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Mancano pochi giorni all'attivazione della carta acquisti da 500 euro
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La nuova carta acquisti da 500 euro indirizzata ai nuclei familiari in condizione di fragilità economica e finalizzata all'acquisto di beni e prodotti di prima necessità sarà distribuita a breve. Da lunedì 9 settembre, infatti, parte la distribuzione delle Postepay ai nuovi titolari del contributo economico. Chi invece è già in possesso della carta, avendo usufruito della misura lo scorso anno, e rispetta attualmente i requisiti, dovrà solo attendere la ricarica di quella vecchia. Rispetto allo scorso anno, la prepagata cambia: avrà un importo maggiore e nuovi prodotti si andranno ad aggiungere all'elenco dei beni. Vediamo nel dettaglio quali sono i requisiti previsti per il bonus per fare la spesa, le modalità di assegnazione del beneficio, chi è escluso, i tempi da rispettare, cosa si può acquistare e cosa no. "Dedicata a te": il bonus da 500 euro per fare la spesa dal 9 settembre Finanziata per quest'anno con 600 milioni di euro, la carta acquisti "Dedicata a te" avrà un importo pari a 500 euro, circa 120 euro in più rispetto al 2023. Come ha annunciato il ministero dell'agricoltura e della sovranità alimentare, a beneficiare quest'anno della misura saranno potenzialmente 1.330.000 nuclei familiari che risultano con un reddito Isee annuo inferiore ai 15mila euro. Per entrare nella graduatoria Inps occorre inoltre essere iscritti all'anagrafe comunale della popolazione residente. Dal contributo in questione sono tagliati fuori i beneficiari di altri sussidi economici, come per esempio l'assegno di inclusione (Adi) o assegni di disoccupazione come la Naspi o l'indennità sociale di disoccupazione per i collaboratori Dis-coll. La carta acquisti non viene distribuita anche nei casi in cui ad usufruire dell'aiuto pubblico è solo un componente del nucleo familiare. Per i beneficiari che nel 2023 hanno ottenuto la carta acquisti e quest'anno rispettano ugualmente tutti i requisiti, l'importo sarà ricaricato in automatico sulla "vecchia" Postepay e riutilizzabile dopo il 9 settembre. Restano invariate anche le modalità di assegnazione del contributo per i nuovi titolari. Una volta ricevuta la comunicazione da parte del proprio comune di residenza, la prepagata "Dedicata a te" potrà essere ritirata presso l'ufficio postale mostrando il messaggio. Non è dunque necessario compilare alcuna domanda online. Ci sono delle date da rispettare. Per non perdere l'importo in giacenza, occorre attivare la carta effettuando il primo acquisto entro il 16 dicembre 2024. Come lo scorso anno, la carta ha inoltre una data di scadenza: entro il 28 febbraio 2025 l'intero importo dovrà andare esaurito, pena la decadenza di quanto rimasto. Cosa si può comprare (e cosa no) con la carta spesa "Dedicata a te" Il provvedimento conferma tutti i prodotti alimentari già acquistabili lo scorso anno: carni suine, bovine, avicole, ovine, caprine, cunicole; pescato fresco; latte e derivati; uova; oli d'oliva e di semi; prodotti della panetteria (sia ordinaria che fine), della pasticceria e della biscotteria; paste alimentari; riso, orzo, farro, avena, malto, mais e qualunque altro cereale; farine di cereali; ortaggi freschi e lavorati; pomodori pelati e conserve di pomodori; legumi; semi e frutti oleosi; frutta di qualunque tipologia; alimenti per bambini e per la prima infanzia (incluso latte di formula); lieviti naturali; miele naturale; zuccheri; cacao in polvere; cioccolato; acque minerali; aceto di vino; caffè, tè, camomilla. In aggiunta alle conferme relative all'elenco del 2023, la spesa tramite la social card include quest'anno nuovi beni alimentari come i prodotti di denominazione di origine protetta (Dop), di indicazione geografica protetta (Igp), gli ortaggi surgelati e i prodotti da forno surgelati come la pizza. Tra le novità del 2024 c'è inoltre lo scatolame, dal tonno alla carne in scatola. Oltre ai beni alimentari, la social card risulta nuovamente utilizzabile per i rifornimenti di carburante e l'acquisto di abbonamenti del trasporto pubblico locale (Tpl). Restano esclusi dall'elenco dei beni riconosciuti da supermercati e ipermercati tutti gli alcolici, a prescindere dal tasso di gradazione, i farmaci e i detersivi. Nell'elenco spuntano inoltre altri "grandi assenti" come sale, marmellata e aceto balsamico. Read the full article
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carmenvicinanza · 3 months
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Catherine Dior
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Catherine Dior, donna coraggiosa e intraprendente è una figura che la storia ha un po’ trascurato, forse perché oscurata dalla imponente figura dell’adorato fratello Christian Dior, di cui è stata musa e erede morale.
