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#libere di sognare donne
petalididonna · 7 months
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Per tutte le rondini
che volano alte nel cielo
e sanno sognare, cantare e ridere..
Che sanno volare
nel sole e nelle tempeste,
rimanendo sempre se stesse.
Che vogliono continuare a farlo.
Ancora e per sempre..
Noi rondini,
Donne libere di volare.
Liz
Auguri a noi🌷notte
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colorfulprincewombat · 9 months
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Le donne belle sono quelle che splendono sempre, come stelle nel cielo più nero ,quelle che indossano un sorriso dopo aver pianto per ore, pur di non farsi vedere tristi. Le donne belle sono quelle con gli occhi persi oltre l'orizzonte, aspettano il principe che le porti a ballare, che allo scoccare della mezzanotte scappano via ,perdano la scarpa e che lui la ritrovi, per vivere insieme felici per sempre. Le donne belle sono quelle che si amano, che non cercano, che sognano, che vivono senza aspettative, senza guardare il passato o il futuro, ma vivono solo il presente e il momento. Le donne belle sono quelle che non hanno bisogno di un uomo per essere felici, perché sanno che possono vivere da sole, che l'amore in due non deve essere una gabbia, ma libero, che l'amore è un completarsi, un sognarsi, un abbracciarsi nei momenti di buio, ma mai e poi mai un bisogno assoluto di un altro per vivere, siamo nati soli e soli possiamo sognare. Le donne belle sono quelle sicure di sé, impossibile da raggiungere, perché non si curano di chi le ammira, sanno di esserlo, si fermeranno solo chi riuscirà a colpire la loro mente, i loro occhi, il loro cuore e la loro anima, restando libere di volare.
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lamilanomagazine · 6 months
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Modena, oltre cento alunni uniti nella commemorazione in onore delle vittime di mafia
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Modena, oltre cento alunni uniti nella commemorazione in onore delle vittime di mafia.  "Addio amici, addio famiglia. Spero che quello per cui ho combattuto sia servito, che la mia lotta non muoia con me...". Sono le ultime parole di Piersanti Mattarella, immaginate e interpretate da alcuni studenti giovedì 21 marzo, in occasione di un'iniziativa per la Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. La commemorazione si è svolta in presenza di oltre cento alunni, provenienti da alcune classi delle scuole medie Carducci e Mattarella, di fronte alla stele nell'area verde di via Carlo Alberto Dalla Chiesa che omaggia, appunto, donne e uomini uccisi dalla criminalità organizzata. All'evento, organizzato dal Quartiere 3, erano presenti il presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi, il vicepresidente del Quartiere 3 Nino Remigio e alcuni volontari modenesi di Libera, associazione che dal 1995 sensibilizza la società civile nella lotta alla criminalità organizzata. Al centro della commemorazione la lettura di due testimonianze degli studenti, sintesi dei percorsi di legalità svolti nelle scuole. In particolare, gli allievi delle classi prime dell'Istituto Piersanti Mattarella hanno teatralizzato gli ultimi attimi di vita proprio del presidente della Regione Siciliana, assassinato dalla mafia il 6 gennaio 1980, in presenza dei familiari. La breve performance ha permesso di trasporre un progetto creato durante l'anno che racconta, con l'ausilio di tecniche cinematografiche, le vicende di magistrati, giornalisti e politici uccisi dalla criminalità, a cui sono dedicate le vie limitrofe alla scuola (video disponibili su www.ideacinema3.ic3modena.edu.it). L'incontro con personalità impegnate contro le mafie, ma soprattutto il lavoro annuale svolto con la criminologa romana Flavia Fiumara, sono stati, invece, al centro della testimonianza letta dagli studenti della 2^C delle scuole Carducci. Nell'istituto, infatti, dal 2010, è attivo un progetto di legalità che consiste nell'approfondimento di storie di donne e uomini impegnati, anche a prezzo della propria vita, nella lotta quotidiana contro la mafia "che è una cosa orribile e potente – hanno concluso i ragazzi – ma non invincibile perché, parafrasando Giovanni Falcone, come tutti i fenomeni umani ha avuto un inizio e avrà una fine". Nel suo intervento, il presidente Poggi ha voluto sottolineare l'importanza di contrastare le mafie a partire dal valore della cultura e dalla formazione proprio nelle scuole: "La conoscenza, lo studio, i saperi – ha affermato – se resi vivi e operanti nella nostra quotidianità, ci rendono persone libere capaci di sognare e progettare il proprio futuro senza affidarlo a chi, con prepotenza e con l'inganno, ci promette illusioni in cambio di obbedienza, omertà e rinuncia della propria dignità". Dopo le testimonianze, sono stati letti i nomi di alcuni magistrati uccisi dalle mafie ed è stato osservato un momento di silenzio. Al termine, è stata deposta una corona di fiori davanti alla stele commemorativa collocata 15 anni fa, nel 2009, nell'area verde della via dedicata al generale e prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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susieporta · 2 years
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Gli amori di vetro
Gli amori di vetro sono quelli nati attraverso lo schermo del telefono. Quelli nati in un sito di incontri, per intenderci. Ce ne sono tanti, e in alcune realtà conoscere persone tramite il cyberspace è comodo, e offre opportunità allargate, aumenta le possibilità.
