Tumgik
#non vedo l’ora di abbracciarla
zeldoa · 10 months
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Oggi ferie , passeggiata sul lungomare triestino , caffè corretto ai raggi di sole , attendo un’amica . Cuore caldo , pace sul viso e nell’anima .
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blackdahlia01 · 2 years
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Voglio solo trovare qualcuno che mi ami per come sono. Che mi guardi con occhi innamorati, come quando da bambina il guardavo i film della Disney. Voglio qualcuno che al solo pensiero di vedermi pensi “non vedo l’ora di abbracciarla”. Voglio una persona che mi dica che mi vuole, che mi vuole vedere. Qualcuno che prenda e mi baci perché sa quanto amo i baci e quanto sono insicura su me stessa. Voglio solo qualcuno che mi accetti davvero e al 100%, che mi faccia sentire che sono l’unica che vuole…
Ma come ogni volta mi dovrò amare da sola.
-BlackDahlia
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thepictureofdeath · 4 years
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Oggi la persona a cui tengo di più al mondo ha dovuto affrontare un intervento importante. Non sto parlando di un fidanzato o un amico, ma di mia madre. L’unica persona di cui mi fido più di me stessa e che mi vuole davvero bene. Non so dirvi come mi sono sentita in questi giorni, perché non lo so. Sono solo andata avanti sapendo che mia madre sarebbe potuta morire da un momento all’altro e ho fatto finta di niente. Ho fatto un brutto sogno e ho avuto una brutta sensazione per tutto il tempo. Avevo paura che andasse tutto male e che non tornasse più a casa da me. Alla fine l’intervento è andato bene e tra pochi giorni la dovrebbero dimettere. Prima che entrasse in camera operatoria ho potuto salutarla e abbracciarla, l’unica cosa che riuscivo a pensare era “Fa che non sia l’ultima volta”. Era come se mi rendessi conto solo in quel momento che sarebbe potuto finire tutto in un attimo. Non sapevo cosa dirle sapendo che sarebbe potuta essere l’ultima, perché la verità è che non si può dire niente. Ogni ultima parola sembrerà sempre sprecata, sempre troppo poco. Così l’ho tenuta stretta e le ho detto l’unica cosa che potevo: “Mi raccomando, ti voglio bene” e lei mi ha risposto “Ci vediamo dopo”. Mi sono bastate quelle tre parole. Appena arrivata a casa mi sono presa qualche secondo e ho pianto tutte le lacrime che mi tenevo dentro. Io non ho un buon rapporto con mio padre e non ho fratelli o sorelle quindi lei è l’unica persona che mi rimane. Non è solo una madre, è una sorella, un’amica, la mia metà. Le voglio un bene immenso e non vedo l’ora di poterla riabbracciare.
Questo è solo un mio sfogo, ma voglio comunque dirvi una cosa: amate, sempre, più che potete e tutte le persone che potete, dite sempre quello che volete dire e non abbiate rimpianti. So che è una frase scontata e che l’avete già sentita mille volte, ma la vita è una, e io me ne sono resa conto solo oggi.
Me.
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dressed-in-leather · 5 years
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Vorrei un libro, uno di quelli in cui l’inizio è tragico ma il lieto fine è meraviglioso
vorrei trovarmi in un campo di girasoli, con lei...
Vorrei abbracciarla, sentire il profumo dei suoi capelli
Stringerla forte a me e piangere, sperando che le lacrime si portino via tutti i brutti ricordi, le paura e le sofferenze...
Per poi ridere, ridere forte come solo lei sa fare e inevitabile riderei anche io
Pur di farla sorridere canterei “den den diri den” e mi muoverei in modo buffo solo per vedere le sue fossette
Ho bisogno di lei, tutti abbiamo bisogno di lei e il cuore batte e sembra che scoppia a volte dal dolore...
Non vedo l’ora di riabbracciarti forte forte ❤️
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ipusheveryoneaway · 7 years
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22.36 sabato vado da lei,non vedo l’ora di poter correre e abbracciarla forte forte
💕
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Ricordi (Fred Weasley x Lettore)
A/n:  (T/c)= tuo cognome. Scusa tantissimo se ci ho messo secoli a scrivere questo, ma non riuscivo a renderlo come volevo. Fammi sapere se ti è piaciuto, ci tengo tanto!  💗💗
Avvertimenti: nessuno
Richiesta: sì. Ciao,posso chiederti un favore?potresti fare una storia Fred Weasley× lettore,te ne sarei grata 💗
Parole: 1373
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gif not mine
-(T/n) non c’è nulla di cui preoccuparsi. Guardati, sei stupenda.- disse Ginny mentre le sistemava i capelli.
