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#grano saraceno
veggiechannel · 1 month
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I pancake sono sempre più apprezzati anche in Italia, consumati dolci, ma anche salati, dalla colazione al pranzo; realizziamo oggi una versione vegana e senza glutine dei pancake di zucchine.
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sunusaix · 11 months
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MARMELLATA DI ALBICOCCHE AI FIORI DI FINOCCHI
Sì lo so, che mi prendete per matta perché fare la marmellata in questi giorni è un suicidio. Capisco chi perde la testa e fa cose strane, sì, ha tutta la mia solidarietà! Lo capisco e mi sento male! In un barlume di lucidità ho voluto provare a fare una marmellata di albicocche diversa dal solito, le ho regalato freschezza e diversità date dai fiori di finocchi dolci quelli coltivati che…
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artide · 1 year
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Quando una relazione finisce muore in un certo senso un modo di vedere il pasto ed il cibo stesso. Cessa il significato di condivisione, di pensiero nella preparazione, si smette di mangiare alcuni cibi, cibi che avevano il pensiero del nostro ma non più del mio. Immagino i pacchi di pasta senza glutine a casa gialla, la farina di riso, quella di grano saraceno che fine avranno fatto. Mi sono cucinato la polenta una sola volta, una volta una torta, ma ho scoperto che il dahl di lenticchie è il mio confort food, il riso basmati, e poche pochissime altre cose. Ma quando cucino, prevalentemente la domenica, sento che questo gesto ha perso molti dei significati che ha avuto negli ultimi anni, non penso più a cosa potrebbe piacerle e piacerci nella via di mezzo acquisita con anni di pranzi, colazioni e cene. Manca l'amore per la cura, quel pensiero che il cibo sia un nutrimento che veicoli altro nutrimento sottile. Manca il pensiero che quel piatto non sarà solo il mio. Penso che sia sottovalutata la potenza del cibo in questi momenti, eppure sono certo che questi pensieri siano condivisibili, ci si chiede come stai, come sta andando? Ma una domanda importante è: cosa e come stai cucinando? Difficile cucinare per se stessi, con quella attenzione che riporresti facendolo per gli altri. In mezzo a tutti i corsi, tutti i manuali ce ne dovrebbe essere uno: come cucinare per sé.
Forse è necessario passare anche per questa parte di sè che muore, per ritrovare cosa rimane di quella logica del senso che vede nutrimento ed amore indissolubilmente legati da quando abbiamo emesso il primo respiro. Ora che non c'è più diade che significato ha questa pasta ai broccoli?
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colazionearipetere · 4 months
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Questa mattina colazione con un ricetta deludente. Mi ero fatta illudere da una ricetta "fit" che sembrava buona ed invece sa di uovo cotto, amaro e con boh un retrogusto strano. Sarebbero dei "brownies" alla mela. La ricetta è abbastanza fit, dato che ha solo tre ingredienti: uova, mela e cacao (e un po' di bicarbonato), però a livello di sapore fa abbastanza cacare. Non è una ricetta bilanciata per una serie di motivi: 1) troppe uova, 2 uova per 2 mele sono troppe, io ho usato due mele grosse (quasi 400gr in tutto) e due uova altrettanto grosse e sapeva di uovo cotto, sarebbe stato meglio 1 uovo e una parte di bevanda come latte, acqua o una qualsiasi bevanda vegetale l'importante è che fosse un liquido; 2) manca un amido, uno qualsiasi! che sia farina, fecola, amido di riso/mais, farina di avena, di grano saraceno, insomma manca un addensante, un qualcosa che dia corpo alla ricetta; 3) ne avevo un po' il sospetto ma volevo provare lo stesso e alla fine è stato confermato che la mela non si presta per questo tipo di preparazioni, credo che sia stato anche questo a dare un sapore strano, la mela non è polposa, ha molta acqua ed infatti sono venuti molto umidi una volta raffreddati; 4) troppo cacao, non è solo una questione di sapore e dunque che è troppo amaro, è il fatto che tutto quel cacao è proprio inutile, quella del video magari stava con la cosa che non mette farina e dunque daje di cacao anche perché il cacao assorbe più acqua della farina ma... no, proprio no, non serve a niente tutto questo cacao quello serve ad insaporire non puoi sostituirlo alla farina o una qualsiasi polvere amidacea e dunque addensante. Vuole essere una ricetta fit e capisco, ma il sapore è proprio brutto, si possono mangiare solo se copri parte del sapore: io ho messo sciroppo d'acero e burro d'arachidi ma se devi aggiungere qualcosa di calorico alla ricetta che nasce come fit tanto vale che ti mangi un dolce normale magari con pochi grassi ma almeno più buono e come calorie secondo me alla fine siamo lì. La ricetta dunque di per sé è sbagliata prorpio nella composizione, pure se si presenta come fit dato che: 1) se avesse usato la banana (o l'avocado, ma lì mi sa che saliamo di calorie e di grassi) avrebbe avuto più consistenza; 2) poteva usare solo l'albume, sarebbe venuta meno grassa e più proteica; 3) sostituire il tuorlo con un grasso vero e proprio come olio, burro d'arachidi, ma anche yogurt; 4) meno cacao (credo che quando ne metti già 20 gr è tutto il mondo, e lei ne ha messo 60) 5) usare un amido qualsiasi, farina 00, di avena, di riso, grano saraceno, amidi vari, boh quei preparati strani per robe fit che non ho idea qualcosa che insomma a contatto con un liquido diventa cremoso.
