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#pasquale fortunato
gameofthunder66 · 8 months
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'Hatchet for the Honeymoon' (1970) film
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'Hatchet for the Honeymoon' (1970)
-watched 1/16/2024- 2 [1/2] stars- on Blu-ray DVD
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marcogiovenale · 2 months
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oggi, 23 luglio, su radio onda rossa, alle ore 14: "fahrenheit 451", di ray bradbury, della compagnia lacasadargilla
Tutta Scena Teatro ★ Radio Onda Rossa 87.9 fm martedì 23 luglio 2024 ore 14 la compagnia lacasadargilla presenta ● FAHRENHEIT 451 di Ray Bradbury regia Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni adattamento Roberto Scarpetti drammaturgia musicale Gianluca Ruggeri disegno sonoro Pasquale Citera voci di: Arianna Gaudio, Silvio Impegnoso, Fortunato Leccese, Anna Mallamaci, Emiliano Masala, Giulia…
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sardies · 4 months
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Duo violino-pianoforte per l’ultimo “Sabato in concerto” 2024
Fortunato Casu Sassari. Le musiche di Mozart, Schubert e Beethoven saranno al centro dell’ultimo appuntamento per il 2024 con la rassegna di musica da camera “Sabato in concerto”, organizzata dall’Associazione culturale musicale Ellipsis, il 25 maggio alle 18 all’auditorium “Adriana Villa” dell’Istituto comprensivo “Pasquale Tola” in via Monte Grappa 81 a Sassari. A proporre i brani immortali dei…
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lamilanomagazine · 9 months
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Bari: presentata a Palazzo di Città la nona edizione di "Babbo Natale in moto"
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Bari: presentata a Palazzo di Città la nona edizione di "Babbo Natale in moto". Bari. Si è svolta oggi, nell'androne di Palazzo di Città, la conferenza stampa di presentazione della nona edizione di "Babbo Natale in moto", l'evento in programma domenica 17 dicembre, dalle ore 8.30 alle 13, organizzato dall'associazione Vitainmoto assieme agli assessorati allo Sport e al Welfare del Comune di Bari, con la collaborazione di numerosi motoclub e di associazioni culturali e del volontariato pugliesi, all'insegna della solidarietà e della lotta alla violenza di genere. Alla presentazione hanno partecipato l'assessora al Welfare Francesca Bottalico, il presidente dell'associazione Vitainmoto Pasquale Leone e altri rappresentanti dei moto club coinvolti, tra i quali Michele Margiotta di Respect biker e Maurizio De Pasquale del Vespa Club. Tra i principali obiettivi solidali della nona edizione dell'evento, la raccolta di fondi per la realizzazione di affreschi - a tema moto, auto e nave - in alcune sale dell'Ospedale pediatrico "Giovanni XXIII" di Bari. "Quella con le realtà che promuovono Babbo Natale in moto è una bella collaborazione, che siamo felici di rinnovare in occasione delle festività e che portiamo avanti durante l'arco dell'anno con una serie di azioni importanti - ha commentato Francesca Bottalico -. Per questa nona edizione dell'evento, oltre a un grande impegno nel segno della solidarietà, lanceremo un messaggio molto forte per il contrasto della violenza di genere, a partire dalle tantissime moto che il 17 dicembre attraverseranno la città: su ogni moto, infatti, ci saranno dei nastrini rossi, con i quali verrà portato in ogni angolo di Bari un messaggio di sensibilizzazione su un tema che, come amministrazione, ci vede impegnate e impegnati in tante azioni e progetti. Ed è importante sottolinearlo e rimarcarlo anche in tante occasioni ed eventi come quello che presentiamo oggi, per abbattere sempre più il muro dell'indifferenza". "Anche quest'anno si rinnova l'appuntamento con il Babbo Natale in moto - ha dichiarato Pasquale Leone - con una formula più ricca di presenze e di contenuti. Oltre ad avere come terreno comune la condivisione della passione per le due ruote e la voglia di serenità e amicizia, la manifestazione ha come obiettivo la solidarietà verso chi è meno fortunato di noi e, quest'anno, anche un grande impegno contro la violenza di genere". La sfilata di circa 30 chilometri, aperta a tutti i motociclisti che si iscriveranno, partirà da Parco 2 giugno e si concluderà a Piazza Diaz, con soste che saranno rallegrate da eventi e manifestazioni durante le quali i Babbo Natale incontreranno i bambini di tanti quartieri, per portare un momento di felicità e tanti sorrisi e dolciumi. Tutti i partecipanti che contribuiranno con una piccola donazione economica riceveranno un tagliando per partecipare all'estrazione finale di alcuni regali. Dalla complanare di viale Einaudi la parata partirà in direzione dell'Ospedale Pediatrico "Giovanni XXIII" dove si effettuerà una sosta per salutare i bambini e portare loro dei piccoli doni. Alle 10.15 si proseguirà da via Amendola verso Japigia per poi raggiungere il lungomare di Bari che sarà percorso sino a via Tommaso Fiore. Da qui si proseguirà su via Buozzi con una piccola sosta presso la Parrocchia della Santa Famiglia del Villaggio dei Lavoratori. Alle 11.00 è previsto l'arrivo a Modugno e, dopo una sfilata nelle vie del paese, le moto raggiungeranno il Villaggio di Babbo Natale dove i partecipanti incontreranno i bambini e i Babbi Natale distribuiranno piccoli doni e caramelle. Alle 11.45 si ritornerà a Bari attraversando il Ponte Adriatico e quindi, dopo aver percorso il lungomare, si entrerà da Pazza Massari in centro e la parata sfilerà da corso Vittorio Emanuele fino a Torre Quetta. Qui, dalle 12.30, circa si terranno l'estrazione dei premi e i saluti. Durante la giornata, potranno essere raccolti beni da donare tramite pacchi solidali, o destinati alla salute delle persone. La raccolta proseguirà sino alla festività della Befana il 6 gennaio 2024, con la finalità di accrescere le azioni di beneficenza a favore dei più piccoli. Infoline: 3510424370 Raduno: Alle ore 8.30 registrazione dei partecipanti presso info point Parco 2 giugno - complanare v.le Einaudi Informazioni su traffico e viabilità Per consentire lo svolgimento in sicurezza dell'evento, la Polizia Locale ha previsto con apposita ordinanza una serie di variazioni e limitazioni al traffico e alla viabilità. In particolare, il 17 dicembre, sono previsti: · dalle ore 05.00 alle ore 10.00 e, comunque, fino al termine delle esigenze, è istituito il divieto di fermata sulla complanare di viale Einaudi prospiciente l'ingresso si Parco 2 Giugno, tratto compreso tra viale della Costituente e viale della Resistenza; · dalle ore 08.00 alle ore 10.00 e, comunque, fino al termine delle esigenze, è istituito il divieto di transito sulla complanare di viale Einaudi prospiciente l'ingresso si Parco 2 Giugno, tratto compreso tra viale della Costituente e viale della Resistenza; · dalle ore 09.30, relativamente al passaggio dei motociclisti, è istituito il divieto di circolazione sul seguente percorso: complanare di via Einaudi, via Amendola, sosta nei parcheggi dell'Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII, via Amendola, ponte Padre Pio, via Magna Grecia, via Peucetia, via Apulia, cavalcavia Garibaldi, piazza Gramsci, lung.re N. Sauro, piazza Diaz, lung.re sen. A. Di Crollalanza, piazzale IV Novembre, lung.re Imp. Augusto, piazzale C. Colombo, corso sen. A. De Tullio, corso Vittorio Veneto, via P. Oreste, via Grandi, via T. Fiore, via Nazariantz, sottovia B. Buozzi, via B. Buozzi, via Messenape, via Virgintino, sosta antistante la Parrocchia della Santa Famiglia, via M. Lutero, via B. Buozzi, via Murari - prosecuzione in territorio del Comune di Modugno; · dalle ore 11.45, relativamente al passaggio dei motociclisti, è istituito il divieto di circolazione sul seguente percorso: S.P. 110 Modugno-Bari, via Torrebella, raccordo G. Rossi, via Tatarella, ponte Adriatico, via Nazariantz, via T. Fiore, via Grandi, via P. Oreste, corso Vittorio Veneto, corso sen. A. De Tullio, piazzale C. Colombo, lung.re Imp. Augusto, piazzale IV Novembre, lung.re sen. A. Di Crollalanza, piazza Diaz, lung.re N. Sauro, piazza Gramsci, lung.re Perotti, corso Trieste, via G. Di Cagno Abbrescia, Torre Quetta.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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timriva-blog · 1 year
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El conformista
Il conformista Italia, 1970, 108′ Dirigida por Bernardo Bertolucci Con Jean-Louis Trintignant, Stefania Sandrelli, Gastone Moschin, Enzo Tarascio, Fosco Giachetti, Jose’ Quaglio, Dominique Sanda, Pierre Clémenti, Yvonne Sanson, Giuseppe Addobbati, Christian Alegny, Carlo Gaddi, Umberto Silvestri, Furio Pellerani, Luigi Antonio Guerra, Orso Maria Guerrini, Pasquale Fortunato. Los monstruos El…
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sandboy · 1 year
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taralli.
