Tumgik
#la vecchia saggia
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Una giovane donna della tribù si diresse verso la vecchia e le disse:
- Non parteciperò più al gruppo.
La vecchia signora rispose:
- Ma perché?
La giovane donna rispose:
- Vedo mia sorella che parla male di un'altra; un gruppetto che vive parlando e non aiuta, persone che durante la danza sembrano cercare di mostrarsi invece di guardare l'albero e tante altre cose brutte...
La vecchia signora rispose:
- Va bene, ma prima di andartene, voglio che tu mi faccia un favore: prendi un bicchiere pieno d'acqua e fai tre giri in cerchio senza versare una goccia d'acqua sul terreno. Dopo di che, puoi uscire dal gruppo.
E la giovane donna pensò: Molto facile!
E ha fatto i tre giri come le ha chiesto la vecchia signora.
Quando è finita, ha detto:
- Fatto!
E la vecchia le chiese:
- Quando stavi girando, hai visto qualche sorella parlare male di un'altra?
La risposta è stata: no
Hai visto le danzanti lamentarsi l'uno con l'altro?
- No.
Hai visto qualcuno che non stava aiutando?
- No.
- Sai perché? - Eri concentrata sul bicchiere per non buttare via l'acqua.
Lo stesso vale per il nostro gruppo e nella vita. Quando il nostro approccio sarà i nostri passi, la nostra preghiera e la nostra evoluzione, non avremo tempo per vedere gli errori degli altri.
Chi esce da un cerchio a causa di qualcun altro, non è mai entrato a danzare, a guarire, a pregare, a pregare per l'umanità.
Chi guarda le altre, non è mai entrato per onorare le proprie antenate, non è mai entrato nella propria evoluzione, di trovare nella danza il suo vero spirito, di servire la comunità.
Liberati dal pregiudizio, dall'opinione degli altri, guarda te stesso.
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fallimentiquotidiani · 10 months
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San Luca, gradi all'ombra percepiti: 59.
Coppia visibilmente affaticata scende mentre salgo.
Lei fa a lui (che è senza respiro e grondante sudore): "Mi Ami?"
Così, a bruciapelo.
Lui: "Ma certo"
Lei senza fargli prendere fiato: "E se diventassi un vegetale? Mi ameresti ancora?"
Lui visibilmente scosso da questa bomba atomica tirata in questa torrida giornata mi guarda, io lo guardo, ci scambiamo un'occhiata d'intesa di quelle del tipo "dai la risposta più saggia o per te sarà la fine".
Lui: "MA CERTO!"
Lei: "Mmmh, va beh..."
MA VECCHIA?? TI SEMBRANO DOMANDE DA FARE CON STO CAZZO DI CALDO?
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principessa-6 · 1 year
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L'altro giorno una ragazza giovane mi ha chiesto:
"Cosa provi nell'essere vecchia"?
La domanda mi ha sorpreso molto, dato che non mi sono mai ritenuta vecchia. Quando la ragazza ha visto la mia reazione, immediatamente si è dispiaciuta, ma le ho spiegato che era una domanda interessante. E riflettendo, ho pensato che;
invecchiare è un regalo.
A volte mi sorprende la persona che riflette nello specchio, ma non mi preoccupo di lei da molto tempo e non cambierei nulla di quello che ho per qualche ruga in meno ed un ventre piatto.
Non mi rimprovero più perché non mi piace riassettare il letto o perché non mangio alcune "cose". Mi sento finalmente nel mio diritto di essere disordinata, stravagante e trascorrere le mie ore contemplando la natura o navigando sui social.
Inoltre a chi interessa se scelgo di leggere o giocare sul computer fino alle 4 del mattino e poi dormire fino a chi sa che ora. A chi interessa se ballo da sola ascoltando la musica anni 50? A chi interessa se voglio piangere per un amore perduto?
A chi interessa se cammino sulla spiaggia portando a spasso il mio corpo paffuto in bikini sotto lo sguardo da chi più di me se lo può permettere e a chi interessa se mi tuffo fra le le onde lasciandomi cullare.
Ho visto alcuni cari amici andarsene da questo mondo prima di aver goduto della libertà che viene con l'invecchiare.
È vero che attraverso gli anni il mio cuore ha sofferto per la perdita di una persona cara, ma È la sofferenza che ci dà forza e ci fa crescere. Un cuore che non si è rotto è sterile e non saprà mai della felicità di essere imperfetto.
Sono orgogliosa di aver vissuto abbastanza per far ingrigire i miei capelli e aver saputo conservare il sorriso della mia giovinezza. Orbene, per rispondere alla domanda con sincerità, posso dire:
"Mi piace essere vecchia, perché la vecchiaia mi rende più saggia, più libera".
So che non vivrò per sempre, ma mentre sono qui voglio vivere secondo le mie leggi. Quelle del mio cuore! Non voglio lamentarmi per ciò che non è stato né preoccuparmi di quello che sarà, e nel tempo che rimane semplicemente amerò la vita come ho fatto fino ad oggi, il resto lo lascio a Dio... 🤍 💜
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0ssim0r0 · 8 months
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L'altro giorno, una ragazza giovane mi ha chiesto: "cosa provi nell'essere vecchia"?
