Tumgik
#la stazione dei ricordi
immensoamore · 3 months
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Che le cose belle stanno dentro e meritano stelle..
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lady--vixen · 2 months
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Al confine coi miei pensieri Scivolo sull'erba dei campi Onde su onde i desideri E sogno di averti al mio fianco
in piscina. da sola è passata una nuvola, sono usciti tutti. io resto dentro con la tavola ad allenare le gambe. è quasi orario di chiusura. il bagnino non dice niente. credo si sia accorto delle mie tette discordi e abbia capito. macino vasche. gambe come un motorino a due tempi oppure a sirena. immagino di avere la coda. l'acqua increspata solo dal mio corpo. mi giro. guardo il cielo. una sola nuvola dai confini frastagliati e rondini. non è la prima volta che penso che la morte sia un po' così: un cielo con uccelli che volano via
Son tonnellate le cose non dette fra noi E le carezze ai cuscini M'abbandono ai desideri E scivola la mano sui fianchi Cerco amore coi soli pensieri E cado nei tuoi occhi salati
non dovevo essere qui oggi, ma eccomi a cercare di resistere al sole per avere un pallido segno del costume da mostrare. quando? eppure mi abbronzavo anche all'ombra, prima
Mi chiedi perché io gioco con le parole Sai come va difendo la mia zona
perché "sei mia" ha lo stesso effetto di un ti amo sussurrato alla fica? arraperà allo stesso modo anche chi lo dice?
Resto solo coi miei pensieri Nuoto nell'erba E passa il silenzio il mezzo a noi Son l'animale che parla da solo col vento
sapessi come fanno a pugni la ribellione e la voglia di cadere in ginocchio. fai della mia bocca quello che vuoi mentre mi ricordi di chi sono. mi giro. continuo a nuotare
Segno il mio confine Questo è il mio limite di animale di zona
e oggi vado all'estero per lavoro. che detto così pare chissà cosa. eppure è tecnicamente vero. lavoro. posso definirlo così ora? stazione deserta. a pranzo oggi? scusate, non posso, sono all'estero per lavoro. e mi viene da ridere, ma anche no. mi aspetta un viaggio di tre ore in totale tra andata e ritorno. porto il computer, gli appunti, la nostalgia del tuo corpo
Io uso parole come coriandoli di spine
uso parole come coriandoli di spine, cerco dove mi/ti fa male e spingo più forte
Questo è il mio confine Un autolimite di animale di zona
stazione deserta, caldo, fantasie, voglie
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nonamewhiteee · 7 months
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venerdì sera preso da un vento di coraggio ho scelto di sfidare le mie paranoie e la serata tempestosa e sono uscito solo in un paese provinciale dove se vieni visto senza nessuno a fare qualunque attività sei automaticamente etichettato come "pazzo". dopo essermi volutamente perso nele viuzze strette di città ho deciso di fermarmi dal mio barman di fiducia dove stranamente altri due ragazzi erano stati presi dal mio stesso coraggio. le cose non programmate forse sono sempre le migliori ed ecco che sono tornato a casa all'1 gattonando dopo giri di bicchieri e shottini offerti a vicenda e come nei migliori ricordi da 16enne ho dovuto vomitare per stare meglio. oggi, un lunedì di fine febbraio il cielo è nuovamente libero e con un nuovo braccialetto al polso sono buttato su una panchina verde in stazione a fumare lucky rosse cercando di svuotarmi anche io dei nuvoloni grigi di pensieri. lo stage è alle porte, le paure son tante e mi sento tremendamente malinconico e solo. spero arrivi un po' di quiete dopo la tempesta.
#me
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15) treno
I ricordi con questa parola sono tanti. Ma racconterò il ricordo in cui presi il treno per la prima volta da sola con una persona che va be’, lasciam perdere:
Mi feci accompagnare alla stazione dal compagno di mia mamma per incontrarmi con questa persona perché dovevamo andare a Firenze per festeggiare il suo compleanno. Dire che per me era un’emozione unica prendere il treno da sola, non proprio da sola ma con questa persona che non fossero i miei, ero davvero felice e presi il treno per tornare a casa da sola, sempre con il compagno di mamma che mi aspettava alla stazione del mio paese.
Ne avrei mille altri. Quando presi il treno da sola regionale e alta velocità di nascosto da mia madre per andare sempre da quella persona. Praticamente i ricordi in cui ho preso il treno da sola erano per quella o prendere il treno con quella persona
Ma ho preso il treno per andare a Roma con mia mamma e il compagno. L’ho preso il treno più e più volte. Ma spero di prenderlo con persone, al di fuori dei miei, per cui ne valga davvero la pena il viaggio
Grazie per il numerino
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vaerjs · 1 year
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unpopular opinion: lasciate stare le nuove generazioni
sono un po' annoiata dalla retorica di questi post che leggo sui social in cui si confronta lesame di maturità dellə millennial alle generazioni precedenti.
"io me la ricordo la mia maturità. jeans e maglietta sgualcita, sudata fradicia, pallida come una dama dell'Ottocento e con le occhiaie fino alle ginocchia. ore sono tutte con il completo, la piega fatta e il bouquet di fiori"
commenti di questo tipo ne leggo a decine, a centinaia. e onestamente, ME COJONI.
anche io me la ricordo la mia maturità. il giorno della prima prova scritta mi è arrivato il ciclo, sono corsa in bagno per cambiare l'assorbente e il flusso era talmente abbondante che non riuscivo a tirarmi su i pantaloni. mentre con una mano scrivevo, con l'altra stringevo il banco per il dolore dei campi. il giorno della terza prova ho avuto una gastrite acuta da stress che mi ha fatto vomitare sangue e non mi sono presentata. mi ha telefonato sul cellulare la professoressa di inglese chiedendomi come stessi e promettendomi che avrebbe trovato una soluzione. ho svolto la terza prova due giorni dopo da sola circondata da 10 professori che mi fissavano. il mio esame orale è stato posticipato all'ultimo giorno in extremis. ho fatto un'interrogazione da ottimi voti, ed ero completamente sola - neanche la mia migliore amica che era passata prima di me era rimasta ad aspettarmi. ho ringraziato e sono uscita. la professoressa di inglese mi ha abbracciata e mi ha detto "mi dispiace che sei rimasta da sola". ho camminato fino alla stazione, ho aspettato il treno per un'ora. scesa a destinazione ho scritto alla mia famiglia per chiedere un passaggio in paese ma si erano dimenticati che sarei dovuta tornare e non potevano venirmi a prendere. così mi sono fatta altri 6 km a piedi risalendo sotto il sole cocente di luglio le vigne del Monferrato.
questo è il ricordo della mia maturità. io, sola, sempre. quando sono arrivata a casa mi sono fatta una doccia e sono andata a dormire. nessuno mi ha chiesto come fosse andata. come stavo. cosa avrei voluto fare, dopo l'esame, durante l'estate o nella vita. vuoto.
è un bel ricordo? no. lo avrei voluto diverso? sì.
perciò lasciate stare lə ragazzinə che hanno qualcunə che lə supporta. lasciate che festeggiano questo traguardo - perché, fidatevi, con il tasso di abbandono scolastico italiano, il diploma è un traguardo non da poco. lasciate che si facciano bellə e che si cimentino nelle cose da grandi per un giorno con tailleur e completo formali mentre convincono la commissione che la loro tesina sulla seconda guerra mondiale è originalissima. lasciate che si godano quel momento di gioia misto nostalgia che si prova quando si termina un percorso faticoso. e applauditelə, coccolatelə, celebrate i loro traguardi perché non c'è nessun vanto nell'aver avuto possibilità diverse, non c'è vanto nell'aver sofferto. insegniamo alle nuove generazioni che le quelle che per noi sono state cose banali possono essere bei ricordi, insegniamo loro che si possono celebrare le vittorie piccole o grandi che siano, che è bello condividere le emozioni. non diventiamo la nuova generazione del "ai miei tempi era meglio perché si stava peggio e si sgobbava". io non voglio appartenere a chi pensa che stare male e lavorare il triplo senza garanzie sia non solo norma ma dignità. io voglio essere parte di chi accetta che la vita è anche festeggiare con un mazzo di fiori un esame. fotografare la patente dopo averla presa, regalarsi un giorno di permesso per una bella notizia.
non siamo fatti per soffrire.
