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Scopri l'Italia con Dollar Car Rental: La Tua Porta per un Viaggio Indimenticabile
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Esplora Torino e Oltre con Dollar Car Rental
Perché Scegliere Dollar Car Rental?
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Scopri Torino con Dollar Car Rental
Torino, la capitale del Piemonte, è un tesoro di monumenti storici e culturali. Con Dollar noleggio auto a Torino, puoi esplorare questa vibrante città e i suoi dintorni al tuo ritmo. Ecco alcuni luoghi da visitare assolutamente:
Mole Antonelliana
L'iconica Mole Antonelliana è il simbolo di Torino. Inizialmente concepita come una sinagoga, ora ospita il Museo Nazionale del Cinema. Guida la tua auto a noleggio Dollar fino a questo capolavoro architettonico e goditi viste panoramiche della città dalla terrazza panoramica.
Palazzo Reale di Torino
Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, il Palazzo Reale di Torino è una visita obbligata. Questo maestoso palazzo offre uno scorcio nello stile di vita opulento della dinastia Savoia. Con il nostro comodo noleggio auto a Torino, visitare siti storici come questo è un gioco da ragazzi.
Parco del Valentino
Fuggi dal trambusto della città e rilassati nel Parco del Valentino. Questo bellissimo parco lungo il fiume Po è perfetto per una passeggiata tranquilla o un picnic. Avere un'auto a noleggio ti permette di portare con te tutto il necessario e goderti una giornata nella natura.
Espandi i Tuoi Orizzonti: Principali Destinazioni Vicino a Torino
Esplora le Alpi Italiane
A breve distanza da Torino, le Alpi Italiane ti aspettano con paesaggi mozzafiato e attività all'aperto. Che tu sia un appassionato di sci o ami fare escursioni, le Alpi offrono qualcosa per tutti. Noleggia un SUV robusto da Dollar e parti per un'avventura in montagna.
Visita il Magico Lago di Como
A un paio d'ore di macchina da Torino, il Lago di Como è un paradiso di acque serene e cittadine pittoresche. Trascorri una giornata esplorando i villaggi affascinanti di Bellagio e Varenna, o goditi un giro in barca sul lago. Con il noleggio affidabile di auto a Torino di Dollar, puoi passare facilmente dalla città alla campagna.
Scopri la Regione Vinicola delle Langhe
La regione delle Langhe, famosa per il suo vino e i tartufi, è a breve distanza da Torino. Esplora i vigneti panoramici e partecipa a degustazioni di vini in città come Barolo e Alba. Un'auto confortevole di Dollar rende il tuo viaggio attraverso questo paradiso gastronomico ancora più piacevole.
Vivi il Ricco Patrimonio di Firenze
Firenze, la culla del Rinascimento, è una visita obbligata quando si è in Italia. Guida il tuo noleggio Dollar fino a questa storica città e immergiti nell'arte, nella cultura e nella storia. Visita la Galleria degli Uffizi, il Duomo di Firenze e il Ponte Vecchio, creando ricordi indimenticabili lungo il percorso.
Viaggio sulla Costiera Amalfitana
Per chi desidera la bellezza costiera, la Costiera Amalfitana è una destinazione da sogno. Le strade tortuose lungo la costa offrono viste mozzafiato del Mediterraneo. Noleggia una decappottabile elegante da Dollar e goditi il sole mentre esplori città come Positano, Amalfi e Ravello.
Prenota il Tuo Noleggio Auto Oggi!
Pronto a iniziare la tua avventura italiana? Dollar Car Rental è qui per rendere il tuo viaggio senza problemi e piacevole. Con la nostra vasta gamma di veicoli e un eccellente servizio clienti, la tua esperienza di viaggio sarà semplicemente perfetta.
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India, caldo estremo: 85 morti in 24 ore. Temperature oltre i 50 gradi e umidità al limite, cosa sta succedendo? India, sono 85 le persone uccise dal caldo estremo nelle ultime 24 ore. Lo confermano le autorità degli Stati colpiti dall'ondata di caldo senza precedenti, che negli ultimi giorni ha fatto salire le temperature anche oltre i 50 gradi. Il maggior numero di vittime, 46, è stato registrato nello stato orientale dell'Odisha, dove il caldo è stato esacerbato da un alto tasso di umidità. Gli altri Stati maggiormente colpiti sono Bihar, Jharkhand, Rajasthan e Uttar Pradesh. E Nuova Delhi boccheggia ancora sotto una cappa di afa da record. Caldo record Tutto è iniziato tre settimane fa, con le temperature massime che si sono avvicinate ai 35 gradi, tipici della stagione. Poi sono arrivati i 40 gradi fissi, senza tregua. In totale assenza non solo di un temporale ma anche della minima goccia di pioggia. Infine, in una progressione rovente di ondate di calore che hanno coinvolto la capitale e ampie aree del nord dell'India, con vampate che tolgono il fiato e sembrano strappare la pelle, le massime a Delhi hanno toccato i 45 gradi, sono salite a 49,9 fino al record di 52,3 gradi registrati nella stazione meteo di Mungeshpur, 30 chilometri a nord dal centro di Delhi. A New Delhi, così come negli Stati confinanti dell'Haryana, in vaste aree dell'Uttar Pradesh e del Punjab, si vive da due settimane con temperature dai 45 ai 47 gradi, che nemmeno la notte scendono sotto i 35. Nella capitale, dove le scuole sono state chiuse in anticipo la settimana scorsa, l'atmosfera è sospesa, con le persone che cercano il più possibile di stare al chiuso. Ma ci sono le decine di migliaia di lavoratori a giornata che continuano a faticare lungo le strade, nei cantieri, all'aperto, perché non possono fermarsi. «Sono l'unico a guadagnare di tutta la mia famiglia», ripetono gli autisti degli auto rickshaw, gli operai, gli ambulanti, che proteggono frutta e verdura con teli di canapa bagnata. Il governatore luogotenente - il prefetto di nomina governativa - ha ordinato ai capicantiere di offrire a tutti una pausa retribuita di tre ore quando il sole è allo zenith, dalle 12 alle 3. E ci sono le decine, forse centinaia di migliaia di senzatetto, il cui numero esatto resta un mistero, che non hanno alternative alla sopravvivenza sui marciapiedi incandescenti e sugli spiazzi di terra che sembra divenuta sabbia del deserto. Emergenza acqua Allarma inoltre la carenza d'acqua: la capitale indiana non è ancora in emergenza, ma la fornitura è già sospesa alcune ore al giorno nelle aree più densamente popolate. Il governo ha emanato oggi una serie di misure per contrastare gli sprechi, vietando di lavare le auto, di superare i livelli prescritti nelle cisterne e di utilizzare l'acqua per i cantieri. Maggio è sempre stato un mese torrido per Delhi; ma, e questo è confermato dall'Istituto meteo, mai come nel 2024 le ondate di calore sono state così intense e continue. Con il record mondiale assoluto di caldo mai registrato sulla Terra (i 56,7 gradi del 10 luglio 1913 nella Death Valley) pericolosamente a portata di mano.
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Oggi in molte città si festeggia la giornata mondiale senza auto, un evento che cade a partire dal 2000 ogni 22 settembre, dopo essere diventato un programma globale promosso dalla World Carfree Network. L’obiettivo della giornata mondiale senza auto è quello di incoraggiare i cittadini all’uso di mezzi di trasporto alternativi e sostenibili, ridurre quindi l’inquinamento, anche quello acustico e dimenticare il traffico congestionato.
#giornata senza auto#giornata mondiale senza auto#ventidue settembre#bicicletta#Isabella Vendrame#veggie channel#mezzi pubblici#ridurre il traffico
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If you get this, answer with 3 random facts about yourself, and send it to the last 7 blogs in your notifications, anonymously or not! 🌼
1. Quand'ero piccolo non ho mai imparato a tenere penna e matita nel modo giusto, e nessuno mi ha mai corretto. Tutt'ora, se prendo una penna in mano "senza pensarci" la tengo nel modo sbagliato.
2. Quando ero credente, sono andato alla giornata mondiale della gioventù in a Colonia, in Germania, a celebrare Ratzinger, pontefice da qualche mese. Sono stato un papaboy. 🤦♂️
3. La prima auto che ho guidato è stata la Volkswagen Passat di mio padre, una berlina lunghissima e senza servosterzo, con 17 anni di onorato servizio. Prima di prendere bene le misure ho lasciato diversi segni sulla fiancata.
Sorry, non ho voglia di cercare chi devo taggare
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01/10/2021 Giornata dedicata ai nonni
i miei nonni me li voglio ricordare così .
Ho sentito qualcuno oggi al supermercato che diceva che è la giornata mondiale(credo mondiale) dei nonni, ecco, infatti ho visto qualche post anche qui che ne parla oggi.
E nulla ho deciso di farlo anch’io, perché mi sembra una bellissima iniziativa e “festività “.
Nonostante io di nonni non ne abbia quasi più perché me ne rimane soltanto una, da parte di mamma. purtroppo però non ho mai avuto molte possibilità per vederla perché abita lontana per conto suo di sua scelta da sempre solo che ormai avendo la veneranda età di 90 anni, che dire? La vedo qualche volta l’anno e fortunatamente sta sempre meglio di me, sta sempre benone senza mai nemmeno un acciacco, pelle limpida e qualche ruga che solca il volto mentre quelle espressive un po’ più marcate, le manca un occhio da quando era giovane quindi ha da sempre un ciano occhio di vetro mentre l’altro castano chiaro ma sempre vispo come la sua persona, sempre col sorriso è la voglia di fare; a volte mi fermo a pensare com e che faccia a fare tutto ciò, con un anca bionica, un occhio solo e gracili a com’è sempre stata ma molto alta e imponente come persona perché sa farsi rispettare sempre ed è sempre educata, pacata tranne quando guarda le sue telenovelas: Ci sono litigi aperti tra beautiful, la vita, 100 vetrine e chi più ne ha più ne metta😅fate voi !
“Nonna, scusa se non ti vengo mai a trovare perché ho poche possibilità, giuro che non sono scuse ma sei così lontana che a volte mi piacerebbe fin trasferirmi qualche tempo da te, ricordo ancora quando ero piccolo con il mio cuginetto e qualche notte dormivamo a casa tua nei vecchi letti dei nostri genitori e chiacchieravamo fino a tarda sera quando tu ci chiamavi 20 volte e poi ti davi per vinta chiudendo la porta senza nemmeno arrabbiarti, solo tu lo potevi fare :) e scusa se non amo Dio quanto te ne sono così praticante nonostante gli anni di scout ma Il tempo e la mia vita mi hanno fatto quasi capire che sono tutt’altro, al contrario che un giovane credente che canta al coro della chiesa(scusa si è un luogo comune bello e buono ma è l’unica similitudine che mi è venuta). Dicevo, tu hai tanti nipoti a cui vuoi un bene dell’anima e fai sempre regali, ci porti come dei premi, l’orgoglio della famiglia ed anche se non mi sento per nulla tale per come sono giuro che ti ringrazio tantissimo perché a volte pensando soltanto a te e alla vita in generale, pensando a tutto ciò che hai fatto per cambiare la realtà della famiglia hai dato a tutto una ventata di speranza in più, ti rinnovo per sempre i miei complimenti. mi ricordo ancora l’ultima volta che ti parlai, era la messa che avevi fatto fare per il 35anniversario della morte dello zio Guido e 10 dee del nonno e non ci abbracciamo perché tu sei fissata con le restrizioni del covid, e cazzo nonna fai bene(scusa la parola ma era per dare enfasi so che nn vuoi che le dico), sono fiero d l bacio volante che mi hai mandato velocemente mentre entravo in auto con un breve ci vediamo ma la realtà è che sono orgoglioso della persona che sei, auguri Nonna, grazie di tutto cuore.”
