Tumgik
#metanari
gloriabourne · 3 years
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uso il tuo blog per rivolgere una domanda al fandom, qualcuno ha delle belle fanfiction Metanari da consigliare? sia in italiano che in inglese, vanno bene entrambe le lingue. preferibilmente non da wattpad ma da ao3, e soprattutto dove il focus è proprio sulla ermal/marco e non sulla ermal/fabrizio (ogni tanto multishippo, anche 😋) grazie in anticipo a chiunque vorrà lasciare delle recs!
⚠️⚠️⚠️
Chiunque sappia rispondere a questa domanda si faccia avanti!
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s0ftjake · 5 years
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Ermal seen by Marco.
"We are one."
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GRAZIANO SIGNED THE PIC WITH MARCO MONTANARI. I CRIED.
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can we talk about how freaking cute MARCO IS?!?!?
Look at HIM!! PRECIOUS.
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mydemonicas · 6 years
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Never forget
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dead-kartofel · 6 years
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perchevietatomorire · 6 years
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dicono che non ti devi proprio mai fidare
ma chi lo dice non sa che c'è
ancora spazio nel suo cuore
non siamo i primi né gli ultimi
mentre io mi chiedo ancora cosa poi farò da grande
tu sorridi e dici che c'è ancora tempo per pensare
un'altra volta da rischiare
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bluebandit16 · 6 years
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Ermal a cena con Macco 💛
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Un Ragazzino
PROMPT : Ma un piccolo hc metanari di quando stavano alla partita? Con Marco che lo guarda giocare e poi dopo negli spogliatoi e dopo ancora che tornano a casa insieme?
Buonasera sono Milena e ho deciso di unire questa cosa a una cosa successa al raduno ovvero Marco che dopo aver subito una bella pacca sul sedere da Ermal l’ha apostrofato rassegnato come “un ragazzino”. Enjoy. ALSO E’ METANARI M E T A N A R I se non vi piace non leggete ed evitate di venirmi a scassare le palle nella inbox perché io sono buona e cara ma quando mi incazzo sono buona e cara e si per dio si vi metto il porno lo so che lo volete vi vedoh
Faceva freddo.
Marco se ne stava ad aspettare Ermal nel corridoio che portava agli spogliatoi, sfregandosi le mani l’una con l’altra, le dita rosse per il freddo e congelate che gli dolevano ad ogni movimento 
L’aveva accompagnato alla partita, subendosi durante il percorso tutti i suoi brontolii sul fatto che la gente avrebbe sicuramente iniziato a perculare la sua incapacità di giocare a calcio nel momento stesso in cui avrebbe messo piede in campo. Lui, del canto suo, aveva arricciato le labbra sempre tristi all’insù, pensando a quanti tweet si sarebbe letto in gran segreto ridendo alle spalle dell’amico.
Amico.
Ermal è sicuramente un suo amico, certo. Sarebbe stata una balla dire che non si volevano bene. Se ne volevano. Se ne vogliono. Solo che è anche un’altra cosa che inizia con la A e che contiene  la stessa parola ma inizia per S.
Amante. Scopamico. In qualsivoglia modo, il succo rimane quello. Hanno una sorta di relazione non pubblica che sotto alle coperte-ma anche in doccia, sul tavolo, sul divano, perfino per terra- si consuma anche in maniera sessuale, ecco.
Non che la cosa disturbi gli altri o Anna, se è solo per quello. Sono giunti alla conclusione, tempo addietro, che non gli importa se ogni tanto Marco finisce a rotolarsi a letto con quello che dovrebbe essere il suo collega e amico. 
E per Ermal fa lo stesso. Non gli interessa cosa Marco faccia con gli altri-o meglio, gli interessa da amico, ma non ne è geloso o preoccupato e l’altro-e d’altronde lui è l’ultimo che può parlare. Marco sa benissimo che ha una sorta di relazione con Fabrizio, ma le cose tra loro sembrano essere rimaste ancora molto aperte da quel punto di vista. 
Marco era sicuro che sarebbero finiti a letto dalla prima volta che si erano visti, ma di certo non aveva pensato che sarebbe stata una cosa regolare e continuativa e che, oltre all’amicizia, tra loro potesse nascere qualcosa come invece sembrava che stesse facendo. Solo che erano come due ragazzini scemi: preferivano cercarsi a letto e fuori dandosi però la libertà di lasciare al corpo molto più respiro che al sentimento. Tradotto, scopavano, va. Lui non era un poeta come Ermal non gli serviva di arrampicarsi molto sugli specchi. La verità era questa e basta.
Si vogliono bene, certo. Si vogliono bene e forse, Marco ammette, prova per lui un affetto un po’ più profondo di quello di un normale amico, ma le cose funzionano perfettamente anche così e nessuno se ne lamenta, tantomeno lui.
E quindi, eccolo lì. Lì ad aspettare il suo amicoamante, piazzato in un corridoio gelido e intirizzito fin nelle ossa.
