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#obiettivo lavoro milano
ross-nekochan · 6 months
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Pubblico questo commento di @voracita perché voglio mettere in chiaro una cosa, dato che mi viene detto sia da sconosciuti arrabbiati nei commenti di IG, sia dai miei amici più intimi (e che penso quasi tutti qui sopra pure pensano) ed è:
TORNARE IN ITALIA NON È UN'OPZIONE
Non sono pazza, ho i miei buoni motivi:
1. Sono in una METROPOLI che è tipo 15/20 volte Milano con delle possibilità (potenzialmente) INFINITE - un posto come si deve per me ci deve pur essere
2. Me ne torno in Italia e che faccio? A casa dei miei non ci vado e non ho intenzione di farmi mantenere da uno di quei 2 idioti (e non perché non voglio fare la mantenuta ma proprio perché non voglio vedere la loro faccia manco da un binocolo)
3. Pure se tornassi, ci ho messo 1 anno dopo la laurea per trovare un lavoro che mi prometteva l'indeterminato... torno per passare un altro anno a fare un cazzo?
4. Il mio obiettivo principale qui è diventare ancora più brava in giapponese fino a diventare ancora più fluente a livelli anche lavorativi perché poi questa è l'unica skill seria che potrò spendere in Europa, anche perché...
5. Qui sanno talmente male l'inglese che un europeo qualunque è considerato dieci volte meglio per un lavoro in cui serve l'inglese. In Europa siamo delle schiappe atomiche (e mi ci metto dentro io per prima, sebbene laureata pure in inglese) rispetto a molti altri paesi europei;
6. Ci sono mille altre soluzioni che potrei prendere: cambiare casa, cambiare lavoro nella stessa azienda (facendo sempre IT), cambiare dipartimento nella stessa azienda (facendo qualcosa fuori IT). Quindi diciamocela tutta: sono pure io cogliona perché ancora devo prendere una decisione perché preferisco piangere piuttosto che spendere un capitale per traslocare + l'IT mi fa solo schifo e me ne voglio andare quanto prima ecc ecc
7. Bonus: il progetto temporaneo è cercare lavoro come una pazza fino a Luglio. Se non lo trovo e sono ancora a lavorare qui, cambio casa costi quel che costi.
Detto ciò, questo post NON È una sorta di polemica o attacco direttamente rivolto a chi ha fatto il commento sotto al mio post, ma è rivolto a TUTTI, pure ai miei amici (a cui alcune cose sono state già dette) che mi menzionano il ritornare in Italia.
No, no e NO. Non adesso, almeno.
Concludo con: questi malati mentali ti danno 10 giorni di ferie pagate all'anno... ti pare possa esistere la malattia come la intendiamo noi? Peggio di un lusso.
Posso solo stringere i denti e augurarmi buona fortuna.
(Buonanotte che qui è già mezzanotte~)
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lamilanomagazine · 24 days
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Regione Sicilia: stanziati 883 milioni per il bando del trasporto pubblico extraurbano. Obiettivo: creare un servizio più efficiente e garantire posti di lavoro
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Regione Sicilia: stanziati 883 milioni per il bando del trasporto pubblico extraurbano. Obiettivo: creare un servizio più efficiente e garantire posti di lavoro. Entra nella fase esecutiva la procedura per l'affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale extraurbano di passeggeri su pullman in Sicilia.... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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djs-party-edm-italia · 4 months
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Carla Vizziello (Jeunesse Medestetica): dermopigmentazione, Microneedling e professionalità
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Jeunesse, in francese, significa giovinezza ma per Carla Vizziello, il nome della sua creatura, Jeunesse Medestetica, è molto di più. "L'ho scelto per la mia attività di dermopigmentazione e medicina estetica perché contiene l'anagramma del nome di una cara amica che non c'è più", spiega. 
Carla viaggia in tutta Italia, dalla sua Matera a Milano, spesso fino a Dubai. E' molto richiesta perché, quando arriva a certi livelli, la dermopigmentazione, una tecnica tatuatoria che mira a correggere le imperfezioni di viso e corpo, diventa quasi una forma d'arte. "Non trasforma le mie clienti ma le rende più sicure e più belle, anche dopo un'operazione", conclude Carla. "Migliora di molto l'aspetto delle cicatrici. La sto sperimentando, con ottimi risultati, anche sulle smagliature". 
Tra le i nuovi trattamenti che Carla Vizziello propone c'è il Microneedling, una tecnica che ringiovanisce la cute attraverso micro-perforazioni effettuate con micro aghi (in inglese Micro needles). Il trattamento fa si che la pelle si rigeneri, tramite una nuova produzione di collagene ed una rigenerazione più veloce delle cellule. "Il Microneedling in realtà non viene utilizzato per fini solo estetici",  spiega Carla Vizziello. "Aiuta a 'correggere' lì dove ci sono cicatrici o smagliature. Ad esempio, lo utilizzo sul cuoio capelluto, con sieri specifici per stimolare la crescita del capello. Grazie a questa tecnica si può creare un rinfoltimento là dove c'è un'alopecia. Se utilizzato bene, con i sieri giusti, può davvero fare miracoli!".
La pagina Instagram di Carla Vizziello - Instagram.com/pigmentazione_ricostruttiva   racconta la sua professionalità. La sua è una disciplina molto importante, perché serve ad aiutare a ritrovare la propria immagine chi ha subito operazioni e non solo. Originaria di Matera e cresciuta tra viaggi e scoperte, Carla ha come obiettivo, nel suo lavoro una cosa non facile da raggiungere: valorizzare la bellezza naturale ed unica di ogni persona. Per questo lavora molto. E per questo sta raggiungendo ottimi risultati.
"Nei miei studi di Matera e Milano, offro trattamenti su misura progettati per esaltare al meglio la bellezza naturale di ogni cliente. Dalla perfezione delle sopracciglia, alle labbra avvincenti e all'eyeliner impeccabile, fino ai trattamenti specializzati come la copertura di cicatrici, smagliature e tricopigmentazione", spiega.
Come dicevamo, quando la dermopigmentazione arriva a certi livelli si avvicina davvero all'eccellenza. "Considero il mio lavoro come una vera e propria forma d'arte", continua Carla. "Con orgoglio mi definisco un'artista del trucco permanente e della dermopigmentazione medicale". Quest'ultima, più di una tecnica, è una disciplina artistica che celebra la bellezza autentica di ogni individuo.
Carla Vizziello su Instagram
Instagram.com/pigmentazione_ricostruttiva
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tarditardi · 4 months
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Carla Vizziello (Jeunesse Medestetica): dermopigmentazione, Microneedling e professionalità
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Jeunesse, in francese, significa giovinezza ma per Carla Vizziello, il nome della sua creatura, Jeunesse Medestetica, è molto di più. "L'ho scelto per la mia attività di dermopigmentazione e medicina estetica perché contiene l'anagramma del nome di una cara amica che non c'è più", spiega. 
