#ingegneri
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some shameless self promo, which doesn't feel like self promo because i'm only one of many involved in this:
my college choir's newest CD comes out on the 2nd May! first ever recordings of the little-known 16th century composer Marc'antonio Ingegneri. the album is Marc'antonio Ingegneri: Vol. 5 - Motets For the Liturgical Year and i think it's pretty damn good tbh!
https://amzn.eu/d/aIR2uEA
https://www.prestomusic.com/classical/products/9764597--marcantonio-ingegneri-choral-music-vol-5-motets-for-the-liturgical-year
(ordering from either of those links will mean the sale is tracked and we might get into the charts, so if you're gonna buy the album then go that route to make my choir director happy! obviously we wanna avoid amazon if possible, so i'd go with presto music for that reason)
and of course it will be on spotify https://open.spotify.com/artist/5OsazzFwTYWz7ZGLbafe9X?si=M6c67qs6RXyWI5DRa0NpLw
#music#choral music#16th century music#16th century polyphony#polyphony#polyphonic music#choir#choir music#esme.txt#marc'antonio ingegneri#ingegneri#cambridge#girton college#ingegnere#italian composers#renaissance#renaissance composers#renaissance music
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Fiaip: Istituito Tavolo permanente di confronto con Istituzioni, Ordini e Associazioni Proprietari
Temi che impattano sulla casa: evoluzione normativa, bonus fiscali, emergenza abitativa
Temi che impattano sulla casa: evoluzione normativa, bonus fiscali, emergenza abitativa. “Con il Salva Casa migliaia di alloggi in Piemonte troveranno mercato e ci sarà maggiore disponibilità di abitazioni”Un Tavolo Permanente di confronto con le Istituzioni, gli Ordini professionali e le Associazioni dei proprietari: questa è la volontà emersa nel corso dell’incontro con la Regione Piemonte,…
#Agenti Immobiliari#Alessandria news#Alessandria today#Architetti#bonus fiscali#cessione del credito#collaborazione istituzioni#CONFEDILIZIA#direttive europee#economia immobiliare#edilizia residenziale#Edilizia sostenibile#efficienza energetica#Emergenza abitativa#Fiaip#geometri#Gian Battista Baccarini#Google News#immobili regolari#Ingegneri#italianewsmedia.com#legge 105/24#Legge Salva Casa#Marco Gallo#Marco Pusceddu#Mercato Immobiliare#normativa edilizia#notai#oblazioni edilizie#patrimonio edilizio
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lento come un ingegnere
It is perfectly okay for slow-moving creatures like engineers to be content with the SI units: m, s, kg. But it seems silly in SR [special relativity] to use units in which the fundamental constant c has the ridiculous value 3 × 10^8.
B. Schutz, A first course in general relativity
#citazioni#schutz#bernard schutz#a first course in general relativity#facezie#relatività#velocità della luce#ingegneri#lento#si unit
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Lavoro per Ingegneri, operai, meccanici presso cantieri Webuild

Si assumono operatori di cantiere, ingegneri, meccanici, responsabili. Webuild (ex Salini-Impregilo), multinazionale italiana specializzata nella realizzazione di grandi infrastrutture complesse, cerca personale da inserire nei prossimi giorni/mesi presso cantieri sul territorio nazionale.

