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#opere liriche
diceriadelluntore · 4 months
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Alto Bordo
Come mi ero promesso, ogni trimestre sto recuperando un classico in lettura. Martedi ho finito di leggere La Signora Delle Camelie di Alexandre Dumas Figlio. Pubblicato nel 1848, capolavoro della letteratura dell'Ottocento, Dumas racconta la storia d'amore tra Marguerite Gautier e Armand Duval, un affresco incredibile, e dai tratti molto moderni (soprattutto per quanto riguarda il carattere e le idee di Gautier, tanto che all'epoca fece scandalo e trascinò il romanzo ad un tumultuoso successo) di quel demi monde del tempo, cioè un ambiente sociale corrotto e che ostenta gli atteggiamenti propri di un ceto elevato (lo stesso Dumas scrisse una commedia nel 1855 dallo stesso titolo, e fu lui l'inventore di questo termine).
Più che la storia, celeberrima anche perchè Dumas ne ricavò un'opera teatrale in 5 atti e Giuseppe Verdi ne musicò una versione su libretto di Francesco Maria Piave, La Traviata (1853 la prima rappresentazione) considerata il suo capolavoro e che fu tratta direttamente dalla trasposizione teatrale di Dumas e da allora una delle opere liriche più famose e rappresentate del mondo, c'è un particolare meno noto.
A fine libro Dumas scrive: "...scrissi questa storia esattamente come mi era stata raccontata. Essa ha un solo merito che le sarà contestato, quello di essere vera". Non è solo un espediente narrativo, ma è davvero la realtà: Dumas infatti si ispirò alla sua relazione con Marie Duplessin per il personaggio di Marguerite. Eccola in un bellissimo quadro dell'artista Édouard Vienot
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Nata poverissima in Normandia, fu presto abbandonata dalla madre. Il suo vero nome era Alphonsine Rose Plessis, e quando arrivò giovanissima a Parigi, lavorando come sarta, un negoziante, per cui lei lavorava, nel 1839, quando ha solo 15 anni, diviene il suo primo amante. Inizia così una scalata sociale incredibile, in pochi mesi diviene l'amante di personaggi sempre più illustri e la protagonista delle serate mondane parigine. Cambia nome in Marie Duplessis, in cui l'aggiunta del du al cognome d'origine, conferisce un tocco aristocratico, impara non solo a leggere e scrivere (arriverà ad avere una biblioteca enorme) ma anche a suonare il pianoforte, diviene l'amante di uno dei più potenti aristocratici parigini, e fece scandalo incredibile la sua relazione con Agénor de Gramont duca di Guichem, che innamorato pazzo di lei si fa vedere ovunque con Marie, tanto che la famiglia, scandalizzata dalla frequentazione di tale personaggio, gli impone di lasciare Parigi. Con Dumas, ebbe una relazione di circa un anno, dal settembre 1844 all'agosto 1845. Alexandre e Marie trascorrono un periodo insieme in campagna a Saint-Germain-en-Laye, un piccolo comune dell'Ile de France a poca distanza da Parigi (episodio che verrà replicato identico nel libro, quando Armand e Marguerite vanno a Bougival, paesino che diventerà una sorta di mito dei dintorni di Parigi per il romanzo e perché buen ritiro dei maggiori pittori impressionisti). Dumas la lascia con una famosa lettera, che esiste ancora, dopo l'ennesimo tradimento. Tra gli amanti famosi, anche il compositore Franz Listz, il conte svedese von Stakelberg, ambasciatore a San Pietroburgo e il conte Édouard de Perrégaux col quale convola a nozze a Londra nel 1846. Travolta dai debiti e soprattutto debilitata dalla tisi, muore il 3 febbraio 1847. Ai suoi funerali partecipa una folla enorme e la vendita all'incanto dei suoi beni, disposta per risarcire i numerosi creditori, vedrà i partecipanti strapparsi di mano, con morbosa attrazione, gli oggetti andati all'asta, e tra i pezzi forti le opere prime di famosi romanzi dell'epoca firmati per lei dai più grandi autori (anche questo fatto ripreso pari pari nel romanzo). Aveva passione per i gioielli, per le stole di pellicce, per i cavalli e soprattutto per le camelie, sempre presenti nel suo appartamento: spesso rosa e bianche, rosse quando non poteva ricevere i suoi amanti.
Marie Duplessis è la più famosa delle lorette: il termine fu coniato dal giornalista Nestor Roqueplan in un articolo del 20 Gennaio del 1841 su uno dei primi giornali autoprodotti, una cosiddetta Nouvelles à la main, che aveva indicato le cortigiane con un certo gusto e stile con questo termine, preso in prestito dalla Chiesa della Madonna di Loreto (Notre Dame De Lorette, nel IX arrondissement.
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Lì si radunavano le giovani donne con stile, che si contrapponevano alle grisette (le sartine), che popolavano il quartiere latino, che erano ragazze che vivevano fuori dalla famiglia che accettavano regali dagli uomini di ceto sociale più elevato, senza necessariamente prostituirsi: grisette deriva da quello di una stoffa adatta da lavoro, con la quale si confezionavano vestiti di basso valore, spesso di colore grigio. È interessante come dei toponimi indicassero in maniera elegante un mestiere che sebbene all'epoca niente affatto scandaloso, veniva "nascosto" perchè in società non si poteva dire.