«Fortunato è diventato ed è rimasto una figura della vecchia #Napoli. Era come #Maradona dei #taralli. Se a te non servivano i taralli, tanto faceva che te li vendeva. Aveva una simpatia straordinaria. Una maschera di Napoli». #fortunato #tarallaro
«Fortunato è diventato ed è rimasto una figura della vecchia Napoli. Era come Maradona dei taralli. Se a te non servivano i taralli, tanto faceva che te li vendeva. Aveva una simpatia straordinaria. Una maschera di Napoli. Una persona benvoluta. Il classico venditore napoletano. Mò nun se trovano cchiù». (Pasquale De Biase, fornaio) Fortunato di nome, sfortunato di fatto? La vita del più famoso…
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Dean Bowman - Darryl Dawkin's (Sound Of Love)
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sciatu · 4 years
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IL MARESCIALLO MUSCARA’ e la legge degli uomini
Il maresciallo Muscarà stava leggendo il rapporto del Capitano Pioppolo, che era, a suo modesto giudizio uno dei migliori scrittori di carabinese, così lui chiamava quell’italiano burocratico e legale che si usava per scrivere un rapporto anche inutile che presto finiva nell’assurdo ed irreale. “Il Cosimo Foti, di professione ambulante, domiciliato in un appartamento locato in via … civico .. interno … trovandosi a svolgere la sua suddetta attività nella strada ove aveva domicilio il Lo Cascio Salvatore, incensurato senza fissa dimora  con cui aveva avuto da dire a motivo di Rosa Concetta di professione badante ma denunciata più volte per prostituzione e raggiro di incapace,  con cui il suddetto Lo Cascio conviveva e da cui aveva avuto cinque figli germani, lo affrontò con ingiurie e minacce a cui il Lo Cascio Salvatore reagiva con incontrollata veemenza procurandogli un taglio nel sopracciglio destro che al pronto soccorso veniva curato con punti tre di sutura e una prognosi di quindici giorni, salvo complicazioni!” “poesia!” commentò tra sé e sé il maresciallo. “pura poesia!” concluse soddisfatto con una punta di invidia. “Maresciallo – fece la voce agitata dell’appuntato Cacace che apparve dal nulla sulla porta del suo ufficio – ce lo abbiamo!” “Bene Cacace! E chi abbiamo?” “Il nostro primo omicidio del mese!” “Ah, e chi è il fortunato?” “Un certo Campisi, Sam Campisi di anni 83!” “Non mi sembra di conoscerlo…” “È uno che viveva in America e che sembra sia rientrato da poco! Così ci ha detto l’assassino, il sedicente Raffaele Saija che è venuto a consegnarsi. È di là nell’ufficio piccolo. Vuole interrogarlo?” “Ha chiamato l’avvocato.?” “No vi ha rinunciato e vuole farle una dichiarazione spontanea” Il maresciallo pensò che era tutto molto strano e decise che era meglio se andava a sentire. Si alzò e si diresse verso il piccolo ufficio dove parcheggiavano le persone in attesa o i commilitoni di passaggio. Prima di entrare osservò da un angolo della vetrata dell’ufficio malamente ricoperta da un foglio di plastica opaco la stanza dove seduto davanti ad un tavolino dell’ Ikea di Catania che faceva da scrivania,  vi era un vecchio dai capelli bianchi con in mano una vecchia coppola. La giacca era almeno di due misure più grandi, forse di quando era più giovane e forte ed era di un consunto velluto nero che faceva risaltare il bianco intenso della camicia e quello dei capelli e della barba. Le scarpe erano di quelle del calzolaio del paese rinforzate nella punta e nel tacco per durare secoli. Lo sguardo appariva un po’ perso ma per nulla impaurito o sottomesso. Il Maresciallo entrò di corsa “Buongiorno, sono il Maresciallo Muscarà,” “”Mi chiamo Raffaele Saija di anni settantanove e mezzo coniugato con Cosima Galletta di anni ottantatré con due figli, Vittoria e Pasquale di anni…” “Signor Saija, signor Saija, questo lo dirà dopo nelle sedi opportune. Lei ha rinunciato all’avvocato quindi qui siamo solo noi due Muscarà e Saija. Prenda un sospiro e mi dica tutto quello che è successo” Il vecchio si fermò nel ripetere una litania che chissà quante volte aveva snocciolato tra se e se. Si toccò il petto come se sentisse una fitta Il Maresciallo gli chiese “Vuole un bicchiere d’acqua ? – e senza aspettare la risposta gridò – Cacace porta un po’ d’acqua” Cacace usci di corsa e rientro dopo poco portando un grosso bicchiere colmo d’acqua. Il vecchio ringraziò, prese da una scatoletta una pastiglia, la mise in bocca e bevve due lunghi sorsi. Finito di bere si asciugò le labbra con un fazzoletto ed iniziò a parlare “Ecco Maresciallo, se devo dire tutto devo iniziare da quando avevo dieci anni. Fu la prima volta che vidi mia moglie vestita con il suo abito della prima comunione. Maresciallo, era bellissima, una piccola madonna, con i lineamenti aggraziati, la pelle bianchissima, due occhi nerissimi e lucenti come u vitru da lava e i capelli neri come gli occhi e ntrizzati (intrecciati)in due lunghe trecce. Io non sapevo cosa era l’amore e non capivo perché il cuore mi battesse cosi forte. Dentro mi sentivo sottosopra come quando avevo fatto indigestione di sfinci. Da allora, ogni volta che la vedevo mi succedeva la stessa cosa. Crescendo per me lei diventò la persona più importante del paese; quando nel cortile della scuola la vedevo restavo tutto il tempo dell’intervallo ad osservarla, in chiesa andavo solo per vederla e nelle gite del primo maggio o di pasquetta mi aggregavo sempre ai suoi amici per stare con lei. Quando avevo poco più di vent’anni, la vidi una sera che si baciava dietro il campanile cu du figghiu i buttana i Samueli u stottu. Maresciallu: mossi (sono morto) nta du mumentu chi visti. Pi mia Samu era na mala pissuna: sfriggiusu, latru, fausu e cu chiù n’avi chiossa ni po’ diri! Vidiri a idda chi pi mia era na madonna baciata da iddu, era comi vidiri Giuda baciari nostru signuri Gisu Cristu. Passai a notti cu l’anima mei chi si strazzava comi i fogghi di rami dill’abbiri quannu cu maistrali veni a ragnola e passa paru facendo divendare le foglie piccoli coriandoli verdi. Milli voti mossi e milli voti risuscitai sulu pi moriri ancora quannu pinsava a iddu e a idda.” Cacace si mosse come a dire al vecchio che l’aveva presa troppo alla lontana. Il vecchio