Tumgik
#porto antico
unapinetaamare718 · 5 months
Text
Tumblr media
Forse questo ti sembrerà strano
Ma la ragione ti ha un po' preso la mano
Ed ora sei quasi convinto che
Non può esistere un'isola che non c'è...
Tumblr media
youtube
4 notes · View notes
koufax73 · 2 months
Text
Subsonica @ Live in Genova Festival: la Gallery
Un’altra serata imperdibile targata Live in Genova Festival, questa volta in compagnia dei Subsonica, è stata immortalata dal nostro fotografo Daniele Modaffari. La storica band torinese ha infiammato il palco dell’Arena del Mare del Porto Antico di Genova: ecco l’omaggio visivo di TRAKS a una serata di musica, emozioni ed energia. In apertura una vecchia conoscenza, sempre gradita: i…
0 notes
stilouniverse · 1 year
Text
Galleria immagini dei luoghi dove sorgeva l'antico porto d'Alma in Maremma
Come sono oggi Torre Civette e la foce del torrente Alma dove sorgeva l’antico porto Il torrente Alma nei pressi della foce Vai alla Galleria immagini dei luoghi dove sorgeva l’antico porto d’Alma in Maremma
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
lunamagicablu · 7 months
Text
Tumblr media
Io sono ovunque, nel centro e nel fondo, in cielo, in terra, ai confini del mondo, nel cuore del fiore, nel seme del frutto, e in ogni stella che incorona il deserto, perché Io sono la Vita che conosce se stessa, Io sono la Luce che fu antica promessa. Sono, sono, immensamente Io sono, dentro la lacrima che cerca il perdono, nascosto Io sono e fin troppo chiaro, nell’eterno passato che cerca il futuro, nell’eterno presente che vivifica l’Uomo, guido i suoi passi, perché sempre Io sono. E guardo dall’alto le vostre battaglie, e ancora con voi il mio cuore si doglie. Io sono il fratello, Io sono lo sposo, il diamante cercato, più raro e prezioso, madre e sorella del vostro dolore, amante perfetta che sempre sa dare. Io sono e vi dono, Io sono e vi amo, Io sono la Pace, la lotta non temo, perché dal sigillo del vostro cuore nasca la fiamma dell’eterno Volere, perché il patto antico che a voi mi lega è un fiume potente che raggiunge ogni riva, perché chi cerca che il sogno si avveri e sempre mi tiene nei suoi pensieri, abbia infine la Forza di spostar la montagna col Fuoco potente che ognor l’accompagna. Io sono tutto e nel tutto mi espando, se pur non udite, Io sempre vi ascolto. Tenete salda nel centro del vostro sentire ogni parola e ogni goccia di questo fluire, perché la penna, che per voi ho infiammato, regge forte, con polso, ciò che le ho dato, per voi, che cercate e non volete trovare, per voi, che guardate e non sapete vedere. Io sono l’Uno e la chiave vi porto, fusa nell’oro che a lungo ho raccolto lungo le strade percorse dall’Uomo, di guerra e dolore, di oblio e abbandono, forgiata nel sangue della sua ferita, lavata nell’acqua della mia cascata. Chiaro sia, e sicuro, il vostro sguardo, e vedrete le stelle che ora vi mostro, troverete nel centro del loro bagliore la sola via che sarà fine al cercare, poiché questo è il dono che ho preparato bevendo il calice che mi fu dato a eterna salvezza di tutti i fratelli che con Me han percorso i deserti e le valli. Siate certi di questa parola che vi porta la Via per giungere a casa, dove arde ciò che non fu mai spento, dove sempre Io sono e qui vi attendo. Faireliza art _by_suzu2_
10 notes · View notes
gregor-samsung · 7 months
Text
Mi ricordo
“ Mi ricordo che una volta la Valle d'Aosta aveva il mare. Era abitata dai Salassi (che in greco vuol dire «popolo del mare») che per le navi di passaggio avevano costruito sul Cervino un faro alto almeno come Mike Bongiorno. Adesso, con gli anni, il mare si è ritirato ed è rimasta soltanto la Dora Baltea, ma prima, al posto delle trote c'erano i delfini salmonati. I delfini più belli venivano catturati e portati a Cogne dove, invece delle acciaierie, c'era un acquario e se si girava cadeva la neve finta. Bisognava stare attenti, però, perché usciva tutta l'acqua e i delfini senza acqua muoiono, quasi come gli uomini. Mi ricordo che al porto di Courmayeur si arrivava in skilift. Dalla banchina partiva il motoscafo più alto del mondo; si saliva e poi via, ottocento chilometri di piste. Sci d'acqua, naturalmente. Mi ricordo che il Piccolo San Bernardo era un'isola e il Gran San Bernardo era un'altra isola, ma più grande ed era piena di cani da valanga che passavano le giornate a guardarsi in faccia e a dirsi: «Boh?» Per quello gli è venuta la bocca all'ingiù. Oggi risulta chiaro che i cani da valanga erano fuori luogo, ma oggi, col progresso, si sanno tante cose che una volta non si potevano capire.