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gabrielesalvaterra · 4 months
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Alberto Fiorin / Mirijam Heiler GEOMETRIE SENSIBILI curated by Santina Ricupero texts and introduction by Gabriele Salvaterra Spinea (VE), Oratorio di Santa Mari Assunta April 12th - May 5th 2024
La doppia esposizione Geometrie sensibili pone a confronto il lavoro di Alberto Fiorin, veneziano di nascita, con la ricerca dell’artista altoatesina Mirijam Heiler. Alberto Fiorin, scultore, insegna Tecniche del Marmo e delle Pietre Dure presso L’Accademia di Belle Arti di Venezia ed è specialista del restauro di opere in marmo, con commissioni da parte di prestigiosi musei. L'autore espone in Santa Maria Assunta, Opus Sectile, una scultura a terra che riprende le armoniose organizzazioni pavimentali di chiese e palazzi antichi, il cui gioco prospettico distorto mette in discussione le nostre regole di visione acquisite. Tale scultura è posta in relazione con un massiccio blocco grezzo di marmo di Carrara retto alla base da quattro solidi, sculture in marmo di diversi colori, scolpite con eleganza e raffinatezza ma che, fungendo da basi per il grosso blocco, sono celati al nostro sguardo. Come simbolici pilastri di senso dell’esistenza, l’essenziale, invisibile alla nostra vista, va cercato col cuore e le risonanze interiori. Alle pareti due pannelli con disegni mostrano il percorso mentale di sviluppo del progetto e degli accorgimenti tecnici per la sua realizzazione. Nell’oratorio di Villa Simion Mirijam Heiler espone una serie di delicate opere pittoriche definite “Opere d’astrazione geometrica che parlano di paesaggi commoventi, esperimenti di poesia visiva che danno parola alla voce silenziosa degli alberi, direttrici e linearità provenienti dagli oggetti più comuni che consentono l’emersione sul supporto di liriche vibrazioni. Composizioni che si muovono con adattabilità tra l’astrazione geometrica, la poesia visiva, l’universo segnico e il disegno lirico minimale (Licini, Melotti o Matisse). Una geometria che sa anche essere sensuale quindi, ribaltando i presupposti di freddezza da cui sembrava nascere; una geometria che si dimostra capace di emozioni e gentilezza".
with exhibition catalogue
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t-annhauser · 10 months
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Don Carlo e l'on liter in quater
[cose fra me ed @egemon]
Quest'anno danno il Don Carlo e io non ne so praticamente nulla, con Verdi mi sono fermato alla trilogia popolare, avrò sentito sì e no una volta e per caso La canzone del velo ("nel giardin del bello saracino ostello", che è una fantasia spagnoleggiante molto canzonettabile, da friggere sugli organetti di strada), ma niente di più. Voi direte: chi se ne importa, solo ai vecchi, ai vips e a qualche ultimo giapponese nostalgico del melò interessa la prima della Scala. Può essere, ma io sono un passatista, un uomo attaccato a idee e costumi che hanno fatto il loro tempo, e la grandezza dell'opera lirica ancora mi tocca, sebbene non mi piacciano tutte le opere liriche... mi piacerebbe vedere un bel Le nozze di Figaro, per esempio, un bel Mozart in accoppiata con Da Ponte, il mio librettista preferito, e invece insistono con questi melodrammoni storici... che palle. C'è Anna Netrebko che i giornali ci tengono a precisare "filoputiniana", la filoputiniana Netrebko: ora, a me non è che mi abbia mai fatto impazzire al di là della presenza scenica, ma svilirla così, utilizzando questioni che esulano dall'arte, proprio mi dà l'orticaria. Viviamo tempi di maccartismo di ritorno, si sanzionano vite e carriere per insozzarle con questioni politiche... in ogni caso, anche se mi troverò con tutta probabilità in Calabria sarà un po' come essere in Piazza della Scala, fra Palazzo Marino e il monumento di Leonardo dove l'ultimo volta mi sono seduto assieme a mio papà in religiosa ammirazione.
A detta del mio amico Gigino, il simile avviene anche nel centro di Milano, ove la vita degli affari è ormai così sapientemente raccolta, che l’uomo d’affari fa a meno di tram e tassì, ma dopo poche ore cade morto ai piedi del monumento a Leonardo circondato dai suoi discepoli, che gl’intenditori chiamano on liter in quater.
Alberto Savinio, Ascolto il tuo cuore
Il soprannome del monumento "un litro in quattro" ("on liter in quater" in milanese), diffuso alla fine dell'Ottocento, era dovuto alla rassomiglianza tra le cinque statue del monumento a una bottiglia di vino con quattro bicchieri intorno. Diverse fonti dell'epoca attribuiscono allo scapigliato Giuseppe Rovani la creazione di tale soprannome.
Wikipedia
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laragazzafortesworld2 · 2 months
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A teatro soprattutto opere liriche/teatrali, mi piacerebbe vedere dei balletti se mai avrò la possibilità, però ho visto anche rivisitazioni di classici del teatro o commedie/tragedie.
Hai davvero dei bei gusti, complimenti.
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klimt7 · 7 months
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Gioachino Rossini
Compositore italiano
[ Pesaro, 29 febbraio 1792 - Passy, 13 novembre 1868 ]
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Ieri ho trascorso la giornata a Pesaro da poco proclamata "Capitale della Cultura 2024" , città che non avevo finora mai visitato.
Dopo la visita al palazzo Ducale...
[ qui il link e un video]
youtube
ho voluto visitare la Casa natale, ora Museo, di Gioachino Rossini.
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Gioachino Rossini, è stato un pianista e compositore di opere musicali, teatrali e liriche ed ha conosciuto un travolgente successo nella prima metà dell'Ottocento.
Possiamo dire che fu il primo compositore di musica classica a scatenare una entusiastica ammirazione e fenomeni di moda e di emulazione, al pari degli attuali "Influencers", in tutta Europa, ma più ancora in Francia, in Inghilterra e in Germania.
Anche il suo stesso abbigliamento diede origine a mode e a imitazioni (celebri i suoi copricapo).
Rossini fu un bambino prodigio. A soli 7 anni entrò al Conservatorio, a 12 anni componeva sonate, a 14 anni ricevette la commissione dell'opera Demetrio e Polibio.
A soli 37 anni decise di ritirarsi dalla carriera pubblica e dalle turnèe. All'età in cui la carriera degli altri musicisti toccava il culmine, il grande compositore pesarese, decise all'improvviso, di smettere di la sua carriera pubblica e di comporre opere teatrali.
