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#francesco canova da milano
elmartillosinmetre · 2 years
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Mi crítica del concierto de La Spagna esta noche en el Espacio Turina.
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personal-reporter · 11 months
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Hayez, L’officina del pittore romantico a Torino
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E' dedicata a Francesco Hayez la mostra che alla  Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino propone un viaggio attraverso arte, storia e politica che pone a confronto dipinti e disegni, con oltre 100 opere provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private alla scoperta del mondo dell'artista e dell'officina del pittore per svelarne tecniche e segreti, fino al 1 aprile 2024. La mostra Hayez. L’officina del pittore romantico alla Gam - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino si suddivide in dieci sezioni in successione cronologica. Si parte con gli anni della formazione tra Venezia e Roma, dove Hayez godette della protezione e dell'amicizia di Canova, per proseguire fino alla prima affermazione a Milano e alle ultime prove della maturità. Una speciale sezione è dedicata ai disegni per la Sete dei Crociati, la sua opera più ambiziosa, che il pittore aveva visto come il suo capolavoro, eseguita tra il 1833 e il 1850 e destinata al Palazzo Reale di Torino, dove si può ancora vedere. Nel percorso espositivo si attraversano le tappe dell’intensa vicenda biografica dell'artista, ma anche il suo percorso creativo e, oltre alle opere inedite o poco viste, si potranno ammirare in mostra alcuni dei capolavori, come La Meditazione dei Musei Civici di Verona-Galleria d'Arte Moderna Achille Forti e l’Accusa segreta dei Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia, cui è accostato Il Consiglio alla Vendetta, un prestito proveniente da Liechtenstein. La novità della mostra sta nel mettere in rapporto per la prima volta i dipinti e i disegni, così da poter ricostruire e di comprendere il procedimento creativo dell'artista, introducendo il visitatore direttamente nell' atelier del pittore. Nell'opera di Hayez, ultimo rappresentante della grande pittura veneta, il disegno sembra a una prima analisi secondario rispetto al colore, infatti i suoi contemporanei rimanevano colpiti dal suo particolare modo di procedere basato sul momento, con continui ripensamenti, anche e soprattutto in corso d’opera. Ma di Hayez si conoscono anche i disegni, il più delle volte tracciati con un gesto rapido e immediato, quasi fossero appunti visivi, e solo in rarissime occasioni riportati nelle grandi dimensioni per la successiva traduzione su tela, oltre a disegni e acquerelli che riproducono fedelmente alcune delle sue opere più celebri e che hanno costituito un notevole strumento di diffusione delle sue invenzioni. Indiscusso protagonista del Romanticismo, Hayez fu capace di estendere il respiro della sua pittura dalla storia all’attualità politica e fu uno dei più grandi ritrattisti di tutti i tempi, e ha saputo interpretare con la sua produzione lo spirito della propria epoca e protagonista di cambiamenti epocali, testimoniando il passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo. Celebrato da Giuseppe Mazzini come vate della nazione, Hayez condivise con Manzoni e Verdi gli stessi ideali stringendo con loro un rapporto unico, di amicizia e di intesa culturale e il suo lavoro ancora oggi riesce a comunicare sentimenti e valori universali, attraverso una dimensione civile che attualizza la storia. La mostra Hayez. L'officina del pittore romantico è organizzata e promossa da Fondazione Torino Musei, GAM Torino e 24 ORE Cultura–Gruppo 24 ORE, a cura di Fernando Mazzocca ed Elena Lissoni, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera. Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years
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Milano, arriva la mostra di Jo Endoro
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Milano, arriva la mostra Jo Endoro LA MILANESIANA, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, ospita in anteprima assoluta la mostra “JO ENDORO. IL MIRACOLO DELLA SCULTURA ovvero BEING OR NOTHINGNESS” curata da Vittorio Sgarbi, dal 16 novembre al 14 dicembre alla Galleria Vik Milano Hotel di Milano (via Silvio Pellico, 8).   L’inaugurazione si terrà il 16 novembre alle ore 17.30 alla presenza dell’artista Jo Endoro, di Vittorio Sgarbi, Francesco Mazza e Elisabetta Sgarbi.   Jo Endoro nasce come scultore, ispirandosi alle forme neoclassiche del Canova, reinterpretate attraverso l'uso di tecniche innovative. Negli ultimi anni trascorsi nella Repubblica Dominicana si dedica anche alla pittura, raffigurando le più famose sculture classiche e neoclassiche dell'arte europea su pannelli di legno riciclato provenienti dal cuore della foresta pluviale, attraverso l'utilizzo di tecniche miste. Vecchio e nuovo, presente e passato continuano a incontrarsi anche nelle sue opere più recenti, dove la sensibilità pop e urbana fa i conti con la sfida posta dall'elemento classico, che costringe lo spettatore a fermarsi a riflettere sulle proprie radici. Attualmente il suo atelier si trova nel cuore della città di Pietrasanta (Lucca), aperto nel 2019.   "Oggi si affaccia a Pietrasanta uno scultore che sembra raccogliere il testimone di Mitoraj, isolando frammenti di sculture classiche: Jo Endoro. Il quale si esercita in pittura e scultura con l’intenzione di rigenerare teste e torsi antichi, nell’evidente intendimento di rendere omaggio proprio a Canova nell’anno del secondo centenario della morte dell’artista. Accomuna Mitoraj ed Endoro una struggente nostalgia di un’armonia perduta" afferma Vittorio Sgarbi.   "La Milanesiana 2022 è dedicata alle omissioni, e la prima cosa che questa mostra omette, è l’identità del suo autore. La nasconde, svelando l’essenza della sua identità (nascosta): le maschere e le mani. Per parte mia, mi compiaccio che La Milanesiana si accinga a rivelare (e a tenere velato) questo artista, non omettendo le sue omissioni, ma anzi dando loro spazio e voce. Su le maschere, dunque!" dichiara Elisabetta Sgarbi. La mostra è in collaborazione con Galleria Vik, Ealixir, Ciaccio Arte. Ingresso libero, tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 20.00. Il catalogo è edito dalla Fondazione Elisabetta Sgarbi. La Milanesiana è il più grande festival itinerante che promuove il dialogo tra le arti giunto alla sua 23esima edizione dedicata al tema OMISSIONI. Un festival di respiro internazionale che tesse relazioni tra letteratura, musica, cinema, scienza, arte, filosofia, teatro, diritto, economia e sport e che anno dopo anno diventa sempre più protagonista delle estati italiane. Questa estate, La Milanesiana è arrivata in 20 città diverse con oltre 60 incontri ed eventi, accogliendo più di 150 ospiti italiani e internazionali. La Rosa dipinta da Franco Battiato, che fin dalla prima edizione è il simbolo de La Milanesiana, è stata rielaborata anche quest’anno da Franco Achilli. La Milanesiana è organizzata da Imarts International Music and Arts e Fondazione Elisabetta Sgarbi, con il Patrocinio del Comune di Milano e della Regione Lombardia.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Fantasía 33, Francesco Canova da Milano, MONICA PUSTILNIK -  Viola de Mano: Alexander Batov, 2009
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davidraudalesuk · 4 years
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Classical Music Composer Timeline
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Renaissance Period: 1400–1600
The word Renaissance means rebirth, and this period is exemplified by an interest in all things secular, including Greco/Roman culture, scientific exploration, and travel to distant lands. Composers, too, were interested in breaking free from religious strictures by secularizing formerly religious forms to create more intricate and harmonious compositions. This was a period of great musical inventiveness, as witness the rise of the cantus firmus, chorale, French chansons, and madrigals. Notable composers include:
Guillaume Dufay (1400–1474)
Johannes Ockeghem (1420–1497)
Josquin Des Prez (c. 1450–1521)
Alexander Agricola (c. 1446–1506)
Jean Mouton (1459–1522)
Pierre de la Rue (1460–1518)
Robert Fayrfax (1464–1521)
Francisco de Peñalosa (c. 1470–1528)
Robert Carver (c. 1485–1570)
Clément Janequin (1485–1558)
Francesco Canova da Milano (1497–1543)
Jacques Arcadelt (c. 1507–1568)
Thomas Tallis (c. 1505–1585)
Giovanni Perluigi Palestrina (1525–1594)
Francesco Guerrero (1527–1599)
Orlando de Lassus (1532–1594)
Francesco Soto de Langa (1534–1619)
Gioseffo Guami (1542–1611)
William Byrd (1549–1623)
François-Eustache Du Caurroy (1549–1609)
Baroque Period: 1600–1750
The Baroque is considered the late phase of the Renaissance, marked by a more intricate and even outlandish visual style. In some ways the word applies to the music as well. Compositions became more homophonic, meaning based on one melody with harmonic support coming from a keyboard player. Tonality was divided into major and minor. This period is also characterized by the rise of the fugue, a type of polyphonic composition based on a principal theme (subject) and melodic lines (counterpoint) that imitate the principal theme, and of the opera, the first of which were composed around 1600. The most famous composer of the Baroque is Johann Sebastian Bach, who might also be considered the greatest composer of any period.