Si ragaz sarò anche chiuso, solitario e un empatico non attualmente praticante ma la nonna e la nonna e una persona come lei non ci sarà mai più nella mia vita un giorno, Quindi consiglio spassionato tutti, chiamate un messaggio date i vostri nonni per quanto possibile e fategli dei grandi auguri, perché basta quello e ringraziateli di tutto cuore anche a voi, ovviamente per chi vuole e’ dato il consiglio
Leonardo Fede o come volete
a dopo credo 
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22 settembre giornata mondiale senza auto, World Car Free Day, ovvero un giorno che dovremmo trascorrere senza usare le nostre automobili per ridurre l'inquinamento.
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24 feb 2021 09:00
TUTTO QUEL CHE NON TORNA SULLA MORTE DELL'AMBASCIATORE LUCA ATTANASIO E DEL CARABINIERE VITTORIO IACOVACCI? - CHI HA ASSICURATO CHE LA STRADA FOSSE SICURA? COME FACEVANO I GUERRIGLIERI A SAPERE CHE IN QUEL MOMENTO SAREBBE PASSATO IL CONVOGLIO? L'ASSALTO E' STATO PREPARATO NEI DETTAGLI DA GENTE ESPERTA - SE GLI OSTAGGI SONO STATI UCCISI, FORSE ERA PER MANDARE UN MESSAGGIO. A CHI? - I FUORISTRADA NON BLINDATI, LE FALLE NELLA SICUREZZA, LO SCAMBIO DI ACCUSE TRA "FORZE DEMOCRATICHE PER LA LIBERAZIONE DEL RUANDA" E L'ESERCITO CONGOLESE
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1 - AGGUATO IN CONGO, RIENTRATE LE SALME SI INDAGA SUL PERCHÉ NON C'ERA LA SCORTA
Francesco Battistini per il "Corriere della Sera"
«Asse rosso, negativo». Tre parole in codice. Sono bastate: ad aprire la strada Rn2 al convoglio italiano che lunedì mattina andava a Rutshuru e a chiudere il destino dell'ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e del loro autista, Mustafa Milambo Baguna. Nelle comunicazioni via radio di chi lavora in Congo, l'«asse rosso» è l'allerta. E vuol dire che su quella strada occorre una scorta armata, fornita dai caschi blu della missione Monusco o dall'esercito congolese. «Asse rosso, negativo», invece, è il messaggio che la sicurezza italiana riceve venerdì alle 10.30, appena atterra a Goma col jet 5y-Sim della Monusco.
Ci sono 72 ore di tempo per verificare le condizioni delle strade con l'Undss, il dipartimento per la sicurezza dell' Onu che deve proteggere gli internazionali: il tempo che serve anche a preparare l'agguato, mentre Attanasio inizia il suo breve e ben visibile tour umanitario. «Asse rosso, negativo»: è su quel via libera, forse troppo superficiale, che adesso si concentrano le indagini dei Ros volati lunedì da Roma nel Nord Kivu.
Chi l'ha pronunciato? E sulla base di quali certezze? A fornire spiegazioni è il World Food Programme dell'Onu che aveva organizzato la visita alla scuola di Rutshuru, garantendo la sicurezza del percorso. Nell'ospedale di Goma, i carabinieri ascoltano il racconto scioccato del vicedirettore locale del Wfp, Rocco Leone, che era sulle jeep ed è scampato all'attentato.
«Di solito, chi va a Rutshuru è scortato dalla polizia», spiega un missionario. «Quella strada non è particolarmente pericolosa, da anni ci viaggiamo senza problemi», dice un volontario italiano che vive a Goma, Nicolò Carcano: «Ma Attanasio non era un semplice umanitario - aggiunge -, era un ambasciatore. E credo ci debba essere un trattamento diverso, per un ambasciatore».
Le bare tornano in Italia nel buio, con gli onori dovuti a un ambasciatore e a un militare caduti così. Coperte dai fiori a Kinshasa le accarezza Zakia, la moglie di Luca, che tiene le tre bambine protette dalla tragedia. E abbracciate dai tricolori le riceve a Ciampino il premier Mario Draghi - non c'è il presidente Mattarella per un lieve malessere -, in attesa dei funerali solenni.
Prima, le autopsie: gli investigatori dei Ros hanno preteso che i congolesi toccassero il meno possibile la scena del crimine, chiedendo di controllare le armi di tutti i soldati e i ranger della sparatoria.
Bisogna capire di chi sono, i proiettili che hanno ucciso. Con una rapidità sorprendente, per un governo che non ha mai fornito nemmeno i dati definitivi delle ultime elezioni, il ministro dell'Interno di Kinshasa è riuscito in 24 ore a twittare (e poi cancellare) che l'agguato era «specificamente mirato contro l'ambasciatore italiano», concludendo che i machete e i cinque Ak-47 appartenevano di sicuro ai guerriglieri hutu del Fdrl, il Fronte democratico di liberazione del Ruanda, una delle 170 bande che spadroneggiano nella savana dell'Est.
Noi non c'entriamo, ha smentito in un attimo il Fronte, e poco conta che i banditi parlassero ruandese in una regione dove il ruandese lo parlano tutti: «Anziché ricorrere ad accuse frettolose, chiediamo un'inchiesta indipendente per fare piena luce sulle responsabilità di questo ignobile assassinio. Il convoglio è stato attaccato non lontano da postazioni delle forze armate congolesi e dell'esercito ruandese» (che ha da mesi sconfinato).
Quante mezze verità: il capo della polizia locale, nonostante i suoi uomini l'avessero accolto all' aeroporto di Goma, ripete che nessuno sapeva della presenza dell'ambasciatore. E i rapiti del convoglio? Mistero su chi siano, e se ci siano. «È stato un attacco insolito», commenta Christophe Garnier, capo dei medici Msf in Congo: «L'ha organizzato gente esperta. E se gli ostaggi sono stati uccisi, forse era per mandare un messaggio. A chi? Non è chiaro».
2 - AGGUATO BEN PIANIFICATO E JEEP SCADENTI. LE FALLE NELLA SICUREZZA DELL'AMBASCIATORE
Grazia Longo Giordano Stabile per "la Stampa"
C'era il presidente del Consiglio Mario Draghi - insieme ai ministri di Esteri e Difesa Di Maio e Guerini - ad attenderli sulla pista dell' aeroporto di Ciampino. L' aereo militare è partito ieri pomeriggio alle 16 e 20 da Goma, Kivu settentrionale, ed è atterrato alle 23,30. A bordo le salme dell' ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, caduti in un agguato dai risvolti ancora poco chiari.
Le bare, avvolte nel tricolore, sono state portate a spalla dai militari che le hanno accompagnate. Le salme sono state poi trasferite al Policlinico Gemelli dove, su ordine della Procura, già stamattina dovrebbero svolgersi le autopsie. Sono previsti per domani mattina a Roma i funerali di Stato di Attanasio e di Iacovacci. Le esequie si terranno nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Successivamente le salme saranno trasferite nei Comuni di residenza, Limbiate (Monza-Brianza) per Attanasio e Sonnino (Latina) per Iacovacci.
Fra i militari presenti a Ciampino ieri c' erano anche gli esperti del Ros, che hanno raccolto materiale e testimonianze per tutta la giornata di ieri. Fondamentale sarà quella di Rocco Leone, vicedirettore in Congo del Programma alimentare mondiale, (Pam) che sarà sentito però al suo ritorno in Italia per motivi giurisdizionali. Faceva parte del gruppo di sette persone sulle due auto del convoglio, ma è riuscito a salvarsi come in un film. Mentre gli altri venivano trascinati verso la boscaglia, ha finto di zoppicare e i sequestratori l' hanno lasciato indietro. È illeso e sotto choc.
Ha parlato però con la moglie al telefono. Anche gli altri tre colleghi rapiti, tutti congolesi, Fidele Zabandora, Mansour Rwagaza, Claude Mukata, sono stati rilasciati, in buone condizioni. Leone sarà sentito in Italia dai pm Sergio Colaiocco e Alberto Pioletti. Originario di Prato, potrebbe rientrare presto in Italia. Altrimenti si procederà con convocazione tramite rogatoria. Il suo racconto è prezioso per ricostruire le modalità dell'attacco. È un fatto acclarato che sul posto sono intervenuti i ranger, che hanno il compito di presidiare il parco del Virunga. Ma chi ha sparato per primo? Chi ha colpito a morte l'ambasciatore e il carabiniere?
E quest' ultimo a che punto è intervenuto nella sparatoria? I Ros ieri hanno recuperato anche la sua pistola, che sarà sottoposta ad analisi. Si procederà poi a comparare le munizioni usate dai guerriglieri e dai ranger. In Congo usano tutti lo stesso fucile mitragliatore, il Kalashnikov Ak47, per cui sarà importante verificare i proiettili incastrati nelle jeep colpite nell' agguato per metterli a confronto con quelli che verranno recuperati stamattina nell' autopsia delle due vittime al Policlinico Gemelli.
Restano troppi dubbi. Il gruppo accusato, le Forze democratiche per la liberazione del Ruanda, smentisce e riversa i sospetti sull' esercito regolare congolese. Dall' Onu filtra sconcerto su come è stata organizzata la sicurezza. Martedì il nostro diplomatico si era fidato del Pam ed era volato da Kinshasha a a Goma convinto di trovare un dispositivo adeguato.
E invece si è trovato davanti «due vecchi fuoristrada» non blindati. Ieri il dipartimento di sicurezza delle Nazioni unite si è riunito con i rappresentanti delle sue agenzie a Goma. Un funzionario dell'Unicef, Jean Metenier, ha ribadito che «non c' erano segni di un possibile attacco».
Anche perché i gruppi armati che operano nel distretto di Rutshuru non hanno mai osato assalire le organizzazioni internazionali. Ma alcuni testimoni parlano alle tivù locali di un agguato «ben organizzato» e confermano che l'autista, Mustafa Milambo, è stato ucciso subito. I sequestratori erano sei, «cinque armati di kalashnikov e uno di machete». Hanno costretto i passeggeri a scendere e a seguirli nel fitto della foresta ai lati della strada. È a quel punto che, secondo la presidenza congolese, sono intervenuti i militari.
Dopo un chilometro in fuga, quando i ranger erano a «500 metri», i rapitori hanno sparato a bruciapelo a Iacovacci e all'ambasciatore. Un'esecuzione feroce, che le Fdlr respingono. «Non abbiamo alcuna postazione nell' area - ha precisato un portavoce - il convoglio è stato attaccato non lontano dall' esercito congolese». Kinshasa è convinta che siano loro perché «parlavano kinyarwanda», una lingua ruandese. Ma in quell'area non sono i soli. Ci sono anche i Nyatura o l' ex M-23.
I Ros allargheranno lo spettro delle indagini. Nel Kivu settentrionale operano 45 gruppi differenti, tutti con metodi identici. Sequestri, estorsioni, "tasse" imposte ai contadini, traffici di avorio, minerali fra il Congo e i Paesi vicini. Secondo la ong Alerte congolaise si tratta di «banditi, senza un'agenda politica». Venti ranger sono stati uccisi l'anno scorso, e oltre duemila civili sono morti fra il gennaio del 2019 e l'ottobre del 2020. L'arrivo di un gruppo jihadista legato all' Isis, l'Adf, ha peggiorato la situazione. Il governo di Kinshasa ha assicurato «piena collaborazione» nelle indagini.
