could work and research away from the rhythms of production is what came true.
In the afternoon, we are welcomed by Cristina and Mirco of L'oro del Daino in their workshop in Montespino: they are beekeepers from Mondaino who produce organic honey. They will show us honey extraction, Cristina illustrates, i.e. the machinery and process behind harvesting the honey. "A cycle lasts about twenty minutes", she tells us, “I hope I don't bore you”. Instead, she opens the door to a wonderful world.
In the meantime, Hamdi tells us about his project, pointing out how he is currently working on combining dance, cuisine and music, but how his research at its origin is on the world of work and the action of the worker: the know-how, the gesture of work, the repetition, is what is central: ‘Entering a universe is what I do. Dance enters into the quality of your movement. Your work is the inspiration, it is not the dance that takes preponderance over the gesture but it is the whole experience of our encounter that creates the dance'.
And as she opens the hexagonal cells on the frames of the honeycomb before inserting it into the centrifuge, Cristina tells us how honey is recognised first by its smell and then by its taste: sunflower tastes like apricots, coriander is strong… and then there is the colour. Then he tells us about families and how it is a sad defeat when one is lost; he tells us that the thumb is the honey's identity card and how propolis tells the story of a beehive: ‘everything remains, there is the trace of the whole story of a job’.
Then we taste it and it is a riot of flavours. In the meantime, Cristina takes us to the ‘drones’ bar', recounting a nice piece of writing by Susanna Tamaro: “in the beehive, the drones stand there, like drones, in the air, they don't know what to do, they don't know what to do like those men who hang around in the kitchen while you are super busy, they look at each other with wide eyes and ask 'what can I do? ', that's exactly what drones are, they stand there in the air waiting for the queen bee to fly past for the first and last acme of pleasure; as soon as they mate they plummet into the void and die; and if that doesn't happen they are kicked out of that house: flying sperm!" And we laugh.
Then we prepare a small snack of honey and pollen with her and say goodbye, looking forward to seeing each other again on 6 September for the premiere of Hamdi's work.
#Tandem 11
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Fotografi di matrimonio a Milano
Nuovo inizio per il sito web e cosa di meglio di una delle più divertenti e pure invenzioni fotografiche? Oggi quello che si considerava superato torna ad affascinare, noi cerchiamo di usare la fotografia di matrimonio per la stessa ragione per cui è nata: testimonianza, memoria e documento...
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stiledivinoitaly · 4 months
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Servizi Fotografici: Cattura i Momenti con Stile e Professionalità
Il Potere della Fotografia Professionale
I servizi PHOTOGRAPHIC SERVICES molto più di semplici immagini. Sono il mezzo attraverso il quale i momenti diventano indelebili, le emozioni sono catturate e le storie vengono raccontate. Dai ritratti ai servizi per eventi, la fotografia professionale è l'arte di cogliere l'essenza di un momento e renderla eterna.
Fotografia di Ritratto: Esprimi la Tua Autenticità
La fotografia di ritratto cattura la bellezza e l'autenticità di una persona o di un gruppo. Dai ritratti di famiglia ai servizi fotografici per matrimoni, ogni scatto è un'opportunità per mostrare chi siamo veramente.
Fotografia Eventi: Immortalare i Momenti Speciali
Gli eventi importanti meritano di essere catturati nei minimi dettagli. Dalle cerimonie di matrimonio ai grandi eventi aziendali, la fotografia eventi garantisce che ogni momento significativo venga conservato per sempre.
Fotografia Commerciale: Promuovi il Tuo Marchio con Stile
La fotografia commerciale è essenziale per promuovere prodotti, servizi e marchi. Dalle foto di prodotti su siti di e-commerce alle campagne pubblicitarie, ogni immagine è progettata per catturare l'attenzione e lasciare un'impressione duratura.
Fotografia Artistica: Esplora il Mondo attraverso gli Occhi dell'Artista
La fotografia artistica va oltre la mera rappresentazione della realtà. Attraverso l'uso di tecniche creative e visioni uniche, ogni scatto diventa un'opera d'arte che ispira e emoziona.
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Qualità Superiore: I fotografi professionisti utilizzano attrezzature di alta qualità e tecniche avanzate per garantire immagini nitide e dettagliate.
Esperienza e Competenza: Con anni di esperienza nel settore, i fotografi professionisti sanno esattamente come catturare il momento perfetto in qualsiasi situazione.
Personalizzazione: Ogni servizio fotografico è personalizzato per soddisfare le esigenze uniche del cliente, garantendo risultati che superano le aspettative.
Scegli la Qualità, Scegli i Servizi Fotografici Professionali
Quando si tratta di immortalare i momenti più preziosi della vita, non c'è spazio per compromessi sulla qualità. Con i servizi fotografici professionali, puoi essere certo che ogni momento sarà catturato con stile, precisione e professionalità.