A lei è dedicata la fragranza Miss Dior, del 1947.
Ha vissuto una vita avventurosa, ha militato nella Resistenza francese ed è stata arrestata dai nazisti, ha subito torture ed è stata internata nei campi di concentramento.
Nata col nome di Ginette a Graville, in Normandia, il 2 agosto del 1917, era la più giovane dei cinque figli e figlie di Magdeleine Martin e Maurice Dior, industriale nel campo dei fertilizzanti e prodotti chimici.
La prima parte della sua infanzia è stata agiata, ma la grande crisi del 1929 e il crollo finanziario, cambiarono le sorti e il tenore di vita della famiglia.
Dopo aver vissuto qualche anno in una fattoria in Provenza, raggiunse il fratello che aveva iniziato a lavorare nel mondo dell’arte e poi nella moda, a Parigi.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, ha abbracciato la lotta per la liberazione della Francia ed è diventata partigiana.
Importante per questa ardita decisione è stata sicuramente la sua relazione con Hervé des Charbonneries, membro della Resistenza francese, con cui ha avuto un’intensa e lunga storia d’amore nonostante fosse sposato e con prole. Ma lei è stata una donna che non ha mai conosciuto ostacoli.
Ha iniziato la sua militanza nel 1941, con il nome in codice Caro. Come agente del Massif Central, unità che raccoglieva informazioni sugli spostamenti dei tedeschi e i loro armamenti, ha vissuto in clandestinità, organizzando incontri segreti e smistando documenti.
Nel 1944 è stata arrestata dai nazisti, torturata e deportata nei campi di concentramento di Ravensbrück, Torgau, Abteroda e Markkleeberg, dal quale, nel 1945, è riuscita a scappare.
Per il suo impegno nella Resistenza le sono state conferite diverse medaglie al valore: la Croce di Guerra, la Volunteer Combatant’s Cross, la King’s Medal for Courage in the Cause of Freedom da parte del governo britannico e venne insignita con la Légion d’Honneur.
Dopo la guerra, ha sostenuto le scelte imprenditoriali del fratello a cui è stata sempre accanto e che ha sempre consigliato e ispirato, tanto che lui, omaggiandola attraverso la sua immensa passione per i fiori, oltre al famosissimo profumo Miss Dior, le ha dedicato l’abito Mille fleurs, un vero e proprio tripudio di petali.
Quando la Maison Dior ha scalato l’olimpo della moda, cambiando lo scenario e creando nuovi dettami di stile, ha scelto di trasferirsi in Provenza e produrre fragranze scegliendo un ritmo più lento, immersa nella natura.
Quando il famoso stilista è morto, nel 1957, è stata nominata sua erede morale, responsabile della salvaguardia della sua eredità artistica, compito che ha affrontato con estrema meticolosità.
Dal 1999 fino alla sua scomparsa, il 17 giugno 2008, ha ricoperto il ruolo di presidente onoraria del Musée Christian Dior a Granville, creato nella loro casa natale.
Nel 2019, Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa della maison Dior, le ha dedicato la sua collezione Primavera Estate 2020. Tra i vari omaggi resi alla sua persona, c’è anche la borsa Dior Caro, dal nome che usava durante la Resistenza.
Catherine Dior ha avuto una vita sfaccettata e vibrante, ha combattuto eroicamente, ma schiva e riservata, ha lasciato sempre al fratello i riflettori, nonostante il grande contributo.
Non ha mai scritto memorie, preferendo lasciare parlare le sue azioni. A un veterano che le aveva chiesto delle sue esperienze di guerra, rispose solo: Ama la vita.
La sua storia, recentemente, è stata raccontata nel libro di Justine Picardie del 2021 Miss Dior: A Story of Courage and Couture.