Mi ha sorpreso molto la domanda, dato che non mi sono mai ritenuta vecchia.
Quando la ragazza ha visto la mia reazione, immediatamente si è dispiaciuta, ma le ho spiegato che era una domanda interessante.
E poi ho riflettuto, ho pensato che invecchiare è un regalo.
A volte mi sorprende la persona che vedo nel mio specchio.
Ma non mi preoccupo di lei da molto tempo. Io non cambierei nulla di quello che ho per qualche ruga in meno ed un ventre piatto.
Non mi rimprovero più perché non mi piace riassettare il letto, o perché non mangio alcune "cose". Mi sento finalmente nel mio diritto di essere disordinata, stravagante e trascorrere le mie ore contemplando i fiori.
Ho visto alcuni cari amici andarsene da questo mondo, prima di aver goduto della libertà che viene con l'invecchiare.
A chi interessa se scelgo di leggere o giocare sul computer fino alle 4 del mattino e poi dormire fino a chi sa che ora?
A chi interessa se ballo da sola ascoltando la musica anni 60?
E se dopo voglio piangere per un amore perduto?
E se cammino sulla spiaggia in costume da bagno, portando a spasso il mio corpo paffuto e mi tuffo fra le onde lasciandomi da esse cullare, nonostante gli sguardi di quelle che indossano ancora il bikini, saranno vecchie anche loro se avranno fortuna.
È vero che attraverso gli anni il mio cuore ha sofferto per la perdita di una persona cara, ma è la sofferenza che ci dà forza e ci fa crescere.
Un cuore che non si è rotto, è sterile e non saprà mai della felicità di essere imperfetto.
Sono orgogliosa di aver vissuto abbastanza per far ingrigire i miei capelli e per conservare il sorriso della mia giovinezza, di quando ancora non c'erano solchi profondi sul mio viso.
Orbene, per rispondere alla domanda con sincerità, posso dire: mi piace essere vecchia, perché la vecchiaia mi rende più saggia, più libera!
So che non vivrò per sempre, ma mentre sono qui, voglio vivere secondo le mie leggi, quelle del mio cuore. Non voglio lamentarmi per ciò che non è stato, né preoccuparmi di quello che sarà. Nel tempo che rimane, semplicemente amerò la vita come ho fatto fino ad oggi, il resto lo lascio a Dio.
Autore sconosciuto
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Ossimoro
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princessofmistake · 2 months
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Rido. “Comunque non so neanche cosa pensi lui di me con precisione. Voglio dire, se è stato cinque ore a parlare con me e poi non gli interesso neanche un po’, è masochista; però non mi faccio illusioni, almeno per il momento”. Già, è sempre facile dirlo. È forse la frase che più si sa essere giusta e saggia e meno si riesce a rispettare. Innamorarsi vuol dire saper essere ingenui. Significa sapersi fidare. E questo esclude ogni criteri di saggezza, di cautela, di preparazione. È buffo. La gente può passare tutta una vita alla disperata ricerca di un amore, di una storia, di una relazione in cui l’altro diventi parte di sé e viceversa, salvo poi – quando sembra che le cose stiano per andare bene – avere una gran paura di innamorarsi. Si ha paura di perdere un qualcosa che ancora non si ha. Perché le persone hanno bisogno di certezze? Forse perché senza una certezza, una qualsiasi, non sarebbe possibile essere in errore. E in fondo una storia d’amore cos’è se non il susseguirsi di tante piccole certezze, da poter snocciolare tra le dita come i grani di un eretico rosario? Un rosario rovente, che può lasciare segni di ustioni profonde sul candore della pelle di chi, adolescente, si affaccia per la prima volta ai misteri, alle gioie, ai peccati di quel rosario. Ma tutto si cheta col tempo. Il tempo, questo grande alleato. Dopo un po’ che continuiamo a scorrere quei grani, non li percepiamo più così caldi, non sentiamo più dolore e sulla nostra povera pelle bianca, non vediamo più nascere striature viola là dove l’ultimo grano è passato. È il tempo che passa, lasciando le cose apparentemente immutate e immutabili, mentre in realtà niente è mai uguale a se stesso, neanche dopo pochi istanti trascorsi soprappensiero. Il problema dell’amore è che quando il tempo riesce a fare il suo corso, si diventa insensibili non solo al dolore, ma anche a qualunque tipo di emozione, di passione, di percezione. È come se il tempo non si limitasse a strusciarsi addosso a noi, ma succhiasse via la nostra capacità di sentire il calore intorno. Ci si vaccina, si diventa aridi, algidi. Per prepararsi a nuove sofferenze, forse. O per difendersi da vecchi ricordi. Buffo. Quando lo si maneggia troppo, l’amore diventa poi intangibile. Quasi che la nostra vecchia pelle, alla lunga, assuma quella forza necessaria per spezzarne i grani, per renderlo immateriale, immaginario, etereo. Ma quando quel rosario cede sotto le nostre dita e quei grani si liberano da noi, rimbalzando nello spazio, nel tempo e nei ricordi, allora sì che ci rendiamo conto di quanto fosse piacevole passare le ore, le giornate, le settimane, i mesi e gli anni a carezzare quei freschi chicchi di vita, così tranquillizzanti per un nostro equilibrio interiore.