A volte ci provano con queste robe fit, ma veramente no.
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francescointoppa · 1 year
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Cartolina: Poligonacee 2: Grano saraceno (Fagopyrum esculentum Moench)
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lamilanomagazine · 9 months
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Festa de Lo Pan Ner – I pani delle Alpi: appuntamenti nelle province di Brescia, Sondrio, Varese e Bergamo
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Festa de Lo Pan Ner – I pani delle Alpi: appuntamenti nelle province di Brescia, Sondrio, Varese e Bergamo. La Festa de Lo Pan Ner fa parte di un evento diffuso e transfrontaliero, giunto alla ottava edizione, condiviso con le Regioni Valle d’Aosta e Piemonte (Val d’Ossola e Comune di Lozzolo) e i Paesi confinanti, Svizzera (Valposchiavo in Canton Grigioni e Canton Vallese), Francia (Parc des Bauges) e Slovenia (Alta Val Sava). Brescia, Bergamo, Varese e Sondrio sono le province lombarde che sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023 offrono una serie di appuntamenti dedicati alla Festa de “Lo Pan Ner - I Pani delle Alpi”. Oltre 40 comunità, con 42 forni e antichi mulini, in particolare della Valtellina e della Valle Camonica, accomunate, nei secoli, dalla coltura della segale, che ha svolto un ruolo fondamentale nella tradizione gastronomica alpina e nella gestione del territorio, preparano il pane utilizzando segale e frumento, macinati in loco negli antichi mulini rimessi in funzione, e riattivando per le giornate di festa i forni privati e comunitari. Laboratori didattico-sensoriali per bambini e scuole sono pensati per avvicinare le nuove generazioni all’arte della panificazione, perché non vada perso un patrimonio di saperi, a salvaguardia delle identità territoriali, ma anche dell’ambiente e della economia locale. In alcune località, si può assistere alla semina della segale e al taglio del grano saraceno, fare visite ai musei etnografici ed ecomusei, per scoprire gli strumenti più antichi d’uso nella panificazione. In particolare, aderiscono alla festa: Ecomuseo di Valfurva, Ecomuseo della Resistenza del Mortirolo (organizza iniziative nelle due province di Sondrio e Brescia), Ecomuseo dell’Alta Via dell’Oglio, Ecomuseo Concarena – Montagna di luce ed infine Ecomuseo del Vaso Re. In provincia di Brescia, a Bienno tra ‘I borghi più belli d’Italia’, si può visitare il Mulino Museo del 1400 di via Glere, funzionante grazie all’energia e alla forza dell’acqua portata nel borgo dal canale artificiale Vaso Re. Il 14 ottobre, alle ore 19:00, aperitivo a Casa degli Artisti con prodotti locali e pane di segale. A Cormignano e Davena di Vezza d’Oglio, merenda e colazione al forno con un fine settimana ricco di eventi dedicati alle tradizioni; a Doverio di Corteno Gorgi è ancora attiva un’antica Vicinia proprietaria di un caseificio turnario visitabile, esibizione dei norcini, una cerimonia di panificazione negli antichi forni, laboratori, visita a cantine, mercatini. Molte altre attività si svolgono a Malegno, Ossimo, Cerveno, Saviore dell’Adamello, Garda di Sonico, Vezza d’Oglio, Monno. Nel territorio di Sondrio, a Grosio, Grosotto e Mazzo, in Valtellina, i visitatori possono percorrere la via del pane. Si parte la mattina con una colazione nei campi di saraceno di Grosio, si cammina in un castagneto secolare per arrivare a Grosotto e visitare un antico mulino. A Mazzo si panifica nell’antico forno del Palazzo Lavizzari. Altri appuntamenti a Pila Boscarini di Teglio, Ponte Valtellina, Mello, Traona, Valfurva, Aprica e Castione Andevenno. A Cedrasco una mattinata dedicata ai ragazzi per riscoprire l’antica arte del mugnaio presso l’ex Mulino Oberti e un laboratorio per la preparazione dei biscotti. Dopo una breve escursione sul sentiero della “civetta”, che porta alla comunità di Fusine, i biscotti tradizionali vengono cotti al panificio Viganò. Si festeggia