Tumgik
#la guerra dei mondi
tonichhyy · 7 months
Text
Tumblr media
0 notes
nusta · 8 months
Text
Oggi sono stata al cinema con una mia amica, abbiamo visto il nuovo film di Miyazaki, "Il ragazzo e l'airone", che nella versione originale si chiama "How do you live?" e forse il titolo così è più appropriato al film. È stato strano, perché è stato lento più di quanto siano già solitamente lenti alcuni film dello studio ghibli, ma è stato anche uno dei primi film che non mi hanno commosso come invece spesso mi succede, e nonostante la trama sia una di quelle che si presterebbero molto alla commozione, dato che parla di lutto e sofferenza e rinascita. Forse è anche perché non sono più abituata a vedere film al cinema e l'atmosfera è diversa, o forse era l'abbiocco post pranzo o forse semplicemente il ritmo di questo film è tale che una seconda visione è più godibile di una prima, quando ancora non sai cosa aspettarti e pensi che sta passando un sacco di tempo e ancora non è successo niente di particolarmente strano. Mi ha ricordato in molti momenti degli altri film di Miyazaki, il viaggio onirico de La città incantata, le porte su altri mondi de Il castello errante di Owl, la malattia e la fuga/smarrimento della famiglia de Il mio vicino Totoro, la distruzione della guerra di Si alza il vento. Ci sono anche  le vecchine e le creaturine e la natura che ci sono in tantissimi altri film di Miyazaki, sembrava proprio una citazione continua, ma forse è semplicemente il suo universo che è popolato di questi elementi e, una volta che li conosci, li riconosci inevitabilmente in ogni film.
Tornata a casa, dopo averne parlato un po' con la mia amica per condividere impressione e frustrazione, perché anche per lei a livello emotivo non ha avuto l'impatto che ci aspettavamo, ho cercato un po' di opinioni online e ho salvato qualche post di tumblr. A quanto pare, oltre alla lettura più immediata dell'elaborazione del lutto e della condizione di malattia, c'è una metafora generazionale e anche una estremamente personale di Miyazaki rispetto al suo mestiere e alla sua storia con il suo mentore. Alcuni la leggono anche verso l'altra direzione, con suo figlio. In ogni caso sono ancora più convinta che a una seconda visione piacerà di più anche a me. Commuovermi però non lo so, vedremo quando sarà il caso, credo sia proprio una questione di ritmi e di investimento emotivo nei personaggi, non so se questi sono riusciti ad entrarmi nel cuore con la stessa immediatezza degli altri che di solito sono raccontati nei suoi film e in generale nei film dello studio ghibli.
16 notes · View notes
veritanascoste · 8 months
Text
Tumblr media
Sanremo - LOCUSTA
Riflettiamo.....
L'ALIENO NON SA PIU' CHE PESCI PIGLIARE? ormai lo sappiamo che la Matrix è allo sbando. E Sanremo è uno dei suoi emblemi. Comparse di personaggi ambigui, cantanti già morti riesumati, simbolismi occulti, messaggi subliminali, etc. Tutto ciò per chi ha un minimo di coscienza è una via di mezzo tra il ridicolo e l'orrendo. Penso che gli Alieni, che stanno dietro a tutto, non sappiano più che pesci (o insetti) pigliare, Anche in questa immagine che ho postato si può ben vedere la forma di una testa di cavalletta (o mantide), una delle tipologie aliene, benissimo spiegate nel tempo dal prof. Malanga. Mentre l'industria agro alimentare ci induce ad iniziare a cibarci di cavallette (forse per aiutarci a fare il salto in altro?). loro tentano l'impossibile, che per noi ormai risulta assurdo e irreale, per far saltare nel loro pollaio più uomini insetto possibile. già alienati da tempo.. Infatti la parola Insetto è il loro processo, "Ti resetto e ti Insetto (mentre te lo metto", per trasformare