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#impara e andare avanti
lospalatoredinuvole · 2 years
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Negare gli errori non ti fa andare oltre.
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iviaggisulcomo · 2 months
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"Il bambino che comincia a camminare deve accettare il rischio, deve incominciare ad apprezzare il fatto che muovendo un passo - e cioè mettendo a repentaglio il suo equilibrio - può essere ragionevolmente certo che riuscirà a ritrovare l'equilibrio con il passo successivo; e allora, se un essere umano impara che non c'è bisogno di rimanere aggrappati ai propri pensieri e se ne potranno trovare degli altri con i quali continuare ad andare avanti - questa è una psiche che è sulla strada giusta."
(Tratto da Sigmund, G. Foresti)
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occhietti · 6 months
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PRONTUARIO
PER IL BRINDISI DI CAPODANNO
Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale, cucina, albergo, radio, fonderia, in mare, su un aereo, in autostrada, a chi scavalca questa notte senza un saluto, bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta, a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta, a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando, a chi non è invitato in nessun posto, allo straniero che impara l’italiano, a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto, a chi non si può alzare, a chi arrossisce, a chi legge Dickens, a chi piange al cinema, a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio, a chi ha perduto tutto e ricomincia, all’astemio che fa uno sforzo di condivisione, a chi è nessuno per la persona amata, a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe, a chi scorda l’offesa, a chi sorride in fotografia, a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto, a chi non capisce le barzellette, all’ultimo insulto che sia l’ultimo, ai pareggi, alle ics della schedina, a chi fa un passo avanti e così disfa la riga, a chi vuol farlo e poi non ce la fa, infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera e tra questi non ha trovato il suo.
- Erri De Luca
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canesenzafissadimora · 6 months
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Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta,
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l’italiano,
a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all’astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe,
a chi scorda l’offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto,
a chi capisce le barzellette,
all’ultimo insulto che sia l’ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.
E.De Luca
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solosepensi · 6 months
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Prontuario per il Brindisi di capodanno
Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta,
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l’italiano,
a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all’astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe,
a chi scorda l’offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto,
a chi non capisce le barzellette,
all’ultimo insulto che sia l’ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.
- Erri De Luca
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La mancanza di una persona non si supera, ma si sopravvive e si impara ad andare avanti
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<<Ti manca?>>.
<<Ma anche se fosse che mi mancassse, io manco a questa persona?. Con il tempo si impara anche ad accettare le decisioni degli altri. Ci posso star male, ma almeno rispetto la sua decisione>>.
<<Ma non vuoi riprendere il rapporto con questa persona?>>
<<Io sì ma lei no, quindi meglio lasciar perdere e andare avanti anche se è difficile. Alla fine tutti si stancano di me o se ne vanno all'improvviso>>.
<<Ma che ne sai?>>.
<<Semplice perché è una persona che assomiglia alla sabbia. Se la stringi troppo o troppo poco ti scivola tra le mani. Io non sono stato in grado nè di capirla nè di legarmi a lei>>.
<<Ora che fai?>>.
<<Semplice, cercherò di vivere la mia vita. Forse un giorno ci incontreremo di nuovo oppure no. Ma di sicuro questa esperienza mi è servita per capire come legarmi alle persone. Lasciare a loro le proprie priorità e io essere a loro sostegno, nella speranza che venga ricambiato>>.
<<Ma non corri il rischio di essere usato?>>.
<<Se non rischi non vivi e se non vivi sprechi il tuo tempo in attesa di qualcosa che non arriva mai>>.
<<Tu hai mai rischiato?>>.
<<Sì, una volta ho giocato inter-cagliari 2 fisso>>.
<<Questa frase l'hai presa da un film di Aldo,Giovanni e Giacomo?>>.
<<Sì. Ma a parte questo le volte che ho rischiato è andata quasi sempre male. Per cui prima di rischiare devo essere sicuro che vada bene e questo è il difficile nella vita. Ora vado. Ci sentiamo presto>>.