I profili ricercati sono: amministrativo di commessa (Taormina), operatori di cantiere (Catania, Novi Ligure, Nord e Sud Italia), operatori meccanici (Catania), meccanici tradizionali (Novi Ligure), geologo (Bressanone), ingegnere (Avellino), ingegnere qualità (Taormina), planner (Messina e Verona), responsabile al sistema gestione ambientale (Bressanone) e responsabile controllo qualità (Trento). Requisiti in base al ruolo: diploma o laurea in economia, ingegneria civile, ingegneria edile, geologia o scienze geologiche; esperienza (anche minima) nella mansione specifica; buona/ottima conoscenza della lingua inglese; disponibilità full-time. Tra le condizioni offerte: percorso formativo gratuito per gli operai, contratto a tempo determinato o indeterminato, retribuzione in linea con la professionalità, vitto e alloggio per i fuori sede nel cantiere di destinazione. La selezione è gestita dall'agenzia per il lavoro Adecco. Per maggiori dettagli e invio candidature clicca qui. Read the full article
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L'incredibile idiozia del tasto "condividi" a cuor leggero
[Tempo di lettura stimato: 5 minuti] Hai condiviso l’immaginetta “poi arrivarono gli ingegneri”? Sei un idiota e ti spiego perché! Ci risiamo, sta accadendo ancora: a intervalli regolari, si ripresenta, nel web, questa stupidissima immagine sugli antichi romani che costruirono strade millenarie e su quelle cadenti, progettate da ingegneri. Questa immagine ci riporta nel meraviglioso mondo del…
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Però mi ha ricordato di quella volta che all'Uni iniziammo a litigare sul fatto se la definizione di spazio vettoriale fosse una quadrupla o una terna di elementi (è una quadrupla).
Stavamo venendo alle mani, al punto tale che, non avendo il testo a portata di mano, decidemmo di andare in biblioteca e risolvere la cosa, altrimenti sarebbe finita nel sangue.
#le storie dei matematici sono piene di delitti efferati#e pure quelle degli ingegneri non scherzano
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Sono razzista solo contro i piemontesi, gli ingegneri e da oggi anche gli agenti immobiliari.
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i need to studyyyyyyyy
#i can see the finish line and all my willpower has vanished#ho sprecato un'ora della mia vita a capire come funziona l'esame di stato per entrare nell' albo degli ingegneri
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LA TIRANNIA DELLA PAURA
No, non copro la tastiera con la mano mentre digito il codice del bancomat. Imparate che cos'è uno skimmer e poi l'unica cosa che coprirete saranno le vostre facce per la vergogna dell'arretratezza archeologica.
Prima di premere il numero della pompa di benzina per fare carburante, io mi volto per controllare venticinque volte perché qualcuno potrebbe essere velocissimo a scambiare gli adesivi appiccicati sopra e sono sicuro che poi arriverebbe dall'altra parte con un hummer a fare un pieno da 400 euro col mio bancomat.
No, la nuova password che ho scritto non è una 'parola comune', non è per nulla una 'PAROLA COMUNE' ma se vuoi ti mando la mia mezzelfa lesbica barda guerriera berserk maledetta da un djinn e glielo dici tu che il suo è un nome comune.
'Berlusconi è morto, il Papa è morto e anch'io non mi sento troppo bene'. Forse prima di scrivere certe amenità argute dovrei controllare i destinatari perché il gruppo whatsapp dei miei amici di Viareggio e il gruppo di lavoro sono un po' troppo vicini.
Stanotte ho sognato che volevo fotografare la targa della macchina dei ladri che mi avevano appena svaligiato casa ma avevo il dito sudato e non mi riconosceva l'impronta digitale. Pure nei sogni era esclusa la possibilità che io potessi mandare a memoria numeri con più di una cifra.
Nella lista dei prossimi papi papabili ho appena aggiunto Nick Torquemada degli Inquisitori Ululanti e l'ho messo al secondo posto tra Vlad Tepes e Andrei Chikatilo.
Incredibile che alla Jeep ci siano ingegneri che hanno preso le misure della distanza tra il binario di scorrimento del sedile e la scocca del freno a mano e abbiano detto 'Perfette per intrappolare lo smartphone di quel coglione di Parma'.
Alcuni studi dimostrano che il 100% di quelli che hanno più di un rapporto sessuale a settimana muore.
Che io viva con la mente e con il cuore su un altro piano di esistenza slegato da questo lo dimostra il fatto che quando sento farneticare Trump, Musk o quella mediocre sgherra della Meloni, nella mia testa parte '…ma alcuni opposero resistenza. Un'ultima alleanza di Uomini ed Elfi marciò contro le armate di Mordor. E sui pendii del monte Fato combatté per la libertà della Terra di Mezzo'. Non è molto ma mi restituisce speranza.