Sì, di inciampare in una storia disfunzionale.
Nulla contro questo mezzo, che tanto offre per coprire distanze e ampliare orizzonti.
Tuttavia ho varie pazienti che portano in seduta le disavventure postume di incontri siffatti.
Perciò mi accingo a compilare un piccolo vademecum, per le donne (se ne gioveranno anche gli uomini ne sono felice, ma ai blocchi di partenza le posizioni sono, di default, differenti, in genere). Lo faccio nella speranza che sia utile a chi passa di qui e legge, con l'auspicio che non si faccia troppo male con questo tipo di incontri.
Perché è necessario, a mio avviso, avere la patente.
Mi spiego.
Occorre tenere a mente che chi utilizza le chat di incontri questo cerca, conoscere nel mucchio, sfogliando un catalogo.
Quindi ragazza:
1- se chatta con te facilmente chatterà con N altre, anche in contemporanea
2- non bruciare le tappe. C'è un tempo per coltivare le relazioni, le affinità. Con calma
3- non investire. Dopo due chattate, non rinunciare alla tua vita per stare a parlare, a precipitarti a rispondere. Non mettere un emerito sconosciuto nelle tue priorità, spostando la tua vita per fare posto a lui (questo vale SEMPRE)
4- chiarisci bene cosa cerchi tu, e chiedi cosa cerca l'altro. Altolà, i trucchi li so! All'inizio si finge spensieratezza, o meglio, si dichiara disimpegno magari per non "farlo né scappare, né spaventare", ma sappiamo bene che sotto c'è la speranza di una storia. Anche se sulla carta entrambi firmate "onenightstand", una botta e via
5- le donne, quasi tutte, anche le più libere e sbarazzine, alla fine hanno fame. Non di sesso, come ho scritto più volte, ma di coinvolgimento. Di essere tenute in mente, di sentirsi viste. Ci sono caratteristiche "maschili", anche incarnate in una donna, non importa, che sono differenti dalle caratteristiche femminili, anche incarnate in un corpo maschile. Sono attitudini, che rispondono a bisogni differenti. Pertanto vedi punto 6.
6- ascoltati. Cosa vuoi davvero? Ti va bene l'harem? Ti va bene il disimpegno? Fantastico. Quello che vedo io è che dopo un po', di solito, la donna ci sta stretta, e inizia a sognare un impegno, una presenza differente. Come dicono dalle mie parti, ci rimane in mezzo, insomma
7- scegli. A volte ci si sente soli, sovente non si è capaci di stare bene con sé stessi, non si è in grado di reggere una solitudine antica, che viene da molto lontano. E ci si accontenta, pur di avere qualcuno con cui parlare
8- proiezioni. Attenzione: soprattutto con gli amorazzi virtuali, la proiezione è istantanea. Non avendo manco visto la persona dal vivo, parte il sogno. Anche questa voglia di sognare è una fame. L'altro immaginato prende piede, e ciaone, resta ben lontano dalla persona reale, che insegue invece i suoi di bisogni, tipo collezionare, conquistare, confermarsi, ecc
9- incontrarsi subito, potendo. Così l'incendio virtuale non divampa, lasciando misere ceneri e delusioni come quando si è al bar e magari si macchia la camicia bianca al primo sorso di caffè, da leggersi anche come metafora
10- punto critico, magari valutato antico o fuori moda, ma lo dico con convinzione. Fare sesso con qualcuno implica che i campi energetici si incontrino, si mescolano fluidi e storie, così come la psiche di entrambi. Come dice qualcuno molto più importante di me, si diventa un po' "parenti". Occhio con chi ti impasti, pericolo residui tossici e lenti a smaltirsi
Allora badiamoci a queste realtà implicite. Poi se è piacevole, se ci sentiamo autentiche e a nostro agio, usciamoci a bere quella birra, a prendere quel gelato.
All'inizio 5 minuti possono bastare.
Se a quell'incontro segue un silenzio o un calo della tensione, passare oltre velocemente, evitando un attaccamento fittizio.
A meno che tu non abbia una botta di fortuna fotonica, il primo ragazzo conosciuto in chat non può essere l'uomo della tua vita, il principe azzurro, non è il padre che cerchi né l'orsetto a cui aggrapparti per stare sul divano a guardare la TV.
E' probabilmente una persona che ha fame di qualcosa come te.
Assicurati di cosa.