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lineababy · 7 months
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lamilanomagazine · 9 months
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Ad Arezzo la seconda edizione dell'Affido Culturale realizzata dalla Fondazione Toscana Spettacolo e dal Comune di Arezzo
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Ad Arezzo la seconda edizione dell'Affido Culturale realizzata dalla Fondazione Toscana Spettacolo e dal Comune di Arezzo Contrastare la povertà educativa grazie alla collaborazione attiva fra famiglie che stringono un patto finalizzato a realizzare insieme uscite destinate ai più piccoli al cinema, a teatro, nei musei, nelle librerie ed altre esperienze di fruizione culturale. È con queste finalità che da gennaio viene attivata ad Arezzo la seconda edizione dell'Affido Culturale. Il progetto, giunto per la prima volta in Toscana lo scorso anno, è realizzato dalla Fondazione Toscana Spettacolo onlus e dal Comune di Arezzo, in collaborazione con la Fondazione Guido d'Arezzo e la Fondazione Arezzo Comunità, ed è curato da Officine della Cultura. Questa seconda edizione del progetto resterà attiva ad Arezzo fino al prossimo giugno. Saranno coinvolte fino a 12 famiglie e circa 28 bambini di età compresa tra la prima infanzia e l'adolescenza, che potranno partecipare ad un numero minimo di 8 uscite di gruppo. Lunedì 15 gennaio alle 18 al Cinema Eden di Arezzo si terrà l'evento inaugurale della seconda edizione dell'Affido Culturale. Il programma della serata prevede una lezione-concerto dell'Orchestra Multietnica di Arezzo con interventi musicali e il coinvolgimento dei bambini e delle famiglie partecipanti. Nell'occasione saranno presenti la presidente della Fondazione Toscana Spettacolo onlus Cristina Scaletti, il vice sindaco di Arezzo e presidente della Fondazione Arezzo Comunità Lucia Tanti, il direttore della Fondazione Guido d'Arezzo Lorenzo Cinatti e il direttore di Arezzo Comunità Alfredo Provenza. Attivato nel 2022 ad Arezzo grazie al sostegno della Fondazione Toscana Spettacolo onlus, l'Affido Culturale ha l'obiettivo di mobilitare, contro la povertà educativa, alcune "famiglie risorsa", valorizzando l'esperienza dell'affido familiare, ma declinandola sullo specifico della fruizione di prodotti e servizi culturali. L'idea di fondo è semplice ma preziosa: genitori che abitualmente portano i figli al cinema, a teatro, al museo o in libreria, possono portare anche un altro bambino, eventualmente accompagnato da un proprio familiare adulto, che altrimenti non farebbe esperienza di questi luoghi per differenti cause. Si attiva così un insieme di fruizioni culturali condivise, per il tramite delle quali "famiglie-risorsa" e "famiglie-destinatarie" stringono un "patto educativo" che si avvale di un sostegno complessivo multidimensionale promosso dagli enti culturali del territorio. Per questa seconda edizione alle risorse di Fondazione Toscana Spettacolo si aggiunge il contributo del Comune di Arezzo, prezioso per ampliare le attività. Nella prima edizione del progetto, che si è svolta dall'autunno del 2022 a giugno 2023, ad Arezzo sono state realizzate 12 uscite che hanno coinvolto 24 bambini di 8 famiglie. Il progetto viene realizzato nel contesto della rete nazionale dell'Affido Culturale, selezionato dall'Impresa Sociale Con i Bambini nell'ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile con cui è partito nel 2020 nelle città di Napoli, Roma, Modena, Bari, alle quali si sono aggiunte, a partire dal 2021, Milano e altre città italiane. Contrasto della povertà educativa minorile In Italia oltre 1 milione e 200 mila minori vivono in povertà assoluta e altri 2 milioni sono in povertà relativa. La crisi economica ha inciso fortemente sulle condizioni di vita di bambini e ragazzi. Fino al 2005 erano gli anziani le persone più indigenti, oggi invece la povertà assoluta aumenta al diminuire dell'età. La povertà economica è strettamente legata alla povertà educativa: le due si alimentano reciprocamente e si trasmettono di generazione in generazione. La povertà educativa minorile è un fenomeno multidimensionale, frutto del contesto economico, sociale, familiare in cui vivono i minori. Non è solamente legata alle cattive condizioni