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ilsalvagocce · 11 months
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ti ricordi ho pensato quando ho preso l'auto via dalla camera ardente tua per andar a prendere P. alla stazione dei treni più vicina, castelplanio, che non ci ero mai stata, e pioveva e avevo pianto così tanto o raccolto pianti, tipo pozzo tra le ciglia, via da lì per poi tornar lì, tra zii nipoti cugin amici amiche e sorella e padre ed era tutto grigio ghiaccio e i miei occhi con le lentine s'erano appannati, come occhiali dentro la nebbia e invece erano i miei occhi miei, e io non vedevo
niente
ho avuto paura di non vedere la strada, prima la strada giusta dove voltare per la stazione e poi la strada in cui stare, andare, la rotatoria la pioggia la nebbia dolente negli occhi guidatemi qualcuno mi guidi sono cieca sono cieca sono cieca
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thor82 · 5 months
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“ Promettimi che ti terrai sempre per mano,
Promettimi che scapperai quando il tuo valore sarà messo in dubbio da persone che
non ti apprezzano e non conoscono la parola “cuore” e “valore”,
Promettimi che il tuo sorriso non sarà mai spento,
E promettimi che avrai sempre il cuore tra le mani e mai sotto i piedi di qualcuno,
Perché il rispetto e la cosa più importante che hai e che meriti,
Promettimi che ascolterai il te bambino e che quando ti chiederà aiuto gli tenderai la mano.
Queste sono le promesse più importanti che puoi fare a te stesso e se ti ami un po’ e la cosa più semplice da fare.
Ti abbraccio perché ne hai bisogno e nessuno lo fa …”
❤️
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lunamarish · 6 months
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Alla nascita, saliamo sul treno e incontriamo i nostri genitori. E crediamo che viaggeranno sempre con noi.
Eppure, in stazione, i nostri genitori scenderanno dal treno, lasciandoci soli a continuare il viaggio...
Con il passare del tempo, altre persone salgono sul treno.
E saranno importanti: la nostra fratellanza, i nostri amici, i nostri figli, anche l'amore della nostra vita.
Molti si dimetteranno (anche eventualmente l'amore della nostra vita), e lasceranno un vuoto in più o in meno.
Gli altri saranno così ovattati che non si accorgono di aver lasciato le poltrone.
Questo viaggio in treno sarà pieno di gioie, dolori, aspettative, arrivederci, arrivederci e arrivederci.
Il successo è avere un buon rapporto con tutti i passeggeri a condizione che diamo il meglio di noi stessi.
Non sappiamo a quale stazione scenderemo, quindi viviamo felici, amiamo e perdoniamo.
È importante farlo perché quando scendiamo dal treno, non dovremo lasciare altro che cari ricordi a chi continuerà il suo viaggio.
Accontentiamoci di quello che abbiamo e ringraziamo il cielo per questo fantastico viaggio. Inoltre, grazie per essere uno dei miei passeggeri del treno.
E se devo scendere alla prossima stazione, sono felice di aver fatto tanta strada con te.
Il treno della vita, Jean di Ormesson
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francescacammisa1 · 7 months
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Più passa il tempo, più mi accorgo che non buttiamo via proprio niente, mai. I ricordi vanno a nascondersi in certi cassetti dell’anima e poi, in un giorno a caso, in un’ora a caso, apri il cassetto sbagliato ed eccoli lì. Sfogli le fotografie con la bocca mezzo aperta e ti chiedi com’è possibile che dentro di te ci possa stare così tanta vita, come fai a contenere tutti quegli istanti, il profumo del pane in quelle albe al mare, quel bacio alla stazione, l’odore della carta dei libri vecchi, il rumore della pioggia in sottofondo quel pomeriggio mentre facevi l’amore con quella ragazza, la corsa in ospedale la notte in cui è nato tuo figlio, e poi ancora e ancora, tutta quella vita e tu così piccolo, non ci riesci a credere. Li metti via perché fanno troppo male, quei ricordi; oppure perché fanno fin troppo bene: rivedersi così felici può ferire, se è un po’ che hai smesso di esserlo. Non è vigliaccheria: è spirito di sopravvivenza.
Enrico Galiano - Geografia di un dolore perfetto
Ph Sergei Sarakhanov
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artide · 2 years
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Incontro F. dopo un brevissimo scambio di messaggi su un applicazione, che si riassume in una scrollata, a La Spezia. Come arrivo riconosco quel muro lontano e ricordo che guardavo verso quella galleria quando dicevo ad M. che averla incontrata mi aveva fatto capire che lei era il luogo in cui volevo stare anche se era impegnata con un biglietto pronto per emigrare ed una casa che l'aspettava. M. è stata casa per 3000 giorni, tempo denso, lento e veloce, ed ora che non vivo più a casa gialla io dimoro in me stesso. Arriviamo a Riomaggiore e dopo una breve camminata ci arrampichiamo sugli scogli, sono in hang over dal giorno prima, il mio equilibrio precario, ci sistemiamo sguardo a ovest il sole che tramonta di fronte. Parliamo lenti di relazioni, di attaccamento, di poly, di scuola, di famiglia e famiglie e le parole scorrono fluide, ed il pomeriggio scorre con velocità fermandoci di fronte a muri per guardarci negli occhi, per ascoltarci. Senza esitazioni capiamo che vale la pena di continuare quella conoscenza e mangiando sugli scogli quando ormai l'umidità e le stelle sono in cielo pensiamo di stare a dormire la. Prendiamo stanza senza prenotare, come ai vecchi tempi, dirigendoci nelle strutture, al primo tentativo camera con soffitto a travi a vista e muri spessi. Nessun indugio bollitore e tisane, ed altre chiacchere e poi a cena con una vellutata di zucca ed un dolce. Torniamo in camera stanchi del viaggio e non esiste orologio e quando spengo il cellulare e metto la sveglia sono l'una, svegliami tu mi dice se ti svegli prima. Dormiamo e non è un modo gentile per dire altro, buona notte, si spegne la luce e ci addormentiamo. Nessun pensiero mi è passato perchè questa situazione è magica perchè non ci conosciamo perchè non sapevo il suo nome sino alle nove del mattino, perché in un mese ci siamo mandati 15 messaggi. é magica perché stiamo dormendo nello stesso letto tra perfetti sconosciuti, se non è fiducia ed affidarsi questo non so. Mi sveglio prima della sveglia e alle otto come sento le otto campane della chiesa le poggio una mano sulla spalla si gira e si sveglia, parte il bollitore altro the, controlliamo i treni per andare a Monterosso parlando di scuola, educazione, bambini, ricordi. Arriviamo e prima di avventurarci per il trekking ci prendiamo un caffè vista mare e ci diciamo bello quello che sta accadendo. Sono le 12 sul sentiero 592 il sole è alto la giornata splendida, saliamo e saliamo, il mare che ci accompagna, alberi di limone, case solitarie, rifugio di gatti vista mare e tra un gradino e l'altro, continuamo a parlare ancora più lenti perchè siamo in ascolto dei nostri passi. Penso che camminare sia un buon modo di conoscersi. Arriviamo dopo qualche fermata giù in fondo intravediamo Vernazza e manca ancora tempo e le gambe sono pesanti ma il cuore è leggero. Sono le due passate e come arriviamo all'inzio del paese ci abbracciamo e ci ringraziamo di questi passi insieme, interiori ed esteriori. Arriviamo agli scogli in fondo al porto, vista mare come nemmeno ventiquattrore prima mi siedo, si appoggia a me, e stiamo là a guardare il mare, come se fosse un film proiettato mangiando grissini al posto di popcorn. Alzandomi sento le gambe stanche ma vive, leggero e rallentato. Parliamo di spazio e di tempo, parliamo di performatività, del tutto e subito, del mordi e fuggi e che ascoltarsi richiede tempo e quando impari a farlo lo stesso tempo ci vuole con gli altri e ci vuole spazio per conoscersi, per stare in silenzio, per camminare. Ci salutiamo in stazione con una cioccolata calda e mentre sono in fila per la cassa succede che non ci importa che il bar è pieno e che siamo in fila ma ci stringiamo in un abbraccio breve ma stretto che mi ricorda che i corpi hanno dei ritmi loro che possiamo solo inchinarci. Il treno parte e ci salutiamo veloci in fondo, di abbracci ce ne siamo dati tre in poche ore, di baci nessuno ed quel letto che avrebbe potuto raccontare la più classica delle storie, ne può raccontare una meno scontata.