Ah, vi ricordo che finché non si risolve questo buco nero, si smanierà sempre per essere viste da un LUI. Impariamo a andare a questi incontri non affamate, ma serene e dritte anche senza mendicare attenzioni. Vi assicuro che vi divertirete molto di più
#chatdiincontri #amorivirtuali #ditroppoamore #famedamore #onenightstand #tinder #badoo #meetic
ameyacanovi su Instagram
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Gli amori di vetro
Gli amori di vetro sono quelli nati attraverso lo schermo del telefono. Quelli nati in un sito di incontri, per intenderci. Ce ne sono tanti, e in alcune realtà conoscere persone tramite il cyberspace è comodo, e offre opportunità allargate, aumenta le possibilità.
Sì, di inciampare in una storia disfunzionale.
Nulla contro questo mezzo, che tanto offre per coprire distanze e ampliare orizzonti.
Tuttavia ho varie pazienti che portano in seduta le disavventure postume di incontri siffatti.
Perciò mi accingo a compilare un piccolo vademecum, per le donne (se ne gioveranno anche gli uomini ne sono felice, ma ai blocchi di partenza le posizioni sono, di default, differenti, in genere). Lo faccio nella speranza che sia utile a chi passa di qui e legge, con l'auspicio che non si faccia troppo male con questo tipo di incontri.
Perché è necessario, a mio avviso, avere la patente.
Mi spiego.
Occorre tenere a mente che chi utilizza le chat di incontri questo cerca, conoscere nel mucchio, sfogliando un catalogo.
Quindi ragazza:
1- se chatta con te facilmente chatterà con N altre, anche in contemporanea
2- non bruciare le tappe. C'è un tempo per coltivare le relazioni, le affinità. Con calma
3- non investire. Dopo due chattate, non rinunciare alla tua vita per stare a parlare, a precipitarti a rispondere. Non mettere un emerito sconosciuto nelle tue priorità, spostando la tua vita per fare posto a lui (questo vale SEMPRE)
4- chiarisci bene cosa cerchi tu, e chiedi cosa cerca l'altro. Altolà, i trucchi li so! All'inizio si finge spensieratezza, o meglio, si dichiara disimpegno magari per non "farlo né scappare, né spaventare", ma sappiamo bene che sotto c'è la speranza di una storia. Anche se sulla carta entrambi firmate "onenightstand", una botta e via
5- le donne, quasi tutte, anche le più libere e sbarazzine, alla fine hanno fame. Non di sesso, come ho scritto più volte, ma di coinvolgimento. Di essere tenute in mente, di sentirsi viste. Ci sono caratteristiche "maschili", anche incarnate in una donna, non importa, che sono differenti dalle caratteristiche femminili, anche incarnate in un corpo maschile. Sono attitudini, che rispondono a bisogni differenti. Pertanto vedi punto 6.
6- ascoltati. Cosa vuoi davvero? Ti va bene l'harem? Ti va bene il disimpegno? Fantastico. Quello che vedo io è che dopo un po', di solito, la donna ci sta stretta, e inizia a sognare un impegno, una presenza differente. Come dicono dalle mie parti, ci rimane in mezzo, insomma
7- scegli. A volte ci si sente soli, sovente non si è capaci di stare bene con sé stessi, non si è in grado di reggere una solitudine antica, che viene da molto lontano. E ci si accontenta, pur di avere qualcuno con cui parlare
8- proiezioni. Attenzione: soprattutto con gli amorazzi virtuali, la proiezione è istantanea. Non avendo manco visto la persona dal vivo, parte il sogno. Anche questa voglia di sognare è una fame. L'altro immaginato prende piede, e ciaone, resta ben lontano dalla persona reale, che insegue invece i suoi di bisogni, tipo collezionare, conquistare, confermarsi, ecc
9- incontrarsi subito, potendo. Così l'incendio virtuale non divampa, lasciando misere ceneri e delusioni come quando si è al bar e magari si macchia la camicia bianca al primo sorso di caffè, da leggersi anche come metafora
10- punto critico, magari valutato antico o fuori moda, ma lo dico con convinzione. Fare sesso con qualcuno implica che i campi energetici si incontrino, si mescolano fluidi e storie, così come la psiche di entrambi. Come dice qualcuno molto più importante di me, si diventa un po' "parenti". Occhio con chi ti impasti, pericolo residui tossici e lenti a smaltirsi
Allora badiamoci a queste realtà implicite. Poi se è piacevole, se ci sentiamo autentiche e a nostro agio, usciamoci a bere quella birra, a prendere quel gelato. All'inizio 5 minuti possono bastare.
Se a quell'incontro segue un silenzio o un calo della tensione, passare oltre velocemente, evitando un attaccamento fittizio.
A meno che tu non abbia una botta di fortuna fotonica, il primo ragazzo conosciuto in chat non può essere l'uomo della tua vita, il principe azzurro, non è il padre che cerchi né l'orsetto a cui aggrapparti per stare sul divano a guardare la TV. E' probabilmente una persona che ha fame di qualcosa come te. Assicurati di cosa.
Ah, vi ricordo che finché non si risolve questo buco nero, si smanierà sempre per essere viste da un LUI. Impariamo a andare a questi incontri non affamate, ma serene e dritte anche senza mendicare attenzioni. Vi assicuro che vi divertirete molto di più.