Fu il più importante compositore italiano della prima metà del XIX secolo e uno dei più grandi operisti della storia della musica, e per la precocità e la velocità di composizione, è stato soprannominato il "Mozart italiano" .
Definito da Giuseppe Mazzini «un titano. Titano di potenza e d'audacia
Oltre che compositore raffinato, Rossini fu buongustaio in tutti i sensi e anche eccellente cuoco, e si dice che fosse inarrivabile nel cucinare i maccheroni, di cui era goloso, come era appassionato di un certo pasticcio di pollo con gamberi al burro.
Egli cercava di trarre dai fornelli le stesse armonie del pianoforte.
Da Napoli si faceva venire i maccheroni, da Siviglia i prosciutti, da Gorgonzola l'omonimo formaggio, da Milano il panettone.
Fu un innovatore dallo spirito ipersensibile ed inquieto, molto moderno quindi grazie alla sua insolita e complessa personalità.
Dopo la fine della sua carriera pubblica come compositore, fu ospite graditissimo del Re di Francia che gli attribui un ricco vitalizio, purchè si fermasse a Parigi e facesse parte della corte.
Premetto che fino ad oggi, io non mi ero mai interessato di Lirica.
Da ieri però una grande curiosità mi è presa dopo aver letto un pò di notizie su questo artista che ho poi scoperto avere importanti legami con la mia terra (la Romagna).
La prima notizia che mi ha coinvolto è stato apprendere che suo padre era di umilissime origini: era originario di Lugo di Romagna.
Ma ecco come ne parla Wikipedia:
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Ma oggi, volendo ricordare la genialità e la modernità, del tutto fuori dagli schemi ottocenteschi, di questo Compositore che è passato alla storia come personaggio, bizzarro, amante del buon vivere, del bere, del cibo e delle belle donne, voglio scegliere un frammento delle sue tante opere trovato casualmente su YouTube.
Il brano è "Nacqui all'affanno..." ed è centrato sulla personalità della protagonista dell'opera "Cenerentola"
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Libretto / Testo italiano
CENERENTOLA:
Nacqui all' affanno, al pianto
Soffrì tacendo il core
Ma per soave incanto
Dell'età mia nel fiore
Come un baleno rapido
La sorte mia cangiò.
No, no; tergete il ciglio
Perché tremar, perché?
A questo sen volate
Figlia, sorella, amica
Tutto trovate in me.
TUTTI ( coro)
M' intenerisce e m' agita
È un nume agli occhi miei
Degna del premio sei,
Che dato viene a te.
CENERENTOLA :
Padre... Sposo... Amico... oh istante!
Non più mesta accanto al fuoco
Starò sola a gorgheggiar.
Ah! fu un lampo, un sogno, un gioco
Il mio lungo palpitar
TUTTI (coro) :
Tutto cangia a poco a poco
Cessa alfin di sospirar.
Di fortuna fosti il ​​gioco
Incomincia a giubilar.
Libretto inglese / traduzione:
CINDERELLA :
Born to trouble, to tears,
He suffered by keeping his heart silent
But for sweet charm
From my age in the flower,
Like a quick flash
My fate changed
No, no; wipe the edge
Why tremar, why ?
At this speed
Daughter, sister, friend
You find everything in me.
ALL:
M 'softens and agitates me
It is a nume in my eyes
Worthy of the prize six
What data comes to you
CINDERELLA :
Father ... Spouse ... Friend ... oh instant!
No longer saddened by the fire
I will be alone in gorgheggiar.
Ah! it was a flash, a dream, a game
My long palpitar.
ALL :
Everything changes gradually
He ceases to sigh
Fortunately, you were the game
It starts to jubilate
youtube
Riferimenti su Gioachino Rossini:
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fashionbooksmilano · 1 year
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Mejerchol'd & Golovin
In due spettacoli prima della Rivoluzione
a cura di Silvana de Vidovich e Gennady Cugunov
Ponte alle Grazie Editori , Firenze 1992, 118 pagine, brossura, 22 x 31 cm, brossura, ISBN 88-7928-044-9
euro 50,00
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Mostra La Manna D'Oro, Spoleto 23 giugno - 12 luglio 1992
L'artista russo Aleksandr Yakovlevich Golovin è stato la mente creativa di molte produzioni teatrali, di balletto e liriche nel suo paese natale ed è stato anche conosciuto come un pittore di talento. Nato nel 1863, Golovin ha lavorato come pittore, disegnatore e illustratore e ha collaborato con registi e drammaturghi russi di alto livello. Non solo ha sviluppato delle impressionanti scenografie per le loro opere, ma è stato anche volentieri assunto come costumista. Tra gli altri, Golovin ha sviluppato le sue idee e concetti innovativi per le produzioni di Sergei Diaghilev, Constantin Stanislavski e Vsevolod Meyerhold, attore, regista,art exhibition catalogue, che ha incrociato i lavori e le arti di altri protagonisti dell’avanguardia teatrale russa 
29/05/23
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carmenvicinanza · 1 year
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Jessye Norman
https://www.unadonnalgiorno.it/jessye-norman/
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Jessye Norman, soprano statunitense, è stata una delle poche cantanti liriche nere ad ottenere la gloria a livello mondiale.
Una fortunata carriera fuori dal comune che le ha portato ben quattro Grammy Award.
Il colore scuro della sua voce e l’estensione vocale  le hanno consentito un ampio repertorio liederistico e operistico, da Wagner a Verdi. Ha incantato interpretando i ruoli principali in opere come Carmen e Aida e si è cimentata con successo anche in altri generi, come jazz e spirituals.
Si è spesso spesa in azioni umanitarie contro la povertà, per le persone senzatetto, a favore della gioventù, delle arti e della cultura.
Nata il 15 settembre 1945 ad Augusta, una cittadina della Georgia, in epoca segregazionista, è cresciuta cantando in chiesa, sua madre era pianista e suo padre cantava nel coro.
