Tumgik
#piatto tipico
apropositodime · 1 year
Text
Tumblr media
Ho già detto che amo anche la cucina etnica.
Avevo sta fissa stasera.
Si chiama Kashke Bademjan è un piatto tipico della cucina Iraniana. A base di melanzane.
Patto iraniano, con piadina romagnola e birra Moretti.
Sono cittadina del Mondo 😃.
Comunque mi è venuto benissimo.
Spaccaaa.
Voto:10/10
Brava.
28 notes · View notes
Text
Tumblr media
Casoncelli alla bergamasca
3 notes · View notes
ross-nekochan · 1 year
Text
Soffro di eco-ansia.
Penso da sempre, però negli ultimi tempi si era fatta più stringente. L'ho capito quando ero a Rovigo: mi era comparso un reel in cui una ragazza diceva di aver provato ansia per l'uso del condizionatore e io in quel periodo chiudevo spesso i caloriferi perché per me non ce n'era bisogno.
Ancora ne soffro: ogni notte sudo sette camicie in questa terra dall'umidità asfissiante eppure accendo il condizionatore solo se mi sveglio durante la notte e non ne posso più. Tutti gli altri lo hanno fisso acceso 24/7 anche a 20 gradi senza nessun senso di colpa.
Mi fa molto ridere quando leggo tantissimi post sul cambiamento climatico e leggo i commenti di italiani giustamente apprensivi che fanno del loro meglio dichiarando di accendere l'aria condizionata poche ore al giorno, di fare la raccolta differenziata ecc.
Rido perché non sanno che sono formiche nell'oceano. L'Europa sta (almeno in parvenza) cercando di attuare qualche strategia per la salvaguarda dell'ambiente.
Ma in Asia se ne sbattono grandemente il cazzo tutti, nessuno escluso. Si capisce dai pochi esemplari di indiani che sono qui che nel loro stato la parola "raccolta differenziata" è come parlare una lingua diversa. Qui non è molto diverso: a parte lattine di alluminio, bottiglie di plastica e indifferenziato, si brucia tutto. L'aria condizionata è parte integrante della vita di tutte le case, di tutti gli uffici e dei supermercati 24/7 a temperature per cui io spesso ho bisogno di una giacca addosso tanto è il freddo.
Il sole sorge alle 4:00 del mattino e tramonta alle 18:30 in estate eppure non è mai venuto in mente a nessuno di cambiare l'ora per risparmiare elettricità. Che ce ne fott.
Qualsiasi organizzazione governativa e non, sostiene della necessità di un consumo saltuario di carne. In questo spicchio di nazione sovrappopolato non esiste un solo piatto tipico o tradizionale in cui non sia presente la carne e la stessa cosa penso accada nei paesi vicini.
Per questo rido. Perché forse in Europa, seppur in maniera un po' ipocrita, pensiamo ancora che con l'impegno possiamo avere qualche chance, quando invece in Asia a malapena si conosce la parola e la responsabilità individuale (seppur minima) nelle abitudini non è assolutamente contemplata.
Nel frattempo, ancora indossano la mascherina per paura che il covid possa tornare per sterminarci tutti. Sono così stupidi e arretrati che manco se ne accorgono che si stanno sterminando da soli... continuate pure così, in nome dell'avanzamento e del progresso che giustamente avete finalmente raggiunto e che non vi volete perdere. Tanti auguri.
28 notes · View notes
abr · 11 months
Text
Oggi assistiamo ad un trend di denatalità che interessa tutte le nazioni sviluppate, (...) le differenze tra le nazioni come Francia e Svezia che si sono più date da fare (...) (tassi di fertilità rispettivamente di 1,86 ed 1,66) ed i Paesi che sono in ritardo su questo fronte come è certamente l’Italia (tasso fermo all’1,24), si limitano a pochi punti decimali (sufficienti comunque a passare da un declino gentile ad un precipizio). [Senza considerare che il delta è in gran parte dovuto a "risorse" che portano altri problemi, ndr]. (...)