guardò il Maresciallo che immobile attendeva che continuasse. “Poi marisciallu successi u patatracche. Mi dissiru chi idda era incinta e jo già pinsava chi s’avianu spusari comi si fa tra persone che si vogliono bene e sono da rispettare. Mi stava mittennu u cori in paci. Inveci vinni a sapiri che iddu, du disunuratu figghiu i spasciata, l’avia lassata, era scappatu a merica lassannula sula nto menzu i na strada!” Il vecchio fece il gesto di sputare in un angolo della stanza “Puu figghio ibuttana, nta l’infennu ta caliari l’ossa - fece rivolgendosi alla figura ideale a cui aveva idealmente sputato, poi rivolgendosi al maresciallo che aveva guardato severamente il gesto che aveva fatto continuò – Scusassi Maresciallu, ma a pinsari a iddu mi si ntucciunianu i budeddi! Comunque, la famiglia di lei la cacciò di casa e lei si ridusse a vivere a casa di una sua zia in campagna. Da quel momento, appena la notizia si diffuse in paese, da tutti venne considerata na buttana. Sua zia poi era una menza pazza che viveva in un catoio (cesso) di casa e la trattava peggio i na criata (serva). Una volta sono andato a vederla e la trovai con la pancia grossa che stava raccogliendo ligna nto boscu. Era magrissima, i capelli raccolti alla meno peggio, gli occhi circondati da due brutte occhiaie per la vita mala che faceva, vestita di stracci rupizzati (piene di pezze) e i piedi nudi pieni di caje (ferite). Ci incontrammo e ci guardammo senza dire una parola. Quando le dissi  “ciao” dalla vergogna scappò piangendo.” Il vecchio prese il fazzoletto e si asciugò gli occhi e la bocca. ”Io no sapia chi vulia diri vuliri beni. L’amuri era una parola che sentivo nelle canzoni, nella predica che faceva il parrino in chiesa. Jo sapevo solo che così infelice e sofferente lei non doveva restarci, perché era come se il dolore e la vergogna che lei provava, li sentivo io nelle mie carni e nella mia anima! Annai i cussa a casa e a me patri ci dissi ca vulia spusari. Me patri, chi era patri, mi disse quello che doveva dire un patri in questi casi: che ero pazzo, chi era na mala fimmina, ma jo continuava a diri ca vulia spusari e che l’avrei fatto anche me ne dovevo fujri (scappare) cu idda. Mio padre allora il giorno dopo andò dal padre di lei e gli disse che io ero intenzionato a fare cose serie. Suo padre rispose che sua figlia per lui era morta, che non ne voleva sapere cosa, chi era na buttana e da buttana doveva finire nel catoio dove era. Mio padre lo guardò stupito, lui viveva per noi figli e non capiva questo odio. “Anche Dio ha fatto morire suo figlio ma dopo tre giorni lo ha fatto resuscitare: Tu non si nu patri” gli disse con disprezzo e se ne andò. Mi venne a prendere e mi portò dal prete pregandolo di andare con me dalla ragazza per proporgli di sposarmi. Il prete mi guardò scettico e diffidente. Mi chiese “Ma tu si nu carusu, chi ni sai i vuliri beni?” io gli risposi quello che sapevo. Che di volere bene non sapevo nulla, ma sapevo che era lei la mia vita. Allora il prete mi portò da lei e la convinse che chi doveva nascere aveva bisogno di un padre ed io ero quello giusto perché già volevo bene a lei e allo stesso modo avrei voluto bene anche a chi aveva in grembo. Così ci sposammo e lei venne a vivere da noi e ci nacque Vittoria: Maresciallo una rosa bellissima, bella come poteva essere solo sua madre. Mia figlia Vittoria, perché il padre non è chi fa i figli, ma chi sa crescergli! Poi nacque mio figlio Pascale e fu la gioia di mio padre. Vittoria la mandammo a scuola dalle suore, perché la gente del paese diceva cose brutte su sua madre, lei era brava a studiare e ora fa il medico o spitali i Missina. A mio figlio che aveva il suo nome, mio padre lasciò l’uliveto e un gran pezzo di terra che lui ha trasformato in una vigna e da lavoro a tutti i figli di quelli che chiamavanu buttana a sua madre: tutti per parlare con lui si devono levarsi il cappello!!” Concluse con orgoglio  il vecchio. “Ho capito, signor Raffaele, - fece il maresciallo Muscarà – ma mi dica cosa è successo oggi, perché è venuto qui a dire che ha ucciso questo Sam!” “L’omu chi parra sulu pi dari sciato a bucca è n’omu i pagghia! Jo ci l’avia dittu e u fici! – rispose con veemenza il vecchio – anni fa nu so cumpari da merica era venuto e mi aveva detto che Sam sarebbe tornato al paese per prendersi sua figlia e jo ci rispunnii che se fosse tornato, appena u vidia quant’è veru Diu, jo ci sparava! Ca nta menzu l’occhi ci mittia na padda i ghiummu a du fitusu, figghiu i buttana malu cavatu! E comi dissi, fici! Appena ho saputo chi era tornato annai e ci sparai nto menzu l’occhi ,Ca propriu nta frunti!” “e con che cosa gli ha sparato” “ Cu chista Marisciallu” fece il vecchio tirando fuori dalla grande giacca un enorme revolver e puntandolo verso il militare “Maresciallo.. “ Gridò Cacace buttandosi verso l’arma. Il Maresciallo aveva reagito d’istinto e con una mano aveva afferrato la canna spostandola verso l’alto. Si senti un botto secco e del fumo uscì dalla canna della pistola e dal tamburo. Il maresciallo strappò di mano la pistola al vecchio e lanciò un’occhiata severa a Cacace dicendo “Ma non l’avevi perquisito?” “Ecco io … pensavo.. “ “e non pensare che è meglio.” Commentò severo il Maresciallo che osservò il revolver. Era una vecchia Webley, una pistola d’ordinanza che l’esercito inglese aveva usato fin dopo la seconda guerra mondiale. Era coperta da una patina di grasso vecchio e attaccaticcio e sul tamburo vi erano degli ossidi che avevano avvolto le cartucce nel tamburo. Per questo il colpo alla fine si era trasformato in “flop”. “ e questa dove l’hai presa?” Chiese il Matesciallo. Il vecchio scosse la testa come seccato a ripetere una cosa nota a tutti. “ Quannu ci fu a guerra e rivarunu i miricani e l’anglisi, una camionetta di questi si erano fermati a chiedere dell’acqua e mio nonno, insieme all’acqua gli diede anche il vino. Questi si mbriacarano. Quando avevano bevuto tanto che non stavano più in piedi e si erano messi a dormire per terra, mio nonno li prese e li mise sulla camionetta lasciandoli al paese, vicino a dove stavano i loro. Arrivato a casa, sotto una sedia trovarono la pistola. Non è che la