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#lunedì di musica
metrocentric · 9 months
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Whigfield con "Saturday night" - Arena Suzuki dai 60 ai 2000 - 27/09/2023
Italy has the third most swiftly ageing demographic in the world, and to hear people talk you’d think that was a bad thing.
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ilmondodishioren · 2 years
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Buon Lunedì in musica 🤣
Buon Lunedì in musica 🤣
Che amo gli Imagine Dragons non è un segreto, li ho nominati spesso in passato, ho tutti i loro cd e mi sono letteralmente mangiata le dita per non essere potuta andare al loro concerto della primavera scorsa a Milano. Adoro tutte le loro canzoni e l’originalità presente nei loro video dove se da un lato a volte sembrano frivoli e privi di ogni logica, spesso racchiudono una metafora non…
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angelap3 · 20 days
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La storia della Musica!!!!
Tre giorni di pace e musica. Tre giorni che hanno fatto la storia. Si celebra oggi il 51esimo anniversario del più grande evento di libertà, umanità e lotta pacifica: il Festival di Woodstock. Più che un concerto un pellegrinaggio, una fiera di arte e musica, una comunità, un modo di vivere che ha cambiato per sempre il concetto di libertà. Sul palco, a Bethel (una piccola città rurale nello stato di New York) si sono alternati per tre giornate alcuni tra i più grandi musicisti della storia. Musicisti che provenivano da influenze, scuole musicali e storie differenti ma che avevano in comune ciò che più contava in quei favolosi anni ’60: la controcultura.
Si passava dal rock psichedelico di Jimi Hendrix (che, pur di essere l’ultimo a esibirsi, salì sul palco alle 9 di lunedì mattina per un concerto di due ore, culminato nella provocatoria versione distorta dell’inno nazionale statunitense) e dei Grateful Dead ai suoni latini dei Santana (che regalarono un memorabile set, impreziosito dallo storico assolo di batteria del più giovane musicista in scena: Michael Shrieve) passando per il rock britannico di Joe Cocker (che regalò in scaletta le splendide cover di Just Like a Woman di Dylan e With a Little Help from my Friends dei Beatles) e degli Who all’apice della loro carriera (celebre l’invasione di palco dell’attivista Habbie Hoffman, durante il loro concerto, quasi quanto il lungo assolo di Pete Townshend durante My Generation, con lancio di chitarra finale).
C’era poi il folk, con una splendida Joan Baez su tutti, che suonò nonostante fosse al sesto mese di gravidanza, genere tipicamente statunitense che si alternava a suoni più esotici e orientali, come il sitar di Ravi Shankar. Impossibile dimenticare infine l’intensa performance della regina del soul Janis Joplin, la doppia esibizione (acustica ed elettrica) di Crosby, Stills, Nash e del “fantasma” di Neil Young, che rifiutò di farsi riprendere dalle telecamere e il divertente show dei Creedence Clearwater Revival.
1969, il ‘Moon day’ in musica..
Concerti che rimarranno nella memoria di chiunque ami la musica come simbolo di cambiamento, pace e libertà. D’impatto i presenti come pesanti furono le assenze di John Lennon, che si rifiutò di esibirsi per il mancato invito di Yoko Ono, Bob Dylan, padrone di casa (lui che all’epoca viveva proprio a Woodstock) assente per la malattia del figlio, i Rolling Stones, ancora scossi per la morte di Brian Jones e i Doors, alle prese con una serie infinita di problemi legali.
Il vero protagonista dell’evento fu però il pubblico, la “vera star” secondo l’organizzatore Michael Lang, eterogeneo quasi quanto i generi musicali. Da tutta America arrivarono studenti liceali e universitari, hippie, veterani del Vietnam, filosofi, operai e impiegati. Nessuna differenziazione di razza, etnia o colore della pelle: tutti uniti dalla voglia di stare insieme in libertà con il fango a livellare ogni diversità e i capelli lunghi come simbolo di ribellione. Un sogno che oggi sembra lontano anni luce, nelle ideologie come nell'organizzazione.