Carla viaggia in tutta Italia, dalla sua Matera a Milano, spesso fino a Dubai. E' molto richiesta perché, quando arriva a certi livelli, la dermopigmentazione, una tecnica tatuatoria che mira a correggere le imperfezioni di viso e corpo, diventa quasi una forma d'arte. "Non trasforma le mie clienti ma le rende più sicure e più belle, anche dopo un'operazione", conclude Carla. "Migliora di molto l'aspetto delle cicatrici. La sto sperimentando, con ottimi risultati, anche sulle smagliature". 
Tra le i nuovi trattamenti che Carla Vizziello propone c'è il Microneedling, una tecnica che ringiovanisce la cute attraverso micro-perforazioni effettuate con micro aghi (in inglese Micro needles). Il trattamento fa si che la pelle si rigeneri, tramite una nuova produzione di collagene ed una rigenerazione più veloce delle cellule. "Il Microneedling in realtà non viene utilizzato per fini solo estetici",  spiega Carla Vizziello. "Aiuta a 'correggere' lì dove ci sono cicatrici o smagliature. Ad esempio, lo utilizzo sul cuoio capelluto, con sieri specifici per stimolare la crescita del capello. Grazie a questa tecnica si può creare un rinfoltimento là dove c'è un'alopecia. Se utilizzato bene, con i sieri giusti, può davvero fare miracoli!".
La pagina Instagram di Carla Vizziello - Instagram.com/pigmentazione_ricostruttiva   racconta la sua professionalità. La sua è una disciplina molto importante, perché serve ad aiutare a ritrovare la propria immagine chi ha subito operazioni e non solo. Originaria di Matera e cresciuta tra viaggi e scoperte, Carla ha come obiettivo, nel suo lavoro una cosa non facile da raggiungere: valorizzare la bellezza naturale ed unica di ogni persona. Per questo lavora molto. E per questo sta raggiungendo ottimi risultati.
"Nei miei studi di Matera e Milano, offro trattamenti su misura progettati per esaltare al meglio la bellezza naturale di ogni cliente. Dalla perfezione delle sopracciglia, alle labbra avvincenti e all'eyeliner impeccabile, fino ai trattamenti specializzati come la copertura di cicatrici, smagliature e tricopigmentazione", spiega.
Come dicevamo, quando la dermopigmentazione arriva a certi livelli si avvicina davvero all'eccellenza. "Considero il mio lavoro come una vera e propria forma d'arte", continua Carla. "Con orgoglio mi definisco un'artista del trucco permanente e della dermopigmentazione medicale". Quest'ultima, più di una tecnica, è una disciplina artistica che celebra la bellezza autentica di ogni individuo.
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notiziariofinanziario · 4 months
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Amazon ha inaugurato presso i suoi uffici corporate di Milano la mostra fotografica contro l'omofobia
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Sono oltre cento i dipendenti Amazon Italia che hanno deciso di mettersi in gioco nella mostra fotografica che si tiene negli uffici di Milano. L’obiettivo è ribadire piena adesione ai valori di inclusione e di valorizzazione delle diversità attraverso le testimonianze dirette delle persone dell’azienda, che hanno prestato i loro volti e le loro storie a un racconto per immagini. Utilizzando la potenza espressiva del bianco e nero, Francesco Bagnato, fotoamatore e professionista nel marketing di Prime Video, attraverso la sua macchina fotografica, ha catturato gli sguardi di colleghe e colleghi per accompagnare il pubblico in un viaggio fotografico dedicato alla bellezza e alla complessità della diversità umana.  “Attraverso questi ritratti vogliamo non solo valorizzare l’unicità dei nostri e delle nostre dipendenti, ma anche veicolare un importante messaggio: in Amazon la diversità è ricchezza e bellezza - commenta Mariangela Marseglia, country manager di Amazon Italia e Spagna -. I volti e le preziose storie che molti hanno scelto di condividere intendono essere un segno tangibile del nostro impegno, accompagnato dalle policy e dalle azioni concrete che ogni giorno mettiamo in atto in azienda. La decisione di inaugurare oggi questa mostra non è un caso. Con questo progetto, vogliamo sostenere le istanze della comunità Lgbtqia+ nel nostro Paese e celebrare la giornata internazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia del 17 maggio, contro ogni forma di pregiudizio, discriminazione e violenza”. Unire nella diversità, ispirare un’autentica cultura dell’accoglienza dell’altro, eliminando stereotipi e preconcetti. Sono questi i pilastri alla base di 'Diverse Reflections: the 100+ Mirrors of Inclusivity', perfettamente coerenti e in totale continuità con l’impegno quotidiano di Glamazon, l’Affinity Group aperto a tutte e tutti i dipendenti Amazon e pensato come uno spazio di confronto, creazione di sapere e sviluppo di nuove iniziative a sostegno di politiche di inclusione e non discriminazione delle persone gay, lesbiche, bisessuali, transgender, queer e intersessuali all’interno dell’azienda. “Quando Francesco ci ha illustrato la sua idea non abbiamo esitato un secondo - spiega Keivan Fahim, membro del comitato Glamazon e Program Manager di Amazon Made in Italy -. Coinvolgere, condividere le proprie passioni, lavorare per un obiettivo comune volto ad accrescere consapevolezza e sensibilità su temi così importanti e troppo spesso sottovalutati, far sentire tutte e tutti parte di un gruppo capace di accogliere e ascoltare: il progetto fotografico racchiude tutto questo, rappresentando al meglio il nostro modo di agire come Glamazon. Un ringraziamento speciale quindi a Francesco e a coloro che hanno aderito”. Attraverso iniziative come questa, Amazon esprime ancora una volta il suo obiettivo di essere non solo l’azienda più orientata al cliente del mondo, ma anche il miglior posto di lavoro per i propri e le proprie dipendenti e impegnandosi quotidianamente affinché chi vi lavora possa sempre sentirsi libero e libera di esprimersi, con i propri talenti. Solo lo scorso ottobre Amazon ha infatti annunciato l’introduzione in Italia di un transgender toolkit, un insieme di linee guida a supporto di tutte e tutti i dipendenti che stanno intraprendendo un percorso di transizione di genere. L’obiettivo è offrire strumenti concreti per sostenere e agevolare tale processo: dal permesso retribuito dall’azienda per i giorni di assenza dal lavoro legati al processo di transizione, alle indicazioni da fornire a colleghe, colleghi e manager, al cambio di nome, ai benefit offerti, tutto contribuisce ad alimentare un ambiente di lavoro inclusivo. 'Diverse Reflections: the 100+ Mirrors of Inclusivity' sarà esposta fino alla fine del mese di giugno all’interno degli uffici corporate di Milano, a disposizione di tutti i dipendenti e dei loro ospiti. Read the full article
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enkeynetwork · 6 months
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tattoocostellativo · 7 months
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Hai mai avuto la sensazione che il tuo passato influenzi il tuo presente?