nell’area di Varese: a Cuirone ed Albizzate si può gustare la Brusela cotta negli antichi forni, un dolce tipico della zona preparato per l’occasione con farina di segale, farina di mais e uva americana. In provincia di Bergamo: a Vilminore, festa dell’antico forno di Pianezza. La farina distribuita nelle comunità (circa 400 kg) è tutta locale. Permette di riscoprire i piccoli produttori che, con grande passione, conservano le colture tradizionali e mantengono il paesaggio agricolo di montagna. Il programma completo e dettagliato delle feste si trova sul sito www.comunitadellasegale.it Per chi non può attivamente partecipare in loco, sabato 14 ottobre si può seguire in anteprima quello che succede in alcune comunità sulla pagina Facebook Intangible Search e sul sito www.comunitadellasegale.it. Durante la diretta, incontri con esperti, agricoltori, cuochi e fornai per scoprire insieme l’affascinante mondo della panificazione. La Festa de Lo Pan Ner di Lombardia è un evento organizzato da Regione Lombardia – Direzione Generale Cultura (Archivio di Etnografia e Storia Sociale) in collaborazione con ERSAF, Enti locali e Associazioni del territorio. L’elenco di tutti gli appuntamenti è disponibile su: www.comunitadellasegale.it www.lopanner.com/main Segui la festa de Lo Pan Ner su Facebook: @comunitadellasegale @intangiblesearch #LoPanNerLombardia #LoPanNerLombardia23... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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diceriadelluntore · 1 year
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Gita #2 Como
Il treno stavolta l’ho preso in orario, ma un passaggio a livello, a Lugo, danneggiato da qualcuno, mi stava facendo perdere la coincidenza, di incontri con amiche speciali e inimitabili, di formaggi, di fiori e di livelli dell’acqua inusuali e di pasticciere che fanno cornetti al pistacchio sublimi ma non sanno fare i conti.
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Il Duomo di Como è la terza Chiesa più grande della Lombardia, dopo il Duomo di Milano e la Certosa di Pavia. Iniziato nel 1396, e terminato quasi 350 anni dopo, nel 1740, la cattedrale di Santa Maria Assunta, questa è la sua denominazione corretta, nella sua porta settentrionale, ha delle decorazioni meravigliose, una particolarmente consunta, perchè si dice che il toccarla porti fortuna: si dice infatti che la rana del portale sia il livello eccezionale a cui arrivò l’acqua del vicino lago in una esondazione. Altri che sia il simbolo del rinnovamento, in quanto animale che subisce una metamorfosi. Sia come sia, non si capisce affatto che è una rana, e manca anche della testa, martellata da un anonimo uomo nel 1912, e mai riparata.
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Villa Carlotta a Tremezzo: uno dei tanti esempi di ville aristocratiche che si affacciano sulle rive del lago, costruita dai Clerici, ricca famiglia di imprenditori e banchieri, a cavallo tra 1600 e 1700, poi passò ai Sommariva nel 1801, infine nel1843 alla principessa Marianna di Orange-Nassau, moglie del principe Alberto di Prussia che la donò alla figlia Carlotta di Prussia  in occasione delle nozze con il duca Giorgio II, principe ereditario di Sassonia-Meiningen, celebrate nel 1850, che le diedero il nome che ancora oggi ha. Dalla vista spettacolare, è famosa per i suoi giardini, con oltre 500 specie di piante. 
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Villa Olmo, la più  rilevante tra le ville del comasco, oggi parco cittadino
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Cose buone assaggiate: gli sciatt, cubetti di bitto fritti in pastella di grano saraceno, il taroz, un piatto valtellinese con patate, fagiolini, formaggio e burro, e un vino spettacolare, questo:
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un nebbiolo vinificato in bianco
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Affreschi dell’abside della Chiesa di San Abbondio, patrono di Como (XIII secolo).