l'uomo "sapiens" in uomo cavalletta a loro immagine e somiglianza. Vi è sempre una metafora tra ciò che accade fuori e ciò che accade dentro. Loro sono alle strette finali, le nostre menti anche, fanno show pensando di crederci ancora nelle loro favole, che ormai sono smontate pezzo su pezzo dalla nostra Coscienza, riconoscendo in tutto ciò quello che a molti è già chiaro: non ce la fanno più, sono stanchi, sfiniti, sembrano forti, ma non lo sono. Pensano di far ancora presa su di noi, ma, rimanendo loro nella polarità, fanno momentaneamente gola alle persone ancora invogliate a godersi la matrice effimera. Sono in discesa libera ma senza sci e senza una pista. Perché molti di noi hanno capito che l’alieno eravamo noi proiettato fuori e abbiamo scelto di non dargli più attenzione passando da alienati ad allenati a riconoscerli in noi. Ne hanno fatti tanti di film per farci capire che siamo stati invasi da loro (Alien, Indipendence Day, Prometheus, Mars Attack, la Guerra dei Mondi, Signs, Ultimatum alla Terra, Invasion, The Arrival); bene, grazie, l’abbiamo capito che ci avete colonizzato e volete fondervi con noi, no grazie. Accettate il fatto che i veri Figli della Fonte non li avrete mai perchè fuori dalla vostra amata polarità. Adesso abbiamo scelto la conclusione di tutto ciò. Il nostro Festival Reale della Sorgente, è cominciato da tempo, ascoltiamo le sue melodie eterne in noi e lo guardiamo divertiti e rilassati nel nostro Cuore. un abbraccio.
Emiliano https://t.me/esserecoscienza1
4 notes · View notes
apropositodime · 1 year
Text
Aumentare la bellezza è un atto politico.
“Non potrei vivere in nessuno dei mondi che mi vengono offerti - il mondo dei miei genitori, il mondo della guerra, il mondo della politica. Ho dovuto crearmi un mondo tutto mio, come un clima, un paese, un'atmosfera in cui poter respirare, regnare, e ricreare me stessa”.
(Il diario di Anaïs Nin,Vol. 5:1947-1955)
12 notes · View notes
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO SECONDO - di Gianpiero Menniti 
IL DIPINTO PIU' CRUDELE DEL '500
Il Cinquecento: prologo della modernità che si riflette in un'espressione artistica matura e compiuta, epigone del Rinascimento in un quadro di committenza colta e diffusa? Non è così.  La visione idilliaca di quest'epoca è priva di fondamento.  In quel secolo le stridenti illusioni umaniste giungono a materializzarsi in laceranti conseguenze politiche e religiose che culmineranno con l'avvenimento più significativo del tempo: il "Sacco di Roma" del 1527, decretato dall'Imperatore cattolico per eccellenza, Carlo V, capace di vagheggiare il sogno di un potere pacificato entro l'unità religiosa e universalistica incarnata nella figura del sovrano illuminato. Invece, è un secolo di conflitti cruenti e di proto-nazionalismi favoriti da complessi processi dinastici che dilanieranno l'Europa fino a lasciare in eredità al Seicento il veleno delle lotte di religione, fermento alla devastante Guerra dei Trent'anni. Perché sorprendersi di un testo pittorico come la "Punizione di Marzia" che il vecchio Tiziano Vecellio dipinge negli anni vicini alla sua scomparsa, da artista consapevole della tragicità intrinseca nell'esistenza, della crudeltà della vita nel suo crogiolo infuocato di anime e di mondi. Così, il colore che sulla tela è manifestazione dei corpi, si sfalda, si consuma, perde materialità e compattezza, si deforma e scorre.  E con esso, le immagini mostrano il segno del flusso spietato della carnalità che è piacere sadico, eccitazione spasmodica, inquietudine dei sensi.  Ecco da cosa nasce il dipinto di Tiziano, definito a ben ragione da Augusto Gentili "il dipinto più crudele del Cinquecento".
