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#il-pianoforte-scordato
shadowofablackwolf · 3 months
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send to 10 other bloggers you think are wonderful. keep this going to make someone smile!! ☆🩵
Grazie mille. ❤️
Ricambio e taggo i seguenti blog: @imparandoadamarmi @prendi-fiato-e-ricomincia @il-pianoforte-scordato @wolveswolves @wolfsheart-blog @delicious2921 @oltre10 @raggidilunaepolveredistelle @gattadeicarpazi
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randomlikeliness · 8 months
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Ma il pianoforte è scordato o è un effetto brutto?
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Sto togliendo lentamente tutti gli strati che si erano accumulati su di me. Ogni giorno un piccolo pezzo, ogni giorno torno ad essere un po' di più io. Come se fossi un pianoforte scordato e abbandonato in una stanza buia, cerco di togliere a poco a poco gli infiniti strati di polvere che ci sono sopra. La musica non è perfetta, delle volte stono un po' e delle volte non c'è musica per nulla, mi fermo, mi siedo e resto ad ascoltare il silenzio. Cerco di togliermi di dosso tutta questa pesantezza che non mi appartiene, cerco di respirare un po' più forte, cerco di diventare quello che so di essere.
zo3
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barbaragronchi · 5 months
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Giovedì 9 maggio 2024 alle ore 17.30
presso il Salone monumentale della Biblioteca Marucelliana, via Cavour 43, Firenze
verrà inaugurata la mostra
Arco Teso. La musica a Firenze al tempo dei «Canti Orfici»
I curatori, Silvia Castelli Roberto Maini, Gregorio Nardi, Maria Beatrice Sanfilippo, attraverso l’esposizione di documenti, autografi, lettere, disegni, manoscritti musicali, partiture, libri, riviste, fotografie, spesso inediti, si propongono di interpretare il dialogo, talvolta inesplorato, esistente fra il mondo letterario e quello musicale nella Firenze negli anni 1907-1917.
Interverranno i Curatori, i Presidenti del Centro Studi Campaniani Gianna Botti e Walter Scarpi, e gli Autori dei saggi presenti nel catalogo edito da LoGisma.
A seguire alle ore 18.30, Gregorio Nardi interpreterà al pianoforte un programma di autori dei primi due decenni del Novecento: F. Boghen, F. Busoni, M. Castelnuovo Tedesco, S. Copertini, E. Del Valle de Paz, G. Maglioni, G. Modona, R. Nardi, I. Pizzetti, G. Puccini, A. Savinio, E. Scarlino.
Venerdì 10 maggio alle ore 17.30 verrà presentata la Trilogia campaniana per violino, viola ed elettronica, composta appositamente da Alessandro Magini
Preludio scordato della sera
Interverranno l’autore e il violinista Alberto Bologni.
La Biblioteca Marucelliana conserva dal 2005, grazie alla Fondazione CR di Firenze, il manoscritto di Dino Campana Il più lungo giorno. Con la mostra Arco Teso. La musica a Firenze al tempo dei «Canti Orfici» e col relativo catalogo, continua l’impegno a promuovere e valorizzare le pagine del poeta marradese.
La mostra, ad ingresso libero, sarà visitabile fino al 20 settembre, il lunedì, mercoledì, venerdì dalle 8.30 alle 14.00 ed il martedì e giovedì dalle 8.30 alle 17.00.
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passo la vita ad immaginare come sarebbe se
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themichstuff · 2 years
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Quindi tu faresti venire pianoforte scordato da te? 🤭
Eh? A casa mia?
sono un attimino perplesso
@il-pianoforte-scordato
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amoituoiocchineri · 4 years
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Ringrazio @orchideeblu​ per il tag. 🌻
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In assoluto il mio colore e la mia stagione preferiti. 💚
Nomino a mia volta:
@sike92 @amolenostremaniunite @sbuffi @il-pianoforte-scordato @solo-un-fottuto-sognatore @darkdreammoon
Fatelo soltanto se vi va e se non l'avete già fatto. 🍀
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themichstuff2 · 4 years
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Che segno zodiacale sono la ragazza del pianoforte e quella del leone?