Era rimasto fuori a bordocampo a guardarlo giocare, standosene dritto in piedi, rigido come un palo di ferro. Non tanto perché volesse, ma perché l’aria che gli soffiava addosso gli aveva completamente bloccato le giunture. Alla fine gli facevano persino male i nervi e i muscoli da quanto stava convulsamente tremando. 
Non che in quel momento non lo stesse facendo. Continuava a sentire tutto il suo corpo contrarsi in spasmi dovuti all’aria fredda precedente. 
Si sarebbe ammalato se avesse continuato così.
Ermal del canto suo aveva corso in giro come al suo solito, rendendosi più ridicolo che mai, cosa che gli aveva scaldato il cuore -almeno quello poteva evitare di esporlo al reparto surgelati dell’Esselunga per quel giorno dai-sopratutto per tutte le volte che si era voltato a sorridergli, facendoli cenni di saluto impercettibili a tutti tranne che a loro quando gli passava non troppo lontano. 
Proprio come un ragazzino, aveva pensato, scuotendo la testa con un sorriso.
Sicuramente aveva meno freddo di lui.
L’aveva osservato correre, saltellare, fare lo scemo.
Era una bella scena, vedere Ermal così. Sembrava ancora più giovane del solito, un adolescente scatenato che correva dietro al pallone e basta.
Marco del canto suo non aveva perso occasione per percularlo a causa dell’uniforme giallo evidenziatore, ovviamente. Era uno dei suoi compiti, quello. Era proprio scritto nel contratto della Mescal: “perculare Ermal è un diritto e un dovere morale”. Così, diceva. O almeno nella finta copia opportunamente modificata che aveva a casa diceva così.
Uniforme gialla che aveva visto in quel momento sbucare dal corridoio con una massa di ricci neri che rimbalzavano furiosamente a causa dei lunghi passi che l’altro stava facendo
Gli era venuto incontro di tutta fretta, solo per schiantarsi, prima ancora che Marco capisse cosa stava succedendo, contro di lui, premendo il viso contro al suo petto, stringendosi a lui
“Sto congelando Montanari” si era lamentato, tremando appena
Marco l’aveva stretto in automatico di rimando, guardandolo “E d-d-diob-bo Ermal” aveva balbettato, battendo i denti per il freddo “V-vai negli sp-spogliatoi” l’aveva sospinto dolcemente, sentendosi poi però tirare la giacca
Abbassando gli occhi aveva notato che l’altro gli aveva afferrato la giacca.
“Vieni anche tu però con me” gli aveva imposto “Altrimenti congeli, cretino. Guarda che ti ammazzo se ti ammali. Ti devo sempre minacciare Montanari”
Marco aveva sorriso mentre si era lasciato trascinare, scuotendo appena la testa: Ermal gli stava dicendo, a modo suo, che si stava preoccupando per lui e questo aveva ridato un po’ di colore alle sue guance ormai così smunte da avere lo stesso colore del gesso.
Una volta entrati, era rimasto sulla soglia immobile, godendosi l’improvviso calore che l’aveva avvolto. Si era lasciato poi cadere seduto su una panchina, sospirando per le ginocchia che avevano cigolato da tanto erano state irrigidite dalle basse temperature
Ermal aveva scosso la testa, anche se aveva iniziato a spogliarsi per lanciarsi di corsa sotto la doccia
Gli altri erano ancora tutti in giro, per cui Marco si era preso il permesso di lanciargli una lunga occhiata, scorrendo lo sguardo su ogni piccolo pezzo di pelle che l’altro man mano scopriva
Si era tolto prima le scarpe e i calzini, poi la maglia, poi i pantaloncini che gli aveva tirato dritto in faccia prima di scappare ridendo nelle docce, tirandogli anche le mutande che si era levato mentre lui se ne stava lì a levarsi di dosso la stoffa impregnata di sudore.
Era arrossito violentemente marco, sbuffando di finto fastidio.
“Diobo sei un cazzo di ragazzino!” gli aveva strillato, gettando le cose a terra.
Come se lui non gliele avesse mai levate, le mutande, o i vestiti zuppi dopo un concerto durante le sere estive, quando poi le lenzuola fresche erano un balsamo sulle loro pelli accaldate.
Nondimeno, si era accasciato contro al muro rosso in viso, aspettandolo
Per il tempo che ci aveva messo a fare la doccia a quella che Marco sapeva essere una temperatura che si avvicinava pericolosamente a quella che doveva avere il culo di Satana tra le fiamme dell’inferno (l’inferno è ghiacciato, Marco, non dire stronzate gne gne vaffanculo Ermal vaffanculo a te e a Dante) lui aveva pian piano riacquisto un minimo di calore corporeo e si era quindi rilassato
Era indolenzito, ma sicuramente stava meglio di prima, aveva pensato sbadigliando
“Montanari, che hai già sonno? Ti devo portare a vedere i cantieri domani?”