- Tiziano Vecellio (1488-1576): "Punizione di Marsia", 1570-1576, Kromeriz, Museo Nazionale (Rep. Ceca)
- Sulla copertina del libro: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
20 notes · View notes
cinquecolonnemagazine · 7 months
Text
Volevo scrivere Epico
L’Epico è il genere che preferisco: è un incontro e uno scontro di personalità titaniche, di grandi imprese, di avventure strepitose, di un senso cupo e fatale del destino, dell ineluttabilità’ della vendetta e della morte. Delle guerre di qualsiasi tipo. Di sentimenti estremi. Amavo l’Iliade, l’Eneide, Il Conte di Montecristo, I Miserabili, Guerra e Pace, Faulkner, Steinbeck, amo i grandi americani di praterie e conflitti, i russi delle distese steppose e siberiane. Un raccontare arioso e drammatico che arriva e coinvolge il mondo, perché dell’anima del mondo parla. Senonché il mondo è sempre stato degli uomini: sono loro che cacciavano, difendevano il territorio, attaccavano il nemico, marciavano verso la vendetta, avevano odi e amori al limite del crimine, sostenevano le sorti del mondo, comandavano fuori e dentro casa. Si chiama patriarcato. Le donne stavano a casa, a esercitare le virtù dell’accudimento e della pazienza, a curare la prole, a cucinare, ricamare, curare l’habitat interno. a custodire la vita. Nel ristretto ambiente familiare, a contatto con altre donne e marginali al mondo straordinario degli uomini, non potevano che concentrarsi sulle emozioni e sui sentimenti, sulle dinamiche dei rapporti di condivisione casalinga, sull’attenzione alle piccole cose quotidiane mentre gli uomini costruivano l’eterno. Nei grandi romanzi epici ci sono grandi figure di donne quasi sempre in veste di mogli, madri, amanti, curatrici e consolatrici di feriti e moribondi. Quando si ribellano esplodono verso il loro nemico diretto che è la famiglia, come Medea, Clitennestra, Antigone. Il mondo separato in cui si sono sempre mosse donne e uomini non poteva non produrre, tranne che in pochi casi spesso maturati in ambienti evoluti, una letteratura separata che ancora persiste. È un prodotto culturale più che naturale: i libri degli uomini grondano muscoli di forza e coraggio, quelli delle donne di sentimenti intimi e introspettivi. Le donne raccontano il piccolo, i luoghi, l’ambiente, i sentimenti nel particolare, che gli uomini neppure vedono. Anche in tempi di rivendicazioni femministe? Anche. Perché nonostante che la parità tra uomo e donna sia assicurata, dove è assicurata, sulla carta, persiste una cultura del potere maschile che pregna le società e condiziona le donne stesse, secondo a quella “violenza simbolica” di cui parla il sociologo Bourdieu. Ci vorranno anni per scalzarla. Attenti uomini però: navigate mari e terre, vi attestate l’epica del mondo, ma non riuscite ancora a conoscere il femminile, che liquidate come cose da donne. Perché non entrate nei loro mondi neppure attraverso la lettura. Noi invece che i libri degli uomini li leggiamo, e ci riflettiamo, gli uomini li conosciamo più di quanto si conoscano loro stessi. E l’incontro e non il conflitto tra i sessi passerà proprio da noi, quando vi deciderete ad ascoltarci, a leggerci, a capirci. Foto generata con Copilot per Cinque Colonne Magazine Read the full article
2 notes · View notes
matapetre · 1 year
Text
“Sulla rotta di una guerra Russia-Nato”. Soffiata del militare, paese già pronto al conflitto.
Pronti al conflitto UN CAXXO!!!
Fatevela voi LA GUERRA ...BRUTTI STRONZI ...
Nato .. America e tutti gli altri stronzi alleati di stà minchia!!!
Siamo nel 2023 e ancora pensano alla guerra ...sti stronzi di MMERDA!!!