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cinquecolonnemagazine · 7 months
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"Donne Insieme Valdelsa" contro la violenza sulle donne
Donne Insieme Valdelsa è un Associazione che si occupa di contrastare la violenza sulle donne. La sua attività nata nel 2007, ha consentito di aiutare molte donne sul territorio senese che si sono rivolte all’associazione ed hanno trovato un valido supporto. "Donne Insieme Valdelsa" ha attivato una raccolta fondi "Insieme fuori dalla violenza" che terminerà il 12 di marzo 2024, attraverso una serie di iniziative su tutto il territorio che sostengono con grande impegno questo crowdfunding. Attraverso la raccolta fondi a cura della Fondazione "Il Cuore si scioglie" sarà possibile continuare a contrastare la violenza sulle donne in Valdelsa. Le parole della Presidente di "Donne Insieme Valdelsa" Avvocata Caterina Suchan e della dott.ssa Elena Pullara Vice Presidente, ripercorrono chiaramente gli obiettivi della raccolta fondi: Il primo è realizzare una serie di iniziative di sensibilizzazione e di informazione sul territorio, relativamente anche alle iniziative dell’Associazione. Il secondo è quello di aumentare l’organico dell’Associazione e formare nuove operatrici che possano supportare le donne che si rivolgono al centro antiviolenza. Il terzo obiettivo riguarda lo sviluppo della tecnologia per aggiornare i sistemi informatici ed in particolare i sistemi di raccolta e protezione dei dati. In questa raccolta fondi ci sono stati molti supporti tra cui L’Associazione Donne del Vino Toscana che ha raccolto circa quattro quintali di tappi usati che ha donato a "Dive". Sono molte le iniziative ancora in essere legate alla raccolta fondi, il 6 marzo ci sarà un concerto di Musica Classica con Martina Ghizzani e Andrea Giudici presso al Sala Soci Colle Val d’Elsa. Il 9 marzo Woman in Arts 2024 dove si parlerà di pregiudizi di genere, nel mondo dell’editoria, del business e nella società. Il CAV Donne Insieme Valdelsa in questi anni ha fatto molto per aiutare le donne del territorio, la vice presidente dott.ssa Elena Pullara racconta: “Il CAV Donne Insieme Valdelsa ha accolto nel 2023 80 donne (delle quali 24 avevano cominciato il loro percorso negli anni precedenti). I dati che presentiamo di seguito, riguardano le 49 donne che hanno fatto il primo accesso nel periodo 1° gennaio - 31 ottobre 2023. " “I dati a nostra disposizione mostrano che la maggior parte delle donne che si rivolgono ai nostri servizi sono cittadine italiane, in linea con i dati degli ultimi dieci anni, ma, per la prima volta, osserviamo un sensibile aumento della proporzione di donne straniere che storicamente hanno rappresentato meno del 30 % della nostra utenza, mentre nel 2023 sono circa il 40%. La maggioranza delle nostre utenti risiedono nei comuni dell’Altavaldelsa: sono 38 in numero assoluto le nostre concittadine che si sono rivolte al CAV. " “L’età media si abbassa, in linea con alcuni dati nazionali resi noti da altre istituzioni (penso a Roia che ha parlato di un 40% di minori di 30 anni in Procura a Milano): il 27% del nostro campione di utenza ha meno di 30 anni. I dati confermano, seppur di misura, che la fascia di età in cui questo fenomeno è prevalente è la fascia 30-50 anni, l’età della famiglia, che da sola copre il 60% del nostro campione. A conferma di questo dato, il 60% circa degli autori sono i mariti e i partner conviventi, mentre un buon 20% è composto da ex mariti ed ex partner conviventi. I nostri dati confermano quindi che la violenza maschile sulle donne si annida soprattutto nei rapporti stabili. " “Ribadiamo che questi dati fotografano l’emersione del fenomeno nel nostro territorio e non la sua reale portata. È possibile ipotizzare che non stiamo assistendo ad un aumento della violenza tra le giovanissime, quanto ad una maggiore propensione delle giovani donne a denunciare immediatamente fatti violenti anche per merito del capillare lavoro di sensibilizzazione che da anni attiviste, associazioni e istituzioni portano avanti nel territorio, nelle scuole e nella comunicazione pubblica. Il 50% circa delle donne che si rivolgono al CAV hanno presentato formale querela per quanto subito." “Per quanto riguarda la scolarizzazione e l’occupazione, il nostro campione conferma la prevalenza di donne scolarizzate e attive nel mondo del lavoro andando nuovamente a invalidare tutte quelle narrazioni stereotipiche che vedono le donne vittime di violenza come donne fragili, dipendenti economicamente e appartenenti a ceti sociali svantaggiati." "Il 37% delle nostre utenti vanta una occupazione stabile e il 50% ha un titolo di studio uguale o superiore al diploma di maturità. Rispetto alle forme di violenza, i dati del 2023 confermano sostanzialmente l’andamento precedente con un 30% delle nostre utenti che riportano uno o più episodi di violenza fisica e un 40% circa che riferisce varie forme di violenza psicologica." "Stabile lo stalking con circa il 10% dell’utenza. Il fenomeno dello stalking riguarda soprattutto gli Ex mariti e fidanzati incapaci di accettare la separazione. Notiamo un leggero aumento delle forme di violenza sessuale, a nostro avviso in linea con l’emersione della violenza tra le giovanissime che si rivolgono ai nostri servizi a causa di episodi di molestia o abuso sessuale da parte di fidanzati, conoscenti e sconosciuti spesso coetanei”. Read the full article
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scenariopubblico · 8 months
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Intervista a Piergiorgio Milano - l'autore che ha scoperto i tanti volti della montagna
Il lavoro di Piergiorgio Milano è dedicato all’interazione costante tra danza, circo e teatro. Le sue parole chiave sono: virtuosismo della partitura coreografica, teatralità, ricerca estetica. Lo abbiamo incontrato a Scenario Pubblico dove ha presentato il suo White Out, spettacolo che chiude la stagione Sp*rt! 23/24.