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seoul-italybts · 8 months
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[✎ ITA] Weverse Magazine : Articolo : Una Rivisitazione di “Spring Day” | 08.02.24⠸
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🌟 Weverse Magazine 🗞
Una Rivisitazione di “Spring Day”
__ Sono passati 7 anni dal rilascio di “Spring Day” __
__ di MYEONGSEOK KANG | 08. 02. 2024
Twitter  |  Orig. KOR 
“Spring Day” non avrà mai fine. I BTS concludono la canzone con le parole, “ti/vi prego, resta/te” e questo è il loro modo di dirci che sicuramente ci rincontreremo, se solo sapremo “aspettare ancora un po'.” Ma non appena espirano l'ultima sillaba, i tanti suoni di sottofondo, fino a quel momento sospesi nell'orizzonte melodico della traccia, svaniscono. Così come l'orizzonte al passaggio dal giorno alla notte, “Spring Day” si chiude su una nota amara e desolata nelle voci dei ragazzi. E l'ironia è che il vuoto e la solitudine lasciati da un brano che, fondamentalmente, parla di un ricongiungimento imminente possono essere mitigati solo riascoltando la canzone. L'oscurità e la tristezza iniziano a dissiparsi solo quando facciamo ripartire “Spring Day”, con i suoi calmi accordi e le melodie alle tastiere. Eppure sappiamo che ci aspetta di nuovo un finale nell'oscurità più totale. Se quello è davvero il finale, se il vuoto è il luogo oscuro in cui vengono inghiottite le loro voci, come può il tempo riprendere a scorrere? Il video musicale di “Spring Day” si apre con V inginocchiato nella neve, intento ad ascoltare il suono di un treno, ancora distante, ma che si sta avvicinando. Non c'è alcuna promessa o garanzia che V potrà raggiungere quel “là” dove si trova il “voi/tu” destinatari/o della canzone, anche dovesse salire su quel treno. Ma il convoglio può comunque trasportarlo altrove, lontano dalla stazione innevata in cui aspettava tutto solo. Dunque, mentre riascoltare la canzone ci consente di rimettere in moto il tempo congelato, il suo video musicale dà invece vita e movimento alla dimensione spaziale. Fondamentalmente, “Spring Day” è una canzone riguardo ad una persona bloccata in un punto nello spazio/tempo, materialmente impossibilitata a raggiungere quel “tu/voi” di cui canta. Ma è anche e soprattutto un commovente viaggio emotivo riguardo le difficoltà affrontate per riuscire a superare quel momento di immobilità.
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In BEYOND THE STORY : Il Racconto di 10 Anni di BTS – biografia ufficiale della band - SUGA ci parla del motivo per cui ha buttato giù il testo di questa canzone: “Provavo risentimento nei confronti di un/'amicə. Mi mancava un sacco ma non avevo modo di incontrarlə.” Ecco perché nel brano canta, “Sì, ce l'ho con te / Sei sparitə ma non passa giorno in cui io non mi ricordi di te / Ad esser sincero, mi manchi / Ma ho deciso che ti lascerò andare / Fa meno male che odiarti.” Non può più stare con l'amicə – con cui ha speso tanto del suo tempo, in passato –, ma la vita prosegue. E la canzone ritrae proprio questa svolta nella vita di una persona che, poco alla volta, inizia a lasciarsi alle spalle ciò che fino a quel momento non ha fatto che tenere prigioniero il suo cuore, come nella morsa gelida dell'inverno, per proseguire con la propria esistenza. Però, ovviamente, sarebbe impossibile dimenticare completamente il passato, né ci sembra giusto. Gli accordi iniziali e le tastiere sono il punto forte dell'apertura di “Spring Day.” Questi due suoni hanno il ruolo chiave di creare l'atmosfera poetica e melodica della canzone. Ma non appena vengono introdotte le voci dei ragazzi, queste melodie passano in secondo piano e altri suoni finiscono per coprirle. Più si prosegue nella traccia, più sostenuti diventano questi suoni. La melodia accelera fino a diventare un beat costante, andando ad amalgamarsi allo sfondo sonoro che complementa le parti canore dei BTS. Il verso “Il cuore sfreccia attraverso il tempo / Come uno Snowpiercer solitario” ben riassume quella che è la presentazione di “Spring Day”. Il treno menzionato – protagonista della graphic novel e film omonimi – continua ad accelerare senza sosta sul suo tracciato in un freddo glaciale che sembra infinito. Allo stesso modo, il cuore sfreccia solitario attraverso il tempo, continuando a rivangare l'oggetto nonché il momento della perdita subita. Quanta tristezza, rabbia e risentimento deve aver sopportato SUGA, prima di poter finalmente dire “Ti lascerò andare / Fa meno male che odiarti”? Sicuramente deve aver attraversato anche il circolo vizioso del rimpianto seguito dalla ragione e da nuovo rimpianto. SUGA riesce però a sublimare queste emozioni attraverso un linguaggio altamente raffinato. La sua voce esprime serenamente il testo, lasciandosi alle spalle tutto quell'insieme di emozioni sempre più complesse, diametralmente rispecchiate nella multi-forme gamma di suoni che troviamo in “Spring Day.” La sua melodia cattura chi ascolta senza mai concretamente lasciare che le emozioni divaghino liberamente. Quando la voce principale canta il climax “Mi manchi, mi manchi / Quanto ancora dovrò aspettare / Quante altre notti insonni attraversare” il resto segue cantato in una voce bassa e tranquilla. “Spring Day” è incarnazione del silenzioso e dolorosissimo percorso che una persona deve imboccare per trovare pace ed una chiusura alle proprie emozioni—quel complesso male di vivere che non sempre è facile esprimere fino in fondo. Per questo motivo, “Spring Day” e rappresentazione concreta del processo tramite il quale è possibile sublimare la sofferenza in arte, oltre ad essere un resoconto di come l'esistenza umana può diventare arte di per sé. Quando una persona riesce a parlare con tale e tanta calma delle proprie sofferenze, però, non significa necessariamente che sia riuscita ad interiorizzarle e ad accettarle. Semplicemente, questa persona sta facendo il possibile per lasciarsi alle spalle quel reame dell'immobilità a favore di uno in cui il tempo scorre di nuovo – e di farlo senza ferire il prossimo.
Mentre la colonna sonora si chiude con “ti/vi prego, resta/te”, il video si conclude con una nuova ripetizione del ritornello, che ricorda un po' un coro esultante. Il ritornello, che precedentemente aveva ceduto la scena ad altri suoni rimanendone sullo sfondo, riprende dunque il controllo della canzone, ora accompagnato da una chitarra carica di passione. Nel videoclip, i BTS sono fermi di fronte ad un grosso albero. Il treno su cui viaggiavano ormai è lontano e Jimin tiene in mano un paio di scarpe. Nell'ultima scena, vediamo quelle scarpe appese all'albero. La pianta non ha foglie né fiori, ma le sue radici sono saldamente vincolate al suolo. I ragazzi sono scesi da quel treno, che sembrava non doversi fermare mai, e si ergono saldi alla ritrovata terraferma. Non tutti hanno la fortuna di trovare un nuovo approdo da poter chiamare casa. La perdita è un'esperienza tanto più dolorosa perché tende a ripetersi ancora ed ancora nel corso della ripetitiva normalità delle nostre vite. Quindi, mentre il brano “Spring Day” introduce la problematica della perdita e di come la si può fronteggiare e superare, il video musicale ci mostra cosa potremmo trovare alla fine di quel tunnel d'oscurità, ci mostra la luce ed una speranza, ci propone una buona ragione per scendere dal letto al mattino e continuare a vivere. Come nel videoclip, la destinazione verso cui siamo diretti magari non è sempre tangibile, ma possiamo comunque continuare a coltivare quell'albero nei nostri cuori, poco alla volta, giorno dopo giorno. Non ha ancora foglie, ma la nostra esistenza tornerà a germogliare, le radici saldamente immerse nel terreno fertile dei nostri cuori. Certo, un cuore spezzato non può tornare ad essere esattamente quello di prima, ma le piante possono germogliare anche in quel terreno apparentemente secco e pieno di crepe. Finché, nonostante le costanti occhiate lanciate verso il passato, un giorno ci renderemo conto che abbiamo già compiuto un sacco di strada, molta più di quanta avremmo mai potuto immaginare.