Quella del pianoforte non lo so, chiediamogloelo: @il-pianoforte-scordato
Quella del leone è della bilancia
EDIT: AVEVO SBAGLIATO IL SEGNO. SE LEI LO SCOPRE MI SA CHE MI UCCIDE. CHIEDO PERDONO ALL'UMANITÀ
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denavuniverse · 4 years
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Per le vie della città
Tardo pomeriggio. Esco dalle mie quattro mura per riprendere fiato dalla quotidianità, dai pensieri e dalle preoccupazioni. Il mio cervello si spegne e il mio cuore e i miei occhi si riaccendono di stupore nel vedere ciò che mi circondava. Sono cresciuto tra questi edifici e queste strade, ma mi ero scordato della loro bellezza e della loro semplicità. Volgo lo sguardo verso il cielo e verso quelle finestre che svelavano l’umanità all’interno di quelle mura fredde e senza anima. Sapete? Mi sono risollevato, mi sono sentito meno solo e rincuorato nel vedere che è rimasta una parvenza di normalità e sempre negli occhi intravedevo la speranza. Procedendo, sentivo in lontananza il suono di un pianoforte, le risate dei bambini al parco giochi, burlandosi e vantandosi della loro mascherina. Il sorriso di una nonna che rincuorava la sua nipotina dicendole che prima o poi tutto sarebbe tornato alla normalità e che ci saremmo svegliati un giorno ricordando questi momenti come un sogno effimero. L’abbraccio di una mamma ai suoi due figli, un padre che porta sulle spalle il figlio, la gioia di un cane nello stare accanto al suo padrone. Mia cara lettrice/mio caro lettore, in questi rari momenti della giornata ricordo il motivo per cui io faccia certe scelte, certi sacrifici e apprezzo sempre di più quello che oramai per me era una normalità. Sono rinsavito da un torpore domestico, dal torpore della solitudine e dell’assenza del contatto umano. Ti invito a riflettere quindi su questa cosa, ti invito ad apprezzare tutto ciò che ti sta attorno e non perchè stiamo vivendo in un momento di pandemia globale, ma perchè nulla è scontato e per quanto questo pensiero possa risultare elementare, a volte , ed è umano, ce ne dimentichiamo, in questo mondo di numeri e di impegni. 
E ti voglio ricordare una cosa: non sarai mai solo/a.
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shadowofablackwolf · 3 years
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Grazie a @wastedxtears per avermi nominato. Ammetto di averci pensato un bel po’, non apprezzo me stesso e spero che le scelte non risultino banali.
Di seguito cinque cose che apprezzo di me:
1. Portare avanti le passioni che ho sebbene in alcuni periodi sia difficile a causa dell’umore imprevedibile, dell’insicurezza e del mio essere eccessivamente severo quando sbaglio.
2. Provare ad essere d’aiuto in qualche modo, perché spesso basta poco per migliorare la giornata di una persona e ciò mi scalda il cuore.
3. Programmare le cose con largo anticipo ed eventualmente apportare delle modifiche, insomma dipende da eventuali imprevisti e dal carissimo e simpatico stato emotivo.
4. Talvolta sono meticoloso e tutto sommato non mi dispiace, tranne quando risulto pesante come un martello pneumatico all’alba e in tal caso provo a non esagerare.
5. Per concludere scelgo il colore dei miei occhi, ma avrei preferito fossero verde smeraldo perché è un colore che apprezzo molto.
Chiedo venia per le scelte poco entusiasmanti. 🐺
Taggo: @il-pianoforte-scordato @sinestetica-mente @ilmiosognoevolare @ghostmemory1 @cose-che @fiduciasoloinmestessa @pensieridiunapersonasolitaria @restart-from-yourself @unoscudocomesorriso @iceberg10 @mariapetrea @folliarazionale @thegirlofmilkshake
La regola è semplice: dovete elencare 5 cose che apprezzate di voi in un post, tuttavia non è obbligatorio spiegare il motivo né partecipare.