La genesi di White Out: in quale momento hai deciso di creare lo spettacolo? Il progetto è composto di due lavori sulla montagna White Out e Au bout des doigts creati grazie all’invito del Festival Torinodanza e di Scene Nationale Malraux Chambéry Savoie che hanno chiamato diversi artisti italiani e francesi per lavorare su zone transfrontaliere: la Val di Susa e la Valle della Maurienne. Il progetto chiedeva di rimettere in valore, attraverso un’azione artistica, dei luoghi transfrontalieri da rivalutare. A partire da questa domanda ogni artista poteva con libertà assoluta avanzare la propria proposta. A me non andava di perdere la dimensione naturale, per questo ho creato due lavori. Partendo dalla domanda: cosa possono condividere la montagna e il teatro? Cosa non possono? Cosa possono insegnarsi, scambiare, puntualizzare? Il mio obiettivo era di creare un dialogo tra i due ambienti e di creare un avvicinamento di entrambi i mondi ad altri mondi. Tendenzialmente chi va abitualmente in montagna raramente va in teatro e viceversa. Volevo creare uno scambio di pubblico anche per lavorare su questa idea di frontiera, che a mio avviso era il nocciolo del progetto. Allora sono andato alla ricerca delle tematiche, degli sport…immaginavo chiaramente cosa volevo ottenere ma senza sapere quali strumenti usare. Così sono andato a cercare elementi che potessero in qualche modo rispondere a questa esigenza legandoli a ciò che so fare, in linea con il mio linguaggio scenico. All’inizio volevo fare uno spettacolo sullo snowboard che pratico da quando sono bambino. Ma quest’idea è risultata essere più difficile da realizzare, ci ho pensato, ci ho lavorato per un mese, esiste anche una bozza che però non è stata realizzata.
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Continuando nella ricerca sono entrato in contatto l’arrampicata e l’alpinismo. Ho iniziato a documentarmi, ho letto tantissimo, ho guardato tantissimi film, sono entrato in contatto con persone che hanno fatto questi sport ad alti livelli. Mi si è mostrata davanti questa grande differenza che era perfetta per quello che volevo fare: arrampicata e alpinismo condividono lo stesso mondo ma in realtà sono due antipodi. L’arrampicata è nata come risposta all’alpinismo eroico storicamente legato alla conquista e all’idea di nazione. L’arrampicata nasce in antitesi: "non conquisteremo niente ma ci nutriamo della bellezza di questo gesto". Quindi questi due mondi erano proprio vicini ma separati ed era quello che io cercavo trattando di montagna e teatro. Quindi ho dedicato un lavoro all’arrampicata Au bout des doigts e uno all’alpinismo che è White Out.
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Qui i documentari realizzati dei due lavori, Au bout des doigts e White Out 👇
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Come hai sviluppato il lavoro di ricerca? La richiesta è arrivata nel 2017, ho iniziato a creare nel 2018 e i due lavori si sono realizzati nel 2021 con un’anteprima nel 2019. Entrambi i progetti sono stati molto aiutati dal periodo di lockdown che mi ha dato quei due mesi per concentrarmi molto avendo alle spalle un anno di creazione. La cosa bella di White Out è che ha avuto una vera pre-creazione. Nel 2019 la ricerca è andata in scena, aveva una forma non erano solo idee. Poi è stata messa a riposo ed è stata ripresa per arrivare allo spettacolo finale. White Out ha cambiato almeno cinque squadre di persone, l’unica persona che c’è dall’inizio è Federico che si occupa del suono. Così lo spettacolo si è nutrito di tutto ciò che tutti hanno apportato, anche di passaggio.
All’inizio del progetto ero spaventato di lavorare sul concept montagna. La connessione corpo-montagna è difficile da trovare. Ho iniziato a leggere tutto ciò che potevo e anche a guardare, poi sono entrato in contatto con persone come Enrico Camanni, appassionato alpinista e scrittore affermato, e Anna Torretta, campionessa mondiale di scalata sul ghiaccio e guida alpina a Courmayeur. Con loro ho scambiato molte conversazioni, si è creata una connessione di fiducia. Mi hanno dato consigli su cosa leggere, su cosa informarmi. A Torino c’è la Libreria della Montagna (composta da novanta scaffali da quattrocento libri ciascuno). Da dove cominciare? Avere la loro guida è stato fondamentale. Montagna eroica, montagna punk – non è tutto come ti aspettavi, scopri cosa che non potevi pensare esistessero.
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Ci sono stati dei libri fondamentali per te? Che tipo di rapporto si è instaurato con la creazione? Posso dire almeno due o tre libri. Ogni scena dello spettacolo (cioè, ogni tre minuti) è una parte di un libro. I testi in voice-off invece sono stati ispirati più da dei film. La letteratura di montagna è molto bella per far partire l’immaginazione ma più “criptica”, cioè, difficile da tradurre in qualcosa di dinamico, accessibile e coinvolgente da mettere su palcoscenico. L’alpinismo poi è uno sport aritmico, e il teatro è principalmente ritmo. Come dare ritmo a qualcosa che ritmo non ha? Questa domanda ha generato le risposte più interessanti perché la drammaturgia è nata da lì. E questo mi ha spinto a vedere molti film, volevo capire come il cinema avesse risolto la questione. Ho visto tutti i film di montagna dai più commerciali a quelli più indipendenti.
Per tornare ai libri, ogni personaggio dello spettacolo è identificato in un personaggio esistente o tratto da una storia. I riferimenti ovviamente non sono stati sviluppati in maniera diretta, ma la gente dell’ambiente, chi ha visto lo spettacolo nei festival di montagna ha riconosciuto i vari cenni.
Il primo personaggio (quello con la radio) è tratto da Confessioni di un serial climber di Mark Twight. Lì c’è la montagna punk. Non avrei mai immaginato che qualcuno avesse vissuto la montagna così. Poi c’è un personaggio che non dice niente, lotta fino alla fine, è il più forte e si ispira a Aria sottile di Natoli Boukreev. Un personaggio secondario che mi ha colpito molto perché super integralista, rifiutava qualsiasi tipo di aiuto esterno. Infine, il personaggio che faccio io - che nella prima versione lo faceva una ragazza - che ha un ruolo chiave. Quando il ruolo veniva interpretato dalla performer, esso era ispirato a Alison Hargreaves alpinista britannica che ha scalato una quota 8000 incinta di otto mesi. Dopo aver partorito è ripartita ed è morta. Una forza della natura. Concludo con altri due libri di riferimento: La montagna a modo mio di Reinhold Messner e Touch in the void di Joe Simpson.
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Quali sono le figure di riferimento che hanno accompagnato il tuo lavoro autoriale? Mi sono staccato dalle mie figure di riferimento da un po’ di anni. Quello che mi ha sempre colpito e affascinato è il teatro fisico. Ho fatto circo ma non mi è bastato, ho fatto danza ma non mi ha convinto fino in fondo. I miei riferimenti sono grandi nomi che conoscono tutti, DV8 in primis e Peeping Tom. Sono quelle le creazioni in cui si segue una narrazione fatta con il corpo. A livello di danza sono sempre stato affascinato dai virtuosismi, i primi lavori di Rosas tipo Rain e Drumming li ho visti più di quaranta volte. Ero affascinato dall’incessante sequenzialità di quel movimento. Dall’energia nello spazio o spazio come energia.
