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#prefazione
princessofmistake · 1 year
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Quante volte ho sentito la frase, detta da qualche collega: «Sono più le cose che ho imparato io da loro, che viceversa!». E anche io la ripeto spesso. Di sicuro ho appreso dai miei studenti alcune competenze fondamentali per la sopravvivenza: come scassinare un lucchetto, come fingersi attenti mentre fondamentalmente si sta dormendo, come falsificare bene una firma. E molto altro che non posso riferire in questa sede.
Sapete quante cose potremmo imparare da loro? La follia, per esempio. Noi che non impazziamo mai, e proprio per questo rischiamo sempre di impazzire. Da loro potremmo imparare le risate, quelle lunghe, infinite; ripassare un po’ l’arte di fare gli scemi, perché la sola cosa davvero scema è smettere di ridere. Da loro potremmo imparare l’amicizia, quel parlarsi molto più che parlarsi, quel guardarsi molto più che fratelli. Noi che più ci facciamo grandi, più gli amici non sappiamo dove sono, e al massimo le serate con loro le passiamo a ricordare, più che a vivere.  Da loro potremmo imparare il rumore, quello che fanno ogni istante, ogni sguardo, ogni colore; potrebbero aiutarci a non tenere sempre le orecchie così tappate, che non c’è peggior sordo di chi non vuol più sentirla, la vita, quando chiama. Da loro potremmo imparare la noia, la capacità di nuotarci dentro, di perderci un po’ in lei, senza quell’istinto che ogni volta ci trascina subito a riva, alla ricerca di un’occupazione, di un impegno, di qualsiasi cosa per non affrontare il vuoto, perché quasi sempre quel vuoto è il seme delle idee migliori.
[...]  Da loro potremmo imparare un milione di cose ma una, una più delle altre. E cioè che la vita è una pioggia, che anche se sotto l’ombrello si sta asciutti e protetti, i momenti migliori saranno sempre quelli in cui te ne freghi, chiudi l’ombrello e ti metti a correre. 
I momenti in cui ti lasci bagnare. 
I momenti in cui ti lasci vivere.
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bagnabraghe · 6 months
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Inventai una storia che restasse in margine alla guerra partigiana
Sanremo (IM): un angolo della città vecchia La prima edizione del Sentiero dei nidi di ragno uscì nell’ottobre del 1947 per l’editore Einaudi di Torino. Una nuova edizione del romanzo apparve nel giugno del 1964 e in essa l’autore inserì una lunga Prefazione, con il senso subito evidente di una sua riflessione sulla propria opera.Come primo elemento di analisi Calvino prende in considerazione…
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adrianomaini · 6 months
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Inventai una storia che restasse in margine alla guerra partigiana
Sanremo (IM): un angolo della città vecchia La prima edizione del Sentiero dei nidi di ragno uscì nell’ottobre del 1947 per l’editore Einaudi di Torino. Una nuova edizione del romanzo apparve nel giugno del 1964 e in essa l’autore inserì una lunga Prefazione, con il senso subito evidente di una sua riflessione sulla propria opera.Come primo elemento di analisi Calvino prende in considerazione…
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Prefazione a “Radical Machines” di Éric Brogniet
versione pdf: Prefazione a “Radical Machines” di Éric Brogniet (ed. Kolibris) Prefazione a “Radical Machines” di Éric Brogniet (ed. Kolibris) I tempi sono più che maturi per una poetica dell’apocalisse in atto; l’uomo in trasformazione esige parole nuove, versi dirompenti e scomodi che rispecchino la dissacrazione  ̶  autorizzata da noi stessi  ̶  del corpo e della natura che dovrebbe animarlo.…
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s-memorando · 1 year
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San Vincenzo si racconta: prefazione
Il libro-baule e la memoria di San Vincenzo di Francesco Varanini – docente di Tecnologie dell’Informazione e letteratura presso il Corso di laurea in Informatica Umanistica, Facoltà di Lettere e Filosofie, Università di Pisa. C’era un volta il libro. Non sto mettendo in discussione l’oggetto, serie continua di fogli stampati nella stessa misura, cuciti insieme e forniti di copertina e di…
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lorenzospurio · 1 year
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XI Premio Naz.le di Poesia "L'arte in versi": il verbale di Giuria
VERBALE DI GIURIA L’undicesima edizione del Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi”, bandita nel mese di maggio 2022 e con scadenza di partecipazione fissata al 31/12/2022 ha visto l’ottenimento dei patrocini morali dei seguenti enti istituzionali: Regione Marche, Assemblea Legislativa della Regione Marche, Provincia di Ancona, Comuni di Ancona, Jesi e Senigallia, Università degli Studi di…
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ivanscudieri-blog · 2 years
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PODCAST GRANDE NOTTE: PREFAZIONE A MANO A MANO, LA STORIA DI BE1
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nusta · 18 days