Da quel 1969 si è provato a più riprese a riproporre Woodstock, con scarsi risultati culminati nell'annullamento del concerto in programma per questo cinquantesimo anniversario, organizzato proprio da Lang e non andato in porto tra una defezione e l’altra, forse perché indigesto ai grandi organizzatori di eventi musicali mondiali. Forse, a conti fatti, meglio così: quell'atmosfera irripetibile era frutto di una spontaneità organizzativa di altri tempi, una magia fuori da ogni schema il cui risultato sensazionale, iconico e significativo fu chiaro solo anni dopo anche agli stessi partecipanti.
Vanni Paleari
PhWoodstock, 1969
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caoticoflusso · 6 months
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una serie di domande che anticiperebbero (per me) un rapporto duraturo ed intimo
‘che libro vorresti leggere?’
‘anche tu pensi che esista un cibo adatto per ogni singolo umore ed ogni giornata? il lunedì, per esempio, quale cibo sceglieresti?’
‘entriamo in un museo e facciamo finta di essere dei critici artistici?’
‘ti piace la cinematografia?’
‘anche tu preferisci il vino alla birra?’
‘ascolti musica?’
‘ti piace andare a teatro?’
‘credi agli alieni?’
‘in quale pianeta ti trasferiresti?’
‘qual è l’anime più disturbante che tu abbia mai visto durante gli anni ‘90?’
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gregor-samsung · 4 months
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Lunedì 31 maggio 1993
Cara Mimmy,
sono terribilmente giù di morale. Sono annoiata e depressa. Motivo numero uno: non c'è scuola perché è la festa di Bairam. Numero due: è venuta a mancare anche quel poco di elettricità che riusciamo ad avere con un cavo, quindi addio musica, addio film, addio luce. Siamo nuovamente nelle tenebre, sprofondati nelle tenebre. Papà ascolta delle notizie deprimenti. Numero tre: a partire da giovedì, i bombardamenti sono ripresi in modo selvaggio. PUAH! Ieri i cannoneggiamenti sono continuati in modo incessante dalle quattro del mattino fino alle dieci di sera. Sono cadute dalle tre alle quattro bombe al minuto. Bentornati in cantina! Questa mattina abbiamo saputo che l'UNPROFOR ha contato millecento bombe, però secondo Nedo si tratta solo del 60%, perché l'UNPROFOR riesce a contare solo il 60% delle bombe lanciate. In tutto quindi erano duemila bombe. Cioè tre, quattro al minuto. Ecco perché sono giù di morale. Che tutto stia per ricominciare un'altra volta? Scusami, sono nervosa. Non arrabbiarti con me, mi passerà.
Ti voglio bene, Zlata
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Zlata Filipović, Diario di Zlata. Una bambina racconta Sarajevo (traduzione di Raffaella Cardillo e Maria Teresa Cattaneo), Rizzoli, 1994¹; p. 119.
[Ed.ne or.le: Le journal de Zlata, Fixot et éditions Robert Laffont, S.A., Paris, 1993]
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monologhidiunamarea · 3 months
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In attesa di lunedì dove ,in solitaria, me ne andrò a mare. Nel frattempo cerco di sopravvivere oggi turno fino alle 17 poi si va al concerto. Prevedo di rimanere senza voce e senza lacrime. L'effetto della musica . Il mio corpo è qui tutto il resto sta su un isola.
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missviolet1847 · 5 months
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Il mondo cambiato dai ragazzi | il manifesto
25 aprile 2024
Il mondo cambiato dai ragazzi
Il corteo a Milano - Ansa
DENTRO IL CORTEO. No, non farò la cronaca della manifestazione, di cui peraltro non so neppure chi siano stati gli oratori ufficiali, perché a piazza del Duomo, pur essendo stata presente per sei […]
Pubblicato 14 ore fa
Edizione del 26 aprile 2024
Luciana Castellina, MILANO
No, non farò la cronaca della manifestazione, di cui peraltro non so neppure chi siano stati gli oratori ufficiali, perché a piazza del Duomo, pur essendo stata presente per sei ore nel corteo, non ci sono neppure arrivata, tanta era la folla che aveva riempito mezza città. Della redazione del giornale a Milano ce ne erano tantissimi, tutti dietro lo striscione del manifesto, fieri di aver dato alla consueta celebrazione milanese del 25 aprile, come fu 30 anni fa, uno slancio particolare. Scrivere spetta a loro.