Che ruolo ha per te la danza nella società di oggi? Io sono molto più legato al cinema che al teatro. Se consideri Non è un paese per vecchi, leggi il libro e pensi che è incredibile. Ma il film dei fratelli Cohen lo è altrettanto. Ed è un caso. Per me la grossa sfida è offrire un’alternativa. Secondo me lo schermo affascina, stupisce ed emoziona meglio di qualsiasi altra cosa. Quello che lo schermo non può fare però è lavorare sulla capacità di immaginazione. Bisogna creare quel compromesso per cui quando guardiamo qualcosa siamo disposti a metterci del nostro, a fare uno sforzo che diventa più magnifico perché collettivo.
Secondo me andare a teatro è come leggere un libro tutti insieme.
È fondamentale per il nostro tempo dire: siamo qui, non dobbiamo. Ed è bello poi metterci del proprio, fare un’attività. Non accontentarsi di stare lì passivamente. Bisogna uscire con delle domande, con delle intuizioni.
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a cura di: Sofia Bordieri
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agrpress-blog · 10 months
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Per il terzo anno consecutivo Daje de Alberi regala ossigeno, partecipazione e bellezza alla Capitale. Al II Municipio (Nomentano Quartiere Italia) l’Associazione di tutela ambientale, attiva in diversi Municipi, ha messo a dimora ventiquattro nuovi alberi dopo averne piantati duecento e soprattutto dopo averne curati e salvati migliaia del patrimonio pubblico esistente. Ventiquattro tazze, sei specie di alberi, nove ceppi rimossi, tre mq di asfalto rimosso e suolo recuperato. L’evento di riforestazione partecipata, con la cooperazione del Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale, è partito da piazza Lecce. Fra le numerose strade interessate, via Bari, via Catanzaro, via Ravenna, via Tommasini, via Udine, via Verona, via Ungarelli, via Boldetti. Sei le specie di alberi nel rispetto della biodiversità e dell’albero giusto al posto giusto: Lagerstroemia Indica, Acero campestre, Pyrus Calleryana Chanticleer, Ligustrum Variegata, Koelreuteria paniculata, Cercis siliquastrum. Un evento reso possibile dalle donazioni all’Associazione e caratterizzato da una grande partecipazione fra volontari, cittadini e alcuni commercianti nel segno di Condivide et Albera. Hanno testimoniato il loro sostegno all’impegno di Daje de Alberi la presidente del II Municipio, Francesca Del Bello, e dirigenti di Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri. «Dove c'è cultura, passione e partecipazione c'è vera Riforestazione. Avanti tutta, daje, grazie ai donatori e alle donatrici». Questo l’incoraggiamento arrivato da Lorenzo Cioce, presidente dell’Associazione. Ma il lavoro è appena cominciato per questi nuovi alberi. Come afferma il Prof. Ferrini, arboricoltore urbano di fama nazionale e internazionale, grande amico di Daje de Alberi, «non basta piantare alberi bisogna curarli». Daje de Alberi si muove fin dalla sua nascita favorendo attività dal basso in linea con l’Agenda Onu 2030: obiettivo la vera riforestazione partecipata oltre gli slogan dei grandi progetti. Una strategia vincente culminata quest’anno con il prestigioso premio “La Città per il Verde”, organizzato dalla casa editrice Il Verde Editoriale di Milano. L’associazione Daje de Alberi è stato l’unico ente del terzo settore del Lazio ad essere insignito di questo riconoscimento. www.dajedealberi.com; www.facebook.com/dajedealberi; www.instagram.com/dajedealberi
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Milano-Cortina: Abodi, per bob obiettivo è tenerlo in Italia
“Bisogna aspettare ancora qualche giorno. So che il lavoro di queste settimane è stato proficuo, adesso con la relazione che è stata inviata a Simico verranno fatte delle valutazioni che poi verranno portate in cabina di regia e il cda della fondazione il 5 di dicembre farà le sue valutazioni Noi ci auguriamo che lo sforzo di questo ultimo mese possa produrre l’effetto che ci consenta di rimanere…
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lamilanomagazine · 2 months
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Marcinelle, 68° anniversario della tragedia. Mattarella: rispetto dignità lavoratori obiettivo non ancora raggiunto
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Marcinelle, 68° anniversario della tragedia. Mattarella: rispetto dignità lavoratori obiettivo non ancora raggiunto. “Fin dal suo primo articolo la Costituzione della Repubblica stabilisce un vincolo ideale inscindibile tra democrazia e lavoro. Il pieno rispetto della dignità dei lavoratori ne è un principio fondamentale, affermato anche al livello internazionale; un obiettivo che, tuttavia, non è stato ancora pienamente raggiunto".... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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giancarlonicoli · 1 year
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21 lug 2023 12:34
“I SOLDI AI PARTITI? UNA GRANDE STRATEGIA DI MARKETING ALLA QUALE NESSUN IMPRENDITORE SI SOTTRAE. A MENO DI ESSERE UN COLOSSO QUOTATO ALLA BORSA DI SINGAPORE” – IL COSTRUTTORE LUCA PARNASI, IMPUTATO PER CORRUZIONE, VUOTA IL SACCO E IN UNA DEPOSIZIONE FIUME RACCONTA IMPEGNI E APPUNTAMENTI CON POLITICI DI TUTTI GLI SCHIERAMENTI (DAL RENZIANO BONIFAZI AL GRILLINO DE VITO FINO ALLE CENE CON SALVINI) CHE DOVEVANO FAVORIRE I PROGETTI DELLA SUA SOCIETÀ EURNOVA – I FONDI AL PD, ALLA LEGA E AL FORZISTA PALOZZI: “TUTTI I FINANZIAMENTI HANNO LO STESSO OBIETTIVO. NON AVERE NEMICI E AVERE RICONOSCIBILITÀ ALL’ESTERNO” -
Estratto dell'articolo di Ilaria Sacchettoni per il “Corriere della Sera - Edizione Roma”
I Cinque Stelle? «Un problema per il progetto dello stadio». Il Pd? «Un partito con cui dialogare» La Lega? «Lo stesso». I finanziamenti alla politica?
«Una grande strategia di marketing alla quale nessun imprenditore si sottrae. A meno di essere un colosso quotato alla borsa di Singapore». I media? «Lo strumento più sicuro per bruciare un piano: quando esce sui quotidiani allora non si fa».
Cinque anni dopo il carcere, in un’aula Occorsio con pochi cronisti, l’imputato di corruzione Luca Parnasi racconta e precisa, descrive ed elenca in una deposizione fiume che a tratti si fa affresco di un’epoca. Nel 2018 l’agenda di Luca Parnasi è fitta di impegni. È da Vanni in via Col di Lana per parlare con l’allora presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito (pentastellato).