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I BTS hanno rilasciato “Spring Day” il 13 febbraio 2017, subito dopo l'uscita degli album The Most Beautiful Moment in Life (HYYH) e WINGS, i quali sono considerati la prima grande svolta nella loro carriera. La loro popolarità è cresciuta moltissimo nel 2015 con i due album della serie HYYH, ed i ragazzi hanno poi vinto il premio Artista dell'Anno ai MAMA 2016 con WINGS. Poco dopo il rilascio di YOU NEVER WALK ALONE, in cui è inclusa “Spring Day”, i BTS hanno iniziato a cambiare la traiettoria della musica pop a livello globale. Ed è proprio in questo frangente - quando sono stati investiti di ogni onore possibile ed il loro incredibile futuro ha iniziato a prendere forma – che hanno deciso di gettarsi un'occhiata alle spalle, a tutte le persone lasciate nel loro passato, irraggiungibili. Alcune di queste persone hanno trovato il successo, al pari dei BTS, ma altre non sono più tra noi. “I ciliegi sono in fiore. Anche quest'inverno sta finendo. Mi manchi. Mi manchi.” La fine dell'inverno rappresenta anche il lasciarsi alle spalle i ricordi del passato. Così come il dolore provato da SUGA al ricordo dell'amicə, il verso “Mi manchi” esprime il profondo senso di mancanza nei confronti di qualcuno di ormai irraggiungibile—quelle due parole sono specchio di quanto desideriamo riappropriarci di quei momenti, anche ciò dovesse significare tornare indietro nel tempo. Eppure la realtà non ci lascia altra scelta che guardare avanti e correre. Quando i BTS hanno debuttato, erano ben lungi dall'essere famosi – principalmente perché erano un gruppo idol rappresentato da una piccola etichetta discografica semi-sconosciuta. Prima di guadagnare fama, sono sempre stati sottovalutati ingiustamente e anche dopo, altrettanto ingiustamente criticati. L'unico modo per difendersi era raccogliere quanto più amore possibile, continuare a salire e dimostrare il loro valore. Durante questo processo, innumerevoli sono state le sofferenze accusate, ma hanno continuato a guardare dritto davanti a sé e sono saliti ancor più in alto. La storia del successo dei BTS, come raccontata a partire dalla serie HYYH fino all'album YOU NEVER WALK ALONE, è lo specchio di quanto affrontato da moltə giovani degli ultimi anni '90 e appartenenti alla generazione Z, nello stesso periodo. Era una competizione ed una corsa al successo che ha interessato quasi una generazione intera; alcunə sono sopravvissutə, ma altrə sono rimastə indietro—che si trattasse di idol, studenti impegnati nella preparazione per l'università o giovani alla disperata ricerca di un lavoro decente. A moltə non è neppure stata data l'opportunità di vedere la linea di partenza. HYYH cristallizza le esperienze dei giovani di quegli anni, mentre WINGS ritrae quella parte di gioventù che, dopo aver affrontato quel periodo difficile, ha potuto ritrovarsi. “Spring Day” è una preghiera in ricordo di tuttə coloro che sono scomparsə strada facendo, nonché la forma più pura di conforto che coloro che sono sopravvissutə potessero desiderare. Ancora oggi, coloro che sono arrivatə fin qui, non possono che tornare a fare i conti con le perdite subite. Ma dobbiamo resistere, continuare ad avanzare verso la fine dell'inverno, verso quello spazio e tempo in cui l'albero della nostra esistenza può germogliare, mettere foglie e fiorire di nuovo. “Spring Day” è un'ode dedicata a coloro che hanno accettato il proprio destino e sanno che, nonostante la tristezza ed il senso di nostalgia per il passato ancor sempre coltivato nel proprio cuore, dovranno continuare ad incedere verso il futuro. Riesce a catturare l'essenza stessa di come i coreani conducono le proprie vite, sempre impegnati a correre, gli occhi fissi sul trofeo, mai un attimo di respiro—esperienza, questa, che inevitabilmente non può che portare ad una perdita. E tuttavia tengono duro. Sì, forse qualche lacrima sarà versata lungo il percorso, ma non possono guardare indietro.
È da quando è uscita, 7 anni fa, che “Spring Day” non ha mai lasciato le prime posizioni della classifica giornaliera di Melon – vale a dire la piattaforma musicale più usata in Corea. Come leggiamo in BEYOND THE STORY : Il Racconto di 10 Anni di BTS, RM ha sempre desiderato creare una canzone che possa essere “amata dai coreani per molto molto tempo”, e con “Spring Day” quella speranza si è avverata. Nel corso di questi 7 anni, qualcuno avrà pianto a dirotto ascoltando questo brano a ripetizione, altrə magari l'avranno sentita per la prima volta nel momento in cui si sono decisə a guardare al futuro, pur portando il peso del passato nel cuore. Intanto, in Corea, il significato – concreto e simbolico – della primavera è cambiato, e con esso anche quello di ogni traccia che parli di questa stagione. La primavera è ora sinonimo di aspettative e sogni per un domani migliore, sebbene ancor strettamente interconnessi con i ricordi del passato e delle perdite subite. Ma si può dire che questa sia la prova che tuttə i giovani di allora – BTS compresi – sono ormai cresciutə. La perdita è un'esperienza che, bene o male, tocca tuttə quantə. Abbiamo tuttə rimpianti, certo, ma alcunə non dimenticano e piantano alberi nei loro cuori in ricordo delle persone che non possono o vogliono lasciarsi alle spalle. Nel comeback trailer ‘Boy Meets Evil’, che ha preceduto l'uscita di WINGS, j-hope ha dato prova delle sue rinomate doti di ballerino. Tra una potente mossa e l'altra, l'artista rappa “Mi manca il fiato, chiudo gli occhi su questa realtà distorta, stanotte”. Nel video musicale,
j-hope incarna le difficoltà fronteggiate dalla gioventù nel trovarsi faccia a faccia con le tentazioni umane – e tutto ciò in un periodo in cui i BTS non ricevevano che attacchi, dovevano far fronte ad impegni sempre più serrati e alla responsabilità di salire sempre più in alto. Ma quando lo vediamo in “Spring Day”, è a centro palco – insieme a Jimin – e guida una coreografia di gruppo in stile contemporaneo. I suoi movimenti sono fluidi, privi di interruzioni, esattamente come la canzone che tira dritto pur cullando rimpianti del passato nel cuore. “Spring Day” ha segnato l'inizio di una serie sempre meno sporadica di esibizioni in stile contemporaneo, per i BTS – che ritroveremo, ad es., anche in “Black Swan”. Dopo “Spring Day”, il gruppo si è sdebitato dell'amore ricevuto, attraverso la serie “LOVE YOURSELF”. Questi ragazzi, che sono dovutə crescere a dispetto delle cicatrici loro inflitte, non hanno mai smesso di contemplare e rivisitare quel periodo durante il quale amicə e coetaneə hanno vissuto perdite e le hanno dovute superare. Si sono fatti portatori di questo fardello in prima persona e hanno accolto a braccia aperte le persone incontrate lungo il percorso. Strada facendo, sono diventati adulti. Adulti di buon cuore. “Spring Day” celebra l'ascesa di questa gioventù ferita. E proprio questa canzone, che incarna i ricordi più tristi della giovinezza, è diventata l'inno universale di un'intera generazione ed epoca.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS ⠸
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alanmgreengrass · 1 year
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New Scotland Yard London - UK 4:30 am 2018
< va bene Greengrass ricominciamo da capo, dove ti trovavi la notte prima?>
La voce ed il tono dell’agente iniziano a dargli sui nervi. Prende un respiro appoggiandosi allo schienale della sedia della stanza degli interrogatori della stazione di polizia babbana dove quasi tre ore prima è stato scortato dagli agenti. Al suo arrivo ha scorto subito anche due auror che molto probabilmente lo preleveranno alla fine per il secondo interrogatorio. Hermione Granger Primo Ministro della magia sa bene come mantenere gli equilibri con i babbani, e poi infondo sono stati i vicini a dare l’allarme e loro sono babbani. Però non capisce la loro presenza, non ha infranto nessuna legge magica e sa benissimo che Charlotte ha purtroppo fatto quello che ha fatto senza magia.
<posso fumare?> risponde e tende i polsi ammanettati per farsi almeno liberare una mano. L’agente invece non molla.
<sappiamo che c’erano dei problemi tra di voi, i vicini hanno sentito le urla. E poi magicamente Charlotte si è impiccata per le scale? Lo vedi anche tu che non regge come il tuo alibi.> l’uomo si abbassa fino a sporgersi verso di lui <quindi?! Dove ti trovavi?>
Aeroporto di Londra-Gatwick (LGW)
<< Amanda vuoi sposarmi?>> la testa di capelli biondi si gira di scatto distogliendo l’attenzione della donna dalla pista dove tra pochi minuti l’aereo di linea di ritorno da Las Vegas avrebbe iniziato la manovra di atterraggio. Amanda Nott fissa Alan negli occhi il verde dei suoi si perde in quelli ghiaccio del ragazzo come oramai capita da mesi. Dalla famosa festicciola in famiglia dove, nel giardino di Villa Malfoy, Draco gli ha presentato la sorella maggiore dei Nott appena tornata da uno dei soliti anni sabatici in Alaska.