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edwin--artifex · 4 months
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VIA APPIA. LA STRADA CHE CI HA INSEGNATO A VIAGGIARE Mostra a cura di Lorenza Campanella e Simone Quilici
Roma, Complesso di Capo di Bove, Parco Archeologico dell’Appia Antica
7 giugno – 1 dicembre 2024
Dal 7 giugno al 1° dicembre 2024 il Complesso di Capo di Bove, al IV miglio dell’Appia antica, ospita una stanza immersiva che accompagna lo spettatore lungo un percorso unico al mondo, tra passato e presente, in un racconto per immagini di grande potenza, costruito con le straordinarie fotografie realizzate da Andrea Frazzetta nel corso del suo viaggio condotto da Roma fino a Brindisi per National Geographic.
Accompagnati in cuffia dal racconto di Giovanni Carrada (autore RAI per Superquark e Noos, esperto nella divulgazione e comunicazione del patrimonio culturale), guidati dalle voci di Francesco Prando nella versione in italiano ed Edwin Alexander Francis in quella inglese, nella proiezione immersiva su doppio schermo, realizzata con la regia di Raffaella Ottaviani, si viene travolti in un coinvolgente percorso tra archeologia, paesaggio, persone e storie. Il viaggio del fotografo diventa il nostro viaggio nella bellezza e nella storia, attraverso un territorio segnato dall’antico ma anche dalla modernità, in un percorso ricco di stimoli che attraversa quattro regioni, collega il Tirreno all’Adriatico, conduce verso Oriente.
Partendo dal basolato romano, affiancato da sepolcri monumentali e resti delle grandiose ville imperiali, si ha l’impressione di ‘entrare’ nelle fotografie di Andrea Frazzetta e di vivere con lui il viaggio lungo i 540 chilometri che separano Roma da Brindisi, tra i restauratori all’opera nella Villa dei Quintili, gli invitati di un matrimonio nella piazza di Terracina, le vivaci scolaresche che si rincorrono tra le colonne di Minturno. Lungo il tragitto ci si perde tra le gallerie dell’anfiteatro di Capua, nelle immense distese di grano della Campania Felix, tra i campi eolici, gli uliveti, le gravine. Si resta incantati dai colori e dalla luce di Taranto e ci si ritrova a ballare la pizzica a Mesagne, per arrivare infine, carichi di emozione, al porto di Brindisi dominato dall’iconica colonna che oggi segna la fine del nostro viaggio ma che apre lo sguardo alla Grecia e all’Oriente, facendoci d’un tratto comprendere tutta la forza della Regina Viarum.
Andrea Frazzetta nasce a Lecce nel 1977. Vive a Milano, dove ha studiato arte e architettura. National Geographic Photographer e contributor di The New York Times, ha lavorato in più di 80 paesi nel mondo. Le sue fotografie sono state pubblicate su National Geographic Magazine, The New York Times, Newsweek, Newyorker, The Times, The Guardian, Der Spiegel, GEO, El Pais, Internazionale, Corriere Della Sera, D di Repubblica, Vanity Fair. I suoi progetti sono stati presentati in festival internazionali di fotografia, tra i quali Arles, Roma, Cortona On The Move, Visa Pour l’Image di Perpignan. Ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Canon Giovani Fotografi, il premio giornalistico internazionale Luchetta, il PDN Photo Annual, l’American Photography, il PX3 (The Prix de la Photographie, Paris). È stato nominato per il World Press Photo Masterclass, il Foam Award, il Prix Pictet, il Leica Oskar Barnack Award. Il reportage “The Life and Death Shift”, realizzato durante la prima fase della pandemia in Italia, come storia di copertina per il New York Times Magazine, è stato insignito nel 2020 del prestigioso Premio Ischia Internazionale di Giornalismo. Andrea Frazzetta è beneficiario del “National Geographic Society’s Emergency Fund for Journalists”. Il suo lavoro sulla Via Appia, pubblicato da National Geographic, ha vinto il premio Lowell Thomas 2023 della Society of American Travel Writers Foundation come miglior progetto multimediale.
L’esposizione è promossa dal Parco Archeologico dell’Appia Antica e dal Ministero della Cultura.
qui una 'preview' senza commento/narrazione ->
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photograph by courtesy of Andrea Frazzetta for National Geographic
The stretch of the Via Appia Antica within the city of Rome. The Via Appia Antica began at Porta Capena, near the Circus Maximus, and continued southward with a linear and easy route until it reached Capua and then Brindisi. For the first 4 km, the ancient roadway is no longer visible and the main monuments can be reached by following the modern Viale delle Terme di Caracalla and Via di Porta San Sebastiano. From the junction with Via Ardeatina, however, begins a long straight stretch of the Roman road exceptionally well preserved and dotted with hundreds of ancient monuments that parade at the edge of the roadway.
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articolo per gentile concessione di:
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ROMA – Giovedì 6 giugno alle 18.00, all’interno del Complesso di Capo di Bove, nel cuore del Parco Archeologico dell’Appia Antica, si apre la mostra immersiva Via Appia. La strada che ci ha insegnato a viaggiare, che ripercorre l’intero tracciato della Via Appia, da Roma a Brindisi, attraverso le straordinarie fotografie di Andrea Frazzetta.