poteva riportate a quelli che aveva lasciato per strada a dormire, così l’ha tenuta. Me nonnu a misi in una pezza impregnata di olio e la nascose vicino alla gebbia (vasca per la raccolta dell’acqua) e li è sempre rimasta. Mio nonno e mio padre ogni tanto la pulivano con l’olio per farla funzionare e devo dire che funziona benissimo!” Il maresciallo lo guardò serio e preoccupato “Signor Raffaele, lo sa che per quanto mi ha detto lei può essere accusato di omicidio preterintenzionale e la legge è molto severa in questi casi!” Il vecchio si drizzo sulla sedia “I liggi i fannu l’omini, i stissi omini chi a me figghia a chiamavanu figghia i buttana e ora chi avi nu pezzu i catta i dutturi, ci vannu a baciari i mani mi cura di brutti mali! – con l’indice scarno si toccò il centro del suo petto e tutto serio disse – jo haiu a me liggi!” Il maresciallo lo osservò “Andiamo a vedere a chi ha sparato, Cacace, Caccamo venite con noi” Cacace guardo le manette, ma il Maresciallo fece un veloce cenno di capo per dire che non servivano. All’uscita dalla porta della caserma il maresciallo era davanti e il vecchio tra i due carabinieri.  Pochi passi dalla porta si era raccolto un capannello di vecchietti che malgrado il sole si erano riuniti a gregge intorno come ad aspettare che qualcuno uscisse dalla caserma. Il Maresciallo a vederli chiese con lo stesso timbro di voce di quando dava gli ordini “Cos”è questo assembramento, lasciate passare” I vecchi però neanche lo guardarono ed il più vicino si rivolse al vecchio “Raffaele bonu facisti…” “ su miritava du porcu…”   aggiunse subito un altro “omu i medda era…” concluse un terzo “Circolate, circolate, - aggiunse il Maresciallo arrivando alla camionetta – Non avete niente da fare?” E fece entrare sulla camionetta Raffaele che per tutto il tempo, con uno sguardo da statua, guardava davanti a se indifferente a tutti. “dove dobbiamo andare?” chiese Caccamo che si era messo al volante “o campusantu” Fece il vecchio e quindi partirono di corsa Al Maresciallo però il fatto di andare al camposanto gli suonò strano. Uccidere qualcuno nel momento in cui meno se l’aspetta rivela la bravura del killer professionista. Il cimitero era un ottimo posto, fuorimano, con pochissimi testimoni, e la vittima veniva sorpresa in un momento in cui era distratto dalle sue emozioni. Ma Raffaele non era un killer, uccidere Sam in piazza o al cimitero per lui era indifferente. “A cosa non quatra” Si disse alla fine. Arrivarono presto al cimitero e vi entrarono. Camminando Muscarà chiese “Ma Raffaele,perché gli hai sparato qua? Al camposanto” Il vecchio alzò le spalle e disse con semplicità “Iddu stava ca…..” E si fermo e indicando una tomba e continuò con odio “stu cunnutu figghiu i buttana!” Caccamo e Cacace guardarono la tomba in pietra nera con quattro sbuffi di polvere pirica in quattro punti intorno alla fotografia spaccata in mille pezzi da una pallottola. “Ma Maresciallo è ….” Fece Cacace sorpreso e deluso “Mottu è – fece il Maresciallo con Naturalezza – dopo cinque colpi che ti aspettavi che restasse vivo? Fozza fate qualche foto e recuperate qualche palla per l’esame balistico.” i due lo guardarono ed essendo militari obbedirono all’inutile ordine. “lo hai preso proprio in mezzo agli occhi” Disse a Raffaele “Chistu si miritava sa cosa fitusa, s’omu i nenti chi era” “Maresciallo, Maresciallo” Tutti e quattro si voltarono a vedere una donna elegante che camminava nel mezzo del viale del camposanto cosi come un raggio di sole attraverso un campo gelato dalla brina. Era infatti una donna bellissima, da capelli neri e gli occhi ancor più neri dal taglio a mandorla. Una collana di corallo rosso sobbalzava ad ogni suo passo sospinta verso l’alto dal seno procace della donna coperto da un vestito di candido lino, tanto che a guardarla arrivare come una tempesta nel mezzo del deserto Cacace e Caccamo restarono immobili con gli occhi che non perdevano di vista quell’inatteso spettacolo della natura. “Maresciallo, sono la dottoressa Vittoria Saija, non c’è motivo perché arresti mio padre, non ha fatto niente di male. Lei sta approfittando della sua situazione di povero vecchio per interrogarlo senza il suo avvocato: si vergogni!” Il Maresciallo pensò che se la figlia assomigliava alla madre, allora Raffaele aveva fatto bene a sposarsela contro l’opinione di tutto il paese. “Suo padre ha fatto una dichiarazione spontanea scegliendo di non avvalersi della presenza di un avvocato - ed aggiunse severo – lei sapeva che suo padre deteneva un arma di guerra?” e senza aspettare che la donna rispondesse gridò “Cacace, Caccamo, portate il sign Saija in macchina e aspettatemi “Ma era una pistola che ha sparato forse nella guerra dei boeri il secolo scorso! Lei non si rende conto…” “E’ lei che non si rende conto!” disse severo il maresciallo una volta che i due sottoposti si erano allontanati. “Suo padre ha atteso una vita questo momento e lei glielo vuole rovinare” “come ?” fece la donna presa di sorpresa dalle parole del maresciallo. Lui la prese sottobraccio e si incamminò lentamente verso la macchina. “Suo padre ha aspettato per una vita – riprese sottovoce – di mostrare al paese che avrebbe ucciso chi ha fatto soffrire lei e sua madre” “non capisco” “ci pensi! se avesse solo sparato e poi se ne fosse tornato a casa chi avrebbe saputo del gesto? La tomba è priva di fiori segno che dopo tutti questi anni Sam non ha più alcun parente o nessun parente lo vuole riconoscere come tale! Nessuno avrebbe denunciato, ipotizzato, supposto o sarebbe stato minimamente interessato a denunciare suo padre. Il suo sarebbe rimasto un gesto anonimo, solitario e alla fine da vigliacco. Quindi perché sparargli e venire poi in caserma a denunciarsi magari dicendolo tutto ai quattro vecchietti seduti in piazza? che senso c’è in tutto questo? Suo padre poi non crede nella Legge e quindi per lui non c’è senso nello scontare una pena perché ha infranto un codice morale ed etico valido per tutti gli altri uomini ma non per lui. Perché per lui era così importante attraversare la piazza del paese in mezzo ai carabinieri?” La donna si fermò e l’osservò stupita e preoccupata “Perché Maresciallo, ha