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Quel ramo del lago di Como... è il ramo verso Lecco, che fino al 1992 era non provincia autonoma, ma provincia di Como.
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Per una volta metto anche una mia foto
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luisamiller · 1 year
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Torta alle noci
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Cake made with walnuts, eggs, butter and sugar.
Ciambellone
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Ring-shaped cake from the Marche region made with white flour, eggs, butter and sugar.
Torta di grano saraceno
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South Tyrolean and Ladin cake made with buckwheat flour, lingonberries, almonds, vanilla, butter, eggs and sugar.
Torta Bertolina
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Cake from the city of Crema made with yellow flour, white flour, fox grapes, eggs, butter and sugar.
Torta Susanna
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Cake from the city of Parma made with ricotta, dark chocolate, honey, vanilla, eggs, butter and sugar.
Torta di Lodi
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Cake from the city of Lodi made with almonds, butter and sugar.
Crostata di ricotta alla romana
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Roman tart made with Roman ricotta, pine nuts, raisins, orange zest, lemon zest, cinnamon, eggs, butter and sugar.
Torta sabbiosa
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Mantuan cake made with potato starch, lemon zest, eggs, butter and sugar.
Torta di riso del Cilento
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Cake from the Cilento region made with rice, ricotta, Anisette, candied citron, cinnamon, lemon zest, orange zest, milk, eggs, butter, lard, sugar and vanilla.
Torta Aurora
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Milanese cake made with potato starch, eggs, sugar, vanilla and butter.
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burde · 2 years
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Krug Clos du Mesnil 2008 🧊🍋🍈 e Ryuichi Sakamoto • • • • La perfetta esecuzione del solista , la complessità del piccolo ensemble e l’orgoglio di una orchestra multitemporale , la 2008 in @krugchampagne mette l’asticella laggiù dove è quasi impossibile arrivare in #champagne . Bravissimo @paololavezzini a interpretarla con nerbo e grazia con i suoi piatti del @fsflorence Il Palagio • • Aragostella alla brace, emulsione di pesce e crostacei, mela e mirtilli fermentati • Risotto leggermente affumicato e cavoli di stagione • • • Pesce nero cotto nel farro, cipollotto autunnale e pompelmo • Croccante di cacao e grano saraceno, uva speziata e erbette di campo • • #andreagori #wine #vino #closdumesnil #Krug #KrugChampagne #KrugxMusic #SeeingSoundHearingKrug #KrugandRyuichiSakamoto #KrugLovers#ambassadeurduchampagne (presso Carlo e Camilla in Segheria) https://www.instagram.com/p/CkK0LhVNRkc/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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veggiechannel · 4 months
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Il grano saraceno può essere facilmente consumato germinato in modo da avere un alimento molto digeribile e beneficiare al meglio delle sue numerose proprietà.
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matapetre · 1 year
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I sambenedettesi ? Erano ji Galiùtte del Piceno !
"Sono così diversi da tutti gli altri delle Marche, da costituire una specie di colonia e di razza a parte. Di fronte al marchigiano quieto, abitudinario, classico, gli abitanti di San Benedetto sono fantastici, violenti, pronti alla rissa, ed hanno anche nel fisico qualcosa di orientale e di saraceno. Quelle caratteristiche di colonia eccentrica, diversa dalla terra che li circonda, proprie in generale dei porti, si scorgono perciò più nella piccola San Benedetto del Tronto che nella grande Ancona." G. Piovene, Viaggio in Italia, Milano, 1957
Lo scrittore Piovene quando ci descrisse nel suo libro "Viaggio in Italia" sapeva bene di che pasta fossimo fatti : eravamo in origine dei 'pirati ', secondo Giulio Cesare, ma in verità eravamo già all'epoca veri uomini di mare !
Ce lo conferma la storia della Roma repubblicana quando Gneo Pompeo Magno, che tutti ricordiamo come Pompeo , venne chiamato in causa dopo l'emanazione nel 67 a.C. della Lex Gabinia conosciuta come anche come Lex de piratis persequendis : la legge contro la pirateria nel Mediterraneo .
C’èra un problema gravissimo per Roma, al quale occorreva dare una immediata soluzione: i pirati hanno ormai nelle loro mani l’intero Mediterraneo, ed hanno messo in pericolo le comunicazioni con i paesi dell’impero. Nemmeno le coste italiane erano più al sicuro, né l’Urbe stessa poteva nascondere qualche apprensione per i suoi rifornimenti di grano.
