Tumgik
#pallottole
jacopocioni · 6 months
Text
Piazza delle Pallottole e la sua storia
Tumblr media Tumblr media
Il nome è strano, curioso, forse addirittura inquietante… O che succedeva in questa piazza, c’era forse una fabbrica di munizioni? Oppure era qui presente un antesignano dei moderni poligoni di tiro? Era un luogo mal frequentato, in cui non era raro volassero delle pallottole? Mi spiace deludere le fantasie più sfrenate, ma niente di tutto questo somiglia neppur lontanamente a quello che avveniva in questa piazza. Cominciamo dalla ubicazione: Piazza delle Pallottole si trova nella zona tra l’abside del Duomo e l’inizio di via del Proconsolo; vi si accede da Piazza San Benedetto, da Via de’ Maccheroni e, principalmente, dalla stessa Piazza del Duomo. Procedendo per gradi, analizziamo il nome: Pallottole. Il significato è inequivocabile, vero? … NO!! Le pallottole non sono soltanto quei piccoli tubetti metallici riempiti di polvere da sparo che si inseriscono in un’arma. All’opposto, le pallottole sono un oggetto ludico, divertente, un modo di socializzare e tenere unita la gente, non disdegnando certo qualche parapiglia, di quando in quando, come in ogni gioco che si rispetti. Le pallottole, amici miei, sono le antenate delle bocce.
Tumblr media
Quando si gioca a bocce, è inevitabile che si crei confusione: risate, polemiche, prese per i fondelli, discussioni ed incitamenti, litigate… quelli che una volta venivano definiti “strepiti”. A Firenze, i nostri mitici Signori Otto, avevano tappezzato la città di “leggi di pietra”, quelle lapidi in cui, tra l’altro, si vietavano "giochi di palle e pallottole e fare strepiti”, a xxx braccia da chiese e palazzi signorili, e le punizioni per chi trasgrediva erano sia pecuniarie che corporali, i famosi “tratti di corda”", ad esempio.
Tumblr media
Nel centro storico, un solo luogo era fatto salvo da questi divieti, ed era proprio la Piazza in questione, che deve il suo nome proprio al gioco che qui era consentito fare. Il gioco era molto simile all’attuale gioco delle bocce: delle palline chiamate pallottole venivano lanciate verso un punto preciso, e vinceva chi si avvicinava di più con la sua pallottola. Era uno dei passatempi preferiti dei fiorentini, veniva inizialmente giocato in ogni dove e, visto il nostro carattere “fumino”, spesso le discussioni potevano sfociare in vere e proprie risse. Anche nel mio amato Bisdosso, ovvero diario del Pastoso, se ne trova una notazione: “… in quella viaccia, che è fra i due Orti cioè uno del Canneto delle Monache della Crocetta, e quello delle Monache degli Angiolini, fra la cantonata di Via del Mandorlo e quella della Via della Crocetta, fù ferito con un corno il Tronci dal Limonaio poeta della qual ferita il 29 di detto in Santa Maria Nuova rese l’anima a Dio. La causa per la quale detto Tronci perse così disgraziatamente la sua vita fù, che essendo costoro a giocare alle pallottole fuor della Porta a Pinti, cominciorno a litigare insieme, di modo che si attaccorno alle pugna, e furno spartiti, ma essendo entrati in Firenze uno poco lontano dall’altro tuttavia litigando, quando furono in detto luogo di nuovo si attaccorno alle pugna et essendo caduti in terra, il Limonaio venutoli alle mani un corno, che quivi non ne mancano per esserci lo scaricatoio del Beccaio degl’Innocenti, con esso ferì e ruppe una ganascia al Tronci, che teneva sotto, della qual ferita com’è detto si morì”. Questo fu soltanto uno dei tanti episodi che convinsero i Signori Otto ad emanare la legge che delimitava lo spazio in cui il gioco poteva essere praticato.
Tumblr media
La piazza, all’epoca, era molto più grande di quanto appaia adesso; il restringimento è dovuto ai lavori ottocenteschi con cui vennero abbattute le case che la delimitavano, per concedere più ampio respiro a Piazza del Duomo. Ma di storie questa piazza ne ha da raccontare… fu anche teatro di un delitto d’onore, nel lontano 1528. Giuliano Salviati, grande amico del depravato Duca Alessandro de’ Medici, aveva incontrato, fuori Porta San Miniato, Luisa Strozzi di ritorno dal Perdono del Monte alle Croci, e l’aveva importunata con proposte oscene. Luisa lo riferì al fratello Leone, che si mise subito in cerca di Giuliano Salviati per tutta Firenze. Fu proprio qui, in Piazza delle Pallottole, che lo trovò e, senza tanti discorsi, tirò fuori un pugnale e lo accoltellò, uccidendolo.