Hieronymus Praetorius (1560–1629)
John Dowland (1563–1626)
Frei Manuel Cardoso (1566–1650)
Claudio Giovanni Antonio Monteverdi (1567–1643)
Thomas Simpson (1582–1628)
Petronio Franceschini (1650–1680)
Arcangelo Corelli (1653–1713)
Henry Purcell (1659–1695)
Alessandro Scarlatti (1660–1725)
Tomaso Albinoni (1671–1750)
Antonio Lucio Vivaldi (1678–1741)
Georg Philipp Telemann (1681–1767)
Jean-Philippe Rameau (1683–1764)
Giuseppe Matteo Alberti (1685–1751)
George Frideric Handel (1685–1759)
Johann Sebastian Bach (1685–1750)
Giuseppe Domenico Scarlatti (1685–1757)
Johann Friedrich Fasch (1688–1758)
Jean Jacques-Christophe Naudot (1690–1762)
Johann Adolph Hasse (1699–1783)
Classical Period: 1750–1820
This is the period of the "heavy hitters" of classical music: Mozart, Beethoven, Paganini, Rossini, etc., who gave the world some of the greatest music ever composed. This was a time when musicians returned to more ordered forms and strict compositional "rules and regulations" to govern their pursuit of musical perfection.
Wilhelm Friedemann Bach (1710–1784)
Carl Philipp Emanuel Bach (1714–1788)
Christoph Willibald Ritter von Gluck (1714–1787)
Johann Georg Leopold Mozart (1719–1787)
Johann Ernst Bach (1722–1777)
Johann Gottlieb Goldberg (1727–1756)
Franz Joseph Haydn (1732–1806)
Johann Christoph Friedrich Bach (1732–1795)
Johann Christian Bach (1735–1782)
Antonio Salieri (1750–1825)
Muzio Clementi (1752–1832)
Wolfgang Amadeus Mozart (1756–1791)
Franz Xaver Sussmayr (1766–1803)
Bedřich Dionys Weber (1766–1842)
Ludwig Van Beethoven (1770–1827)
Niccolo Paganini (1782–1840)
Carl Maria von Weber (1786 - 1826)
Gioachino Antonio Rossini (1792–1868)
Franz Peter Schubert (1797–1828)
Domenico Gaetano Maria Donizetti (1797–1848)
Romantic Period: 1820-1900
An extremely fertile period, the Romantic era of music is expressive, dramatic, and orchestral—composed and played with a level of drama and emotionality not seen in previous eras. Think Wagner's stirring "Ride of the Valkyries" or Tchaikovsky's triumphant "1812 Overture." Composers touched on themes such as romantic love, the supernatural, and even death. Some drew inspiration from the history and folk songs of their native country, while others incorporated foreign influences.
Vincenzo Bellini (1801–1835)
Louis-Hector Berlioz (1803–1869)
Johann Strauss I (1804–1849)
Jacob Ludwig Felix Mendelssohn (1809–1847)
Frederic Chopin (1810–1849)
Robert Alexander Schumann (1810–1856)
Franz Liszt (1811–1886)
Wilhelm Richard Wagner (1813–1883)
Giuseppe Fortunino Frencesco Verdi (1813–1901)
Charles François Gounod (1818–1893)
Jacques Offenbach (1819–1880)
Clara Wieck Schumann (1819–1896)
Cesar Franck (1822–1890)
Anton Joseph Bruckner (1824–1896)
Johann Strauss II (1825–1899)
Johannes Brahms (1833–1897)
Eduard Strauss (1835–1916)
Georges Bizet (1838–1875)
Modest Petrovich Mussorgsky (1839–1881)
Peter Ilyich Tchaikovsky (1840–1893)
Antonín Dvorak (1841–1904)
Jules Massenet (1842–1912)
Edvard Hagerup Grieg (1843–1907)
Gabriel-Urbain Fauré (1845–1924)
Sir Edward William Elgar (1857– 1934)
Giacomo Puccini (1858–1924)
Gustav Mahler (1860–1911)
Achille-Claude Debussy (1862–1918)
Richard Strauss (1864–1949)
Jean Sibelius (1865–1957)
Erik Satie (1866–1925)
Siegfried Wagner (1869–1930)
Alexander Nikolaevich Scriabin (1872–1915)
Ralph Vaughan Williams (1872–1958)
Sergei Vasilievitch Rachmaninoff (1873–1943)
Arnold Franz Walter Schoenberg (1874–1951)
Gustav Theodore Holst (1874–1934)
Charles Edward Ives (1874–1954)
Joseph Maurice Ravel (1875–1937)
Béla Bartók (1881–1945)
Artur Schnabel (1882–1951)
Igor Stravinsky (1882–1971)
Zóltan Kodály (1882–1967)
Anton Friedrich Wilhelm von Webern (1883–1945)
Alban Berg (1885–1935)
Sergei Sergeyevich Prokofieff (1891–1953)
20th Century: 1900–present
Classical music didn't die in the 20th century so much as reinvent itself. No one trend or style in particular dominates, and composers ranged from the relatively traditional, like Shostakovich and Schuman, to the outrageously experimental, like Karlheinz Stockhausen. Many composers followed the dominant artistic style of the period, from Impressionism to Futurism to Expressionism to Post-Modernism. Composers like George Gershwin and Andrew Lloyd Webber not only pushed the envelop of classic structure but can also be considered the grandfathers of American pop music.