Dopo aver vinto una borsa di studio per la Howard University di Washington dove si è diplomata in musica, si è perfezionata all’Università del Michigan, passando poi al Conservatorio Peabody  di Baltimora.
Nel 1968 ha fatto la sua prima apparizione nel National Council Concert per il Metropolitan Opera House di New York.
Ha debuttato nel 1969 come Elisabeth nel Tannhäuser di Wagner all’Opera di Berlino, ruolo che ha ricoperto più volte nei maggiori teatri del mondo.
Nel 1972 è stata Aida di Verdi al Teatro alla Scala di Milano diretta Claudio Abbado (dove è tornata più volte, negli anni) e Cassandra in Les Troyens di Berlioz alla Royal Opera House di Londra.
Tornata negli Stati Uniti, nel 1973 ha debuttato al Lincoln Center di New York. Dieci anni dopo è stata di nuovo Cassandra al fianco di Placido Domingo al Metropolitan Opera nell’ambito dei festeggiamenti per il centesimo anniversario del teatro newyorkese in cui si è esibita in oltre 80 recital.
Nel 1997, a 52 anni, è stata la persona più giovane a ricevere il Kennedy Center Honor, conferito alle persone che si sono distinte per il loro contributo all’arte e alla cultura.
Il presidente Obama l’ha premiata con la National Medal of Arts, la più alta onorificenza statunitense. Università prestigiose come Yale, Harvard e la Juilliard le hanno conferito lauree ad honorem.
Nel 2015 ha vinto il Premio Wolf per le arti nella musica.
Si è esibita in importanti occasioni pubbliche e cerimonie come l’insediamento di Reagan e Clinton a presidente degli Stati Uniti e per il sessantesimo compleanno della regina Elisabetta II.
Ha cantato La Marseillaise per la celebrazione del bicentenario della rivoluzione francese a Parigi dove le è stato conferito il titolo di Commandeur de l’ordre des Arts et des Lettres e la Legione d’Onore.
Ha eseguito la prima del ciclo di canzoni Woman life song, alla Carnegie Hall, su testi di Toni Morrison, Maya Angelou e Clarissa Pinkola Estés.
Alla sua figura si è ispirato il film francese Diva, del 1981.
Nel 1990 è stata nominata Ambasciatrice Onoraria presso le Nazioni Unite.
Si è spenta il 30 settembre 2019 a New York per complicazioni legate ad una lesione al midollo spinale risalente al 2015.
Per la sua voce, padrona di ogni sfumatura e la grande personalità era stata soprannominata Just Enormous.
In ogni sua interpretazione ha lasciato il segno di una personalità e sensibilità ammalianti.
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sydmorrisonblog · 2 years
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Roger Keith Barrett, conosciuto come Syd Barrett fu un artista ed un musicista brillante, talentuoso, carismatico, solare e seducente.
Da alcuni viene definito un pittore con l’hobby per la musica.
Tanto seducente e carismatico quanto irrimediabilmente perso. Syd sprofondò in un attimo, spegnendosi poco a poco.
La vicenda esistenziale di Syd Barrett è stata sinceramente triste e il suo precipizio inevitabile. Il ragazzo solare e affascinante aveva perso lo scintillio nello sguardo, la luce che rapiva chiunque incontrasse. Dal 1968  (l’anno in cui lasciò i Pink Floyd) al 2006 (l’anno della sua morte), in molti speravano che Syd uscisse dal suo isolamento, che guarisse, che riuscisse a dominare il dolore, vincere le tenebre, ritrovare un contatto con la realtà, riabbracciare gli amici, l’arte … Non è andata così.
Syd Barrett fu membro dei Pink Floyd per i quali ideò sia il nome del gruppo che i testi delle canzoni.
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I suoi testi erano innovativi. Molti suoi brani traggono ispirazione dai grandi scrittori e poeti inglesi e dalla letteratura dell’infanzia.
Syd Barrett prestò il suo talento artistico anche alle cover degli LP: realizzò l’illustrazione con il trenino che produce nuvolette di fumo con sopra scritto il titolo del brano See Emily Play o la serie di insetti sul fronte del suo secondo album da solista Barrett, mentre, la cover del suo primo album, The Madcap Laughs, rappresenta l’immagine fotografica di Barrett accovacciato su un pavimento dipinto con strisce nere che lui stesso realizzò.
Syd iniziò a dipingere quando ancora era un bambino. Frequentava la scuola d’arte dedicandosi alla pittura.  La pittura, appunto, era questo il suo primo amore.  A Londra frequentava la scuola di Arte di Camberwell. Aveva una predilezione alla creatività e all’immaginazione che emergerà in tutti i suoi lavori, sia dal punto di vista musicale che nelle sue liriche piene di paesaggi fantasiosi fiabeschi, di racconti spesso strampalati ma di grande potenza visiva.
Barrett amava la pittura nella sua forma più nobile e libera. La stessa libertà che gli avrebbe dovuto dare la musica ma non fu così.
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Il ritorno di Syd alla sua prima passione, la pittura, non è poi così impensabile come si sostiene. Probabilmente, Barrett, ha soltanto scelto di cambiare forma comunicativa e mezzo d’espressione. La sua necessità di esprimersi stava forse cercando vie alternative e, probabilmente, la pittura in quel momento rappresentava il suo strumento liberatorio e l’intimità di cui il successo lo aveva privato.
Il Syd Barrett pittore nell’arco della sua vita produsse diverse opere d’arte che non hanno una precisa sistemazione temporale. L’artista produsse lavori utilizzando stili e tecniche differenti, spaziando dall’astratto al figurativo, dalla china e penna su carta all’olio su tela, dal mosaico al collage fino all’illustrazione accompagnata da frasi scritte che richiamano le vignette.