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gcorvetti · 2 months
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1 Marzo.
Ieri come da programma è arrivata mia figlia e fidanzato, dopo essere arrivati a casa e mangiato, abbiamo deciso che oggi si fa qualcosa a seconda del meteo, sono andati a letto perché erano stanchi e sicuramente hanno dormito meglio di me che nonostante avessi sonno e volessi dormire non sono riuscito perché mia madre ha questa malsana abitudine di tenere la televisione accesa a tutte le ore, notturne incluse. Oggi infatti dopo quasi 3 settimane di sta cosa mi sono incazzato perché non si rende conto che non è più da sola e che io ho bisogno di dormire, meno male che ero venuto per rilassarmi.
I ragazzi sono andati a fare un giro con un amico del moroso, scusate se non metto i nomi ma è anche per privacy, che è in vacanza con la famiglia e a quanto pare sono andati al mare, non so quando torneranno, ma dicevano che sta sera andiamo in giro, così tanto per fare un giro serale.
Ieri ho postato anche la loro foto nel gruppo della famiglia, poche risposte fanno capire quanto siano interessati ad incontrarli, posso capire per me che non gli è mai fregato niente, ma i ragazzi? Boh, francamente me ne infischio se vogliono organizzarsi e fare quella famosa cena, o pizza quello che è, bene, io non organizzo niente anche perché sono loro ad essere impegnati, come ho scritto in un post uno di questi giorni, non mi ripeto.
L'unica domanda che mi torna in mente da qualche giorno è "Che cazzo ci faccio qua?" Sembra che non c'è posto in cui mi trovi bene, beh certo a casa con i miei spazi e le mie cose, e la compagnia di lei anche se sporadica, era sicuramente meglio di qua. Spock dice che devo stare tranquillo e che come da programma ho fatto la vacanzina, poi i ragazzi e poi con calma magari mi muovo, ma con questi presupposti mi sa che non è proprio il caso di restare. Si sono incazzato con mia madre, che va bè è vecchia ed è comprensibile che sia rincoglionita, oltre ad essere decisamente sorda ma questo è il minimo, non si rende conto di niente, una persona anziana dovrebbe essere saggia, ma non mia madre, che dice che non può mangiare questo e quello ma lo mangia lo stesso e girano i coglioni. Mia sorella mi dice che è normale amministrazione perché da almeno 10 anni è così, solo una cosa mi ha colpito in queste settimane passate qua, una frase che ha detto nel suo delirio continuo, perché spesso parla sola, ha detto (traduco) "Esco sempre perché se la morte mi viene a cercare non mi trova a casa!".
Si lo so, devo stare tranquillo, ci provo, ma se intorno a me c'è troppo casino non riesco a concentrarmi.
Beccatevi gli Slift da Tolosa.
youtube
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myshadowaandlights · 11 months
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Sola via d'uscita: Cazzuta. Edizione aggiornata.
disclaimer:
cifra stilistica= scrivo male. E sono una millennial naive nell'animo.
5/05/23, 02/02/24 , ste corrispondenze di numeri mi fanno cacare sotto. Per una volta scienziati della numerologia, avete vinto.
Questo post l'ho ritrovato tra le note del telefono dopo qualche anno, (ma secondo la mia percezione temporale potrebbe anche trattarsi di secoli fa) era molto più triste allora (eufemismo), ma c'ho fatto qualche modifica. Sta nota testimonia il mio lato cinico da emo misto ad un ironia scrausa, patetica ed eroica, vista e rivista, ma di cui dobbiamo comunque ringraziare l'universo per avercene data in dono ( in generale l'ironia eh, non la mia) .
Non so se volete conoscere davvero questo lato del mondo. Forse non vi conviene. Il titolo del post può anche sembrare figo ma un sacco di libri sono belli solo dalla copertina, è una specie di legge di murphy. Come la pizza 'sto cazzo. Vabbuo', che sto ci a fare a cercare di sbrogliarvi da qui. Fate quel che vi pare, io comincio.
Ho sempre voluto sparire in queste situazioni, quando si ricominciava tutto e niente era definito e l'ansia e la paranoia ti prendevano alle spalle e ti scuotevano violentemente.
Quanto ho odiato l'esistenza in questi momenti. E tante volte ho desiderato di morire prima, no non per scherzo (un classico per il mio animo drammatico).
Di fare un colpo prima di dover arrivare alla maturità,
di fare un colpo prima di dover scegliere l'università, di fare un colpo prima di un esame importante,
di fare un colpo prima di veder mia madre soffrire troppo prosciugata dal suo stesso male e forse anche un po' dal mio,
di fare un colpo prima di veder mia nonna morire,
Di fare un colpo nel momento in cui sarò disoccupata senza nessuna speranza per il mio futuro.