Certo raccontare mi sarebbe piaciuto, perché a un evento così non capita sempre di partecipare. È stata infatti una manifestazione non solo enorme, ma partecipata nella sua stragrande maggioranza da una generazione nuovissima, mai vista prima: dai 15 anni (tanti studenti medi) ai 25, proprio giovanissimi.
È davvero un fatto politico nuovo: in particolare sulla guerra, ma non solo, i ventenni tornano ad affacciarsi sulla scena. Credo sia perché avvertono che siamo ad un mutamento epocale del mondo e sono spinti a mobilitarsi. A modo loro, naturalmente. Sono allegri, lungo il percorso a migliaia hanno ballato al ritmo della formidabile musica installata sull’enorme carro dell’Arci e offerta dal suo famoso circolo La Magnolia.
Chi sono? Per chi votano? O meglio, vanno a votare? Non lo so, i più non erano nemmeno aggregati attorno a bandiere che esibiscono l’appartenenza, sciolti. A guardarli mi viene ancora più da ridere di quanta ormai me ne viene il lunedì sera quando La7 comunica i dati del settimanale sondaggio: Fratelli d’Italia +0,07, PD -0,02, 5S o Calenda cifre di analoga rilevanza. E poi nella settimana successiva tutti i politologi impegnati a spiegare i profondi mutamenti della società italiana a partire da quegli zeri, senza nessuno che ci informi davvero su cosa pensa il 60% di giovani che pure nella politica si impegna.
Scrivo, comunque, perché a questa giovane forza politica emergente, vorrei raccomandare due cose:
1) state attenti oltre che al fascismo ufficiale, anche all’antifascismo sbandierato da chi se ne serve come copertura per proprie assai simili magagne. Non faccio nomi, ma consiglio di fare attenzione.
2) credo sia utile ricordare sempre che la guerra partigiana italiana è stata assai diversa da quella di molti altri paesi occupati dai nazisti.
La più parte di loro, a cominciare dalla Francia e dalle monarchie nordiche, hanno combattuto con le spalle coperte dalla legittimità dei governi che erano stati sconfitti e in nome dei quali la Resistenza del paese combatteva. In Italia i nostri ragazzi sono andati in montagna senza sapere cosa davvero fosse la democrazia e l’antifascismo, e senza nessuno che coprisse loro le spalle. Un azzardo incalcolabile. Ecco, oggi ce ne vuole altrettanto per fare quanto è indispensabile: cambiare il mondo. È difficile, lo so. Ma stasera sono così ottimista che penso ce la potranno fare.
( senza se e senza ma... con gli studenti che hanno manifestato)
# manifestazione 25 aprile 2024 Milano
#Giovani studenti
# Luciana Castellina
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mynameis-gloria · 5 months
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It's good to retreat into your own world if that's what you need
Sta sera, camminando nel chiarore della giornata oramai finita. Un lunedì concluso, passato tra pensieri malinconici e pensieri che sembrano miele. E li sento correre sulla pelle. Ispirata per dipingere ancora, così ho trascorso metà del pomeriggio. Un nuovo quadretto, la musica che riempiva la stanza e la mente che si liberava. La mia voce sta tornando pian piano, in questi giorni mi sento strana. Carica di sentimenti ed emozioni che non so se son capace di gestire. Sarà la primavera, sarà questo caldo scoppiato o sarà che grazie a questa chiusura forzata, stia ritrovando parti di me che avevo messo da parte da tempo per la solita routine giornaliera. Il mio corpo sente così tanto.
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Per esempio pensa alla parola "egregio".
Lunedì entra in classe, e scrivila alla lavagna, se ti va.
Perché egregio viene da ex-grege, e significa "fuori dal gregge".
Ed è questo l'augurio migliore che possa fare loro, per l'anno che sta iniziando.
Quando in tanti se la prendono sempre con gli stessi. Sii fuori dal gregge.
Quando hanno tutti le stesse idee, masticate e rimasticate. Fuori dal gregge.
Quando non avere le scarpe di quella marca sembra un dramma sociale. Fuori dal gregge.
Quando non ti piace la musica che piace a tutti, ma solo quella che va al tempo tuo, che dice le parole tue. Fuori dal gregge.
Quando sembra che ad essere gentili si passi per deboli. Fuori dal gregge.
Perché l'unico modo per salvarsi, quando tutti vanno dalla stessa parte, è andare dove non va nessuno.
E questo è scegliere.
Egregiamente.