Le tele mostrano un talento ed una sensibilità al di fuori del comune. In esse riemerge il rapporto ossessivo col colore. La pittura non lo costringeva alla pressione mediatica e soprattutto lasciava allo spettatore la possibilità di aprirsi all’universo astratto dell’artista.
Per via della malattia mentale la sua arte non è mai stata considerata più di tanto e bollata sotto l’etichetta di Art Brut.
Syd Barrett  fu una persona fuori dal comune, un affascinante sperimentatore spesso solitario, un compositore stravagante, un talentuoso artista, un precursore dei tempi.
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Sfuggito ad ogni logica, Barrett, era sicuramente una figura di estremo rilievo in ogni produzione artistica – che sia stata pittorica o musicale – nella quale si sia cimentato. La sua morte è stata una tragedia di proporzioni leggendarie come tutte quelle morti dove non muore solo un essere umano  ma anche la creatività che lo caratterizzava. Quindi è giusto che l’arte di Syd Barrett  non vada dimenticata.
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emavinci · 4 months
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OPERA FILM
SCUDETTO IN CASA PAISIELLO
OPERA IN DUE ATTI
soggetto di Mario Menicagli
musica di Mario Menicagli e Oliviero Lacagnina
libretto di Mario Menicagli, Giuseppe di Palma e Lido Pacciardi
edizioni: EMA Vinci edizioni - Sillabe
Danilo Paludi (baritono) – Gaetano [tifoso del Napoli]
Francesca Mercadante (soprano) – Caterina [moglie di Gaetano]
Niccolò Roda (baritono) – Munacello [spiritello]
Orchestra Il Contrappunto
L’azione si svolge in un appartamento napoletano tra il 30 aprile e il 4 maggio 2023
Sceneggiatura e Regia di Giuseppe e Luciano Scali
una produzione EMA Vinci records – NAREEI*
direttore di produzione Marco Cardone
PREMESSE
_ storia e tradizione
La prima operetta italiana che parla del calcio.
Sebbene il calcio sia uno sport relativamente giovane rispetto alla storia della lirica e dell'operetta, l'idea di un'opera incentrata su questo tema è affascinante, come è deducibile: il soggetto può dar vita a trame molto interessanti. Così è per Scudetto in casa Paisiello.
Le opere liriche e le operette hanno spesso affrontato temi legati all'amore, alla passione, al dramma, alla mitologia e alla storia. Il calcio, pur essendo una passione molto forte per molti, potrebbe essere considerato un tema meno "nobile", ma perché non far sposare assieme la principale forma musicale italiana, con la più importante tradizione sportiva vissuta nel paese dello stivale?
Un'opera teatrale sul calcio è qualcosa di completamente nuovo e originale, ha il potere di unire generazioni diverse e appassionare sia gli amanti della musica classica che i tifosi del calcio.
LA PRODUZIONE
_ antefatti
EMA Vinci records partecipa e vince il bando nuove musiche indetto dalla SIAE e dal Ministero della Cultura nell’ambito del progetto “Per Chi Crea”.
La discografica identifica quale l’artista da proporre al bando (giovani under 35) l’Orchestra giovanile “Il Contrappunto”, orchestra con la quale la discografica collabora oramai da tempo. (Andrea Mura Fondatore e vicepresidente, Damiano Tognetti Presidente e direttore artistico).
EMA Vinci records commissiona a Mario Menicagli il compito di scrivere e musicare un’operetta che verrà realizzata e prodotta in ambito cinematografico come nuova musica nella forma OPERA VIDEO.
Mario suggerisce come soggetto un’opera sullo scudetto del Napoli e avvalendosi dell’aiuto di Giuseppe di Palma, Lido Pacciardi e Olviero Lacagnina scrive la musica e il libretto.
Giuseppe e Luciano Scali realizzeranno la sceneggiatura e la regia. Marco Cardone sarà il direttore esecutivo della produzione.
Alla prossima puntata, così vi racconteremo la trama …
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Con il Sostegno del MIC e di SIAE nell'ambito del programma "Per Chi Crea"
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#scudettoincasapaisiello
#scudettonapoli
#scudettoema
#scudettonareei
@emavinci
@EMA Vinci service
@EMA Vinci records
@NAREEI
#EMAVinciservice
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@SIAE
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#PerChiCrea
#PCC
#SIAE
#ministerodellacultura
#MIC
* EMA Vinci records, EMA Vinci service e NAREEI sono marchi di EMA Vinci s.a.s
[email protected] – www.emavinci.it
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E' morto oggi a Roma il regista Beppe Menegatti, marito di Carla Fracci 
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E' morto il regista Beppe Menegatti, aveva 95 anni. Il decesso dopo un peggioramento delle ultime ore, questa mattina poco prima delle 7: era stato ricoverato in ospedale lo scorso 12 settembre. Al momento del decesso era vicino al regista il figlio Francesco. Regista teatrale sulle orme di Luchino Visconti, Eduardo De Filippo e Vittorio De Sica, di cui è stato collaboratore, autore di lavori originali che hanno unito danza, prosa e canto, il nome di Beppe Menegatti resterà per sempre legato a quello di sua moglie, di cui è stato anfitrione e mentore: Carla Fracci (1936-2021), considerata una delle più grandi ballerine del XX secolo e incoronata dal 'New York Times' come "prima ballerina assoluta". Per lei ha curato decine di regie di spettacoli di danza. Beppe e Carla sono stati uniti da un matrimonio lungo 54 anni e dalla loro unione è nato nel 1969 il figlio Francesco, che fino all'ultimo in ospedale è stato accanto all'amato padre. La regina della danza mondiale e il regista si erano sposati nel 1964. Si erano incrociati per la prima volta nella sala prove della Scala e fu un colpo di fulmine per entrambi. "Ero l'ultimo di una fila di persone che entravano - ha raccontato Menegatti - in testa c'era Luchino Visconti, poi il coreografo Léonide Massine, quindi il compositore Franco Mannino e la costumista Lila De Nobili e poi io che portavo la borsa a Visconti. Lila si gira e dice: 'Luchino, non potrebbe essere questa qua la ragazza per la parte di Silvestra?'