Di fare un colpo prima di vedere andarsene tutti.
Di fare un colpo prima di invecchiare e sapere che destino avrò in serbo, o in croato che ne so ( No era brutta scusate shhh, non l'avete vista ).
E sono comunque qui.
E tutto mi cadrà addosso.
E dovrò essere abbastanza forte,
abbastanza audace e razionale da affrontare tutto. Ma la razionalità non c'entra un cazzo. C'entra il perdono. e forse credere in qualcosa e se non in Dio o nella bontà delle persone, probabilmente alla rabbia.
E forse é proprio quella sensazione di essere riusciti ad affrontare il peggio( soggettivo),
ma ritrovarsi ancora in balia della vita,
in quegli attimi in cui puoi riposare e trovi po' di speranza,
perché non sei ancora morta, non davvero. lo so che pensi di non star provando più nessun sentimento se non la disperazione. Ma ti posso dire? Col cazzo.
Ti avverto:
No nonostante tutto non sei ancora morta, stai piangendo, stai provando , anche sta volta quella stronza della depressione può andare a farsi fottere, perchè sei davvero incazzata.
Cosi ti alzi, nella tua disastrata routine che routine non é mai. Non guardi in faccia nessuno, perché li conosci bene di già, dopo 15 anni passati a convivere con questo, gli sguardi di chi ha paura di quello che riesce a scorgere nei tuoi occhi. Hanno paura e disagio e non se lo spiegano nemmeno loro il perché. E tu sei cosi trasparente, un disastro totale a non fare la faccia da pesce lesso o da Boldrini disperata ( sorry la cit, non mi denunci nessuno please) , anche quando non vorresti. Per cui passa avanti, scherma il tuo sguardo e guarda quella piccola crepa sull'asfalto, che si è ribellata e che al di sotto di sé, ha ancora della terra. Lo vedi quel ciuffo verde ribelle?
Perciò prova,( e se non ci riesci cazzi), a sfidare ancora una volta quel mondo che se non scappi potrebbe caderti addosso. Ma sappi che se continui a scappare, un altro ancora potrebbe caderti addosso.
E come mi ha detto una volta una persona saggia: Cazzuta vecchia. Dobbiamo essere cazzute. Sta vita di merda ti lancia le sfide manco fossero tiri in porta. E allora tu dille: Dammene un'altra, su forza, vediamo quanto resisto, cazzutamente non mi sfonderai manco sta volta ( aha c'è la rima sdrolpa involontaria).No, manco sta volta, che giri come uno zombie per casa, solo per andare in bagno. Manco quelle volte in cui ti verrebbe da non alzarti dal letto e non hai fame e non hai sete e del tuo corpo che brontola non te ne frega un cazzo. Manco sta volta che non riesci ad aprire un libro e sforzarti a capirci qualcosa di quello che c'è scritto. Manco sta volta, comunque.
Farebbe un po' ridere sinceramente, trovare un necrologio con una foto di te sorridente con scritto sotto tipo : "sorrideva sempre, nonostante fosse diversa dagli altri, ma ha deciso di lasciarci per un male che non riusciva ad affrontare. " O uno di quei titoli sensazionalistici da giornaletti che non sono manco in grado di portare un minimo di rispetto alle sofferenze delle persone. Almeno facessero ridere, ma manco quello.
Quindi? Che gusto c'è?
Apparte gli scherzi, lo sai che hai almeno nove motivi per restare. Come le vite dei gatti. E se i gatti sopravvivono così a lungo, allora anche tu non sei messa così male. E se Una volta al giorno il tuo istinto dice: "Non dirmi che domani non vuoi svegliarti e continuare a provarci", ascoltalo.Testardo come chi ami. Testardo come chi ti ha conosciuto e tutt'ora si incazza a guardare come ti sei ridotta, ma col cazzo che ti molla. Agli amici, ai parenti stretti e a quelli lontani che senti ogni morte del papa, ma che ti capiscono a pennello. E perchè si, le merde in cui si invischia la gente si assomigliano, talvolta.
E' uno dei motivi per cui ho la sfacciataggine di pubblicare ciò che scrivo. innanzitutto perche la maggior parte del tempo non ho filtri sociali (e lo so e me ne pento, ma allo stesso tempo non me ne frega na minchia). E poi per renderlo un po' meno anormale e forse un po' piu leggero, meno importante. Perciò sì ,chi è arrivato fin qui si è dovuto subire i miei vomitini personali. Premiatevi con una medaglia o con una pasta al tonno, economica e talvolta soddisfacente. Che se un po' mi assomigliate, sì siete nella merda, ma almeno vi sentite meno soli/e, (includo anche persone non binarie , transgender etc nella mia supercazzola emo, ma scusate, faccio ancora fatica ad usare il linguaggio inclusivo con tutte quelle e strane. L'abitudine frega. Prometto che mi evolverò. )
Che poi ci ritroviamo con le frasette da boomer quarantenni su un tavolo da cucina a mangiare bistecche di pollo untissime dicendo: "la vita è una partita" con la bocca piena, perché ci piace la filosofia sporca. Una differenza? questa volta non ci si può sentire soli, perché non lo siamo. No, non è vero che lo sei. E non è vero che dovrebbe essere più semplice.