Per esempio allora ci si chiedeva perché tutti i rifugi del Cai si chiamavano «Miramare» e perché un antico proverbio pugliese diceva più o meno: «Se Aosta avesse i monti sarebbe una piccola Sestrière». «Che cosa c'entrano i monti», pensava il guardapesca ributtando in mare un camoscio che gli era rimasto impigliato nella rete. Già allora i camosci erano una razza protetta. Li tenevano al Gran Paradiso assieme alle foche, due panda e qualche Duna giardinetta. Mi ricordo che i valdostani cantavano in coro un'antica canzone di montagna. «Giù pei ponti/ giù pei ponti che noi andremo/ coglieremo/ coglieremo le stelle marine/ per donarle/ per donarle alle bambine…» Mi ricordo che l'aquila faceva – abbastanza bene – il verso del gabbiano e tutt'intorno c'era un delizioso profumo di spaghetti alle vongole e di fontina. Erano i marinai che tornavano con le loro greggi di tonni. Passavano sotto l'Arco di Augusto (che allora era un ponte), baciavano le loro mogli e andavano a rifocillarsi al bar «Caa custa quel caa custa viva el battagliùn d'Aùsta». Era un nome un po' lungo per un semplice bar dove si beveva soltanto genepì e si mangiava soltanto genepesca. Per questo i marinai familiarmente lo chiamavano «Caa custa». Mi ricordo che fu quando il «Caa custa» venne venduto a Maria Josè (una nobildonna che aveva curiosamente il nome di Altafini ma lanciava i piatti come Suarez) che incominciarono a cambiare le cose. Al «Caa custa» prese piede irreversibilmente la Nouvelle Cuisine e nella zuppa di pesce comparvero i primi savoiardi. Era troppo. I valdostani chiesero aiuto a una città amica, Bergùm de Hura e al suo re, Mais, che a tappe forzate occupò Aosta e impose su tutta la Valle la polenta. I savoiardi vennero mandati in esilio e il mare si ritirò a Cascais. “
Gino & Michele, Saigon era Disneyland (in confronto), Milano, Baldini & Castoldi, 1991¹; pp. 107-108.
12 notes · View notes
Tumblr media
Ig:serenabanzato
Ho scoperto questo libro per puro caso.
Quel giorno mia mamma sta guardando un programma in TV,quei soliti programmi televisivi dove parlano di varie cose e gli ospiti esprimono le proprie opinioni e impressioni sulla cosa.
Generalmente guardo poco la televisione,molto spesso i programmi che passano non attirano la mia attenzione ma quel giorno è bastata una parola ad attirare la mia più totale attenzione sulla TV "IL CAMMINO DI SANTIAGO".Da sempre questa pellegrinaggio mi affascina.Tutta la storia che c'è dietro questo antico percorso che affrontano milioni di persone,credenti e non credenti,che si mettono in viaggio affrontando quasi 800 km di cammino in una quasi totale desolazione per ritrovare se stessi o semplicemente per provare a stare lontano dalla civiltà moderna.