Alta, bionda, occhi verdi, un posto rispettabile nel wizengamot, sagace, divertente e dannatamente sexy, i 10 anni che li separano nemmeno si notano dalla chimica che nasce subito tra di loro. Alan si chiede molte volte come possa essere imparentata con quel topo di Theodore Nott e a quanto pare sono anche gemelli, dire che non si somigliano è voler essere gentili. Già il giorno seguente alla festicciola si comportano come una coppia rodata. Draco è favorevole alla cosa e li agevola nel vedersi.
Anche per via di Charlotte Nott.
Charlotte è sempre più lontana sia emotivamente che fisicamente, già da molto tempo per via della bambina e dell’altra bambina che però vede solo lei. Sin dopo il parto Charlotte ha sostenuto di avere due gemelle, di aver dato alla luce due bambine, nessun medimago è stato in grado di farle cambiare idea nemmeno suo marito Alan, non crede nemmeno a lui, nemmeno ai ricordi che lui le ha mostrato più volte nel pensatoio. Lui mente, lui è il pazzo lei sa benissimo cosa ha fatto. Dopo mesi in questa situazione lui ha pensato di obliviarla per fare in modo che questa storia avesse una fine ed anche per farla tornare serena come prima. Lo scenario peggiore proposto dal San Mungo era la reclusione nel reparto Janus Thickey Ward un’ala dell’ospedale dedicata ai pazienti di “lungadegenza” che di solito è chiusa a chiave. I maghi e le streghe che vi sono internati hanno subito un danno permanente non curabile. La famiglia è d’accordo, Alan no,  conosce molto bene quel reparto e si oppone fermamente. Troveranno un altra soluzione.
E lui la soluzione la vede li davanti agli occhi, al suo fianco che improvvisamente gli sorride e risponde con un semplice  “si” sapendo bene anche lei a cosa va incontro, perchè sanno entrambi che è solo l’inizio della fine. Al diavolo il matrimonio, al diavolo il patto di sangue e per quella frazione di secondo al diavolo anche la bambina, penserà ad un modo non sarà difficile.
Alan guarda l’agente a lungo e riabbassa le mani sul tavolo. 
<< Sono atterrato all’aereoporto di Londra erano le 11:30 di sera stavo tornando da un viaggio d’affari a New York, il signor Malfoy lo potrà confermare essendo stato con me per tutto il meeting. >>  Si, questa era la versione ufficiale per tutto e per tutti, Draco continua a coprirlo da mesi, e le sue scuse sono molto più convincenti di quelle di Alan a volte.
 << si abbiamo parlato con il signor malfoy ed ha confermato che due giorni prima vi siete lasciati serenamente con Charlotte>>
 << è così infatti, avevo proposto a mia moglie di accompagnarmi in viaggio ma ha rifiutato ed ho lasciato perdere. Non voleva lasciare Amy con altri per il momento.>> ennesimo pezzo della storia accordato con Draco. 
Prende un respiro prima di parlare facendo attenzione ai due agenti del ministero della magia Britannico cercando di non perdere la pazienza << Sentite, io so dove volete andare a parare ma vi state sbagliando, non l’ho uccisa. Charlotte era mentalmente instabile e si è suicidata l’unica colpa che potete darmi e che non fossi li per impedirlo o che non mi sia accorto di nulla prima. >> riporta le mani sul tavolo, le manette tintinnano acciaio contro acciaio e tornata a fissare l’agente << è da quando sono qui che ve lo chiedo, dov’è la bambina?! Era in casa con lei quando siete arrivati e mi avete portato via, voglio sapere se sta bene.>> alle sue parole si fa avanti un auror dicendo che in casa non c’era nessuno oltre alla donna ma che dal racconto dei vicini il giorno prima Charlotte ha incontrato un uomo che si è portato via la bambina .
<< dalla descrizione corrisponderebbe a tuo cognato, Theodore Nott, manderemo degli uomini a verificare >> detto questo torna a suo posto lasciando la parola al babbano mentre ad Alan ne rimangono davvero poche, era premeditato quindi… per qualche ragione si sente sollevato del fatto che la bambina sia con lui sicuramente già a Villa Nott. Da quanto tempo sono chiuso qui…si domanda prima che una domanda lo riporti alla realtà quasi spiazzandolo << va bene crediamo anche al fatto che non l’hai uccisa tu, di Amanda Nott cosa ci puoi dire?>>
 no questo era troppo non l’avrebbe trascinata in tutta questa storia e poi sicuramente non sapevano che fosse con lui qualche ora prima << è la sorella di Charlotte ma non capisco cosa c’entri ora>> ritrova per qualche istante il solito atteggiamento << l’ho vista si e no qualche volta e Charlotte me ne ha parlato pochissimo …>> prima che l’agente possa aggiungere altro i due auror interrompono l’interrogatorio…
Quando i babbani li lasciano soli l’auror si avvicina per farlo alzare, continueranno davanti al Wizengamot, ma contro ogni sua aspettativa gli consegnano solo una pergamena e lo liberano dalle manette. Dovrà presentarsi il giorno dopo scortato dagli agenti del Ministero per fare chiarezza in merito a sua moglie. Non tanto per la morte in se più per la sua instabilità mentale e per la “scomparsa” della gemella. Si, loro sanno tutto, probabilmente il San Mungo li avrà informati di qualcosa.
 To be continued …
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nonamewhiteee · 1 year
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è da un po' che non riesco a scrivere qualcosa, d'altronde la mia vita scorre come sempre svogliatamente, apatica, incolore. vorrei perdermi, disperdere completamente le mie tracce, fossi ricco pagherei qualche malmenato per farmi fuori, tanto con i soldi si può fare di tutto. la psicoterapia è inutile, ma non posso farci molto, esco sempre più raramente perché sono uno dei pochi ad esser rimasto a vivere in questo buco nero che risucchia vita. provo schifo nei confronti di tante cose, non perché io abbia una morale ineccepibile, ma perché almeno provo a non fare male a nessuno con parole e/o azioni, alcuni dovrebbero seriamente pensare di darci un taglio a tanta cattiveria gratuita, all'incoerenza. sono come una medusa messa sulla sabbia lontana dall'acqua salata, sto collassando su me stesso. è venuto a mancare "l'imbrattatore" di tele che lavorava in stazione e non sono più riuscito a dargli il regalino per la nipotina, i silenzi punitivi in casa, i ricordi, l'assurda somiglianza con chi vorrei riuscire andar via per sempre. sono inadatto, ne sono a conoscenza e non so fino a quanto la paura possa riuscire a vincere. vi chiedo ancora una volta scusa, sono un piccolo emanatore di bad vibes, scusatemi, davvero.🌻
#me
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lasvocesdelosotros · 2 years
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octubre 2022
01
Mio marito morí a Roma nelle carceri di Regina Coeli, pochi mesi dopo che avevamo lasciato il paese. Davanti all’orrore della sua morte solitaria, davanti alle angosciose alternative che precedettero la sua morte, io mi chiedo se questo è accaduto a noi, a noi che compravamo gli aranci da Girò e andavamo a passeggio nella neve. Allora io avevo fede in un avvenire facile e lieto, ricco di desideri appagati, di esperienze e di comuni imprese. Ma era quello il tempo migliore della mia vita e solo adesso che m’è sfuggito per sempre, solo adesso lo so.
 Natalia Ginzburg
  02
La mia amica qualche volta dice che è stufa di lavorare, e vorrebbe buttar la vita ai cani. Vorrebbe chiudersi in una bettola a bere tutti i suoi risparmi, oppure mettersi a letto e non pensare piú a niente, e lasciare che vengano a levarle il gas e la luce, lasciare che tutto vada alla deriva pian piano. Dice che lo farà quando io sarò partita. Perché la nostra vita comune durerà poco, presto io partirò e tornerò da mia madre e dai miei figli, in una casa dove non mi sarà permesso di portare le scarpe rotte. Mia madre si prenderà cura di me, m’impedirà di usare degli spilli invece che dei bottoni, e di scrivere fino a notte alta. E io a mia volta mi prenderò cura dei miei figli, vincendo la tentazione di buttar la vita ai cani. Tornerò ad essere grave e materna, come sempre mi avviene quando sono con loro, una persona diversa da ora, una persona che la mia amica non conosce affatto.
 Natalia Ginzburg
   03
La natura essenziale della città è la malinconia: il fiume, perdendosi in lontananza, svapora in un orizzonte di nebbie violacee, che fanno pensare al tramonto anche se è mezzogiorno; e in qualunque punto si respira quello stesso odore cupo e laborioso di fuliggine e si sente un fischio di treni.
 Natalia Ginzburg
 04
Non c’era nessuno di noi. Scelse, per morire, un giorno qualunque di quel torrido agosto; e scelse la stanza d’un albergo nei pressi della stazione: volendo morire, nella città che gli apparteneva, come un forestiero.