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In questi giorni mi sono concessa un poco di libertà in più e mi sono presa delle ferie. Dico sempre che dovrei farlo più spesso, come per molte delle altre cose che mi fanno stare bene. Tra il dire e il fare, però, bisogna che mi organizzi meglio >_<
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Ho giocato a carte per ore come quando ero piccola, a Macchiavelli (con due C perché a casa mia l'ho sempre chiamato così e quindi ormai è ribattezzato u_u), ho fatto morbide sculture color pastello, ho mangiato cose buone, ho camminato tra piante cariche di foglioline nuove e fiorellini. Avrei voluto rotolarmi nell'erba come F., il cagnolino della mia amica G., ma mi sono trattenuta ^_^
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Ho letto (anche un libro tutto di fila, come mi capita di rado ormai, ma questi di Bianca Pitzorno erano racconti brevi di quelli come le ciliegie, che uno tira l'altro, anche perché le protagoniste erano quelle di Ascolta il mio cuore e quindi ero già affezionata dalla prima pagina, e quella mattina sul balcone si stava proprio bene *_*)
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Ho girovagato per librerie e piccole mostre di illustrazione (avremmo voluto andare alla fiera del libro per ragazzi, ma non siamo riuscite :( sarà per un'altra volta), ho passato del tempo insieme a chi amo e insieme a me stessa e ho ricaricato un poco le energie. Stasera ho anche disegnato, che era da qualche tempo che avevo perso il ritmo, e sulla scia dell'entusiasmo e delle riflessioni su un post sui modi di incanalare l'energia mi sono detta che era proprio il momento di ricominciare u_u
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(P.s. questo è di Anna Kaźmierak, una delle autrici esposte che mi è piaciuta di più - se siete in centro a Bologna passate dalla Salaborsa, dura fino al 5 maggio)
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(questo invece è mio - da un selfie di ieri mattina nel verde *_*)
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Insomma, in questi primi giorni di primavera mi sono sentita come la rosellina che avevo preso un mese fa, che sembrava bruciata dal freddo e dalla mancanza d'acqua e che invece ha messo su le foglioline nuove dopo che l'ho comunque interrata in uno dei vasi in cui avevo spazio. Per i fiori vedremo. Chissà se il quadrifoglio che ha trovato G. porterà anche un poco di fortuna. Intanto ci ha portato un sorriso in quel momento di scoperta fortuita, e forse forse basta questo, in realtà.
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“So di esser ruvido, di carattere. Ho degli spigoli e molto orgoglio. Avrei potuto... [...] Non l’ho fatto. Uno pensa di poter fare questo o quell’altro, ma poi, un momento, ti dici, meglio non far niente, per non sbaglia­re. Ho pensato così. Perché a sbagliare è un attimo, e gli errori che si fanno poi non passa nessuno a toglierli. Ri­mangono lì, come le transenne.”
— Luca Tosi, “Ragazza senza prefazione”.
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lesbicastagna · 11 months
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😵‍💫😵‍💫
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iannozzigiuseppe · 10 days
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"Un tipo elettrosensibile" di Demetrio Salvi - OLTRE Edizioni
Un tipo elettrosensibile Demetrio Salvi Prefazione di Diego Zandel Postfazione di Paolo Orio, presidente dell’Associazione Italiana Elettrosensibili OLTRE Edizioni Piano. Piano. Inspira. Con calma. Lascia lavorare il diaframma. Il dolore è al centro del petto. Il cuore batte solo più forte. Espira. Perché ho risposto al cellulare? Se solo avesse funzionato il cordless. Il cellulare è cattivo, il…
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princessofmistake · 13 days
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Le parole sono il nostro modo di pensare il mondo, il mezzo che abbiamo per definire ciò che ci sta intorno e quindi, inevitabilmente, per definire noi stessi. Ogni volta che scegliamo una parola diamo ordine al caos, diamo contorni e corpo al reale, ogni volta che pronunciamo una parola essa è riflesso di noi. Ci rivela. Senza il linguaggio non faremmo che brancolare scomposti nella confusione, incapaci di dire la realtà e ciò che sentiamo. Proprio per questo delle parole dobbiamo avere estrema cura. Sono un giardino da coltivare con pazienza ogni giorno, da mantenere fertile e vivo, fino alle sue radici. Ma come ci si prende cura delle parole? Innanzitutto riappropriandoci della storia, appunto, delle loro radici, dei loro significati originari, seguendo il viaggio che un termine ha percorso per arrivare fino a noi, seguendo le sfumature di senso, gli slittamenti che nel corso dei secoli e attraverso i luoghi esso ha subito, ricostruendo così la storia di noi e del nostro leggere e rappresentare il mondo. Tutt’altro che sterile e fine a se stessa è dunque l’arte di ricostruire le etimologie. È lente per mettere a fuoco chi siamo stati, chi siamo. E chi vogliamo essere.