economiche, ma investe anche la dimensione emotiva e quelle della socialità e della capacità di relazionarsi con il mondo. È un fenomeno che, di fatto, incide sul futuro del Paese e riguarda dunque anche la dimensione più generale dello sviluppo. Ecco perché è necessario porre attenzione al tema della povertà educativa, mettere al centro il minore e promuovere il valore della comunità educante. "Una esperienza che cresce partita con la collaborazione di tipo organizzativo della Fondazione Arezzo Comunità. Oggi il Comune di Arezzo decide di investire anche alcune risorse per potenziare una progettualità che tiene insieme la cultura con le politiche di coesione sociale. Un binomio strategico che insieme al sindaco Ghinelli abbiamo sviluppato fin dal 2015 nella convinzione che la coesione sociale e prima ancora la lotta alla povertà trovino nella cultura una risposta tra le più efficaci", commenta il vice sindaco e presidente della Fondazione Arezzo Comunità Lucia Tanti. "Il successo della prima edizione dell'Affido Culturale conferma il valore di un progetto che anche quest'anno intendiamo sostenere in maniera ancora più convinta – afferma Cristina Scaletti, presidente della Fondazione Toscana Spettacolo -. La collaborazione con il Comune di Arezzo, che insieme a noi ha deciso di contribuire al progetto, consente di estendere la partecipazione, coinvolgendo bambini e adulti in appuntamenti culturali del territorio. Il contrasto alla povertà educativa è un impegno che portiamo avanti nella convinzione che i benefici possano passare di generazione in generazione, migliorando la vita delle persone e aiutando la crescita complessiva del nostro Paese". "Siamo felici ed orgogliosi dei risultati ottenuti ad Arezzo con la prima esperienza del progetto Affido Culturale - afferma Patrizia Coletta, direttrice della Fondazione Toscana Spettacolo onlus -, e quindi ancora più convinti della necessità di realizzare questa nuova edizione. Crediamo che i bambini e le famiglie coinvolte possano davvero ricevere benefici importanti dalle arti performative. Così come riteniamo che l'impegno nel contrastare la povertà educativa sia un traguardo a cui tendere per una crescita sociale e culturale di tutta la società".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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vintagebiker43 · 9 months
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Aumentano l’iva sui prodotti per la prima infanzia e la tagliano sulle operazioni di chirurgia estetica.
Il valore aggiunto di avere parlamentari "rifatte" o che ambiscono a "rifarsi".
Poi però ti dicono che le diciottenni devono fare figli.
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scontomio · 10 months
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toymagazine · 11 months
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Spin Master acquisisce Melissa & Doug L'azienda Spin Master ha annunciato di ... #Finanza #MelissaDoug #SpinMaster https://www.toymagazine.it/news/4066/spin-master-acquisisce-melissa-doug/?feed_id=114&_unique_id=654cfce2bb4a7
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Meloni ai sindacati, osservatorio a Chigi su potere acquisto
(ANSA) – ROMA, 30 MAG – “Voglio istituire a Palazzo Chigi un osservatorio governativo sul tema del potere d’acquisto: salari, monitoraggio dei prezzi e della politica dei prezzi, controllo dell’attuazione e degli effetti dei provvedimenti che noi abbiamo introdotto e che magari non hanno dato i risultati previsti, come per esempio la riduzione dell’Iva sui prodotti per la prima infanzia”. Così…
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personal-reporter · 1 year
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Toys Milano e Bay – B 2023