È in un ristorante del centro storico per dialogare con il tesoriere Pd dell’epoca, Francesco Bonifazi, circa l’eventualità di offrire il proprio contributo economico che, infine, saranno «centocinquantamila euro» versate all’associazione Eyu. Ci sono poi le messe «in una chiesetta vicino a piazza della Pigna» con Giancarlo Giorgetti che gli presenta Giulio Centemero, l’uomo dei conti della Lega (ma a qualche cena dal carattere più ufficiale fu lo stesso «segretario Matteo Salvini» ad affacciarsi spiega il costruttore).
(...)
Parnasi torna su Bonifazi: «Rividi Bonifazi in un incontro casuale al circolo canottieri Aniene e toccai con mano quello che faceva Eyu. Quindi lo rincontrai dieci minuti a Sant’Andrea delle Fratte. La loro fondazione mi sembrava valida. Era nato anche un rapporto tra coetanei, ricordo che mi fu presentato Domenico Petrolo di Eyu e, a quel punto, lo misi in contatto con Talone (Gianluca Talone, un suo collaboratore, imputato, ndr)» Duecentocinquantamila euro andarono invece alla Lega, tramite «Più voci» l’associazione che faceva capo al partito di centrodestra: «I romani a Milano sono visti come marziani.
Io mi considero un po’ tedesco per l’approccio ordinato e metodico nel mio lavoro. Centemero, persona quadrata, mi presentò “Più voci”. Il mio obiettivo era conoscere imprenditori del Nord, quello era un modo». Su questo aspetto il costruttore torna più volte: il suo approccio con la politica è duplice. Da un lato i partiti lo dovrebbero mettere al riparo da possibili terremoti amministrativi, dall’altro gli permettono di farsi conoscere, lo promuovono diciamo così.
C’è però il politico pressante che Parnasi individua nel suo coimputato forzista Adriano Palozzi al quale elargisce cinquemila euro: «Palozzi — spiega — è un tipo corpulento e verace che aveva fatto bene da sindaco di Marino. Era chiaro che, se lo avessi finanziato, lui avrebbe messo la sua funzione al mio servizio. Mi pressava. Lo accontentai. Tutti i finanziamenti hanno lo stesso obiettivo. Non avere nemici e avere riconoscibilità all’esterno». Ce n’è per il vero nemico di Parnasi: l’allora assessore all’urbanistica Paolo Berdini che ridusse le cubature del suo stadio: «Se tutti gli assessori fossero come Berdini le città sarebbero all’età della pietra».
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personal-reporter · 1 year
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Chocolove il 24 e 25 giugno la festa del gelato artigianale
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Arrivano da tutta Italia i Maestri del Gelato che il 24 e il 25 giugno 2023 a Palazzo Castiglioni, la sede di Confcommercio Milano in corso Venezia 47, faranno vivere tutti i segreti del vero gelato artigianale al cioccolato. La festa del gelato artigianale aperta al pubblico prevede numerose masterclass dei grandi maestri del gelato e della pasticceria e anche la possibilità di degustare un’ampia gamma di gelati al cioccolato nel giardino del palazzo. Alle 10.30 Davide Comaschi e il suo team di DaV Pastry Lab di Bergamo condurrà la prima lezione sul cioccolato e sul vero gelato al cioccolato: un viaggio alla scoperta di nuovi aromi e sensazioni. A seguire Andrea Riva di Gelart - L’arte nel Gelato presenterà Cioccolato Show con i suoi 32 gusti di gelato al cioccolato. Alle 14.00 il Maestro Antonio Morgese della storica gelateria Rigoletto di Milano stupirà con la sua versione di gelato ChocoPassion, una vera estasi per i sensi. Subito dopo arriverà direttamente da Torino il Maestro Riccardo Ronchi della gelateria Mara dei Boschi che ha un punto vendita anche a Milano. Ronchi presenterà due gusti firmati come il Fondente e il Marotto il gianduiotto freddo. Roberta Wang e Mattia Delon de il Golosone di Lacchiarella faranno degustare il loro Cioccolato Bianco, Bergamotto, Pepe Rosa. Alle 17.00  il Maestro pasticcere Denis Buosi di Apei presenterà il suo gelato al cioccolato prodotto grazie al progetto di Gelateria Sociale che è stato inaugurato lo scorso marzo a Tradate e ha come obiettivo di produrre un gelato artigianale d'eccellenza, realizzato con la selezione delle migliori materie prime in un perfetto connubio di tradizione e innovazione e impegna nel servizio persone con disabilità e donne vittime di violenza ospiti nelle Case Rifugio di San Carlo Società Cooperativa e Sociale che trovano Alle 18.00 ci sarà una lezione a quattro mani condotta da Stefano Dassie di Dassie Gelato Treviso che preparerà il suo cioccolato al gorgonzola e Gin e Andrea Zingrillo della Gelateria Wally Milano che ci stupirà con un gelato “Cioccolato alle 5 spezie”. Il 25 giugno si inizierà sempre alle 10.30 con una Maestra del Gelato Artigianale, due coni Gambero Rosso 2023, come Sandra Del Giovane che porterà il suo gelato al cioccolato a base di acqua, un cult della sua gelateria Baldo a Lecce. Giuseppe Piffaretti, Ambasciatore della Pasticceria d’Eccellenza Italiana (Apei), la nuova associazione del Maestro Iginio Massari, arriverà da Mendrisio con il suo gelato con cui ha vinto una medaglia d’argento e una di bronzo alla Coppa del Mondo di Gelateria. Direttamente da Roma avremo Stefano Ferrara, tre coni per il suo gelato al cioccolato, con una masterclass alle 14.30 dedicata al gelato al cacao crudo., attraverso il lavoro, concrete opportunità di inclusione sociale e autonomia personale. Chiuderanno la giornata due maestri della Pasticceria: Domenico Di Clemente di La Martesana, locale storico di Milano, che spiegherà le armonie del suo gelato al cioccolato e lampone e Luca Bellavia, che da Napoli ha portato i migliori dolci e gelati partenopei nella città della Madonnina e farà degustare il suo gelato al cioccolato ai sapori di Amalfi. Mentre i maestri saranno sul palco per illustrare i segreti del gelato al cioccolato al pubblico che avrà prenotato la masterclass gratuita su www.chocolovemilano.it, gli altri visitatori potranno vivere il gelato al cioccolato nel giardino con un percorso degustazione, cuore di una raccolta fondi a favore del Comune di Faenza per supportare i territori colpiti dalla recente alluvione. Il percorso degustazione sarà possibile grazie all’acquisto di un artistico bicchiere con cucchiaino in ceramica al costo di euro 10 (fino esaurimento scorte) che corrisponde a 5 esperienze gelato oppure, grazie alla donazione di euro 5, ricevere il pacchetto di 3 esperienze di gelato al cioccolato. Una grande festa dedicata ai maestri del gelato italiano, uno dei prodotti più conosciuti al mondo, aperta alla città (ingresso gratuito – ore 10.30 / 19.30). Dopo il successo di ChocoLOVE (febbraio 2023), il primo evento dedicato alla cultura del cioccolato organizzato da Chocolate Culture con il supporto di Confcommercio Milano, il desiderio di approfondire il tema “cioccolato” è esploso, con la voglia crescente di capire cosa è un vero gelato al cioccolato. Anche grazie al supporto di Alga - Assofood Gelatieri Artigiani di Confcommercio Milano Palazzo Castiglioni sarà il luogo migliore per fare un viaggio nel vero gelato al cioccolato. Il cioccolato è Buono, fa Bene e fa del Bene! Un ringraziamento alle aziende che sostengono l’evento: il main partner JoyGelato e Irca SpA, e Bravo Spa, Irinox SpA, Astori Group, PanDì, EasyLife Design, Perfetto Read the full article
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seoul-italybts · 2 years
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[✎ ITA] VOGUE España : Intervista con RM | 07.03.23⠸
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VOGUE España : Intervista con RM
RM: ❝Anche dovessi morire questa notte, credo non farebbe molta differenza. Un agricoltore o uno spazzino sono più importanti per il buon funzionamento della società ❞
__ di EVA BLANCO MEDINA | Twitter
Il rapper e cantautore sud-coreano - icona globale del
K-pop - recentemente è venuto in visita a Barcelona
per promuovere il suo primo album solista, 'Indigo'
Per un decennio, gli è sempre stata fatta la domanda "quali fattori hanno reso il K-pop un fenomeno globale così travolgente?", ma la sua risposta – dice RM (Kim Namjun, Seoul, 1994), leader della boy band dei BTS – è cambiata con l'andare degli anni.