La Via Appia Percorsa nei secoli da legionari, mercanti, viandanti, pellegrini, artisti e letterati, denominata “Regina viarum” dal poeta Stazio nel I secolo d.C., l’Appia è stata la prima vera strada pubblica, un’opera di ingegneria e visione pionieristica che è diventata il prototipo dell’intero sistema stradale romano. Tagliando la penisola italiana nel modo più razionale, l’Appia proietta Roma verso il Mediterraneo e l’Oriente, mantenendo la sua rilevanza sia antica che moderna.
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(c) Andrea Frazzetta, Via Appia Antica, Brindisi
Valorizzazione della Via Appia A quasi dieci anni dal viaggio a piedi di Paolo Rumiz per il reportage 'Alla ricerca dell’Appia perduta' pubblicato su La Repubblica, il tracciato della Via Appia è al centro di un’importante azione di valorizzazione promossa dal Ministero della Cultura. Questo sforzo ha portato al recupero della strada e alla proposta per l’inserimento come sito seriale nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Recentemente, l’ICOMOS ha raccomandato la sua iscrizione, che sarà valutata dal Comitato Unesco nella prossima seduta del 21 luglio 2024 a Nuova Delhi.
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(c) by courtesy of Andrea Frazzetta for NatGeo
La mostra immersiva La mostra "Via Appia. La strada che ci ha insegnato a viaggiare" mira a promuovere la riscoperta della Via Appia e a sensibilizzare il pubblico sulla sua unicità. Ospitata nel Complesso di Capo di Bove, al IV miglio dell’Appia Antica, l’esposizione conduce i visitatori in un percorso immersivo e coinvolgente tra passato e presente dell’antico tracciato. Le fotografie di Andrea Frazzetta, realizzate per il reportage di National Geographic 'Reviving the Road to Rome', curato da Nina Strochlic, raccontano la storia della Via Appia con una potenza visiva straordinaria.
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(c) by courtesy of Andrea Frazzetta for NatGeo, 'Reviving The Appian Way', Minturno
Accompagnati dalle narrazioni in cuffia di Giovanni Carrada, con le voci di Francesco Prando per la versione italiana e Edwin Alexander Francis per quella inglese, i visitatori vengono trasportati in un’esperienza visiva su doppio schermo, diretta da Raffaella Ottaviani. Un viaggio visivo e narrativo che esplora l’archeologia, il paesaggio, le persone e le storie lungo il percorso di 540 chilometri che collega Roma a Brindisi.
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(c) by courtesy of Andrea Frazzetta for NatGeo, 'Reviving The Appian Way', Capua
Il viaggio fotografico di Andrea Frazzetta Le fotografie di Andrea Frazzetta catturano la bellezza e la storia del “popolo dell’Appia”, tra passato e presente. Dai restauratori della Villa dei Quintili, agli invitati di un matrimonio nella piazza di Terracina, alle scolaresche tra le colonne di Minturno, ogni immagine è un tassello di questo viaggio affascinante.
SCHEDA INFORMATIVA "Via Appia. La strada che ci ha insegnato a viaggiare." Mostra promossa da: Parco Archeologico dell’Appia Antica – Ministero della Cultura
A cura di Lorenza Campanella & Simone Quilici
Fotografie e video di Andrea Frazzetta
Installazione immersiva Storyline e Testi: Giovanni Carrada Regia: Raffaella Ottaviani Montaggio: Paola Traverso, Il Gigante; Salvatore Strazzanti Colonna sonora: Paolo Modugno, O.A.S.I. studio Speaker: Francesco Prando, Edwin Alexander Francis Allestimento e tecnologie BOTW
Progetto grafico e identità visiva mostra Daniele Zendroni / VisiOnAir Studio
sito web Parco Archeologico dell’Appia Antica (purtroppo solo in lingua Italiano) ->
https://www.parcoarcheologicoappiaantica.it/
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Complesso di Capo di Bove, al IV miglio dell’Appia Antica ->
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Il Comitato del Patrimonio Mondiale, riunito a Nuova Delhi nella 46esima sessione, ha deliberato l’iscrizione della “Via Appia. Regina Viarum” nella Lista del Patrimonio Mondiale che diventa così il 60esimo sito italiano riconosciuto dall’UNESCO.
È la prima candidatura promossa direttamente dal Ministero della Cultura, che ha coordinato i lavori per la predisposizione della documentazione necessaria a richiedere l’iscrizione nella Lista.
Il risultato è il frutto di un lavoro di squadra che ha visto il coinvolgimento di molteplici istituzioni: 4 Regioni (Regione Lazio, Regione Campania, Regione Basilicata e Regione Puglia), 13 Città metropolitane e Province, 74 Comuni, 14 Parchi, 25 Università, numerosissime rappresentanze delle comunità territoriali, nonché il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede e Roma Capitale.