Di troppo Amore. Dott.ssa Ameya Gabriella Canovi
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corallorosso · 7 years
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Le ragazze di Gaza “Essere un’adolescente a Gaza può essere complicato. La tua esistenza è costretta da limiti reali e metaforici, definiti da politiche culturali e geografiche. La privacy e la possibilità di viaggiare sono molto circoscritte. Per molte donne è impossibile essere completamente libere a Gaza”, spiega la fotografa Monique Jaques. Da cinque anni, Jaques segue la vita delle ragazze che crescono nella Striscia di Gaza. “Gaza è una terra isolata, circondata da muri e filo spinato, continuamente pattugliata da soldati. Dalla spiaggia si vedono le luci provenienti da Israele, una terra che gli abitanti di Gaza non potranno mai toccare”, spiega ancora la fotografa. L’idea alla base del suo lavoro è quella di mostrare i momenti più sereni della vita delle ragazze, quando si scambiano i segreti con le amiche, quando vanno a scuola o all’università, o quando restano sole a sognare sul loro futuro. Le foto sono state raccolte nel libro Gaza girls. Growing up in the Gaza strip realizzato attraverso una campagna di raccolta fondi dal basso. Il testo introduttivo è stato scritto da Linda Sarsour, un’attivista che ha origini americane e palestinesi. (Internazionale)
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E arriva il momento di fare coming out
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C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età. Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare. Alda Merini
A volte le cene tra amiche ti lasciano non solo una ventata di ilarità e spensieratezza, ma anche qualche spunto per una riflessione più seria, soprattutto se a qualcuna viene in mente di fare la domanda, noi siamo “milf“? Azz… silenzio … macchecav… smartphone in mano e ricerchiamo in rete questo termine gergale della lingua inglese entrato anche nel nostro lessico …
Ok, a 40 anni, ci troviamo ad essere adulte, oramai mature, qualcuno definisce nella fase del vero fascino, riflessive e consapevoli delle nostre capacità e delle nostre fragilità, libere (e non sfigate) perché semplicemente non abbiamo voluto un legame stabile solo per rispettare i ruoli sociali consolidati … (contrarie a accettare il matrimonio a prescindere dal sentimento, quello che non ti fa dormire la notte e quando lo guardi provi sempre le farfalle nello stomaco) …  insomma capaci di affrontare la vita consapevoli di volere solo ciò che ci fa sta bene, ciò che può essere più giusto per noi stesse … forse … anche se abbiamo già qualche ruga (haimè!)… anche se addirittura ci attribuiscono delle etichette, appunto … che lasciano ovviamente il tempo che trovano, soprattutto qui da noi …
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E, lo sapevo!, il passaggio all’argomento scottante infatti è quasi scontato, ovvio! l’AMORE, ma dovevamo proprio? Ciascuna di noi ha una propria storia, diversa, passando in rassegna i ricordi… tuttavia simile… e ora collettivamente ci stiamo inesorabilmente costringendo a riflettere su noi stesse…
Allora non possiamo tirarci indietro, e a turno decidiamo di fare coming out, passaggio che a un certo punto della nostra esistenza, bene o male, dobbiamo affrontare!
Ah! l’Amore, l’Amore …. capire quale sia quello giusto e soprattutto cosa esattamente desideriamo davvero, non è facile, abbandonate all’idea che l’amore vero sia quello  che non accetta compromessi,  esclusivo, viscerale, quello della  mente e del corpo, passione ed intelletto, quello che non lascia aperture al tradimento, quello che pensi durerà in eterno. D’altronde è quella versione del concetto dell’amore romantico che abbiamo sviluppato da adolescenti leggendo i classici e che ci portiamo dietro tutta la vita, sul quale abbiamo investito tutta le nostre energie senza risparmiarci.
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È ora di dirci BASTA con gli errori seriali cominciando col dire BASTA con l’UOMO che più che dei nostri sogni, è l’uomo di cui semplicemente ci innamoriamo … si! Insomma ….
Quello bello e tenebroso, con lo sguardo penetrante che ti fulmina con quell'azzurro ghiaccio.. Quello fisicamente perfetto, alto, muscoloso che quando ti abbraccia senti scricchiolare le tutte le ossa del tuo fragile (più o meno) corpo  ... Quello che con un suo tocco sono subito scintille… Quello che tutto sommato se non intavoli un discorso serio su come salvare le balene e o i ghiacci del polo Nord non importa, puoi accantonare, perché c'è un feeling sessuale pazzesco ed è complicato pensare ad altro ... Quello che con lo sguardo da bambino indifeso ti provoca reazioni irrefrenabili di protezione nei suoi confronti quasi fossi una leonessa con i suoi cuccioli davanti ad un predatore Quello fuori dagli schemi, imprevedibile, incredibilmente emotivo, pronto a sorprenderti costantemente per la spontaneità e il trasporto che sembra quasi esista solo tu al  mondo… ma che poi lascia scadere le bollette o le multe e tocca a te andare a rimediare… con gli interessi Quello che a trenta, poi quaranta non ha ancora deciso cosa vuole fare da grande.