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i-am-a-polpetta · 5 years
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Ciao raga, dato che mi avete taggato stra in tanti in questo nuovo gioco partito da @friv0lezze (♥️), mi sono ricordata che avevo tra le bozze anche questo inventato da @brancam3nta (scus amo se lo faccio solo ora perdoname ♥️🙈). E dato che siamo tutti chiusi in casa e posso finalmente organizzare la mia vita dato che UAU STASERA NON DEVO LAVORARE, ho tempo per fare tutto.
Ecco la lista delle cose che dico più spesso (scusate non mi ricordo quante dovevano essere nel dubbio ne metto 10 eheh)
Dio 🐮/🐷/🐶/🦛 feat. Madonna 🐄/🐖 a pari merito
Che disagio
Ci sta
No ma raga
Uhh che ansietta
Bella
Sono una coglionazza
Raga io avrei una domanda
Non ho capito
Tu sei molto carino ma io sono frocia
Ora vi faccio una lista su cosa potete fare a casa per rendere il vostro tempo meno vuoto e più piacevole.
FILM: qualsiasi cosa della Disney o qualsiasi cartone animato perché io AMO I CARTONI ANIMATI e poi tipo vedrei le follie dell'imperatore o Lilo e Stitch ogni giorno della mia vita. Oppure tutta la serie di Fast and Furious o Harry Potter o Twilight because i am a fangirl and TEAM THREESOME ALWAYS.
LIBRO: raga io vi consiglierei il corano perché boh ha della magia e alcune sono PERLE. Oppure libri che tipo insegnano un'arte o una disciplina tipo libri sulla fotografia, libri di cucina, libri sugli strumenti musicali. Qualsiasi cosa che possa mettervi curiosità.
SERIE TV: raga io lavorando sempre ne vedo davvero poche però AMO TIPO DA FANGIRL INVASATISSIMA GLEE oppure How I Met Your Mother o Breaking Bad (senza pizze stavolta eheh) oppure Orange is the New Black o comunque qualsiasi cosa GHEY.
CANZONE: RAGA LA CONGA. METTETE IL VIDEO DI "DITTO BALLA LA CONGA" E BUON DIVERITIMENTO.
RICETTA: "TORTA APRI IL FRIGO" domani pome/sera vi metto un video mentre la faccio <3
GIOCO DA TAVOLO: io direi RISIKO sopra ogni cosa insieme ad UNO. RAGA DITE UNO MI RACC.
ALTRE ATTIVITÀ: direi Giardinaggio o comunque curare qualche pianta, fare un piccolo orto anche se su un balcone o in due vasetti di fortuna. Prendersi cura di qualcosa che potrebbe essere se stessi o i vostri animali. Oppure fare attività fisica in casa, venire a pulirmi la camera perché io non c'ho voglia, fare una passeggiata con i vostri cagnolini se il tempo è bello, scrivere poesie o pensieri che chissà che un giorno non serviranno al vostro biografo o fare il decoupage, il ricamo, l'uncinetto, giocare AL GAME BOY COLOR COME STO FACENDO IO o telefonare a quella persona che non sentite da tanto.
E dato che sono giorni un po' difficili per tutti, soprattutto per quanti svolgono un lavoro a cui sono state poste restrizioni se non divieti, per farvi avere il mio sostegno, come sto cercando di fare con la mia capa che essendo ristoratrice sta uscendo devastata da questa situazione piangendo da due settimane, voglio caricare un video al giorno dove faccio ciò che mi viene meglio ovvero la coglionazza per cercare di sdrammatizzare questa situazione e rendere questo periodo un po' meno denso e pesante di quanto già non sia <3
Grazie a tutti i miei amici che mi hanno taggato. Siete l'amore e vi mando un abbraccio enorme, gigante, immenso.