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m2024a · 6 months
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La figlia nata dal secondo matrimonio del grande tenore Pavarotti Alice Pavarotti è la figlia che l’indimenticabile Luciano ha avuto dalla seconda moglie Nicoletta Mantovani, colei che gli è stata vicino fino alla morte. Quando suo papà è scomparso non aveva ancora compiuto cinque anni: cosa sappiamo di questa giovane figlia d’arte? Chi è Alice Pavarotti e cosa fa oggi Alice Pavarotti è nata il 13 gennaio del 2003 da papà Luciano e da mamma Nicoletta Mantovani. Suo fratello gemello Riccardo è morto subito dopo il parto, mentre lei, che pesava soltanto 1750 grammi, è cresciuta sana e forte. L’amore che ha unito i suoi genitori è stato grande e anche molto chiacchierato. Quando Pavarotti ha conosciuto Nicoletta era ancora sposato con Adua Veroni, dalla quale aveva avuto tre figlie, e lei non era nient’altro che la sua “impiegata, segretaria e assistente”. I due si sono innamorati follemente, tanto che Luciano ha chiesto il divorzio alla moglie per poi unirsi in matrimonio con la Mantovani. Il tenore e la sua amata si sono sposati il 13 dicembre del 2003 nel Teatro Comunale di Modena. La sposa indossava un abito bellissimo firmato da Giorgio Armani e la piccola Alice, che aveva soltanto qualche mese, era la damigella d’onore e sfoggiava un vestitino rosa cipria. Nicoletta ha lottato tantissimo per preservare il suo amore dalle malelingue e, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha ammesso che ha cercato di fare il possibile soprattutto per la piccola Alice. Madame Pavarotti ha dichiarato: Ho sofferto molto. Chi mi ha allungato la mano in quel periodo è stato Fabio Fazio. Ero qui, con Alice, disperata. Un giorno si presentò e disse: ‘Adesso basta’ e mi convinse a parlare. Mi ha aiutato il pensiero di Luciano, ho cominciato a chiedermi cosa avrebbe detto, o fatto, lui. Mi ripetevo quella frase meravigliosa che era il suo mantra: ‘Un bel tacer non fu mai scritto’. Quando ho reagito l’ho fatto per Alice, perché non vedesse più i suoi genitori massacrati mediaticamente La baby Pavarotti, non a caso, è cresciuta lontano dai riflettori e sono rare le fotografie in cui appare con i suoi genitori. Alice oggi Alice è cresciuta, e come tutti i ragazzi della sua età ha un profilo social che aggiorna costantemente. Proprio grazie a Instagram, riusciamo a scoprire qualcosina in più su di lei. La giovane Pavarotti ha una bellissima voce e questo lo sosteneva anche papà Luciano quando lei era solo una bambina. Studia al liceo classico, è una grande appassionata di greco antico e ama la pallavolo. Castana, alta e con i lineamenti del volto identici a quelli del papà, Alice è una ragazza che non ama gli eccessi. Questo, almeno, è quello che si coglie sbirciando la sua bacheca Instagram. Una bellezza acqua e sapone, nessun makeup eccessivo e un look molto sportivo. La baby Pavarotti è tifosa del Bologna, ama trascorrere il tempo libero con gli amici e ha la passione per i viaggi. Insomma, una diciassettenne con i piedi per terra, che non sente sulle sue spalle il peso di un cognome tanto importante.
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motolesechloe · 6 months
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Annette Messager
Allo stesso tempo sviluppa quelle che lei chiama le sue Collezioni che, ancora una volta, sono forme di gioco di cui è organizzatrice. In album che prendono in prestito dal diario, dall'album fotografico e dal ricettario, raccoglie immagini o frasi, trovate su riviste e giornali, che annota o trasforma., crea o riunisce disegni. Tutti i cinquantasei Album delineano l'identità di una donna particolare, colei che raccoglie - descrivendo la femminilità in modo più ampio - il suo mondo, i suoi personaggi, i suoi difetti.