L'ospite in questione era una psicologa,Serena Banzato,che raccontava come si è ritrovata all'improvviso,sul Cammino di Santiago,ad affrontare la quasi morte.Lei e la sua amica Laura erano partite per fare questo viaggio insieme ma Serena,a seguito di un batterio che le era entrato in una vescica,ha dovuto interrompere il cammino per essere operata d'urgenza alla caviglia.
Subito dopo aver ascoltato la sua storia ho voluto assolutamente il libro per poter leggere quella storia che mi aveva lasciato così senza parole.
Un libro che tra le pagine ha una storia forte,vera ma che nelle parole di Serena ti da uno slancio per "ALLACCIARSI LE SCARPE E RIPARTIRE DA ZERO" proprio come dice la canzone della Pausini che ha citato nell'ultima parte del libro.
Un libro che mi ha fatto piangere,riflettere ma soprattutto mi ha fatto capire che dovrei lasciare andare tutti i sassi che mi porto dentro.Proprio come si fa sul Cammino di Santiago che ogni pellegrino lascia un sasso,che porta da casa,come simbolo di purificazione da tutti i pesi che vuole lasciare andare.
Serena ha,purtroppo,portato dal cammino un sasso più grosso del suo però ha imparato che su quel sasso può ricostruire tutto il suo nuovo mondo ripartendo a piccoli passi e ritrovando se stessa e lasciando cadere tutti quei pesi inutili che si porta dentro.
-la ragazza dal cuore nero♡
5 notes · View notes
winckler · 1 year
Text
Amore, oggi il tuo nome al mio labbro è sfuggito come al piede l'ultimo gradino… Ora è sparsa l'acqua della vita e tutta la lunga scala è da ricominciare. T'ho barattato, amore, con parole. ti riconoscerò dall'immortale silenzio.
Moriremo lontani. Sarà molto se poserò la guancia nel tuo palmo a Capodanno; se nel mio la traccia contemplerai di un’altra migrazione. Dell’anima ben poco sappiamo. Berrà forse dai bacini delle concave notti senza passi, poserà sotto aeree piantagioni germinate di sassi… O signore e fratello! ma di noi sopra una sola teca di cristallo popoli studiosi scriveranno forse, tra mille inverni: “Nessun vincolo univa questi morti nella necropoli deserta”.
Ora che capovolta è la clessidra, che l’avvenire, questo caldo sole, già mi sorge alle spalle, con gli uccelli ritornerò senza dolore a Bellosguardo: là posai la gola su verdi ghigliottine di cancelli e di un eterno rosa vibravano le mani, denudate di fiori. Oscillante tra il fuoco degli uliveti, brillava Ottobre antico, nuovo amore. Muta, affilavo il cuore al taglio di impensabili aquiloni (già prossimi, già nostri, già lontani): aeree bare, tumuli nevosi del mio domani giovane, del sole.
È rimasta laggiù, calda, la vita, l’aria colore dei miei occhi, il tempo che bruciavano in fondo ad ogni vento mani vive, cercandomi… Rimasta è la carezza che non trovo più se non tra due sonni, l’infinita mia sapienza in frantumi. E tu parola che tramutavi il sangue in lacrime. Nemmeno porto un viso con me, già trapassato in altro viso come spera nel vino e consumato negli accesi silenzi… Torno sola… tra due sonni laggiù, vedo l’ulivo roseo sugli orci colmi d’acqua e luna del lungo inverno. Torno a te che geli nella mia lieve tunica di fuoco.