Tumblr media
14 notes · View notes
fashionbooksmilano · 2 years
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Oliviero Toscani
Professione Fotografo
saggi di Nicolas Ballario, Luca Beatrice e Susanna Crisanti
Skira , Milano 2022, 304 pagine, 24 x 28 cm., cartonato, ISBN 9788857248639
euro 38,00
email if you want to buy :[email protected]
Mostra Milano Palazzo Reale dal 24 Giugno 2022 al 25 Settembre 2022
Sessant'anni di carriera del noto fotografo contemporaneo, in occasione dei suoi ottant'anni. Pubblicato per gli ottant'anni del grande fotografo e in occasione della più importante esposizione mai dedicatagli in Italia a Milano Palazzo Reale
“Oliviero Toscani. Professione fotografo” mette in evidenza l'incredibile talento artistico di Toscani e il suo linguaggio capace di contaminare mondi e codici, per dare ancora più risalto a tematiche sociali quali l'uguaglianza tra le diverse etnie, la guerra, la lotta all'omofobia, la sensibilizzazione all'AIDS. Ogni suo scatto offre innumerevoli spunti di riflessione sulla società, sull'umanità, sulla cultura, e sta proprio in questo la forza potente della sua fotografia: la capacità di rappresentare in una sintesi estrema una visione del mondo, un problema, una questione che interroga il nostro modo di interpretare ciò che accade. Introdotto dai saggi di Nicolas Ballario, Luca Beatrice e Susanna Crisanti, Oliviero Toscani. Professione fotografo riunisce oltre 400 scatti realizzati da Toscani dai primi anni '60 ad oggi: immagini iconiche e opere meno conosciute che lo hanno reso noto e riconoscibile in tutto il mondo e che raccontano la carriera di un uomo dallo sguardo geniale e provocatorio che negli anni ha influenzato i costumi di diverse generazioni e fatto discutere il mondo sui temi più disparati. Nicolas Ballario si occupa di arte contemporanea applicata ai media. I suoi natali professionali sono nella factory di Oliviero Toscani "La Sterpaia", della quale diventerà responsabile culturale. Ha collaborato con le più importanti istituzioni artistiche e con numerose testate. Attualmente è autore e conduttore dei programmi di arte contemporanea di Radio Uno Rai e collabora con i magazine Rolling Stone, Living del Corriere della Sera e Il Giornale dell'Arte. 
29/10/22
orders to:     [email protected]
ordini a:        [email protected]
twitter:         @fashionbooksmi
instagram:   fashionbooksmilano, designbooksmilano tumblr:          fashionbooksmilano, designbooksmilano
21 notes · View notes
tonichhyy · 8 months
Text
Tumblr media Tumblr media
0 notes
superfuji · 2 years
Photo
Tumblr media
C’è un piccolo centro della Renania, nella Germania nordoccidentale, che deve scomparire per far posto all’ampliamento di una delle maggiori miniere a cielo aperto d’Europa. Dalla miniera si estrae carbone di proprietà della seconda impresa tedesca per produzione di elettricità. L’estrazione del più inquinante dei combustibili fossili, secondo le stime del governo federale, deve aumentare di 280 milioni di tonnellate, uno dei frutti più avvelenati della guerra tra gli imperi che devasta l’Ucraina. Così, malgrado le precedenti promesse di non farlo e i solenni impegni sulla riduzione delle emissioni che puntualmente si rinnovano ad ogni conferenza internazionale sul clima, le istituzioni tedesche locali e nazionali hanno deciso di radere al suolo Lützerath a metà di gennaio del 2023. C’è solo un piccolo ostacolo: la popolazione locale, qualche migliaio di cittadini, e i movimenti territoriali non sono affatto d’accordo e hanno cominciato a fermare le solerti autorità che devono garantire la presunta inevitabile avanzata del progresso piegando brutalmente ogni resistenza. La resistenza della minuscola Lützerath si annuncia forse così un po’ più ostica del previsto e riceve perfino solidarietà da mondi lontanissimi, come mostra qui sotto l’assurda foto di persone con il passamontagna che arriva dal Chiapas
Lützerath resiste al carbone
6 notes · View notes
mucillo · 2 years
Text
Dedicato a chi continua a resistere
Tumblr media
Gioconda Belli “I Portatori Di Sogni”
In tutte le profezie
sta scritta la distruzione del mondo.
Tutte le profezie raccontano
Che l’uomo creerà la propria distruzione.
Ma i secoli e la vita che sempre si rinnova
Hanno anche generato una stirpe di amatori e sognatori;
uomini e donne che non sognano la distruzione del mondo,
ma la costruzione di un mondo pieno di farfalle e usignoli.