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Il disastro in cui s'è infilata l'industria automobilistica europea da quando circa dieci anni fa ha iniziato la dismissione dei motori a combustione per virare verso l'elettrificazione, pur essendo leader mondiale, super avanti a tutti sui motori benzina e diesel e nonostante la competizione o meglio DUMPING dei cinesi fosse un dato già alle viste.
È vero, c'era stato il dieselgate, un problema minore senza vittime ma amplificato a dismisura, e c'era stato l'Accordo di Parigi sul Clima alla COP21, il meeting annuale dove la grande finanza manda avanti gli utili idioti delle lobby ambientaliste per determinare su cosa lucrare.
Due le forze che spingevano i costruttori verso l'auto a pile: la Commissione Europea, che poi l'avrebbe imposta per legge, e la finanza, a cui solo Toyota ha avuto la forza di resistere. Agli annunci sono poi seguiti gli investimenti miliardari sull'elettrico e i disinvestimenti sul termico, col conforto di prestigiose quanto fallibili società di consulenza coi Mario Monti tra i Partneroni (che tanto hanno i loro riferimenti nella grande finanza, quindi poco male per loro).
Peccato che la realtà sia diversa dalle pianificazioni. Salvo pochi, gli automobilisti vogliono ricaricare ovvero fare il pieno in due minuti, sebbene i Governi abbiano finanziato le colonnine e incentivato gli acquisti. Così da quasi due anni, senza tanto rumore ogni mese c'è chi interrompe una produzione, chi ne rimanda un'altra, chi slitta sine die una giga-factory, chi sconfessa l'abbandono dei motori termici, chi addirittura resuscita il diesel che tanto male avrebbe fatto all'umanità, nonostante l'inno del compagno Finardi ("diesel è il ritmo delle cose/ È la giusta propulsione per la nuova situazione").
Nonostante la sveglia suonata dal mercato, la politica tiene ancora sotto schiaffo con le multe le case auto, costrette anche dalle scorte invendute nei piazzali a continuare con la narrazione pro-elettrico, dando la colpa ai clienti che non sarebbero maturi, alle colonnine che non funzionano, ai venditori che non spiegano bene. Tutto pur di non ammettere di aver mandato l'industria a sbattere.
Questi sono i fatti. E ci portano due domande: com'è che fior di manager che leggevano i segnali del mercato, perché li leggevano bene, non sono riusciti a fermare una strategia suicida? E com'è che un'industria tanto importante non ha saputo resistere alle pressioni? La prima risposta è: marketing. La seconda è: public company.
Le industrie marketing oriented, tipicamente quelle FMCG (fast moving consumer goods), affidano al marketing lo sviluppo dei prodotti: sa quale fabbricare perché sa cosa i clienti vogliono. Nell'industria dell'auto invece l'idea è che gli ingegneri sappiano quale prodotto sia migliore e i capi della fabbrica quale sia più conveniente. Hanno ammirato Tesla come auto, non capendo che è un'idea, un prodotto alternativo (e di fascia medio-alta), non una evoluzione di quel che fanno loro.
Intendiamoci, non è che nelle Case non avessero capito che le auto elettriche non avrebbero sfondato. La riprova sono i lobbisti, che infatti hanno suggerito alla Commissione che l'unico modo di farle comprare fosse di vietare le altre: più chiaro di così?
Tanti sapevano ma non potevano parlare appunto perché il parere dei clienti non contava: si adegueranno, dicevano. Sì, come no? I soldi buttati sull'elettrico sono il prezzo che l'industria dell'auto ha pagato all'assenza del marketing.
Le public company, nel senso dei rapporti delel company coi sedicenti gestori del public, politici e giornalisti.
I manager non sono pagati per contrastare il potere, né in piazza né nelle segrete stanze: hanno un orizzonte breve, i profitti e la rendita per gli stakeholder privati e pubblici (Francia) nell'anno, massimo nel triennio. Anche qui, criticare i Tavares è facile ma forse il problema non sono loro: sono presi in mezzo tra incentivi pubblici da richiedere, casse integrazioni cioè aiutini pubblici e assenza di marketing, quindi dipendenza da reputazione e immagine "correct" (vedi dieselgate).