fatto tutto questo” Il Maresciallo sorrise restando qualche secondo in silenzio “Per amore e per quale altro motivo avrebbe potuto farlo?” “Per amore ? ma Maresciallo…” “Non lo giudichi come se fosse una persona normale. Suo padre non lo è! In un tempo in cui tutti si riempivano la bocca della parola onore, lui ha fatto una scelta in cui, in un certo modo si disonorava, legandosi ad una donna che era stata violata e abbandonata, diventando padre di una bambina non sua e per anni ha visto i suoi concittadini insultarvi e disprezzarvi. Per questo motivo ha voluto mostrare a tutti che la sua scelta di allora non era stata la scelta di un debole che sceglie chi non lo può rifiutare. La sua era stata una scelta cosciente d’amore e di forza perché per sua madre è stato per tutti questi anni pronto ad uccidere chi le ha fatto del male ingannandola e abbandonandola ed appena ne ha avuto l’occasione ha virtualmente fatto questo gesto estremo.” “Ma ormai tutto questo è passato, ormai tutti lo rispettano!” “Lui pensa solo per bisogno, e forse è vero, perché lei cura i mali e suo fratello da lavoro, non perché pensano che lo meritiate! E’ questo quello che suo padre ha voluto dire sparando alla tomba. Forse anche prima alcuni lo rispettavano per i figli che ha e il futuro che ha dato loro, ma suo padre è uno all’antica e non dimentica le offese del passato. Poi lo sa come siamo noi siciliani: le forme, gli atteggiamenti, non sono esteriorità, ma i contenitori della sostanza, dell’essenza di quello che un uomo è. Noi siciliani non consideriamo “chi è” una persona, se è il figlio di questo o quello, se è laureato o nobile o ricco, ma “cosa è”, se è una persona affidabile, rispettosa, giusta e valida o, come diceva Sciascia, se uno è un quaquaraqua, un ominicchio o un uomo. Suo padre ha voluto ribadire che quella che fece anni fa fu una scelta da uomo, basata sull’amore che ha per sua madre, e che quindi sua madre aveva fatto quello che aveva fatto perché ingannata e tradita e non per altro.” La donna l’osservò attentamente. “Cosa vuol fare adesso, lo porterà in prigione?” “No, lo porterò in caserma attraversando la piazza e in caserma verbalizzerò il suo ritrovamento casuale di un’arma da guerra; non credo che farà caso a quello che gli farò firmare o che gli leggerò prima della firma; finita la parte burocratica tra circa un’oretta lo farò uscire da dietro la caserma dove lei lo aspetterà per portarlo a casa. Tutti penseranno che venga presto incriminato di qualcosa di grave, ma saranno solo loro supposizioni” Lei restò qualche secondo in silenzio “Grazie” disse alla fine sorridendo. Lui la salutò e raggiunse nella camionetta gli altri. Guidarono fino al limite della piazza dopodiché Muscarà fece scendere tutti e mettendosi davanti ai tre si diresse con passo militare verso la caserma avendo cura di passare davanti al bar, a quell’ora con i tavolini pieni di vecchietti che giocavano a briscola o a scopa. A vedere il gruppetto di militari le voci dei vecchietti pian piano si spensero e tutti li osservarono. Quando Raffaele fu alla loro altezza, un vecchio seduto in un tavolino più prossimo a Raffaele, si alzò in piedi come al passaggio della Madonna Santissima Addolorata durante la processione paesana di Pasqua. Subito dopo di lui, uno ad uno, tutti gli altri fecero lo stesso.
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latinboxsports · 2 years
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JOSEPH ADORNO VS. HUGO ALBERTO ROLDAN OFFICIAL WEIGHTS ⚖️ Super Lightweight 10-Round Bout Joseph Adorno – 139 ½ lbs. Hugo Alberto Roldan – 140 lbs. Referee: Benjy Esteves Jr. (New York); John McKaie (New York), Joseph Pasquale (New Jersey), Robin Taylor (New York). Featherweight 10-Round Bout Bernard Angelo Torres – 125 ½ lbs. Frency Fortunato – 126 ½ lbs. Referee: Mary Glover (New Jersey); Judges: Jacklyn Atkins (New Jersey), Mark Consentino (New Jersey), Paul Wallace (Maryland). Welterweight Eight-Round Bout Janelson Bocachica – 147 lbs. Roiman Villa – 146 lbs. Referee: Harvey Dock (New Jersey); Judges: Jacklyn Atkins (New Jersey), Mark Consentino (New Jersey), Paul Wallace (Maryland). Photos; Stephanie Trapp/SHOWTIME https://www.instagram.com/p/CiQsdCfOJsM/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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paoloxl · 6 years
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«La Libia è un inferno sulla terra per uomini e donne che passano lì per venire in Europa». È la drammatica testimonianza di Osman, ghanese, arrivato in Italia a 16 anni nel 2016. Lo ha scritto quest’anno nel tema per la licenza media, e storie analoghe hanno scritto Johnson, nigeriano, e Jallow, gambiano, tutti e tre ospiti in questi anni della casa di accoglienza per minori non accompagnati “Gli amici dei giovani”, della parrocchia di Postiglione, guidata da don Martino De Pasquale, direttore della Caritas diocesana di Teggiano-Policastro, in Campania.
Ora, appena maggiorenni, sono ancora qui, ospiti del parroco e di due famiglie. E ricordano quei terribili mesi. «Sono arrivato a Grigarage, in Libia. Qui bisognava stare attenti – ha scritto Johnson –. Le persone erano cattive. Mi sono nascosto in una stanza dove stavano le capre con altre 100 persone. Non potevo muovermi neanche per andare in bagno. Le mosche mi mordevano. Non c’era nulla da mangiare. Per due settimane solo bucce di limone che avevo in tasca. Non si usciva per paura di essere presi». Non meno drammatico il racconto di Jallow. «Il primo mese ho incontrato un libico che mi ha promesso un lavoro, ma non era vero. Mi ha messo in prigione e voleva soldi. Sono stato in prigione 4 mesi, non avevo nessuno che pagasse per me. Mi sono ammalato. Un giorno sono arrivati dei signori che prendevano le persone dalla prigione per lavorare e poi li riportavano indietro. Hanno preso anche me. Allora gli ho detto che mi sentivo male». Così lo fanno scappare. Lavora per altri tre mesi e riesce a pagarsi il viaggio. Ma, quando parte, il gommone si sgonfia e i soccorsi arrivano tardi. Muoiono in 73, soprattutto ragazzi e bambini. Un dramma. Lui si salva. Poi lo sbarco a Salerno, aprile 2017.