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Noi donne siamo spesso testarde, ferme, decise, caparbie … e irrimediabilmente sognatrici. Ci poniamo ogni giorno obiettivi sempre nuovi e sempre più complessi (non ci accontentiamo mai dei nostri risultati) e ci impegniamo per raggiungerli impiegando tutte le nostre forze e capacità, senza sosta, senza arrenderci nemmeno quando siamo stanche, nemmeno quando il cuore è trafitto e piange. Non ci arrendiamo nemmeno quando crediamo di non farcela più. Inesorabilmente poi però ci fermiamo e ci caschiamo: ci facciamo rapire l’anima dall’uomo che sappiamo già che ci farà soffrire, attaccate all’idea di un amore come una perenne battaglia che si combatte in trincea …
Ci è voluta una intera vaschetta di gelato da un kilo, ma siamo arrivate alla conclusione che è opportuno far prevalere la nostra saggezza e abbandonare “l’uomo che non deve chiedere mai” e preferire un altro tipo di UOMO:
Quello con cui fare colazione la mattina con serenità, uno di fronte all’altro, con cui ridere e scherzare mentre inzuppi i biscotti della nonna nel cappuccino
Quello con cui affrontare una discussione sul nostro sistema di governo, Trump, il sistema economico cinese, la crisi dei mercati … mentre fogli il giornale la domenica mattina …. e sai che la pensa come te
Quello con cui scherzi e ridi, lo stesso che poi ti porge la spalla quando piangi … e ti fa sentire protetta e al sicuro quando ti abbraccia E se ha la pancetta? Merce rara oggigiorno e che diventa l'elemento maggiore di appeal...
Ecco, giusto la maglia della salute, quella non possiamo transigere... qualche paletto bisognerà pur mettere, no?
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Attenzione e se non lo troviamo? Beh, non abbiamo ovviamente paura di morire in solitudine (come dicono ogni volta che mi vedono le amiche di mia mamma a proposito della mancanza di figli), e non crediamo neppure che i gatti possano essere un valido sostituto, perché noi rifiutiamo l’accostamento donna single=la gattara , assolutamente NO, e comunque non ci arrendiamo! Sempre che quest’uomo esista …
Fotografie di Carla Picciau, PhotoevideoGraphicArt
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tmnotizie · 6 years
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ARCEVIA – «Studiate e non fatevi prendere in giro». Ai più piccoli, Gino Strada, medico fondatore di Emergency, ha voluto dedicare uno dei passaggi più significativi della sua visita, nel week-end, nella Valcesano e ad Arcevia per ricevere nell’ambito di Animavì Festival, il Premio Pettirosso. Parole forti come macigni, cariche di significato, che toccano il cuore e fanno riflettere.
Un messaggio chiaro, un consiglio che Strada ha dispensato ai bambini della scuola elementare di Pergola, durante un incontro emozionante che tanto ha coinvolto gli alunni. Un maestro particolare che ha raccontato loro la guerra e il suo lavoro in modo insolito: una lezione che ha lasciato il segno, come sempre Strada ha fatto nella sua vita. L’inizio di una giornata intensa, tra incontri e visite, conclusasi al teatro di Arcevia. Il fondatore di Emergency accompagnato dalla staff di Animavì è stato al monastero di Fonte Avellana, dove ha parlato a lungo con il priore Don Gianni Giacomelli, quindi alla cantina Terracruda di Fratte Rosa.
In serata al teatro Misa di Arcevia, stracolmo, Strada ha ricevuto il Premio Pettirosso, novità assoluta del festival, realizzato dall’artista Pergolese Walter Valentini, riconoscimento dedicato alla persona.
“Questa sera noi vogliamo premiare l’uomo Gino Strada colui che non si è limitato a sognare nella vita ma che ha reso vivi i propri sogni ne ha fatto ragione di sopravvivenza e realtà di speranza per milioni di persone. Il significato della parola “premio” in origine aveva a che fare con le prede di guerra, con il prendere. Ma anche le parole vanno liberate, salvate, ricucite e l’uomo che premiamo stasera ha certamente donato più che prendere e ha sottratto prede alla guerra e alla morte. Lo premiamo in nome di un animale apparentemente fragile.
Che non scappa dall’inverno, e che col suo canto segue il lavoro di chi zappa e semina la terra per la primavera che verrà. Un animale generoso che la credenza popolare dice essersi tinto il petto di rosso nel tentativo di rimuovere le spine dalla corona di Cristo. Noi vogliamo premiare in Gino Strada un uomo normale che ha levato le spine e le schegge della sofferenza a tutti gli ultimi della terra, senza badare a sesso, razza o religione. Noi premiamo l’uomo con un’opera d’arte simbolica che richiama una creatura che col suo canto unisce il cielo e la terra.