(T/n) era terrorizzata ed estatica al tempo stesso. Le mani le tremavano e sentiva un intero zoo danzarle nello stomaco. Non poteva credere che stava per sposarsi. Con Fred Weasley, l’ultima persona sulla terra che pensava potesse rubarle il cuore. 
“Le tue labbra sono talmente belle che dovrebbero stare al Louvre”. (T/n) arrossì e nascose il pezzo di carta sotto il libro di pozioni. Da qualche giorno aveva iniziato a trovare dei foglietti, scritti in una grafia a dir poco illeggibile, ovunque: nei libri, nella sua borsa, nel budino perfino! Era il terzo biglietto del genere che riceveva quella settimana. Come i precedenti era firmato “il tuo ammiratore segreto”, il che la faceva impazzire. Aveva tentato di tutto pur di scoprire da chi venissero quei messaggi tanto snervanti, ma non era riuscita a cavare un ragno dal buco.
-Signorina (T/c), ha deciso che il soffitto della classe è più interessante della lezione?- la voce monotona e tagliente di Piton la strappò dai suoi pensieri e (T/n) si ritrovò ad arrossire incontrollabilmente. –Cinque punti in meno a Corvonero. Magari adesso si deciderà a prestare attenzione.
(T/n) gridò frustrata tra sé e sé. Non solo stava permettendo a questo seccante “ammiratore” di distrarla, ma anche di far perdere punti alla sua casa. Se avesse scoperto di chi si trattava gliene avrebbe dette quattro.
 (T/n) era in biblioteca a leggere dopo aver studiato tutto il pomeriggio, trattenendo le lacrime a stento. Era stata una lunga giornata, ma almeno lì si sentiva al sicuro. Dal suo ammiratore, dal resto della scuola, da tutti.
Da piccola era sempre stata una bambina vivace e allegra, sempre orgogliosa di quante capitali del mondo ricordasse o di quanti sinonimi di “promiscuo” conoscesse. Poi, crescendo, aveva scoperto che alla gente la sua intelligenza dava fastidio e si era chiusa in se stessa. Alla gente non importava quanti libri di Dickens aveva letto e quanti aveva effettivamente apprezzato, no. La bellezza importava più di tutto. Ma (T/n) non era tagliata per quel genere di cose, così aveva deciso che, tutto sommato, stare da sola non sarebbe stato così terribile.
Si era sbagliata enormemente. Non avere amici con cui parlare, con cui sfogarsi, la uccideva dentro. Era sola, e per sua scelta. Voleva terribilmente tornare ad essere quella di una volta, più di ogni altra cosa, ma sapeva di non potercela fare.
Un foglietto entrò svolazzando nella biblioteca e si posò sul libro che (T/n) stava leggendo, risvegliandola dal torpore dei suoi pensieri.
“Sei così bella quando leggi che mi fai venir voglia di trasformarmi in un libro” firmato FW. Il suo cuore mancò un battito. Sì, in un primo momento aveva trovato quei messaggi snervanti, ma lì, con le lacrime che minacciavano di cadere, si sentì lusingata e anche un po’ grata nei confronti di FW, chiunque fosse. Almeno c’era qualcuno a cui importava di lei.
 -Sei quasi pronta, devo solo sistemarti il velo.- disse Ginny, strappando (T/n) dai suoi ricordi. La ragazza sorrise riconoscente all’amica. (T/n) si guardò allo specchio. L’abito bianco le abbracciava le curve perfettamente. I fiori bianchi che aveva tra i capelli le illuminavano il viso. Si sentiva bella, eterea come un ninfa, come una dea.
Era cambiata così tanto dai suoi anni ad Hogwarts che quasi non si riconosceva più. Si sentiva più forte, più importante, più bella. E tutto grazie all’esuberante, vivace, meraviglioso Fred Weasley.
 Quando (T/n) aveva scoperto l’identità del suo ammiratore era rimasta scioccata. Non si sarebbe mai aspettata che potesse trattarsi di Fred Weasley, il ragazzo più popolare, insieme al gemello George, di tutta Hogwarts. Era anche spaventata. Terrorizzata. Non era nemmeno minimamente alla sua altezza. Eppure lui non sembrava pensarla allo stesso modo e aveva insistito incessantemente per avere un appuntamento con lei e (T/n), sebbene riluttante, aveva acconsentito, un po’ per farlo smettere di infastidirla, un po’ perché lui forse le piaceva.
L’aveva portata al campo di Quidditch e l’aveva fatta salire sulla sua scopa.