Tumblr media
Nella piazza non può non richiamare la nostra attenzione quel grande edificio di forma circolare: è di origine settecentesca. Precedentemente, qui c’era una grande tettoia che formava un portico, sotto il quale lavoravano gli scalpellini dell’Opera del Duomo: si trattava del laboratorio dove venivano realizzate le sculture e le decorazioni per la parte esterna del Duomo. Nel Settecento il vecchio portico lasciò il posto all’attuale rotonda; alla metà dell’Ottocento vi fu il definitivo trasferimento del laboratorio di restauro all’attuale sede di Via dello Studio, dove ancora oggi vengono realizzate le copie delle statue che vanno a sostituire le originali per le quali l’esposizione a cielo aperto risulta lesiva.
Tumblr media
Nel 1946, nel corso di un restauro della Porta del Paradiso, vennero per la prima volta smontati i fregi e venne alla luce un piccolo “cimelio” datato 1452. Si trattava di una pallottola che, probabilmente, era finita in quella intercapedine durante i lavori di montaggio della Porta del Paradiso: quasi sicuramente dei ragazzini, contravvenendo ai divieti, stavano giocando alle pallottole nei pressi del Battistero, ed una pallottola rimbalzando andò a finire proprio lì, dove è stata ritrovata dopo quasi 500 anni. Si tratta di una pallina poco più piccola di una palla da tennis, fatta di due parti di cuoio cucite insieme. Probabilmente - per darle il giusto peso - al centro, nascosto da un involucro di paglia secca ben pressata necessaria a conferire elasticità alla pallottola, si trova un pezzetto di piombo.
Tumblr media
Fotografia di Giovanni Krur In tempi più recenti, verso la fine del Settecento, il Granduca Pietro Leopoldo proibì il gioco delle pallottole: i giocatori toscani si spostarono così tra i filari dei vigneti, dove cominciarono a giocare allo “striscio” (che è il modo più utilizzato per lanciare la boccia da queste parti), con grandi bocce di sorgo. Ultima annotazione: in questa piazza c’era un gigantesco tralcio di vite, che viveva lì da tempo immemore e si era arrampicata sul terrazzo del primo piano di un palazzo: una pianta magnifica, che purtroppo morì nel 2005, c’è chi sostiene con lo sciagurato intervento umano. Di lei rimane il tronco, che ancora si può notare uscire dall’intonaco del palazzo, ed una targa apposta in sua memoria nel 2010. Di storia ne aveva proprio tanta da raccontare, questa piccola particolare piazza… tra cui ricordarci che anche il gioco delle bocce è stato inventato a Firenze.
Tumblr media
Gabriella Bazzani Read the full article
0 notes
omarfor-orchestra · 2 years
Text
Tumblr media
Ad un passo 🤏🏼 dal compiere l'estremo gesto
8 notes · View notes
intotheclash · 6 months
Text
Con cosa posso trattenerti? Ti offro strade difficili, tramonti disperati la luna di squallide periferie. ...Ti offro le amarezze di un uomo che ha guardato a lungo la triste luna. Ti offro i miei antenati, i miei morti, i fantasmi a cui i viventi hanno reso onore col marmo: il padre di mio padre ucciso sulla frontiera di Buenos Aires due pallottole attraverso i suoi polmoni, barbuto e morto, avvolto dai soldati nella pelle di una mucca il nonno di mia madre - appena ventiquattrenne - a capo di trecento uomini in Perù, ora fantasmi su cavalli svaniti. Ti offro qualsiasi intuizione sia nei miei libri, qualsiasi virilità o vita umana. Ti offro la lealtà di un uomo che non è mai stato leale. Ti offro quel nocciolo di me stesso che ho conservato, in qualche modo - il centro del cuore che non tratta con le parole, nè coi sogni e non è toccato dal tempo, dalla gioia, dalle avversità. Ti offro il ricordo di una rosa gialla al tramonto, anni prima che tu nascessi. Ti offro spiegazioni di te stessa, teorie su di te, autentiche e sorprendenti notizie di te. Ti posso dare la mia tristezza, la mia oscurità, la fame del mio cuore cerco di corromperti con l'incertezza, il pericolo, la sconfitta. (Jorge Luis Borges)
39 notes · View notes
libero-de-mente · 11 months
Text
La canzone di Marinella
Tumblr media
L'immagine di una sconosciuta ha dato vita a una delle canzoni più popolari del 20°secolo.