Pompeo era l'uomo giusto al momento giusto . Nato nel Piceno ed erede di un gran numero di proprietà in loco grazie al padre Pompeo Strabone , anch'egli militare e senatore, raccolse la fiducia del Senato e armò un esercito. Per portare a termine il compito, pare abbia avuto a disposizione 20 legioni, 270 navi e 6000 talenti. Numeri incredibili anche quell'epoca
Fu naturale che l'esercito di marinai venne arruolato nel Piceno , nella terra di origine di Pompeo tanto che i piceni, conosciuti esperti di mare, vennero nominati Giulio Cesare nel poema epico latino Farsaglia , dove preoccupato del potere che aveva raggiunto Pompeo pronunciò la frase :
"An melius fient piratae, Magne, coloni? "
"O meglio i ( tuoi) pirati diverranno (ancora) coloni ?"
La guerra di Pompeo durò solo tre mesi : attaccò distruggendo le roccaforti dei pirati della penisola anatolica soprattutto in Cilicia , regione costiera dell'odierna Turchia che oggi ricordiamo tristemente per gli accadimenti dello spaventoso e recente terremoto , riuscendo a ripulire l'intero bacino orientale, dopo aver già distrutto le flotte dei pirati del nord Africa.
Per la vittoria di Pompeo era stata determinante la scelta dei componenti del suo esercito !
Erano gli abitanti delle coste picene comprese tra il fiume Asis ( Aso) e il fiume Tronto (Truentus) anch'essi provenienti in tempi lontani dalla Cilicia e poi stabilitisi nel Picenum , la futura V regio di Augusto.
Del fatto che i piceni originariamente venissero dal bacino orientale del Mediterraneo , da isole come da Cipro e Creta oltre che dalla Cilicia ,ce lo racconta il poeta Silio Italico descrivendo le popolazioni del piceno come coloro i cui altari fumano sulla costa di Cupra "LITORAE FUMANT ALTARIA CUPRAE " mantenendo nel piceno le medesime tradizioni .
Questi erano ji Galiùtte !
La parola dialettale era intesa come abili navigatori, marinai , accezione intesa poi nel senso più ampio di Popoli del Mare poi rimasta cucita addosso ai nostri avi intesa come veri e propri eredi dei pirati della Cilicia. Per combattere i pirati non c'era stata soluzione che farli combattere dai loro stessi eredi , ji Galiùtte !
In tempi più recenti era frequente che quando le paranze sambenedettesi approdavano lungo le rive nord delle Marche o dell'Abruzzo i pescatori locali erano soliti indicarli così , come anche ricorda Federico Latini detto lu Pelesétte’ :
" Ecco , so' arrivati ji Galiùtte "
Riferendosi ai sambenedettesi e al loro retaggio di 'pirati' di Pompeo , eredi degli antichi navigatori fenici e ciprioti .
#Galiùtte #pirati #Pompeo #guerrepiratiche #sanbenedettodeltronto
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blissful-moontrip · 2 years
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abbinamento cibo21
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    Saltimbocca alla romana.
Uno dei piatti della cucina romana più riprodotti fuori dai confini regionali: fettine di vitello arrotolate con prosciutto e salvia, chiuse con uno stecchino e cotte in poco burro con una spruzzatina di vino. Si può scegliere, in cottura e in tavola, un bianco locale come il Marino, oppure, se si preferisce un rosso, il Velletri e il Cerveteri.
Sarde a beccafico.
Ricetta tradizionale siciliana: sarde passate in forno cosparse di pangrattato, acciuga, pinoli e uvetta. Abbinamento regionale con un bianco: Alcamo o Contessa Entellina.
Sarde a scapece.
È fra i piatti di pesce tipici del Meridione. Le sarde infarinate si friggono nell’olio e poi si coprono con una marinata realizzata facendo bollire insieme aceto, aglio e peperoncino. Si insaporiscono infine con delle foglioline di menta. Ci vuole un vino rosso leggero, fruttato e poco tannico, servito fresco: ad esempio un Vesuvio Rosso.
Sarde in savor.