Ahi che la Tigre, la Tigre Assenza, o amati, ha tutto divorato di questo volto rivolto a voi! La bocca sola pura prega ancora voi: di pregare ancora perché la Tigre, la Tigre Assenza, o amati, non divori la bocca e la preghiera…
— Cristina Campo, da La tigre assenza
39 notes · View notes
buscandoelparaiso · 3 months
Text
🇮🇹🇦🇱PAGELLE IGNORANTI DI ITALIA-ALBANIA
Donnarumma, 6.5: non subiva una delusione dopo soli 23 secondi da quella serata con gli amici all’Oceano di Lugano. PRECOCE Di Lorenzo, 6.5: partita ordinata e taglio di capelli di un qualsiasi ragazzo italiano nato dal 2000 in poi. Si demoralizza subito dopo il gol subito, poi alza la testa, vede giocare Hysaj e ritrova fiducia in se stesso. MINDSET Calafiori, 7: concede meno occasioni di un’attivista climatica in una discoteca di Porto Cervo. ERMETICO Bastoni, 7: sulla rimessa laterale di Dimarco anche un bravo ragazzo come lui si vede costretto a citare le sacre scritture, ma per fortuna almeno non cita il Papa. GERMANO BASTONI Dimarco, 5.5: il manager della Ferragni si è dimesso per molto meno, ma almeno lui riesce a recuperare. ERRORE DI COMUNICAZIONE Jorginho, 6: conserva la calma in ogni situazione, persino quando Spalletti lo prende da parte e impiega 12 minuti per parafrasargli un antico proverbio giapponese. JORGINHO FREDDO Barella, 7.5: segna con una fucilata ignorante da fuori mentre insulta tutti in sardo antico, il resto della partita lo passa a bullizzare Asllani. DOMINANTE Chiesa, 6.5: proverebbe il tunnel pure sugli omini del calcio-balilla ma non sa che dopo la terza giocata spavalda contro la Nazionale Albanese parte una chiamata automatica di condoglianze alla famiglia. GRAZIATO Frattesi, 6.5: chiede spesso l’appoggio alla punta che però capisce male e gli fa l’elicottero sulla schiena in doccia. FRAINTESI Pellegrini, 6.5: consegna l’assist a Bastoni per l’1-1 e un blister di tranquillanti a Gianluca Mancini che non può stare più di 20 minuti in uno stadio senza picchiare qualcuno. FRATELLO MAGGIORE Scamacca, 6.5: look da Mare Fuori, qualche trick a caso in giro per il campo ma soprattutto la sicurezza di chi alle spalle ha almeno due o tre gang sudamericane pronte ad intervenire. Nell’intervallo riesce pure a vendere un paio di Hogan false a Folorunsho. SCAM H
5 notes · View notes
abr · 1 year
Text
Le parole sono importanti (cit.)
Terzo Installment
La frase detta così è da sinistri, cioè non vuol dire nulla: valori “assoluti” di per se le parole come gli atti non hanno. Importante delle parole è comprenderne e condividerne il SIGNIFICATO (da signum fero: porto un segnale, un emblema). Qui si va a cercare radici e significati autentici, non quelli cangianti della narrativa corrente manipolati dalla neoligua imposta alle masse.
DESTRA-SINISTRA
Cos' la destra/cos'è la sinistra? si domandava il grande Gaber. Rispondeva contrapponendo preferenze, tic e comportamenti di tutti i giorni (vasca vs. doccia, culatello vs. mortadella), differenze così normali da risultare banali, cangianti ma radicate, personali, POLARIZZANTI. Personalmente trovo si tratti di una ottima risposta a domanda profondamente sbagliata.
Destra-Sinistra, si tratta di un modello dello spettro delle posizioni politiche: una semplificazione della realtà, nomina nuda tenemus. Come sempre, ocio ai modelli, sia scientifici o no come questo: succede che li confondi con la realtà.
Il modello si radica ai tempi della rivoluzione francese: nella Assemblea Nazionale Legislativa del 1791, i nobili monarchici costituzionalisti si riunivano alla destra del presidente, alla sua sinistra i borghesi Giacobini (in mezzo stava la cd. Palude).
Notare come nel Parlamento attivo più antico, quello inglese, i seggi non siano disposti linearmente ma contrapposti in due sezioni distinte. Il pragmatismo del modello è esplicito: o governi o sei all'opposizione. Invece Destra-Sinistra, teoricamente un segmento continuo dove collocare posizioni diversificate, fatalmente incentiva la polarizzazione tra alternative: è il nome stesso. Tant'è, ci sono cascate anche persone serie come Norberto Bobbio. La fede nei modelli al posto della realtà è il motivo per cui gli intellettuali sono pericolosi quanto gli ignoranti.