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TRE PICCOLI IMPRENDITORI ITALIANI CHE AFFRONTANO LA SFIDA DEL POST COVID-19
Oggi nel filone: LE INTERVISTE DI GWAM, vi vogliamo parlare della storia di tre amici: tre piccoli imprenditori italiani che di fronte al problema regionale, nazionale, mondiale del Coronavirus e del lockdown hanno reagito con lucidità e pragmatismo. LA STORIA DI TRE PICCOLI IMPRENDITORI ITALIANI CHE AFFRONTANO LA SFIDA DEL POST COVID-19 Gli imprenditori sono: Enzo, Augusto, Mimmo. Cosimo (Mimmo) Saracino, è il più giovane imprenditore del trio. 28 anni, di origine pugliese (Taranto) è il classico ragazzo del Sud che ha tentato la fortuna al di fuori dell'Italia. Tra Germania e Spagna ha cambiato qualcosa come 12 lavori e 20 dimore. Poi nel Saronnese ha concretizzato una sua folgorante ed innovativa ed emozionale idea: far provare a tutti l’ebbrezza di guidare una Super Car in pista. In meno di due anni la sua CarSchoolbox è diventata un riferimento nazionale; il suo parco auto dalle 2 auto iniziali è cresciuto fino ad avere oggi 9 auto; l’exploit della sua start-up è stato oggetto di studio nelle Università di Economia di Milano e Roma. Augusto Lotorto, 52 anni, di Saronno. Nel 1995 ha aperto la sua prima attività con un posteggio al Terminal 2 di Malpensa, attività che cederà nel 2003. Nel frattempo, nel 2001, a causa delle Torri Gemelle subisce una contrazione del lavoro e quindi attua una prima conversione della sua attività verso il servizio di NCC (Noleggio con conducente) e a seguire con la FlySafeBag entra nel settore della protezione ed avvolgimento valigie passando in 8 anni da 30 a 250 dipendenti e coprendo pressoché tutta l’Europa continentale. Nel 2008, decorsi i 5 anni di patto di non concorrenza cede l’attività di posteggio, crea la JetPark (che oggi conta 32 dipendenti) alla quale si dedicherà completamente dall'anno successivo perché, anche a seguito della nascita della sua quarta figlia, decide di vendere la FlySafeBag. Enzo Muscia è.…Enzo Muscia! È sicuramente il più famoso tra gli imprenditori dei tre. 50anni, ex dipendente, poi direttore commerciale, poi Titolare della A Novo Italia, specializzata nella assistenza post-vendita di prodotti elettronici. Qualsiasi cosa scriva qui su Enzo sarebbe fortemente riduttiva rispetto a tutto ciò che ha fatto e per come lo ha fatto, e che lo ha anche meritatamente portato ad essere nominato Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. A lui e alla sua storia è stato dedicato anche il film TV “Il Mondo sulle spalle”, interpretato da Beppe Fiorello. Tre Amici, tre piccoli imprenditori, ognuno con la propria azienda ben avviata. Poi, improvvisamente e senza preavviso, arriva la mannaia del Coronavirus e del conseguente lockdown! L’attività di Mimmo si blocca, anzi, si azzera dalla sera alla mattina: piste chiuse; telefoni muti, prenotazioni rinviate. L’attività di Augusto, dopo qualche giorno dedicato alla restituzione della auto rimaste ferme nel posteggio - per es anche portandole fino al confine svizzero per consegnarle di persona ai legittimi proprietari - si blocca. Posteggi vuoti! L’attività di Enzo si è parzialmente bloccata: la Filiale di Torino chiusa, mentre la sede di Saronno, seppur con mille difficoltà ha continuato a lavorare. Che fare quindi come imprenditori? Disperarsi? Imprecare? Attendere passivamente i tanto sbandierati aiuti alle PMI? Nell'attesa di tutto ciò, ma consapevoli, per esperienze di vita, che i veri miracoli sono quelli che si compiono con le idee ed il lavoro, i tre piccoli imprenditori, Enzo ed Augusto dapprima, ma subito dopo i primi passi coinvolgendo anche Mimmo, si sono riuniti facendo il classico brainstorming e si sono chiesti: Cosa sta cambiando? Cosa c’é da fare in questo periodo di lockdown? Cosa cambierà per le aziende alla riapertura delle attività? Pensato...detto...fatto! Preso atto della nuova esigenza di dover proteggere i collaboratori in azienda è nata prima l’idea e poi la decisa volontà di mettere in contatto gli esperti necessari per risolvere questa nuova esigenza (i chimici; chi aveva già contatti con altre aziende; ecc..) e, in meno di una settimana il contorno dell’originaria idea è diventata una nuova srl: la NovOzone Srl, per la sanificazione ad ozono e la disinfestazione ambienti (aziende, scuole, uffici, capannoni) da virus, batteri, muffe. Pronta la società, pronta la sede, pronti i servizi, pronto il sito.
WALTER VALLI Ragazzi, che dire? La vostra fantasia, vitalità, voglia di fare, fa restare senza parole! Quindi, dite voi! Chi vuole parlare per primo? ENZO Parlo io per primo per dire che sapevamo che dentro di noi c’era la volontà di fare qualcosa che potesse poi durare nel tempo. Ed è così che cogliendo il cambio di cultura nell'ambito del vivere quotidiano, soprattutto laddove si passa gran parte del tempo di una giornata, cioè, oltre alla casa, il luogo di lavoro, si è deciso di non accodarci ai tanti improvvisati semplici venditori di mascherine, ma di creare una nuova realtà aziendale, fondata su due principi fondamentali per noi: la serietà e la professionalità. AUGUSTO Tutti e tre siamo abbastanza vulcanici e con la voglia di fare. E, complice il lockdown, durante i primi 45 giorni di blocco in noi è stata chiara la presa di consapevolezza che il mondo stava cambiando; che un così minuscolo organismo ci stava mettendo tutti in ginocchio e che quindi avremmo dovuto da imprenditori cambiare le nostre e abitudini e stili di vita, mettendo come priorità la necessità di tutelare i nostri cari e i nostri luoghi di vita e lavoro. Peraltro, l’ozono e la sanificazione non sono presidi medici che abbiamo inventato noi; noi abbiamo solo colto da imprenditori la necessità di portare la consapevolezza e l’utilità della sanificazione a chi ne ignora l’importanza. MIMMO Io posso solo dire che in Enzo e Augusto ho trovato non solo due “amici veri” ma anche due imprenditori “soci veri”. Perché forse per via delle nostre esperienze di vita o forse perché la vita ti fa sempre incontrare chi la pensa come te - e in quel caso devi capirlo subito - so che gli approcci alla vita in generale ed al lavoro in particolare, quali il sognare, il guardare in avanti, il crederci, il perseverare, sono sempre stati sia per me che per loro il vero motore del nostro agire. WALTER VALLI Si può quindi dire che tra di voi non c’è una mente e un braccio, siete tutti allineati, che avete tutti, dentro di voi, il “sacro fuoco degli imprenditori” e, quello che c’è da fare, si fa?? ENZO Si, sì, è così. Siamo tutti d’accordo nel vedere il famoso bicchiere sempre mezzo pieno e nel cogliere da un disastro generale come quello del Covid le nuove opportunità e poi farle, realizzarle. AUGUSTO Io vado oltre... ottimismo totale... e vedo l’acqua che tracima dal bicchiere e io la sto asciugando sul piano del tavolo. MIMMO Questo è il nostro spirito: non fermarsi a lamentarsi, ma rimboccarsi le maniche e fare. Nel nostro caso, tra di noi, abbiamo capito che l’unione fa davvero la forza; e come nuova opportunità di attività abbiamo cercato di capire cosa sarebbe servito, si ora subito ma poi anche per sempre, a noi stessi, cioè al comune cittadino come noi. WALTER VALLI Ma, ognuno di voi, prima o poi (ovviamente, si spera il più presto possibile!!) dovrà ri-occuparsi della propria attività originaria. Cosa e come avete pensato in merito? ENZO Questa nuova attività rimarrà x me, ma son sicuro di parlare anche per i miei due amici e soci, una “culla” che seguirò comunque in prima persona perché nelle cose che faccio mi piace sempre metterci la faccia al fine di garantire la continuità e la professionalità che mi ha sempre contraddistinto. AUGUSTO NovOzone rimarrà un’ottima ed autonoma struttura con compiti e ruoli ben definiti e con persone, che abbiamo già individuato, che saranno preposte nei ruoli chiave, perfettamente preparate e formate con specifici corsi adeguati al loro ruolo. MIMMO Anche io continuerò a seguire in prima persona NovOzone soprattutto perché questa nuova cultura impone che anche dopo questo virus si continui a sanificare gli ambienti in cui viviamo e lavoriamo. WALTER VALLI Siete giovani e pieni di energia e pienamente lanciati. Vi fermerete qui, o avete già altre idee e progetti nel cassetto? ENZO Certamente ne abbiamo altri. Questa situazione e questa nuova attività hanno già scatenato altre idee e progetti complementari a questo. Ma ciò che abbiano in testa è per ora è un “segreto industriale”. Te lo faremo sapere tra un po’.... AUGUSTO I veri imprenditori non trovano mai definitivo appagamento. Non appena un’attività è avviata, subentra la noia e si deve per forza intraprendere un altro percorso. Per questo so già che non mi fermerò qui. MIMMO Oramai il settore ambientale ci ha presi. Sappiamo già cosa altro fare. Vedrai.... WALTER VALLI Alla luce delle vostre esperienze di vita e professionali, secondo voi, IMPRENDITORI si nasce o si diventa? ENZO Si nasce. All 80% lo spirito imprenditoriale ce l’hai dentro dalla nascita. Poi è solo questione di tempo nel sapere individuare e cogliere l’occasione giusta. AUGUSTO Si nasce assolutamente. Se nasci tondo non puoi morire quadrato o viceversa. Io sono imprenditore da 25 anni (Mimmo allora aveva 3 anni). In ogni caso, per fare l’imprenditore devi essere un supereroe perché gli ostacoli sono tali e tanti, ma tu lo sai che sei un supereroe e che lo devi fare. Chi molla alla prima crisi vuol dire che era un imprenditore per caso. Il vero imprenditore è chi non molla mai e sa reinventarsi, soprattutto se è partito “senza soldi” o comunque senza un sostanzioso aiuto familiare dietro. MIMMO Concordo anche io: si nasce. E posso dire, per esperienza diretta, che si può essere anche dei dipendenti stipendiati ma con dentro lo spirito imprenditoriale che è quello che ti fa vivere il posto di lavoro con una pro attività di cui non puoi e non riesci a fare a meno. Poi, quando ti senti davvero pronto, un’ulteriore energia interna ti fa capire che “è il momento” di fare il salto, di mettersi in proprio! WALTER VALLI Ragazzi, che dire per finire? Non siamo ancora fuori dal lockdown. Alcune categorie forse non si riprenderanno più. Altre dovranno ridimensionarsi sensibilmente. Gli aiuti “pubblici” stentano e/o tardano ad arrivare. Ma voi avete non solo resistito, ma avete rilanciato! Qual’è il vostro slogan o messaggio a tutti i piccoli imprenditori? ENZO Riuscire a vedere “sempre” il bicchiere mezzo-pieno; sforzarsi di guardare così la vita. Lamentarsi, è veramente meno faticoso e più comodo, ma è completamente inutile. Prendeteci come esempio. Non corsi di magia, ma esempi concreti. Noi lo siamo. Una parola molto usata è: Resilienza. Ma non solo teorica, ma pratica. Giorno per giorno. Essere pratici, pragmatici, concreti, attivi, presenti sempre, e resilienti...tutti i giorni sul campo! AUGUSTO Diciamoci le cose come stanno: ogni piccolo imprenditore, se non ha soldi di famiglia propria non può stare a sperare negli aiuti delle banche e/o pubblici, quindi ci si deve “aiutare tra di noi”. Inoltre, bisogna avere un approccio molto diretto e pragmatico: definizione del problema, breve analisi, soluzione. Fondamentale in tutto questo processo è l’intuito personale, che è una cosa inconscia che la si ha o non la si ha; poi la caparbietà e l’esperienza fanno il resto. MIMMO Perseverare. Non abbattersi. Mai abbattersi. Rimboccarsi le maniche. C’è e ci sarà sempre un lavoro da fare. C’è sempre una luce in fondo al tunnel.