<<Buona serata anche a te. Ci vediamo nel weekend>>.
I due amici presero le strade opposte per ritornare alle proprie case.
Ps: questo dialogo è frutto della mia immagizione e ogni riferimento è puramente casuale
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maurosempre · 6 months
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Prontuario per il brindisi di Capodanno” di Erri De Luca:
Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta,
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l’italiano,
a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all’astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe,
a chi scorda l’offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto,
a chi non capisce le barzellette,
all’ultimo insulto che sia l’ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.
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lalupa-bianca · 1 year
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"Gli attacchi di panico, o attacchi d'ansia... alcuni dicono siano la stessa cosa, altri dicono siano cose diverse... va beh qual è il problema, qualsiasi cosa pensiate o abbiate studiato e quindi vi sentite fighi perché voi siete preparati, voi siete il salvatore, voi siete luce in quel momento... voi, voi, voi... solo voi... smettetela! Che cazzo ne sapete voi! Cosa cazzo ne sapete di come ci si sente, dell'avere paura ad andare in giro, ovunque, perché potrebbero venire da un momento all'altro; dell'ansia che tutto in un colpo arriva e boh il tuo cervello si frigge e va in cortocircuito e non puoi spegnere e riaccendere come un cavolo di computer; dell'imbarazzo che si prova quando sei in quel casino perché non sai cosa pensano gli altri, dell'impressione che stai dando di te, senti quello che gli fa pena "ooo povera" , senti quello che non sa cosa fare "cavolo come si fa, fammi vedere su internet cosa dicono", senti il saputello che sa tutto lui "via, via andate via ci penso io" e magari non sai neanche chi cazzo è! Non è facile da affrontare, ma si impara, ci si fa l'abitudine, bisogna farlo! Per poter andare avanti. Una cosa che ho imparato è contare solo su se stessi! Solo noi possiamo sapere come stiamo, cosa ci capita, quanto durerà e come ci sentiremo dopo. Non contare mai sull'aiuto di qualcuno! Quando starai male e quella persona non ci sarà andrai ancora più nel panico, non appoggiarti a nessuno per questo, respiri profondi e calmanti, sii tu stesso a consolarti, accarezzati le tempie e le mani, aiuta a calmarsi, mantieni la schiena dritta e testa alta per far arrivare pensieri positivi e darti forza, ma piangi se devi, urla se stai esplodendo dentro! Quando sarà passato riposati, fai qualcosa di rilassante e dormi per liberare la mente e dare il tempo al corpo di ristabilirsi. Non pensarci troppo, poi, a ciò che ti è capitato, sorridi e vai avanti..."
-LaLupaBianca(5/4/2023)
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maledettalogica · 7 months
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Divanisti e PRENDITORI
Divanisti e Prenditori.
Flavio Briatore: "Con la cultura non si mangia."
Basterebbe questa frase per farsi un'idea della persona. Briatore ce l'ha anche con quelli che, con un termine attuale, sono definiti "Divanisti", quei giovani che, secondo i pappardellari (politici e giornalai) sono a casa loro, comodamente seduti sul divano e aspettano il reddito di cittadinanza o qualsiasi altro sussidio (se esiste) e che non hanno voglia di lavorare e aspettano il lavoro sotto casa. Teoria smentita dai fatti se è vero, come è vero, che ogni anno 130.000 giovani se ne vanno via in Inghilterra, in Germania e perfino in Australia per fare i camerieri, i pizzaioli, i contadini eccetera.
Saranno mica fessi questi giovani che vanno via? Un motivo ci sarà. Cerchiamo di capire come stanno le cose. Cominciamo dalla paga.