Oggi molti individui e gruppi non si riconoscono più in uno spettro semplicistico Destra-Sinistra: é superato, dicono. Però cambiano solo l'asse ovvero gli estremi; la tendenza alla dicotomia e alla polarizzazione rimane, fatalmente tornando allo schema Destra-Sinistra a loro insaputa.
Ricordiamo tutti la retroguardia clericali-anticlericali; poi ci fu il tempo dei NeoCon "esportatori di democrazia" interventisti vs. isolazionisti e quello, tramontate o stelle un giorno l'Ucraina vincerà, del pacifismo senza se e ma, "colombe" vs. "falchi". Oggi ci si divide manco lungo assi, direttamente sugli estremi:
libertà: chi difende la libertà individuale da ogni interferenza, chi invece definisce "libertà positive" diritti per certe categorie che sono obblighi per altri (es.: no libertà di parola);
partecipazione: democrazia vs. aristocrazia, solo gli istruiti "non deplorabili", solo la scienza, no chi va "formalmente deprogrammato" (cit. Hillary Clinton questa settimana);
multiculturalismo vs Identità (eppure i primi sono quelli che la Diversità è patrimonio da preservare).
Occhio infine al rigurgito (cfr. Ultima Generazione) dei mai defunti luddisti decrescisti: quelli che distinguono ciò che è bene per l'ambiente vs. sviluppo, forza distruttiva nei confronti della Terra.
C'è pure di peggio: quelli che fascismo- antifascismo, i più laidi arretrati reazionari non scusabili di tutti, lo sanno pure loro. E' polarizzazione viscida strumentale o adolescenziale decerebrata, in ogni caso ricorda l'antiebraismo in quanto a livore cieco disumano.
La polarizzazione indotta dal modello è il vero tarlo che sta divorando dall'interno la civiltà - che è solo Occidentale, spiaze. Ciò nella inattività impotente della Palude conformista centrista in via di estinzione, la quale prima di tutti riforgiò il modello senza cambiarlo, mutandolo in Moderati vs. Estremisti tutti, fonte del conformismo trasformista.
Mitigazione del danno
Dagli oroscopi ai cambiamenti climatici, il problema è sempre scambiar modelli per la realtà. Il danno può solo essere mitigato, non estirpato, verificando costantemente i modelli con quel che succede nella realtà (metodo scientifico sperimentale).
Un primo improvement, per portare i politologi almeno al livello dei Terrapiattisti è passare a modelli bidimensionali. Il primo a due assi é del 1964: aggiunge all'asse destra-sinistra un asse verticale autoritarismo vs. democrazia, già aiuta. Poi arriva il classico del libertario David Nolan, base di successive evoluzioni tipo Political Compass: sull'asse x "libertà economica": libero mercato, meno stato e spesa pubblica, privatizzazioni; sull'asse y le "libertà personali": i "vecchi" diritti civili, droghe, aborto, eutanasia, da completare oggi con quelli "nuovi" che fanno incazzare i Woke e i WEF: privacy, novax, no tracciamenti, proprietà, mobilità individuale, autodifesa.
La politica vista come punti su un piano elimina le domande chiuse (o di qua o di là) e stempera la tendenza alla polarizzazione; inoltre ciò aiuta a comprendere filosofie politiche ben evolutesi nei tempi recenti, in particolare anarchismo e dottrina libertaria; si dà anche conto, per contiguità, dell'apparente conundrum "opposti estremismi" (già Franco Freda si definiva "Nazi-maoista") e della prossimità tra anarco-capitalisti con la V di Vendetta, libertari e conservatori. Etc.etc.
Fermiamoci qui. Le parole sono importanti, le etichette e dove si mettono, anche.
11 notes · View notes
palazzideirolli · 3 months
Text
Tumblr media
🎉✨ Celebriamo San Giovanni Battista, il patrono di Genova! 🎉✨ Il 24 giugno, Genova onora il suo protettore con tradizioni secolari. Anche se San Giorgio è il simbolo della città, è San Giovanni Battista che protegge le nostre navi dalle tempeste sin dal 1327, quando l'Arcivescovo benedisse il mare per la prima volta. Le reliquie del Battista, riportate dalla Prima Crociata, salvarono i genovesi da un furioso fortunale nel 1098, consolidando il legame speciale con il santo. Ancora oggi, la vigilia è illuminata da falò che allontanano gli spiriti maligni, mentre il 24 giugno una solenne processione porta le reliquie al Porto antico per la benedizione del mare.