E cazzutamente, va bene così.
C.
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vividiste · 1 year
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COME CI SI SENTE AD ESSERE VECCHI?
L'altro giorno, una persona giovane mi ha chiesto:
-Cosa sentivo ad essere vecchia?-
Mi ha sorpreso molto la domanda, perché non mi consideravo vecchia. Quando ha visto la mia reazione, si è subito dispiaciuto, ma le ho spiegato che era una domanda interessante. E dopo aver riflettuto, ho concluso che diventare vecchi è un dono.
A volte mi sorprendo della persona che vive nel mio specchio. Ma non mi preoccupo per queste cose per molto tempo. Non cambierei tutto quello che ho per i capelli grigi e uno stomaco piatto. Non mi rimprovero per non aver fatto il letto, o per aver mangiato qualche "Cosetta" in più. Ho il diritto di essere un po' disordinata, essere stravagante e passare ore a contemplare i miei fiori.
Ho visto alcuni cari amici lasciare questo mondo, prima di aver goduto la libertà che viene con l'invecchiare.
-A chi interessa se scelgo di leggere o giocare sul computer fino alle 4 del mattino e poi dormire fino a chi sa che ora?-
Ballerò da sola al ritmo degli anni '50 e '60 E se dopo desidero piangere per qualche amore perduto... lo farò!
Camminerò sulla spiaggia con un costume da bagno che si allunga sul corpo paffuto e farò un tuffo nelle onde lasciandomi andare, nonostante gli sguardi di compassione di quelli che indossano bikini. Anche loro diventeranno vecchi, se sono fortunate...
È vero che nel corso degli anni il mio cuore ha sofferto per la perdita di un persona cara, per il dolore di un bambino, o per aver visto morire un animale domestico. Ma è la sofferenza che ci dà forza e ci fa crescere. Un cuore che non si è rotto, è sterile e non saprà mai della felicità di essere imperfetti. Sono orgogliosa di aver vissuto abbastanza per far diventare i miei capelli grigi e per aver conservato il sorriso della mia giovinezza, prima che apparissero i solchi profondi sul mio viso.
Ora, per rispondere alla domanda con sincerità, posso dire:
-Mi piace essere vecchia, perché la vecchiaia mi rende più saggia, più libera!-
So che non vivrò per sempre, ma finché sarò qui, vivrò secondo le mie leggi, quelle del mio cuore. Non ho intenzione di lamentarmi per ciò che non è stato, o di preoccuparmi di quello che sarà. Per il tempo che rimane, amerò la vita come ho fatto fino ad oggi, il resto lo lascio a Dio.
Autore Sconosciuto 🌻
Tumblr media
Fonte fb
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La mia terra è una matrona che sogna,
con i polsi distesi come fiumi;
ha stanchezze lontane da riposare, senza mai una vergogna e
Appennini al posto dei cuscini;
ma ha le braccia, molte braccia
contadine e lunghi
solchi come rughe, coltivati
a sudore e sangue;
è infatti vecchia
la mia terra e sa giocare a carte
sul retro dei bar, ma anche
in prima linea farsi saggia, sa
tremare forte con le ginocchia,
sa inciampare, farsi male, sa
perdere i pezzi e sempre
ricostruire.
E ha molte maniche da rimboccarsi,
maniche che sono piantagioni e campi, maniche botteghe, maniche
per le sue più di mille
braccia e un milione di dita
capaci solo di stringere
e afferrare.
Alla mia terra dicono
che ha un brutto mare
e infatti è di terra
la mia terra;
ma chi si piega
con il cuore sfatto di fatica
ha fiducie che sono
vanghe e da sole
spaccano sassi,
impastano case,
fino a fare
fiorire i pesci e le zanzare.
E ha il profumo la mia terra
di scorribande infantili e di selci
e un sentore di bosso e ha
alti pioppi sotto cui piangere,
per poco, poi riandare.
È spaccata in due la mia terra,
ma non si divide, non si perde,
non dimezza, la mia terra raddoppia, moltiplica ciò che ha
avuto in dono.
La mia terra è
tutta colline e bassure
fino alla piana
e se la insegui con gli occhi,
mentre parti coi treni, sembra
un niente di distese, ma mai
quando torni.
Quando torni la mia terra è casa,
c’è sempre un piatto per non morire.
La mia terra è madre di tutti
e non di sé stessa
e la amo mentre annega e le vedo
la punta della fronte riemergere appena,
e mentre arranca e piange e frana
la vedo
che ha braccia larghe
per nuotare, per scavare,
per sollevare e sempre
per stringere, abbracciare.