E torniamo a Osman. «Il mio viaggio – ha scritto – è stato un viaggio della morte, ma grazie a Dio sono ancora vivo». Eppure ha passato momenti terribili. «In Libia lo stupro, la schiavitù, il rapimento, l’omicidio sono tutto ciò che noi neri attraversiamo prima che siamo in grado di raggiungere l’Italia. È un posto dove le donne africane vengono vendute per fare prostituzione per forza. Ho visto gente sparare di fronte a me solo perché non avevano soldi da dare agli arabi».
Sulla questione dei soldi è molto preciso. E anche sul coinvolgimento della polizia libica. «Io sono stato imprigionato la prima volta che sono andato sul gommone, solo perché l’arabo che è responsabile del nostro gommone non è andato a pagare la polizia per lasciarci passare. Gli arabi che fanno quel lavoro sono anche guardie di polizia». Resta in carcere due settimane e così lo racconta. «Ho avuto la fortuna di far parte di coloro che sono stati portati fuori dal carcere, è stata una gioia uscire perché la vita lì dentro era tra la vita e la morte perchè gli arabi venivano a picchiarci».
Ma c’è chi è meno fortunato. «Hanno portato un autobus alla prigione e hanno detto alla gente di salire perchè li stavano portando all’aeroporto, ma era tutto un trucco. Li hanno portati a Saba nel sud vicino al Niger in una prigione sotterranea. In questa prigione gli arabi comprano persone a prezzo basso e li portano a casa loro e li picchiano per contrattare i soldi. Come schiavi».
Nuovo tentativo, nuovo naufragio, di nuovo in prigione, Abu Triker, «un inferno, cominciarono a picchiarci come animali».
Poi la fuga, altro imbarco. Sono in 115 sul gommone che si sgonfia. Vengono soccorsi, ma molti muoiono. A sbarcare in Italia il 16 luglio 2016 sono in 92. E Osman nel suo tema manda un messaggio anche di speranza. «La Libia non è un posto che auguro per i miei nemici perché è uno dei luoghi più pericolosi in cui si possa stare. Sono grato a Dio se oggi sono qui e grazie all’aiuto e all’amore di Dio e della famiglia italiana con cui vivo riesco a dimenticare tutto il dolore che ho passato per arrivare qui. Grazie a don Martino e alla mia famiglia italiana sto studiando e lavorando così cerco di costruirmi un futuro e aiuto mio fratello a costruirselo in Africa».
Parole simili le ha scritte anche Johnson. «Ora sono sereno, sto imparando un lavoro. Non sarò un peso per l’Italia. Lavorerò perché grazie a Dio ho avuto questa possibilità».
Antonio Maria Mira
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lamilanomagazine · 10 months
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Dal 24 novembre al 20 dicembre a Milano torna il "Panettone sospeso".
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Dal 24 novembre al 20 dicembre a Milano torna il "Panettone sospeso". Dal 24 novembre al 20 dicembre nelle pasticcerie milanesi che aderiscono all'Associazione no-profit Panettone Sospeso si potrà lasciare un panettone "in sospeso" per chi non ha la possibilità di comprarlo. L'iniziativa solidale, giunta alla quinta edizione e patrocinata dal Comune di Milano, diventa quest'anno ancora più capillare perché saranno sedici le pasticcerie coinvolte (per un totale di ventinove punti vendita) con quattro new entry: l'insegna milanese di Iginio Massari Alta Pasticceria (in Piazza Diaz), la Pasticceria DaMa (in Città Studi), e due vere e proprie istituzioni a Milano, Sant Ambroeus (in Corso Matteotti) e Taveggia (in via Uberto Visconti di Modrone). Ma le novità non finiscono qui. Da questa edizione c'è una possibilità in più per sostenere l'Associazione e fare in modo che il giorno di Natale il Panettone non manchi sulla tavola dei meno fortunati: aziende e professionisti possono scegliere il Panettone Sospeso per i propri regali natalizi, sapendo che ogni panettone donato a dipendenti, collaboratori e clienti genererà un secondo panettone che andrà in beneficenza. "È un'opportunità in più per chi sceglie di fare un regalo che abbia un contenuto solidale" spiegano Gloria Ceresa e Stefano Citterio, ideatori e fondatori dell'Associazione Panettone Sospeso. "Il Panettone non è solo il dolce di Natale per antonomasia, ha un valore simbolico perché rappresenta la condivisione. Sappiamo che la povertà è in aumento, anche nei ceti medi, e quest'anno numerose famiglie e tante persone sole vivranno un Natale ancora più difficile per tutte le problematiche legate al caro vita. Siamo consapevoli che un panettone non è risolutivo, ma può essere una piccola attenzione che può donare un momento di serenità a chi vive situazioni difficili e di grave emarginazione." Ispirata alla celebre tradizione napoletana del "caffè sospeso", dal 2019 l'Associazione ha raccolto e donato, grazie alla generosità dei milanesi e delle pasticcerie, 7.000 panettoni a enti e associazioni del Terzo Settore che operano sul territorio per aiutare chi è in difficoltà. Destinatari della campagna 2023 saranno la Casa dell'Accoglienza Enzo Jannacci, che l'Associazione sostiene sin dalla prima edizione del 2019; i Custodi Sociali del Comune di Milano (attivi in tutti i nove municipi); la Rete QuBì, che ha l'obiettivo di contrastare la povertà infantile a Milano, e altre realtà che collaborano con il Comune di Milano per dare assistenza alle persone che vivono in strada. Le modalità per donare rimangono invariate: chiunque potrà acquistare un panettone nelle pasticcerie coinvolte e lasciarlo "già pagato" in attesa di essere recapitato a chi è meno fortunato. Per ogni panettone lasciato "in sospeso", le pasticcerie ne aggiungeranno un altro, raddoppiando così la donazione effettiva. Anche quest'anno chi non vive a Milano potrà sostenere l'Associazione e lasciare il proprio contributo "a distanza" mediante una donazione sul sito www.panettonesospeso.org: il denaro raccolto verrà poi "trasformato" in panettoni. Un gesto virtuale che diventerà solidarietà reale. Queste le pasticcerie dove si potrà donare il "panettone sospeso": 1. Alvin's (via Melchiorre Gioia 141) 2. Baunilla (piazza Alvar Aalto, corso Garibaldi 55, via Broletto 55, Corso Italia, 11) 3. Cake l'Hub - I Dolci del Paradiso (via Luigi Mengoni 3) 4. DaMa (Via Pinturicchio 9) 5. Davide Longoni (via Gerolamo Tiraboschi 19, via Fratelli Bronzetti 2, via Tertulliano 68, Mercato del Suffragio - piazza Santa Maria del Suffragio, Mercato Centrale, Contrada Govinda via Valpetrosa 5) 6. Galleria Iginio Massari Alta Pasticceria (piazza Armando Diaz 4) 7. Gelsomina (via Carlo Tenca 5 e via Fiamma 2) 8. Giacomo Pasticceria (via Pasquale Sottocorno 5) 9. Marlà (corso Lodi 15) 10. Martesana (via Card. G. Cagliero 14 e via Paolo Sarpi 62) 11. Massimo 1970 (via Giuseppe Ripamonti 5) 12. Polenghi Angelo (via Alfonso Lamarmora, 31) 13. San Gregorio (via San Gregorio 1) 14. Sant Ambroeus (corso Giacomo Matteotti 7) 15. Taveggia Gamberini (via Uberto Visconti di Modrone 2) 16. Vergani (corso di Porta Romana 51 e via Mercadante 17) Per info e donazioni: www.panettonesospeso.org [email protected] @panettonesospeso... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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mypickleoperapeanut · 3 years