Aveva alzato lo sguardo, aprendo la bocca per ribattere un vaffanculo che però gli era morto in gola non appena aveva visto Ermal con l’asciugamano legato attorno alla vita e probabilmente nient’altro addosso a parte le goccioline d’acqua che gli scendevano lungo il petto e il collo
 Cazzo di ragazzino.
 Chi cazzo era che a trentasette anni si presentava così davanti agli altri a parte lui?
 Anche perché nel mentre era arrivata altra gente e lui non poteva nemmeno alzarsi e spingerlo contro quel cazzo di muro e baciarlo e-
Interrompe i suoi pensieri prima di ritrovarsi con un problema anche fin troppo evidente nei pantaloni.
Si era trattenuto dal dirglielo di nuovo, rinunciando, preferendo nascondere il viso arrossato nel bavero della giacca 
“Dai, vestiti che è tardi” aveva detto, attendendo poi che l’altro lo facesse e fosse quindi pronto per andarsene. 
Quando poi gli aveva picchiettato sulla spalla per fargli cenno che potevano andarsene, Marco si era alzato e basta, recuperando il borsone dalle mani dell’altro (che glielo aveva ceduto senza problemi dato che si vai fammi fa schiavo macco) e dirigendosi verso l’uscita
Ci avevano messo un attimo ad arrivare in macchina, ma quando finalmente ci erano saliti, Marco aveva sospirato, lasciandosi andare piano sul sedile del guidatore, allungando una mano per carezzare piano i ricci dell’altro
Ermal del canto suo aveva sorriso, girandosi verso di lui con un sospiro leggero
Sembrava stanco.
 Stanco con le occhiaie ancora più scuro del solito e il viso tirato e mogio
“Ti porto a casa?” gli aveva chiesto Marco, guardandolo scuotere  la testa “Posso venire da te?” gli aveva chiesto, la voce bassa e morbida come un panetto di burro al sole
“Ma certo” aveva risposto lui, facendogli un’altra carezza “Diobo, facciamo il pigiama party. Come i ragazzini”
Ermal aveva riso, sporgendosi per dargli un leggero bacio sulla guancia. 
“Che cosa farei senza di te Macco” aveva detto, scuotendo il capo riccioluto, lasciandolo poi mettere in moto la macchina e uscire dal parcheggio.
Marco aveva pensato che si faceva spesso la stessa domanda, ma non aveva detto nulla
Avava lasciato la musica della radio a colmare il silenzio e ci era voluta meno di mezz’ora perché, voltandosi, trovasse Ermal appoggiato al sedile, con la testa reclinata, le labbra leggermente aperte e gli occhi chiusi
Si era addormentato
Come un ragazzino dopo le sue prime partite a calcio
A volte Marco aveva l’impressione che Ermal avesse due anni in croce
Altre, che la sua età superasse decisamente l’aspettativa di vita media, e di parecchi secoli anche
Una volta arrivato a casa l’aveva delicatamente riscosso dal sonno, aiutandolo poi a trascinarsi verso la camera da letto.
Il tempo che si erano spogliati e infilati sotto le coperte, stava dormendo di nuovo, con il viso appoggiato al suo petto e un braccio a circondarlo
Marco gli aveva accarezzato piano la schiena, giocherellando poi con i ricci alla base della sua nuca, sospirando appena
Addormentarsi con il calore di Ermal addosso e il suo respiro sulla pelle era la cosa migliore della giornata
Anche se, a dirla tutta, si sentiva troppo un ragazzino pensando a quelle cose
Ma non importava, non se aveva Ermal stretto a sé
                                                 --------
Avere Ermal stretto a sé non era sempre una cosa tenera, anzi: in quel momento, con Ermal che lo preme contro al muro mentre lui se lo tira contro con i palmi posati sulla sua schiena, non c’è spazio per niente se non per i loro respiri intrecciati e alle loro bocche l’una sull’altra
Il raduno è finito da un bel po’ ormai. La gente se ne è tornata a casa e lui, dopo un po’ di sbattimento e un po’ di ore di macchina, è riuscito a raggiungere Ermal nell'albergo che hanno prenotato vicino all'aeroporto.
“Non mi va di tornare a casa” aveva detto lui, quando gli aveva chiesto perché avesse fatto quella scelta
Marco non aveva commentato: aveva ormai capito che quel posto di casa per lui aveva solo il nome e nient’altro. Preferiva quindi di gran lunga stare ovunque, tranne che lì. Per lui non faceva differenza, per cui era rimasto zitto
Non appena aveva bussato alla porta della stanza, Ermal gli aveva aperto e l’aveva trascinato dentro afferrandolo per il bavero della giacca
Non ne era rimasto stupito: quel pomeriggio aveva passato il tempo a insultarlo e a dirgliene di ogni-Marco ti devo uccidere Marco che chitarra hai Marco ha il polso cicciotto Marco ti devo sempre minacciare fisicamente-e alla fine si era anche divertito a dargli una pacca sul sedere, subito seguita da una risata.
Davanti a tutti, senza ritengo alcuno
Ciaff!