Lei è Marinella, quella di Fabrizio De André.
Anni '30, Maria Boccuzzi, una ragazza senza storia emigra da Reggio di Calabria a Torino insieme alla famiglia in cerca di fortuna. Un ambiente chiuso retrogrado quello famigliare, a 15 anni scappa con un ragazzo che la lascia poco dopo. Impossibile tornare a casa, orgoglio e dignità compromessi. Così passa da un amore all'altro, prima come ballerina di 3a fila poi finendo sulla strada protetta da tale Carlone.
Nel 1953 Maria ha 33 anni viene ritrovata nel fiume Olona vicino Milano, nei polmoni poca acqua ma sul corpo sei fori di pallottole. Un omicidio con poche righe in cronaca, forse un cliente, forse un monito per una ribellione al giro di prostituzione.
Nel 1953 De André ha solo 13 anni, poca voglia di studiare e una passione per gli animaletti feriti che raccoglieva per strada, dieci anni dopo rilegge la cronaca di Maria Boccuzzi e così nasce La canzone di Marinella con pochissima fortuna finché non viene cantata da Mina e i proventi (600.000 £) rincuorano De André a continuare sulla strada cantautorale.
Ecco questa di Marinella è la storia vera che scivolo nel fiume a primavera... Come disse Fabrizio anni dopo, non potendo addolcirle la vita ha provato ad addolcirle la morte.
fonte Il Grande Rock italiano
84 notes · View notes
donaruz · 1 year
Text
Tumblr media
Oggi 17 settembre riapre la caccia
Odio la caccia
Che il cinghiale possa correre più veloce delle pallottole
Che il fagiano voli più alto del mirino
e ogni volatile trovi rifugio nel fogliame
Che la lepre beffi il cacciatore fra l'erba
ed il cane fedele non sia sfruttato fino alla morte
Che la volpe trovi la buca migliore
Che ogni animale sia protetto dalla brama d'uccidere degli uomini
Odio la caccia
(Foto fonte web)
Fuochi nella nebbia
56 notes · View notes
Text
Ti offro strade difficili, tramonti disperati,
la luna di squallide periferie.
Ti offro le amarezze di un uomo
che ha guardato a lungo la triste luna.
Ti offro i miei antenati, i miei morti,
i fantasmi a cui i viventi hanno reso onore col marmo:
il padre di mio padre ucciso sulla frontiera di Buenos Aires,
due pallottole attraverso i suoi polmoni, barbuto e morto,
avvolto dai soldati nella pelle di una mucca;
il nonno di mia madre – appena ventiquattrenne –
a capo di un cambio di trecento uomini in Perù,
ora fantasmi su cavalli svaniti.
Ti offro qualsiasi intuizione sia
nei miei libri, qualsiasi virilità o vita umana.
Ti offro la lealtà di un uomo
che non è mai stato leale.
Ti offro quel nocciolo di me stesso
che ho conservato, in qualche modo –
il centro del cuore che non tratta con le parole,
ne coi sogni e non è toccato dal tempo,
dalla gioia, dalle avversità.
Ti offro il ricordo di una
rosa gialla al tramonto,
anni prima che tu nascessi.
Ti offro spiegazioni di te stessa,
teorie su di te, autentiche e sorprendenti notizie di te.
Ti posso dare la mia tristezza,
la mia oscurità, la fame del mio cuore;
cerco di corromperti con l’incertezza,
il pericolo, la sconfitta.