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I&f RotoWeb Illustrato ottobre 2021 "Florence Biennale, Mostra internazionale di Arte contemporanea e Design" La Florence Biennale Mostra internazionale di Arte contemporanea e Design, giunta alla sua XIII edizione, da sabato 23 sarà alla Fortezza da Basso di Firenze, fino al 31 ottobre 2021. La cerimonia di apertura ufficiale della manifestazione sabato 23 ottobre 2021 nell’area teatro del Padiglione Spadolini, alla presenza di Eugenio Giani Presidente della Regione Toscana, Dario Nardella Sindaco di Firenze, Cecilia Del Re Assessore al Turismo, fiere e congressi, piano gestione UNESCO, Pasquale Celona Presidente di Florence Biennale, Piero Celona Vice Presidente di Florence Biennale, Lorenzo Becattini, Presidente di Firenze Fiera, Umberto Cabini Presidente di Fondazione ADI, Fortunato D'Amico Curatore del Padiglione Cavaniglia e di Fondazione Pistoletto Città dell'Arte, Jacopo Celona Direttore di Florence Biennale. Riccardo Rescio per Italia&friends #tuttoilbelloeilbuonochece Firenze Fiera Marco Ferri I&f RotoWeb Illustrato ottobre 2021 https://italiaefriends.wordpress.com/2021/10/01/if-rotoweb-illustrato-ottobre-2021/?preview=true (presso Fortezza da Basso) https://www.instagram.com/p/CVXY90pru6N/?utm_medium=tumblr
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studiomanzoni · 4 years
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#Repost @milanoltre • • • • • • Teatro Elfo Puccini Les nuits barbares ou les premiers matins du monde di Compagnie Hervé Koubi (@hervekoubi) 📍@teatroelfopuccini 23 + 24/9/‘20 coreografia Hervé Koubi assistenti alla coreografia Guillaume Gabriel, Fayçal Hamlat danzatori Adil Bousbara, Mohammed Elhilali, Abdelghani Ferradji, Zakaria Nail Ghezal, Oualid Guennoun (option), Bendehiba Maamar, Nadjib Meherhera, Mourad Messaoud, Houssni Mijem, Ismail Oubbajaddi, El Houssaini Zahid, Tomi Cinej, Vladimir Gruev, Chaker Ferradji, Pasquale Fortunato ph_Sara Meliti (@sarameliti) #eladanzacontinua #milanoltre34 #festival2020 #oltre2020 ***ENG VERSION*** Les nuits barbares ou les premiers matins du monde by Compagnie Hervé Koubi (@hervekoubi) 📍@teatroelfopuccini 23 + 24/9/‘20 choreography Hervé Koubi choreography assistants Guillaume Gabriel, Fayçal Hamlat dancers Adil Bousbara, Mohammed Elhilali, Abdelghani Ferradji, Zakaria Nail Ghezal, Oualid Guennoun (option), Bendehiba Maamar, Nadjib Meherhera, Mourad Messaoud, Houssni Mijem, Ismail Oubbajaddi, El Houssaini Zahid, Tomi Cinej, Vladimir Gruev, Chaker Ferradji, Pasquale Fortunato ph_Sara Meliti (@sarameliti) #eladanzacontinua #milanoltre34 #festival2020 #oltre2020 (presso Teatro Elfo Puccini) https://www.instagram.com/p/CGR6gZnFEZv/?igshid=b7hipy8ne7jf
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pecoranera-it · 7 years
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Il "diario"
Ricordi quel quadernino che in realtà doveva essere il nostro diario? Quello della Scorpion Bay bianco e nero, beh, qualunque sia la risposta non c'entra molto con quello che sto per dire e in realtà non so neanche perché lo sto scrivendo questa cosa.
Non sarà nulla di eclatante, volevo semplicemente dirti che un po' di tempo fa ho preso un piccolo taccuino (proprio carino) dove ho deciso di scrivere quelle poche cose che passano nella mia testa che ritengo siano degne di essere ricordate.
Si lo so, ho un cellulare ma in realtà scrivere qui non ha lo stesso e gusto e neanche lo stesso significato, anzi, quasi svilisce il senso stesso di fermarsi, pensare (più o meno) e scrivere ciò che si sta vivendo in quel momento.
Come immaginerai e se non è così fa nulla, te lo sto dicendo io ho scritto anche di noi o comunque di ciò che eravamo oltre i miei pensieri "singoli" .
E tutto questo non so se sia deleterio o meno, forse spero che scrivendo i pensieri "nostri" essi si trasferiscono sui fogli e spariscono dalla mia mente così che io possa continuare la mia vita senza guardare costantemente le mie spalle oppure è possibile che io non voglia far svanire ciò che di buono abbiamo fatto e io ho distrutto, sai com'è il tempo è davvero bastardo con i ricordi.
Forse sono entrambe verità, forse essa è una via di mezzo, fatto sta che io continuo a fare questa cosa e non so bene il perché...
Ti chiedo scusa se c'è qualche virgola di troppo oppure qualche tempo contorto ma quella brava con l'ortografia sei stata sempre tu e adesso che sono solo le cose sono diverse, in questo caso sicuramente peggiori.
Ti dirò, ora naturalmente sto divagando, da una parte vorrei che tutto ciò e per tutto intendo noi, non sia mai accaduto ma dall'altra sei stata la miglior cosa che mi sia capitata in questa mia breve vita, è un pensiero egoista lo so, perché da questa storia sicuramente non ne sei uscita bene ma spero che qualche bel ricordo ancora lo conservi che tu fra te e te dica: "alla fine quello stronzo qualcosina di buono l'ha fatto".
Non ti dirò bugie, dato che ne ho dette fin troppe, ma la realtà e che mi manchi un sacco, a tempi alterni ma mediamente è un sacco forse anche due...
Perché oltre ad aver perso la mia ragazza ho perso anche il mio miglior amico, il mio rifugio dove fermarmi, ricaricarmi per poi riparte convinto di poter cambiare il mondo.
In realtà sono convinto, anche questo a momenti alterni, che il mondo posso ancora cambiarlo, ma senza di te questa avventura è un po' più buia, e come passare da un film full hd a uno streaming sgranato con la grafica dei primi anni 2000.
Forse il libro della mia vita ha riservato il "grande amore" in futuro o forse l'ho lasciato scappare fatto sta che rimarrai uno dei capitoli più belli della mia vita, più importanti, poiché sei stata decisiva per la mia crescita e per la mia persona in un momento critico della vita, dove decidi un po' tutto quello che verrà anche se l'età e l'esperienza non è dalla tua parte.
Io in questo sono stato veramente fortunato, probabilmente tu un po' meno, perché ho trovato te al mio fianco.