 Natalia Ginzburg
 05
I suoi versi risuonano al nostro orecchio, quando ritorniamo alla città o quando ci pensiamo; e non sappiamo neppure piú se siano bei versi, tanto fanno parte di noi, tanto riflettono per noi l’immagine della nostra giovinezza, dei giorni ormai lontanissimi in cui li ascoltammo dalla viva voce del nostro amico per la prima volta: e scoprimmo, con profondo stupore, che anche della nostra grigia, pesante e impoetica città si poteva fare poesia.
 Natalia Ginzburg
 06
Non sarà necessario lasciare il letto. Solo l’alba entrerà nella stanza vuota. Basterà la finestra a vestire ogni cosa D’un chiarore tranquillo, quasi una luce. Poserà un’ombra scarna sul volto supino. I ricordi saranno dei grumi d’ombra Appiattati cosí come vecchia brace Nel camino. Il ricordo sarà la vampa Che ancor ieri mordeva negli occhi spenti.
 Natalia Ginzburg
 07
Ogni occhiata che torna, conserva un gusto Di erba e cose impregnate di sole a sera Sulla spiaggia. Conserva un fiato di mare. Come un mare notturno è quest’ombra vaga Di ansie e brividi antichi, che il cielo sfiora E ogni sera ritorna. Le voci morte Assomigliano al frangersi di quel mare.
 Natalia Ginzburg
 08
un occhio che ci dimentica subito, non appena lasciamo il brevissimo raggio della sua iride.
 Natalia Ginzburg
 09
Nel paese della malinconia, il pensiero è sempre rivolto alla morte. Non teme la morte, assomigliando l’ombra della morte alla vasta ombra degli alberi, al silenzio che è già presente nell’anima, perduta nel suo verde sonno.
 Natalia Ginzburg
 10
Nada es más misterioso, para el hombre, que el espesor de su propio cuerpo. Y cada sociedad se esforzó, en un estilo propio, por proporcionar una respuesta singular a este enigma primario en el que el hombre se arraiga. Parecería que el cuerpo no se cuestiona. Pero, a menudo, la evidencia es el camino más corto del misterio. El antropólogo sabe que «en el corazón de la evidencia —según la hermosa fórmula de Edmond Jabés— está el vacío», es decir, el crisol del sentido que cada sociedad forja a su manera, evidente sólo para la mirada familiar que ella misma provoca. Lo que es evidente en una sociedad asombra en otra, o bien no se lo comprende. Cada sociedad esboza, en el interior de su visión del mundo, un saber singular sobre el cuerpo: sus constituyentes, sus usos, sus correspondencias, etcétera. Le otorga sentido y valor. Las concepciones del cuerpo son tributarias de las concepciones de la persona. Así, muchas sociedades no distinguen entre el hombre y el cuerpo como lo hace el modo dualista al que está tan acostumbrada la sociedad occidental. En las sociedades tradicionales el cuerpo no se distingue de la persona. Las materias primas que componen el espesor del hombre son las mismas que le dan consistencia al cosmos, a la naturaleza. Entre el hombre, el mundo y los otros, se teje un mismo paño, con motivos y colores diferentes que no modifican en nada la trama común (capítulo 1).
 David Le Breton
 11
NIEBLA
 La única niebla
endémica de mi ciudad
es la lluvia;
la llevo como un suéter gris
entre texturas de otra gente
y estampados.
 Mi única niebla,
la de la espera bajo cualquier techo,
de coches ciegos, lentos
bajo el chubasco,
me siembra cataratas en el ojo,
esconde los contornos.
 Es el punto inmóvil
al centro del trompo,
no me moja, me rodea,
esfera al vacío
yo adentro,
gris apenas, suéter grueso
con su olor a húmedo.
 Es la gasa que impide
que mi propia sangre me hiera.
 (Aurelia Cortés Peyrón)
  12
EMPALAGARSE
 es alargarse en algo
que anega
 el paladar
como un relámpago
de azúcar
 o de grasa
que lo surca
y lo rasga.
 Es la flaca
paradoja
de saber
 que saber
es un sabor
que no se aprende:
 en cambio,
se desprende,
se desaprende
 y muda
a su medida;
es pulga
 peligrosa,
pura
pulpa
 y papel
prensil
de las palabras
 que purga
la atención,
la descalabra
 y hurga.
No la rompe;
la sopla.
 No la burla:
la labra
porque la abre
 y la revuelve.
Empalagarse
es alojarse,
 alegre,
entre el diente
y la lengua:
 es cuchara
que escucha,
que pesa
 porque espesa
y se clava
porque endulza.
 (Ezequiel Zaidenwerg)
  13
THINGS EXPOSED TO THE AIR
 Say sugar has a mouth. How would I taste
in it? Like sweat, like lake water, like dust
from a ceiling fan, like the lowest leaves
of the squash plant, like how soft and yellow
they are, like oil, like badly sharpened knives,
like hail just after it pelts the yard, snow
just before it melts? Thank god it doesn't.
Have a mouth, I mean. Though maybe my scent
still saturates it like a mood, covert
and everywhere. This is the mistake
of leaving things exposed to the air, I say
to my daughter. It's not fair. And it's why
I don't need to read the climate change report.
When I brush her hair, the world smells like smoke.
 (Claire Wahmanholm)
  14
El dualismo contemporáneo opone el hombre y el cuerpo. Las aventuras modernas del hombre y de su doble hicieron del cuerpo una especie de alter ego. Lugar privilegiado del bienestar (la forma), del buen parecer (las formas, body-building, cosméticos, productos dietéticos, etc), pasión por el esfuerzo (maratón, jogging, windsurf) o por el riesgo (andinismo, «la aventura» , etc). La preocupación moderna por el cuerpo, en nuestra «humanidad sentada», es un inductor incansable de imaginario y de practicas. «Factor de individualización», el cuerpo duplica los signos de la distinción, es un valor.
 David Le Breton
 15
È inutile credere che possiamo guarire di vent’anni come quelli che abbiamo passato. Chi di noi è stato un perseguitato non ritroverà mai piú la pace. Una scampanellata notturna non può significare altro per noi che la parola «questura». Ed è inutile dire e ripetere a noi stessi che dietro la parola «questura» ci sono adesso forse volti amici ai quali possiamo chiedere protezione e assistenza. In noi quella parola genera sempre diffidenza e spavento. Se guardo i miei bambini che dormono penso con sollievo che non dovrò svegliarli nella notte e scappare. Ma non è un sollievo pieno e profondo. Mi pare sempre che un giorno o l’altro dovremo di nuovo alzarci di notte e scappare, e lasciare tutto dietro a noi, stanze quiete e lettere e ricordi e indumenti.
 Natalia Ginzburg
  16
LA MATA (fragmento)  Añade La Mata:  Para quienes volvieron: un manojo de flores del totumo, piñuelas con sus pulpas jugosas, su tomento estrellado de blanco color. Estas flores de pétalos carnosos, vainillas, olorosas durante la noche, y también otras flores furiosas, expertas en la desobediencia: varias flores del pico de loro, las espinas que rasgan la piel escondidas. Una invasión de trinitarias, un desfile coronado por sépalos persistentes. Unas con cáliz, que acompaña al fruto, otras estériles; también racimos de flores amarillas del bombito, de la flor de la bajagua, de esa flor que se llama amor que zumba, racimos abundantes, retoñadas de sí.
 (Eliana Hernández Pachón)
 17
Il mio mestiere è quello di scrivere e io lo so bene e da molto tempo. Spero di non essere fraintesa: sul valore di quel che posso scrivere non so nulla. So che scrivere è il mio mestiere.
 Natalia Ginzburg
 18
Una volta sofferta, l’esperienza del male non si dimentica piú. Chi ha visto le case crollare sa troppo chiaramente che labili beni siano i vasetti di fiori, i quadri, le pareti bianche. Sa troppo bene di cosa è fatta una casa. Una casa è fatta di mattoni e di calce, e può crollare. Una casa non è molto solida. Può crollare da un momento all’altro. Dietro i sereni vasetti di fiori, dietro le teiere, i tappeti, i pavimenti lucidati a cera, c’è l’altro volto vero della casa, il volto atroce della casa crollata.