Già da bambini erano segnati dall’amore.
Al di là delle apparenze quotidiane
conservavano la tenerezza e il sole di mezzanotte.
Le madri li trovavano piangenti per un uccellino morto
e più tardi trovarono anche molti di loro
morti come uccellini.
Questi esseri convissero con donne traslucide
e le resero gravide di miele e figli nutriti
da un inverno di carezze.
Fu così che proliferarono nel mondo i portatori di sogni
ferocemente attaccati dai portatori di profezie
che annunciano catastrofi.
Li hanno chiamati illusi, romantici, pensatori di utopie,
hanno detto che le loro parole sono vecchie
– e in effetti lo erano
perché antica è la memoria del paradiso nel cuore dell’uomo –
gli accumulatori di ricchezze li temevano
e lanciavano eserciti contro di loro,
però i portatori di sogni tutte le notti facevano l’amore
e continuava a germinare il loro seme nel ventre di quelle
che non solo portavano i sogni ma li moltiplicavano
e li facevano correre e parlare.
In questo modo il mondo generò nuovamente la propria vita
così come aveva generato quelli
che inventarono il modo di spegnere il sole. –
I portatori di sogni sopravvissero ai climi gelidi
ma nei climi caldi quasi sembravano sbocciare
per generazione spontanea.
Forse le palme, i cieli azzurri, le piogge torrenziali
avevano qualcosa a vedere con questo,
la verità è che come laboriose formichine
questi esemplari non smettevano di sognare e di costruire bei mondi,
mondi di fratelli, di uomini e donne che si chiamavano compagni,
che insegnavano l’uno all’altro a leggere,
si consolavano nelle morti
si curavano e aiutavano fra loro, si volevano bene, si appoggiavano
nell’arte di amare e nella difesa della felicità.
Erano felici nel loro mondo di zucchero e vento
e da ogni parte venivano a impregnarsi del loro alito
e dei loro sguardi luminosi
e in ogni direzione partivano quelli che li avevano conosciuti
portando sogni
sognando profezie nuove
che parlavano di tempi di usignoli e di farfalle
in cui il mondo non sarebbe finito in un’ecatombe
ma, al contrario, gli scienziati avrebbero progettato
fontane, giardini, giochi sorprendenti
per rendere più gioiosa la felicità dell’uomo.
Sono pericolosi – stampavano le grandi rotative
Sono pericolosi – dicevano i presidenti nei loro discorsi
Sono pericolosi – mormoravano gli artefici di guerra
Bisogna distruggerli- stampavano le grandi rotative
Bisogna distruggerli – dicevano i presidenti nei loro discorsi
Bisogna distruggerli – mormoravano gli artefici di guerra.
I portatori di sogni conoscevano il loro potere
e perciò non si sorprendevano.
E sapevano anche che la vita li aveva generati
per proteggersi dalla morte annunciata dalle profezie.
E perciò difendevano la loro vita anche con la morte.
E perciò coltivavano giardini pieni di sogni
e li offrivano in dono con grandi nastri colorati;
e i profeti dell’oscurità passavano notti e giorni interi
controllando tutti i passaggi ed i sentieri,
cercando quei carichi pericolosi
che non hanno mai potuto intercettare,
perché chi non ha occhi per sognare
non vede i sogni né di giorno né di notte.
E nel mondo si è scatenato un gran traffico di sogni
che i trafficanti della morte non riescono a bloccare;
e dappertutto ci sono quei pacchi con grandi nastri colorati
che solo questa nuova stirpe di veri esseri umani può vedere
e i semi dei loro sogni non si possono scoprire
perché sono racchiusi in rossi cuori
o in ampie vesti di maternità
dove i piedini sognatori caprioleggiano
nei ventri che li portano.
Dicono che la terra dopo averli partoriti
scatenò un firmamento di arcobaleni
e soffiò fecondità nelle radici degli alberi.