Quali che siano le ragioni, oggi l'industria automobilistica europea deve ripartire da una cosa che non ha, la capacità di competere sul motore elettrico di però cui gli automobilisti fanno volentieri a meno, e da una cosa che ha, la competenza sul motore termico a basse emissioni che invece il mercato chiede.
Non è difficile, ci vuole una strategia, ma in ogni caso non torneranno i volumi di prima. Per produrre un'auto ci vuole un cliente che la paghi il giusto. E se ciò significa allungare il ciclo fino a dieci anni e oltre va bene, visto che anche i finanziamenti sono arrivati a 96 e anche 120 mesi. I prodotti attuali hanno una qualità che può reggere benissimo. I clienti l'hanno capito e si stanno comportando di conseguenza. In pochi anni, il primo passaggio di proprietà è passato da 7 a oltre 8 anni e la vita media da 25 a 29 anni. L'auto torna a essere quell'acquisto importante, da pianificare con cura perché dovrà andar bene a lungo. In termini di marketing è un prodotto diverso da quello di cinque/sei anni fa.
Nota specifica sull'industria automobilistica italica. Oramai scomparsa?Anche questo è un fatto di cui prendere atto, non per farci sopra pianti nostalgici tipo, ah se ci fossero ancora Valletta o Agnelli (Valletta? Agnelli?!), i Ferrati i Maserati i Lamborghini.
Sarebbe il caso di prenderne atto e possibilmente VANTAGGIO: di fatto è una evoluzione (fuori dai prodotti di massa, li lasciamo volentieri a cinesi e francesi) allineata alla nostra VOCAZIONE NAZIONALE AI LUXURY GOODS. Finita la parentesi Balilla (btw voluta da Mussolini) poi 500 600 Uno Tipo Alfasud etc., l'Italia torni ad essere la terra delle BELLE AUTO POTENTI DA SOGNO. Da pagare il giusto, e mica solo Ferrari: anche la tacca medio alta di Alfa e Lancia sarebbe da resurreggere con chi si vuole, basta sia qualcuno che comprenda l'ottica di mercato sopra detta del "se dura il giusto e fa sognare, allora si paga il giusto". Aiuterebbe il piano finirla con le finte lagne neo pauperiste locali: UN GRANDE SI alle super car come agli yacht, al fashion e ai gioielli, al vino e al cibo buono. Vuol dire non disincentivare il mercato interno, altrimenti ci si "Emiratizza" nei gusti come fa la ceramica.
Post-it: ricordarsi di dire tutto questo agli ingegneri. O meglio, farlo presente ai nuovi GranCapi, in modo che scelgano Direttori Marketing in gamba e NON provenienti dal settore.
Ispirato (emendato pesantemente ovunque, con l'aggiunta ITALIA e in particolare nella parte "public company" dove sorry ma non sono miope nostalgico dell'impresa padronale) da un bel articolo di L. Del Viscovo su https://www.ilgiornale.it/news/politica/industria-dellautomobile-ragioni-fallimento-che-rester-nella-2458854.html
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HubFutures: Consulenze Gratuite per Sostenere i Giovani Imprenditori
Un progetto innovativo del Comune di Alessandria per promuovere l’iniziativa imprenditoriale giovanile attraverso orientamento e coaching.