WALTER VALLI Ragazzi, è spettacolare ascoltarvi. Trasmettete un’energia incredibile. E, a sentirvi, sembra tutto facile. Ma in realtà so che non è assolutamente così. In ogni caso incarnate perfettamente lo spirito del fare italiano. So che ci sono tante belle parole in lingua inglese per descrivere tutto ciò che siete e fate ma qui voglio terminare con alcuni “slogan” in italiano che ben vi descrivono: in ogni attività imprenditoriale, ma soprattutto nelle PMI, il Capitale Umano è proprio al centro di tutto; per gli imprenditori non è importante solo il punto di partenza e di arrivo ma lo è soprattutto il Cammino, il Percorso! Read the full article
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Poznań, in Polonia, è la città che si affaccia sul fiume Warta ed è molto conosciuta per le ottime università, il centro storico e gli antichi palazzi rinascimentali. La città di Poznań conta 551.627 abitanti ed è la quinta città più grande di tutto il Paese; è inoltre un importante centro culturale, universitario ed economico. Warta è il fiume su cui sorge la città di Poznań, ha una lunghezza complessiva di 808 km ed è per metà navigabile. Il nome Poznań si traduce in “colui che viene riconosciuto” e si tratta di una città molto frizzante grazie ai suoi numerosi bar, pub, ristoranti e caffetterie. Numerosissima è anche la popolazione studentesca, la quale crea un’atmosfera davvero unica e completamente indipendente dal turismo. Questa città polacca ha una storia millenaria, ricca di patrimonio culturale ed architettura e ha addirittura ospitato la Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite nel 2008. Curiosando per le vie di Poznań, potrete scoprire suggestivi edifici e molteplici ristoranti tipici dove gustare le delizie del luogo, senza dimenticare i meravigliosi parchi o le famosa spa locali per una giornata all’insegna del relax. Come abbiamo già detto, Poznań è una città molto antica, caratterizzata da una storia millenaria e molto intensa e, non a caso, questa città custodisce ancora oggi moltissime meraviglie architettoniche, quali chiese medievali e antichi palazzi che fanno da cornice alla Piazza del Mercato Vecchio. Inoltre, buona parte della città è caratterizzata da enormi giardini, boschi e parchi che la rendono chiaramente una delle città più verdi della Polonia. Circondati dal verde, avrete la possibilità di fare lunghe passeggiate, jogging oppure, più semplicemente, praticare il vostro sport preferito in totale relax ed immersi nella pace della natura. Ma questa città offre molto altro, si spazia dalle antiche piazze alle chiese, dai caratteristici palazzi fino al castello, una delle parti più suggestive di Poznań. Il castello imperiale di Poznań, antica dimora di Guglielmo II Il castello imperiale di Poznań fu, in antichità, la dimora reale di Gugliemo II, anche se oggi assolve ad una serie di nuove funzioni e viene quindi definito come “Centro Culturale”. Nel XX secolo il castello di Poznań era uno dei più rinomati edifici del tempo e venne costruito per volontà delle autorità prussiane che detenevano la maggior parte del potere. Questo castello è composto da due ali, quella occidentale dove si trova la parte residenziale, e quella orientale con la meravigliosa Sala del Trono, la quale assomiglia alla basilica bizantina. Nonostante si tratti un castello di recente costruzione, il suo aspetto ricorda molto quelli medievali. Oggi, come detto in precedenza, all’interno della struttura si trova il “Centro Culturale”: nella Sala del Trono è presente il cinema, mentre nelle altre sale avrete la possibilità di visitare gallerie d’arte e mostre. Durante la stagione estiva, nel cortile interno, sono solitamente organizzati concerti ed interessanti proiezioni cinematografiche. Piazza Vecchia ed il Municipio di Poznań Piazza Vecchia, oltre ad essere una tappa obbligatoria nella città di Poznań, è il cuore della città stessa. Questa piazza è davvero unica e si articola fra antichi negozi artigianali e moderni ristoranti e pub. Nella parte centrale della piazza, si innalza un gruppo di edifici ricostruiti dopo la tragedia della seconda guerra mondiale ed il Vecchio Municipio. La piazza è uno dei luoghi più affollati dai turisti ed è nata da un progetto che prevedeva la suddivisione di ogni lato in 16 lotti uguali; chiaramente ci sono stati molti cambiamenti e le modifiche più importanti risalgono alla meta del 1500 per opera di Giovanni Battista di Quadro. Queste modifiche riguardano, in particolar modo, la ristrutturazione del municipio ed altri palazzi secondo lo stile rinascimentale. Il Municipio sorge nella Piazza del Mercato Vecchio della città ed è uno degli esempi più eclatanti di edificio in stile rinascimentale: nella parte orientale vi è un grande orologio e al di sopra di esso, due feritoie dalle quali, a mezzogiorno, un meccanismo automatico fa uscire due piccole capre che si scontrano per dodici volte. L’interno dell’edificio, invece, si conserva ancora per come era nell’antichità: uno stile gotico che ritroviamo in tutte le stanze, compresa la grande sala del Consiglio. Parco della Cittadella di Poznań Fra le molte attrazioni da visitare a Poznań, vogliamo ricordare il Parco della Cittadella: è situato a Nord della città stessa e, al suo interno, è possibile ammirare il museo militare. Il Forte Wianiary è una delle attrazioni principali della città di Poznań e sul sito del vecchio forte sorge oggi un parco che si estende per circa 100 ettari. Sul versante sud-est della collina, si trova il cimitero dei caduti della prima e seconda guerra mondiale, molto suggestivo e particolarmente emozionante, meritevole sicuramente di una visita. Ai piedi del Parco della Cittadella, è possibile notare la chiesa di S. Adalberto, di stile gotico ed arricchita da un campanile molto imponente; essa venne distrutta e ricostruita più volte con l’interno a tre navate, le cappelle laterali ed il deambulatorio. Di fronte a questa cattedrale, si erge la chiesa di S. Maria, all’interno della quale sono custodite antiche sculture quattrocentesche. Le chiese più belle di Poznań Oltre al Museo Nazionale e alla Biblioteca Raczynskich, nella città di Poznań, è possibile visitare anche le numerose chiese. Tra le più belle, vogliamo ricordare la chiesa dei Francescani intitolata a S. Antonio da Padova. Essa venne costruita tra il XVII e XVIII secolo ed è caratterizzata da navate decorate minuziosamente, pitture e stucchi ad opera di Adam Swatch. Bellissima è anche la parrocchiale di S. Stanislao, anch’essa a tre navate e caratterizzata, al suo interno, da enormi colonne ricoperte di decori barocchi realizzati da Tommaso Poncino e Karol Dankwart. Cosa vedere nei dintorni di Poznań: Lago di Malta Il lago di Malta è un’altra delle attrazioni da visitare a Poznań. Esso si trova nella periferia della città e con una lunghezza di circa due km, è una meta molto gettonata nel periodo estivo. Questo lago si trova immerso completamente nel verde: boschi, giardini e zoo fanno da sfondo a questa bellezza artificiale. Moltissime sono inoltre le attività da poter svolgere presso il lago, grazie alle attrezzature presenti; una pista da sci artificiale, una pista da pattinaggio e diversi percorsi dedicati ai ciclisti. Il lago di Malta ospita oggi moltissime competizioni nazionali ed internazionali, grazie ai quali è stato possibile ottenere fondi per la manutenzione del bacino; i primi interventi atti al rinnovamento degli impianti risalgono al 1990, in occasione dei Campionati mondiali di Canoa. Cosa mangiare a Poznań Se avete un buon palato e siete alla ricerca di qualcosa di sfizioso, la citta di Poznań non vi lascerà insoddisfatti! I piatti tipici del luogo sono il Pyre con lo gzik, ossia patate bollenti ricoperte da una delicata crema di burro e ricotta aromatizzata con cipolla, pepe e sale. I Pyzy, poi, sono fagottini che vengono serviti solitamente come contorno, caratterizzati da una salsa molto particolare; sono di accompagnamento per anatra e selvaggina. Molto facili da trovare nei negozi e nei supermercati, sono i kulanki, gnocchi di patate serviti con il cinghiale e l’immancabile Rogal Swietomarcinski, un tipico croissant ripieno di semi di papavero bianco, datteri, vaniglia, zucchero, crema, uvetta, fichi e buccia d’arancia. La storia di questo croissant è molto antica ed è legata alla festa di S. Martino che si celebra l’11 novembre: i benestanti comprano il Royal, mentre i meno fortunati lo ricevono in dono. È molto interessante sapere che i pasticceri, per poterlo preparare, devono superare un esame molto complesso che ne valuta la bravura. Come raggiungere Poznań A livello di commercio e di spostamenti, la città di Poznań è particolarmente importante. Essa è attraversata da diverse autostrade che permettono di raggiungere il cuore della città in poco tempo. Importantissime e molto funzionali sono anche le linee ferroviarie, otto locali e cinque internazionali; non dimentichiamoci dell’aeroporto internazionale che ogni anno gestisce almeno un milione di passeggeri. Il fatto di trovarsi esattamente a metà strada fra la capitale tedesca e quella polacca, ha fatto in modo che Poznań diventasse molto semplice da raggiungere anche in auto ed in treno. Esistono tre modi per spostarsi all’interno della città se non si è dotati di mezzi propri: autobus, tram e taxi. I mezzi pubblici – a eccezione del treno – sono molto efficienti in Polonia: la rete è composta da 52 linee urbane e suburbane, attive anche nel weekend. Se preferite il tram, invece, potrete usufruire di un altrettanto eccellente servizio che conta ben 25 linee; in alternativa, il taxi, è un mezzo molto economico in questo Paese che vi potrà portare da un capo all’altro della città. Il prezzo del biglietto, per bus e tram, varia a seconda della distanza, anche se in generale il costo è davvero irrisorio. Vi ricordiamo inoltre, al termine di questa breve guida, che per evitare problemi di comprensione è bene conoscere in maniera base l’inglese, soprattutto perché parliamo di una città che non è abituata al turismo di massa. Con i nostri consigli speriamo di avervi invogliato a prendere un aereo e partire alla scoperta di questa città nel cuore della Polonia occidentale. https://ift.tt/2TWHbkK Viaggio a Poznań: cosa vedere della città polacca Poznań, in Polonia, è la città che si affaccia sul fiume Warta ed è molto conosciuta per le ottime università, il centro storico e gli antichi palazzi rinascimentali. La città di Poznań conta 551.627 abitanti ed è la quinta città più grande di tutto il Paese; è inoltre un importante centro culturale, universitario ed economico. Warta è il fiume su cui sorge la città di Poznań, ha una lunghezza complessiva di 808 km ed è per metà navigabile. Il nome Poznań si traduce in “colui che viene riconosciuto” e si tratta di una città molto frizzante grazie ai suoi numerosi bar, pub, ristoranti e caffetterie. Numerosissima è anche la popolazione studentesca, la quale crea un’atmosfera davvero unica e completamente indipendente dal turismo. Questa città polacca ha una storia millenaria, ricca di patrimonio culturale ed architettura e ha addirittura ospitato la Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite nel 2008. Curiosando per le vie di Poznań, potrete scoprire suggestivi edifici e molteplici ristoranti tipici dove gustare le delizie del luogo, senza dimenticare i meravigliosi parchi o le famosa spa locali per una giornata all’insegna del relax. Come abbiamo già detto, Poznań è una città molto antica, caratterizzata da una storia millenaria e molto intensa e, non a caso, questa città custodisce ancora oggi moltissime meraviglie architettoniche, quali chiese medievali e antichi palazzi che fanno da cornice alla Piazza del Mercato Vecchio. Inoltre, buona parte della città è caratterizzata da enormi giardini, boschi e parchi che la rendono chiaramente una delle