Le vie tradizionali delle politiche familiari che (...) ruotano attorno a trasferimenti in denaro (detrazioni fiscali, assegni familiari) o in fornitura di beni e servizi (asili nido gratuiti, congedi parentali) sembrano inefficaci (il caso estremo è Singapore che, nonostante disponga delle politiche nataliste più generose di tutta l’Asia, è fermo ad un tasso di fertilità pari a 1,1).
Forse è giunto il tempo di individuare politiche più audaci, che non si limitino a rendere meno costosa la scelta di avere figli, ma siano piuttosto riforme strutturali (...) per promuovere un ambiente davvero favorevole alla crescita demografica e alla prosperità delle famiglie.
Un articolo scientifico del demografo Paul Demeny, pubblicato nel 1986 con il titolo Politiche pronataliste per Paesi a bassa fertilità, si poneva in maniera innovativa queste stesse domande. Cercando di tenersi egualmente distante dai pericoli di un certo radicalismo utopico e dall’assistenzialismo estremo, Demeny mette sul piatto quattro proposte radicali, che superano l’approccio del mero abbattimento del costo di fare figli e rimettono al centro della questione della natalità la famiglia, il cui ruolo sociale va vigorosamente ricuperato dopo decenni di marginalizzazione.
Solo famiglie forti e stabili - secondo Demeny sono in grado di invertire i trend demografici negativi che stanno travolgendo tutto il mondo sviluppato.
- Una prima proposta (...) è quella di parametrare le prestazioni pensionistiche future alle scelte di fertilità attuali. (...) La tesi di fondo è che senza un sistema pensionistico i lavoratori generino i figli come forma di autoassicurazione per i tempi in cui non saranno più in grado di lavorare (funzionava così anche qui fino alla guerra mondiale), mentre in presenza di un sistema pensionistico universale a riparto, come quello italiano, i figli generati oggi saranno i contribuenti che pagheranno le pensioni di domani anche a coloro che oggi decidono di non avere figli. Insomma, gli economisti parlerebbero di benefici pensionistici futuri pubblici e non escludibili a fronte di costi di crescere figli che rimangono privati; di qui il problema della sottoproduzione, tipico dei beni pubblici.
L’idea di Demeny di agganciare le prestazioni pensionistiche future alle scelte di fertilità attuali riallineerebbe i costi attuali ai benefici futuri e, quindi, indurrebbe scelte di fertilità ottimali. La proposta di Demeny ha già avuto qualche labile eco nella scelte pubbliche. Pensiamo alla discussione recente sulla possibilità di ridurre i requisiti pensionistici per le donne che hanno avuto figli, prevista da Opzione Donna. Rispetto a questa iniziativa, l’intuizione di Demeny suggerisce di non guardare alle scelte di fertilità passate, sulle quali non si può più incidere, ma alle scelte prossime, in vista di pensioni future. Inoltre, le scelte di fertilità riguardano entrambi i genitori, pertanto l’incentivo dovrebbe essere offerto a entrambi, a fronte di un impegno duraturo nel tempo rispetto alla crescita dei figli. Questa prospettiva fa salve le finanze pubbliche nell’immediato, perché nessun incentivo deve essere speso, perché se l’incentivo è efficace, una più alta fertilità permetterà di sostenere il sistema pensionistico.
- Un'altra proposta (...) riguarda rendere il suffragio davvero universale, estendendo il voto anche a quella parte importante della popolazione che ancora ne è priva. (...) La proposta è quella di introdurre il voto fiduciario dei bambini, esercitato attraverso i genitori (fino ai 18 anni o anche meno). Questo meccanismo rafforzerebbe il ruolo delle famiglie e delle future generazioni nel sistema politico decisionale e la conseguente allocazione delle risorse pubbliche (...). Del voto alla Demeny - per la verità già Antonio Rosmini ne aveva parlato a metà 800 - si discute per ora solo a livello accademico (...). Sarebbe (interessante) sperimentarne la sua efficacia in qualche contesto decisionale minore (amministrazioni locali etc.), al fine di poterne misurare l’efficacia (...).