. E indica una fanciulla seduta per terra con i calzerotti rossi. Era Carla". Nato come Giuseppe Menegatti a Firenze il 6 settembre 1929, fin da giovanissimo segue gli spettacoli del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e oltre che ad appassionarsi alla lirica, decide di intraprendere la strada di regista. Si iscrive all'Accademia nazionale d'arte drammatica "Silvio D'Amico" a Roma, che gli riconosce una borsa di studio. Al termine degli studi, Beppe Menegatti viene ingaggiato da Luchino Visconti nel 1954-56, che lo incarica come aiuto regista in diversi spettacoli teatrali. Lavora poi con Vittorio De Sica, Eduardo De Filippo, Luigi Squarzina, sempre in teatro, e in seguito in proprio come regista sia nel campo della prosa che in quello della lirica. Numerose le sue regie di opere liriche nei più importanti teatri del mondo. Prima di dedicarsi completamente alla lirica e alla danza, nella seconda metà degli anni '60, Menegatti ha curato la regia delle pionieristiche rappresentazioni assolute in Italia di autori del 'teatro dell'assurdo' come Samuel Beckett, "Tutti quelli che cadono" e "Commedia", con un gruppo di noti attori fra i quali Paola Borboni, Lidia Alfonsi e Virgilio Gazzolo. Spronato da Visconti, Menegatti già agli inizi degli anni '60 si occupa del teatro di danza ("Il balletto del festival dei Due Mondi", 1962), interesse che diventa primario grazie al matrimonio con Carla Fracci. Per esaltare la versatilità interpretativa della celebre moglie, si dedica all'ideazione di balletti drammatici, trovando spunti sia nella letteratura teatrale ("The Macbeths", 1969; "Il gabbiano", 1970; "Mirandolina", 1983, "Il lutto si addice ad Elettra", 1995), sia in quella operistica ("Il vespro siciliano, 1992) sia in biografie di personaggi storici che riadatta in drammaturgie ("Nijinskij memorie di giovinezza", 1989; "Alma Mahler G. W.", 1994; "Zelda, riservami un valzer", 1998). Menegatti ha poi coadiuvato Carla Fracci nella direzione del corpo di ballo dell'Arena di Verona nel 1996-97. Nella convinzione di non perdere di vista il balletto narrativo, in quegli anni Menegatti ha costruito (con l'ausilio di diversi coreografi) frammenti di balletti che si credevano scomparsi, ha rintracciato partiture musicali rare e preziose con spirito di archeologo, ha consultato vecchi libri come fonti di scorci storici e di atmosfere che poi ha raccolto in vere e proprie sceneggiature a passo di danza con interventi di prosa. Di recente, nel 2021, è stato consulente per il film biografico sulla Fracci, diretto da Emanuele Imbucci e liberamente ispirato all'autobiografia 'Passo dopo passo' a cura di Enrico Rotelli. Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 3 months
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Teatro San Carlo di Napoli: storia e origini
Il Teatro San Carlo di Napoli è uno dei teatri più antichi e prestigiosi d'Italia e del mondo intero. Fondato nel 1737, è il teatro lirico più grande d'Europa e uno dei più importanti per la qualità delle sue produzioni e delle sue rappresentazioni. Dov'è situazione il Teatro San Carlo di Napoli? Il Teatro San Carlo è situato nel cuore del centro storico di Napoli, vicino alla celebre Piazza del Plebiscito. La sua costruzione fu voluta dal re Carlo di Borbone, che desiderava dare alla città un teatro di prim'ordine per ospitare opere liriche e rappresentazioni teatrali di alto livello. Il teatro, progettato dall'architetto Giovanni Antonio Medrano, realizzato un edificio maestoso e sontuoso, con una spettacolare facciata in stile neoclassico. L'interno del teatro è altrettanto splendido, con eleganti decorazioni in stile barocco e una sontuosa sala con palchi e loggione che possono ospitare fino a 1500 spettatori. Il teatro ha visto esibirsi alcuni dei più grandi artisti della storia della musica e del teatro, da Rossini a Verdi, da Pavarotti a Domingo. Il teatro è famoso per le sue magnifiche produzioni di opere liriche, balletti e spettacoli di musica classica, che sono sempre di altissimo livello artistico e interpretativo. Quali spettacoli offre? Oltre alle rappresentazioni teatrali, il teatro ospita anche concerti di musica classica, recital e manifestazioni culturali di vario genere. Il teatro è anche sede di numerosi eventi speciali, come la prestigiosa stagione di balletto, che vede esibirsi alcune delle più importanti compagnie di danza del mondo. Il teatro è stato restaurato più volte nel corso dei secoli, ma ha sempre mantenuto intatta la sua bellezza e il suo fascino. Oggi il teatro è gestito dalla Fondazione Teatro di San Carlo, che si occupa di promuovere e sostenere le attività culturali e artistiche del teatro. Il Teatro San Carlo è anche un importante luogo di formazione per giovani talenti, grazie alla presenza dell'Accademia del Teatro di San Carlo, che offre corsi di musica, canto e recitazione per giovani aspiranti artisti. Simbolo di Napoli Il Teatro San Carlo è un simbolo della cultura e dell'arte napoletana, e rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la vita culturale della città e del Paese. Ogni anno migliaia di persone affollano il teatro per assistere alle sue splendide produzioni e vivere un'esperienza artistica indimenticabile. Il teatro è uno dei tesori culturali più preziosi d'Italia e del mondo intero. Con la sua storia millenaria, la sua bellezza architettonica e la sua programmazione artistica di altissimo livello, il teatro continua a essere un luogo magico e suggestivo dove la magia del teatro si unisce alla grandezza della musica e della danza. Foto di Hannibal Height da Pixabay Read the full article
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alessandro55 · 3 months
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Pizzigoni