Vorrei taggare chi lo deve ancora fare così ci possiamo giocare tutti ma sicuramente qualcuno lo avrà già fatto:
@sbrodolare (FALLO SORELLA) @alicein1994 @cali-go @definizionetestaimmobile @evitabilierrori @fango-e-caviale @fogliettoillustrativo (ti metto perché non me lo so auto fare terrorismo psicologico eheh) @h-lmie @il-pianoforte-scordato @nientediche-e @neltempodiuncaffe @queennica (perché mi manchi) @spaziodisolitudine @scrivoeavoltelanottedormo @tantepau @trattengo-ilfiato @uncampodineve @yogurtbianco @ti-porto-io @tikibombom @vogliofarelafotografa @ifileavetonight @thecatcherinthemind @souvlakispac3station (consorella frocia tivibi)
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thefelineofaveb · 5 years
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non tocco il pianoforte da anni, lui è scordato e io ho scordato come si suona, ma "give you up" di Dido ha fatto incollare le mie mani tremanti sui tasti.
magari è ora di ricominciare a esercitarmi..
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pezzi-di-anima · 6 years
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Ringrazio @un-ragazzo-solitario per questo bel gioco. 😊
Carico queste 10 immagini che mi rappresentano (ho creato anche dei collage per farlo al meglio😁). Inoltre chiederò ad altre persone di fare lo stesso (ovviamente se vorranno)😉
@ilragazzosilente @il-pianoforte-scordato @s-dot-five @unragazzodolce @contanosoloidettagli @nevischioo @dont-cry-boy
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@pezzi-di-anima
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ipotesi-controversa · 6 years
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03:21 AM
Il silenzio della piccole ore, seduta una sedia gambe divaricate, una maglietta bianca sporca di sangue e del suo odore alquanto nauseabondo, braccia conserte e sguardo fisso nel vuoto, morto, perso, appeso in qualche angolo perverso della mia mente che piano piano scivola in un languido altrove, un altrove mica definito.
Pregusto la mia idea malsana di una fuga in un posto totalmente sconosciuto, vivere con poco in un posto dove la felicità sopravvive a stenti, correre nudi in una foresta, la bellezza dell’acqua fresca sotto i piedi e i brividi all’idea di una morta lenta e tormentata, gli incubi peggiori nei giorni migliori di una me strana, di una me di strada, di una me fatta di Nirvana e fumo, fumo tossico e cartine riempite di giornate vuote e di vecchi ricordi che sfocano con il sottofondo di un bel violino dissonante. Accantono la mia paura in un angolo, la metto in castigo, e urlo, urlo di non venirmi a cercare, di aver cambiato casa e città, di avere una nuova vita, fatta di spartiti suonati controvoglia su un pianoforte scordato e pensieri tormenti di una vita difficile e pianti spenti nel buio più totale di una stanza con delle pareti bianche, una sorta di obitorio, una stanza di morte. Estrema unzione. E parole in circolo, un circolo vizioso, sì, che è proprio vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio, ed io cado nelle stesse buche, l’anima mia, in fiamme e con le gambe, entrambe rotte dal desiderio incessante di seguire l’impossibile. L’impossibile che si fotte tranquillamente i miei pensieri lascivi bevendosi un whisky e festeggiando alla mia disfatta clamorosa, come un manager dopo un’ottima trattativa andata in porto, ed io, gladiatore, sdraiata in mezzo all’arena, esangue ed esausta pregando dio di farmi esalare il mio ultimo respiro, cercando e bramando la gloria eterna, e invece, proprio come il buon vecchio Ettore mi vengono forate le caviglie e vengo trascinata per le mura della città, ma la mia vita è realmente questo trofeo da esporre in bella mostra?
Ma sono a casa mia, giuro, stesse gambe divaricate, gli occhi socchiusi, violacei, una sigaretta che si consuma da sola, al buio, si consuma ballando un valzer lento ma passionale, le mie dita quasi bruciate, e un mezzo sorriso di gratitudine nel mio stato di incoscienza o di semicoscienza mentale e la stupida considerazione di non trovare il mio riflesso nemmeno nel migliore degli specchi. Che vita puttana.
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fisso il soffitto chiedendomi che fine farò
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roses-symphony · 6 years
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Kikoeru?