Enrico Galiano
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turuin · 2 days
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Day 55
Giorno 55 - ieri.
Totale caffè bevuti: 2 (rifiutato terzo caffè dopo cena).
A pranzo: sapendo di dover restare fuori a cena, ho cercato di restare leggero... senza riuscirci. Fritturina mini di calamari e verdure, contorno di patate al forno.
A cena: bruschetteria. Bruschette di 120cm divise per otto e multigusto. Per fortuna c'erano anche dei pezzi con verdure (radicchio, erbette, etc) e frittini di contorno. Birra, Cheesecake (maledetta, ci sto ancora male oggi) al caramello e amaro a fine serata (Sibilla con ghiaccio, molto buono).
Rientrato a casa, scopro che c'è un guasto sul LOS della borchia fibra, e questo significa guai: primo, perché non è un guasto generalizzato (benedetto downdetector) ma fisico, sul cavo di fibra, e secondo perché è impossibile che il tecnico esca nel weekend, specie se non è stato chiamato quando ancora era possibile, cioè venerdì mattina. Mia moglie ha preferito aspettare che rientrassi io a tarda sera ed eccoci. Stamattina ha chiamato il supporto e pare che il tecnico esca lunedì, a meno di miracoli. Per fortuna nessuno dei due è dipendente dalla rete di casa e abbiamo comunque una buona offerta per la connessione mobile... ma per oggi sicuramente non si fa streaming sulla tv. Già è tanto che io sia riuscito a collegare i miei pc all'hotspot del telefono.
Una nota positiva: non volendo impattare troppo sulla connessione, invece di tenere Spotify attaccato sto usando la mia vecchia cartella di musica in MP3, e mentre scrivo questo post sto riascoltando "A Moon Shaped Pool", dei Radiohead, caso unico di disco che ho acquistato in digitale.
Vedrò di godermi questa giornata parzialmente unplugged.
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metrocentric · 1 year
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From Beba, about tram wires, atmospheres, memory and above all, la città.
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yellowinter · 4 days
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Lo scorso weekend sono andata a visitare la sinagoga e ho assistito a delle conferenze sull'ebraismo, ho fatto hot yoga, mangiato al ristorante indiano e fatto incontri bizzarri. Lunedì ho suonato al parco con il gruppo di percussionisti e abbiamo provato i brani che porteremo a un festival ad ottobre, ho conosciuto diverse persone carine e molto gentili, mi hanno detto che sono bravissima e che se mi impegno avrò un grande futuro nel mondo della musica. A lavoro mi sto facendo il culo, sono tutti contenti di me e mi sento sempre più sicura, ormai giro da sola e faccio cose e dirigo i lavori, parlo e cerco di aiutare chiunque ha bisogno, non mi tiro mai indietro. A casa trovo difficile avere degli spazi per me, ma mi dico di essere come l'acqua e adattarmi... mi ritaglio dei momenti in cui faccio meditazione sul balcone, poi per il resto pulisco, faccio la spesa, cucino, mi occupo dei gatti di mia sorella. Voglio leggere di più e iniziare a praticare Kung Fu Shaolin. Ci sono delle giornate in cui l'ansia si fa sentire parecchio, a volte ho dei pensieri molto brutti... mi sale la paura e lo sconforto, credo che ammazzarmi sia ancora una valida soluzione. Mi sento sola, mi manca avere qualcuno che mi abbraccia. Respiro e lascio andare.
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nonamewhiteee · 1 year
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un inizio di giugno triste, un susseguirsi di pomeriggi domenicali, dettato dalla noia e dall'apatia. un dolore mentale che viene anestetizzato raramente da fitte al ginocchio e dal fastidio alla schiena. le ore ieri passate a fumare erba mi hanno aiutato a non avere quei pensieri terribili che ricominciano a tormentarmi sempre di più e le notizie esterne non fanno che peggiorare il mio stato d'animo. questo venerdì è come un interminabile lunedì di metà settembre, adesso la musica e la voce di qualche artista strambo mi addolciscono un po' l'amaro che una solitudine non desiderata mi lascia. il prossimo appuntamento dalla psico sta per arrivare, avevo anche messo qualche pensiero scritto da parte, ma sarà nuovamente tutto inutile. ogni giorno è una sfida, fa male anche ricordare di non avere forze né coraggio, ancora una volta scusatemi, spero voi tutto bene.