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kimi-kimi-ko · 1 month
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Ayrton Senna: Occhi feroci, occhi bambini By Giulia Toninelli
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dolianet2022 · 2 years
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"Il poeta è un detective senza padrone": prefazione a "Studio realtà" di Rodrigo Garcia Lopes
versione pdf: Il poeta è un detective senza padrone Prefazione a Studio realtà di Rodrigo Garcia Lopes (ed. Kolibris) Il poeta è un detective senza padrone L’intento è dichiarato in Appendice: <<indagare come avviene il processo di trasferimento dal mondo “reale” al mondo “poetico”>>. Fare in modo che la poesia continui a essere l’unica degna testimone di uno stupore nel vivere, nel registrare…
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libero-de-mente · 3 months
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Donne, uomini e libri
Credo che la situazione sentimentale di molte persone sia lo specchio dell'attuale società.
Si cerca tutto e subito, leggerezza e piacere senza impegno. Avere quello che si vuole solo quando necessita.
Le App insegnano. Hai fame *click*, hai voglia di un week end fuori porta *click*, vuoi andare al cinema *click*, vuoi ascoltare una canzone *click* e in fine vuoi degli incontri con partner senza impegno? Anche qui *click* *click*.
Secondo me le persone meriterebbero più importanza. Spesso si giudica con troppa fretta, in maniera approssimativa.
Io reputo le persone come dei libri, non ci si deve fermare alla copertina e neanche della prefazione. Ci sono vari libri come i romanzi per esempio che vanno da quelli sentimentali a quelli d'avventura, da quelli noir a quelli filosofici oppure anche libertini. Credo che nelle persone, come se fossero libri, ci siano più generi che vanno scoperti leggendoli e sfogliandoli.
Le donne.
Sono da leggere, fino all'ultimo capitolo. E se dopo un primo appuntamento ci rimane qualche dubbio, cosa che a noi uomini spesso capita, restando con quell'espressione di chi ha letto Nietzsche o Kant senza averci capito nulla, basta impegnarsi e ricominciare a leggerle.
Perché in quanto libri, le donne, non saranno mai uguali alla prima lettura, ma magicamente appariranno altri capitoli come se inavvertitamente nella fretta fossero stati saltati.
In un momento che stiamo vivendo di scarso impegno intellettuale, dove a molti risulta difficile leggere post oltre le dieci righe sui social, come si può pensare di impegnarsi per leggere una vita, fatta di esperienze ed emozioni, racchiuse in una persona solo con un rapido giudizio?
Faccio un esempio, si ha la possibilità di scegliere un libro. Uno solo, non di più. Se ci si accontenta di impegnarsi poco si sceglierà un libro pieno di illustrazioni. Guardare è meno impegnativo che leggere.
Chi avrà fatto questa scelta si perderà la possibilità, invece, di scegliere un libro pieno di pensieri, parole, racconti e consigli. Quanti inconsciamente non s'immaginano minimamente a cosa hanno rinunciato. Quello che si sono persi.
Gli uomini.
Non sono da giudicare dalla copertina.
Immaginiamo una donna in una libreria, davanti a sé ha dei libri in esposizione. Vede un libro sconosciuto in libreria. Lei è attratta dalla copertina di uno di essi. Non conosce l'autore.
Così sbircia l'occhiello, ma essendo curiosa passa al frontespizio... uhm, non si è ancora decisa. Sfogliando ecco che le appare l'esergo, "caspita che citazione" sussurra mentre il libro è sempre più saldo nelle sue mani.
A seguire sfogliando trova una dedica, che la fa sciogliere un po'... ed ecco che arriva al punto chiave. Come dopo alcuni appuntamenti interlocutori con un uomo, gira la pagina e trova la prefazione. Finalmente scopre il suo contenuto, l'ambientazione, i personaggi e un sunto della trama del libro.
A questo punto ha solo due opzioni: richiudere il libro e riposizionarlo sullo scaffale, oppure ammirarlo un attimo e con un sorriso avviarsi alla cassa con esso.
Donne e uomini.
Solo leggendo i libri, come metafora delle persone, alla fine della lettura si può essere perdutamente innamorati di quel libro. Come invece si può, alla fine della lettura, rimanerne delusi, nonostante quella prefazione che sembrava promettere bene.
Prendere a caso un libro da uno scaffale solo dalla copertina, senza valutarlo né guardarlo più di tanto, trovandosi poi tra le mani un libro che ci faccia innamorare, può accadere solo con un colpo di fortuna.
Bisogna sapersi leggere, senza fretta o pregiudizi. Solo alla fine trarre le conclusioni.
Ognuno di noi è un libro. Buona lettura a tutti.
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