Tumblr media
Jorge Luis Borges
6 notes · View notes
francescosatanassi · 3 months
Text
NADIA E SERGIO
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Aprile ‘44. Giuseppina Venturini ha 17 anni e gira con una Beretta mod. 35, procura armi per i compagni, vestiti, cibo, medicinali. Quando 5.000 nazifascisti salgono da Biserno per attaccarli, lei è in mezzo alla battaglia e salva la vita al partigiano Benvenuto Coatti, tamponandogli una ferita con la camicia. È in montagna da alcune settimane, dopo aver lavorato in tipografia, a Santa Sofia, e aver aiutato i soldati sbandati a rifugiarsi sui monti dietro casa. A Santa Sofia la chiamano Geppi, ma nei boschi il suo nome di battaglia è Nadia. Milita nel 3° distaccamento dell’8° Brigata Garibaldi, quello composto da russi e slavi. Li guida Sergej Sorokin, nome di battaglia Sergio, ufficiale dell’Armata Rossa evaso da un campo di prigionia e diventato partigiano. Nadia e Sergio combattono assieme, condividono amore e pallottole fino alla Liberazione. Nel ’45 si trasferiscono all’ambasciata sovietica di Roma e lì si sposano. Hanno un figlio, Lionik. Nadia vive con la comunità russa, ma è tempo di guerra fredda, Stalin manda Sergej in Siberia per diversi anni, Nadia vuole seguirlo, ma da occidentale sa che il suo sarebbe un viaggio di sola andata. Gli anni passano, i due si scrivono ma la censura blocca inesorabilmente ogni lettera. Per 10 anni non hanno notizie uno dell’altra. Si rivedono negli anni ’60, quando la delegazione russa torna in Italia per un anniversario della Resistenza. Ma il tempo è inesorabile, entrambi si sono risposati, hanno altre famiglie e altri figli. Solo un breve contatto, qualche ricordo, e l’incontro tra Lionik e il padre, il comandante Sergio che guidava i partigiani russi in Romagna, e ora indossa il distintivo delle Brigate d'Assalto sul petto. Nadia torna ed essere la Geppi di Santa Sofia, dove si spegne nel luglio 2006, tra una sigaretta e l’altra, sempre lottando per le donne e per la libertà degli oppressi. Sergio scrive un libro di memorie, ma l’ANPI decide di non pubblicarlo perché “poco rilevante”.  La sua storia abbraccia quella resistenza romagnola di cui oggi si parla ancora poco, dal comandante Libero alla prima Repubblica Partigiana d’Italia, quella del Corniolo (ma questa è un’altra storia).
7 notes · View notes
lunamarish · 3 months
Text
Con cosa posso trattenerti?
Ti offro povere strade, tramonti disperati, la luna dei laceri sobborghi. Ti offro l’amarezza di un uomo che ha guardato a lungo, molto a lungo, la luna solitaria. Ti offro i miei antenati, i miei morti, i fantasmi che i vivi hanno onorato oggi col bronzo: il padre di mio padre ucciso ai confini di Buenos Aires con due pallottole dentro i polmoni, morto barbuto che i suoi soldati avvolsero in una pelle di vacca; il nonno di mia madre, ventiquattrenne appena quando guidò la carica dei suoi trecento uomini in Perù, ormai spettri su cavalli svaniti. Ti offro ogni intuizione racchiusa nei miei libri e quanta virilità o buon umore ha la mia vita. Ti offro la lealtà di un uomo che non fu mai leale. Ti offro la mia essenza, salvata non so come, quel centro del cuore che non tratta parole, non traffica coi sogni e non è mai toccato dal tempo, dalla gioia o dalle avversità. Ti offro il ricordo di una rosa gialla vista anni fa al tramonto, prima che tu nascessi.
Ti offro spiegazioni di te stessa, teorie su di te, notizie vere e sorprendenti al tuo riguardo. Ti posso dare la mia solitudine, le mie tenebre, la fame del mio cuore; cerco di allettarti con l’incertezza, il pericolo, la sconfitta.
Jorge Louis Borges
7 notes · View notes
abr · 4 months
Text
A proposito dell'uomo che ha tentato di uccidere Fico in Slovacchia, interessante notare come, non essendo riconducibile a una galassia di destra, non bastino nemmeno 5 pallottole scaricate su un primo ministro per valergli l'appellativo di "estremista".
via https://x.com/LeonardoPanetta/status/1791019744654406046
7 notes · View notes
blogitalianissimo · 5 months
Text
A me comunque che questa usi le frecce per darsi un tono invece di una pistola carica di pallottole d'argento ha sempre fatto ridere
9 notes · View notes
raffaeleitlodeo · 1 year
Text
Tumblr media
ELENA
Elena non la conoscevo. Così come non conoscevo Walter, Roberto, Fausto, Iaio, Ivo, Claudio. Tutti ammazzati dai fascisti in dodici mesi.