Ambiente di lavoro. I giovani che se ne vanno a Rimini o in altre località turistiche in Italia, lavorando dieci, dodici ore al giorno, se sono fortunati, lavorando in un camping o un villaggio turistico, hanno la possibilità di avere un letto in una stanza in comune con altri lavoratori. Se sono fortunati. Diversamente hanno la possibilità di dormire nel retrobottega del locale, o se vogliono un alloggio decente se lo devono pagare. Con le paghe che ricevono, quasi sempre in nero, senza contributi, senza contratti di lavoro, senza nessuna garanzia, non conviene. Togli le spese dalla misera paga, ci guadagni di più se resti a casa e fai una vita dignitosa che a Rimini per essere trattato e vivere come un immigrato.
Una "Prenditrice", proprietaria di uno chalet sulla spiaggia di Rimini, durante un'intervista televisiva, dichiarò che: "E' vero, le paghe sono basse, ma intanto impari un mestiere.". Si fosse trattato della proprietaria di un ristorante cinque stelle Michelin, il ragionamento poteva anche avere una sua logica. Ma cosa impara un cameriere di un bar sulla spiaggia a Rimini? Dopo tre giorni ha già imparato tutto. Al massimo impara qualche frase di tedesco da un cliente berlinese che ordina "Spaghetti alla bolognese".
Veniamo ai "Prenditori".
Quelli avanti negli anni, o che per motivi di studio o per interesse personale, conoscono la storia della prima repubblica, sanno che esistevano le "Partecipazioni Statali" spesso una realtà ministeriale. La definizione delle Partecipazioni Statali, nell'opinione pubblica, dei giornali, e dei politici dell'opposizione era di un Ministero nel quale se l'impresa partecipata era in attivo, ci guadagnava il privato (gli azionisti) se era in rosso ripianava lo Stato. Ed era così, nella realtà. Un po' come succede anche oggi, per fare un esempio, con molte banche, grandi e piccole, che sono state salvate dallo Stato, che ha speso miliardi per salvarle dal fallimento, e oggi non pagano la cosidetta tassa sugli extraprofitti e si tengono quei soldi in capitale sociale, con gli azionisti che sono quelli che beneficiano di questa operazione.
Ricordate Berlusconi, quando diceva che i ristoranti erano pieni? Aveva ragione, ancora oggi è così. Provate ad andare al ristorante o in pizzeria durante l'estate o a Pasqua o nel periodo di Natale e Capodanno. Chiunque mi legga ha esperienza diretta di questo. Vi chiedono subito: "Avete prenotato?". Alcuni gestori lo chiedono in qualsiasi periodo dell'anno. In molti casi dovete aspettare che si liberi un tavolo, in tanti altri il tavolo non c'è. Ma quanti sono i ristoranti e le pizzerie in Italia?
Sono 340.000, dati ufficiali dell'associazione di categoria. Per quelli che non si fidano o per i pignoli, ho fatto un po' di calcoli che aggiungo solo per un'esigenza di chiarezza, ma potete risparmiarveli. Quelli che possono, volendo, tutti i giorni, ma anche quelli che non possono e si concedono un pasto o una pizza fuori casa saltuariamente, conoscono bene la situazione che descrivo.
Bene. Fcciamo una media tra quelli che hanno più di trecento posti tavolo, e non sono la maggioranza, (quanti saranno, il 20 il 30 per cento a voler essere generosi?) e quelli che ne hanno cinquanta o meno e sono il 70 per cento. Viene fuori una una disponibilità giornaliera di 42.500.000 posti tavolo.
30% di 340.000 = 102.000 x 300 = 30.600.000 +
70% di 340.000 = 238.000 x 50 = 11.900.000 =
Posti tavolo disponibili giornalieri 42.500.000
A questo punto, dovete detrarre, come più vi aggrada, secondo la vostra opinione, i turisti. Quest'anno boom di turisti.
https://www.confcommercio.it/-/turismo-in-italia
Il turismo interno ha visto "solo", mediamente, 12.000.000 di italiani che si sono spostati. Ultimo dato e smetto di annoiarvi con i numeri. Chi mi legge non è come un pappardellaro, che vive su un altro pianeta. Sa bene che noi siamo un paese di evasori, dove un commerciante, un professionista, dichiara al fisco meno di un operaio, che i "ricchi" sono molti di più di quelli "noti" come Briatore. Ma anche, senza voler usare questa parola, che tanto spaventa chi può, anche quelli "abbienti" sono molti. Chi di voi non conosce un meccanico, un macellaio o altro che ha tre, quattro appartamenti di proprietà e così via.