Unisciti ai festeggiamenti! 🔥🙏⛵ #SanGiovanni #Genova #Tradizioni #palazzideirolli #palazzoreale #unesco
(San Giovanni Battista nel deserto, Gioacchino Assereto, Palazzo Reale di Genova)
1 note · View note
unapinetaamare718 · 5 months
Text
Tumblr media
Attimi
A trovare
Un centro 🖤
2 notes · View notes
poesiablog60 · 2 years
Text
Fate piano.
Fate piano- per ogni
goccia, per ogni delicato dito
per ogni tavola partita da un porto
rudimentale, antico.
Fate piano,
ch’è delicato tutto, nel suo esile
canto d’esserci, fate piano
per carità, fate piano.
*
Mariangela Gualtieri
Tumblr media
17 notes · View notes
morelin · 8 months
Text
Ilheu di Vila Franca do Campo
Questa foto l'ho già usata come copertina del viaggio alle Azzorre, ricordate?
Tumblr media
Sull'isola di São Miguel potete raggiungere la cittadina di Vila Franca do Campo da cui ammirare l'Ilheu, l'isolotto nato da un antico vulcano sottomarino ormai spento facente parte del complesso vulcanico di Fogo.
Tumblr media
Proprio per questo motivo ha una perfetta forma ad anello che è ben visibile dal cielo e per la quale è soprannominato “Princess Ring”.
Tumblr media
(photo credit: @guirritour)
Dal 1983 è stato classificato come riserva naturale ed è severamente vietato pescare, rimuovere piante o introdurre specie invasive ma è possibile nuotare, fare snorkeling e rilassarsi sulla piccola spiaggia. Pensate che qui si è anche svolta una tappa della famosa competizione Red Bull Cliff Diving World Series 2013. Per proteggere questo meraviglioso habitat, il numero di visitatori viene limitato quindi è meglio andarci al mattino presto. Potete raggiungerlo dal porto di Vila Franca con le barche organizzate oppure noleggiate un kayak se volete fare un po' di sport ma sappiate che è vietato entrare all'interno dell'isolotto con l'imbarcazione. Noi abbiamo optato per la seconda modalità anche se poi non siamo potuti sbarcare ma è stato bellissimo solcare le onde e vedere le scogliere da vicino. Siamo partiti dal porto (il punto in rosso) ed abbiamo raggiunto l'isolotto che dista circa 1 km dalla costa in circa 40 minuti.
Tumblr media
E' stata la mia prima volta in kayak ma devo dire che dopo un po' di esercizio la preoccupazione iniziale ha lasciato il posto al divertimento.
Tumblr media
5 notes · View notes
libriaco · 1 year
Text
Enimma
Tumblr media
Un enimma di Angelo Rossini (Galeno)
Sono grosso e rotondo appena nato, ma sono pure fragil per natura, e se a me stesso fossi abbandonato in breve toccherei grave iattura. A scongiurar però maligno fato altri mi veste con assidua cura, e di reggermi in piedi alfin m'è dato, cosa che mi negò madre natura. Più tardi m'empio il ventre, e alfin, diviso dal patrio suolo, in altri lidi porto de' toschi colli il genïal sorriso. Se v'è taluno mai cui non riesca di svelare l'enimma, o malaccorto, mi prenda qual blasone e non gl'incresca!
(oɔsɐıɟ lI)
Dedicato a MEC che prima o poi riuscirà ad andare a Montefiascone.
Angelo Rossini (Galeno), Manuale dell’enigmofilo [1895]. Seconda ediz., Roma, Tip. Naz. di G. Bertero e C., 1905
[Si vede, sì, che Galeno è l'anagramma di Angelo?]