George Gershwin (1898–1937)
Francis Poulenc (1899–1963)
Edward Kennedy Ellington (1899–1974)
Maurice Durufle (1902–1986)
Sir Lennox Berkeley (1903–1989)
Eduard Tubin (1905–1982)
Dmitri Shostakovich (1906–1975)
Olivier Messiaen (1908–1992)
Samuel Barber (1910–1981)
William Howard Schuman (1910–1992)
Gian Carlo Menotti (1911–2007)
Jean Françaix (1912–)
Benjamin Britten (1913–1976)
Bernd Alois Zimmermann (1918–1970)
Ernest Tomlinson (1924–2015)
Peter Lamb (1925–2013)
Karlheinz Stockhausen (1928–2007)
William Mathias (1934–1992)
Arvo Part (1935–)
John Rutter (1945–)
Andrew Lloyd Webber (1948–)
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freedomtripitaly · 4 years
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Nei musei del nostro paese è concentrato un numero incredibile di opere d’arte, testimonianze storiche di un passato illustre, o di più passati, che va preservato e costantemente protetto, ammirato e anche riscoperto. Di seguito segnaliamo i principali musei italiani che custodiscono le opere d’arte più importanti del nostro paese, ma anche alcune piccole grandi esposizioni significative. Un’eredità non solo italiana, ma anche mondiale. La galleria degli Uffizi di Firenze La galleria degli Uffizi, detta anche galleria delle Statue e delle Pitture, è il fiore all’occhiello del patrimonio museale di Firenze, il museo più visitato d’Italia, nonché uno dei più famosi del mondo. Il percorso museale, oltre a conservare nelle sue sale le più famose opere di Giotto, Raffaello, Tiziano, Botticelli, Caravaggio, Dürer, Rubens e molti altri, comprende anche il corridoio Vasariano, le collezioni di palazzo Pitti e il giardino dei Boboli. Si consiglia, data la forte affluenza, di munirsi di un biglietto salta fila o prenotare un tour con ingresso prioritario. La galleria dell’Accademia di Firenze Il percorso museale conserva tra altre mirabili opere il celebre David (1501-1504) di Michelangelo e altre sei grandi sculture dell’artista, nonché una vasta esposizione, tra le prime al mondo, di opere pittoriche a fondo oro (Giotto, Masolino, Cimabue, Leonardo Da Vinci e altri ancora) e, infine, una pregevole collezione di antichi strumenti musicali. Per evitare che qualcosa sfugga all’attenzione, una buona idea è quella di farsi guidare nelle stanze della galleria da una guida esperta. Il museo Nazionale del Bargello di Firenze Dedicate essenzialmente alla scultura medievale e rinascimentale, le sale del Bargello ospitano alcuni capolavori di Michelangelo, Donatello, Benvenuto Cellini, mentre il complesso comprende anche le pregevoli cappelle Medicee, la chiesa di Orsanmichele, palazzo Davanzati e casa Martelli. Vista la vastità dell’esposizione, anche qui è consigliata una visita guidata. Galata, il museo del Mare di Genova Il Galata di Genova è il percorso museale più grande dell’area del Mediterraneo dedicato al mare e uno dei più moderni d’Italia. Nelle sue sale è illustrata la storia di Genova, del suo legame indissolubile con il mare e delle mille sfaccettature che questo legame porta con sé: dalle galee agli atlanti e ai globi, dai viaggi come quello di Cristoforo Colombo alla vita dei marinai fino allo sviluppo del porto di Genova dal Medioevo ai giorni nostri. Il museo Egizio di Torino Il museo Egizio di Torino è il più antico al mondo dedicato alla cultura egizia e secondo per importanza soltanto a quello del Cairo. Le sale, suddivise in cinque livelli, permettono di ammirare alcuni tra i reperti archeologici più importanti mai ritrovati come il libro dei Morti di Luefankh (332-320 a.C.), la mummia risalente al periodo Predinastico (3500 a.C.), la coeva e rarissima pittura di Gebelein, la tomba degli Ignoti, il pregevole ostrakon (frammento di ceramica) della Ballerina, le pitture a tempera ritrovate nella cappella di Maia, le statue della galleria dei Re, quella di Uahka (1760 a.C.) e infine la tomba di Kha e Merit, risalente a 3400 anni fa. Al fine di godersi al meglio la visita, potrebbe essere una buona idea acquistare un accesso prioritario o meglio ancora prenotare un tour guidato. Il museo Nazionale del Cinema di Torino Ospitato dal 1996 all’interno dell’inconfondibile e bizzarro edificio della mole Antonelliana, il museo del Cinema di Torino è uno dei più visitati d’Italia e raccoglie numerose macchine pre-cinematografiche e altrettanti oggetti provenienti dal mondo del cinema (film, libri, manifesti, stampe, locandine ecc.). I musei Reali di Torino Il circuito dei musei Reali di Torino comprende la visita al palazzo e ai giardini Reali, alla biblioteca e all’armeria Reale, alla galleria Sabauda, al museo Archeologico, a palazzo Chiablese e infine alla cappella della sacra Sindone. Da non perdere all’interno di palazzo Reale la sfarzosità tutta intagli, stucchi, dorature e affreschi della sala da Ballo e quella del Trono, il salone degli Svizzeri e la splendida scala delle Forbici. Il Cenacolo Vinciano a Milano La straordinaria Ultima Cena detta anche Cenacolo (1494-1498) di Leonardo da Vinci è oggi conservata nell’ex refettorio rinascimentale adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie di Milano. La sala, esclusivamente dedicato alla fruizione del capolavoro vinciano, è assolutamente necessaria non solo per la scoperta dell’opera ma anche per la sua precaria conservazione. Le vicissitudini e le curiosità legate all’opera meritano forse la presenza di una guida in grado di poter illustrare i tanti aspetti legati all’Ultima Cena di Leonardo e un ingresso prioritario, anche in tarda serata, per avere la sicurezza di poter accedere. La pinacoteca di Brera a Milano La galleria Nazionale d’arte Antica e Moderna ospitata presso il palazzo Brera di Milano è un complesso museale vastissimo che custodisce una delle più celebri raccolte di pittura del nostro paese, con opere appartenenti a specifiche scuole artistiche come quella lombarda, veneta, toscana, dell’Italia centrale e, inoltre, della scuola fiamminga. Il palazzo di Brera ospita inoltre numerose istituzioni artistiche note in tutto il mondo: la biblioteca Nazionale Braidense, l’osservatorio, l’orto Botanico, l’istituto Lombardo di Scienze e Lettere e infine la celebre accademia di Belle Arti di Brera. Un’esperienza guidata all’interno delle suggestive sale dell’accademia potrebbe essere davvero un’ottima idea. Il museo del palazzo Ducale di Mantova Le sale della reggia dei Gonzaga di Mantova custodiscono alcune delle opere migliori di Mantegna, tra cui i meravigliosi affreschi della camera degli Sposi (1464-1475), Rubens, Palma il Giovane, Daniel van den Dyck, tanto da meritarsi un posto all’interno dei musei più importanti del nostro paese. Il complesso museale comprende la corte Vecchia, la domus Nova, la corte Nuova, la basilica Palatina di Santa Barbara e il quattrocentesco castello di San Giorgio. Il museo Archeologico di Venezia Il museo, sito in piazza San Marco presso le procuratie Nuove, dalla fine del Cinquecento raccoglie numerose collezioni private veneziane comprendenti antichissime opere risalenti al periodo greco e romano. Le gallerie dell’Accademia di Venezia Ai piedi del ponte dell’Accademia, l’antico complesso un tempo formato dalla chiesa di Santa Maria della Carità, il convento dei Lateranensi e la scuola Grande, dall’inizio dell’Ottocento ospita l’accademia di Belle Arti della città lagunare, nonché la più importante collezione di arte veneziana e veneta del mondo, con dipinti databili dal XIV al XVIII secolo. Tra gli artisti esposti si segnalano Piero della Francesco, Giovanni Bellini, Leonardo da Vinci con il suo Uomo Vitruviano, Andrea Mantegna, Giorgione, Cosmé Tura, Palma il Vecchio, Giambattista Tiepolo, Giorgio Vasari e Francesco Hayez. Il museo Storico del castello di