- Un’ulteriore proposta radicale (...) concerne l’incorporazione della famiglia. (S)ignifica considerare la famiglia come un'unità economica interconnessa, simile a un'azienda, in cui i ricavi (salari, rendite, pensioni) sono considerati una risorsa di proprietà della famiglia stessa e non dei singoli coniugi. In Italia è già previsto il regime patrimoniale della comunione dei beni, che però è opzionale e concerne solo i beni acquistati dai coniugi insieme o individualmente durante il matrimonio. La proposta di Demeny estende il regime di comunione anche ai redditi, con l’idea che questa condivisione profonda delle risorse rafforzi in particolare modo la posizione della donna (...) e consenta alle potenziali madri di affrontare con più serenità i rischi connessi agli investimenti specifici della maternità. 
- Infine, l’ultima delle idee “dirompenti” di Demeny concerne il rafforzamento della responsabilità e dell’autorità dei genitori (riguardo le scelte educative) (...). Demeny riteneva infatti che lo Stato “balia”, il quale ha l’ambizione di sostituire integralmente le funzioni genitoriali -inclusa quella educativa-, ha finito con il rendere ridondante il bisogno e l’ambizione di costruire una famiglia.
(P)otrebbe pertanto essere auspicabile rafforzare la responsabilità e l'autorità dei genitori sull’educazione dei figli attraverso l'implementazione di voucher che promuovono la competizione tra istituzioni scolastiche e restituiscono il controllo sull'educazione dei figli ai genitori stessi, oltre a favorire un miglioramento complessivo della qualità dell'istruzione e dell'ambiente educativo.
Certo, ciascuna di queste quattro proposte è a suo modo impegnativa (...) con ramificazioni legali sono profonde fino a toccare la Costituzione stessa.
Tempi difficili necessitano però di proposte radicali e le sfide che l’inverno demografico (...) non possono essere affrontate con le consuete (...) politiche basate su incentivi economici volti a compensare il mero costo dei figli.
Non avrei mai pensato di rebloggare un articolo di Avvenire ma stavolta è profondamente LIBERTARIO E MINARCHISTA (minimizzare il ruolo dello Stato, tornare alle famiglie), probabilmente a sua insaputa, via https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/voto-ai-figli-pensioni-ponderate-idee-audaci-contro-la-denatalit
23 notes · View notes
steliosagapitos · 10 days
Text
Tumblr media
2 notes · View notes
fiorile-arte · 4 months
Text
Tumblr media
Corrado Bonomi Rosencrantz e Guilderstern a cura di Edoardo Di Mauro Corrado Bonomi è uno degli esponenti più significativi di quell’area di “concettualismo ironico” che in Italia sta ormai definitivamente imponendosi, complice una diffusa stanchezza nei confronti dell’ininterrotta sequela di trovate neoconcettuali, tanto patinate ed estetizzanti quanto vuote di significato al di là di una diligente ma pedestre citazione di quanto abbondantemente già visto nel recente passato, che hanno qualificato in negativo gli anni ’90. Gli “ironici” si caratterizzano viceversa per una ampia dose di irriverente e caustica irrisione di molti luoghi comuni dell’immaginario collettivo. Da un punto di vista estetico le opere si presentano connotate da un estroso eclettismo, marcato è lo spazio concesso alla decorazione, frequente l’uso della pittura, espressa con modalità analitiche e concettuali, oppure con intervento “primario” su di un ampio repertorio oggettuale. Nell’ambito di un frequente utilizzo di forme provenienti dall’immaginario ludico dell’infanzia assistiamo, inoltre, ad una tipologia compositiva che prevede l’impiego di materiali sintetici e derivati plastici, idonei alla realizzazione di assemblaggi dalla colorazione viva e squillante. Corrado