Settembre 1977, settembre 1978.
Ma la morte di Elena Pacinelli non è solo terribile. Non è morta sul colpo. Uccisa a freddo. Se n’è andata via in disparte, senza bandiere. Nell’anonimato di una malattia troppo precoce. Di lei, si sa poco o niente. Forse non solo per la riservatezza dei familiari.
E’ il 29 Settembre del 1977. Intorno alle 22 e 30, una Mini Minor si aggira in Piazza Igea. Un finestrino si abbassa e parte una scarica di proiettili. Destinatari i compagni che stazionano nella piazza. Un rosso vale l’altro.
Il quartiere è il Trionfale. Roma Nord. Un fazzoletto di palazzoni conteso dai fascisti della Balduina, che si sono già presi Vigna Clara e Monteverde.
Tre di quelle pallottole colpiscono Elena al torace e al polso sinistro.
Elena Pacinelli che ha solo diciannove anni. Un altro proiettile si conficca nel borsello di Claudio, senza conseguenze. Appena 48 ore prima un’altra compagna, Paola Cavignani, era stata ferita a pistolettate nei pressi della stazione Eur-Fermi della metro.
Elena non si è più ripresa da quell’agguato. Dopo un travaglio di sofferenze, un male incurabile e si è spenta. La sua storia è strettamente collegata a quella di Walter [Rossi], assassinato dai fascisti la sera successiva mentre denunciava proprio il ferimento di Elena.
Come per Walter, anche per Elena nessuno ha pagato nonostante mille evidenze sulla dinamica dei fatti. L'inchiesta è stata archiviata. Per sempre.
Alfredo Facchini, Facebook
16 notes · View notes
omarfor-orchestra · 1 year
Text
Tumblr media
Buongiorno -28 con i miei uomini
1 note · View note
seoul-italybts · 2 months
Text
[✎ ITA] W Korea⠸ JIN : La Reunion Con JIN dei BTS, Come un Sogno Estivo | 16.07.2024
Tumblr media
__ La Reunion Con JIN dei BTS,
Come un Sogno Estivo __
JIN x W Korea - con FRED Jewelry -
Servizio fotografico completo ⬇ | Twitter
L'incredibile JIN
Poco tempo dopo aver completato il suo servizio militare, Jin dei BTS è apparso di fronte alle telecamere di W Korea in qualità di ambassador per il brand di alta gioielleria francese, Maison FRED. Appare ancor più giovane di quando si è arruolato, sfoggiando ancora un taglio di capelli corto, residuo del suo recente periodo da [soldato] Kim Seok-jin. Gli occhi limpidi, luccicanti di curiosità, dalle sue labbra è spesso uscita la parola ‘felicità’ e sembrava come irradiare energia positiva. W Korea ha trascorso una giornata con Jin, che ha ancora tutto l'aspetto di un giovane ordinario. Dopo il suo arruolamento in inverno, Jin è ora tornato come un sogno in questo giorno d'estate.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
<W Korea> Congratulazioni per aver completato il servizio militare ed essere diventato ambasciatore per il brand FRED. Siamo davvero fortunatə ed onoratə di poter collaborare con te a questo servizio fotografico, subito dopo il tuo congedo. Sei stupendo con quegli accessori di alta gioielleria. Jin: Inizialmente, non ero certo questo tipo di gioielli mi si addicesse. Ma una volta indossati, mi son subito sentito più sicuro perché mi stavano meglio di quanto mi aspettassi. Devo ringraziare l'ARMY per essere la mia fonte di sicurezza e FRED per aver creato dei gioielli adatti a tutti (ride).
Hai finito il tuo servizio militare i 12 giugno presso il centro di addestramento della 5a divisione di fanteria sito a Yeoncheon-gun, nella provincia del Gyeonggi. Ho sentito dire che quella zona è caldissima in estate e gelida in inverno. Com'erano le temperature nel pieno di queste due stagioni?
Jin: Le condizioni climatiche erano inimmaginabili. Mi sono arruolato a dicembre 2022. Quel giorno, i miei colleghi hanno fatto uno screenshot delle previsioni meteo e la temperatura percepita era di -30°C (ride). Non riuscivo manco a credere che le temperature invernali potessero essere così basse. E quelli che erano al campo base da più tempo di me mi hanno detto che anche l'estate era inconcepibilmente calda, ma inizialmente non volevo crederci. Quando poi è arrivata l'estate, ho capito che avevano ragione. Non era del tutto insopportabile, perché già normalmente sono abbastanza abituato al caldo, ma la temperatura sfiorava i 40°C.