città più verdi della Polonia. Circondati dal verde, avrete la possibilità di fare lunghe passeggiate, jogging oppure, più semplicemente, praticare il vostro sport preferito in totale relax ed immersi nella pace della natura. Ma questa città offre molto altro, si spazia dalle antiche piazze alle chiese, dai caratteristici palazzi fino al castello, una delle parti più suggestive di Poznań. Il castello imperiale di Poznań, antica dimora di Guglielmo II Il castello imperiale di Poznań fu, in antichità, la dimora reale di Gugliemo II, anche se oggi assolve ad una serie di nuove funzioni e viene quindi definito come “Centro Culturale”. Nel XX secolo il castello di Poznań era uno dei più rinomati edifici del tempo e venne costruito per volontà delle autorità prussiane che detenevano la maggior parte del potere. Questo castello è composto da due ali, quella occidentale dove si trova la parte residenziale, e quella orientale con la meravigliosa Sala del Trono, la quale assomiglia alla basilica bizantina. Nonostante si tratti un castello di recente costruzione, il suo aspetto ricorda molto quelli medievali. Oggi, come detto in precedenza, all’interno della struttura si trova il “Centro Culturale”: nella Sala del Trono è presente il cinema, mentre nelle altre sale avrete la possibilità di visitare gallerie d’arte e mostre. Durante la stagione estiva, nel cortile interno, sono solitamente organizzati concerti ed interessanti proiezioni cinematografiche. Piazza Vecchia ed il Municipio di Poznań Piazza Vecchia, oltre ad essere una tappa obbligatoria nella città di Poznań, è il cuore della città stessa. Questa piazza è davvero unica e si articola fra antichi negozi artigianali e moderni ristoranti e pub. Nella parte centrale della piazza, si innalza un gruppo di edifici ricostruiti dopo la tragedia della seconda guerra mondiale ed il Vecchio Municipio. La piazza è uno dei luoghi più affollati dai turisti ed è nata da un progetto che prevedeva la suddivisione di ogni lato in 16 lotti uguali; chiaramente ci sono stati molti cambiamenti e le modifiche più importanti risalgono alla meta del 1500 per opera di Giovanni Battista di Quadro. Queste modifiche riguardano, in particolar modo, la ristrutturazione del municipio ed altri palazzi secondo lo stile rinascimentale. Il Municipio sorge nella Piazza del Mercato Vecchio della città ed è uno degli esempi più eclatanti di edificio in stile rinascimentale: nella parte orientale vi è un grande orologio e al di sopra di esso, due feritoie dalle quali, a mezzogiorno, un meccanismo automatico fa uscire due piccole capre che si scontrano per dodici volte. L’interno dell’edificio, invece, si conserva ancora per come era nell’antichità: uno stile gotico che ritroviamo in tutte le stanze, compresa la grande sala del Consiglio. Parco della Cittadella di Poznań Fra le molte attrazioni da visitare a Poznań, vogliamo ricordare il Parco della Cittadella: è situato a Nord della città stessa e, al suo interno, è possibile ammirare il museo militare. Il Forte Wianiary è una delle attrazioni principali della città di Poznań e sul sito del vecchio forte sorge oggi un parco che si estende per circa 100 ettari. Sul versante sud-est della collina, si trova il cimitero dei caduti della prima e seconda guerra mondiale, molto suggestivo e particolarmente emozionante, meritevole sicuramente di una visita. Ai piedi del Parco della Cittadella, è possibile notare la chiesa di S. Adalberto, di stile gotico ed arricchita da un campanile molto imponente; essa venne distrutta e ricostruita più volte con l’interno a tre navate, le cappelle laterali ed il deambulatorio. Di fronte a questa cattedrale, si erge la chiesa di S. Maria, all’interno della quale sono custodite antiche sculture quattrocentesche. Le chiese più belle di Poznań Oltre al Museo Nazionale e alla Biblioteca Raczynskich, nella città di Poznań, è possibile visitare anche le numerose chiese. Tra le più belle, vogliamo ricordare la chiesa dei Francescani intitolata a S. Antonio da Padova. Essa venne costruita tra il XVII e XVIII secolo ed è caratterizzata da navate decorate minuziosamente, pitture e stucchi ad opera di Adam Swatch. Bellissima è anche la parrocchiale di S. Stanislao, anch’essa a tre navate e caratterizzata, al suo interno, da enormi colonne ricoperte di decori barocchi realizzati da Tommaso Poncino e Karol Dankwart. Cosa vedere nei dintorni di Poznań: Lago di Malta Il lago di Malta è un’altra delle attrazioni da visitare a Poznań. Esso si trova nella periferia della città e con una lunghezza di circa due km, è una meta molto gettonata nel periodo estivo. Questo lago si trova immerso completamente nel verde: boschi, giardini e zoo fanno da sfondo a questa bellezza artificiale. Moltissime sono inoltre le attività da poter svolgere presso il lago, grazie alle attrezzature presenti; una pista da sci artificiale, una pista da pattinaggio e diversi percorsi dedicati ai ciclisti. Il lago di Malta ospita oggi moltissime competizioni nazionali ed internazionali, grazie ai quali è stato possibile ottenere fondi per la manutenzione del bacino; i primi interventi atti al rinnovamento degli impianti risalgono al 1990, in occasione dei Campionati mondiali di Canoa. Cosa mangiare a Poznań Se avete un buon palato e siete alla ricerca di qualcosa di sfizioso, la citta di Poznań non vi lascerà insoddisfatti! I piatti tipici del luogo sono il Pyre con lo gzik, ossia patate bollenti ricoperte da una delicata crema di burro e ricotta aromatizzata con cipolla, pepe e sale. I Pyzy, poi, sono fagottini che vengono serviti solitamente come contorno, caratterizzati da una salsa molto particolare; sono di accompagnamento per anatra e selvaggina. Molto facili da trovare nei negozi e nei supermercati, sono i kulanki, gnocchi di patate serviti con il cinghiale e l’immancabile Rogal Swietomarcinski, un tipico croissant ripieno di semi di papavero bianco, datteri, vaniglia, zucchero, crema, uvetta, fichi e buccia d’arancia. La storia di questo croissant è molto antica ed è legata alla festa di S. Martino che si celebra l’11 novembre: i benestanti comprano il Royal, mentre i meno fortunati lo ricevono in dono. È molto interessante sapere che i pasticceri, per poterlo preparare, devono superare un esame molto complesso che ne valuta la bravura. Come raggiungere Poznań A livello di commercio e di spostamenti, la città di Poznań è particolarmente importante. Essa è attraversata da diverse autostrade che permettono di raggiungere il cuore della città in poco tempo. Importantissime e molto funzionali sono anche le linee ferroviarie, otto locali e cinque internazionali; non dimentichiamoci dell’aeroporto internazionale che ogni anno gestisce almeno un milione di passeggeri. Il fatto di trovarsi esattamente a metà strada fra la capitale tedesca e quella polacca, ha fatto in modo che Poznań diventasse molto semplice da raggiungere anche in auto ed in treno. Esistono tre modi per spostarsi all’interno della città se non si è dotati di mezzi propri: autobus, tram e taxi. I mezzi pubblici – a eccezione del treno – sono molto efficienti in Polonia: la rete è composta da 52 linee urbane e suburbane, attive anche nel weekend. Se preferite il tram, invece, potrete usufruire di un altrettanto eccellente servizio che conta ben 25 linee; in alternativa, il taxi, è un mezzo molto economico in questo Paese che vi potrà portare da un capo all’altro della città. Il prezzo del biglietto, per bus e tram, varia a seconda della distanza, anche se in generale il costo è davvero irrisorio. Vi ricordiamo inoltre, al termine di questa breve guida, che per evitare problemi di comprensione è bene conoscere in maniera base l’inglese, soprattutto perché parliamo di una città che non è abituata al turismo di massa. Con i nostri consigli speriamo di avervi invogliato a prendere un aereo e partire alla scoperta di questa città nel cuore della Polonia occidentale. Poznań è una città della Polonia davvero grande e ricca di cose da fare e da vedere, a livello culturale e architettonico, ma anche naturalistico.
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Melbourne non è seconda a Sydney in termini di qualità di vita, poichè ha vinto il premio come città più vivibile del mondo per sette anni consecutivi, lo dice l’Economist.
E quindi perchè non visitarla e scoprire appunto perchè è considerata tale?
#1 CBD
Il centro di Melbourne è un mix di culture, colori e sapori, tra edifici ultra moderni tra cui l’Eureka Skydeck.
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Del centro di Melbourne non si deve perdere il quartiere di Chinatown, le vie interne tra Elizabeth Street e Swanston Street, Federation Square, la State Library e i docklands con la ruota panoramica e la street art.
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#2 St Kilda
Se volete vivere un’esperienza unica vi consiglio vivamente di andare nel quartiere di St Kilda perchè qui troverete numerose attrazioni!
Tra queste il luna park (con l’ingresso identico a quello di Sydney), la spiaggia, locali carini e suggestivi per sorseggiare ottimi aperitivi come l’Esplanade, il molo di St Kilda nel quale troverete una colonia di 300 pinguini visibili al tramonto e per chi viaggia d’estate può trovare anche una bellissima spiaggia in cui rilassarsi e ammirare lo skyline di Melbourne.
#3 Brighton Boxes
A pochi kilometri da st Kilda potrete trovare i Brighton Boxes, delle casette colorate situate lungo la spiaggia di Brighton, raggiungibile tramite una facile passeggiata o trail per gli amanti della bici e della corsa a solo 8 km da St Kilda.
Queste casettine attirano turisti in tutte le stagioni per la loro semplicità e vivacità.
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#4 Queen Victoria Market
Per gli amanti del vintage o dei mercatini questa deve essere considerata una tappa fissa.
Qui troverete dal pesce fresco al pad thai, dai cappelli tipici da cowboy fino ai souvenir più strampalati. Dedicate un paio d’ore a girovagare senza meta per questo bellissimo mercato.
#5 Grampians
Il parco nazionale dei Grampians a poche ore di auto da Melbourne è raggiungibile con un tour in giornata da Melbourne e vale la visita! In primis per la vista mozzafiato che si ha del parco dall’alto di queste colline alte sui mille metri e poi per la riserva degli aborigeni australiani che abitavano queste zone ricche di wildlife e di significato.
Vale la pena anche fare i 2 km e gli svariati gradini per andare alla base delle cascate MacKenzie.
Uno spettacolo unico da vivere!
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#6 Great Ocean Road
Immancabile per la sua bellezza e la sua popolarità la Great Ocean Road è ricca di storia poichè è stata iniziata a costruire nel 1919 dai soldati sopravvissuti alla prima guerra mondiale in memoria dei deceduti.
In the face of almost insurmountable odds, the Great Ocean Road has materialised from a dream or ‘wild-cat scheme’, as many dubbed it, into concrete reality
Rood, David (10 April 2007)
Il piccolo pezzo vicino all’oceano fu costruito dai soldati e poi il governo del Victoria si occupò di finire la strada ma passando dall’entroterra, questo pezzo ricorda molto un rollercoaster con numerosi cambi di direzione e di altitudine.
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La Great Ocean Road ospita i famosi 12 Apostles. Oggi gli Apostoli sono otto, anche se si scorgono diverse formazioni rocciose sotto il pelo dell’acqua. Nonostante il numero dei monoliti sia sempre in cambiamento, è stato adottato il soprannome di The Twelve Apostles a puri fini turistici. Fino al 1922 erano chiamati the Sow and Piglets, cioè “la scrofa e i maialini”.
Loch Ard Gorge è una gorgia molto famosa in cui naufragò una nave di cui solo due passeggeri su 54 si salvarono: Tom Pearce, 19 anni, un apprendista e Eva Carmichael, una donna Irlandese di 19 anni.