Un progetto innovativo del Comune di Alessandria per promuovere l’iniziativa imprenditoriale giovanile attraverso orientamento e coaching. Il Comune di Alessandria, in collaborazione con ANCI e il Dipartimento per le Politiche Giovanili, lancia il progetto HubFutures, un’iniziativa pensata per supportare i giovani nella realizzazione delle proprie idee imprenditoriali. Attraverso consulenze…
#Alessandria#Alessandria today#ANCI#Architetti#Avvocati#Bosco Marengo#business coaching#business plan#calendario incontri#Castellazzo Bormida#Castelletto Monferrato#coaching personalizzato.#Commercialisti#comune di Alessandria#consulenze gratuite#cultura d’impresa#Formazione#Fubine#geometri#Giovani Imprenditori#giovani under 35#Google News#Hubfutures#Informagiovani Alessandria#Ingegneri#iniziativa imprenditoriale#Innovazione#Innovazione giovanile#italianewsmedia.com#job shadowing
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Le vecchie generazioni avevano un pregio, sapevano stare un passo indietro. Erano generazioni sagge e consapevoli dei propri limiti, generazioni semianalfabete che sapevano riconoscere chi poteva dargli una mano per comprendere meglio le cose: il medico, il prete, il maestro. Oggi no, oggi è tutto diverso. Oggi siamo in una societa' dove l'analfabetismo di ritorno esplode alla massima potenza ma tutti si sentono medici, chirurghi, insegnanti, ingegneri, allenatori di calcio, specialisti di genetica, fisica, idraulica e virologia. Ormai il must e' "l'ho visto su google". Rimane complicato capire dove va l' acca, dove la e con l'accento; di punteggiatura neanche a parlarne e non va meglio con il soggetto o con il congiuntivo. Unica cosa certa è che tutti sanno tutto di covid-19, scie chimiche e che ogni cosa detta dagli scienziati e'una boiata pazzesca.
@ilpianistasultetto
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L'illusione della comprensione
Una narrazione avvincente incoraggia un'illusione di inevitabilità. Prendiamo la storia di come Google si è trasformato in un gigante dell'industria tecnologica. Due ingegneri laureandi dell'università di Stanford inventano un modo molto efficace di cercare informazioni su Internet. Chiedono e ottengono un finanziamento per fondare un'azienda e prendono decisioni che si rivelano buone. Nel giro di pochi anni, la società cui hanno dato vita diventa una delle più quotate a Wall Street e i due ex laureandi sono tra gli uomini più ricchi del mondo. In un'occasione memorabile ebbero fortuna, il che rende la storia ancora più affascinante: un anno dopo aver fondato Google, erano disposti a vendere la società per meno di un milione di dollari, ma il compratore disse che il prezzo era troppo alto. Tuttavia menzionare il singolo episodio fortunato induce a sottovalutare gli infiniti modi in cui la fortuna ha influenzato il loro risultato.
In una cronistoria più dettagliata specificheremmo le decisioni dei fondatori di Google, ma per l'economia del nostro discorso basti dire che quasi tutte le scelte che hanno fatto, hanno avuto esiti buoni [il 5 che esce x volte di seguito nel gioco dei dadi contrariamente alle aspettative].
In una narrazione più completa verrebbe descritto il comportamento della società che Google ha sconfitto. Gli sfortunati concorrenti apparirebbero miopi, torbidi e del tutto inadeguati ad affrontare la minaccia che alla fine li ha sopraffatti.
Ho raccontato volutamente la storia in maniera approssimativa, ma avrai afferrato il concetto: c'è, qui, una bella narrazione. Se la storia venisse opportunamente rimpolpata con maggiori dettagli, avresti l'impressione di capire che cosa abbia consentito a Google di prosperare e ti parrebbe di apprendere una preziosa lezione generale su che cosa permetta a un'azienda di avere successo.
Purtroppo, vi sono buoni motivi di credere che la tua sensazione di capire e imparare dalla vicenda Google sarebbe in gran parte illusoria. Per verificare la validità della spiegazione, bisognerebbe appurare se effettivamente sarebbe stato possibile prevedere in anticipo l'evento. Nessuna storia dell'inverosimile successo di Google reggerebbe a tale prova, perché nessuna storia include le miriadi di eventi che avrebbero provocato un risultato diverso.
La mente umana non se la cava bene con i non-eventi. Il fatto che molti degli avvenimenti importanti realmente accaduti riguardino delle scelte ti induce a esagerare ulteriormente il ruolo della competenza e a sottovalutare la parte che la fortuna ha avuto nel risultato finale.