 Natalia Ginzburg
 19
Tenevo un taccuino dove scrivevo certi particolari che avevo scoperto o piccoli paragoni o episodi che mi ripromettevo di mettere nei racconti. Nel taccuino scrivevo per esempio cosí: «Egli usciva dal bagno trascinandosi dietro come una lunga coda il cordone dell’accappatoio». «Come puzza il cesso in questa casa, – gli disse la bambina. – Quando ci vado, io non respiro mai, – soggiunse tristemente». «I suoi riccioli come grappoli d’uva». «Coperte rosse e nere sul letto disfatto». «Faccia pallida come una patata sbucciata». Tuttavia ho scoperto che difficilmente queste frasi mi servivano quando scrivevo un racconto. Il taccuino diventava una specie di museo di frasi, tutte cristallizzate e imbalsamate, molto difficilmente utilizzabili. Ho cercato infinite volte di ficcare in qualche racconto le coperte rosse e nere o i riccioli come grappoli d’uva e non m’è mai riuscito. Il taccuino dunque non poteva servire. Ho capito allora che non esiste il risparmio in questo mestiere. Se uno pensa «questo particolare è bello e non voglio sciuparlo nel racconto che sto scrivendo ora, qui c’è già molta roba bella, lo tengo in serbo per un altro racconto che scriverò», allora quel particolare si cristallizza dentro di lui e non può piú servirsene.
 Natalia Ginzburg
 20
Ho scoperto allora che ci si stanca quando si scrive una cosa sul serio. È un cattivo segno se non ci si stanca. Uno non può sperare di scrivere qualcosa di serio cosí alla leggera, come con una mano sola, svolazzando via fresco fresco. Non si può cavarsela cosí con poco. Uno, quando scrive una cosa che sia seria, ci casca dentro, ci affoga dentro proprio fino agli occhi; e se ha dei sentimenti molto forti che lo inquietano in cuore, se è molto felice o molto infelice per una qualunque ragione diciamo terrestre, che non c’entra per niente con la cosa che sta scrivendo, allora, se quanto scrive è valido e degno di vita, ogni altro sentimento s’addormenta in lui. Lui non può sperare di serbarsi intatta e fresca la sua cara felicità, o la sua cara infelicità, tutto s’allontana e svanisce ed è solo con la sua pagina, nessuna felicità e nessuna infelicità può sussistere in lui che non sia strettamente legata a questa sua pagina, non possiede altro e non appartiene ad altri e se non gli succede cosí, allora è segno che la sua pagina non vale nulla.
 Natalia Ginzburg
 21
Quando uno scrive un racconto, deve buttarci dentro tutto il meglio che possiede e che ha visto, tutto il meglio che ha raccolto nella sua vita. E i particolari si consumano, si logorano a portarseli intorno senza servirsene per molto tempo. Non soltanto i particolari ma tutto, tutte le trovate e le idee.
 Natalia Ginzburg
 22
in quell’epoca ho visto una volta passare per strada un carretto con sopra uno specchio, un grande specchio dalla cornice dorata. Vi era riflesso il cielo verde della sera, e io mi son fermata a guardarlo mentre passava, con una grande felicità e il senso che avveniva qualcosa d’importante.
 Natalia Ginzburg
 23
What is static if not the sound of the universe's grief? Anywhere static reigns.
 (J. Estanislao Lopez)
 24
EL PUESTO DEL GATO EN EL COSMOS
 Uno siempre se equivoca cuando habla del gato.
Se le ocurre por ejemplo que junto a la ventana
el gato se ha planteado en el fondo de los ojos
un posible fracaso en la noche cercana.
Pero el gato no tiene un porvenir que lo limite.
A uno se le ocurre que medita, espera o mira algo
y el gato ni siquiera siente al gato que hay en él.
¿Cómo admitir detrás del movimiento de la cola
una motivación, un juicio o un conocimiento?
El gato es un acto gratuito del gato.
El que aventure una definición debería
proponer sucesivas negaciones al engaño del gato.
Porque el gato, por lo menos el gato de la casa,
particular, privado e individuo hasta las uñas,
comprometido como está
al vicio de nuestro pensamiento
ni siquiera es un gato, estrictamente hablando.
 (Joaquín Giannuzzi)
  25
En el fondo del mar, realmente al fondo, los humanos vemos en blanco y negro, como algunas aves.
[...]
Orden. Desapareció tu especie. Pero cuando nadie las ve, las islas toman la forma de tu nombre.
(Isabel Zapata)
 26
SOMETHING
 Something went wrong.
That’s what the machine
says when I call to say
my paper didn’t arrive.
Machines are trained
by people, so they’re
smart, they know a thing
or fifty trillion. Did you miss
your Sunday delivery?
it asks. I did, I say. I
miss everything, I say,
because it’s a machine and
it has to listen, or at least
it has to not hang up
without trying to understand
why I called, which means
trying to correct what
went wrong. Let me
see if I got this right,
the voice says, you
missed your Sunday paper?
Yes, I say, but also I
miss my childhood and fairy
tales, like Eden. I miss sweet
Rob Roys with strangers.
I’m sorry, the machine says.
I’m having trouble understanding.
Did you miss today’s paper?
Yes, I say, but that’s not
the half of it. Sometimes
I just feel like half
of me, and even that
feels like too much. I’m
having trouble understanding,
the machine repeats, its
syllables halted, as if
trying to mimic an empath.
I’m having trouble understanding
too, I say. I used to understand
so much: photosynthesis, the
human heart, I’d even
memorized the Krebs cycle,
but now all I remember
is lifting the golden coil
of the kitchen phone to maneuver
under my mother’s conversations.
It was like lifting
the horizon. There’s
a silence, and the machine
asks: Are you still there? In
a few words, please describe
your issue. Where do I begin
being a minimalist? Time,
I say, I’ve got a problem
with that. Also, loss, and
attachment. That’s pretty
much it, and the news in its sky-
blue sleeve is meant to be
a distraction, isn’t it? I ask.
More silence, and then:
You miss your mother?
a voice asks. It’s
a human voice.
Me too, she says.
(Andrea Cohen)
 27
(Otro mito habitual sobre la inmigración: que no tenía vuelta atrás. Y, en realidad, eran muchos los que no encontraban en sus nuevos lugares lo que buscaban y se volvían, derrotados o aliviados, a sus viejos.)
Caparrós
 28
Si Ñamérica es el territorio de las mezclas, la mezcla de aquella zona es peculiar: allí las distintas culturas europeas se mezclaron como nunca habrían podido mezclarse en sus lugares de origen y dieron origen a una cultura nueva: Borges, Boca Juniors, el rubio pobre, la milanesa a la napolitana y el franfruter y las once, la chantada.
(Yo, con perdón, soy eso: hijo de un español que llegó, jovencito, tras la Guerra Civil porque sus padres debieron exiliarse derrotados, y una argentina cuyos padres eran un judío polaco y la hija de un judío ruso recién llegados a esas playas. Ser argentino, está claro, es una forma de la mezcla más imprevisible. Durante décadas nos creímos, por venir de esos cruces, menos ñamericanos; no entendíamos que éramos justamente lo contrario: que éramos ñamericanos por mezclados, porque la mezcla es la marca decisiva de Ñamérica.)
Caparrós
 29
La frontera es el lugar donde un estado empieza: donde te dice de aquí p’allá estoy yo, donde te dice no te creas; donde te dice mando. La frontera es la primera línea de defensa y ataque de un estado. La frontera es un modelo de estos tiempos: una de esas creaciones arbitrarias, fruto de los poderes, que se empeñan en vendernos como algo natural, eterno. Otro efecto de la publicidad: de este lado estamos nosotros y allí, a unos metros, están ellos —y ellos son otros, radicalmente otros porque están unos metros más allá. Es sorprendente que la patraña de las patrias —la patriaña— sea tan poderosa como para convencernos de esa farsa.
Caparrós
 30
(Hay algo irreal, casi hilarante, en ver cien metros de agua y saber que esa tierra que hay del otro lado es otro mundo, que usan otra moneda, siguen a otros jefes, gritan otros goles, y que tantos que quieren, de este lado, no consiguen entrar: tan allí mismo, tan lejano.)