Tumblr media
Beatrice Zerbini
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ypsilonzeta1 · 1 year
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La mia terra è una matrona che sogna,
con i polsi distesi come fiumi;
ha stanchezze lontane da riposare, senza mai una vergogna e
Appennini al posto dei cuscini;
ma ha le braccia, molte braccia
contadine e lunghi
solchi come rughe, coltivati
a sudore e sangue;
è infatti vecchia
la mia terra e sa giocare a carte
sul retro dei bar, ma anche
in prima linea farsi saggia, sa
tremare forte con le ginocchia,
sa inciampare, farsi male, sa
perdere i pezzi e sempre
ricostruire.
E ha molte maniche da rimboccarsi,
maniche che sono piantagioni e campi, maniche botteghe, maniche
per le sue più di mille
braccia e un milione di dita
capaci solo di stringere
e afferrare.
Alla mia terra dicono
che ha un brutto mare
e infatti è di terra
la mia terra;
ma chi si piega
con il cuore sfatto di fatica
ha fiducie che sono
vanghe e da sole
spaccano sassi,
impastano case,
fino a fare
fiorire i pesci e le zanzare.
E ha il profumo la mia terra
di scorribande infantili e di selci
e un sentore di bosso e ha
alti pioppi sotto cui piangere,
per poco, poi riandare.
È spaccata in due la mia terra,
ma non si divide, non si perde,
non dimezza, la mia terra raddoppia, moltiplica ciò che ha
avuto in dono.
La mia terra è
tutta colline e bassure
fino alla piana
e se la insegui con gli occhi,
mentre parti coi treni, sembra
un niente di distese, ma mai
quando torni.
Quando torni la mia terra è casa,
c’è sempre un piatto per non morire.
La mia terra è madre di tutti
e non di sé stessa
e la amo mentre annega e le vedo
la punta della fronte riemergere appena,
e mentre arranca e piange e frana
la vedo
che ha braccia larghe
per nuotare, per scavare,
per sollevare e sempre
per stringere, abbracciare.
Beatrice Zerbini
#emiliaromagna
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stellastjamessongs · 2 years
Conversation
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Stella: [Era giunta, infine, la vigilia della tanto entusiasmante quanto spaventosa partenza. Sentiva un misto di emozioni tra cui trepidazione e nervosismo, ma consultò per l'ennesima volta la lista degli effetti personali. Il bagaglio di Pooka era già pronto, avrebbe solo dovuto premunirsi di non dimenticare gli scarpini. Rivolse lo sguardo alla propria valigia: il completo per il colloquio era in una busta da abiti che Quinn stessa le aveva confezionato con cura, con tanto di scarpe, valigetta e accessori coordinati. Le aveva intimato di includere almeno un paio di abiti più eleganti per il tanto decantato "Non si sa mai, sempre meglio eccedere in eleganza che non esserne carenti!" e naturalmente aveva incluso qualche abito domestico più semplice e pratico per la vita di tutti i giorni. Si mordicchiò il labbro, valutando le diverse giacche e cappotti che aveva selezionato, convenendo che la cosa più saggia fosse chiedere a Darren come regolarsi al riguardo. Sarebbe stata anche l'occasione per aggiornarlo. Non che dubitasse che si fosse dimenticato dell'impegno che lui stesso si era preso. In verità durante la settimana era stata solleticata più volte di scrivergli, ma aveva sempre avuto il timore di esagerare e di imporsi troppo. Le loro chiacchierate via sms, in effetti, erano piuttosto lunghe e non era una cosa usuale, per quanto la riguardava, neppure con gli amici di vecchia data. Aprì la chat e pensò per qualche minuto, prima di comporre il testo] Ciao Darren, buona domenica! 😃 Spero tu abbia avuto una buona settimana, seconda audizione compresa 🤞✨
Stella: Devo ammettere di avere un dubbio amletico in merito a un dettaglio di non trascurabile importanza... che temperature ci sono a L.A.? Dovrei optare per un cappotto da inverno newyorkese o qualcosa di più autunnale? 🤣
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Tumblr media
IL PESO DEL MONDO
Ho sofferto a lungo di dolori al collo. Ho cambiato sedia, ho comprato un collare ortopedico, ho fatto yoga, pilates, sono andata da un chiropratico e da medici di ogni genere, ma il dolore è continuato; un peso, un disagio che non mi faceva nemmeno dormire più. A volte era anche difficile per me respirare.
Poi, incontrai una saggia ed anziana donna.
Solo guardando la mia colonna vertebrale tesa e compressa,
solo tastando la mia pelle nuda con il suo tocco di mani vecchie e consumate.
Mi disse: "Hai portato così tante pressioni negli anni, così tanto dolore, da perderne il conto; porti il peso del tuo mondo e di quello degli altri."
- Sospirai...
Prese le mie mani, tra le sue mani nodose, di vecchia signora; mi fece abbassare le mani, sciogliere le spalle, sollevare il mento e si mise dietro di me. Le sue labbra sfiorano il mio orecchio e sussurrarono dolcemente:
- "Non tutto è colpa tua. "
- "Non tutto è tua responsabilità. "
- "Non puoi fare tutto. "
- "Non puoi sistemare tutto. "
- "Non devi farti carico di tutto. "
I miei occhi all'improvviso, iniziarono a versare lacrime spesse come vetro rotto...