Per il primo, Il matrimonio di Mile Annette Messager, ritaglia annunci matrimoniali e fotografie dai giornali e sostituisce il suo nome con quello della sposa. La collezionista che così si proietta al braccio di decine di presunti mariti, in piccoli montaggi fai da te raccolti in un taccuino, ci viene così subito presentata: è una ragazzina (dicevamo allora una midinette), ansiosa di compiacere e entrare nella norma, che affida le sue modeste fantasie a un album la cui creazione, si immagina, esaudisce tutte le sue
Un artista svalutato. Così si presenta Annette Messager. Svalutata perché ogni donna lo è, e ancor di più quando aspira all'arte. Perché, inoltre, una donna vuole diventare un'artista? Cita Robert Filliou: Rendere la vita più interessante dell'arte. Un progetto più apostolico che artistico, che nega all'arte il suo primato, e antepone la vita alla storia, la verità alla bellezza. Essere un artista per portare l'arte fuori dai suoi binari, per gettarla nel panico e riportarla all'individuo. La vita, per l'artista, è la sua stessa vita (e nello stesso movimento quella di ciascuno di noi, attraverso questo perpetuo spostamento che essa instaura tra il possessivo e l'indefinito - Mes
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cliché: Les Indices: Mes voeux), opposto alla nozione astratta di un'entità vitale Questa sottomissione dell'arte alla vita comporta anche una svalutazione di modelli e cornici: Annette Messager ne prende in prestito le forme e si sottomette alle ingiunzioni dominanti dell'arte. Diario e fotoromanzo, poi vocabolario minimo negli anni '70, pittura e composizioni barocche nel decennio
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theblogs2024 · 7 months
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Interamente Colui il quale devi sapersela cavare sull'accettazione di un fotografo proveniente da matrimoni
Ora i quali la patronato è fissa e hai trovato l'umanità dei tuoi sogni, è Adesso nato da trovare qualcuno i quali catturi il giorno per giorno più storico della tua vita nella sua essenza più vera, ovvero un enorme fotografo proveniente da matrimoni! Scovare un fotografo intorno a matrimonio adatto è più eseguibile a dirsi i quali a bucarsi. Principalmente al tempo in cui hai a disposizione una serie tra interessanti opzioni, diventa duro sceglierne isolato una. Fino a tanto che ce da là sarà qualcuno le quali ha un colossale sostantivo nel zona ed conoscenza nei ritratti che spose, ce di là saranno altri il quale hanno poco riconoscimento ciononostante hanno portfolio così impressionanti e un intelligenza nello scagliarsi foto straordinarie. Ora la fetta più complicato è modo decidi chi è quello esemplare Secondo te?
Aiuto, è Durante questo le quali siamo ora! Durante aiutarti a far sapere alla maniera di accettare il miglior fotografo che matrimoni, abbiamo creato una scorta completa all'assunzione proveniente da fotografi di matrimoni. Scorri e approfittane!
1. Il conio di immagine intorno a letto cosa desideri FOTOGRAFIA CANDIDA
La immagine spontanea è più spontanea e a meno che posata.
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Tende a catturare le persone e le emozioni Sopra un occasione abbondantemente più realistico.
Questo tipo tra fotografia richiede più abilità, conoscenza, pianificazione e know-how conoscitore.
A lui scatti spontanei sono difficili attraverso compiere e intorno a conseguenza costano un po’ di più.
FOTOGRAFIA TRADIZIONALE
La descrizione tradizionale è generalmente messa nera Per mezzo di luogo (posey).
Implica cosa il fotografo si assuma l'intero ed impareggiabile incarico.
Tende a catturare gran fetta del connubio, garantendo quale nessun opportunità se no ciascuno venga persa.
Tali scatti costano la minoranza.
2. Il stampo che videografia tra matrimonio che desideri VIDEOGRAFIA CINEMATICA
L’idea alla cardine della videografia cinematografica è piuttosto simile alla immagine spontanea.
Implica più creatività e narrazione nel documentare a lei eventi.
Tende a catturare il matrimonio, il cast delle personaggio (tu e le persone importanti) e le emozioni circostanti Con un video intorno a 20-40 minuti.
Questo tipico che videografia richiede attrezzature specifiche, telecamere, droni e know-how tecnico.
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È un affare costoso.
VIDEOGRAFIA TRADIZIONALE
La videografia tradizionale è una delle forme più antiche che videografia.
Implica la minoranza creatività In aggiunta a documentare qualunque isolato minuto dell'fatto.
Nel circostanza della videografia tradizionale, l'intera compito del unione viene filmata Durante almeno 2-3 ore.
Questo impronta tra videografia richiede una tipica videocamera e alcune attrezzature che caposaldo Secondo riprendere Con espediente continuo
Un televisione tradizionale lido la minoranza.
3. In che modo impostare il budget Secondo la immagine tra matrimonio Conosci il budget totale del tuo matrimonio.
Calcola una guadagno approssimativa del budget pieno quale sei collocato a designare nella fotografia di unione (Nato da ordinario, le coppie spendono il 5-10% del budget generale Verso la descrizione proveniente da nozze)
Fai una caccia elaborata e seleziona certi fotografi le quali ti piacciono (sulla principio della qualità del loro sistemazione)
Sapere i prezzi che mercato (In tua avviso: Durante mass-media, i fotografi fanno liquidare Rs. 15.000 Durante la immagine spontanea, Rs. 18.000 Durante la immagine cinematografica, Rs. 9.000 per la immagine tradizionale, Rs. 10.800 per la videografia tradizionale, Rs. 18.000 In il pre-matrimonio, Rs. 10.800 In il letto Album al giorno per giorno) Elenco: i prezzi e la qualità del collocamento possono variare per fotografo a fotografo.
Una Torsione il quale conosci i prezzi nato da emporio, avrai un’idea chiara Limitazione rientrano nel budget stabilito o Dubbio egli superano.