Persino Chopin ha imitato la sua melodia e il grande De Andrè nella Domenica delle Salme lo ha cantato come quel “pettirosso da combattimento” ben più resistente dei ministri dei temporali, e delle domeniche come tante fatte di una pace terrificante. Si perché anche la pace può essere terrificante, la pace che è molto più che l’assenza di guerra. Noi premiamo Gino Strada con le sue stesse parole: “Io non sono pacifista. Io sono contro la guerra”.
Questa la motivazione del premio, raccontata da Andrea Melis, giovane parolaio e poeta sardo. A consegnarli la ceramica realizzata da Valentini, alcuni bambini che Strada aveva incontrato a scuola. Durante l’incontro moderato dall’attrice Valentina Carnelutti, già madrina di Animavì nell’edizione di lancio del 2016, il fondatore di Emergency ha raccontato la sua storia, si è soffermato sulla sua attività e su alcuni temi d’attualità, lanciando messaggi forti e chiari. Ogni due minuti Emergency cura una persona: «Lo facciamo perché siamo dalla parte degli esseri umani». E ancora: «Io non sono pacifista. Io sono contro la guerra».
La famiglia Santelli nell’occasione ha consegnato a Strada un assegno di 3.000 euro per Emergency, raccolti durante la festa del 50esimo della ditta Santelli Casa. L’incontro ha chiuso nel migliore dei modi la terza edizione del Festival.
“Animavì –spiega il direttore artistico Simone Massi – è un festival anomalo: è dedicato alle arti poetiche ma ancor prima dell’opera mette al centro la persona e l’umanità della stessa. Ed è per questo che abbiamo sentito il bisogno di assegnare il “premio pettirosso” a Gino Strada, una persona che ha passato gran parte della sua vita ad aiutare il prossimo e a salvare vite innocenti. Decine di migliaia di vite, come ha raccontato il fondatore di Emergency nello straordinario incontro con i bambini delle scuole elementari di Pergola. Strada è stato premiato per questo, per un motivo che i bambini hanno capito meglio degli adulti. In conclusione mi si consenta un ringraziamento speciale a Silvia Carbone, Sabrina Santelli, Simonetta Gola e Valentina Carnelutti, quattro donne che hanno reso possibile questo evento”.
“Vorrei ringraziare in primis – sottolinea il direttore organizzativo Mattia Priori – tutti coloro che ci sostengono ed in particolare i tanti volontari che dedicano il proprio tempo libero agli eventi di Animavì rendendoli possibili. Animavì 2018 è finito a gennaio 2019, questo la dice lunga sulla quantità di energie ed impegno necessari da parte di tutti. Ciò significa anche che non possiamo sederci ma che è già tempo di pensare al futuro e all’edizione 2019 che si svolgerà questa estate e che coinvolgerà sempre più il territorio”.
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Pensando a Bilbo Baggins
Diciamocelo chiaro: la storia “essere single vs essere fidanzate” è un po’ come quella “capelli lisci vs capelli ricci”. Quando sei fidanzata (felicemente o meno, ma questo è un altro discorso) il mondo è pieno di piselli appetibili e l’unica cosa che puoi fare è ritagliarti un pezzettino di coperta, accomodarti sul divano e sciorinarti per la sesta volta in un mese la trilogia del Signore degli anelli. Fingi di ignorare l’aria pestilenziale che è emersa nel momento in cui hai sollevato il plaid dalle gambe del tuo meraviglioso fidanzato (che ovviamente ha iniziato a russare che ancora Bilbo Baggins non aveva trovato l’anello) e ti torna in mente quella lontana vacanza a Mykonos nell’estate del 2008. E così ancora una volta finisci per fare il tifo per Sauron mentre ti immagini le tue amiche single destreggiarsi libere e felici tra appuntamenti bollenti e drammi che Barbara D’Urso, per favore, scansati. E per quanto triste possa sembrarti questo quadro, sta sicura che nello stesso momento, dall’altra parte della città, esiste una ragazza esattamente come te, plaid e Bilbo Baggins inclusi, solo senza il meraviglioso fidanzato. Al quarto messaggio senza risposta inviato all’ex e alla quarta proposta indecente su Tinder, riesce solo a ripensare a quella lontana estate del 2008 passata con Carlito a scriversi ti amo sulla sabbia e 50 sfumature di grigio te le do io. Per farla breve, da che mondo è mondo, ma soprattutto da che donna è donna, chi ha i capelli lisci li vuole ricci e viceversa. Sì, perché la questione pare essere puramente femminile. Noi donne non siamo mai contente di quel che abbiamo (e i neri hanno la musica nel sangue). Gli uomini invece non ci pensano a quello che hanno, se lo vivono e basta. E che questo sia sintomo di totale piattezza emotiva o di raffinata intelligenza, è comunque il vero segreto della felicità. Tac! Eccolo qui, semplice e diretto. Vuoi essere felice? Goditi quello che hai, adesso. E invece noi nulla, dure come le pigne. Continuiamo a sognare bellissimi boccoli al posto dei nostri spaghetti tristi, o a immaginarci le fantastiche acconciature che potremmo farci se solo non avessimo questi ricci ribelli. E nel frattempo non ci accorgiamo che stiamo perdendo i capelli. Non si tratta di accontentarsi. Per carità, accontentarsi mai. Si tratta di smetterla di guardare le altre confrontando il loro livello di felicità col nostro. Soprattutto perché nel mondo di oggi non sappiamo più chi è realmente felice e chi no, e quindi finiamo tutte per mentire. Postiamo foto sorridenti, fingiamo di avere impegni e interessi che non abbiamo, costruiamo vite ricche e intense secondo i canoni di altri, e alla fine smettiamo di chiederci cosa realmente ci renda felici. E quando nella nostra vita accade qualcosa che ci rende realmente felici siamo più impegnate a dimostrare agli altri che ce l’abbiamo fatta, che anche noi alla fine viviamo vite piene e interessanti, che ci scordiamo di viverci il momento. E la nostra felicità dura fino a quando non ci scontriamo con la felicità di qualcun’altra, anche se questo nella realtà vuol dire solo vedere un post più interessante del nostro.