Ecco, basta questa categoria di persone per riempire i ristoranti o le pizzerie. Ma ci sono altre categorie per le quali il ristorante o la pizzeria sono un lusso che raramente, o mai, possono permettersi: i pensionati con pensione da fame, i lavoratori che anche se lavorano guadagnano un salario che li mette nella fascia dei poveri, i disoccupati e così via. Se non dici anche questo sei un pappardellaro. E quando un pappardellaro, che sia un politico o un giornalaio, dice che i ristoranti sono pieni, non vi dice tutta la verità. Dire mezza verità equivale a dire mezza bugia. La verità è che, mediamente, da dieci anni a questa parte, 130.000 giovani lasciano il nostro paese in cerca di paesi più civili che non li sfruttino e che li valorizzino. E per una immagine, per l'apoteosi della pappardella, se ne avete voglia, rileggetevi il mio post e integratelo con quello che succede oggi: costringiamo giovani medici, specializzati, ad emigrare e "oggi" importiamo medici dall'estero (indiani, cubani e da chissà quale altro paese.). E ribadisco: Ma si può essere più coglioni di così?
I "Prenditori" ci hanno ammosciato l'anima per decenni con "Il Mercato", la "Legge della domanda e dell'offerta" e questi due enti non ammettevano morale, sottigliezze o distinguo. Bene, seguissero questa legge grazie alla quale si sono arricchiti per decenni e ne traessero le conseguenze: se la domanda di lavoratori è alta e non se ne trovano... bisogna aumentare l'offerta. Senza pappardelle come la formazione, i centri dell'impiego e tutte le scemenze di cui si riempiono la bocca tutti i giorni.
TWITTER @Maledetta logica
Fb augusto.alvino.3
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[...] ed entrambi accettano quelle lacrime, perché sanno che, a volte, concedersi di piangere lava l'anima e la restituisce davvero nuova e pulita, sciacquata via da tutta l'amarezza. Far diventare reali le cose nascoste e dolorose serve a sconfiggerle e a liberarsene, per poter andare avanti senza fantasmi e agire davvero in piena coscienza di chi sei e che cosa desideri.
[...] un atto di coraggio, confronto e apertura, può davvero diventare il modo per liberarsi del dolore, e imparare ad accettarlo come qualcosa che è successo, ci ha fatto male, e che abbiamo deciso di non far succedere più.
Cit. "L'amore si impara leggendo"
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ypsilonzeta1 · 1 year
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Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale, cucina, albergo, radio, fonderia, in mare, su un aereo, in autostrada, a chi scavalca questa notte senza un saluto, bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta, a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta, a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando, a chi non è invitato in nessun posto, allo straniero che impara l’italiano, a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango, a chi si è alzato per cedere il posto, a chi non si può alzare, a chi arrossisce, a chi legge Dickens, a chi piange al cinema, a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio, a chi ha perduto tutto e ricomincia, all’astemio che fa uno sforzo di condivisione, a chi è nessuno per la persona amata, a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe, a chi scorda l’offesa, a chi sorride in fotografia, a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo, a chi restituisce da quello che ha avuto, a chi non capisce le barzellette, all’ultimo insulto che sia l’ultimo, ai pareggi, alle ics della schedina, a chi fa un passo avanti e così disfa la riga, a chi vuol farlo e poi non ce la fa, infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera e tra questi non ha trovato il suo.
ErriDeLuca - Prontuario per il brindisi di Capodanno
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werthersthings · 9 months
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Non so perché sono fatto così; ho paura di molte cose, ma la cosa che più mi fa timore è senza ombra di dubbio lo sbagliare.