Bonomi, personalità dotata di un curriculum importante ed apprezzata da anni anche al di fuori dei confini nazionali, particolarmente in Germania, adopera l’oggetto con gioia e creatività infantili, mostrandoci il volto di un’arte che è gioco combinatorio, calembour di citazioni in bilico tra cultura “alta” e “bassa”, in grado di stupire chi guarda con soluzioni spiazzanti ed inaspettate, specie per chi si aspetta di fruire l’arte in una dimensione aulica ed inaccessibile. I temi prescelti da Bonomi per le sue originali installazioni castigano con soave ironia i luoghi comuni del rigore concettualista come nella serie dei “Castelli in aria”, autentici manieri d’epoca confezionati in cartone e sospesi su nuvole di cotone, sdrammatizzano senza negarle retoriche e tragedie nazionali, come nel Mussolini in miniatura affiorante da un piatto di spaghetti al pomodoro in ceramica mentre declama l’incauta dichiarazione di guerra, od ancora stravolgono il concetto di serializzazione dell’opera d’arte con la performance “Pizzeria Belle Arti” dove l’artista, sui classici involucri da asporto realizza su ordinazione, col pennello ed in presa diretta, per poi venderle a costi contenuti, pizze dai molteplici gusti, e questo solo per citare una piccola parte del suo inesauribile repertorio. Esperto nella realizzazione di opere costruite con materiali e rifiuti riciclati, altro aspetto rilevante della sua pirotecnica vena creativa, Bonomi ha studiato, per questa personale nello spazio di Fiorile Arte, una installazione ad hoc. Questa volta il tema trattato, sempre con sagace ironia, è quello del carcere. Dalla vetrata posta a ridosso della strada si potrà ammirare un tipico muro carcerario realizzato con cartoni dipinti. Entrati all’interno della galleria si noterà una porta, anch’essa di cartone, su cui è affissa una targa recante il nome di Rosencrantz e Guilderstern, “gli avi di Bibi e Bibò”, per citare le parole di Bonomi nel descrivere il progetto. Dalla fessura della porta si potrà avere, uno per volta, la visione completa dell’opera. Assistiamo quindi alla consueta ma sempre geniale commistione di elementi sapientemente decontestualizzati da ambiti diversi, dove la tetraggine del luogo di prigionia si stempera con le citazioni letterarie e fumettistiche, per concludersi con un tuffo nel passato della storia dell’arte, con i riferimenti piuttosto evidenti a “Etant donnes” di Duchamp, rispetto alla fessura da cui sbirciare voyeuristicamente la parte finale dell’opera, nonchè all’iconografia tipica delle stampe piranesiane.
Edoardo Di Mauro, gennaio 2004
2 notes · View notes
automatismi · 1 year
Text
sopra un tipico piatto a base di pesce, sotto pure.
Tumblr media
Tumblr media
5 notes · View notes
lory78blog · 2 years
Text
Tumblr media
La supa barbetta, piatto tipico cucinato per la festa dei Valdesi, oggi cucinata dal mio compagno 😋
12 notes · View notes
mossmx · 1 year
Text
how fucking funny would it be if Amadeus as a merman was a cozza bc Ravenna has cozze as a piatto tipico XD
2 notes · View notes
soulkitchenworld · 1 year
Text
Tipico della cucina mediorientale e nordafricana, il cous cous è un piatto diffuso e apprezzato in tutti i paesi del Mediterraneo. È molto semplice utilizzarlo in cucina ed è molto versatile. Sarà proprio questo il suo segreto: è ottimo con le verdure, con la carne, con le spezie, con il pesce, è buono sia caldo che freddo... insomma ci si può sbizzarrire con gusti, sapori e consistenze.
Il cous cous deriva dalla semola di grano duro che viene lavorata con acqua e poi viene passata al setaccio: così si trasforma in piccolissimi granelli di un millimetro circa, che raddoppiano durante la cottura al vapore o con acqua bollente.