Poiché ogni decisione critica si è rivelata buona, la cronaca fa pensare a una prescienza quasi perfetta; ma la sfortuna [il caso-l'indeterminatezza] avrebbe potuto distruggere tutte le mosse successive. L'effetto alone aggiunge i tocchi finali, conferendo un'aura di invincibilità ai protagonisti della vicenda.
Daniel Kahneman
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Il mio reale contributo in questa azienda dopo 8 anni di lavoro:
Fluent German and English language skills (spoken and written)
Quindi niente più stranieri, solo tedeschi originali. Con i guai che hanno passato con me, si guardano bene dal rifare una terza volta lo stesso errore (hanno assunto una israeliana 3 anni dopo in inglese per vessarla poi con la lingua, mettendo questa ragazza in fortissima difficoltà e penalizzandola verso gli altri). Almeno daje e daje hanno imparato la coerenza, non ad assumere la gente che non sa il tedesco e poi fare mobbing affinché lo imparino (perché legalmente non posso costringerti ad impararlo, vale quello che c'è scritto nel contratto).
Però poi frignano, sui giornali.
"Non abbiamo abbastanza persone disponibili, abbiamo bisogno urgente di dottori, infermieri, idraulici, ingegneri, insegnanti!". Perché loro sono bravissimi a raccontarsi come il paese più avanzato del mondo, per poi fare ragionamenti che manco i miei paesani al Sud.
Questo paese sta fallendo, e io ho abbastanza risorse messe da parte da masticare popcorn godendo sulle loro disgrazie.
Devono morire. Male.
#storie di integrazione finite bene#perché per loro integrazione vuol dire che ti metti a 90 e te lo fai spingere nel culo senza fiatare#il che mi sta anche bene ma almeno raccontatela così#invece no loro sono quelli “inclusivi”#maledetti
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mentre io mi dispero per uno che apriti cielo, cerco di capire come sia il nuovo squinzio di mia sorella
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Alberto Negri
Armi e tecnologie, a chi conviene il genocidio
PROFITTI Boeing, Lockheed Martin e RTX sono tra i principali fornitori di tecnologie militari all’esercito israeliano. Dietro di loro si celano fondi d’investimento internazionali
Perché Israele non può fermare le guerre e noi non possiamo fermare il genocidio di Gaza? Perché è parte integrante del complesso militare industriale israelo-americano e anche del nostro, che mascheriamo. Dagli anni ’50 Tel Aviv ha ricevuto dagli Usa oltre 260 miliardi di dollari di aiuti militari.
Soltanto nell’ultimo anno e mezzo, dall’attacco di Hamas del 7 ottobre, hanno superato i 20 miliardi di dollari. Israele, allo stesso tempo, è all’avanguardia nella ricerca scientifico-tecnologica militare, è uno dei maggiori esportatori di armi e contemporaneamente uno dei maggiori clienti delle americane Boeing, General Dynamics, Lockheed Martin e RTX (Raytheon Technologies).
Queste società sono tra i principali fornitori di tecnologie militari, come caccia F-35, missili avanzati e sistemi di difesa aerea, utilizzati dall’esercito israeliano.
Dietro queste aziende si cela una struttura finanziaria globale: i fondi d’investimento internazionali noti come le «Big Three»: Vanguard, BlackRock e State Street. I tre fondi d’investimento sono tra i maggiori azionisti di rilievo delle principali compagnie di armamenti e di molti settori. Vanguard, BlackRock e State Street detengono quote significative in Boeing, Lockheed Martin e RTX, influenzando la gestione e le strategie di queste società. L’aumento delle spese militari e l’acquisto di armamenti da parte di Israele sono strettamente collegati ai profitti di queste aziende.
Lockheed Martin ha fornito i caccia F-35 a Israele, considerati un pilastro delle sue capacità militari. Gli F-35 il 26 ottobre hanno eliminato in un giorno l’80% delle difese anti-aeree iraniane.
Boeing è responsabile della vendita di velivoli da combattimento e missili, mentre RTX ha fornito avanzati sistemi missilistici e difese aeree. Ogni vendita non solo rafforza l’apparato bellico israeliano ma genera anche grandi profitti. Le Big Three svolgono un ruolo di primo piano nell’alimentare una rete economica che beneficia direttamente dalle tensioni geopolitiche e militari.