#me
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gcorvetti · 9 months
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Fine settimana col...gelo.
Sembra che questa ondata di gelo ci farà compagnia ancora 3 giorni, il meteo dice che da lunedì le temperature torneranno intorno allo zero, ma per oggi abbiamo max -17 e min -24. La cosa anomala non è il freddo, di solito è normale, è che sta nevicando tantissimo da ieri, di solito quando la temperatura scende sotto i -15 non nevica.
Stamane tanto per ho aperto ansa e google news, giusto per farmi 2 risate e di tutte le notizie ne prendo due al volo di carattere 'musicale'. La prima è che Britney Spears non farà più 'musica', era ora direi dopo che è stata masticata a dovere dallo show biz americano. L'altra è che c'è aria di scioglimento nei maneskin, sempre se sia vero e non una di quelle notizie salvagente, la cosa non mi tange onestamente, si sono sciolte band molto più importanti di loro, ma nel mainstream odierno fa più notizia questo che il fatto che fanno cagare e che non si dicono le cose come stanno, cioè che portano soldi in tasca ai soliti noti e che di loro fotte sega una volta spenti i riflettori e tutto andrà a ridursi a "A quelli la? Bah".
Poi leggo, e questa la dico giusto per critica, che la melona ha sospeso il pistolero, fossi stata in lei l'avrei licenziato anche per fare capire che le cazzate in casa braccio teso devono essere serie, ma la critica che voglio fare a voi italiani è che lei è figlia (politicamente parlando) di berlusconi, nel senso che ha imparato a mena dito le sue lezioni di come levarsi la merda dalle scarpe senza sporcarsi, lei e tanti altri e non solo di destra.
Nell'altalena della temperatura ieri sono salito nello studio e dopo 5 minuti ho mollato perché essendo sotto tetto c'è parecchio freddo, quindi diciamo che la ripresa sarà un pò lenta, speravo di partire a bomba col nuovo anno ma niente. In compenso ho trovato un midi controller (tastierino) di seconda mano ad un prezzo molto vantaggioso ma dovrò aspettare comunque la prossima settimana perché il tizio non è in città. Non ho molto da scrivere oggi e vi lascio con uno dei miei compositori preferiti di questo periodo Xenakis
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danzameccanica · 9 years
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L’anno 2005 è stato uno dei più intensi emotivamente della mia vita. Facevo il primo anno di università a Bologna ma per un serie di cose (fra le quali la fidanzata dell’epoca, il gruppi di amici a Marsciano, la band…) tornavo giù a casa dai miei spesso. Ero in una fase a metà della mia vita nella quale studiavo, lavoravo ma allo stesso tempo avevo tante cose del cuore legate alla mia cittadina fra cui la nostra band con Lorenzo e Giuseppe, gli Autumn Leaf. Ricordo tantissimo di quel periodo di vita anche perché tendenzialmente vivevo fino al giovedì mattina a Bologna e poi prendevo il treno per scendere giù. A volte scendevo mercoledì sera inventando la mancanza di lezioni, altre volte risalivo il lunedì sera mancandone altre. Insomma era una sorta di settimana cortissima che mi ha fatto mantenere un piede in due scarpe, o meglio, portare avanti due sentieri assieme: quello universitario (che tardava a decollare) e quello tardo adolescenziale (che invece era rimasto piacevolmente legato giù. Anche perché gli altri membri della band, nonché i miei nuovi amici del cuore, erano tutti più giovani di me almeno di uno-due anni; avevamo alcuni ascolti in comune e questa piccola ma sostanziale differenza di età ha fatto sì che io diventassi il loro mentore, la loro persona di fiducia. Ma la cosa era reciproca visto che ancora oggi ricordo i pomeriggi a casa di Lorenzo a guardare film e film, lui che per me era la mia fonte cinematografica. Ed è grazie a loro che scoprii i Porcupine Tree. Lorenzo, Giuseppe (ma anche Caroli e Alberto) erano più legati ad un progressive metal che era emerso da ascolti giovanili di nu-metal e qualcosa di thrash. Deadwing (ma anche In Absentia) è strettamente legato a quei giorni, alle nostre prove, al tentare di creare in sala prove qualcosa a metà strada fra gli Opeth, gli Ulver, gli Anathema e, appunto, i Porcupine Tree.