Il libro del Rossini, su Archive, ha un ex libris dell’ing. Cesare Premazzi*:
Tumblr media
E quindi? E quindi a domani, per una coincidenza.
(*) L'ing. Cesare Premazzi (1899-1980), mantovano, era un collezionista librario. La sua biblioteca, di circa 8000 volumi, costituisce un fondo a suo nome nella Biblioteca Teresiana di Mantova.  "Il fondo comprende una parte antica e una moderna. La prima si compone di 317 libri di cui 25 edizioni del XVI secolo, fra le quali 12 edizioni mantovane e 7 del XVII secolo: il volume più antico è stato pubblicato a Milano nel 1505 dal tipografo e umanista Alessandro Minuziano"... [Da: ArchivioDeiPossessori]
8 notes · View notes
Text
Genoa and Cinque Terre
Tumblr media
The Cinque Terre - five villages with brightly coloured houses built into the hillside on the rugged Italian Riviera coast and designated a Natural Park and a UNESCO World Heritage Site - were the main reason we made a stop in Genoa.
We could have stayed closer than the two hour before dawn train ride needed to reach them, but we also wanted to visit the city. So we decided to get up early, grab jam filled croissants for breakfast from the little bakery in the town and take the train.
Tumblr media
Once the early morning commuters had left, it was a lovely ride with great views of the coastline before we arrived at Monterossa, the first village on our stop. This is the largest of the villages with a lovely beach and lemons, vines and olives growing on the hills.
Tumblr media
From here, we could hike through the next four villages in six hours with stops. Don’t be ridiculous! it was so much more sensible to buy tickets for the Cinque Terre Express and take the train. It takes just five minutes to travel from one village to the next.
Tumblr media
Next stop was Vernazza, probably the prettiest of the five. The sun shining across the port onto it’s coloured houses was just stunning.
These villages grew up as fishing communities and it’s said that the fishermen painted their houses in bright colours so they could see them from the sea. Each has its own castle, built as a fortress to protect the community from Turkish pirates.
Tumblr media
We decided to miss out the third village as it is the least known and least visited with its lack of port and difficult accessibility. We needed to save time at some point on this journey if we were going to make it back in one day.
The final two villages were just as charming as the previous ones. At our final stop Riomaggiore, Alex persuaded me to take the cliff walk. Here we go again! Why do I always let him talk me into this? Pleased to say I made it, grabbing onto his hand a little too tightly at certain points, and loved the views.
Tumblr media
After battling our way through the tourists to see these lovely places and with a couple of hours to spare, we found a beach bar and finished our visit with Pineapple Mojitos. Cheers!
Our visit to Genoa earlier in our stay had thrown up some interesting quirky facts, not least at the city’s Cathedral. This black and white marble building was hit during the Second World War by a shell fired by the British naval fleet. The bomb crashed through the church ceiling but failed to explode. Now it is on show to visitors in the church.
Tumblr media
While sculptors were working on the Cathedral in the 14th Century, a little dog befriended them and came to sit with them every day. When he failed to return one day, the story goes that the sculptors were so sad they carved a statue of the dog sleeping, in the marble at the main entrance door. The tiny dog is still there to this day.
Tumblr media
The city’s central square the Piazza De Ferrari, has a mix of buildings of different styles including the opera house. In the middle of the square stands an impressive giant brass fountain.
Our next stop was the Port of Genoa, the Porto Antico, which hosted the World Expo 1992. From there we walked through the old town with its narrow covered walkways and alleys, known as “caruggi”, which can be found in towns and cities along the Italian Riviera.
Tumblr media
We have now swapped the Italian Riviera for the French Riviera and we are soaking up the sun in Cannes in the south of France.
2 notes · View notes
klimt7 · 1 year
Text
Un'isola
[ 1a parte ]
Un'isola...
Un'isola è, in ogni caso, una sfida.
Raggiungerla è una sfida a sè stessi.
Abitarci è voler sfidare l'abitudine e l'assuefazione alla comodità, i limiti, e la stessa concezione del tempo a cui ci hanno educato sulla terra ferma.
.