"Credo che, perché un pubblico crossover possa capire meglio, sia necessario far riferimento ai gruppi che erano famosi negli anni '60 e '70, magari all'avvento dei Beatles. Con questo non intendo paragonarci a loro, ma anche noi siamo una novità. Tutti coloro che hanno il K-pop nelle corde e sanno apprezzare questo tipo di corrente musicale e l'energia che essa genera, è probabile vi avranno reazioni positive. Noi rappresentiamo un gruppo di giovani che si muove all'unisono e ha un obiettivo comune. Le coreografie, la componente estetica, le reazioni sui social media, la disinvoltura... Sono tutti questi fattori che contribuiscono all'entusiasmo generale", riflette il rapper e cantautore in una video-chiamata con Vogue España in collegamento tra Madrid e Barcelona, dove RM ha trascorso 10 giorni tra momenti di riposo e altri di promozione del suo nuovo album, dopo la (sua partecipazione alla) sfilata di Bottega Veneta durante la Settimana della Moda di Milano.
"Indigo" (Big Hit Music) è il titolo del primo album solista di RM. Un set di 10 canzoni in inglese e coreano, è stato rilasciato il 2 dicembre e vi compaiono collaborazioni con Erykah Badu, Anderson Paak e Tablo – il leader della band hip-hop sud-coreana degli Epik High. L'album - il cui singolo 'Wild Flower (with Youjeen)' ha già raccolto oltre 54 milioni di visualizzazioni su YouTube – è presentato come un ritorno alle origini, a quel bambino di 9 anni che, non ancora inglobato dal vortice della fama, sognava di diventare un poeta.
"Fin dal nostro debutto come BTS (nel 2013), l'industria K-pop non ha mai smesso di crescere. Ora, è molto più complessa e ha catturato molte più persone grazie alle sue tante diramazioni. Credo ci siano molte luci, ma altrettante cadute nell'ombra. Molti di noi erano giovanissimi quando abbiamo intrapreso la nostra carriera di gruppo : abbiamo dormito e vissuto sotto lo stesso tetto, fin da quando eravamo adolescenti. Siamo diventati una vera famiglia, e il che è fantastico, ma questo tipo di cultura ha anche avuto un'enorme impatto su di me, perché, a volte, non è facile riuscire a farmi trattare e percepire come un adulto in grado di prendere le proprie decisioni in autonomia. Sono visto come solo un'altra rotella nell'ingranaggio, contestualmente a questo fenomeno (musicale) immenso", ci dice l'artista, seppur conservi una visione ancora piuttosto ottimista della situazione.
instagram
"Ciononostante, amo ancora quest'industria perché mi ha donato un sacco di esperienze positive, e ə ARMY [ə fan dei BTS] di tutto il mondo, che ci trasmettono un amore sempre sincero. Ma bisogna anche raccogliere quell'amore e ricambiarlo, e, alle volte, può anche essere una responsabilità. Faccio questo lavoro fin da quando avevo 20 anni e ancora non sapevo un c***o del mondo. È quella la cosa più difficile. Ecco perché continuo a dirmi, 'amico, devi tornare alle origini. Là dove hai iniziato, al te stesso più umano, all'hip-hop' ", prosegue.
Hai mai provato la sensazione di essere sul punto di smarrirti completamente in questo delirio di successo?
"In passato, sì, ma la cosa divertente è che ero – e sono - più che consapevole che quella di consacrarmi all'industria K-pop è stata una mia scelta. Non mi ci ha costretto nessuno. Ma, sì, ogni tanto mi sono anche smarrito. Ma forse ammetterlo significa peccare un po' di 'auto-compatimento'. Non c'è altra risposta. Se il K-pop è una forma di ricarica ed energia per un pubblico enorme, e quel processo di rigenerazione è mia responsabilità, devo assolutamente restare con i piedi saldamente ancorati a terra. Come adulto, come artista e come essere umano. Questi 10 anni di carriera mi hanno aiutato a capire chi sono veramente e ad amare me stesso. Anche se, in realtà, è un percorso che continua tuttora, e tutte queste lotte interiori rimarranno registrate nei miei album e video", ci spiega.
I testi, le riflessioni filosofiche, i messaggi e le parole usate sono una costante fonte di analisi, nella produzione di RM. "La musica è assolutamente fondamentale, a questo mondo. Ma se è della mia musica che stiamo parlando, a volte ho come la sensazione che ciò che produco sia superfluo. Anche dovessi morire questa notte, credo non farebbe molta differenza.