Mi sembra giusto avvisarvi che tutto ciò è stato scritto da una quasi trentenne che è stata appena lasciata dal suo fidanzato e che ancora non ha capito se questa è la fine del mondo o l’inizio. Sono tutte stronzate. Siate felici, per voi stesse.
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goodbearblind · 7 years
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Da "Ode alla donna imperfetta " di Ada Luz Márquez Le donne imperfette mostrano con orgoglio e onore le rughe e le cicatrici, perché sono i segni che ricordano loro che erano, sono e saranno più forti del dolore. Le donne imperfette hanno il coraggio di sognare ad alta voce, procedono in sincronia da sfere diverse, creano una nuova tela dove tutti i colori sono necessari e accettano i propri errori come preziosa forma di apprendimento. Le donne imperfette rispettano ogni forma di vita ed esigono allo stesso modo rispetto e giustizia per la loro. Le donne imperfette portano radici nei loro piedi, ancorate alla Madre Terra. Portano, nei loro passi, le loro antenate, sorelle, figlie e nipoti. [...] Le donne imperfette non sono proprietà di nessuno se non di loro stesse. [... ]non sono la costola di nessuno, né oggetto di desiderio, né sono invisibili. Sono donne e vogliono essere nominate in quanto tali. [...] Le donne imperfette sono incredibilmente perfette quando hanno il coraggio di essere imperfette, quando hanno il coraggio di essere quello che hanno voglia di essere, quando hanno il coraggio, né più né meno, di essere. Le donne imperfette iniziano a sentire il richiamo, a re-incontrarsi con altre donne imperfette, ricordando tutto quello che l’anima non deve dimenticare. Si ricordano che non sono sole, che mai lo sono state; che mai lo saranno. Perché essere imperfette le rende uniche, essere imperfette le rende, per il mondo, e per tutti, LIBERE. Da "Oda a la mujer imperfecta" di Ada Luz Marquez, tratta dal libro UtoPoesías -Daniela Cavallo-
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makemejealous · 7 years
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Wishes
Questa è la breve storia di due ciliegie, da sempre unite dal loro picciolo. Hanno passato tutta la loro vita convinte di non credere in niente se non in loro stesse e nel loro legame. Ben presto il giorno arrivò. Erano mature ed erano pronte per vivere la loro vita fuori da quella casa che le aveva coltivate e cresciute così amorevolmente. "È la nostra occasione, potremmo viaggiare insieme e vedere il mondo, saremo due ciliegie contro tutti." Questo era quello che pensavano, ma ciò che non sapevano era che di lì a poco la loro felicità sarebbe stata distrutta. I giorni passarono e le due piccoline, che ormai risiedevano in una nuova dimora con tante altre piccole ciliegie, trepidanti anche esse di viaggiare e godersi la vita, chi da sola, chi in compagnia, proprio come le nostre protagoniste; pian piano smisero di sognare e si abituarono a passare ciò che rimaneva di loro con tutte le nuove amiche. Ma anche se loro stavano li, ad aspettare che la loro occasione giungesse, si vedevano portar via le loro amiche più belle e mature. "Siamo anche noi molto belle, siamo mature e pronte, perché non ci scelgono?". Questo quesito le tormentava e le intristiva, ma non si diedero per vinte. Ogni mattina al sorgere del sole le nostre coraggiose eroine sognavano di poter finalmente essere libere, e continuarono a sognare finché un giorno un uomo vedendole sorrise e tese una mano a prenderle, le nostre ciliegine erano così contente che non riuscirono a contenere le loro lacrime. "Finalmente potremmo viaggiare, finalmente potremmo stare insieme per sempre". I loro desideri erano così luminosi da oscurare quella che era la realtà. L'uomo le portò con se a casa loro e le fece accomodare nel posto più lussuoso di tutta la casa, il frigorifero. Il giorno stesso le due piccoline fecero la conoscenza del resto della famiglia, la figlia vedendole così belle e mature le prese con estrema delicatezza. Ne tenne una delle due con se e depositò l'altra nella mano della sua genitrice, le due chiusero gli occhi, si concentrarono per alcuni istanti e poi... crack. Le due ciliegie erano divise, non erano più una cosa sola. Lo shock fu tale che le piccole svennero sul colpo, ma nello stato di inconscenza riuscirono ad udire ciò che le due donne dissero. "Cavolo! Il picciolo è capitato a te mamma! Che desiderio hai espresso?" La madre con sguardo fiero rispose: "Ho chiesto che tu potessi essere felice." La ragazza stese in silenzio, sorrise e la abbraccio. Ciò che non disse quella giovane ragazza alla donna che l'aveva procreata era che anche lei aveva fatto il medesimo desiderio, chiedendo che la madre potesse essere felice. Grazie a questo desiderio le nostre piccole eroine riuscirono a stare di nuovo insieme e di nuovo unite, in un mondo diverso. Un mondo fatto di sogni e di desideri, un mondo dove potessero vivere le loro grandi avventure unite da un semplice picciolo.