È un ottima alternativa alla pasta o al riso ed è perfetto per chi ha poco tempo per stare ai fornelli e non vuole rinunciare ad un piatto colorato, gustoso e nutriente.
Tumblr media
3 notes · View notes
apropositodime · 1 year
Text
Tumblr media
Amo la cucina etnica, molto piatti si avvicinano alla cucina mediterranea, solo con aggiunta di spezie che adoro.
Stasera ho preparato questo piatto tipico marocchino lo zaalouk, a base di melanzane e pomodoro, con l'aggiunta di paprika, cumino, peperoncino e alla fine un limone spremuto e del prezzemolo.
Spacca di brutto.
L'ho mangiato con della feta.
Marocco
Grecia
Nel giorno della repubblica Italiana
Ok. 😅
#tuttapposto
15 notes · View notes
stilouniverse · 1 year
Text
Piatti e ricette tipici: baccalà in zimino
Un piatto di magro della tradizione toscana Baccalà in zimino E siccome a Natale già ci siamo, o almeno così ci dicono gli addobbi nelle strade e nei negozi, affrettiamoci, dovessimo arrivare in ritardo, senza la ricetta e soprattutto senza la storia e le curiosità legate a un piatto, di magro, tipico della cucina toscana! Ovviamente pesce, quello della tradizione: un buon baccalà, ma questa…
Tumblr media
View On WordPress
2 notes · View notes
la-scigghiu · 2 years
Text
Tumblr media
GNEMMARIEDDHRI CON LE PATATE
E qui ci troviamo di fronte ad un piatto tipico del Salento, involtini di trippa con le patate. Un piatto semplice dei contadini di un tempo. Questa è la versione più semplice che si cuciva in casa di mia mamma.
Ingredienti x 4 persone
1 kg Trippa
600 gr di patate
100 gr mortadella
200 gr pomodoro pelato
20 pomodorini
100 g Pecorino sardo (in un pezzo unico)
2 cipolle
Prezzemolo
olio extra vergine di oliva
1 costa sedano
1 carota
q.b. Pepe nero in grani
q.b. Sale
~°~
Procuratevi della trippa già pulita e preferibilmente in un unico pezzo. Tagliatela in rettangoli di misura giusta per essere avvolti a contenere del ripieno. In ogni rettangolo inserire mezza fetta di mortadella (fatevela tagliare molto sottile quando la comprate), della cipolla affettata sottilmente, un pezzo di pecorino, qualche fogliolina di prezzemolo ed un pó di pomodorino tritato. Chiudete gli involtini e fermateli o con dello spago da cucina o, in alternativa, con degli stecchini.
La tradizione vuole che si cucinino nella pentola di terracotta lentamente, ma potete usarne qualsiasi altra. Ponete tutti involtini nella pentola sopra di essi condite con una cipolla a pezzi, il restante prezzemolo, una costa di sedano, una carota tagliata a metà, pomodoro pelato, un giro di olio, sale e qualche grano di pepe. A questo punto copriteli di acqua e fate cuocere a fuoco lento per circa un'ora. Quando pungendoli con la forchetta vi sembreranno teneri aggiungete le patate tagliate a tocchetti grossi. Finite di cuocere controllando che non si asciughino troppo.
Servite caldo con del pane tostato e del buon vino rosso. 😋
La scigghiu 🦋
6 notes · View notes
Note
Hai fatto qualche pesce d'aprile? O a Bologna si fa solo il cinghiale con la polenta d'aprile?
Ma non è proprio il tipico piatto bolognese ahahah
5 notes · View notes
steliosagapitos · 1 year
Text
Tumblr media
2 notes · View notes
thegretchenimages · 2 years
Text
Stare a casa è bello e frustrante allo stesso tempo ma quando dalla cucina si alza l'odore del piatto tipico di tutta la tua infanzia è strepitoso.
3 notes · View notes