Oh cielo. E abbiamo saputo che ti è stato assegnato il compito di assistente istruttore e che sei stato poi promosso a soldato d'élite. Per ottenere quel titolo bisogna rispettare certi requisiti, come mandare a segno più di 18 pallottole su 20 nel tiro con armi da fuoco, completare un tragitto di corsa di 3 km entro i 12 minuti e 30 secondi e passare il test di allenamento militare da combattimento. J-hope si è arruolato lo scorso aprile e anche lui è stato promosso a soldato d'élite. Magari è anche merito dell'esercizio fisico e dell'addestramento svolti in qualità di membri dei BTS. Credi saresti comunque diventato un soldato d'élite anche senza l'addestramento fatto in previsione delle esibizioni più intense?
Jin: Non credo. Mi stanco facilmente, di solito, e non sono un tipo molto atletico. A tutta prima, non è stato affatto semplice percorrere 3 km in 15 minuti. Però, esercitandomi nella corsa ogni giorno, gradualmente mi sono messo in forma. Quando ero ancora una recluta ero sempre tra i corridori migliori. Quindi sì, credo di aver ottenuto il titolo di soldato d'élite proprio perché ho sviluppato la resistenza necessaria per completare una corsa da 3 km.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
A questo proposito, molte delle celebrità che abbiamo incontrato in precedenza ci hanno detto che hanno trovato un maggior senso di stabilità nella vita bilanciata e regolare condotta nell'esercito rispetto ai soliti ritmi serrati della quotidianità. E tu hai riscoperto qualcosa di te, durante il servizio militare?
Jin: No, non credo necessariamente di aver scoperto un nuovo lato di me, durante il servizio. Già da prima dell'arruolamento non mi sono mai particolarmente identificato in termini quali 'celebrità', 'cantante' o 'artista'. Semplicemente, mi vedo sempre come Kim Seok-jin, una persona del tutto ordinaria, e anche al militare sapevo che non sarebbe cambiato nulla di che. L'unica cosa cui tenevo era svolgere al meglio il mio dovere. Però, sì, essere un soldato ha sviluppato la mia resistenza.
Il giorno successivo al congedo, hai dato abbracci a 1000 fan in occasione della ‘FESTA 2024’, ovvero l'evento organizzato per l'anniversario di debutto dei BTS, tenutosi il 13 giugno presso il Complesso Sportivo Jamsil. Trovo che abbracciare 1000 fan sia una chiara dimostrazione di entusiasmo e determinazione.
Jin: Mi sono divertito un mondo e avrei voluto l'evento durasse di più, ma il tempo è trascorso più rapidamente di quanto mi aspettassi. Durante il servizio ho riflettuto molto su cosa avrei potuto organizzare per il dopo-congedo e una "sessione di abbracci" mi sembrava un'ottima idea. Di fatto sono stato io a suggerire la cosa all'agenzia. Sono lieto le/i fan abbiano apprezzato. È stato un sogno che si è avverato, per me, e ciò che ho provato è indescrivibile.
Sappiamo che stai anche lavorando ad un album solista. Dopo i tanti raggiungimenti ottenuti con i BTS ed aver completato il servizio militare, immagino tu abbia riflettuto molto sulla tua musica. Che cosa ti passa per la mente, di questi tempi?
Jin: Ciò cui ho pensato più spesso è stato il desiderio di esibirmi. Proprio per questo motivo, quando lavoro alla mia musica tengo sempre conto della performabilità delle canzoni. I BTS hanno fatto tantissime esibizioni e io cerco sempre di riflettere su quelle che hanno suscitato maggiore entusiasmo nelle/i fan. Quello è decisamente un aspetto fondamentale, per me.
Tumblr media
Che cosa significa per te essere un ‘buon cantante’ e come deve essere una ‘bella canzone’?