C'è stato un momento in cui ho pensato che avrei pianto sangue, per quanto dolore stavo provando.
Piano piano le mie spalle sono tornate al loro posto, il mio collo è diventato morbido e si è rialzato, la mia schiena si è raddrizzata come non accadeva da anni e ho sentito le mie ossa come rinsaldarsi.
Il peso del mondo era sceso dalle mie spalle ed il peso del dolore del passato,
era finalmente caduto a terra.
Il peso del mondo.
Flora Azevedo
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Non è facile andare d’accordo con me.
A volte mi impunto. E penso che sia la bambina in me a dettare le regole.
Quando chiudo le porte in faccia a chi pensa di valere di più: per moralismi facili, etichette inutili, ruoli sterili.
Quando non voglio sprecare neanche un minuto del mio tempo con chi si maschera e vive in palazzi di facciata, pieni di luci all’esterno, vuoti e bui dentro.
Quando non mi importa se può esserci un legame di sangue, se a quel sangue non c’aggiungi il cuore, perché altrimenti diventa pozza fetida, che fa ammalare.
Quando preferisco la compagnia di me stessa e il silenzio alle chiacchiere vacanti e ai sorrisi di circostanza, al perbenismo mediocre. Quando non sopporto chi giudica, chi si lamenta senza attivarsi per cambiare, chi vomita addosso agli altri le proprie sacre verità fatte di buonismo o arroganza;
chi cerca di rubare la vita altrui, condizionando ogni pensiero, alimentando il senso di inadeguatezza e di colpa. Non è facile andare d’accordo con me. Ma non è la bambina che mi abita a deciderlo. È la vecchia che sono a guidarmi: quella che ha già vissuto mille vite, infiniti respiri, che ha cicatrici profonde e rughe nell’anima, che non ha più pazienza e non vuole sprecare ancora il suo tempo. La vecchia che abita in me, scalza e vestita di orgoglio,
gli occhi da folle, lo sguardo da saggia,
coriacea e fiera, mi dice: “RICORDA CHI SEI!”... E poi scegli.
Margherita Roncone
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petalididonna · 2 years
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Una ragazza di terzo liceo mi ha chiesto:
"cosa provi nell'essere vecchia"?
Mi ha sorpreso molto la domanda, dato che non mi sono mai ritenuta vecchia.
Quando la ragazza ha visto la mia reazione, immediatamente si è dispiaciuta, ma le ho spiegato che era una domanda interessante.
E poi ho riflettuto, ho citato il De Senectude e ho continuato affermando che invecchiare è un regalo.
A volte mi sorprende la persona che vedo nel mio specchio.
Ma non mi preoccupo di lei da molto tempo. Io non cambierei nulla di quello che ho per qualche ruga in meno ed un ventre piatto.
Ho visto tanti cari amici andarsene da questo mondo, prima di aver goduto della libertà che viene con l'invecchiare.
A chi interessa se scelgo di leggere o giocare sul computer fino alle 4 del mattino e poi dormire poche ore o fino a chi sa che ora?
E se cammino sulla spiaggia in costume da bagno, portando a spasso il mio corpo paffuto e mi tuffo fra le onde lasciandomi da esse cullare, nonostante gli sguardi di quelle che indossano ancora il bikini, saranno vecchie anche loro se avranno fortuna.
È vero che attraverso gli anni il mio cuore ha sofferto per la perdita di persone care, ma è la sofferenza che ci dà forza e ci fa crescere.
Un cuore che non si è rotto, è sterile e non saprà mai della felicità di essere imperfetto.
Sono orgogliosa di aver vissuto abbastanza per far ingrigire i miei capelli che insisto a coprire con tinte che somigliano al castano mogano di quelli della mia giovinezza e per conservare il sorriso da ragazza, di quando ancora non c'erano solchi profondi sul mio viso.
Orbene, per rispondere alla domanda con sincerità, posso dire: mi piace essere vecchia, perché la vecchiaia mi rende più saggia, più libera!
So che non vivrò per sempre, ma mentre sono qui, voglio vivere secondo le mie leggi, quelle del mio cuore. Non voglio lamentarmi per ciò che non è stato, né preoccuparmi di quello che sarà. Nel tempo che rimane, semplicemente amerò la vita come ho fatto fino ad oggi, e poi lo voglio dire, mica sono vecchia per davvero?