Miramare Il museo allestito all’interno del castello di Miramare a Trieste, eretto intorno alla metà dell’Ottocento per volere di Massimiliano d’Asburgo-Lorena arciduca d’Austria, è uno dei musei più visitati d’Italia. L’elegante e suggestiva struttura in pietra chiara affacciata sul golfo di Trieste conserva ancora gli arredi originali dell’epoca e numerose testimonianze della vita dei proprietari, l’arciduca Massimiliano e sua moglie Carlotta del Belgio, prima di diventare la residenza del duca Amedeo d’Aosta. All’interno sono da segnalare la sfarzosa sala dei Regnanti, la bella sala della Musica e la sala ispirata all’arredamento navale della fregata Novara sulla quale Massimiliano aveva prestato servizio nella Marina Austriaca, mentre all’esterno il parco circostante il castello e il superbo giardino all’inglese permettono di effettuare piacevoli passeggiate di fronte al mare. Il castello è visitabile in completa autonomia o con tour privato. La galleria Nazionale delle Marche Ospitata nelle sale del palazzo Ducale di Urbino, questa interessante collezione comprende le opere più importanti del Rinascimento urbinate promosso alla corte di Federico da Montefeltro, tra cui alcuni capolavori di Raffaello, Piero della Francesca e Federico Barocci. Il museo nazionale di castel Sant’Angelo a Roma Il percorso museale allestito all’interno dell’imponente castel Sant’Angelo si sviluppa in 7 livelli che illustrano in maniera approfondita la storia, le modifiche architettoniche e gli usi ai quali la fortezza fu adibita durante i secoli, sin dal 135 d.C., ovvero quando in questo luogo l’imperatore Adriano fece costruire il mausoleo funebre per sé e la sua famiglia fino alla riorganizzazione voluta da papa Farnese nel Settecento, quando qui fu imprigionato, tra gli altri, il conte di Cagliostro. La galleria Borghese di Roma Sita all’interno della magnifica villa Borghese Pinciana, il percorso museale espone molte impareggiabili sculture di Gian Lorenzo Bernini, numerose tele del Caravaggio e pregevoli opere del Bronzino, Antonio Canova, Raffaello, Perugino, Lorenzo Lotto, Antonello da Messina, Rubens, Bellini, Correggio, Parmigianino, Pinturicchio e Tiziano. All’interno delle sale della villa è possibile muoversi in autonomia, oppure in alternativa con un tour privato. I musei Vaticani e la cappella Sistina La grande stagione di fervore artistico promossa da papa Giulio II all’inizio del Cinquecento che ha impreziosito la basilica di San Pietro, ha dato inoltre vita alle stupende collezioni dei musei Vaticani, con gli affreschi e le opere di Giotto, le stanze papali dipinte da Michelangelo e Raffaello, la galleria Lapidaria, quella delle carte Geografiche, l’appartamento Borgia e il giardino con il celebre gruppo statuario del Laocoonte. Lo straordinario patrimonio, tutto italiano, che adorna gli spazi dei musei vaticani si condensa infine nella superba cappella Sistina con il Giudizio Universale (1508-1512) e gli affreschi della volta (1535-1541) realizzati da Michelangelo. Le pareti della cappella non sono di certo da meno, impreziosite da un ciclo di affreschi realizzati dai massimi artisti italiani della seconda metà del Quattrocento: da Botticelli al Perugino, dal Pinturicchio al Ghirlandaio. Vista l’elevata affluenza si consiglia di dotarsi preventivamente di un biglietto con ingresso prioritario. Il museo Archeologico Nazionale di Napoli Il museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) vanta forse il più ricco patrimonio archeologico d’Italia. Esso comprende infatti i reperti dell’antica Neapolis, la collezione Farnese con pregevoli reperti provenienti dall’antica Roma, le collezioni Borboniche con i reperti provenienti da Pompei, la collezione Egizia e altre importanti collezioni private (Borgia, Santagelo, Stevens e Spinelli). Vista la grande quantità di reperti e opere degne di interesse, un tour guidato è l’ideale per poter comprendere appieno il valore di quanto esposto. Il museo Civico Archeologico “Giovanni Marongiu” di Cabras Il piccolo museo di Cabras, in Sardegna, custodisce gli importanti reperti archeologici ritrovati nella suggestiva penisola del Sinis, sul golfo di Oristano, colonizzato in epoche antichissime. Il percorso museale custodisce e continua a raccogliere ancora oggi quanto ritrovato nel insediamento neolitico di Cuccuru is Arrius, in quello nuragico di Sa Osa, nel sito archeologico di Tharros (età fenicio-punica), nonché i resti del relitto romano dell’isola di Mal di Ventre. Pezzo forte del museo, davvero da non perdere, sono i resti del complesso statuario dei giganti di Mont’e Prama. Il museo dell’ex Stabilimento Florio e delle tonnare di Favignana e Formica Concludiamo questo excursus sui musei più importanti d’Italia con un piccolo e suggestivo museo sito sulla splendida isola di Favignana, ovvero quello ospitato nello storica tonnara appartenuta alla famiglia Florio per oltre un secolo tra Ottocento e Novecento. Splendido esempio di archeologia industriale, perfettamente recuperato e conservato, la tonnara ospita al suo interno un innovativo museo, con sale multimediali che ripercorrono la storia della mattanza, la cruenta pesca del tonno, e della tonnara, e un interessante Antiquarium con reperti archeologici ritrovati nell’arcipelago siciliano delle isole Egadi e risalenti alla prima guerra Punica (III secolo a.C.). https://ift.tt/2O9d5Xc I 20 musei più visitati d’Italia Nei musei del nostro paese è concentrato un numero incredibile di opere d’arte, testimonianze storiche di un passato illustre, o di più passati, che va preservato e costantemente protetto, ammirato e anche riscoperto. Di seguito segnaliamo i principali musei italiani che custodiscono le opere d’arte più importanti del nostro paese, ma anche alcune piccole grandi esposizioni significative. Un’eredità non solo italiana, ma anche mondiale. La galleria degli Uffizi di Firenze La galleria degli Uffizi, detta anche galleria delle Statue e delle Pitture, è il fiore all’occhiello del patrimonio museale di Firenze, il museo più visitato d’Italia, nonché uno dei più famosi del mondo. Il percorso museale, oltre a conservare nelle sue sale le più famose opere di Giotto, Raffaello, Tiziano, Botticelli, Caravaggio, Dürer, Rubens e molti altri, comprende anche il corridoio Vasariano, le collezioni di palazzo Pitti e il giardino dei Boboli. Si consiglia, data la forte affluenza, di munirsi di un biglietto salta fila o prenotare un tour con ingresso prioritario. La galleria dell’Accademia di Firenze Il percorso museale conserva tra altre mirabili opere il celebre David (1501-1504) di Michelangelo e altre sei grandi sculture dell’artista, nonché una vasta esposizione, tra le prime al mondo, di opere pittoriche a fondo oro (Giotto, Masolino, Cimabue, Leonardo Da Vinci e altri ancora) e, infine, una pregevole collezione di antichi strumenti musicali. Per evitare che qualcosa sfugga all’attenzione, una buona idea è quella di farsi guidare nelle stanze della galleria da una guida esperta. Il museo Nazionale del Bargello di Firenze Dedicate essenzialmente alla scultura medievale e rinascimentale, le sale del Bargello ospitano alcuni capolavori di Michelangelo, Donatello, Benvenuto Cellini, mentre il complesso comprende anche le pregevoli cappelle Medicee, la chiesa di Orsanmichele, palazzo Davanzati e casa Martelli. Vista la vastità dell’esposizione, anche qui è consigliata una visita guidata. Galata, il museo del Mare di Genova Il Galata di Genova è il percorso museale più grande dell’area del Mediterraneo dedicato al mare e uno dei più moderni d’Italia. Nelle sue sale è illustrata la storia di Genova, del suo legame indissolubile con il mare e delle mille sfaccettature che questo legame porta