Probabilmente, a qualcuno dispiacerebbe per un po', ma un agricoltore o uno spazzino sono più importanti per il buon funzionamento della società. Quando rifletto su quale sia il ruolo della nostra generazione a livello storico, quando penso a tutte le piattaforme e community digitali in circolazione, rimango sempre molto confuso. Ci sono molte persone che non hanno voglia di pensare. Conducono vite frenetiche e si rifugiano nella musica o nella televisione per evadere un po', quindi l'ultima cosa di cui hanno bisogno è qualcuno che faccia loro la morale dall'alto di un piedistallo. È dato questo contesto che mi chiedo come posso far contare la mia musica. Non ho ancora trovato una risposta, ma continuo a cercare di esprimere il mio punto di vista", dice RM, che è appassionato di arte e ha incluso diversi riferimenti al suo artista sud-coreano preferito, Yun Hyong-keun, in 'Indigo'.
Quando gli abbiamo chiesto se ha paura che l'ARMY che ha su Instagram (42,4 milioni di follower) possa, un giorno, rivoltarglisi conto in seguito ad un qualche errore o gaffe, la sua risposta è stata schietta: "Sì, la cosa mi spaventa. Ne ho paura 24/7. Quando ero più giovane, mi nascondevo dietro ad una facciata da figo che se ne frega di ciò che pensano gli altri, ma ormai non credo sia giusto né ancora possibile. Ho a cuore la dimensione pubblica della mia carriera e l'influenza che potrei avere sul prossimo. Questa responsabilità e fonte di stress, per me, ma credo di poter sopportare. È il motivo per cui non mi ritiro e non faccio cose come uscire a bere tutta la notte e poi guidare da ubriaco. Sono umano anche io, capita che io commetta errori, ma continuerò a fare tutto il possibile per essere la migliore versione di me stesso. Un elemento chiave è prendere questo lavoro per quel che è: un lavoro. Non credo gli artisti abbiano privilegi o uno status speciale.
In conclusione, un aspetto che va ribadito e chiarificato riguardo quest'album è che, per quanto possano insistere i pettegolezzi e le malelingue, non rappresenta in alcun modo possibile o immaginabile la fine della band di successo.
"Oh, non ho intenzione di lasciare i BTS, assolutamente no. È la prima volta che lancio un progetto solista simile, quindi sto cercando di reggermi sulle mie sole gambe e muovere i primi passi. Ma sono ambizioso e ho buona volontà, quindi non intendo precludermi la possibilità di fare entrambe le cose. Quindi cercherò di fare del mio meglio per riuscire a condurre queste due navi contemporaneamente. Molte band si separano e poi sciolgono, ma spero questo non accada ai BTS. Molto semplicemente, io amo la musica, amo il mio lavoro, voglio bene ai membri del gruppo e a me stesso. Se riuscirò a proseguire con entrambi i progetti, credo, a lungo andare, potrebbe nascerne qualcosa di leggendario", conclude.
ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ eng: © btscharts_spain
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quellodeiborghi · 2 years
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Eurosostenibilità : Elisa Elettroimpianti partecipa alle iniziative di informazione per il 2023 – L'intervento di Giuliano Sartor
 I giornalisti e i comunicatori della rete Borghi d'Europa hanno inserito l'azienda Elisa Elettroimpianti di Crocetta del Montello (TV), nel progetto Eurosostenibilità, per il settore la sostenibilità energetica. In questo gennaio 2023 riprende così il cammino del percorso d'informazione ispirato ai Goals dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Giuliano Sartor, nume tutelare dell'azienda, ci spiega : “ Lo scopo è quello di realizzare una imponente campagna che si concretizzerà nella pubblicazione di oltre 1000 servizi informativi e nella realizzazione di almeno 20 trasmissioni multimediali,grazie alla rete del progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Ionica, Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico ionica)." L’energia è un elemento centrale per quasi tutte le sfide e le opportunità più importanti che il mondo si trova oggi ad affrontare. Che sia per lavoro, sicurezza, cambiamento climatico, produzione alimentare o aumento dei redditi, l’accesso all’energia è essenziale. L’energia sostenibile è un’opportunità – trasforma la vita, l’economia e il pianeta. Fatti e cifre • Una persona su cinque non ha accesso a moderni mezzi elettrici • 3 miliardi di persone dipendono da legno, carbone, carbonella o concime animale per cucinare e per scaldarsi • L’energia è il principale responsabile del cambiamento climatico, rappresentando circa il 60% delle emissioni di gas serra globali • Obiettivo-chiave di lungo termine è la produzione di energia a bassa intensità di carboniomigliorare le tecnologie per fornire servizi energetici moderni e sostenibili, specialmente nei paesi meno sviluppati, nei piccoli stati insulari e negli stati in via di sviluppo senza sbocco sul mare, conformemente ai loro rispettivi programmi di sostegno Traguardi 7.1 Garantire entro il 2030 accesso a servizi energetici che siano convenienti, affidabili e moderni 7.2 Aumentare considerevolmente entro il 2030 la quota di energie rinnovabili nel consumo totale di energia 7.3 Raddoppiare entro il 2030 il tasso globale di miglioramento dell’efficienza energetica 7.a Accrescere entro il 2030 la cooperazione internazionale per facilitare l’accesso alla ricerca e alle tecnologie legate all’energia pulita – comprese le risorse rinnovabili, l’efficienza energetica e le tecnologie di combustibili fossili più avanzate e pulite – e promuovere gli investimenti nelle infrastrutture energetiche e nelle tecnologie dell’energia pulita 7.b Implementare entro il 2030 le infrastrutture e migliorare le tecnologie per fornire servizi energetici moderni e sostenibili, specialmente nei paesi meno sviluppati, nei piccoli stati insulari e negli stati in via di sviluppo senza sbocco sul mare, conformemente ai loro rispettivi programmi di sos " Ecco perchè ho deciso di partecipare alle iniziative di informazione che Borghi d'Europa porta avanti con il progetto EUROSOSTENIBILITA' -, conclude Giuliano Sartor-.".Il Segretario Generale ONU Ban Ki-moon è stato iniziatore dell’iniziativa Energia Rinnovabile per Tutti (Sustainable Energy for All) per assicurare l’accesso universale ai servizi energetici moderni, migliorare l’efficienza energetica e accrescere l’uso di risorse rinnovabili. Comunicare per esistere https://comunicareperesistere.blogspot.com/2023/01/eurosostenibilita-elisa-elettroimpianti.html La Lanterna del gusto https://lalanternadelgusto.blogspot.com/2023/01/eurosostenibilita-elisa-elettroimpianti.html Il Buon Vivere https://ilbuonvivere.blogspot.com/2023/01/eurosostenibilita-elisa-elettroimpianti.html Piaveinfortma https://piaveinforma.blogspot.com/2023/01/eurosostenibilita-elisa-elettroimpianti.html Borghi europei del gusto https://borghieuropeidelgusto.blogspot.com/2023/01/eurosostenibilita-elisa-elettroimpianti.html Milano,Vetrina del Gusto https://milanovetrinadelgusto.blogspot.com/2023/01/eurosostenibilita-elisa-elettroimpianti.html Condividi0
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