Una delle più classiche ricette venete: sarde fritte, marinate con cipolla, aceto, pinoli e uvetta. L’uso dell’aceto è consistente, ma l’armonia del piatto è tale da fondere piacevolmente l’agro e il dolce, ‘chiamando’ un vino bianco dal bouquet floreale e fruttato. Il Veneto ne offre parecchi: ad esem-
pio Soave, Lugana, Pinot Bianco dei Colli Euganei. Il vicino Friuli suggerisce il Sauvignon del Collio. Chi vuole, d’estate può accostarci un rosso giovane servito fresco: Bardolino o Breganze.
Scaloppine alla pizzaiola.
Scaloppine cotte in una salsa fatta con olio d’oliva, pomodoro, sale, pepe e origano. Ottime in estate con un bianco fresco come Chardonnay del Collio, Frascati o Greco di Tufo. Per chi preferisce un rosso: Cabernet del Trentino, Sangiovese di Romagna o Refosco dei Colli Orientali del Friuli, tutti serviti freschi.
Scampi crudi.
L’importante è trovarli freschissimi. Per l’abbinamento, scegliere un Sauvignon dell’Alto Adige o del Collio, un Verdicchio dei Castelli di Jesi. C’è invece chi ama orientamento sulle bollicine: dal Prosecco di Coneqliano Valdobbiadene o i migliori Franciacorta.
Sciatt.
Sono delle specie di frittelle tonde di grano saraceno irnpast.iucon acqua, sale e grappa: al centro di ogni disco c’è un pezzetto di formaggio. Piatto tipico della Valtellina, lo si abbina coi rossi supe riori locali (Inferno e Sassella) o con lo Sfursat.
Scottiglia.
Un ricco stufato di carne aretino e maremmano: ne entrano a far parte pollo, coniglio, vitello, maiale e persino la cacciagione. S’accompagna col Chianti riserva o col Bolgheri Rosso. Le versioni più impegnative della scottiglia (col cinghiale in particolare) stanno col Brunello di Montalcino o col Bolgheri Sassicaia, oltre che coi grandi ‘supertuscans’.
Sorbir d’àgnoli.
La minestra dei giorni di festa in terra mantovana è costituita dagli agnoli in brodo, la forma locale dei ravioli. L’abbinamento è obbligatorio: il Lambrusco Mantovano. Chi non è schizzinoso non esiti a ricorrere al rituale del bevr’in vin, vuotando mezzo bicchiere di Lambrusco nel piatto colmo di brodo.
Spaghetti aglio, olio e peperoncino.
“Ci facciamo uno spaghettino aglio-olio?” Chi non ha mai trovato l’amico che gli ha fatto questa proposta? Ci vuole un bianco: ad esempio Collio Tocai, Biferno Bianco, Alcamo.
Spaghetti alla carbonara.
Un popolarissimo primo della cucina romana. Gli spaghetti sono conditi con uova fresche, Pecorino Romano e guanciale di maiale rosolato. Da servire con una bottiglia di Frascati superiore o di Velletri Bianco.
Spaghetti cacio e pepe.
Piatto povero del Lazio: spaghetti bagnati con un po’ dell’acqua di cottura e insaporiti con una generosa grattugiata di Pecorino Romano e di pepe. Per chi ama i bianchi: Frascati superiore. Per chi predilige i rossi: Cerveteri.
Spaghetti con l’acciuga.
Primo semplicissimo: spaghetti conditi con l’acciuga salata rosolata nell’olio d’oliva. Sta benissimo col Fiano di Avellino, col Verdicchio dei Castelli di Jesi o col Soave.
Spaghetti con la bottarga.
La bottarga è costituita dalle uova di muggine (o di tonno) salate, pressate e stagionate per qualche mese. Si usa per insaporire generosamente gli spaghetti: ottimo l’abbinamento con la Vernaccia di Oristano in versione secca.
Spaghetti con le vongole.
Un classico fra i primi della cucina marinara, nelle due versioni con pomodoro o senza. Quando gli spaghetti con le vongole sono in bianco vengono abbinati con un vino bianco come Collio Sauvignon, Pinot Grigio di Lison-Pramaggiore, Soave (giovane), Verdicchio dei Castelli di Jesi, Solopaca. Se c’è il pomodoro si accostano con un rosso morbido come il Colli del Trasimeno o con un rosé come il Salice Salentino Rosato, ma anche con un bianco come l’Ischia Forastera.
Speck.
Pane nero e speck rappresentano l’ideale spuntino d’una vacanza in Alto Adige.
Se lo speck è affettato sottilmente sta benissimo coi bianchi Gewurztraminer e Mùller Thurgau,
mentre in fette larghe almeno un centimetro da tagliare a cubetti sta meglio con dei rossi più o meno carichi: Alto Adige Schiava, Lagrein Dunkel e Santa Maddalena.