E stranamente, il mondo continua ad esser un po' ingiusto, perché la vita continua a darmi parecchie soddisfazioni che forse io non merito, ho trovato un gruppo di amici a Bologna, sono salentini e il ragazzo con cui ho stretto un bel rapporto studia filosofia, ti ricorda qualcosa questa materia?
Qui ormai è la mia vita, l'unica cosa che mi teneva giù oltre alla mia famiglia eri tu, soprattutto tu davi un senso a San Giovanni Rotondo, ora quel posto è un cumulo di ricordi che mi fanno tanto male e che se non c'è Antonio o Pasquale giù mi porta alla solitudine più totale anche se questo mi permette di riposarmi e leggere un sacco.
Ah ecco, in questo periodo volevo consigliarti un sacco di cose, film, canzoni, serie tv, libri, insomma tutto quello che ci consigliavamo prima, ora quasi tutti mi sfuggono ma prova "American Gods", potrebbe piacerti un sacco, la prima puntata è un po' incasinata ma vai avanti che ne vale la pena.
Scusa lo sproloquio, sempre se sei arrivata a leggere fino a qui, in caso contrario è semplicemente un soliloquio e quindi il problema non si pone dato che nessuno si prenderebbe la briga di arrivare fino a questo punto.
Un'ultima cosa, una delle sere in cui ero giù i nostri sguardi si sono incrociati, io ero in macchina di Antonio, tu alla San con Ester e da una parte (che palle questi continui dualismi interni) spero sia stato effettivamente così, ne sono anche convinto, dall'altra invece spero che in quel momento il tuo sguardo fosse semplicemente perso nel vuoto o comunque poco attento, d'altronde ero io quello che si guardava sempre intorno.
Volevo dare un senso all'ultima cosa che ho detto ma è troppo contorta da spiegare quindi evito altre parole a vanvera.
Ciao Lù
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foxpapa · 5 years
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Cilento, la Costa della Masseta è un paradiso
La natura selvaggia incontra il mare, un nutrito branco di occhiate non sembra per nulla intimorito dall'obiettivo della GoPro
Così Paola Fortunato restituisce, attraverso uno scatto diventato virale, l'incanto della Costa della Masseta, in Cilento. La tecnica è quella delle foto half over/half under: un inno alla biodiversità di un'area marina protetta che si estende da Punta dello Zancale, a Camerota, a Punta Spinosa, nel Comune di San Giovanni a Piro. Un paradiso per appassionati di subacquea, e non solo.
Foto Paola Fortunato
di PASQUALE RAICALDO
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eventiarmonici · 4 years
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TAKASHI MURAKAMI
Takashi Murakami è un artista a tutto tondo, espressione della contemporaneità culturale giapponese, in cui si sintetizzano tradizioni e nuove forme d’arte, influenzate dall’Occidente e dall’Otaku, la passione per manga e anime.
di Pasquale Di Matteo
Takashi Murakami è artista, scultore, ma soprattutto espressione della cultura giapponese contemporanea.
La rivista Times lo ha definito il più influente rappresentante della cultura giapponese contemporanea nel mondo.
Opera di Takashi Murakami – Immagine di proprietà del web
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Opera di Takashi Murakami – Immagine di proprietà del web
Opere iconiche di Takashi Murakami – Immagine di proprietà del web
Murakami si laurea alla Facoltà di Belle Arti con una tesi intitolata Il Significato del Nonsenso del Significato.
727, 2000 version – Immagine di Proprietà del web
Takashi Murakami
Vincitore di una borsa di studio, si trasferisce a New York, dove studia e lavora, ampliando gli orizzonti.
Fonda una sua associazione, la Hiropon Factory. Dapprima in Giappone, successivamente a Brooklyn.
TAKASHI MURAKAMI: L’ARTE
La grandezza dell’artista sta nell’aver sintetizzato l’arte della tradizione, dedicata ai grandi collezionisti e ai musei più importanti, alla cultura di massa e agli oggetti realizzati in serie.
Murakami definisce la cultura giapponese contemporanea Superflat, (ultrapiatta). Un termine che esemplifica la miscela di tradizione giapponese e influenza occidentale, utilizzando anche le espressioni più moderne legate ad anime e manga.
KAWAII SUMMER HOLIDAY, Immagine di proprietà del web
KAWAII VACANCES SUMMER VACATION IN THE KINGDOM OF THE GOLDEN, Immagine di proprietà del web
SUPERNOVA THUMBNAIL, Immagine di Proprietà del web
In più occasioni Takashi Murakami afferma che l’influenza occidentale nell’arte giapponese sia l’evidenza dell’inferiorità del Giappone sul piano politico e su quello socioculturale. Tesi non condivisa da moltissimi colleghi e accademici.
  727
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727 – Immagine di Proprietà del web
Murakami si diverte a giocare con le ambivalenze di significato, fin dal titolo. I numeri che lo costituiscono, infatti, richiamano il Boeing 727, ma anche una nota azienda di cosmesi in Giappone.
Al centro del dipinto, c’è una delle prime raffigurazioni di Mr. DOB, l’alter ego che l’artista crea nel 1993, quello che oggi definiremmo avatar.
Mr DOB è ispirato a Doraemon, il gatto spaziale di un fortunato cartoon tornato di moda in quest’ultimo decennio. Il nome DOB è un acronimo dell’espressione giapponese dobojite, dobojite, oshamanbe, locuzione gergale che si può tradurre con perché Oshamanbe. Oshamanbe è il nome di una città dell’Hokkaido.
L’opera è un trittico e richiama i paraventi giapponesi a fisarmonica.
Lo sfondo è materico e rivela come l’artista abbia applicato diversi strati di pittura sul supporto, prima di rimuoverla.
Mr. DOB racchiude tutte le peculiarità degli esseri viventi. Le orecchie grandi ricordano la simpatia di Topolino. Le lettere tondeggianti sulle orecchie, invece sembrano occhi mostruosi, così come i denti acuminati rendono la figura grottesca.
Murakami fonda tradizione e modernità, attingendo all’eleganza delle onde, elemento ricorrente nella pittura classica giapponese, per unirle con tratti e raffigurazioni tipiche dei manga e degli anime contemporanei.
Il nonsenso, la mancanza di un messaggio chiaro trovano uno sbocco nella bocca di Mr. DOB, spalancata in un ghigno grottesco che incute timore e genera inquietudine.
La forte presenza del bianco manifesta l’apertura al futuro dell’artista e il desiderio di costante rinnovamento. Per sé, per la società, per il Giappone e per il mondo.
Come se l’artista desiderasse sbeffeggiare l’influenza occidentale nella cultura giapponese e, allo stesso tempo, ne esaltasse la capacità di cambiare tradizioni secolari.
  Takashi Murakami è un artista a tutto tondo, espressione della contemporaneità culturale giapponese, in cui si sintetizzano tradizioni e nuove forme d’arte, influenzate dall’Occidente e dall’Otaku, la passione per manga e anime. TAKASHI MURAKAMI Takashi Murakami è un artista a tutto tondo, espressione della contemporaneità culturale giapponese, in cui si sintetizzano tradizioni e nuove forme d’arte, influenzate dall’Occidente e dall’Otaku, la passione per manga e anime.
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