Infine London Arch chiamato prima London Bridge prima del suo naturale collasso nel 1990.
Per questo articolo è tutto, continua a seguire le mie storie di viaggio in giro per l’Australia!
Scoprire Melbourne e dintorni Melbourne non è seconda a Sydney in termini di qualità di vita, poichè ha vinto il premio come città più vivibile del mondo per sette anni consecutivi, lo dice l'
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"Promettimi che un giorno parlerai anche di queste cose, Ale! Tu che sai usare la scrittura come un’arma, tu che fai gli incontri con i ragazzi nelle scuole, spendi parole anche per questo e fatti sentire!” sono state le sue ultime frasi prima di chiudere la telefonata, lo sfogo di una sorella che desidera giustizia. Se non fosse stato per lei, forse questo pezzo non l’avrei mai scritto e non perché reputo banali argomenti come questi, tutt’altro: sono temi talmente delicati, forti, agghiaccianti, da farmi pensare di non essere all’altezza per poterli affrontare e da farmi sentire un’intrusa nel farlo. Chi sono io per poter parlare di lei? Nemmeno la conosco! Di chi come lei? Di loro? Appena ho saputo la notizia l’ho chiamata, ma prima di farlo ho formulato il discorso, stravolgendolo e ricostruendolo diecimila volte, per poi ritrovarmi alla fine a non dire niente, se non un semplice e banale “mi dispiace”. Ci conosciamo dai tempi delle commerciali: io finivo il mio secondo anno e lei si preparava per gli esami di maturità. Eravamo uscite tardi da scuola quel giorno e avevo pure perso il pullman. Mi è passata a fianco con la macchina, ha abbassato il finestrino e mi ha detto: “Salta su, che ti riporto io”. La sua auto sembrava un po’ il suo mondo, disordinato e stravagante. Sul sedile posteriori lo zaino sommerso da peluche di ogni tipo. Sul portaoggetti smalti, lip gloss, caramelle gommose, cd, sigarette e sparse sul tappetino poesie scritte a penna. Non ricordo che periodo fosse, ma c’era il sole ed era abbastanza caldo da tenere i finestrini giù. Ci raccontavamo un po’ di noi fra una canzone e l’altra di Max Pezzali, cantate a squarciagola. Chi lo avrebbe mai detto che quella sarebbe stata solo la prima e che mille altre volte avrebbe fatto il tragitto per casa mia, che sarebbe stata la mia complice in tante situazioni, che tra i numeri preferiti in rubrica ci sarebbe stato il suo? Poi siamo cresciute, abbiamo presto strade diverse, ci vediamo raramente, ma una certezza è rimasta: lei c’è per me, io cerco di esserci per lei…eppure, nonostante tutto, non ho saputo cosa dire al telefono, dopo quello che era successo, e sono rimasta sospesa con una promessa da mantenere. Proteste contro la violenza sulle donne, giornata mondiale per festeggiarci, programmi tv che non fanno altro che ribadire i nostri diritti e nel frattempo in giro per l’Italia (per fermarsi al nostro orticello) ne senti di tutti i colori. È vero, diciamocela tutta, a volte noi donne moderne sembriamo proprio paladine di tutte le nostre antenate, che hanno subìto solo perché femmine, dentro culture infondatamente maschiliste. E vogliamo riscattarle con la nostra emancipazione. Sembriamo ancora cercare principi azzurri, senza voler essere affatto delle principesse, beneficiamo della galanteria, senza rinunciare a premere bene col nostro tacco dodici sopra la testa di un uomo che non sempre riteniamo tale. Vogliamo portare i pantaloni, sottovalutando anche il nostro essere donne, più che femmine. A volte sembriamo veramente delle arrabbiate. Indisponenti. Eppure questo non basta, non può bastare a giustificare le mostruosità che accadono. Appena qualcosa succede siamo tutti così abili, me compresa, a sparare sentenze come fossimo veggenti. “È successo perché lei era…” “è successo ma lei…”. Non sarebbe più umano fermarci ad: “è successo” punto? È successo e non sarebbe dovuto accadere! Nessuno ha il diritto di trattarci così, qualunque uso abbiamo fatto del nostro corpo, della nostra mente e del nostro passato. Nessuno ha il diritto di strapparci alla vita, a chi ci vuole bene, per invidia o gelosia. Nessuno. In quel girone dell’“è successo” c’è finita anche la sorella della mia amica. Spero che si riprenderà e sono certa che nel farlo sarà più forte di prima, ma quante dovranno finirci ancora? Che almeno non abbiano sofferto invano, che servano a farci aprire gli occhi ancora di più, a lottare per la nostra dignità, per il nostro essere donne. Lo so, è sognare dire che un giorno quell’ “è successo” riguarderà solo un lontano passato, ma non perdiamo la speranza che possa accadere. Per la sorella della mia amica, per lei, per noi donne, per tutti gli uomini che sono ancora in grado di discernere l’amore dalla pazzia.
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UMdL partecipa alla Giornata mondiale per la lotta all’epatite virale “TROVIAMO LE MILIONI DI PERSONE CHE VENGONO PERSE” del 28 luglio organizzata dalla World Hepatitis Alliance, NOhep e sostenuta dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) e dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC).
Per il terzo anno consecutivo il tema principale della Giornata resta quello di “ELIMINIAMO L’EPATITE” in linea con quanto previsto dall’Obiettivo 3 al punto 3.3 (entro il 2030, porre fine alle epidemie di AIDS, tubercolosi, malaria e malattie tropicali neglette e combattere l’epatite, le malattie trasmesse attraverso l’acqua e altre malattie trasmissibili) degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per l’anno 2030 promossi dalle Nazioni Unite.
Ecco il film ufficiale della Giornata mondiale per la lotta all’epatite virale.
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La Campagna per il 2020 si focalizza sui milioni di persone che non sono consapevoli di essere infettate: “Troviamo le milioni di persone che vengono perse”. Infatti, come viene enunciato sulla pagina ufficiale della World Hepatitis Day 2020,
”… Nel Mondo, 290 milioni di persone vivono abitualmente inconsapevoli di aver contratto l’epatite virale. Senza la ricerca di coloro che non sono ancora stati diagnosticati e senza che vengano indirizzati verso il trattamento, milioni di persone continueranno a soffrire e a perdere la propria vita. Il 28 luglio, nella Giornata Mondiale per la lotta all’epatite virale, lanciamo un appello a tutto il Mondo per agire e sensibilizzare sulla ricerca dei “milioni che vengono persi”
(www.worldhepatitisalliance.org/missing-millions)
Nel sito ufficiale della WHO si legge che :
” 325 milioni di persone sono affette dalla epatite B e dalla epatite C; 900.000 morti ogni anno sono causate dalla infezione da epatite B; solo il 10 % delle persone affette da epatite B e il 19% di coloro che sono affette da epatite C sono consapevoli della loro condizione; solo il 42% dei bambini nel Mondo ha accesso al momento della nascita alla dose vaccinale di epatite B.
La Giornata Mondiale per la lotta contro l’epatite virale è celebrata ogni anno il 28 di luglio per sensibilizzare sulla malattia, una infiammazione del fegato che causa una serie di problemi di salute, incluso il tumore epatico.
Esistono 5 specie principali di virus epatitici: A, B, C, D ed E. Assieme i virus dell’epatite B e C costituiscono le più comuni cause di morte, con 1,3 milioni di vite perse ogni anno. Pur nel mezzo della pandemia da COVID-19, le epatiti virali continuano a mietere migliaia di vittime ogni giorno.
Il tema di quest’anno è “Un futuro libero dalla epatite” (“Hepatitis-free future”) che intende focalizzandosi fortemente sulla prevenzione della epatite B nelle madri e nei neonati. Il 28 luglio, la WHO pubblicherà nuove raccomandazioni sulla prevenzione della trasmissione dell’epatite B dalla madre al nascituro. (www.who.int/campaigns/world-hepatitis-day/2020).
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Considerando le attività assistenziali fornite ai soggetti affetti da epatite virali nel corso della attuale pandemia da COVID-19, la World Hepatitis Alliance ha fornito le seguenti indicazioni:
COVID-19 ed epatite virale
Progressivamente stanno emergendo sempre più evidenze scientifiche sull’impatto della COVID-19 su persone colpite da specifici gruppi di patologie. Al momento non è ancora disponibile una linea guida dedicata esclusivamente alle persone affette da epatite virale, tuttavia, la World Hepatitis Alliance sta collaborando con le società epatologiche internazionali per predisporre le più aggiornate indicazioni per le persone affette dai virus epatotropi.
Nel corso della pandemia da COVID-19 è molto probabile che vengano colpiti i servizi di assistenza riservati alle persone con epatite virale. Questo effetto, benché interessi in maniera differente i paesi coinvolti, implica, la sospensione o la limitazione delle attività di screening, di prevenzione e di trattamento. Alcuni di questi ultimi potrebbero, comunque, essere forniti “da remoto” telefonicamente o via web.
I pazienti che sono in attesa di un trattamento per epatite C ppotrebbero ricevere con ritardo il farmaco necessario per la necessità di garantire la sicurezza per se stessi e per il personale medico in questo periodo specifico.
Coloro che stanno seguendo un trattamento per epatite B potrebbero ricevere delle indicazioni al fine di esser certi di reperire un’adeguata scorta di farmaci per eventuali periodi di auto-isolamento; qualora un paziente fosse preoccupato riguardo all’approvvigionamento dei farmaci dovrebbe contattare il proprio servizio di assistenza di riferimento.
Si prega di seguire le indicazioni fornite dai servizi sanitari in modo tale da ricevere le informazioni più appropriate a seconda del luogo di residenza; è possibile anche contattare i membri della World Hepatitis Alliance seguendo le informazioni fornite sul sito: www.worldhepatitisalliance.org/our-members.
Per i pazienti che sono in attesa di un trapianto di fegato, l’intervento potrebbe essere posticipato a causa della necessità delle successive terapie immunosoppressive. Ciò eventualmente verrà deciso dai vari servizi medici di riferimento.
Per coloro che hanno ricevuto un trapianto di fegato potrebbe essere indicato di auto-isolarsi durante la pandemia; sarà compito dei governi nazionali fornire degli indirizzi che dovranno essere seguiti a riguardo.
(www.worldhepatitisalliance.org/missing-millions/covid-19
Hepatitis and COVID-19 – PAHO
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UMdL è inserita nell’elenco delle organizzazioni che supportano la Campagna per il WHD 2020 (a questo link).
Un sondaggio a livello globale ha evidenziato vari diffusi ostacoli che rendono difficoltosa la diagnosi dei casi di epatite. Allo scopo di descrivere la situazione attuale e per superare queste difficoltà è stato elaborato un apposito documento con i dati riscontrati, linee di indirizzo essenziali e suggerimenti: White Paper – Overcoming the barriers to diagnosis: The role of the affected community and civil society in finding the missing millions.
Due anni fa la WHO ha pubblicato le ultime Linee guida per la cura e il trattamento delle persone affette da infezione cronica da virus dell’epatite C.