con sé: dalle galee agli atlanti e ai globi, dai viaggi come quello di Cristoforo Colombo alla vita dei marinai fino allo sviluppo del porto di Genova dal Medioevo ai giorni nostri. Il museo Egizio di Torino Il museo Egizio di Torino è il più antico al mondo dedicato alla cultura egizia e secondo per importanza soltanto a quello del Cairo. Le sale, suddivise in cinque livelli, permettono di ammirare alcuni tra i reperti archeologici più importanti mai ritrovati come il libro dei Morti di Luefankh (332-320 a.C.), la mummia risalente al periodo Predinastico (3500 a.C.), la coeva e rarissima pittura di Gebelein, la tomba degli Ignoti, il pregevole ostrakon (frammento di ceramica) della Ballerina, le pitture a tempera ritrovate nella cappella di Maia, le statue della galleria dei Re, quella di Uahka (1760 a.C.) e infine la tomba di Kha e Merit, risalente a 3400 anni fa. Al fine di godersi al meglio la visita, potrebbe essere una buona idea acquistare un accesso prioritario o meglio ancora prenotare un tour guidato. Il museo Nazionale del Cinema di Torino Ospitato dal 1996 all’interno dell’inconfondibile e bizzarro edificio della mole Antonelliana, il museo del Cinema di Torino è uno dei più visitati d’Italia e raccoglie numerose macchine pre-cinematografiche e altrettanti oggetti provenienti dal mondo del cinema (film, libri, manifesti, stampe, locandine ecc.). I musei Reali di Torino Il circuito dei musei Reali di Torino comprende la visita al palazzo e ai giardini Reali, alla biblioteca e all’armeria Reale, alla galleria Sabauda, al museo Archeologico, a palazzo Chiablese e infine alla cappella della sacra Sindone. Da non perdere all’interno di palazzo Reale la sfarzosità tutta intagli, stucchi, dorature e affreschi della sala da Ballo e quella del Trono, il salone degli Svizzeri e la splendida scala delle Forbici. Il Cenacolo Vinciano a Milano La straordinaria Ultima Cena detta anche Cenacolo (1494-1498) di Leonardo da Vinci è oggi conservata nell’ex refettorio rinascimentale adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie di Milano. La sala, esclusivamente dedicato alla fruizione del capolavoro vinciano, è assolutamente necessaria non solo per la scoperta dell’opera ma anche per la sua precaria conservazione. Le vicissitudini e le curiosità legate all’opera meritano forse la presenza di una guida in grado di poter illustrare i tanti aspetti legati all’Ultima Cena di Leonardo e un ingresso prioritario, anche in tarda serata, per avere la sicurezza di poter accedere. La pinacoteca di Brera a Milano La galleria Nazionale d’arte Antica e Moderna ospitata presso il palazzo Brera di Milano è un complesso museale vastissimo che custodisce una delle più celebri raccolte di pittura del nostro paese, con opere appartenenti a specifiche scuole artistiche come quella lombarda, veneta, toscana, dell’Italia centrale e, inoltre, della scuola fiamminga. Il palazzo di Brera ospita inoltre numerose istituzioni artistiche note in tutto il mondo: la biblioteca Nazionale Braidense, l’osservatorio, l’orto Botanico, l’istituto Lombardo di Scienze e Lettere e infine la celebre accademia di Belle Arti di Brera. Un’esperienza guidata all’interno delle suggestive sale dell’accademia potrebbe essere davvero un’ottima idea. Il museo del palazzo Ducale di Mantova Le sale della reggia dei Gonzaga di Mantova custodiscono alcune delle opere migliori di Mantegna, tra cui i meravigliosi affreschi della camera degli Sposi (1464-1475), Rubens, Palma il Giovane, Daniel van den Dyck, tanto da meritarsi un posto all’interno dei musei più importanti del nostro paese. Il complesso museale comprende la corte Vecchia, la domus Nova, la corte Nuova, la basilica Palatina di Santa Barbara e il quattrocentesco castello di San Giorgio. Il museo Archeologico di Venezia Il museo, sito in piazza San Marco presso le procuratie Nuove, dalla fine del Cinquecento raccoglie numerose collezioni private veneziane comprendenti antichissime opere risalenti al periodo greco e romano. Le gallerie dell’Accademia di Venezia Ai piedi del ponte dell’Accademia, l’antico complesso un tempo formato dalla chiesa di Santa Maria della Carità, il convento dei Lateranensi e la scuola Grande, dall’inizio dell’Ottocento ospita l’accademia di Belle Arti della città lagunare, nonché la più importante collezione di arte veneziana e veneta del mondo, con dipinti databili dal XIV al XVIII secolo. Tra gli artisti esposti si segnalano Piero della Francesco, Giovanni Bellini, Leonardo da Vinci con il suo Uomo Vitruviano, Andrea Mantegna, Giorgione, Cosmé Tura, Palma il Vecchio, Giambattista Tiepolo, Giorgio Vasari e Francesco Hayez. Il museo Storico del castello di Miramare Il museo allestito all’interno del castello di Miramare a Trieste, eretto intorno alla metà dell’Ottocento per volere di Massimiliano d’Asburgo-Lorena arciduca d’Austria, è uno dei musei più visitati d’Italia. L’elegante e suggestiva struttura in pietra chiara affacciata sul golfo di Trieste conserva ancora gli arredi originali dell’epoca e numerose testimonianze della vita dei proprietari, l’arciduca Massimiliano e sua moglie Carlotta del Belgio, prima di diventare la residenza del duca Amedeo d’Aosta. All’interno sono da segnalare la sfarzosa sala dei Regnanti, la bella sala della Musica e la sala ispirata all’arredamento navale della fregata Novara sulla quale Massimiliano aveva prestato servizio nella Marina Austriaca, mentre all’esterno il parco circostante il castello e il superbo giardino all’inglese permettono di effettuare piacevoli passeggiate di fronte al mare. Il castello è visitabile in completa autonomia o con tour privato. La galleria Nazionale delle Marche Ospitata nelle sale del palazzo Ducale di Urbino, questa interessante collezione comprende le opere più importanti del Rinascimento urbinate promosso alla corte di Federico da Montefeltro, tra cui alcuni capolavori di Raffaello, Piero della Francesca e Federico Barocci. Il museo nazionale di castel Sant’Angelo a Roma Il percorso museale allestito all’interno dell’imponente castel Sant’Angelo si sviluppa in 7 livelli che illustrano in maniera approfondita la storia, le modifiche architettoniche e gli usi ai quali la fortezza fu adibita durante i secoli, sin dal 135 d.C., ovvero quando in questo luogo l’imperatore Adriano fece costruire il mausoleo funebre per sé e la sua famiglia fino alla riorganizzazione voluta da papa Farnese nel Settecento, quando qui fu imprigionato, tra gli altri, il conte di Cagliostro. La galleria Borghese di Roma Sita all’interno della magnifica villa Borghese Pinciana, il percorso museale espone molte impareggiabili sculture di Gian Lorenzo Bernini, numerose tele del Caravaggio e pregevoli opere del Bronzino, Antonio Canova, Raffaello, Perugino, Lorenzo Lotto, Antonello da Messina, Rubens, Bellini, Correggio, Parmigianino, Pinturicchio e Tiziano. All’interno delle sale della villa è possibile muoversi in autonomia, oppure in alternativa con un tour privato. I musei Vaticani e la cappella Sistina La grande stagione di fervore artistico promossa da papa Giulio II all’inizio del Cinquecento che ha impreziosito la basilica di San Pietro, ha dato inoltre vita alle stupende collezioni dei musei Vaticani, con gli affreschi e le opere di Giotto, le stanze papali dipinte da Michelangelo e Raffaello, la galleria Lapidaria, quella delle carte Geografiche, l’appartamento Borgia e il giardino con il celebre gruppo statuario del Laocoonte. Lo straordinario patrimonio, tutto italiano, che adorna gli spazi dei musei vaticani si condensa infine nella superba cappella Sistina con il Giudizio Universale (1508-1512) e gli affreschi della volta (1535-1541) realizzati da Michelangelo. Le pareti della cappella