Lui si era voltato e Ermal cosi. Bravo. Complimenti. Proprio come un teenager in preda agli ormoni. Uguale. Stessa identica cosa.
“UN RAGAZZINO!” aveva detto ad alta voce, rimproverandolo bonariamente a modo suo
Si, era proprio nel mood del ragazzino scemo quella sera, tranne per la parte politica
L’aveva guardato fare il cretino da dietro le quinte, scuotendo appena il capo ogni tanto, le braccia incrociate al petto e un leggero sorriso sulle labbra, ascoltandolo mentre storpiava le melodie delle canzoni 
Aveva riso quando si era messo a storpiare New York, dicendogli che lui scriveva strofe difficili da capire e da ricordare e che non era possibile che lui scegliesse di impelagarsi a cantarle quando non aveva memoria
Stupido, stupido Ermal
L’aveva adorata quella canzone. Dopo che gliel’aveva presentata l’aveva abbracciato dicendo “E’ bellissima Marco, la dobbiamo fare”
Era in vena. Lo sapeva che lo sarebbe stato e infatti eccolo lì che lo bacia male, tirandolo e spingendolo, strattonandolo e scorrendo le mani ovunque può
Averle addosso è forse una delle cose che Marco preferisce, sopratutto nella fase in cui toccano ogni parte di lui che riescono a raggiungere, infilandosi sotto alla maglia per sfiorargli la pelle bollente dei fianchi, spogliandolo dei pantaloni e affondando poi nella carne con forza
Gli leva tutti i vestiti in pochi minuti e a lui viene quasi da sogghignare mentre gli slaccia la camicia bottone per bottone, senza fretta, lasciandolo a sbuffare, la sua testa che si posa contro al muro ora che si sono scambiati posizione
“Sei lento Marco” lo rimprovera Ermal con un sospiro, inclinando il capo indietro per lasciare che gli baci il collo e il pomo d’Adamo sporgente che poi l’altro mordicchia, strappandogli un flebile gemito. 
Gli leva anche i pantaloni, slacciandoli lentamente, lasciandolo in attesa.
A Marco piace, fare con calma. Gli piace spogliarlo lentamente, gli piace baciarlo con calma, assaporare e godersi ogni istante, ma quella sera non sembra davvero cosa
Sopratutto perché Ermal, per dispetto, gli ha infilato una mano dentro ai boxer scuri, iniziando così a toccarlo, strappandogli un gemito più che acuto
Dopotutto, ce l’ha già duro. La verità è che sarebbe un gran bugiardo a dire che Ermal non lo eccita, perché non è così. E’ bello, bello da togliere il fiato, e quando sorride ancora di più. L’ha sempre trovato bello, nonostante diverse persone non concordino sulla cosa.
Ermal è bellissimo sempre. Però è quando è nudo e con il viso arrossato e stravolto dal piacere che lo è ancora di più e la sola immagine mentale di lui con il collo inclinato indietro e un gemito sulle labbra gli fa sentire i pantaloni stretti giù normalmente, figuriamoci ora con Ermal che lo bacia e lo tocca ed è bello, bello davvero.
Lo tocca con foga, senza delicatezza, cosa che fa sospirare Marco mentre si sente le ginocchia molli già così. Lo tocca come farebbe un diciottenne con gli ormoni a palla che non può aspettare, che deve avere tutto e subito e consumare quella bramosia che altrimenti finirebbe per consumare lui
“Ragazzino” gli soffia sulle labbra, gemendo poi quando Ermal cattura il suo inferiore tra i denti, ridendo appena
“Ah essere giovani” sorride poi, lasciandolo andare per baciargli la mascella “E sentire il morso pungente degli ormoni” ridacchia, facendo scuotere appena la testa a Marco
“Diobo sei un cretino” mormora quando gli lecca piano la pelle sudata del collo, spingendolo verso il letto, smettendo così di toccarlo (con gran dispiacere di Marco)
“Perché?” chiede lui innocentemente, gli occhi scuri che lo studiano divertiti e luminosi “Sei salato”
“Sono sudato” precisa Marco, arricciando le labbra in una smorfia che anche l’altro ricambia mentre si lascia cadere sul materasso, sdraiandosi e tirando l’altro con sé.
“No” insiste Ermal, impuntandosi, testardo come un mulo come al suo solito mentre si mette addosso a lui “Sei salato. Come il mare” mormora, gemendo piano sulla sua pelle mentre si sfrega piano su di lui, facendogli sentire la propria erezione
Le mani di Marco corrono sui suoi fianchi, appoggiandovisi mentre Ermal continua a sfregarsi piano su di lui, ansimando leggermente.