Il porto è annidato in fondo ad una insenatura naturale, mentre il centro abitato, l'unico che ci sia, sta su in alto, su un promontorio dominato dalla Fortezza cinquecentesca. Si chiama Forte di San Giorgio ed è stato costruito dai genovesi nel 1540, dopo la liberazione dell'intera isola dal dominio del corsaro turco Dragut.
Il borgo ha case addossate le une alle altre, in un dedalo di viuzze, scale, rampe, cortili. Le vie attuali non rispecchiano di certo il concetto di ortogonalità, ma piuttosto paiono assecondare le pendenze e le irregolarità della rupe vulcanica sottostante. Ciò che colpisce fin da subito è che ogni casa ha le chiavi infilate sulla porta e molte porte restano aperte per tutto il giorno.
Il borgo antico è stato quasi del tutto recuperato, ma ancora ci sono piccoli cantieri aperti. Dalle loro aperture ancora senza infissi, proviene un profumo di cemento fresco e intelaiature di legno. Le ditte sono tutte toscane e sono qui in trasferta, per cui non ci sono giornate di interruzione. Si lavora sia la domenica che il 25 aprile.
Mi fermo a guardare il muratore che sta smontando le impalcature.
Capisco quanto dev'essere eroico un cantiere di questo tipo. Ogni attrezzo, ogni materiale, ogni utensile, occorre farlo arrivare tramite il traghetto da Livorno
Un'isola selvaggia come questa, più vicina alla Corsica che all'Italia ha proprio questo di speciale. Viene nutrita e tenuta in vita grazie ad un cordone ombelicale che la lega al resto del mondo.
Gli isolani questo legame, lo chiamano "la nave". "Oggi la nave non è partita.", "Oggi è partita ed è dovuta rientrata in porto", "il mare è grosso e se non cala il vento, per qualche giorno, non avremo rifornimenti"...
Siedo al bar sul porto e assorbo ogni colore, ogni voce, ogni vibrazione che la luce riverbera sulle pareti del locale. Fuori da stanotte c'è il Maestrale. Un dio invisibile che regna sul Tirreno ed è capace di monopolizzare ogni attività tu possa credere di iniziare. È un vento che ti entra in testa. Nelle ossa.
Scompiglia i piani, i programmi, strappa i panni dai fili, sbatte porte, vetri, tende.
Sulla terra, solleva polvere e inquietudine mentre pettina l'erba dei campi, ma è sul mare che imbianca di candide pennellate il blù cobalto, poco sotto l'orizzonte.
Più tardi arrivo al B&B, accompagnato dalla signora che mi è venuta a prendere al porto. Si chiama Azzurra e gestisce col marito dal 2015 questo affittacamere ricavato da una delle più grandi case del borgo. Al piano terra c'è un giardino meraviglioso, provvisto di tavoli e sedie, di un amaca e di tende che tuttavia il vento ha buttato a terra. Da lontano pare un compound arabo, ma le sorprese arrivano appena ci si avvicina all'ingresso dell'abitazione.
Tumblr media
.
L'ingresso è quello originario e da su un cortile condiviso con altre case. La porta di legno. È verde chiaro con disegni tono su tono, mentre le due finestre al piano superiore sono azzurre.
Sulla porta di legno a due ante, le chiavi che penzolano dalla serratura.
.
Tumblr media
.
Tumblr media
.
Tumblr media
L'interno è diviso su tre piani, con quello inferiore dove c'è l'ambiente comune per la colazione, a livello del giardino a cui si arriva scendendo ulteriori gradini.
Tutta la casa è stata recuperata e arredata con mobili antichi in stile "arte povera" adattati ai diversi ambienti.
.
Tumblr media
.
Tumblr media
.
Tumblr media
.
Tumblr media
.
Tumblr media
.
Molte delle porte interne sono in legno, dipinte e personalizzate con un motivo marino. Perfino i tovaglioli per la colazione mi ricordano gli Azulejos portoghesi.
.
Tumblr media
.
Bene. Prendo possesso della stanza, lascio il trolley e lo zaino e ritorno ad esplorare il borgo di Capraia.
.
.
.
3 notes · View notes