Spezzatino di vitello.
Vuole un rosso d’un certo corpo, ma non invecchiato: vanno benissimo Torgiano, Rosso (onero, Valpolicella e Gutturnio dei Colli Piacentini secco.
Spiedo bresciano.
Quando si dice un piatto monumentale: sul grande spiedo bresciano vengono cotti pezzi di coniglio, pollo, maiale e poi uccelletti e patate. I sapori si mescolano, creando un insieme di grande armonia. L’abbinamento migliore è col Garda classico Groppello. In alternativa un Botticino o un Capriano del Colle Rosso, anch’essi bresciani.
Strudel.
Il classico strudel di mele trentino-tirolese si abbina in maniera perfetta col Vin Santo del Trentino. Eccellente anche col Ramandolo dolce dei Colli Orientali del Friuli, con l’Aleatico di Gradoli e con l’Albana di Romagna passito.
Tagliatelle al ragù.
Non c’è trattoria dell’area padana che non ve le proponga. Si abbinano con dei rossi leggeri come Bardolino, Valdadige Rosso, Freisa d’Asti o con dei vini vivaci come Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Lambrusco di Sorbara o Bonarda frizzante dei Colli Piacentini.
Tajarin al tartufo bianco.
È semplicissimo, ma è un piatto da re: le tagliatelline piemontesi profumate col tartufo bianco di Alba sono una meraviglia. L’abbinamento classico è col Barbaresco, anche se questo comporta in genere un ulteriore sensibile esborso in aggiunta a quello dovuto al tartufo. In alternativa una buona Barbera d’Alba, preferibilmente invecchiata.
Taleggio.
Celebre formaggio lombardo da abbinare con un rosso come il Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese. Chi opta per un bianco può scegliere un Gavi.
Torta pasqualina.
Questa torta salata ripiena di uova, ricotta ed erbette appartiene alla tradizione genovese. L’abbinamento può essere regionale, scegliendo fra due bianchi: un Cinque Terre o un Vermentino della Riviera Ligure di Ponente.
Tortelli di zucca.
Un classico della cucina mantovana: ravioli ripieni di zucca, amaretto, mostarda di mele e formaggio grana. Bene col Riesling delle Colline Mantovane del Garda o dell’Oltrepò Pavese. Ottimo abbinamento anche col Gewurztraminer dell’Alto Adige o col Mùller Thurgau del Trentino.
Tortellini in brodo.
Minestra classicissima della tradizione emiliano-romagnola. Date preferenza all’abbinamento regionale, scegliendo fra due opzioni: un rosso giovane ma di buon corpo e discreta acidità come il Sangiovese di Romagna o un vino brioso e vivace come il Lambrusco (Sorbara o Grasparossa di Castelvetro).
Trenette al pesto.
L’emblema della gastronomia ligure. I profumi del basilico e dell’aglio invitano all’abbinamento con un bianco giovane, fresco e morbido. Lo sposalizio è regionale: Cinque Terre, Vermentino dei Colli di Luni, Pigato di Albenga.
  un nuovo post è stato publicato su https://online-wine-shop.com/abbinamento-cibo21/
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apritiunblog · 2 years
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c’è gente che si compra le merendine al grano saraceno una volta, capisce che fanno schifo, e non le compra più. altra gente si compra le merendine al grano saraceno, capisce che fanno schifo, dopo un po’ se le ricompra, rivede che fanno schifo, dopo un po’ se le ricompra, rivede che fanno schifo, ad libitum.