Non dura molto
Non dura molto perché prima che possa rendersene conto anche le loro mutande sono volate da qualche parte della stanza e loro sono nudi, stretti l’uno all’altro e si baciano, le loro dita che percorrono ogni pezzo dell’altro che riescono a trovare mentre le labbra disegnano sentieri di baci e sospiri roventi sul viso, sul collo, sul petto
Prima che Marco possa anche solo pensare a quel che stanno facendo, si stanno toccando a vicenda, una sua mano stretta attorno all’erezione altrui e due dita di Ermal dentro di lui
Si toccano e si stringono e si baciano, senza fermarsi mai, a riempire l’aria i loro gemiti e sospiri, spezzati ogni tanto solo da parole tutte uguali che hanno la forma dei sì e dei loro nomi che sussurrano e pigolano e mugolano
Suoni che aumentano di volume man mano che vanno avanti,  iniziando a farsi più intensi quando ermal, con un gemito acuto, si è spinto dentro di lui, togliendogli per un secondo il respiro e la totale capacità di pensare e parlare
Non ha aspettato
Ha iniziato a spingersi dentro di lui con forza, velocemente, aggrappandosi alle sue gambe e affondando le ginocchia nel materasso, puntellandosi con quelle, incurante di tutto
Impone all'immediato un ritmo stretto, serrato, che Marco si chiede come possa mantenere già dopo mezzo minuto: è giù sudato, i riccioli che gli rimbalzano sul capo ad ogni movimento, il viso paonazzo per lo sforzo e il piacere
Non gli lascia tregua e mentre lui geme, incapace di ragionare, pensando solo a quanto sia bello Ermal visto così, sopra di lui, soddisfatto, perché Marco sa quanto gli piaccia scoparselo e anche a lui non dispiace per niente, sopratutto se può godersi quello spettacolo
Si aggrappa a lui, affondando le dita nella carne dei suoi fianchi e della sua schiena, andandogli incontro, alzando i fianchi e inarcando la schiena, il morbido letto in cui sono sprofondati che cigola piano e sbatte leggermente contro la parete
Il toc toc toc toc che produce e gli scricchiolii che fa sono decisamente inequivocabili, ma non cerca di fermare Ermal
Non quando è così preso bene e sta gemendo con il capo reclinato all’indietro
A volte Marco pensa che vorrebbe lasciare dei segni su quella gola, su quella pelle, ma sa che non può
Se potesse, lo farebbe
Si tirerebbe su e chiuderebbe i denti su quel lembo arrossato e sudato, succhiandolo e mordendolo fino a quando non sarebbe diventato libero
L’avrebbe fatto diventare peggio della zebra a pois della canzone o, considerato quanto era alto Ermal, di una giraffa (ogni riferimento non è puramente casuale)
Ma non può farlo, quindi si limita ad alzarsi appena per baciarlo, il suo collo, tornando poi a gemere con la testa posata sul cuscino
Una mano di Ermal corre di nuovo tra le sue gambe, iniziando a toccarlo al ritmo delle sue spinte
Stringe la mano attorno a lui e la muove, rapido, ogni tanto soffermandosi sulla punta o alla base, strappandogli ogni volta un gemito diverso in base a come muove la mano o a quale punto prende.
Lo guarda, nel mentre, e incrociando i suoi occhi Marco si chiede che cosa pensi in quel momento: è vero, le sue iridi non nascondono la sua eccitazione, ma per il resto rimane imperscrutabile 
Non che a Marco importi troppo in quel momento. 
Non con l’orgasmo che sente sempre più vicino e le sue gambe che tremano insieme alle sue mani strette su Ermal e sente il piacere attraversarlo onda dopo onda, ogni volta aumentando
Quando viene lo fa con forza, tremando e gemendo il suo nome, stringendosi a lui che, del canto suo, sente tremare a sua volta mentre si tende come la corda di un violino sul punto di spezzarsi e la cosa lo fa sorridere e lo eccita allo stesso tempo.
Vengono insieme, quella volta.
Non è nemmeno così raro che gli capiti, per la verità
Lo guarda-bocca schiusa, viso rosso e sudato, i ricci appiccicaticci alla fronte e un’espressione di estasi sul viso-venire e lo ascolta pure farlo. Con le orecchie, sentendo i suoi ansimi e gemiti, e dentro di sé 
Quando ha finito esce rapidamente da dentro di lui e gli si accascia addosso con un ultimo gemito, cosa che spinge in automatico Marco a stringerselo contro, rinchiudendolo in una sorta di gentile abbraccio
Rimangono lì, ansimanti e sudati, per qualche istante, prima che il brivido che li percorre li costringa a muoversi per infilarsi sotto le coperte
Una volta fatto questo si riaccomodano, una mano di Marco che subito va ad accarezzare l’altro, lentamente, le sue dita che scorrono sulla pelle accaldata e umida
Rimangono in silenzio nella stanza in penombra, per qualche istante, lasciando che siano solo i loro respiri a rompere la quiete
E poi Ermal alza il capo e gli sorride mentre si avvicina per baciarlo piano, sorridendo 
Marco ricambia sia il bacio che il sorriso.
Anche le labbra di Ermal sono salate ora.
Ermal che lo guarda e poi gli accarezza piano il petto, ridacchiando.