Noi sappiamo solo che li abbiamo visti
Sappiamo che la vita li generò
per proteggersi dalla morte che annunciano le Profezie
8 notes · View notes
quartafuga · 2 years
Text
Vivo in bilico fra diversi mondi possibili e cerco, con accortezza, di non appartenere mai davvero a nessuno. Di tanto in tanto faccio capolino, dialogo con chi ci vive dentro, fantastico sull'appartenerci anche io, e poi mi allontano. Del resto passo le mie giornate immobile, terrorizzata da ciò che un qualsiasi movimento potrebbe comportare. Raggiungere te in Spagna? Non avrei gli strumenti per farlo, il mio titolo di studi lì vale niente. Restare vicino casa, dove sono già? Avrebbe il sapore di un fallimento dopo la fuga di sei anni fa, non riuscirei a sopportarlo, non ancora. Tornare su, nella città che mi ha regalato la libertà? Dopo l'anno in Spagna molti dei miei rapporti lì hanno perso confini e, anche non volendo pensare a questo, al seguito di pandemia e anno di guerra in corso è diventata economicamente inaccessibile.
E allora che si fa? Niente, resto immobile a vedere il tempo passare e mi chiedo come se ne esca da questo impasse
7 notes · View notes
fiordilota · 2 years
Text
In testa ho la guerra dei mondi
Intorno, una terra di stronzi
2 notes · View notes
alephsblog · 24 hours
Text
La domanda è: mirare e colpire un deposito di missili e razzi e droni e bombe plananti, proiettili di artiglieria e di kalashnikov, destinati da un momento all’altro all’impiego in cielo e terra ucraina, è un’operazione difensiva o offensiva? E dunque le armi con cui sia condotta sono offensive o difensive?
Non so perché ma non mi succede mai di aver voglia di domandare qualcosa ai 5 stelle. Però vorrei chiedere alle e agli europarlamentari del Partito democratico, uno per una, una per uno, in ordine alfabetico: sei dispiaciuta, sei dispiaciuto, che qualche migliaio di tonnellate di ordigni e munizioni sia andato in fumo a Toropets, facendo tanto chiasso, molto di più di quanto ne abbiano mai fatto i milioni di tonnellate di cereali bombardati nei depositi ucraini?
So immaginare qualche risposta. Il deposito inarrivabile di Toropets infilzato farà infuriare Putin e la sua banda e avvicinerà la guerra dei mondi. È la stessa risposta di quando gli ucraini affondano la Moskva, centrano il ponte di Crimea, vanno in gita in provincia di Kursk. Risposta vile, moralmente, a tener conto della portata della gita russa. Praticamente, cioè militarmente, politicamente, diplomaticamente, risposta perlomeno dubbia. La spettacolare incursione ucraina può attizzare il rogo, o può segnare un passo verso un pareggio e una interruzione, se non una fine. Il complemento della risposta può però essere: gli ucraini possono colpire fin oltre San Pietroburgo, ma se lo facessero con le nostre armi e con la nostra autorizzazione noi saremmo in guerra con la Russia. Infatti, noi siamo, diceva Marx, o forse Engels, quando non c’era la correttezza politica, come quella ragazza nubile che ha fatto un bambino, ma l’ha fatto piccolo piccolo.