Nel caso Con cui i prezzi rientrino ovvero si avvicinino al budget impostato, puoi giudicare il budget originale in che modo budget finale.
Eppure, Condizione i prezzi intorno a emporio superano il budget le quali hai impostato, puoi rivalutare il budget se no scendere a compromessi e destinarne l'importo estremo ai tuoi servizi preferiti.
Controlla ulteriori informazioni. qui: fotografo matrimonio Brescia
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carmenvicinanza · 10 months
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Germaine Krull
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Spero di aver contribuito a far conoscere la fotografia come l’arte del nostro secolo.
Germaine Krull, tra le più importanti fotografe del ventesimo secolo, è stata pioniera della fotografia d’avanguardia e del fotogiornalismo moderno.
Ha trattato, con stile documentaristico e dal suo punto di vista di donna, politica e disuguaglianze sociali. Ha sperimentato una varietà di tecniche tra cui la doppia esposizione, il fotomontaggio e lo scatto da angolazioni estreme.
Nata il 20 novembre 1897 a Poznan, nell’attuale Polonia da una famiglia tedesca, ha viaggiato per l’Europa fin dalla più tenera età a causa del lavoro del padre, ingegnere itinerante e libero pensatore.
Cresciuta in un ambiente estremamente libero, anticonformista e politicamente attivo, si è diplomata in fotografia a Monaco, dove aveva aperto uno studio come ritrattista e fatto parte del fermento intellettuale, artistico e politico della città.
A vent’anni aveva aderito al Partito Comunista Tedesco, imprigionata. è stata costretta a fuggire prima in Austria e poi in Russia.
Il suo studio era diventato il luogo di incontro di militanti anarchici, comunisti russi e socialdemocratici.
Nel novembre 1918 ha preso parte al raduno di massa sul Theresienwiese per chiedere la fine della guerra, il punto di partenza della Rivoluzione di novembre e l’avvento dello Stato Libero di Baviera. L’anno seguente ha preso parte alla Repubblica Bavarese dei Consigli e nel 1921 partecipato al Terzo Congresso dell’Internazionale Comunista a Mosca, da dove è stata espulsa come controrivoluzionaria per le sue posizioni radicali.
Dopo queste esperienze si è allontanata dall’attivismo politico per dedicarsi esclusivamente alla fotografia, parte integrante della sua vita e potente forma di espressione.
Nel 1922 si è trasferita a Berlino dove ha preso a frequentare gli ambienti dadaisti ed espressionisti.
L’ambiente culturale della capitale tedesca e gli stimoli delle avanguardie hanno modellato la sua fotografia in modo irreversibile e contribuito a plasmare il suo stile fotografico, aprendolo a suggestioni provenienti dal teatro, dal cinema, dalla letteratura e da altri media.
Tra i vari soggetti, ha realizzato una serie di ritratti di nudi poi catalogati come “satire di pornografia lesbica”, immagini sovversive attraverso le quali ha sfidato le esperienze visive convenzionali.
Servendosi dell’immaginario pornografico ha sovvertito la purezza dello stile pittorialista e, giocando con le rappresentazioni di genere, ha mostrato donne che guardano altre donne, sostituendo “una collaborazione attiva, allo sguardo maschile convenzionale che controlla un nudo docile“.
L’amore lesbico è stata anche un’esperienza personale che ha riportato nella sua autobiografia.
Dopo aver sposato il documentarista olandese Joris Ivens, tra i fondatori del collettivo di artisti d’avanguardia Filmliga si era trasferita con lui a Amsterdam. Un matrimonio di convenienza grazie al quale avrebbe ottenuto un passaporto olandese e una condizione di “rispettabilità” senza dover rinunciare alla sua autonomia e alla sua carriera. Insieme hanno realizzato diversi cortometraggi.
Gli stimoli provenienti dai circoli intellettuali olandesi, dove si confrontavano i teorici del cinema russo, olandese, tedesco, la portarono a sviluppare le sue grandi opere di montaggio e la serie di fotografie industriali iniziata in Olanda e poi proseguita in Francia che è alla base della sua opera più famosa, Métal.  Una raccolta di 64 foto in bianco e nero di ponti e strutture industriali di Rotterdam, Amsterdam, Marsiglia e della Torre Eiffel di Parigi, una metafora del mondo moderno letta attraverso l’estetica della Nuova Visione e trasformata in materia d’arte.
Ancora oggi è considerato uno dei più importanti libri fotografici della storia. 
Nella seconda metà degli anni venti del secolo scorso, si è spostata in una Parigi intrisa dell’avanguardia più stimolante.
Ha lavorato come fotografa di moda per grandi stilisti come Paul Poiret, Lucien Lelong e Sonia Delaunay, pubblicando un gran numero di fotografie in riviste femminili, tra cui il supplemento di Frankfurter Zeitung, Für die Frau. Nell’ambiente artistico parigino ha conosciuto e ritratto personaggi come André Malraux, Colette, Jean Cocteau, André Gide.