Il titolo significa “mi senti?” in giapponese.
Come dal post di poco fa, questa ff nasce prendendo spunto da una canzone di Atsushi Sakurai e principalmente dallo stato d’animo che Ermal sembrava avere (nascondere) durante quel raduno a Milano lo scorso Dicembre. Credo che fosse in concomitanza alla fine della sua relazione e, non lo so, mi son immaginata un po’ questo.
È scritto di getto, lo posto prima qui in modo da avere vostri feedback e se poi va bene lo metto su AO3 xD
Le luci erano quasi tutte spente, le persone che fino a poco prima erano lì per lui, lì con lui e avevano condiviso con lui quei momenti senza accorgersi di quello che si teneva dentro, erano ritornare alle proprie vite  con solo il piacevole ricordo della sua voce e della sua musica.
Anche Marco, nonostante avesse insistito per restare, per riaccompagnarlo a casa, alla fine aveva ceduto e l’aveva lasciato da solo.
Se ne stava seduto a quel pianoforte scordato, un dito di vino rosso ancora nel bicchiere, la giacca stropicciata e le mani posate sulle ginocchia,  mente fissava un punto nel vuoto davanti a se.
Non c’era più nessuno.
In quei mesi, dopo la separazione, era riuscito a riempire il vuoto grazie al suo non fermarsi mai, lavorare, suonare, cantare, viaggiare e scrivere... l’avevano salavato dai pensieri e dai dolori ma in quel momento, in uno dei pochi in cui si era concesso di fermarsi e pensare, si era sentito svuotato e solo.
Aveva fatto cadere la maschera dal bel sorriso e dalla battuta pronta che aveva tenuto su fino a quando i suoi fan erano lì e aveva lasciato che il dolore gli solcasse il viso, che la rabbia gli facesse tremare le mani, che i rimorsi e i rimpianti gli spezzassero il fiato in gola. 
Era stato capace di controllarsi, di controllare le sue emozioni fino a quel momento ed ora sembrava non riuscirci più. L’argine si era spezzato, le emozioni gli stavano straripando dall’anima e lui aveva bisogno di un ancora a cui aggrapparsi.
Strinse forte tra le mani il cellulare come se, quell’oggetto, potesse diventare la sua ancora, la sua salvezza e  il display si illuminò ricordandogli che ore fossero senza che lui ne avesse il minimo interesse, ma in un gesto automatico, lo sblocco e andò a scorrere tra le chiamate recenti.
Gli stessi nomi si ripetevano in quella sequenza ormai da anni, ma uno si distingueva e, contrariamente a quanto si aspettasse, a quanto credeva che il suo cuore cercasse, i suoi occhi si fermarono proprio su quel nome che, sapeva già, da lì a breve l’avrebbe accompagnato per molto tempo; non  ne capí il motivo -ma a cosa serviva? la razionalità non ha mai guarito un cuore spezzato - ma lasció che  la chiamata partisse.
“Dormivi?” La voce gli uscì in un sussurro, bassa e lenta, così diversa dal solito.
“No, non ancora” ci furono dei secondi di silenzio in cui Ermal respirava piano, il respiro quasi affannato di chi cercava di trattenere dentro parole e lacrime 
“Mi senti? Ermal? Tutto bene?” 
La voce di Fabrizio, al contrario della sua, era calma e calda e gli diede l’impressione di essere un balsamo per quelle ferite che stava tentando di ricucire senza troppi risultati, da solo. 
Ci fu ancora silenzio.
Ermal avrebbe voluto ascoltarlo solamente, senza dover dire nulla di importante e senza lasciare che quei pesanti discorsi si appropriassero della loro conversazione; voleva parlare di cose banali e ridere insieme, fare le solite battute stupide e prendere in giro Fabrizio. Ma ancora, avrebbe voluto dirgli che la sua voce lo calmava e che lo faceva sentire meno solo, che non sapeva perché l’avesse chiamato ma sapeva che ne aveva il bisogno; voleva sentirlo vicino nonostante la distanza. Ma le parole non gli uscirono.