Paola 23 Ottobre 2016
Scritto preso dal Web
Aggiungo:invecchiare non è una maledizione,e nemmeno una malattia,invecchiare bene è un privilegio@petslididonna©
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robertomastroianni · 1 year
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Raffigurazione di Kuzunoha (葛の葉?) in una stampa di Utagawa Kuniyoshi. Kuzunoha è una nota figura popolare del folclore giapponese e personaggio del teatro kabuki nonché protagonista di una delle più famose leggende riguardanti le kitsune. Kitsune (狐? [kitsɯne], è il nome dato a diversi tipi di spiriti del folclore e della mitologia giapponese che compaiono solitamente sotto forma di volpe (la parola Kitsune, infatti, in giapponese significa "volpe"). Secondo la mitologia giapponese la volpe è un essere dotato di grande intelligenza, in grado di vivere a lungo e di sviluppare con l'età poteri soprannaturali: il principale tra questi ultimi è l'abilità di cambiare aspetto ed assumere sembianze umane, infatti esse appaiono spesso con l'aspetto di una bella donna. In alcuni racconti esse utilizzano queste abilità per ingannare il prossimo — come sovente avviene nel folclore comune — mentre altri le ritraggono come guardiani benevoli, amiche, amanti e mogli. Più una kitsune è vecchia, saggia e potente, più code possiede, fino a un massimo di nove. Le kitsune sono generalmente rappresentate come amanti, di solito in storie che coinvolgono un giovane maschio umano e una kitsune sotto forma umana. La kitsune è nota per la sua indole tentatrice e seduttrice, ma queste storie sono sovente di natura romantica. #inari #kitsune #foxie #fox #japan #spettridelsollevante #sollevante #favoleemagia #mitologia #art #orientalart https://www.instagram.com/p/CqipWr2t_y3/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Guarda "NINNA NANNA NANNA NINNA - CLAUDIO BAGLIONI (Versione diversa)" su YouTube
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youtube
NINNA NANNA NANNA NINNA* (RCA 1974)
*Lingua: Italiano (Laziale Romanesco)
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*Ninna nanna è la guerra che viviamo tutti, quella di tutti i giorni con le invidie, l'arrivismo, la guerra dei poveri, che forse è la peggiore, quando poi i potenti si spartiscono la torta.
Quale attualità ancora conservano, questi versi di Trilussa (musicati da Claudio Baglioni con estremo rispetto per il testo poetico originario)!
Una stretta attualità che è vieppiù messa in rilievo dall'uso del dialetto romanesco, atto a conferire una sorta di pragmatico fervore a questa saggia e lungimirante - benché ovviamente assai amara - denuncia delle convenzioni, degli accordi sottobanco, dei minuetti di potere, degli opportunismi e delle falsità che ogni guerra porta con sé assieme al suo carico di distruzione, miseria e lutti.
Può essere interessante leggere le parole dell'autore su "Ninna nanna nanna ninna", da lui incisa nel 1974, a 23 anni d'età, e contenuta nell'album da studio "E TU..." (una scelta fra l'altro assai peculiare, trattandosi di un disco per il resto assai lieve nelle sue tematiche romantiche, giovanilistiche ed amorose, come emerge immediatamente anche dalla sua copertina: http://www.baglioni.it/70_4.htm ).
Il brano fu censurato in RAI.
Dal libro "Claudio Baglioni - Il romanzo di un cantante", Lato Side editore, 1978:
"Questa canzone io l'ho chiamata 'Ninna nanna nanna ninna' ed era tratta da una poesia di Trilussa, 'Ninna nanna della guerra', che io ho modificato qua e là ma che ho lasciato sostanzialmente identica nel contenuto, ed è forse la canzone di quel 33 a cui tengo di più; arriva la proposta della televisione di partecipare ad una trasmissione tutta nuova e rivoluzionaria, una rassegna dove intervenivano molti cantautori, c'era anche Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Riccardo Cocciante; la manifestazione si svolgeva a Gaeta, ed era la solita vecchia 'Caravella di successi', rimessa a nuovo e presentata da Bruno Cirino. L'unica condizione che io posi alla mia partecipazione fu quella di poter cantare quella 'Ninna nanna', che era stata censurata in radio e che volevo che la gente sentisse, proprio perché era un pezzo per niente tranquillizzante. Mi dicono di sì ed io sono molto contento di poter far sentire una cosa diversa, che non avvalora l'immagine che molti hanno di me. Due giorni prima di questa trasmissione rivoluzionaria, che poi a me è sembrata molto più brutta di certe trasmissioni tradizionali, mi fanno sapere che ci sono due o tre parole che non si possono cantare in televisione, e che bisognerebbe modificare un po' il testo... Ed io ancora una volta mi fido e, pur di cantare questa canzone, accetto di fare le modifiche che mi chiedono, anche perché il senso del pezzo rimaneva identico. Faccio le modifiche e poche ore prima della trasmissione mi fanno sapere che è meglio che la canzone così modificata non la canti, perché se qualche giornalista si fosse accorto che erano state cambiate delle parole rispetto alla versione del disco, avrebbe potuto scrivere che la televisione censurava i pezzi ... A questo punto mi sento preso in giro e decido di non cantare per niente, ma ormai avevo già un piede sul palco, e tieni conto che in queste prove di forza io sono, oggettivamente, la parte più debole, e la riprova di questa debolezza, diciamo di classe, è data dall'episodio di Francesco De Gregori, che conobbi proprio in quell'occasione e che venne truffato in modo ancora meno sottile, a lui non proposero neppure le modifiche, gli fecero cantare il pezzo su Mussolini e poi lo tagliarono integralmente".
Alberta Beccaro - Venezia - 
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