0 notes
Text
Il Declino di un Eroe, La Rinascita di un Vichingo: L'Odinica Missione di Fred
Una volta Fred era un guerriero vichingo rispettato, un eroe fra gli uomini, la cui fama pervadeva gli otto mondi conosciuti. Ma essa, come un’ombra al tramonto, era svanita. Fred stava per intraprendere un nuovo corso, abbandonare le fauci bellicose della guerra per seguire un sentiero di conoscenza. Abbandonato dagli dei, disprezzato dai suoi compagni, Fred aveva saltato i confini della…
0 notes
milleniumbrigante · 3 months
Text
Notte di San Giovanni, o Solstizio d'Estate
Sulla fotografia dei propri teatri naturali
Tumblr media
"Festa stanotte di misere tribù sparse impotenti Di nuclei solitari che è raro di vedere insieme ancora E s'alzano i canti e si muove la danza E s'alzano i canti e si muove la danza, danza, danza, danza, danza"
Tumblr media
"Muoiono i preti rinsecchiti e vecchi e muoiono i pastori senza mandrie Spaventati i guerrieri, persi alla meta i viaggiatori La saggezza è impazzita, non sa l'intelligenza La ragione è nel torto, conscia l'ingenuità
Ma non tacciono i canti e si muove la danza Quietami i pensieri e il canto  E in questa veglia pacificami il cuore Così vanno le cose, così devono andare Così vanno le cose, così devono andare"
Tumblr media
"Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è Chi è stato è stato e chi è stato non è Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è" - CSI, Fuochi Nella Notte (Di San Giovanni) dall'album: La terra, la guerra, una questione privata Se c’è una cosa che mi riscalda il cuore da quando sono tornata a vivere al Sud è che sono tornata a fotografare e a guardare il mondo come quando avevo 14 anni. Nelle mie fotografie sono tornati i miei paesaggi, i miei cieli, i miei teatri quotidiani, seppur con uno sguardo e una consapevolezza diversa, forse più entusiasta ma allo stesso tempo più protettiva di questi tesori segreti, fatti di persone, luoghi, piante, animali, profumi, situazioni che urlano ricchezza da tutte le parti.
Tumblr media
Chi mi conosce come fotografa da quei primi giorni ricorda benissimo su cosa si concentrava il mio sguardo e come esso trasformava il banale in magico, come una bambina che disegna il mondo come se lo immagina. Negli anni e con l’adibire di questi atti creativi a professione posso confermare che si perde qualcosa di essenziale. La costruzione degli immaginari diventa un atto meccanizzato che a volte solo la potenza di mezzi che si possiede permette all’artista di superare la mediocrità, e quindi lega la creatività all’economia. Questo compromesso non mi è mai piaciuto. Ho sempre ammirato chi è riuscito, in questi anni di trasformazione del linguaggio digitale, a mantenere la stessa magia con i mezzi più datati, senza luci, una scuola post-dogma95 del mondo fotografico. Ho iniziato a fotografare con il telefono per sottolineare questa mancanza di costruzione, limitando alla porzione di vita selezionata l’artefatto umano. Ho lasciato indietro la carriera del mio ego per lasciare spazio a qualcosa che è già spettacolo di per sé, seppur non stia facilitando la fruizione, caricando i colori o aggiungendo dei punti di luce come insegna la scuola americana. In questi 10 anni non mi è neanche mai interessato esporre, ho sempre voluto che il mio mondo fosse alla portata di tutti, gratuito, popolare.
Tumblr media
L’ultima mia mostra, nell’innocenza dei miei 16 anni, l’ho fatta a Matera 10 anni fa, mettevo in scena la Lucania dei boschi, raccontando fiabe. Di lì in poi internet, quello coatto, quello della rete dei fotografi italiani, quello degli hashtag, dei gruppi, dei forum, non quello dei magazine e delle gallerie online, è stato il mio migliore amico. Il mondo dell’arte fisico, e quello del suo mercato mi ha continuata a deludere, giorno per giorno. I fotografi stampano libri che non compra nessuno, fanno mostre in luoghi dove la commistione sociale di un’opera non può entrare se non accuratamente veicolata al raggiungimento di terzi fini meno puri.
Tumblr media
Qualcuno mi accusa di essere tornata indietro, di essere regredita, ma è esattamente quello che cerco: recuperare quello stupore di vita di bambina, presente al mondo e a sé stessa, senza distrazioni fiscali, politiche, strutturali di una società di cui non mi sono più sentita parte. Forse un giorno tornerò a usare mezzi più potenti, ad edulcorare tutto un po’ di più, ma spero di farlo mantenendo viva questa onestà. Si dice che i bambini vengano da mondi superiori e atterrino qui con una coscienza più alta dell’esistenza: negli occhi una luce, simile a quella negli occhi degli animali, che perdiamo nel decorso di questa vita materiale. Ho trovato la strada per la serenità mettendo questa luce come stella polare, ricalibrando la rotta e tornando a navigare dritto, senza paura. Notte di San Giovanni, o solstizio d’estate. Luna che sorge, fuoco di ferule e iperico. Murgia 2024.
Tumblr media Tumblr media
0 notes