-Ti conviene tenerti- disse Fred sporgendosi da sopra la spalla. (T/n) si perse nei suoi occhi. Da quella distanza poteva vedere esattamente dove il verde si mescolava con il marrone, poteva contare le lentiggini che gli spruzzavano il naso e poteva sentire il suo profumo, insieme a quello di erba appena tagliata, invaderle le narici. Le sorrideva, anche se quasi impercettibilmente, come non aveva mai sorriso a nessuno. (T/n) avvolse le braccia intorno al torso del ragazzo e si strinse ancora di più a lui quando si diede la spinta per volare. Anche se sperava che non si capisse, le piaceva stargli vicino. La faceva sentire più coraggiosa, più audace. Voleva restare lì all’infinito, con Fred vicino, il castello sotto di sé e il vento impetuoso tra i capelli. In quel momento tutti i suoi problemi parvero sparire, troppo piccoli per essere notati da quell’altezza.
Prima che se ne accorgesse erano già atterrati e Fred la stava guardando negli occhi, i capelli rossi completamente scompigliati dal vento indomabile e uno sguardo ribelle. (T/n) lo trovava bellissimo.
-Allora?- disse alzando un sopracciglio e scendendo dalla scopa.
(T/n) non rispose, alla ricerca di parole adatte per descrivere come si era sentita. Ma i suoi pensieri furono interrotti da un paio di labbra morbide sulle sue. Il bacio sapeva di tramonto e di erba appena tagliata, di vento e di abbracci.
-Non vedo l’ora di rifarlo- mormorò (T/n) con un vero sorriso sulle labbra per la prima volta in molto tempo, prima di baciare nuovamente Fred.
 I metri che separavano l’ingresso della chiesa all’altare non le erano mai sembrati così tanti. Ma alla fine del lungo corridoio c’era lui ad aspettarla e (T/n) sapeva che per Fred avrebbe fatto qualsiasi cosa, affrontato qualsiasi sfida, rinunciato alla sua stessa vita. Nel momento in cui i loro sguardi s’incrociarono e il sorriso commosso di Fred si allargò ancora di più, entrambi seppero di star ripensando allo stesso preciso momento.
 Il mondo magico non era più lo stesso. I negozi chiudevano presto, le persone non si fermavano più per strada, la voglia di ridere e di gioire sembrava essere sparita nel nulla, sostituita dal terrore. Il tipo che ti faceva mangiare le unghie fino alla carne, che non ti faceva dormire né mangiare, che ti faceva temere persino la tua stessa ombra. La guerra era vicina.
(T/n) fissava fuori dalla finestra in una sorta di trance, tendando di trovare un motivo per mantenere la gioia viva dentro di sé. Sentì qualcuno avvicinarsi e, battendo gli occhi, si girò. Senza una parola Fred le mise un braccio intorno alle spalle e la strinse a sé.
-So a cosa stai pensando- mormorò contro la testa della ragazza. (T/n) sospirò.
-Tutto è cambiato così in fretta, senza che potessimo farci nulla.
-Lo so.
(T/n) alzò lo sguardo verso il fidanzato. Non poteva che pensare a come doveva sentirsi Harry. Aveva il peso dell’intero mondo sulle spalle e aveva appena diciassette anni. E nello sguardo di Fred vide la sua stessa tormentata preoccupazione.
-(T/n)…- cominciò il ragazzo con voce incerta.
-Fred- lo imitò lei, cercando di strappargli un sorriso. –Fred- ripeté, addolcendo il tono.
-So che… forse questo non è il momento più adatto, ma non posso più aspettare.- disse e s’inginocchiò davanti a lei. (T/n) trattenne il fiato e sentì le lacrime pizzicarle gli occhi.
-Dopo che tutto questo sarà finito, quando la guerra non sarà più una minaccia, mi vorrai sposare?- chiese tirando fuori un anello piuttosto semplice, ma bellissimo.
(T/n) era senza parole.
-Sì. Sì, certo che ti vorrò sposare, Fred.- disse piangendo e ridendo allo stesso tempo. Il ragazzo le fece scivolare l’anello al dito e le baciò la mano prima di alzarsi e abbracciarla. (T/n) sentì le ossa sciogliersi a contatto con il corpo di Fred, caldo, familiare, rassicurante. Era così che voleva sentirsi per tutta la vita.
-(T/n) (T/c), vuoi tu prendere in sposo il qui presente Fred Weasley?
Gli sguardi dei due giovani s’incollarono l’uno all’altro, attratti come due calamite. Si parlarono, durante quei pochi secondi. Si raccontarono il loro amore solo con la dolcezza nei loro occhi. (T/n) strinse la mano del quasi-marito per un attimo, prima di rispondere.
-Sì, lo voglio.