Caparrós
 31
finora mi è successo sempre di scrivere in fretta e delle cose piuttosto brevi: e a un certo punto m’è sembrato anche di capire perché. Perché ho dei fratelli molto maggiori di me e quando ero piccola, se parlavo a tavola mi dicevano sempre di tacere. Cosí mi ero abituata a dir sempre le cose in fretta in fretta, a precipizio e col minor numero possibile di parole, sempre con la paura che gli altri riprendessero a parlare tra loro e smettessero di darmi ascolto. Può darsi che sembri una spiegazione
  Natalia Ginzburg
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lamilanomagazine · 3 months
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Bologna: perde la memoria sotto le Due Torri, anziana riconosce l’insegna dei carabinieri e viene aiutata
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Bologna: perde la memoria sotto le Due Torri, anziana riconosce l’insegna dei carabinieri e viene aiutata. I Carabinieri della Stazione Bologna Indipendenza hanno soccorso una 92enne bolognese colpita da un vuoto di memoria mentre passeggiava sotto le torri. L'anziana donna, residente in centro, era uscita di casa per farsi una passeggiata sotto le torri, quando è stata colpita da una perdita di memoria che le ha impedito di ricordare cosa stava facendo e dove stava andando. È stato l'istinto a portare la 92enne a fermarsi davanti all'insegna "Carabinieri" di via Galliera e a suonare ai militari della Stazione Bologna Indipendenza per chiedere aiuto. Alla vista dell'anziana, i Carabinieri hanno capito che la stessa era stata colpita da una perdita delle capacità di richiamare alla mente i ricordi, tra cui i dati anagrafici, l'indirizzo di residenza e altri dettagli utili all'identificazione. Dopo aver accudito, tranquillizzato e riscaldato la 92enne che aveva freddo, i Carabinieri hanno allertato il 118 e grazie a quei pochi dettagli che la stessa gli aveva fornito, sono riusciti a rintracciare una nipote che è stata contattata e informata dell'accaduto. All'arrivo dei sanitari, l'anziana signora è stata trasportata all'Ospedale Maggiore per accertamenti.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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weirdesplinder · 3 months
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Best C-drama with romantic plot and very good chemistry
HIDDEN LOVE
Link per la visione su youtube: https://www.youtube.com/watch?v=guO5E88iiYA&list=PLIPiKkS-FpK9FBPbX-0X-MDicBEQvjfas
Trama: Sang Zhi si è innamorata a tredici anni di Duan Jia Xu, l'amico di suo fratello maggiore, che ha cinque anni più di lei. Il suo amore non ha mai vacillato seppur tenuto segreto e quando ormai al primo anno di università lo reincontra il suo cuore gioisce. E anche lui ora che la vede adulta e la frequenta si rende conto di quanto gli sia cara e non come una sorellina minore, ma come qualcosa di più, che non ha mai conosciuto prima.
MY FATED BOY
Link per la visione su youtube: https://www.youtube.com/watch?v=ADgzXJKiNWM
Trama:  Da piccoli Lin Yang e il suo vicino di casa Lu Zheng An erano  inseparabili, nonostante lei fosse più  grande di lui di sette anni, e ne combinavano di tutti i colori, per la  disperazione dei loro genitori anch’essi grandi amici. Ora trentunenne,  Lin Yang lavora in un ufficio e vive in  affitto. La sua vita non è andata proprio come sperava, ma riesce  comunque a  barcamenarsi. Tuttavia un giorno, i suoi ricordi del passato tornano   con prepotenza quando Lu Zheng An, ora 24enne, ritorna a casa dopo essersi laureato  all’estero. Lei non lo sa, ma lui la ama da sempre e ora che è adulto è  intenzionato a riaccendere la loro  amicizia e a far nascere una storia d'amore tra loro, inserendosi a  forza nella sua vita con ogni sotterfugio possibile. Lin Yang lo vede  ancora come il ragazzino con cui giocava da piccola, ma più tenpo  passerà con il ragazzo che ora è diventao un uomo molto attraente più la  sua propsettiva cambierà, anche perchè lui farà di tutto per  conquistare il suo cuore.
MY LITTLE HAPPINESS
Link per la visione su youtube: https://www.youtube.com/watch?v=QHlSN7qnGDo
Trama: Zhuo Rong  ha sognato a lungo di diventare avvocato, ma sua madre è assolutamente  determinata nel vedere sua figlia studiare finanza all'estero. Dopo aver convinto la madre di essere  partita per terre lontane, Zhuo Rong torna in segreto a casa per  iniziare a lavorare come tirocinante in ambito legale. Nel suo primo  caso, Zhuo Rong si trova faccia a faccia con l'amico d'infanzia, Wen  Shao Qing .  Diventato chirurgo, Shao Qing non è solo un cliente di Zhuo Rong, ma  anche il proprietario di casa sua e suo vicino. Riavvicinati dal  destino, Zhuo Rong e Shao Qing si trovano sempre più uniti, nonostante i  loro sforzi di stare lontani.
CRUSH (SOLO LE PRIME 13 PUNTATE)
Link alla visione su youtube: https://www.youtube.com/watch?v=_KQ8kEYPTPc
Trama: Sang Wu Yan, una studentessa universitaria, sogna di diventare una deejay, lavora come assistente in una stazione radio e le piace un misterioso cantautore di nome “Yi Jin”. Un giorno seduta su una panchina vede un bellissimo ragazzo, Su Nian Qin, di cui si infatua a prima vista, solo per poi scoprire che è ipovedente. I due si reincontrano quando lei inizia un tirocinio  presso una scuola per bambini ciechi e li lo ritrova come insegnante temporaneo. Giorno dopo giorno, la ragazza solare e ottimista riesce a vincere la scontrosità e la freddezza di Su Nian, che però nasconde molti segreti nel suo passato e nel suo presente.
LOST ROMANCE
Link per la visione su youtube: https://www.youtube.com/watch?v=N-MFrMbVRY4
Trama: Zheng Xiao En (Vivian Sung) lavora come editore di romanzi d'amore in una casa editrice, e segretamente sogna di innamorarsi di un CEO.Quando non lavora, passa le sue giornate a sognare ad occhi aperti He Tian Hang (Marcus Chang), il bel direttore generale della società che occupa l'edificio di fronte agli uffici della sua azienda. Un giorno, Zheng Xiao En si trova magicamente trasportata nelle pagine di un romanzo d'amore e si trova faccia a faccia con la sua cotta He Tian Hang.  Tuttavia, scopre ben presto che in questo universo immaginario, il suo nome è Si Tu Ao Ran e la sua personalità è molto diversa.Spera di usare tutti i consigli e i trucchi che ha imparato dai romanzi d'amore che ha curato per aiutarla a catturare il suo cuore. Ma presto scopre che in questo mondo immaginario non è la protagonista femminile eroica, è invece un personaggio malvagio! Può cambiare la storia e finire con l'uomo dei suoi sogni?
DON'T DISTURB MY STUDY
Link per la visione su youtube: https://www.youtube.com/playlist?list=PLKvQf7JNnWS2puMQ2Z3yQAJGkOUghkMV1
Trama: Nel 2020, all'età di 28 anni, Nan Xiang Wan, direttrice delle risorse umane di un'azienda di fama mondiale che in apparenza sembra una persona potente e sicura di sé, è una paziente piena di ansia che soffre di discriminazione accademica perchè non si è mai laureata. IL fato sottoforma di una vecchia radio la riporta nel passato ai tempi delle scuole supreiori e stavolta nan è decisa a diplomarsi a pieni voti e riuscire a venire ammessa all'università, niente stavolta le impedirà di studiare... ma per vaere pace dovrà risolvere i problemi dei suoi compagni di classe, e dei suoi prtofessori e per farlo dovrà conoscerli meglio e avvicinarsi a loro, in modo particolare al più
RESET
Link per la visione: https://www.viki.com/tv/38357c-reset?locale=it
Trama: Alzandosi dal letto quella fatidica mattina, Li Shi Qing (Zhao Jin Mai) non sapeva che di lì a poco la sua vita sarebbe cambiata per sempre. Come al solito, Shi Qing salì sul suo autobus, senza preoccupazioni in testa. Fino a quando l'autobus si trovò coinvolto in un terribile incidente e a Shi Qing rimasero solo pochi secondi per rendersi conto che la sua vita stava per finire… Ma era davvero così?Svegliarsi sempre lo stesso giorno, fare gli stessi movimenti, salire sullo stesso autobus e morire nello stesso incidente, in continuazione: Shi Qing si rende presto conto di essere rimasta intrappolata in un loop temporale infinito. Nel disperato tentativo di trovare un modo per sfuggire al loop e suo tragico destino, Shi Qing trascina inavvertitamente con sé nel loop un altro passeggero del bus, Xiao He Yun (Bai Jing Ting). Insieme, cercheranno di trovare un modo per cambiare il proprio destino e per permettere all'autobus di prosegua la sua corsa sano e salvo, ma l'impresa si rivelerà tutt'altro che facile.Mentre Shi Qing e He Yun tenteranno di uscire dal loro personale loop temporale, inoltre, altri due individui si ritroveranno bloccati in un diverso loop. Collegati tra loro da forze imperscrutabili, i quattro prigionieri del tempo dovranno svelare gli enigmi che circondano i loro misteriosi destini. Riusciranno a nell'impresa o rimarranno bloccati per sempre in questi loop senza fine?
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