Si passò una mano sul viso per scostare i capelli, ormai troppo lunghi, che gli nascondevano i bei lineamenti, che gli nascondevano gli occhi e quel velo di tristezza che li macchiava da un po’ quando sentì di nuovo la voce dell’altro
“Mi senti?”
“Ti sento” rispose “...puoi-fece una pausa deglutendo a vuoto- possiamo stare così, per un po’?”
La sua voce sembrava quella di un ragazzino in cerca di protezione, in cerca di un appiglio, in cerca di parole che da solo non sarebbe mai riuscito a pronunciare. Fabrizio lo capì e, anche se per sua natura non era sicuramente una persona eloquente, iniziò a parlare di tutto e di niente, riempiendo le orecchie del più giovane con le sue parole che sembravano banali ma che erano ponderate e studiate affinché gli risollevassero il morale.  
Gli accarezzò i pensieri con il suo tono gentile, gli solleticò il cuore con la sua risata e il suo accento troppo marcato ma che tentava sempre di mascherare, gli abbracciò i sensi con i suoi sospiri e le parole dolci.
Ed Ermal aveva  sorriso, prima di chinare il capo e lasciare che le ultime barriere si distruggessero, che la maschera si sgretolasse completamente sotto il peso delle sue emozioni,  prima di mostrare il suo cuore nudo e sanguinante a se stesso e alla voce dall’altro capo del telefono, trasformando la risata leggera in un singhiozzo. 
“Fabrí...” aveva sussurrato il suo nome prima di continuare “...fa male. Fa così male...”
Le lacrime sembravano non volersi fermare ora che avevano iniziato a scendere e avevano trovato qualcuno che, seppur distante, sembrava volerle raccogliere e Fabrizio, che non aveva posto domande, stava lì ad abbracciare il suo dolore e a fargli capire che l’avrebbe supportato, che anche se non capiva e non conosceva ancora il motivo che lo spingeva a farlo, avrebbe preso dalle sue mani da pianista quel cuore ormai a pezzi ma ancora pulsante e l’avrebbe curato e custodito. Le mani di entrambi sporcate dallo stesso sangue ma intrecciate e forti.
Ermal, per un secondo, ci sperò davvero che Fabrizio, con un tocco magico, potesse spazzare via ogni suo male ma sapeva che era umanamente impossibile, eppure, spinto dai sussurri di quella voce, volle crederci.
“Andrà tutto bene. Ce la farai... ce la faremo. Lo so che fa male, che vorresti rompere tutto, ma credimi, passerà” ed Ermal volle crederci.
Si asciugò gli occhi col dorso della mano,tentò di sorridere di nuovo prima di sussurrare un “Non ci vedremo per un po’...” detto forse più a se stesso che all’altro, come constatazione del fatto che non avrebbe potuto godere della sua vicinanza e del suo supporto.
“Ti dispiace?”
“Forse... “
Fabrizio aveva riso e, anche se erano poche le volte in cui l’aveva visto ridere, quel suono e quell’immagine gli erano rimasti nella mente e poteva vederselo davanti, mente buttava la testa all’indietro e tentava di nasconderla, quella bella risata.
“Non ci vedremo per un po’ ma per ora ti auguro solamente la buonanotte“, c’era stato di nuovo silenzio e, anche se in quel momento sembrava non esserci altro da dirsi, quel silenzio nascondeva la promessa di sentirsi ancora e il permesso di appoggiarsi a lui qualora ne avesse avuto bisogno.
Ermal aveva annuito come se lui potesse vederlo e infine aveva sussurrato “Buonanotte”.
Nessuno dei due, in quel momento, realizzò la potenza dei loro sentimenti; c’era qualcosa che li spingeva l’uno verso l’altro noncurante del dolore o delle distanze, qualcosa che li faceva sentire simili, che, costante il poco tempo speso insieme, li faceva sentire necessari l’uno all’altro. Non lo sapevano ancora, ma quei sentimenti li avrebbero accompagnati per molto tempo.
“Mi senti?”
“Ti sento...”
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