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9itshardtobeme9 · 5 years
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Rumore
4 novembre
Notte come al solito, sveglia alle quattro solito angolo trovata da tommy alle sei che mi fa sedere sui divanetti in salone ad aspettare la tea che fa mattina. La aspetto poi torno a letto sono imbastita e ho così freddo che vorrei infilarmi nel camino. Tre ore per terra sono lunghe, e fredde, e terribili quando non sai chi sei. Più tardi passano con la colazione e con la terapia me la portano per ultima come sempre per darmi un poco di tempo per riprendermi, e per avere più tempo per stare con me. Viene sempre Tra. La mia tea.. guai se non ci fossero lei e la Roby. Bevo il caffè latte chiedo di essere coperta con due coperte perché sto congelando e di poter riposare ancora un po’. Non mangio nulla. Di nuovo.
Il giro medico lo fa Mara, il che significa aspettare un tempo infinito perché lei si prende i suoi tempi. Quando arriva nella nostra camera sono anche piuttosto tranquilla, dito in bocca ma tranquilla. L’inferno arriva poco dopo. Anna Rita deve essere visitata dallortopedoco che entra in stanza con un tono di voce altissimo, Maurizio parla con la sua solita voce alta, Mara sta consolando Rosalba che continua a piangere e io non sopporto chi piange. Sento mia sorella arrivare, premere, schiacciare forte. Mi chiudo le orecchie con le mani e le braccia mi chiudo su me stessa sto impazzendo e non so cosa fare non so dove andare devo andarmene via devo scappare devo andarmene via subito o faccio del male a qualcuno distruggo tutto la porta la valigia gli armadi tutto. Quando è il mio turno i rumori si sono un po’ affievoliti ma da fuori dalla stanza arriva un vociare allucinante e io non ce la faccio più, voglio distruggere tutto, continuo a stare chiusa, le mani alle orecchie che premono forte. Mara si avvicina ma capisce che non è assolutamente il momento, con lei c’è tea. Vale torno dopo che ne dici? Faccio segno di si con la testa. Nel frattempo i rumori continuano la mia compagna piange io non ce la faccio più sto per alzarmi per prendere a calci la porta quando compare Valeria, dal nulla. Salva la porta salva la valigia salva gli armadietti salva le mie mani salva la situazione che stava degenerando in un ira profondissima che non sentivo da tantissimo tempo. Un’ira che non mi fa respirare. Mi trova ancora chiusa con le mani alle orecchie. Si avvicina lentamente e mi parla sottovoce. Mi dice che capisce che sia una mattina travagliata le dico cosa voglio fare lei si allarma rimane con me non mi lascia. Mi porta con se negli studi di la dove c’è silenzio e mi permette di rimanere con lei mentre lei lavora per unoretta. Il tempo di calmarmi un po’ di respirare. Adoro valeria. Per il suo tempismo, la sua pazienza, la sua capacità di capirmi al volo. Avvisa tutti della situazione critica medici e infermieri. Mi ha salvata. Davvero.
Arriva l’ora di pranzo, viene tea, insieme decidiamo che posso provare a mangiare una banana senza vomitare. Acconsento, anche se ne mangio metà, e poi la butto. Riesco però a non vomitare. L’angoscia che mi provoca il momento dei pasti è indescrivibile. Chiedo la terapia al bisogno mi vesto giusto per vestirmi e scopro di avere il ciclo, cosa assurda perchè sto prendendo la pillola, ma tea mi dice di star tranquilla che è successo anche a lei. E che in caso posso avere la visita ginecologica. Dormo tutto il pomeriggio. O comunque rimango a letto, sotto le coperte al caldo. Continuo ad avere freddo.
Verso le cinque vado a bussare dalla riboldi.. ho così bisogno di parlare con lei.. così tanto.. le dico tutto quello che devo comprese le molestie subite e quanto questo tiri su il mondo dentro di me. Le dico anche che in questo ricovero mi sento di restare in superficie quando in realtà avrei da dire ma non so dire, non è che non voglio non SO. Mi sento muta anche se parlo. Parliamo del colloquio di mercoledì in comunità ci prepariamo un po’ a questo.. e poi glielo chiedo.. se me la merito una vita io. Chi se la merita più di te vale? Mi risponde. Le voglio bene. Vorrei abbracciarla. Esco e mi sento un po’ meglio.
A cena mangio tre fette di bresaola senza vomitarle in camera, insieme a Giovanna abbiamo deciso di provare a mangiare da sola in stanza. Perché qualcosa dobbiamo fare per questo digiuno che oramai dura da dieci giorni. Glielo dico che al solo pensiero dellorario di pranzo o cena mi amsale un angoscia bestiale e rifiuti tutto. È un rifiuto alla vita, qiesto. È Laura che si diverte a farmi del male nellunico modo che le è rimasto qui dentro. Lo so che è lei. Lo so. Lo sa anche Giovanna.
La sera scendo in cra a salutare michi e Gabri che Mi regala i lavori che ha fatto. È troppo tenero quel ragazzo. Quando risalgo vedo che la notte la fa la Roby. La mia roby. Sono un po’ più tranquilla.
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