“Che dici Macco, pausetta e altro giro?” gli chiede divertito e al contempo malizioso, cosa che fa scoppiare a ridere l’altro, un suono incredulo che sbuffa direttamente dal naso
“Mi vuoi uccidere?” chiede, guardandolo poi alzare gli occhi al cielo
“Dai Montanari, non fare il melodrammatico. E poi lo sai come è, no? Io chiedo, tu dare” replica, divertito, usando la stessa frase che aveva usato precedentemente al raduno, cosa che fa scoppiare a ridere Marco
“Ermal” 
“Si?”
“Sei proprio un ragazzino, Diobo”
BHE CHE DIRE follettini e follettine siamo giunti al termine. Spero che vi sia piaciuto!  Also si, prompt ne prendiamo ancora e sì, siamo indietro, ma solo perché l’università e il lavoro e le feste e la patente e la vita ci stanno rubando un po’ troppo il fiato, scusate. Speriamo non abbandonerete la nostra nave per questo, che vi vogliamo bene
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corvidcantina · 6 years
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Fanfiction masterpost
So che nessuno ne sentiva il bisogno, ma serve a me per ritrovarle
MetaMoro work in progress
MErmal:
Parte 1 || Parte 2 || Parte 3 || Parte 4 || Parte 5 || Parte 6 || Parte 7 || Parte 8
Scommessa!au
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MetaMoro headcanon
Come on, you can't leave me like this!
Sposami quando il sole illumina il tuo viso
MetaNari complete
Get A Room You Two
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la-suonatrice-jones · 6 years
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Rara foto in cui è Marco a provare a spiegare cosa muove le cose e non Ermal
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alessandrapedrotti · 6 years
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Sei la mia musica || Cordio x Simone (on Wattpad) 
https://my.w.tt/jicPmlk9ZU 
Cordio è un senzatetto che vive di carità sopravvivendo grazie alla sua musica che ama. Simone è un cantante già famoso che a sua volta deve scoprire come rendere i suoi testi molto più profondi. Si incontrano. Cordio nasconde un segreto e Simone piano piano scoprirà di cosa si tratta ma sarà troppo tardi [Autrice effettiva dell'opera è @FrancescaChiara8]
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When everyone is out there shipping metanari, but you know about Anna e Marco who are so relationship goal that even Dalla wrote a song about them before they were even together
Honestly Metamoro can just learn from them
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s0ftjake · 6 years
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i'm not saying that this pic cured my depression bUT THIS PIC CURED MY DEPRESSION
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mydemonicas · 6 years
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Vedrai che tornerà sereno
Allora. Questa cosetta ce l’avevo da un po’ nella mia testa e il videoclip di 9 primavere (che ho adorato follemente) ha solo facilitato lo sviluppo. 
Quindi buona lettura!
(ovviamente, preferisco specificarlo, niente di tutto ciò ha intenzione di intaccare il rapporto tra Ermal e Silvia, che è e sarà privato, tutto questo è frutto della mia misera fantasia)
“Sono stanca di aspettarti, Ermal.”
Erano bastate poche parole per mettere la parola fine a quel tipo di rapporto, i gesti erano più importanti e Ermal lo sapeva
Sentiva che quel momento stava arrivando, cercava di ignorarlo, andrà meglio, si diceva, è solo un momento, ribadiva, domani sarà diverso
Cercava di ignorare quella situazione che ribolliva nella pentola da giorni, se non settimane
Il punto di svolta è quella frase pronunciata con forza, con estrema convinzione, dopo l’ennesima volta in cui tornava a tarda notte dopo un “Mangia pure, non mi aspettare, torno tardi” nel loro appartamento a causa di impegni con la casa discografica 
“Lo so.” è l’unica cosa che riesce a dire, non ha neanche tolto la giacca bagnata dalla pioggia, ha le chiavi della macchina ancora in mano e non fa un passo, non dice altro
E’ lei a sporgersi verso di lui, a togliergli la giacca fradicia per appoggiarla all’appendi-abiti 
“Togliti questa, altrimenti ti raffreddi�� e gli passa una mano sulla guancia per poi scostargli un ricciolo bagnato dalla fronte
La guarda ed è bella come il cielo, come farò senza di lei? si chiede
“Promettimi che ti prenderai cura di te” e lo accarezza raccogliendo una lacrima che gli era sfuggita dagli occhi lucidi 
“Ti voglio bene, te ne vorrò sempre” e lo abbraccia stringendolo 
E assomiglia agli abbracci che gli donava sua madre per farti forza, quelli che precedevano i vedrai che andrà tutto bene
“Ti voglio bene anche io” ed è vero, come poteva mentire? Era stata una delle donne della sua vita per anni insieme alla madre e alla sorella, non si può troncare un sentimento del genere dal nulla 
La abbracciava e si chiedeva come sarebbe sopravvissuto a una vita senza lei, mentre cercava di non guardare quelle valige all’angolo della stanza 
-
Il Natale, ovviamente, non è lo stesso 
Da quella notte sono passati pochi giorni, qualche settimana e tra valige, lavori ed eventi non ha neanche avuto il tempo e il modo di realizzare quello che stava succedendo, soprattutto in qualche modo non era mai solo 
Questo, almeno, fino al 24 dicembre 
Non andava giù a Bari perchè aveva bisogno di stare da solo e soprattutto non aveva la forza di affrontare gli sguardi tristi di sua madre, avrebbe pensato a quello dopo 
La casa era diventata vuota, almeno per lui 
Mancavano le loro foto, i suoi vestiti, i suoi oggetti, le sue collane 
Dalla camera da letto riusciva a intravedere una parte di salotto, nessun divano sfatto dalla sera precedente, nessun incenso acceso che gli ricordava la sua presenza
Come poteva tenere a se stesso se il modo per amarsi era attraverso lei?