testo Franco Purini e Marco Vallora
Arti Grafiche Fiorini, Milano 1990, 100 pagine, 56 ill., 24x30cm
euro 20,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Acropolis Arte Borgogna, Milano 1990
Nasce a Milano e si laurea in Architettura a Roma nel 1984. Nel 1986 é la sua prima personale di pittura (presentazione di Alessandro Mendini). Nel 1987 inizia la sua collaborazione con Olivetti che culminerà nel 1990 con la pubblicazione di un libro di disegni sulle città delle “Mille e una notte”. Nel 1994 crea le scene e i costumi per “Die Frau Ohne Schatten” di Richard Strauss al Teatro dell’Opera di Zurigo (regia Cesare Lievi). Nel 1995 crea le scene e i costumi per “Gesualdo” di Alfred Schnittke allo Staatsoper di Vienna con la direzione musicale di Mstislav Rostropovic. Per il New National Theatre of Tokyo ha disegnato le scene ed i costumi per numerose opere liriche e balletti. L’esperienza del teatro lo spinge, a partire dal 1995, a iniziare una ricerca sullo spazio che si verrà delineando sempre più come una vera e propria indagine su “La Forma del Vuoto”. Questa ricerca prosegue tuttora con la realizzazione di progetti in cui parti mobili sono in grado di modificare a vista lo spazio, mettendone così in evidenza le potenzialità plastiche oltre che dinamiche. Davide Pizzigoni ha tenuto mostre personali a Milano, Roma, New York, Tokyo e Osaka. La prima monografia sui suoi lavori è stata pubblicata nel 1990 con scritti di Franco Purini e Marco Vallora
15/06/24
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jacopocioni · 3 months
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Intervista impossibile a Rodolfo Siviero: prima parte
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Rodolfo Siviero Intervista impossibile a Rodolfo Siviero, figura molto discussa, ricordato per aver revuperato e riportato in Italia opere d'arte trafugate dai Nazisti, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Tempo fa ho deciso di andare a visitare  il museo dello 007 dell'arte Rodolfo Siviero. Nel Lungarno Serristori si trova un villino il cui proprietario collezionista e storico dell'arte ebreo Giorgio Castellano vi abitava insieme alla moglie Matilde Forti e il figlio Paolo. Questa abitazione venne acquistata dal Siviero dal figlio Paolo, dopo le leggi raziali emanate dal governo italiano. Ne fece la base di partenza per i suoi viaggi per il mondo  a recuperare le opere d'arte portate via o acquistate dai Nazisti per  le collezioni private di Hadolf Hitler e Herman Goering. Vi abitò fino alla morte facendone un museo lasciato per disposizione testamentaria alla Regione Toscana affinchè lo mantenesse e lo aprisse al pubblico per le visite. Mentre giravo per le stanze del piccolo museo, mi sono imbattuto in un elegante signore di circa 72 anni seduto ad una scrivania, mentre guardava con una lente di ingrandimento un quadro disteso sul piano.  Mi sono fermato a guardare il suo lavoro. L'uomo sentendosi osservato , ha interrotto il suo lavoro e mi ha apostrofato: Desidera? Sono rimasto impietrito e ho farfugliato: Bu buon giorno, sta restaurando quel quadro? No sono il padrone di casa e di tutto quello che c'è dentro. Mi chiamo Rodolfo Siviero, e lei? Piacere, mi chiamo Alberto Chiarugi, sono venuto vedere la sua collezione di quadri e statue e se lei  permette vorrei farle alcune domande sulla sua vita e l'attività di recupero. Una amichevole intervista da pubblicare sulla Rivista Fiorentina FlorenceCity. Va bene acconsento, le racconterò la mia avventurosa vita. Prego, inizi pure.
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Mi chiamo Rodolfo Siviero, sono nato nel paese di Guardistallo nella Maremma pisana la viglilia del Natale del 1911, sono figlio di un sottufficiale dei Reali Carabinieri e della senese Caterina Bulgherini. Ho anche una sorella Imelde detta Rina più piccola. Giunsi con la mia famiglia a Firenze nel 1924, dove mio padre era stato trasferito. La mia carriera scolastica non era molto brillante, non ho mai preso un diploma. iniziai anni dopo a seguire corsi umanisti universitari. All'epoca mi consideravo un Don Giovanni, mi iscrissi come tanti italiani al Partito Fascista. Ero un grande idealista, amante dell'arte e poeta. Ho collaborato al giornale del Partito Fascista. Anni dopo sono entrato in contatto con gli intellettuali frequentanti il bar delle Giubbe Rosse, grazie a queste conoscenze iniziai a lavorare per alcune testate giornalistiche come critico artistico e letterario. Nel 1936 sono riuscito a pubblicare dall'editore Le Monnier  una raccolta di liriche da me scritte dal titolo "La Selva Oscura". Così lei aveva realizzato il sogno di diventare poeta. Continui, la sua vita incomincia ad interessarmi. Conoscevo e parlavo correntemente diverse lingue straniere, riuscii ad entrare in contatto con alte cariche del Partito. Era mia intenzione di fare la carriera diplomatica o entrare a far parte di istituti di cultura italiani. Dopo un anno, il Servizio Investigativo Militare, mi fece avere una borsa di studio universitaria in storia dell'arte in Germania. In realtà si trattava di una copertura per un incarico di informatore. La missione si svolse nella città di Erfurt dalla fine del 1937 al 1938. L'incarico mi venne assegnato dal Generale Alberto Pariani, sottosegretario alla guerra, responsabile delle azioni segrete. Tutto per raccogliere informazioni sull'annessione dell'Austria al Terzo Reich. La missione in Germania ebbe fine nel dicembre del 1938, fui espulso come persona non gradita. Credevo che il ritorno a Firenze mi avrebbe riservato una accoglienza migliore. Purtroppo veni messo sotto controllo . Il servizio segreto dei fascisti, avevano scoperto che, durante la permanenza in Germania mi ero avvicinato agli alleati e in Italia ai movimenti antifascisti. Fine prima parte
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Alberto Chiarugi Read the full article