Jin: Credo un ‘buon cantante’ debba avere ottime capacità tecniche nel canto. Riuscire a trasmettere emozioni è anche cruciale, come dimostrano gli artisti ‘dotati’ in quanto a voce. Io ne ho ancora di strada da fare e cerco sempre di migliorarmi. Spero di cuore le mie canzoni possano portare gioia a tante persone. Quando registro canzoni particolarmente emotive, cerco di aggiungere in fiato, mentre nell'esprimere sentimenti più delicati, uso un tono più basso, di petto.
Tutti questi sforzi non possono che significare che hai un solido database interno, frutto dei tanti anni di esperienza. Se prendiamo in considerazione le tue canzoni soliste incluse negli album dei BTS, le tracce rilasciate su SoundClud ed il tuo singolo solista “The Astronaut”, quale pensi sia l'aspetto più importante?
Jin: In passato, il mio obiettivo principale era presentare della ‘buona musica’, ma ora ho cambiato leggermente punto di vista. Più incontro l'ARMY ai concerti, più mi appassiono al palcoscenico e alle performance. Ho realizzato che sono io il primo a non godermi appieno canzoni non esattamente allegre, quando le canto dal vivo. Tutto questo mi ha portato a priorizzare brani che siano adatti a performance simili. Ma queste, ovviamente, sono solo mie riflessioni e non riguardano gli album dei BTS.
Sei anche famoso per il tuo modo di fare modesto e la tua positività. Vieni spesso descritto come una persona semplice che non si lascia scalfire dai grattacapo, che non si stressa facilmente e che è concentrata sul presente. Eri già così quando eri bambino?
Jin: Non mi stresso spesso. Cerco sempre di ricordare a me stesso che il mondo è pieno di gioia (ride). Ovviamente ci sono momenti in cui anche io sono sotto pressione e stressato, ma cerco di ridurre queste sensazioni al minimo. E chiaramente, di tanto in tanto, anche io mi arrabbio. Però credo non abbia senso attaccarsi le cose all'orecchio ed indulgere nella rabbia. Nella vita ci sono e saranno sempre alti e bassi; personalmente, trovo abbia più senso cercare di lasciarsi alle spalle la negatività il prima possibile.
Tumblr media Tumblr media
La cosa che preferisci di te stesso?
Jin: Semplicemente me, me stesso. Mi piace il mio aspetto e la vita che sto conducendo adesso. Non voglio scegliere solo una cosa, quindi direi che ciò che apprezzo di più è tutto me stesso, semplicemente la persona che sono. ‘Love Myself!’
Quando devi prendere una decisione importante, ti fidi del tuo istinto o ascolti i consigli altrui? Se la tua risposta è che ti affidi al consiglio del prossimo, da dove trai la tua sicurezza?
Jin: Di solito tendo a fidarmi di più di me stesso e del mio istinto, ma quando si tratta di lavoro, ascolto il parere degli esperti perché sicuramente hanno più esperienza di me. Ciononostante, mi impongo fermamente di far rispettare e portare a termine le cose in cui credo e di cui sono sicuro.
Con l'andare del tempo, man mano che maturiamo, abbiamo modo di riconsiderare che cos'è l'amicizia per noi. Una/o psicologə ha detto che quest'ultima è il successo più grande che si possa avere nella vita. Ora sappiamo che coltivi ancora amicizie con alcune persone a te care, a te vicine fin dall'infanzia. Senti mai il desiderio di avere più amici?
Jin: Credo di avere già abbastanza amici. A parte i BTS, ho alcune conoscenze che incontro con più frequenza. Anche se talvolta riusciamo a trovarci, non è sempre facile perché questi amici sono distanti e spesso impegnati. Inoltre, non cerco di crearmi nuove amicizie perché voglio assicurarmi di dare sufficienti attenzioni a quelle che ho già. Ci capiamo alla grande e il nostro rapporto mi piace.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Quale pensi sia il segno da non superare in una relazione?
Jin: Quando vengono dette e/o tirate in ballo cose che feriscono e potrebbero essere evitate. Ci sono persone che tendono a sminuire il prossimo, quando ci parli insieme. Solitamente cerco di trattenermi, ma è davvero difficile avere a che fare con individui simili. Preferisco non intrattenere alcuna relazione con quel tipo di persone.
Lo scorso giugno, i BTS hanno festeggiato il loro 11° anniversario di debutto. Qual è la lezione più preziosa che hai imparato in tutti questi anni?