“Cos’è successo?” gli chiede Marco in tarda mattinata, seduto sul letto che lo guarda, il viso coperto da occhiaie e ricci sfatti 
“Ci siamo lasciati” e non era vero, lui non l’avrebbe lasciata, ma sapeva che la colpa era la sua, non poteva scaricare una cosa del genere a lei 
“Io... i- e singhiozza, non si rende neanche conto di quando la tristezza si trasforma in lacrime- ho sbagliato tutto, Marco, è tutta colpa mia” e si ranicchia su se stesso, coprendosi il volto con le mani 
E a Marco gli si stringe il cuore a vederlo così
“Ermal... a volte capita, semplicemente non si può far nulla” 
“Lo- lo so” ripete tra un singhiozzo e l’altro 
Marco allora si toglie le scarpe e si stende accanto a lui, abbracciandolo da sopra il pesante piumone, mettendogli la testa contro il suo petto e “tornerà sereno, te lo prometto” gli dice Marco poco prima di dargli un leggero bacio sulla fronte
E Ermal non sa se assomiglia di più a un fratello maggiore o a un padre che non ha mai avuto, ma si sente protetto e quello gli basta per calmarsi
Marco si sveglia qualche ora più tardi rendendosi conto che Ermal non era più nel letto 
E sente il suono del pianoforte solo dopo essersi stiracchiato e alzato dal letto 
Vede le spalle di Ermal incurvate contro lo strumento e le mani che suonavano con forza, con ruvidità, una melodia che non aveva mai sentito 
Si ferma ad osservarlo sullo stipite della porta, una massa di ricci che vaga da una parte all’altra, che suona e che smette all’improvviso per imprimere quelle note sulla carta 
“Stai componendo?” gli chiede entrando, gli sembrava di rubare osservandolo di nascosto
Ermal si gira di colpo, ancora le mani sul pianoforte 
“Io- si, è qualcosa”
“Ti va di farmela ascoltare?” 
“Non ho un testo”
“Non fa niente” risponde sedendosi accanto a lui sulla panca davanti al pianoforte
E passano il pomeriggio suonando, correggendo, cambiando, consigliando e scrivendo quella melodia che non aveva ancora un nome  fino a quando Marco è costretto ad ansarsene 
“Mi raccomando, mangia qualcosa, ok?” gli dice prima di stringergli una spalla con uno sguardo preoccupato ma più tranquillo rispetto alla mattina
E Ermal non mangia ma compone, scrive, neanche si rende conto del tempo che passa fino al momento in cui sente diversi squilli al cellulare
25/12/2017 (00:07) Fabrizio Moro: Buon natale ricciolè
E Ermal non si ricordava da quanto tempo non sorrideva, ma in quel momento gli viene naturale
25/12/2017 (00:11) Ermal Meta: Buon Natale Fabrì.