Nel 1928 era considerata una delle fotografe più importanti e richieste, capace di muoversi con destrezza dalla fotografia più impegnata ai nudi. 
Il riconoscimento ottenuto da Métal nell’ambiente delle avanguardie artistiche le aveva procurato numerosi incarichi da parte della nuova rivista VU, il primo grande settimanale illustrato francese che poneva la fotografia al centro del suo progetto editoriale.
In seguito all’occupazione nazista della Francia ha aderito al Fronte per la Liberazione e diretto per due anni il Servizio fotografico della Francia Libera.
Nel 1945 è stata inviata come corrispondente in Indocina. Successivamente è stata in Brasile, passando dalla Martinica e dalla Guyana, per poi raggiungere il Congo francese. Una vita costantemente in viaggio e alla ricerca di nuove esperienze. È stata corrispondente in Indocina e poi a Bangkok dove per vent’anni è stata proprietaria del celebre Hotel Oriental.
Negli anni Sessanta si è ritirata a vivere coi rifugiati tibetani nel Nord dell’India, sposandone la causa. Lì ha realizzato il libro Tibetans in India.
È tornata definitivamente in Europa nel 1983, per trascorrere gli ultimi anni accanto alla sorella Berthe.
È morta a Wetzlar in Germania il 31 luglio 1985.
Il suo archivio è depositato a Essen, al Museo Folkwang.
Curiosa e instancabile, ha avuto mille vite, ha spaziato dall’impegno politico ai ritratti delle celebrità, dalla fotografia di guerra alle foto della gente comune, passando per la fotografia di moda, l’archeologia industriale, i nudi e molto altro ancora.
Il suo lavoro, che ha attraversato quasi un secolo, ha espresso tutta la forza e il coraggio di una donna che non ha mai seguito le regole e si è sempre lasciata guidare solo dall’istinto e dall’obiettivo della sua macchina fotografica.
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lamilanomagazine · 10 months
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Organizzatrice di matrimoni: 5 vantaggi per le tue nozze 
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Organizzatrice di matrimoni: 5 vantaggi per le tue nozze  Intraprendere il viaggio verso il matrimonio perfetto è un’esperienza affascinante, ma può anche essere travolgente. Immagina di avere al tuo fianco un alleato fidato, qualcuno che si prenda cura di ogni dettaglio in modo impeccabile, lasciandoti libero di immergerti completamente nell'emozione del tuo grande giorno. Ecco che entra in gioco la figura dell’organizzatrice di matrimoni.  Affidarsi a un professionista come VB Events è la chiave per trasformare questo sogno in realtà. Con VB Events, il tuo matrimonio non sarà solo un giorno speciale, ma un’opera d'arte, plasmata con passione, cura e un tocco magico che lo renderà unico nel suo genere. Scopriamo insieme i vantaggi di affidarsi ad un’organizzatrice di matrimoni per il tuo giorno speciale.  Pianificazione senza stress La pianificazione di un matrimonio è spesso un’esperienza divertente e appassionante, però, a volte, può trasformarsi in una fonte di stress notevole. Ecco dove entra in gioco l’organizzatrice di matrimoni, la figura che può alleggerire il carico e rendere il viaggio verso il grande giorno molto più agevole.  L’organizzatrice è come una fata madrina, pronta a gestire ogni dettaglio con maestria, consentendo alla coppia di godersi il processo senza preoccupazioni. Dalla scelta del luogo all’organizzazione del catering, dalla selezione dei fiori alla gestione del calendario. Questo significa che gli sposi possono concentrarsi sull’importante aspetto emotivo della loro unione, senza essere sommersi da un mare di checklist e pianificazione.  Personalizzazione Ogni coppia è unica, con sogni, desideri e personalità distinti. L’organizzatrice di matrimoni è come un’artigiana, specializzata nel creare eventi su misura che riflettono fedelmente l’individualità di ciascuna coppia. Questo processo magico inizia con una collaborazione stretta e attenta. L’organizzatrice lavora a stretto contatto con gli sposi, ascoltando la loro storia d’amore, i loro desideri e le loro visioni per il grande giorno. Ogni piccolo dettaglio, dalle decorazioni ai colori, viene attentamente considerato.  La wedding planner si trasforma in interprete creativa, traducendo i sogni della coppia in realtà tangibile. Questo livello di personalizzazione va oltre l’estetica; coinvolge anche la creazione di un’atmosfera che rispecchia l’amore e la connessione speciale tra gli sposi. Gli elementi culturali, le tradizioni familiari e le passioni condivise vengono intrecciati nel tessuto stesso dell’evento, creando così un matrimonio che è più di un semplice insieme di rituali: è una celebrazione autentica e significativa dell’amore unico che lega questa coppia speciale. Risparmio di tempo Uno dei vantaggi più significativi di collaborare con un’organizzatrice di matrimoni è il notevole risparmio di tempo che offre alle coppie. L’organizzatrice, con la sua esperienza e la sua rete di contatti consolidata, semplifica