non sono di certo da meno, impreziosite da un ciclo di affreschi realizzati dai massimi artisti italiani della seconda metà del Quattrocento: da Botticelli al Perugino, dal Pinturicchio al Ghirlandaio. Vista l’elevata affluenza si consiglia di dotarsi preventivamente di un biglietto con ingresso prioritario. Il museo Archeologico Nazionale di Napoli Il museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) vanta forse il più ricco patrimonio archeologico d’Italia. Esso comprende infatti i reperti dell’antica Neapolis, la collezione Farnese con pregevoli reperti provenienti dall’antica Roma, le collezioni Borboniche con i reperti provenienti da Pompei, la collezione Egizia e altre importanti collezioni private (Borgia, Santagelo, Stevens e Spinelli). Vista la grande quantità di reperti e opere degne di interesse, un tour guidato è l’ideale per poter comprendere appieno il valore di quanto esposto. Il museo Civico Archeologico “Giovanni Marongiu” di Cabras Il piccolo museo di Cabras, in Sardegna, custodisce gli importanti reperti archeologici ritrovati nella suggestiva penisola del Sinis, sul golfo di Oristano, colonizzato in epoche antichissime. Il percorso museale custodisce e continua a raccogliere ancora oggi quanto ritrovato nel insediamento neolitico di Cuccuru is Arrius, in quello nuragico di Sa Osa, nel sito archeologico di Tharros (età fenicio-punica), nonché i resti del relitto romano dell’isola di Mal di Ventre. Pezzo forte del museo, davvero da non perdere, sono i resti del complesso statuario dei giganti di Mont’e Prama. Il museo dell’ex Stabilimento Florio e delle tonnare di Favignana e Formica Concludiamo questo excursus sui musei più importanti d’Italia con un piccolo e suggestivo museo sito sulla splendida isola di Favignana, ovvero quello ospitato nello storica tonnara appartenuta alla famiglia Florio per oltre un secolo tra Ottocento e Novecento. Splendido esempio di archeologia industriale, perfettamente recuperato e conservato, la tonnara ospita al suo interno un innovativo museo, con sale multimediali che ripercorrono la storia della mattanza, la cruenta pesca del tonno, e della tonnara, e un interessante Antiquarium con reperti archeologici ritrovati nell’arcipelago siciliano delle isole Egadi e risalenti alla prima guerra Punica (III secolo a.C.). I musei italiani da visitare sono davvero moltissimi e dislocati in quasi tutte le città del nostro Paese, da Torino a Roma, da Napoli alle Trieste.
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the-music-keeper · 5 years
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radiofreesatan · 7 years
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Vox Satanae - Episode #355
Vox Satanae – Episode #355
Vox Satanae – Episode 355 – 151 Minutes – Week of 14 August 2017
This week we hear works by Francesco Canova da Milano, Orlande de Lassus, Samuel Scheidt, Vincent Lübeck, Johann Gottlieb Naumann, Hector Berlioz, Ferruccio Busoni, and Dominick Argento with performances by Sandro Volta, The Oxford Camerata, Jeremy Summerly, Vox Luminis, Lionel Meunier, Helmut Walcha, Gerald Hambitzer, Concerto…
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personal-reporter · 2 years
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Neoclassico e Romantico a Milano
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Con la mostra Neoclassico e Romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista,  la Galleria d’Arte Moderna prosegue il percorso di valorizzazione dei nuclei più significativi del suo patrimonio artistico. L’esposizione, allestita nelle sale al piano terra della Villa Reale fino al 18 giugno 2023, è promossa dal Comune di Milano ed è curata da Omar Cucciniello, conservatore della Galleria d’Arte Moderna di Milano, come omaggio a Pompeo Marchesi (1783-1858), grande scultore dell’Ottocento, allievo di Canova, coetaneo e amico di Francesco Hayez e trait d’union nel passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo, nella Milano tra Impero napoleonico e Restaurazione. Questo evento segue le celebrazioni per il bicentenario della morte di Antonio Canova e prende spunto dal modello in gesso di Ebe di quest’ultimo, alla Galleria d’Arte Moderna, per ricostruire la raccolta dello scultore, artista di grande importanza per la storia del museo e delle collezioni artistiche del Comune di Milano. Tra i rarissimi modelli di Canova a non essere nella Gypsotheca di Possagno, Ebe giunse nelle collezioni civiche in seguito al lascito testamentario di Marchesi. Il percorso espositivo ricostruisce la vita e l’opera dello scultore, formatosi all’Accademia di Brera sotto gli auspici di Giuseppe Bossi e a Roma, sotto la direzione di Canova, ma resta strettamente legato alla città di Milano, dove negli anni della Restaurazione ottenne un grandissimo successo partecipando ai più importanti cantieri cittadini, dall’Arco della Pace al Duomo, e alla vita artistica, in qualità di professore dell’Accademia di Brera. Conosciuto come il Fidia meneghino,  Marchesi fu definito da Stendhal “le sculpteur à la mode de Milan” nel romanzo La Certosa di Parma, ebbe commissioni da tutta Europa, da Vienna a Parigi a San Pietroburgo. Il suo atelier, ricostruito dopo un incendio grazie a una sottoscrizione della cittadinanza e inaugurato dall’imperatore d’Austria Ferdinando I, era uno dei luoghi alla moda della città, ricordato da Stendhal e Balzac, frequentato da artisti, scrittori, nobili e intellettuali, affrescato da Hayez e organizzato come un museo, dove radunò tutti i modelli in gesso e i bozzetti delle sue sculture, ma anche la collezione di opere d’arte raccolte durante gli anni. Alla sua morte lo scultore destinò i materiali dello studio non ai musei d’arte esistenti  ma alla città di Milano, che all’epoca non disponeva di collezioni d’arte. Esposte in origine nella prima sede del Museo Artistico Municipale ai Giardini Pubblici, le opere della collezione Marchesi vennero suddivise tra i diversi istituti via via fondati, dal Museo Archeologico al Gabinetto dei Disegni del Castello alle biblioteche, che ancora oggi le conservano. La mostra intende quindi ricostruire la complessità della raccolta e la sua importanza per la nascita delle collezioni artistiche cittadine, avvalendosi del contributo degli istituti civici: il Gabinetto dei Disegni, la Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, la Biblioteca d’Arte, il Civico Archivio Fotografico, il Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco La mostra si rivela l’occasione per riflettere sull’origine della Galleria d’Arte Moderna e per annodare i fili della nascita delle collezioni municipali, ricostruendone la storia, le vicissitudini, gli spostamenti nelle diverse sedi e la creazione dei musei civici di Milano. Read the full article
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johnjpuccio · 6 years
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Classical Music News of the Week, October 13, 2018
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Nigel North at the House of the Redeemer Opens Tenth Salon/Sanctuary Season
Salon/Sanctuary opens its tenth season with two concerts in the exquisite 17th-century library of the House of the Redeemer. We look forward to seeing you at these paired events, which celebrate Francesco da Milano and Giulio Caccini, (called Il Romano), one composer who concluded the Renaissance and another who ignited the baroque.
A Decoration of Silence The lute music of "il Divino" Francesco Canova da Milano (1497 – 1543) Set in the 17th-century library of the House of the Redeemer, this recital by one of the world's leading lutenists transports the 21st century listener into a historical world of sensual delight.