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Dati epidemiologici europei sono disponibili sul sito dell’European Centre for Disease Prevention and Control nel Surveillance Atlas of Infectious Diseases, come riportato sul sito i casi di epatite B
“Nel 2018, 30 stati membri della EU/EEA hanno segnalato 24.588 casi di infezione da epatite B (HBV). Escludendo i 5 paesi che hanno riportato solo i casi acuti di malattia, il numero complessivo scende a 24.034 che corrisponde ad un tasso grezzo di 6,0 casi per 100.000 persone. Tra tutti i casi, il 10% dei segnalati erano acuti, il 51% cronici, il 30% “sconosciuti” ed il 9% non classificati. Il maggiore tasso di infezione acuta è stato riscontrato nella fascia di età compresa tra i 35 e i 44 anni; il più alto, tra coloro che erano affetti da epatite cronica, è stato riscontrato tra le persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni. Il rapporto complessivo uomo-donna era di 1,5 a 1. Il tasso relativo alle infezioni acute è continuato a diminuire nell’arco degli ultimi anni, in accordo con le tendenze mondiali grazie probabilmente all’effetto dovuto ai programmi vaccinali nazionali. Tra i casi segnalati come acuti che possedevano le idonee informazioni, la trasmissione in rapporti di tipo eterosessuale (26%) era quella più comunemente riportata, seguita dalla trasmissione in ambito ospedaliero (19%) e dalla trasmissione omosessuale (14%). Tra i casi di malattia cronica, la trasmissione dalla madre al neonato e quella in ambito ospedaliero sono state le più comuni vie riportate (rispettivamente per il 37% e il 26%). La prevenzione e i programmi di controllo della malattia necessitano di un ulteriore incremento se i paesi europei volgliono raggiungere l’obbiettivo di eliminare l’epatite B. I dati di sorveglianza sanitaria sono essenziali per monitorare la situazione epidemiologica e c’è la necessità di incrementarne la qualità.” La incidenza di nuovi casi di epatite B riportati in Italia nel 2018 è pari a 0,63 ogni 100.000 abitanti. (1)
Per quanto riguarda l’epatite C
“Nel 2018 i casi segnalati di epatite C in Europa sono stati 37.427. Dei casi riportati il 4% è stato classificato come infezione acuta, il 26% come cronica e il 67% come sconosciuta. L’epatite C è stata riscontrata più comunemente tra gli uomini rispetto alle donne con un rapporto 2,1 a 1. Il gruppo di età maggiormente colpito tra gli uomini è stato quello compreso tra i 35 e 44 anni; nelle donne, quello compreso tra i 35 e i 44 anni. Le modalità di trasmissione sono state inserite solo nel 21% dei casi. La via più comune di infezione è stata attraverso l’uso di droghe in forma iniettiva (nel 46% dei casi che presentavano questo tipo di informazioni). L’interpretazione dei dati di notifica di epatite C risente di alcune criticità esistenti tra i vari paesi con il permanere di differenze nel sistema di sorveglianza e di problematiche nella definizione univoca di caso di malattia acuta o cronica. Essendo l’epatite C una patologia il più delle volte asintomatica fino alle sue fasi terminali, la sorveglianza basata sulla notifica dei casi appare fondamentale per cui i risultati forniti riflettono più che altro la numerosità delle pratiche diagnostiche effettuate che la reale diffusione della malattia.” Dati provenienti dalla stessa fonte indicano che i nuovi casi di epatite C notificati in Italia nel 2018 sono stati 156.(2)
L’Institute for Health Metrics and Evaluation ha realizzato recentemente un nuovo website con la raccolta dei dati di prevalenza e dei trends dell’epatite a livello globale e nazionali.(3) Dati relativi alla realtà italiana sono aggiornati ad oggi fino al 2017. (4)
Secondo dati al 2018, in merito alla prevalenza complessiva stimata di casi di infezione da HCV (per il 40% di genotipo 1b) in Italia il numero è di 1.396.002,3 [il che conferma anche altri dati che indicano come il nostro Paese contribuisca al 1,1% (0,7-2,7) del totale dei casi mondiali]. La prevalenza stimata dei casi di infezione da HBV è di 1.154.261,4; una percentuale consistente delle persone infettate non è a conoscenza del proprio stato anche nel nostro Paese.(5,6)
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NOhep (www.nohep.org), è il movimento globale che ha lo scopo di promuovere l’eliminazione dell’epatite virale entro il 2030 (NOhep foglietto illustrativo in italiano).
Il motto di NOhep è: “UNISCITI A NOhep PER FAR SI’ CHE LA SCOMPARSA DELL’EPATITE VIRALE SIA IL NOSTRO PROSSIMO GRANDE SUCCESSO“.
Questo video è esplicativo della Campagna NOhep per il quale UMdL ha effettuato la traduzione dei sottotitoli nella lingua italiana
Inoltre, Updating medicina del lavoro ha partecipato con un contributo su queste tematiche e sulle esperienze operative maturate in forma di poster presentato al World Hepatitis Summit 2017 a San Paolo in Brasile. (7)
Bibliografia
[1] European Centre for Disease Prevention and Control. Hepatitis B. In: ECDC. Annual epidemiological report for 2018. Stockholm: ECDC; 2020. www.ecdc.europa.eu/sites/default/files/documents/HEPB_AER_2018_Report.pdf
[2] European Centre for Disease Prevention and Control. Hepatitis C. In: ECDC. Annual epidemiological report for 2018. Stockholm: ECDC; 2020. www.ecdc.europa.eu/sites/default/files/documents/HEPC_AER_2018_Report.pdf
[3] IHME – Hepatitis facts. Institute for Health Metrics and Evaluation. https://hepatitis.ihme.services/
[4] IHME – Hepatitis trends – Italy. Institute for Health Metrics and Evaluation. https://hepatitis.ihme.services/trends?location_id=86&measure_id=5 accessed 27 July 2019.
[5] CDA Foundation and its Polaris Observatory. Hepatitis B and C diagnosis rates in 2017. Lafayette, CO:CDA Foundation,2017. http://www.worldhepatitisalliance.org/missing-millions/
[6] Blach, Sarah et al. Global prevalence and genotype distribution of hepatitis C virus infection in 2015: a modelling study The Lancet Gastroenterology & Hepatology , Volume 2 , Issue 3 , 161 – 176. https://www.thelancet.com/journals/langas/article/PIIS2468-1253(16)30181-9/abstract
[7] Posters – World Hepatitis Summit 2017- Sao Paulo, Brazil. http://www.worldhepatitissummit.org/2017/resources/posters/docs/default-source/posters/16a_drluciofellone
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Lucio Fellone ([email protected])
Link alle precedenti Giornate Mondiali contro l’epatite virale
Aggiornato al 28/07/2020
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youtube
World Hepatitis Day 2019 Global Summary Report
Giornata mondiale per la lotta all’epatite virale 2020 UMdL partecipa alla Giornata mondiale per la lotta all’epatite virale “TROVIAMO LE MILIONI DI PERSONE CHE VENGONO PERSE…
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Sono quattro e anche quando si stringono ala ad ala, è ormai impossibile per i genitori farli sparire sotto di sé per scaldarli. Il più grandicello raggiunge quasi i 250 grammi ma due settimane fa, alla nascita, superavano di poco il mezzo etto di peso: i piccoli fratelli di cicogna nera stanno bene e il controllo veterinario di questo fine settimana ha restituito ottime speranze che possano proseguire il prossimo mese senza intoppi. Dalle telecamere puntate su di loro 24 ore su 24 appaiono una mamma e un papà bravissimi, unica coppia d’Italia di cicogne nere, che si danno il cambio sul nido come fossero ben rodati ma che si trovano alla loro prima esperienza insieme.
“Sono stati molto bravi fin da subito – spiega Camillo Sandri, veterinario e direttore tecnico del Parco Natura Viva di Bussolengo – e di cinque uova deposte, ne hanno portate fino a questo punto ben quattro. A turno offrono da mangiare pesce e carne varia che rigurgitano nel nido, rendendo il pasto prezioso perché ricco di enzimi digestivi”. Due dei quattro fratelli appaiono un pochino più grandi degli altri ma è anche vero che le uova non si schiudono contemporaneamente e che questi piccoli sono nati nell’arco di 72 ore. “Rimarranno nell’alto nido costruito con legnetti, piccole ramaglie e foglie ancora un paio di mesi – conclude Sandri – ma per diventare completamente indipendenti dai genitori ci vorrà qualche settimana in più”. Per le cicogne nere l’allevamento della prole è una bella prova di condivisione familiare: generalmente entrambi i genitori si dividono la costruzione del nido anche se è il maschio a sceglierne posizione e materiali da utilizzare. Sarà poi la femmina ad assemblarlo con quanto procuratole.
La cicogna nera è inserita nella Lista Rossa delle specie a rischio estinzione dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura ed è soggetta ad una minaccia crescente per moltissime specie di uccelli, migratrici in particolar modo: “L’impatto contro le linee elettriche – spiega Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva – affollano soprattutto i cieli delle zone antropizzate e spesso, risultano fatali durante i lunghi viaggi di migrazione. Questi uccelli compiono migrazioni lunghe tra i 5mila e i 7mila chilometri e hanno bisogno di volare senza incontrare pericoli posti dall’uomo, sostare e cibarsi senza rischiare di morire prima di giungere alla meta”. Ed è stata proprio la “connettività” il tema della Giornata Mondiale degli Uccelli Migratori che si è svolta ieri.
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Nati al Parco Natura Viva di Bussolengo 4 fratellini di cicogna nera Sono quattro e anche quando si stringono ala ad ala, è ormai impossibile per i genitori farli sparire sotto di sé per scaldarli.
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Jesus Rolls – Quintana è tornato! Recensione del film di e con John Turturro
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/jesus-rolls-quintana-e-tornato-recensione-del-film-di-e-con-john-turturro/
Jesus Rolls – Quintana è tornato! Recensione del film di e con John Turturro
Jesus Rolls – Quintana è tornato! Recensione del film di e con John Turturro
Jesus Rolls – Quintana è tornato! Recensione del film di e con John Turturro
Dopo Gigolò per caso, in cui dirigeva sé stesso e Woody Allen, John Turturro torna dietro e davanti alla macchina da presa rispolverando il personaggio di Jesus Quintana, il giocatore di bowling più sopra le righe di sempre, che interpretava ne Il grande Lebowski. Ed ecco lo spin-off Jesus Rolls – Quintana è tornato! Turturro torna in grande stile in quell’Italia cui deve le origini e che è la sua seconda patria, protagonista col suo film della pre-apertura della Festa del Cinema di Roma il 16 ottobre. Il lungometraggio arriva in sala in anteprima mondiale dal 17 ottobre.
Volendo dare uno sviluppo alla figura di Jesus Quintana, che compariva in brevi seppur memorabili sequenze nel succitato film dei fratelli Coen e si deve alla fantasia dello stesso Turturro – fu lui ad immaginarlo nel lontano 1988, ispirandosi a un eccentrico commediografo con cui lavorava all’epoca – il regista si rifà a un testo, divenuto poi un film di Bertrand Blier: Les valseuses (uscito in Italia come I santissimi) – del 1974.
Jesus Rolls, spin off de Il Grande Lebowski
Jesus Quintana (Turturro) esce di prigione e insieme all’amico Pete (Bobby Cannavale) inizia una serie di scorribande tra furti d’auto, grotteschi incidenti e incontri pregnanti con figure femminili, a base di sesso ma non solo. I due amici, infatti, condividono tutto, anche le donne. Incontrano la madre di John, interpretata da Sonia Braga, l’ex detenuta Jean (Susan Sarandon), ma soprattutto trovano una compagna dalla quale diventeranno inseparabili: la francese Marie (Audrey Tautou). Quest’insolito trio viaggia alla scoperta di sé e del vero senso della libertà.
Può apparire singolare il connubio tra la figura di Quintana e la commedia di Blier, ma a pensarci bene, per un personaggio come Jesus è difficile immaginare uno sviluppo diverso da questo. Cosa potrebbe mai fare se non rubare auto, viaggiare, fare sesso, e naturalmente giocare a bowling e ballare? Il film è tutto qui. In una manciata di buone interpretazione, grazie a un cast stellare – menzione speciale per Audrey Tautou in versione comica, a suo agio nei panni della fricchettona francese, del tutto diversi da quelli della Amélie che l’ha resa celebre.