drasticamente il processo di ricerca dei servizi necessari per il matrimonio. Immagina di dover selezionare fotografi, fioristi, catering, e intraprendere queste ricerche per ognuno di questi servizi. Questo può richiedere settimane, se non mesi, di ricerca, incontri e contrattazioni. Tuttavia, grazie alla vasta rete di fornitori consolidata dalla wedding planner, questo compito viene semplificato in modo significativo. L’organizzatrice ha già selezionato attentamente una lista di professionisti affidabili, ognuno dei quali è stato scelto per la sua qualità e affidabilità. Questo significa che le coppie non devono dedicare ore interminabili a leggere recensioni, a confrontare preventivi o a organizzare incontri. L’organizzatrice si occupa di tutto ciò, risparmiando un’ingente quantità di tempo prezioso agli sposi. Soluzioni per problemi imprevisti Nel mondo dei matrimoni, gli imprevisti sono inevitabili, ma l’abilità di un’organizzatrice di matrimoni risiede nel gestirli con grazia e creatività. La loro esperienza si rivela fondamentale quando si affrontano situazioni inaspettate. Che si tratti di cambiamenti climatici improvvisi o di fornitori che incontrano difficoltà, l'organizzatrice è pronta ad agire. Grazie alla sua prontezza e al suo ingegno, può trasformare una situazione di crisi in un’opportunità creativa. Giorno del matrimonio senza preoccupazioni In fondo, ogni coppia sogna di un matrimonio senza preoccupazioni, un giorno perfetto in cui possono immergersi completamente nell’amore e nella gioia, senza essere disturbati da dettagli logistici o problemi imprevisti. Qui entra in gioco l’organizzatrice di matrimoni, il catalizzatore di un giorno speciale senza stress. Grazie alla sua presenza costante e alla sua maestria nel coordinare ogni aspetto, gli sposi possono vivere il loro giorno speciale senza il peso delle preoccupazioni. Con un’organizzatrice di matrimoni affidabile al loro fianco, le coppie possono contare su un’esperienza senza stress e senza problemi, creando ricordi indimenticabili che dureranno tutta la vita.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 11 months
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Promessi Sposi 2023 a Bari
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Dal 9 al 12 novembre nel nuovo padiglione della Fiera del Levante di Bari si terrà  la XXXVII edizione di Promessi Sposi, il matrimonio in vetrina, tra le più longeve manifestazioni del wedding in Italia, che da quest’anno ha il riconoscimento di Salone internazionale. La prima novità di questa edizione è l'innovativo progetto Pugliain Wedding Tourism, un brand di proprietà di Pubblivela società organizzatrice di Promessi Sposi, che rappresenta la nuova frontiera del turismo pugliese, legata ai matrimoni di destinazione. Nel corso della manifestazione, saranno ospitati 15 wedding planner italiani e stranieri, che si occupano di incoming e outgoing, interessati a lavorare con i fornitori della regione per indirizzare le coppie di sposi, loro clienti, a pronunciare il sì in Puglia, che  saranno protagonisti di fam trip in giro per le sale ricevimenti e strutture ricettive pugliesi, nonché di incontri B2B con le aziende del settore del wedding, pronte a conquistarli con le loro produzioni. Promessi Sposi promette di costruire a 360° il giorno del matrimonio delle coppie, che possono trovare ogni dettaglio per organizzare le nozze che hanno desiderato, con a disposizione quest'anno un'offerta commerciale senza eguali e che abbraccia tutte le fasce di prezzo. La manifestazione accoglierà tutti i prodotti e i servizi che riguardano il variegato mondo del wedding con  250 espositori tra abiti da sposa, sposo e cerimonia, sale ricevimenti, chef e pasticceria, wedding planner, liste nozze e bomboniere, fotografi, viaggi, oggettistica, confetti, autonoleggio, gioielli, fiori, bellezza e cosmesi, arredo, e tanto altro. Durante i 4 giorni della manifestazione si terrà il Promessi Sposi Bridal Show, un momento di moda, durante il quale saranno presentate le nuove collezioni bridal 2024 di importanti marchi. Ci saranno nuovamente Levantecooking e Levantecake, due grandi aree dedicate al wedding food e al wedding cake con show cooking a cura degli Chef pugliesi più rinomati, demo live, contest a tema, corsi di formazione, ospiti dei due settori, tantissime preparazioni e soprattutto tantissimi gustosi assaggi. Inoltre sarà riproposto il concorso nazionale Un giorno da modella, realizzato in collaborazione con la rivista nazionale di settore White Sposa, dedicato alle future spose, che avranno la possibilità di vincere fantastici premi, ci saranno incontri con i famosi wedding planner e designer di eventi come Cira Lombardo e Angelo Garini, con preziosi consigli alle coppie di futuri sposi e presenteranno le loro opere letterarie al grande pubblico e non mancheranno esibizioni live di numerose band. Read the full article
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