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petalididonna · 3 years
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Per tutte le rondini
che volano alte nel cielo
e sanno sognare, cantare e ridere..
Che sanno volare
nel sole e nelle tempeste,
rimanendo sempre se stesse.
Che vogliono continuare a farlo.
Ancora e per sempre..
Noi rondini,
Donne libere di volare.
C.L.C.©
Auguri💐
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Tenda Rossa Salento
C’era un tempo in cui tutti i riti di passaggio delle donne si svolgevano in uno spazio sacro: una Tenda Rossa. Un tempo in cui la gente viveva a stretto contatto con la natura, negli accampamenti e tra le tende ve n’era una grande, dal colore rubino, e agli uomini ne era proibito l’accesso. Era un luogo di devozione femminile, un utero nel quale tutte le donne trovavano rifugio e appoggio. In concomitanza con la luna nuova, tutte le donne della tribù si riunivano nella tenda rossa. Quelle in età fertile vi si ritiravano per mestruare insieme (le donne all’epoca vivevano tutte insieme e quindi il loro ciclo molto spesso era sincronizzato con quello delle altre e armonizzato con quello lunare), riposare, sognare. Le più anziane vegliavano su di loro per assicurare tranquillità e rispetto dei giorni sacri, in cui le donne erano libere dagli oneri familiari e comunitari. Alla fine degli anni novanta, grazie al libro di Anita Diamant “La tenda rossa”, e all’intuizione di DeAnna L’Am, pioniera di questa pratica, la tenda rossa ha cominciato a diffondersi in tutto il mondo e un numero sempre maggiore di donne ha iniziato un percorso di consapevolezza, perché Donne felici e consapevoli educano figlie e figli e costruiscono società felici e consapevoli. Tenda Rossa Salento nasce dal mio desiderio di creare un posto sacro e protetto per le donne, per poter parlare tra loro, per riconnettersi con la loro ciclicità, per festeggiare e celebrare i momenti di passaggio: l’addio al nubilato, la gravidanza, la menopausa e il mutare delle stagioni. Tenda Rossa è un’esperienza a disposizione di tutte le donne, senza giudizi, limiti di età, cultura, religione o grado sociale, uno spazio e un tempo che ciascuna può decidere di donarsi. Immaginate un grande cerchio rosso che fluisce intorno a noi e ci protegge, alimenta il nostro essere, ci nutre, ci sostiene, così sono le energie che si creano attorno ad un cerchio di Donne: fortissime, di connessione, di sorellanza. Vi aspettiamo tutte con gioia!
Barbara Mariggiò
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storiesenzatrama · 7 years
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#wallsandwomen chapter n.13 Ci sono donne che si confondono con la Natura. Piante solide con profonde radici. Cortecce forti, resistenti ai venti. Queste donne ti sapranno stupire mostrandoti, lentamente, la loro vera anima. Anima di eleganti farfalle, libere, capaci di sognare e di far volare in alto i loro ideali. Model: @franci_fumetto of Laura et Francesca Ph Photo: @storiesenzatrama Caption: @storiesenzatrama 📸 #WALLSANDWOMEN PROJECT borns from an idea of @storiesenzatrama Images, words, introspection. Photography, poetry, emotions. The women as a central element. The women different from each other and joined the other women. The women, full of their virtues and enriched by their fragilities. The women, all women, and the walls. The walls as a metaphor. The new, old, stained, coated, crumbling, ruined walls. The walls intended as obstacles, limitations, barriers. The walls, all the walls, to be brought down by the power of women. 📸tagga @wallsandwomen sulle tue foto di donne e muri 🌸 #friend #igersinposa #model #woman #jj_portraits #thehub_details #thehub_hdr #thehub_hdr #thehub_portraits #graffiti #street #streetart #creativity #sprayart #piccoloprincipe #butterfly #farfalla #albero #tree #natura #nature_perfection #naturelovers #streetart #streetphotography #murales #muro (presso Milan, Italy)
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