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alaurav · 2 years
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Il mio piatto con cui ho partecipato (e vinto) al contest
Quattro e quattr’otto del gruppo "Food& passion" :
Straccetti di grano saraceno al pesto di rucola, gamberi saltati in padella, briciole di tarallo
1 Straccetti di grano saraceno
2 Pesto di rucola
3 Gamberi saltati in padella
4 briciole di tarallo
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realnews20 · 5 days
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La granola fatta in casa è una preparazione semplice e sana, ideale per la colazione o la merenda, da aggiungere al latte o allo yogurt. Nella nostra ricetta abbiamo utilizzato fiocchi di avena, amalgamati con il miele, cotti in forno per circa 20 minuti e poi arricchiti con l'aggiunta di nocciole e gocce di cioccolato, quando la granola sarà ben fredda. A fine preparazione otterrai una granola croccante e deliziosa, ottima da gustare anche così com'è, per uno spuntino veloce. La preparazione è davvero semplice, ti basterà seguire passo passo la ricetta della nostra Melissa: puoi sostituire i fiocchi d'avena con quelli di riso o di grano saraceno, in base alla tua disponibilità. Prova anche i flapjack, le barrette inglesi a base di fiocchi di avena, e il porridge, per una colazione completa. Come preparare la granola fatta in casa 1 2 3 Step 1 Metti i fiocchi di avena su una teglia ricoperta con carta forno 1, versa il miele e mescola bene 2. Inforna con forno preriscaldato a 180 °C per 15-20 minuti fino a quando sarà ben dorata e croccante 3. Metti i fiocchi di avena su una teglia ricoperta con carta forno 1, versa il miele e mescola bene 2. Inforna con forno preriscaldato a 180 °C per 15-20 minuti fino a quando sarà ben dorata e croccante 3. 4 5 6 Step 4 Aggiungi le nocciole 4: noi una parte intere e una parte tritate. Quando è ben fredda aggiungi le gocce di cioccolato e mescola bene 5. Conserva la granola in dei barattoli con chiusura ermetica e gustala per la colazione o la merenda. Aggiungi le nocciole 4: noi una parte intere e una parte tritate. Quando è ben fredda aggiungi le gocce di cioccolato e mescola bene 5. Conserva la granola in dei barattoli con chiusura ermetica e gustala per la colazione o la merenda. Consigli Puoi arricchire la granola con l'aggiunta di uvetta e altra frutta secca, come mandorle, pistacchi e noci. Inoltre puoi utilizzare lo sciroppo d'acero al posto del miele. Conservazione Puoi conservare la granola in un barattolo di vetro con chiusura ermetica fino a 1 settimana. (function() searchParams.get('utm_medium') != null ()); [ad_2] Sorgente ↣ :
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lamilanomagazine · 29 days
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La Regione Lombardia riconosce il Bio-Distretto della Valle Camonica
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La Regione Lombardia riconosce il Bio-Distretto della Valle Camonica Regione Lombardia ha riconosciuto ufficialmente il Bio-Distretto Valle Camonica, ai sensi della legge nazionale sull'agricoltura biologica. Si tratta del secondo Distretto Biololigico regionale dopo quello della Valtellina. Lo annuncia l'assessore regionale all'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste. Il Bio-Distretto, con sede a Cerveno (Brescia), è un'associazione senza scopo di lucro e opera tra 41 Comuni della provincia di Brescia e 4 della provincia di Bergamo, all'interno della Riserva della Biosfera 'Valle Camonica - Alto Sebino', comprendendo l'intero territorio del bacino superiore del fiume Oglio con una superficie agricola totale di oltre 17.000 ettari, dei quali circa 580 certificati biologici. "Regione Lombardia - dichiara l'assessore all'Agricoltura - compie un altro passo per favorire la crescita del settore biologico. Il Bio-Distretto della Valle Camonica, oltre ad avere da oggi titolo per essere inserito nel Registro Nazionale del Ministero dell'Agricoltura, potrà introdurre tante azioni per lo sviluppo e il rafforzamento delle aziende e la condivisone di saperi, tecniche e attrezzature, facendo sistema per migliorare la commercializzazione dei prodotti, ma anche per favorire la formazione professionale". Aderiscono al Distretto 82 soggetti, tra cui imprenditori agricoli e di filiera, associazioni ed enti pubblici e per la valorizzazione dei prodotti, associazioni di consumatori, cooperative sociali e il Consorzio di tutela del formaggio Silter DOP. Le principali produzioni bio sono rappresentate da un paniere che comprende cereali di montagna (frumento, grano saraceno, segale), farine e pasta integrali; latte e derivati, uva da vino, olio extra vergine, miele, polline, erbe officinali, piccoli frutti, succo di mela, confetture. Uno degli obiettivi primari previsti dal Piano quinquennale di attività è di aumentare di almeno il 10% la superficie certificata in questo territorio che rappresenta la vallata prealpina e alpina più estesa della Lombardia e che conserva una forte valenza naturalistica, paesaggistica e di agrobiodiversità. Saranno previste azioni mirate come lo sviluppo della filiera dei cereali, con la destinazione di terrazzamenti alla cerealicoltura e la produzione di farine e di pane e il rafforzamento della filiera apistica. Verrà inoltre aperto uno sportello di orientamento per gli operatori biologici e supporto alla certificazione.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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