To read the complete Classical Music News of the Week, click here:
https://classicalcandor.blogspot.com/2018/10/classical-music-news-of-week-october-13.html
John J. Puccio, Classical Candor
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Francesco Canova da Milano (1497-1543) Italian composer
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masha-umnitsa · 8 years
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In 1970 the Soviet recording studio Melodia released the record Lute Music of the 16th-17th Centuries (Лютневая музыка XVI—XVII веков).  The first track, “Suite for the Lute,” was attributed to Francesco Canova da Milano, supposedly a famous 16th century Italian composer and lute player.  Further investigation would finally reveal that there was no such person -- the piece was by contemporary composer Vladimir Vavilov, now known to be a master of classical forgery and hoaxes.  In 1972, poet Henri Volokhonsky set lyrics to the melody, entitled “Above the Blue Sky,” and in the 1980s, the group Aquarium recorded a new version of the song called “City” or “City of Gold,” and it became extremely popular after it was featured in the 1987 film Assa.
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mrwilliamcharley · 6 years
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Ricercare XVI by Francesco da Milano (Free PDF)
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Ricercare XVI by Francesco Canova da Milano (1497–1543) arranged for classical guitar in notation or notation + Tablature (TAB). Francesco Canova da Milano (1497–1543) was an Italian lutenist and composer. He was praised throughout Europe as the foremost lute composer of his time. More of his music is preserved than of any other lutenist of the period. A ricercare is an imitative work and, in some ways, a precursor to the Baroque fugue. Join the Email Newsletter to get updates on free sheet music and more. Please consider donating to the site to keep the free sheet music coming. YouTube Performance & Lesson Link (4k). Later-Intermediate (Grade 7).
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Lute Sound Clip – Here’s a sound clip of Paul O’Dette playing the piece on lute.
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La Storia della Massoneria in Italia 1717 – 2018 di Aldo Mola
A maggio è uscito il libro del prof. Aldo Alessandro Mola, Storia della Massoneria in Italia. Dal 1717 al 2018. Tre secoli di un Ordine iniziatico (Giunti Editore – Bompiani, Firenze – Milano 2018). Il libro è un tomo tascabile di 824 pagine che viene ad arricchire la letteratura massonico-apologetica. Non è un mistero che l’Autore sia da decenni vicino alla Massoneria, pur non essendone membro (a suo dire), e vanti amicizia con massoni e studiosi di vario orientamento.
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di Fabio Cancelli (08-08-2018)
A maggio è uscito il libro del prof. Aldo Alessandro Mola, Storia della Massoneria in Italia. Dal 1717 al 2018. Tre secoli di un Ordine iniziatico (Giunti Editore – Bompiani, Firenze – Milano 2018). L’Autore, storico e saggista, classe 1943, è stato di recente intervistato da Marco Respinti del CESNUR (http://cesnur.org/2018/mola_massoneria.htm).
Il libro è un tomo tascabile di 824 pagine che viene ad arricchire la letteratura massonico-apologetica. Non è un mistero che l’Autore sia da decenni vicino alla Massoneria, pur non essendone membro (a suo dire), e vanti amicizia con massoni e studiosi di vario orientamento (alcuni deceduti): ad esempio, i Gran Maestri del Grande Oriente d’Italia da Giordano Gamberini a Stefano Bisi, i Gran Maestri della Gran Loggia d’Italia da Renzo Canova ad Antonio Binni, sacerdoti filo-massonici come Ferrer Benimeli, Esposito, Caprile, Molinari e persino un autore antimassonico come don Ennio Innocenti (p. 21).
Il prof. Mola presenta papa Francesco come ostile alla Massoneria (pp. 8, 661). Eppure alla luce di vari casi (es. Sinodo sulla Famiglia e Amoris laetitia, 5° Centenario di Lutero, Ordine di Malta, FFI, pena di morte, ecc.), il Pontefice, tanto autoritario nel governo quanto ambiguo e fluido nella dottrina, si è attirato finora circa 70 elogi (tutti documentabili) da parte di massoni di varie nazionalità. Il prof. Mola (pp. 29, 661) accenna alla condanna del «neopelagianesimo» e dello «gnosticismo» fatta dalla Congregazione per la dottrina della fede (“Placuit Deo”, 2018) e da papa Francesco (“Gaudete et exultate”, 2018).
Studiosi come il prof. Mola, possono intravedere in quei documenti una condanna implicita della Massoneria, ma nella mente di altolocati ecclesiastici della Chiesa di Francesco, sembra che le etichette “neopelagiano” e “gnostico” dovrebbero essere affibbiate non tanto, o non solo, ai massoni quanto piuttosto ai cattolici fedeli al Magistero immutabile, quello dei dogmi e dei principi non-negoziabili…
Il prof. Mola attacca gli antimassoni di ieri e di oggi, Barruel, Taxil, ecc. (p. 20), e liquida in sei righe il P. Paolo Siano (p. 650) che forse meritava maggiore attenzione, data la quantità e qualità delle fonti citate nei suoi studi. E’ apprezzabile però il suo tono non offensivo che lo distingue da altri autori massoni o filo-massonici.
Il prof. Mola presenta la Massoneria semplicemente come una scuola di educazione dell’uomo (p. 32)… Poi cerca di operare il divorzio tra Massoneria ed Esoterismo: secondo lui, la vera Massoneria non avrebbe nulla a che fare con l’esoterismo… L’esoterismo in Massoneria sarebbe una «superfetazione posticcia», «una vera e propria interferenza», che avrebbe snaturato e deviato la Massoneria dalla sua purezza e regolarità (pp. 589-592; 598-599).
Eppure lo stesso Mola ci dà dettagli importanti sulle radici esoteriche della Massoneria regolare. Circa le divergenze tra i massoni  «moderns» (quelli delle Costituzioni di Anderson 1723) e i massoni «ancients» del Settecento, l’Autore scrive che questi ultimi erano «fieri della muratoria primigenia, con inclinazione verso esoterismo e occultismo» (p. 36). Poi entrambi i gruppi si riunirono nel 1813 formando l’attuale Gran Loggia Unita d’Inghilterra.
Il prof. Mola riporta per intero la Costituzione del Supremo Consiglio italiano del Rito Scozzese Antico e Accettato di 33 gradi (Milano 1805): vi si accenna a «le alte Scienze mistiche» (p. 686) ambite dai massoni del RSAA… L’insegna massonica VITRIOL, al dire del prof. Mola, «non è incitamento all’occultismo ma alla ricerca scientifica: il Faust di Goethe che lascia alle spalle i dogmi, i pregiudizi e dialoga con l’Eterno» (p. 590).
Sì, ma Faust fa anche il patto col Diavolo… Condividiamo le lamentele del prof. Mola contro l’Esoterismo, ma precisiamo che l’Esoterismo appartiene al DNA della Massoneria. Al riguardo si leggano ad esempio gli studi di padre Paolo Siano, il quale non si appoggia né al Barruel né al Taxil. Ci sembra che il prof. Mola fraintenda il significato attribuito da Massimo Introvigne alla «corrente calda» e alla «corrente fredda» della Massoneria: per Mola la prima è Massoneria regolare e filantropica, la seconda, invece, rivoluzionaria, trasgressiva e satanica (p. 598)…
In realtà, leggendo Introvigne, è l’inverso: la “fredda” è razionalista, la “calda” è occultista.  Secondo il prof. Mola la «massoneria di frangia» sarebbe una «fiaba», una «leggenda» (p. 599), ma gli storici della Loggia londinese Quatuor Coronati non la pensano così.
Poi il padre Siano, con fondamento, sostiene che anche la Massoneria “fredda” nasconde un’anima “calda”. A proposito di Massoneria italiana, il prof. Mola fa solo un rapido cenno al Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia, Fabio Venzi (p. 652). Ringrazio il Prof. Mola che cita un mio articolo: https://www.corrispondenzaromana.it/lultima-eresia-del-gran-maestro-fabio-venzi/ (p. 652, nota 16). Comunque credo che la GLRI, sia dal punto di vista storico che iniziatico, meriti qualche pagina in più. Magari il prof. Mola potrà ritornarvi in una prossima edizione della sua Storia.