Ma ci sono anche le brevi apparizioni di Christopher Walken e Sonia Braga. Susan Sarandon è magistrale nella sua dolente sensualità, con venature di commedia. La pellicola si alimenta dello spirito tipico degli anni Settanta, uno spirito comunitario che comprende una visione dell’amore e della sessualità generosa, fatto di libertà senza confini, di una concezione della vita lontana dalle regole, che afferra il momento e gode del qui ed ora. Tutto a suon di coinvolgenti ritmi latini, grazie al buon lavoro di Émilie Simon ( La marcia dei pinguini).
Jesus Rolls è un road movie
Un’impostazione di questo tipo può però facilmente rendere il film datato. La trama, poi, è molto scarna e piuttosto ripetitiva. Il punto è capire se una storia come questa, con tre losers protagonisti, teneri e goffi come Jesus e Pete, un po’ svampiti come Marie e un andamento sconclusionato come sono loro – “un road movie che procede a zig zag”, come lo ha definito lo stesso regista – possa dire qualcosa al pubblico di oggi, immerso in una realtà che sembra distante anni luce da quella degli anni Settanta, anziché essere solo un’operazione di marketing, che fa tornare Quintana per solleticare i fans de Il grande Lebowski e per dare a Turturro la possibilità di “riprendersi” il personaggio da lui ideato.
A chi guarda il film arriva senz’altro un invito a concepire l’amore senza barriere o steccati mentali, regole o vincoli, a ricordare che può prendere strade inaspettate, che l’uomo non è solo macho e la donna sa essere femmina, ma anche volitiva e decisa. Più in generale si rammenta al pubblico che si nasce per essere liberi e felici e che è più bello esserlo insieme. Lo spettatore è invogliato a trovare spazi di libertà anche godendo delle piccole cose, di momenti apparentemente insignificanti, come un viaggio in macchina con della buona musica in sottofondo in una giornata di sole, perché è lì che si nasconde, forse, la felicità. Un buon motivo per considerarlo comunque apprezzabile, assieme a delle buone interpretazioni e a un po’ di divertimento.
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Jesus Rolls – Quintana è tornato! Recensione del film di e con John Turturro
Dopo Gigolò per caso, in cui dirigeva sé stesso e Woody Allen, John Turturro torna dietro e davanti alla macchina da presa rispolverando il personaggio di Jesus Quintana, il giocatore di bowling più sopra le righe di sempre, che interpretava ne Il grande Lebowski. Ed ecco lo spin-off Jesus Rolls – Quintana è tornato! Turturro […]
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Scilla Santoro
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15 gen 2021 13:02 VUOI I COSTRUTTORI? FAMMI COSTRUIRE – MIRACOLO: DUE GIORNI FA LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO BY CONTE HA DATO L'OK AD UN MEGA FINANZIAMENTO PER LA CITTA' DI BENEVENTO, AMMINISTRATA DA MASTELLA, PER COSTRUIRE UN ENORME PARCHEGGIO SOTTERRANEO. GLI AMBIENTALISTI PROTESTANO, MA IL GOVERNO CONTE-CASALINO E' (QUASI) SALVO!
Angelo Moretti* per Vita.it
*Presidente del Movimento Civico22
Nella politica italiana c’è una malattia rara, un accumulo di cellule impazzite che restano sopite per anni senza contare praticamente nulla nel corpo democratico, per poi far sentire tutto il loro peso quando il corpo è in crisi. Queste cellule non vengono in aiuto, vengono a capire cosa poter tirare fuori di buono per loro da una crisi. Come succede nella finanza speculativa: se fiutano l’affare possono investire nell’energie da fonti rinnovabili anche se un attimo prima erano i re del carbon fossile, diversificano sempre il portafoglio pur di averne uno.
Questa malattia ha tenuto in vita diversi governi grazie ai ricatti incrociati tra minuscole forze politiche che essendo privi di una visione e di un’appartenenza possono concedere a chiunque una fiducia estemporanea.
Quando questa malattia si manifesta c’è un piccolo popolo, i beneventani, che ne paga le conseguenze più di tutti, un popolo che comincia puntualmente ad arrossire dalla vergogna...perché tra quelle cellule compare da trent’anni sempre lui, Clemente Mastella, e come uno ione di sodio nell’acqua di una famosa pubblicità si aggira per il Parlamento e nei palazzi romani a chiedere se c’è qualcuno che lo ascolti, perché lui è pronto a saltare di nuovo in carrozza.
In questo momento, per la cronaca, Mastella è un sindaco in uscita che verrà ricordato per tre gesti importanti ed in controtendenza mondiale: aver vietato l’uso delle biciclette nel centro storico di Benevento, aver deliberato l’abbattimento di oltre trecento pini secolari senza un vero studio sulla loro pericolosità, aver fatto chiudere l’unico centro di socializzazione per disabili della città di Benevento.
Per reagire a questi scempi la società civile si è organizzata in diversi movimenti civici, che sono riusciti ad arginare la frana, a fare obiezione di coscienza sull’uso delle biciclette, a are resistenza alla delibera sul taglio indiscriminato dei pini e far rinascere quel centro per disabili in un’altra sede.
Ma non appena l’odore di crisi di governo è arrivato nel Sannio ecco che il nostro è riuscito ad assestare un altro colpo, che questa volta potrebbe essere fatale per questo piccolo centro del Sud: nella giornata campale del 13 gennaio 2021, quando tutte le segreterie politiche erano impazzite ed il nostro eroe nazional popolare di Benevento imperversava sui talk show televisivi, da Roma, palazzo Chigi, sede delle trattative, arriva magicamente un lasciapassare al finanziamento all’opera più insulsa, inutile e dispendiosa di questa piccola città.
Grazie al fondo “Periferie” della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il sindaco Mastella è riuscito a far piazzare un finanziamento per un mega parcheggio sotterraneo e per un palazzone di cinque piani nel centro più focale di Benevento, nella città in cui un mega parcheggio pubblico è già fallito ed un altro sopravvive a furia di debiti, nella città in cui la qualità dell’aria anche durante il lockdown secondo il rapporto di Legambiente è peggiorata 41 volte, uno dei pochissimi casi di Italia, in cui il rapporto tra automobili e popolazione residente è tra i più alti di Italia, con quasi trentottomila auto per meno di sessantamila abitanti, nella città in cui oltre il 30% del patrimonio immobiliare è in disuso Mastella è riuscito a farsi finanziare da quel corpo in crisi una nuova inutile opera massicciamente volumetrica.
La società civile si era opposta con tutte le forze a questo progetto scellerato deliberato dopo due mesi dall’insediamento, nel 2016, e sembrava esserci riuscita, aveva anche presentato un progetto alternativo, improntato agli spazi verdi e di socializzazione, per quasi cinque anni ci eravamo riusciti, poi è arrivata la crisi e con la crisi hanno di nuovo tolto i freni a Mastella. Il 13 gennaio 2021 palazzo Chigi ha fatto sapere di aver approvato il progetto.
E mentre tutti guardano sollevati a Roma per le sorti del governo salvato dai “costruttori” (nome quanto mai azzeccato, non collegato tanto a Mattarella quanto alle ditte casertane che si sono aggiudicate gli appalti!) a Benevento la città piange amaramente perché dovrà salutare piazza Risorgimento, una delle sue piazze più importanti, svanendo così il sogno di una città improntata al verde ed allo sviluppo sostenibile.
Ecco chi paga le conseguenze di queste crisi, una città in ginocchio, 81esima provincia di Italia per qualità della vita, che da decenni per il salvataggio della patria viene utilizzata nel risiko nazionale come pedina da abbattere.
Ma non è una storia locale, sbaglia chi crede che la caduta di Benevento sia un fatto marginale per il Paese. E’ una storia nazionale, perchè in questo eterno ritorno a dare peso ai Mastella di turno si nasconde il vortice di un’Italia che dovrebbe progettare Next generation ed invece è inchiodata al vecchio che ha generato tutte le sue crisi.
È una storia nazionale perché dare finanziamenti ad uno sviluppo in-sostenibile delle piccole e medie città rende ipocrita ogni Piano di resilienza nazionale. Come piazza Taksim non era una semplice piazza e la sua caduta è stata l’inizio della deriva autoritaria di Erdogan, piazza Risorgimento non è solo un puntino invisibile della cartina dell’Italia è il simbolo di una disfatta o di un rinnovo del paese.
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E’ un appuntamento tradizionale del comune ripolese, la Festa dello Sport come ogni hanno raccoglie in rassegna le migliori associazioni sportive del territorio e comuni limitrofi, da quest’anno in una nuova cornice, il Parco Urbano di Grassina.
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Karate, basket, tiro con l’arco, e molte altre le discipline sportive che i tanti bambini e ragazzi intervenuti hanno potuto provare direttamente. Una occasione, la XX edizione della Festa dello Sport anche per premiare tutti gli sportivi, che nell’ultimo anno, si sono contraddistinti nella propria disciplina sportiva.
“Il nostro territorio sta coltivando talenti sportivi in moltissime specialità – dice il sindaco Casini -. Atleti anche molto giovani stanno portando il nome di Bagno a Ripoli nel mondo con traguardi importantissimi e facciamo il tifo per loro. Allo stesso tempo, abbiamo voluto premiare le realtà sportive locali che con la loro attività svolgono un ruolo di collante per la comunità e promuovono la cultura dello sport per tutti, fatto di agonismo sano, senza barriere, aperto e inclusivo. Lo spirito che ormai da venti anni sta alla base di questa giornata di Festa”.
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A.S.D. Judo Bagno a Ripoli: risultati internazionali di atleti master tra cui titolo mondiale cat. 53 kg femminile;
Paolo Lepri:vincitore della Ecomarathon Bagno a Ripoli edizione 2019;
Match Ball Firenze Country Club:titolo italiano a squadre over 50 maschile 2019;
A.S.D. Grassina:vittoria del Campionato e della Super Coppa di Eccellenza – stagione 2018/2019;
Circolo Scherma Polisportiva Attraverso:per i risultati conseguiti nella Scherma Paraolimpica Non Vedenti – 1° nel Ranking nazionale 2018;
Giorgia Catarzi:campionessa Mondiale U23 e campionessa Europea Juniores di ciclismo inseguimento a squadre – stagione 2019;
Leonardo Fabbri:argento ai Campionati Europei U23 e Campione Italiano assoluto nel Getto del Peso – stagione 2019;
Lapo Bianciardi:atleta nazionale dei 400 mt piani e vincitore del campionato toscano società 2018/2019;
Paola Biagioli:argento nella 4×200 e bronzo nella 4×100 stile libero alle Universiadi 2019 ed oro ai campionati italiani nei 100 stile libero;
Matilde Biagiotti:oro nei 100 rana, nella 4×100 mista e nella 4×100 stile libero alla Coppa COMEN Mediterranean Cup, campionessa italiana dei 100 rana cat. Ragazzi.
“Quest’anno – dice l’assessore Minelli – la Festa cambia ‘casa’. Il parco di Grassina è il luogo ideale per ospitare la manifestazione. Qui, ogni giorno, in tanti vengono ad allenarsi agli attrezzi e al percorso benessere. Sabato prossimo lo faremo tutti insieme, con un grande allenamento collettivo che riunirà centinaia di persone, adulti e bambini. Un ringraziamento a tutte le associazioni presenti, hanno risposto all’appello con grande energia e come sempre saranno loro il cuore pulsante della Festa”.
Grande successo di pubblico per la XX edizione della Festa dello Sport svolta Sabato 21 Settembre al Parco Urbano di Grassina VIDEO E FOTO QUI 👇👇👇 E’ un appuntamento tradizionale del comune ripolese, la Festa dello Sport come ogni hanno raccoglie in rassegna le migliori associazioni sportive del territorio e comuni limitrofi, da quest’anno in una nuova cornice, il…
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