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lamilanomagazine · 4 months
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Varenna, in occasione del bicentenario della nascita di Antonio Ghislanzoni: una serie di iniziative a Villa Monastero
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Varenna (Lecco), in occasione del bicentenario dalla nascita di Antonio Ghislanzoni: una serie di iniziative a Villa Monastero La Provincia di Lecco, in occasione del bicentenario della nascita di Antonio Ghislanzoni (Lecco, 1824 – Caprino Bergamasco, 1893), ospita a Villa Monastero di Varenna alcune iniziative che mettono in luce il contributo più originale offerto all'esperienza culturale e artistica italiana del secondo Ottocento dal letterato di origine lecchese. Poeta, scrittore, giornalista, critico teatrale e, in gioventù, cantante lirico, Antonio Ghislanzoni ha legato il suo nome alla storia dell'opera italiana firmando il libretto di Aida di Giuseppe Verdi (1871, prima italiana 1872), con il quale aveva collaborato anche per la seconda versione della Forza del destino (1869). Anche se oggi è ricordato principalmente per la cooperazione con Verdi, Ghislanzoni ha offerto un contributo non trascurabile in vari campi. Come librettista, ha lavorato con compositori significativi quali Ponchielli, Gomes, Petrella, Catalani; Puccini e Mascagni musicarono in gioventù alcune sue liriche. In maniera diretta o indiretta, Ghislanzoni fu in rapporto con i più importanti rappresentanti dell'opera italiana della seconda metà del XIX secolo. Questa esperienza è ricordata nel primo appuntamento: domenica 26 maggio alle 16.00 nel Giardino botanico di Villa Monastero con il concerto L'opera per tutti, dedicato alla divulgazione popolare della grande opera italiana nelle trascrizioni per orchestra di fiati. Protagonista del concerto è la Filarmonica Giuseppe Verdi di Lecco-San Giovanni, uno dei più antichi sodalizi del territorio, diretta da Mauro Bernasconi. Meno conosciuto è il versante creativo di Ghislanzoni legato a una dimensione espressiva tipica della corrente letteraria della Scapigliatura: la dimensione grottesca, umoristica, surreale, linguisticamente e drammaturgicamente avventurosa, che trova esiti sorprendenti in alcuni libretti. Questa produzione è indispensabile per completare la conoscenza delle attività musicali degli Scapigliati e si può considerare, per certi aspetti, più moderna e originale di quella 'seria'. Questi temi saranno al centro della lectio magistralis di Emilio Sala dal titolo Antonio Ghislanzoni e l'umorismo musicale moderno, in programma sabato 1 giugno alle 16.00 nella sala Fermi Villa Monastero. Emilio Sala, uno dei massimi esperti dell'opera italiana dell'Ottocento, è professore di musicologia all'Università degli studi di Milano Si occupa dei rapporti tra la musica e varie forme di spettacolo in una prospettiva sia storica che teorica. È membro di numerosi comitati scientifici; il suo ultimo libro, "Opera, neutro plurale. Glossario per melomani del XXI secolo", è stato pubblicato dalla casa editrice Il Saggiatore. Nel 2014 è stato insignito del premio internazionale "Luigi ed Eleonora Ronga" dell'Accademia nazionale dei Lincei per opere di Musicologia e nel 2024 è diventato membro della Accademia Europea. La giornata di sabato 1 giugno si conclude alle 17.30 con un concerto che sintetizza il ribollente momento della cultura letteraria e musicale italiana in cui visse Ghislanzoni. Il Quartetto "Franco Faccio" propone un programma che si apre con il rarissimo "Quartetto in sol maggiore" di Franco Faccio, figura di primo piano della Scapigliatura italiana, fraterno amico e collaboratore di Arrigo Boito, compositore e fondatore della moderna direzione d'orchestra in Italia. Il programma è completato dall'affascinante composizione "Crisantemi" di Puccini, che sarà riutilizzata dall'autore nell'ultimo atto di "Manon Lescaut". Il "Quartetto Franco Faccio" è costituito da musicisti del Teatro alla Scala che hanno partecipato o partecipano a tutte le attività del Teatro, della Filarmonica di gruppi cameristici di varie formazioni, con l'intento di proporre, fra l'altro, il repertorio cameristico italiano che non ha ancora goduto della meritata valorizzazione. I membri del gruppo sono: Kaori Ogasawara violino, Antonio Mastalli violino, Claudio Pavolini viola, Gabriele Garofano violoncello. La partecipazione alle iniziative culturali è gratuita, previo pagamento del biglietto di ingresso: biglietto di ingresso al Giardino botanico per il concerto del 26 maggio; biglietto di ingresso al Giardino botanico e alla Casa Museo e prenotazione obbligatoria per la lectio magistralis e il concerto del 1° giugno, scrivendo una email a [email protected]. Per ulteriori informazioni: Telefono: 0341 295450 E-mail: [email protected] Sito internet: www.villamonastero.eu Facebook: @villamonastero.lc Instagram: @villamonastero_official  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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pikasus-artenews · 4 months
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VISSE D’ARTE. GIACOMO PUCCINI E LE SUE OPERE LIRICHE NELLA REINTERPRETAZIONE PITTORICA DI CORRADO VENEZIANO
La mostra di Corrado Veneziano sulle opere di Puccini
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gianlucacrugnola · 5 months
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The Cure - Disintegration
Le paure e le inquietudini possono prender forma, iniziare a fluttuare attraverso le immagini di videoclip cupi e tetri, quasi horror, opere realizzate dal maestro Tim Pope, l’uomo in grado di materializzare incubi e alienazioni presenti nelle liriche di Robert Smith, leader, cantante, chitarrista e compositore dei The Cure e queste raffigurazioni visive consentono al mondo di esplorare gli…
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