Lo storico piemontese usa termini molto aspri verso i critici della Massoneria: «la pletora di massonofagi antichi e recenti» (p. 661), «Barruel rivive in tanti massonofobi e latomofagi dei nostri giorni» (p. 106). Eppure anche il prof. Mola ci aiuta a capire l’incompatibilità tra Chiesa e Massoneria quando ad esempio cita l’antica formula del giuramento massonico: «Consento, se divengo spergiuro, di avere la gola tagliata, il cuore e le viscere strappate, il corpo bruciato e ridotto in polvere e che le mie ceneri siano gettate al vento e la mia memoria sia in esecrazione a tutti i liberi muratori della terra» (p. 128). Mola aggiunge: «Il Rito Emulation ha aggiunto altri macabri dettagli per gli spergiuri, ma, a ben sapere, la formula iniziatica del Grande Oriente nulla innovò rispetto a quelle delle antiche corporazioni» (p. 128).
Mola parla di radici “cristiane” della Massoneria  del Settecento, ma precisa con grande onestà intellettuale che «il cristianesimo massonico […] non è quello della chiesa di Roma» (p. 580), poiché esige dai massoni «di riconoscersi solo nella religione sulla quale tutti gli uomini concordano» (p. 580).
Nell’edizione del 1999 di Storia della Massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni(1082 pp.) del prof. Mola (con Prefazione di Paolo Alatri), troviamo dettagli interessanti, assenti dall’edizione del 2018. Qualche esempio. Nello studio di Maestri Venerabili di logge di provincia, sul finire dell’Ottocento, si potevano trovare «talora simboli satanici e orripilanti mostriciattoli a mo’ di Bafometti» (Mola, 1999, p. 268). Dal Mola (1999) apprendiamo che l’ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (GOI), Giuliano Di Bernardo, denunciò alla Massoneria inglese la presenza di «riti osceni» e invocazioni al «Baphomet» all’interno del GOI (p. 810).
Il prof. Mola accenna a un massone occultista: il «Grande Iniziato Oswald Wirth, autore di dottissimi commentari ai Riti d’iniziazione e di conferimento degli aumenti di Luce» (p. 329).  Mola accenna anche ad altri «grandi iniziati, quali Julius Evola e Giuliano Kremmerz» (p. 591) e a «l’insigne René Guénon» (p. 591), che definisce «uno spiritualista di tutto rispetto» (p. 683).  
Segnalo anche la Prefazione elogiativa del prof. Mola al libro di Ugo Poli 33°, Massoneria iniziatica. La Via Scozzese (Atanor, Roma 1981, pp. 7-9). Poli spiega il carattere iniziatico ed esoterico del RSAA, dal 1° al 33° ed ultimo grado, ed apprezza molto il pensiero di René Guénon.
Termino con un ringraziamento  al prof. Mola per aver contribuito a comprendere meglio la natura e l’essenza della Massoneria.
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tmnotizie · 7 years
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ROMA – Domani, lunedì 20 Novembre alle ore 16 Asia Ghergo, giovanissima cantautrice marchigiana diventata nota su Youtube per aver dato vita alle cover delle più belle canzoni della scena indie italiana attuale, sarà ospite della trasmissione “Tropical Pizza” in onda su Radio DeeJay e condotta da Nikki con Aladyn alla regia.
Sempre lunedì alle ore 21 interverrà invece su “Rap Talks” Creators + Artists organizzato da YouTube Italia presso la Santeria Social Club di Milano. Si tratta di una serata pensata da Chiara Santoro, responsabile musica di YouTube, con l’obiettivo di invitare artisti della scena rap / trap Italiana che possano interagire e confrontarsi con i creators di YouTube. La presenza di Asia è stata fortemente desiderata grazie alla sua capacità di interpretare in modo originale ed estremamente naturale versioni acustiche di pezzi anche di questo genere. L’evento inoltre sarà promosso attraverso l’account Twitter @YTCreatorsIT. Martedì 21 alle ore 15 la giovane cantatane sarà in diretta su Radio Kiss Kiss ospite di “Generazione C” trasmissione condotta da Francesco Facchinetti.
  Asia Ghergo (Macerata, 11 marzo 1999), musicista, cantautrice e Youtuber, è la giovane artista che ha conquistato la scena indie Italiana. Appassionata di musica impara presto a suonare la chitarra da autodidatta. Nell’ estate 2016 apre il suo canale YouTube registrando in cameretta e caricando cover in acustico delle più importanti canzoni dell’indie italiano, facendosi conoscere in poco tempo sul web.
Riarrangia brani di artisti e gruppi quali Lo Stato Sociale, Calcutta, Ex Otago, TheGiornalisti, Levante, Canova, Pop-X, Giorgio Poi, Gazzelle e molti altri. Alcuni di loro condividono i brani (video) nelle loro pagine ufficiali, presentandola ai rispettivi fan come il fenomeno del momento e ottiene una visibilità ed un consenso sempre maggiori.
E così nasce “il caso” Asia Ghergo, la ragazza marchigiana che è riuscita a conquistare il popolo indie di Youtube e a diventare una vera e propria influencer, avvicinando tanti della sua generazione ad un genere musicale per lo più sconosciuto. Nel 2017 Asia apre la sua pagina Facebook per condividere con i suoi amici tutte le novità legate alla sua vita artistica e le sue sensazioni personali ottenendo in poco tempi tantissimi mi piace.
Ora sta lavorando al suo primo progetto Musicale ed a breve uscirà un EP di 5/6 brani inediti più il brano “2016”, uscito il 10 Giugno 2017.  Suo padre Roberto ne è il produttore artistico insieme ad una crew di musicisti professionisti e di addetti ai lavori.
L’ evento più significativo che sancisce la sua entrée come artista nell’ambiente musicale è quello di sabato 22 Aprile 2016, dove ha apertoil concerto de Lo Stato Sociale al Mediolanum Forum di Assago (MI), organizzato dalla Garrincha Dischi, invitata personalmente da Lodo, il cantante del gruppo.
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steenpaal · 7 years
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Alberto Mesirca - Wikipedia
Alberto Mesirca (1984) is a guitarist from Italy.[1]
Grandson of the Paduan writer Giuseppe Mesirca, winner of the Campiello Prize, he graduated at the Conservatory of Castelfranco Veneto (teacher: Granfranco Volpato) with the highest score and honor mention; successively he made his Konzert-Examen at the Musikakademie of Kassel (teacher: Wolfgang Lendle), ending it with honor mention.[2] [3]
He won the “Golden Guitar” at the International Guitar Meeting of Alessandria, “Pittaluga” (member of the WFIMC) in 2007 for best recording if the year (“Ikonostas”, M.A.P.), in 2009 for “Best Upcoming Artist of the Year” and in 2013 for Best Recording of the Year (“British Guitar Music”, Paladino Music OG). He was nominated “Young Artist of the Year” at the Festival of Aalborg, Denmark, and “Rising Star” at the Festival “Gitarre Wien” in Vienna. The composers Leo Brouwer, Dusan Bogdanovic, Angelo Gilardino, Mario Pagotto dedicated to him some of their compositions, and he made the premiere recordings of works by Giulio Regondi, Claudio Ambrosini, Ivan Fedele, Carlo Boccadoro, Frantz Casséus (in collaboration with Marc Ribot).[4]
He regularly performs with Vladimir Mendelssohn, Domenico Nordio, Martin Rummel, Daniel Rowland. He was nominated responsible of the musical archive of the National Library of Istanbul. In 2010, during the ceremonies for the 500th Anniversary of death of Giorgione, he published for the first time the previously unknown Fantasias by Francesco Canova da Milano, taken from the 1565 Giovanni Pacalono Lute Manuscript. The compositions have been chosen as permanent musical installation at the Giorgione Museum.[5]
References[edit]
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