Mentre la popolazione civile di Gaza e Cisgiordania continua a soffrire per le operazioni militari e l’occupazione, le aziende belliche e i loro principali azionisti vedono aumentare i propri profitti grazie alle vendite crescenti di armamenti.
Ecco perché si parla di complesso militar-industriale israelo-americano. Ha un preciso significato bellico, finanziario e di potere globale. Israele ha un’influenza sproporzionata per quanto riguarda le vendite di armi. Al mondo è il 97° paese per popolazione ma il nono maggiore esportatore di armi. In settori come l’intelligenza artificiale e la cybersecurity è in testa alla leadership mondiale. Gaza e la Palestina sono il laboratorio dello stato ebraico. Come scrive nel suo libro (Laboratorio Palestina, Fazi) il giornalista premio Pulitzer Antony Loewenstein, ebreo australiano.
«Molti paesi vendono armi – dice Loewenstein – ma ciò che rende unica l’industria israeliana è il mix di armi, tecnologie di sorveglianza e tecniche che si combinano per creare un sistema completo per il controllo di popolazioni “difficili” e si basano su anni di esperienza in Palestina».
Il complesso militar-industriale di Israele – e di conseguenza anche degli Usa – utilizza i Territori occupati palestinesi come banco di prova per le armi e le tecnologie di sorveglianza che esporta in tutto il mondo, a partire dall’intelligenza artificiale. L’adozione di tecnologie di Ia è stata accelerata dalla Unità 8200, il reparto d’élite dell’intelligence israeliana, oggi composta per il 60% da ingegneri ed esperti tech, il doppio degli informatici arruolati dieci anni fa.
Eppure tra i palestinesi si muore sempre di più. Secondo le testimonianze di ex soldati e analisti raccolte dal Washington Post, la fiducia nell’Ia ha portato le forze armate israeliane a ridurre alcuni passaggi di controllo, con il risultato di aumentare il numero di obiettivi ritenuti legittimi. Anche se questi comportano un maggior rischio di vittime tra i civili. Dalla proporzione di 1:1 del 2014 (un civile “sacrificabile” per colpire un membro di Hamas di alto livello) si è passati a 15:1 o persino 20:1 nel conflitto attuale, stando alle fonti del Washington Post.
Tutto questo naturalmente non ferma Israele e la crescita del suo apparato militar-industriale sempre più integrato in quello americano. La startup israeliana Wiz, leader nella cybersicurezza, è nel mirino di Google. Il conglomerato di Bezos aveva già provato ad acquistarla la scorsa estate per 23 miliardi di dollari ma aveva ricevuto un secco no. Ha quindi deciso di alzare l’offerta, secondo il Wall Street Journal, a circa 33 miliardi di dollari.
Ci si chiede spesso come mai gli americani e gli europei non facciano pressioni concrete su Netanyahu per limitare le stragi a Gaza che ormai superano i 50mila uccisi (70mila secondo fonti come Lancet). La realtà è cheStati uniti e Gran Bretagna sono direttamente impegnati nelle operazioni militari: il 70% dei voli di ricognizione sui bersagli da colpire a Gaza e in Libano nel 2024 sono stati compiuti da aerei americani e britannici. Ma soprattutto non c’è azienda europea importante che non abbia accordi con l’Israel Innovation Authority, agenzia governativa incaricata di finanziare progetti innovativi. Per esempio Stellantis si è unita ad altre aziende italiane come Enel, Leonardo STMicroelectronics, che hanno aperto laboratori di ricerca e sviluppo in Israele, o Sparkle, Snam e Adler che hanno concluso accordi con l’Israel Innovation Authority e con startup israeliane nel settore high-tech.
Ecco perché Israele non può mai perdere una guerra e noi europei non faremo nulla per fermare Netanyahu. Anche il riarmo europeo, che beneficerà le industrie belliche del continente e americane, renderà Israele più forte e influente. Come e perché muoiono a Gaza e in Medio Oriente lo sappiamo bene.
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