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La mattina dopo viene svegliato dal suono insistente del citofono e quando apre la porta si ritrova la sua band, i suoi amici, con una montagna di cibo e bevande 
“E’ arrivata la banda di Babbo Natale!” urla Andrea entrando in casa dopo averlo abbracciato
E Ermal non lo ammette, ma un pochino si commuove e non sa come ringraziare quelli che prima che colleghi e amici sono una vera e propria famiglia 
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Il suddetto plagio a Sanremo arriva come un fulmine a ciel sereno, lo squarcio di un equilibrio creato a fatica, che spazza un mese di lavoro che aveva fatto su se stesso
E normalmente avrebbe chiamato quella che era la sua roccia, la sua ancora che gli esponeva il lato razionale di un problema, che lo confortava
E ora si trovava da solo in una stanza d’albergo, in pigiama e affacciato alla finestra, il freddo di febbraio che gli gelava i polmoni 
Fino a quando, qualche ora dopo, Fabrizio lo aveva raggiunto nel cuore della notte e neanche si scomoda ad alzarsi 
“Entra, è aperto” 
Fabrizio che lo guarda e sa che si sente in colpa, sa che si addossa la responsabilità di quel progetto e si aspetta un discorsone su quello, quando in realtà lo vede avvicinarsi di colpo a lui mentre si rende conto della finestra aperta 
“Cazzo ma se gela qua dentro, coprite che te viene ‘na broncopolmonite! -e chiude la finestra avvicinandosi a lui per poi sfregargli velocemente le mani sulle braccia per cercare di riscaldarlo- Mannaggia a te, te devi prender cura de te stesso oh” 
Ermal sbuffa ma non risponde, non ha la forza neanche per quello 
“Andrà tutto bene, vedrai” gli dice ancora Fabrizio spezzando il silenzio che si era creato da una mezz’oretta
E non era imbarazzante, non si sentivano a disagio, avevano semplicemente passato la notte a dirsi poche parole e a fumare insieme ed Ermal glie ne era infinitamente grato perchè in fondo qualcuno su cui contare ce l’aveva
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Al Forum, Ermal aveva realizzato uno dei suoi sogni 
Ed era felice, era euforico, era emozionato
E aveva tutti con se, la sua piccola-grande famiglia, i suoi amici, i colleghi a cui era più legato e anche Silvia, che era rimasta comunque una figura fondamentale della sua vita 
L’abbraccio che gli da a fine spettacolo è simile all’ultimo che gli aveva dato poco prima di andarsene di casa, ma questa volta si sentiva un po’ più forte, un po’ più felice, un po’ più consapevole
E lo sapeva che questo era un inizio 
Cantare quelle canzoni che tanto lo avevano fatto soffrire, piangere, urlarle a squarciagola tra la sua gente lo aveva reso libero
“E’ stato bellissimo, Ermal, davvero” gli dice e lo sa che è sincera, sorride mentre si guarda attorno, mentre vede avvicinarsi una figura che negli ultimi mesi era diventata una parte costante della sua vita 
“E bello il comparino mio, sei stato spettacolare!” gli dice Fabrizio prima di abbracciarlo 
E Ermal si aggrappa letteralmente alle sue spalle mentre Fabrizio se lo stringe e gli lascia dei baci sulla guancia scompigliandogli i capelli
“Grazie Bizio” e chiude gli occhi mentre sorride e si fa sbaciucchiare dal più grande mentre gli altri che conoscevano bene la sua riluttanza verso il contatto fisico eccessivo lo guardavano stupiti, ma Fabrizio era la sua eccezione 
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La vittoria a Lisbona, perchè per loro lo era, era stato il punto di svolta per quel rapporto che diventava sempre più ambiguo agli occhi di amici e fan, un rapporto sempre più fisico, sempre più intimo, difficile da definire 
Ed erano bastati pochi bicchieri di vino e l’euforia da vittoria per esplicitare l’evidente attrazione che c’era tra i due, chiusi in una camera d’albergo che risuonava solo dei loro baci e dei loro gemiti
Ed era stata una notte che aveva racchiuso tutto il percorso fatto fino a quel momento, si erano esplorati, annusati, amati e venerati 
E quando la mattina dopo Ermal si sveglia per la luce che ormai aveva inondato la stanza, trova Fabrizio premuto contro il suo fianco, la fronte contro la sua spalla e i capelli completamente scompigliati 
Lo guarda e sorride perchè dopo mesi poteva dire che si, era tornato sereno ed era di nuovo felice 
Ebbene, ce l’ho fatta ahahah lo ammetto, non ne sono pienamente convinta perchè non so se sono riuscita a far arrivare quelli che per me erano i collegamenti e/o riferimenti a più di una canzone, ma spero davvero che vi sia piaciuta ugualmente, quindi fatemi sapere! 
Pubblico questo hc adesso per augurarvi anche buona fortuna per domani nel caso in cui proverete a prendere i biglietti del tour nei teatri (o peggio, per chi come me deve prendere sia quelli che quelli del tour di Mengoni = un disastro)
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giotanner · 6 years
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Sìì intendevo la ff su AO3 ❤ Mi dispiace molto che non conosci tanto Marco per potergli dare una personalità perchè amo come scrivi 😍 E sì li shippo tanto i Metanari, come headcanon ho più che altro Marco molto timido ed impacciato (all'inizio) ed Ermal invece stronzo stronzissimo ma che alla fine è (obv) un cutie pie che fa tanta tenerezza; tipo al primo appuntamento Marco tutto rigido ed Ermal che lo provoca e poi Marco crolla emotivamente ed Ermal sta lì a consolarlo. (Yes, Fab e Claudio>>>)
Guarda non sai che piacere leggere ciò che mi hai scritto ;;Ho notato che è piuttosto frequente Marco timido - Ermal sborone all’inizio, c’è questa dinamica che mi piace un sacco fra loro. (Ho letto una fanfiction che ha la metanari AU e c’erano anche una sorta di headcanon a punti con il loro primo appuntamento, piccini ♥)
(Fabrizio e Claudio>>>>> ma poi da quando ho letto un headcanon in cui teen!Fab si fa una sega insieme alla sua band, ma guarda teen!Claudio i o s t o v o l a n d o)
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roses-symphony · 6 years
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And with Ermal whispering to Marco’s ear his deepest secret after the concert we should call it a night
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bluebandit16 · 6 years
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🌈❤️🧡💛💚💙💜🌈
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