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Ancora oggi quando parte l’omonima traccia del disco i miei pensieri vanno giù a quei bellissimi anni; queste chitarre liquide, aperte, ariose, meravigliose sembravano appunto uscire dagli Opeth più melodici; la voce di Steven Wilson era qualcosa di magico, orecchiabile, che sapeva trasportarti altrove. Deadwing è un album progressive che – per fortuna – spinge poco il piede sul metal (una cosa che ancora non sopporto è la produzione soprattutto della batteria in In Absentia) e che lascia emergere tutte le componenti calorose degli strumenti, del pianoforte, del legno. Il ritornello di "Shallow", anche se mena forte è mitigato dalla voce effettata di Steven. "Lazarus" sembra quasi un singolo dei Coldplay ma in senso buono, perfettamente inserito all’interno dello storytelling dell’album (e Steven ha sempre ammirato Chris Martin e soci anche se è famosa quella foto dove tiene un cartello in mano con scritto “i Coldplay sono dei segaioli”); consideriamo sempre che al pianoforte, al mellotron, ai synth c’è Richard Barbieri, un ex-Japan.
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Anche "Mellotron Scratch" tira fuori i Porcupine Tree più dolci, che giocano con le sovrapposizioni vocali e riescono a creare dei bellissimi collage con foto ritagliate dai ricordi delle estati che furono. Una delicatissima malinconia che è intrecciata con le chitarre dei Pink Floyd, con tutta la tradizione di tastiere della scuola di Canterbury senza però abbandonarsi in lunghe perifrasi tecniche tanto care al prog duro e puro. I più maniaci dei tempi dispari e delle pippe tecniche devono spostarsi a fine album ad ascoltare "The Start of Something Beautiful" dove Gavin Harrison e Colin Hedwin si divertono a picchettare il brano e l’ascoltatore… se non siete dei mega-fan del tempo disparo resistete fino alla seconda metà del brano dove si assiste ad una bellissima trasformazione verso il sentimentale con i classici echi di David Gilmour. A volte, in questo Deadwing, Steven assume un timbro vocale forse troppo debitore a Maynard Keene, ma d’altronde i Tool sono stati una delle pietre angolari di tanta musica sperimentale ("Shallow", "Open Car"). C’è da dire che il picco più alto dell’album nonché uno dei picchi massimi dell’intera discografia dei Porcupine Tree coincide con "Arriving Somewhere but not here". Una bellissima suite di 12 minuti con suoni in backwards, sonorità nostalgiche e dolci che impennano verso il cielo col primo assolo: pazzesco, bellissimo, come se uscisse da "Comfortably Numb". Questo brano con l’opener Deadwing e la conclusiva "Glass Arm Shattering" (e la bellissima coda di "The Start of Something Beautiful") descrivono i Porcupine Tree più spensierati, che suonano di getto, che aprono il cuore e riescono a selezionare i nostri migliori ricordi. Anzi, le dita di Wilson riscrivono su carta i ricordi di ognuno di noi.
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raffaeleitlodeo · 1 month
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"Chi stabilisce qual è il prezzo della tua forza lavoro? Chi stabilisce qual è il prezzo del tuo tempo di vita, che da lunedì tornerai a dare a un padrone? Chi lo stabilisce qual è il prezzo del tuo tempo? Be', si stabilisce in base a due lati della questione. Uno sono i rapporti di forza tra le classi, i contratti, il precariato, il ricatto, la tua capacità di organizzarti e resistere; da una parte tu difendi il tuo tempo di vita così, ma poi c’è un altro lato. Per difendere il tuo tempo di vita tu devi percepire la preziosità della tua vita. E per percepire la preziosità della tua vita devi sfuggire al loro nulla, e devi usare quegli strumenti che l’umanità tutto sommato si è data per darsi una vita bella: la letteratura, l’arte, la musica, la scienza, la possibilità di progettare un futuro. Tu devi percepire che esiste una vita bella per indignarti per il tempo che regali loro quando entri a lavorare. Ed è per questo che hanno odiato tanto il Festival di Letteratura Working Class. Perché ci aiutava a percepire una vita bella, che non può essere più regalata al Capitale".
Dario Salvetti, Collettivo di Fabbrica Lavoratori GKN Firenze
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