Già, sbagliare. Sbagliare e rimanere in imbarazzo. So che non si dovrebbe avere paura di essere giudicati quando si sbaglia.
“Sbagliare è umano e si impara dagli errori”; è questo quello che ci dicono, che ci ripetono sempre. È vero, ma io vorrei sparire dopo un mio errore, anche solo dopo aver fatto qualcosa che esce dalla mia confort-zone.
So che è un pasticcio, ma questo giro di parole lo sto facendo solamente per dire che in questo momento sto odiando me stesso. Non sono intraprendente, vedo la vita degli altri andare avanti, scorrere senza alcun problema, mentre io sono li a pensare se è una cosa che fa per me o meno andare dalla ragazza che più mi piace a presentarmi. Ho semplicemente paura di un rifiuto, di sbagliare, di essere deriso; e so che non è una cosa giusta, ma è cosi per me.
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mancino · 10 months
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Ad essere forti si impara strada facendo.
A sorridere si impara piangendo.
Ad andare avanti si impara cadendo e rialzandosi.
Web
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perlenerenelvuoto · 1 year
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Penso a quando una storia importante finisce. Parlavo al telefono con mia sorella qualche ora fa, mi raccontava di come sia finita la sua relazione con la sua ragazza, pochissimi giorni fa. Aveva la voce spezzata dal pianto, percepivo tutto il suo dolore e lo accoglievo, come si fa solo con chi ami davvero. Si verifica una strana fase subito dopo una rottura: imparare ad accettare di vivere la propria quotidianità senza quella persona. È ovvio che si possa andare avanti, anche se ogni tanto tremano i pavimenti sotto i piedi, ma è un dolore che brucia, quello della fine di una storia d'amore. Ho sempre pensato che ci sono delle ferite a cui non ci si abitua mai. Forse, però, semplicemente si impara a conviverci. Sappiamo che sono lì, nel tempo sono diventate cicatrici, ma ogni volta che le guardiamo ci ricordano un certo dolore, come se quella ferita fosse ancora aperta e sanguinante.
Ricordo che, poco dopo la chiusura di una storia alquanto significativa sotto vari punti di vista, bastava un odore o un certo profumo a farmi tornare a galla ricordi. Ancora oggi basta una canzone a farmi tornare in mente quel certo periodo della mia vita. Ogni rottura è diversa, come ogni storia e come ogni persona. Ma sento che c'è un dolore che brucia nel petto ogni qual volta che perdiamo qualcuno a cui volevamo bene o per cui c'era amore.
Non so perché, ma ho sempre pensato che il mare potesse lenire tutte le mie ferite, come quando da piccola, dopo essere caduta in bici e essermi procurata qualche graffio e a volte anche peggio, mi tuffavo in mare e sentivo le mie ginocchia bruciare. Era un dolore silenzioso a cui, però, mi lasciavo sottoporre. Una volta fuori dall'acqua ecco che, dopo qualche tempo, le mie ginocchia parevano stare meglio. Ed ero pronta a nuove corse, nuove cadute e nuovi graffi.
Solo che, in alcune giornate più di altre, è difficile sopportare e convivere con alcune ferite. Bruciano più del solito, fanno male proprio lì, nel petto.
Penso a mia sorella, pelle della mia pelle, al suo cuore spezzato anche se conscio della decisione presa. E penso che il mare lenirà anche le sue ferite e se non dovesse farlo, sicuramente mi occuperò di bere con lei una bella bottiglia di vino rosso che colmerá e calmerà, piano piano, anche se per poco, queste crepe dell'anima.
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simplypaola · 1 year
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Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è stato invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l’italiano,
a chi studia musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrosisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all’astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà un eroe,
a chi scorda l’offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto,
a chi non capisce le barzellette,
all’ultimo insulto che sia l’ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.
Erri De Luca
Felice Anno Nuovo
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