Jin: Ciò che ho imparato è semplicemente a ‘vivere con gioia’. Abbiamo tuttə una diversa percezione ed approccio rispetto alle cose che accadono. Se succede qualcosa, cerco di lasciarmi tutto alle spalle il prima possibile. Quel che è fatto è fatto, non si torna indietro. È meglio tirare avanti e ricordare solo le cose positive. Questa è la lezione più preziosa che ho imparato.
Tumblr media Tumblr media
Come descriveresti il presente dei BTS? Anche se ancora non possiamo sapere quando imboccherete effettivamente il vostro 2° capitolo, non c'è dubbio sarà diverso dal primo. Tu cosa ne pensi?
Jin: Onestamente, non mi piace molto definirlo ‘secondo capitolo’, perché qualsiasi siano le circostanze, la vita prosegue. Io sono il tipo da godere del presente, invece di concentrarmi sul futuro e non credo cambierò mai. Sicuramente avrò anche i miei alti e bassi, ma sono sicuro non cambierò mai.
Quali sono le cose o i momenti che ti rendono felice? Potresti descriverci quand'è che ti senti più a tuo agio con te stesso e provi contentezza?
Jin: Di questi tempi, mi rende felice lavorare. Il lavoro è qualcosa che tocca a tutti, quindi riuscire a viverlo con gioia è davvero una benedizione. Spero continui così molto a lungo (ride).
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
La felicità è spesso distante come una stella nel firmamento. Che cosa vorresti dire alle persone che provano questi sentimenti?
Jin: Mi rende felice vedere le persone attorno a me e a me care sorridere, ecco perché cerco di far ridere il prossimo. È una cosa che ho realizzato solo col tempo. Sono certo ognunə di noi abbia un proprio percorso personale da compiere per arrivare alla felicità. I pensieri negativi non fanno che lasciarmi senza forze. Spero che tuttə coloro che leggeranno quest'intervista possano condurre una vita ricca di gioia. Auguro a tuttə solo sempre tanta felicità.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS ⠸
5 notes · View notes
bicheco · 2 months
Text
Post politico 😁
Se uno dovesse decidere un attentato contro Biden non potrebbe puntare al cervello, sarebbe uno spreco di pallottole.
Al cuore, Ramon (cit.).
4 notes · View notes
greenbor · 5 months
Text
Scelto in tumblr da https://intotheclash.tumblr.com/
Con cosa posso trattenerti? Ti offro strade difficili, tramonti disperati la luna di squallide periferie. ...Ti offro le amarezze di un uomo che ha guardato a lungo la triste luna. Ti offro i miei antenati, i miei morti, i fantasmi a cui i viventi hanno reso onore col marmo: il padre di mio padre ucciso sulla frontiera di Buenos Aires due pallottole attraverso i suoi polmoni, barbuto e morto, avvolto dai soldati nella pelle di una mucca il nonno di mia madre - appena ventiquattrenne - a capo di trecento uomini in Perù, ora fantasmi su cavalli svaniti. Ti offro qualsiasi intuizione sia nei miei libri, qualsiasi virilità o vita umana. Ti offro la lealtà di un uomo che non è mai stato leale. Ti offro quel nocciolo di me stesso che ho conservato, in qualche modo - il centro del cuore che non tratta con le parole, nè coi sogni e non è toccato dal tempo, dalla gioia, dalle avversità. Ti offro il ricordo di una rosa gialla al tramonto, anni prima che tu nascessi. Ti offro spiegazioni di te stessa, teorie su di te, autentiche e sorprendenti notizie di te. Ti posso dare la mia tristezza, la mia oscurità, la fame del mio cuore cerco di corromperti con l'incertezza, il pericolo, la sconfitta.
Jorge Luis Borges
Tumblr media
4 notes · View notes
il-gualty1 · 1 year
Text
Tumblr media
Non dire che è il mio cavallo:
     è   mio figlio,
     è puro come l'oro,
     è più rapido di un batter di   ciglio,
     vede un capello nella notte,
     nel giorno della polvere egli si   rallegra al sibilo delle pallottole,
     alle grida delle vergini egli nitrisce   di gioia,
     quando corre…strappa le lacrime dagli occhi…
     Egli dice   all'aquila:
     "scendi o salgo io vrso di te".
     il suo passo è così dolce che   porterebbe una tazza di té senza versarlo,
     capice quanto un figlio di   Adamo,
     non gli manca che la parola,
     è un cavallo di razza,
     non ha   fratelli nel mondo….
web.
21 notes · View notes