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Con il record di espositori, visitatori attesi e metri quadrati è davvero unica la sesta edizione di Toys Milano & Bay-B, l'evento business to business sul mondo dei mercati del giocattolo e della prima infanzia, ma anche quelli legati alle cartoleria, al carnevale e ai party, previsto per il 16 e 17 aprile all'Allianz Mico di Fieramilanocity. La superficie per gli espositori supera i 12 mila metri quadrati con 157 aziende presenti, il doppio rispetto al 2022, di cui oltre il 23 sono  estere, per un totale di almeno 235 brand rappresentati, mentre i  visitatori previsti a Milano sono ben 3 mila tra buyer, retailer, agenti di commercio da tutta Europa, Italia in primis. Ad aumentare la presenza in fiera sarà  soprattutto il settore della prima infanzia, con la divisione Bay-B, con un +53% rispetto alla edizione precedente, con numeri forti confermati anche dal mercato con il settore infant che ha chiuso il 2022 con un +3,5%, mentre il toys market ha un ottimo primo trimestre 2023 con un +4%. Inoltre è ancora in corso Toys Milano Preview un'area online da marzo, perfetta per gli addetti ai lavori che possono fissare i primi appuntamenti e  sono state oltre 5.200 le visualizzazioni, di cui il 17% dall'estero. Uno dei momenti clou di Toys Milano & Bay-B 2023 è la cerimonia di premiazione dei Gioco per Sempre Awards, iniziativa che Assogiocattoli ha organizzato in collaborazione con la testata  Tutto Giocattoli. Ad essere premiate, domenica 16 aprile alle 17,30 presso i padiglioni della fiera,  sono le aziende e i prodotti che si sono distinti nel corso dell’ultimo anno per creatività, sensibilità ed efficienza. Chi non parteciperà a Toys Milano e B-Bay potrà contare sull'edizione online Toysmilano.plus, infatti  la piattaforma digitale sarà attiva dall'8 al 19 maggio e sarà ancora molto ben aggiornata e ricca di contenuti speciali, presentazioni, interviste e approfondimenti tratti anche dall'evento in fiera. Organizzato dal Salone Internazionale del Giocattolo in collaborazione con Assogiocattoli, ancora oggi Toys Milano & Bay-B è l'unico evento B2B del genere in Italia. Read the full article
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enkeynetwork · 2 years
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occhidibimbo · 2 years
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Giochi da fare in casa??? Il piccolo è a casa, desiderate passare del tempo di qualità con lui, ma, acciderbolina, il tempo lascia quantomeno a desiderare. E per fortuna che siamo in estate! Abbiate fede: se è vero che non potrà giocare all’aperto coi suoi amichetti, potrà comunque divertirsi. Certo che, penserete, accontentarlo è un' impresa. Specie se un po’ più grandicello si richiede spirito d’iniziativa per accontentarli. Per quanto riguarda alcuni passatempi, sono magari troppo complessi per lui, o semplicimente noioso. Alcuni, tra cui veri e propri classici, andranno comunque facilmente incontro ai loro gusti. Intratterranno e, perché no, trasmetteranno, talvolta, lezioni preziose. Basta indugiare e andiamo a vedere un po’ i giochi da fare in casa. Per orientarvi meglio li classificheremo a seconda dell’età consigliata. Giochi da fare in casa Giochi per bambini 0-3 anni La scatola dei travestimenti. È un gioco di ruolo. Non troppo elaborato, per fortuna! Vestiti dei loro personaggi preferiti, cappello, occhiali, trucco e parrucco: prendete tutto ciò che incentivi la fantasia del bambino e infilatelo in una scatola o un cesto. In questo modo stimolerete la parte creativa. Peluche. Orsetti morbidosi o eroi che ammirano in tv piaceranno senz'altro. Comunque vi sconsigliamo gli amici ‘pelosetti’: il piccolo tende a mettere in bocca qualunque cosa gli capiti sotto tiro! Libro tattile. Stando a quanto riferiscono gli esperti, giochi da fare in casa quando piove non prefabbricati, costruiti con materiali naturali e di recupero, stimolano maggiormente i sensi. Preparate dunque, se il tempo ve lo permette, un libro sensoriale. Attraverso anche i più comuni prodotti casalinghi (carta vetrata, spugna per i piatti…), tagliati della stessa dimensione, costruite pagine diverse e assemblatele. Altrimenti, procuratevi libri sonori. In commercio se ne trovano di vario tipo: quelli che riproducono uno strumento musicale, canzoncine a tema e, i più in voga, versi degli animali. Lavagna magica. Non sapete come tenerlo a bada? Qui c’è la soluzione che giusta. I chiodi e le polveri, presenti all’interno di essa, sono in ferro e si orientano su un campo generato dalla penna, rigorosamente magnetica. E con una gomma speciale per cancellare l’elaborato. Come tanti altri genitori prima di voi lo troverete comodo: non consumerete carta e, soprattutto, impedirete ai vostri figli di imbrattare la casa! Giochi per bambini 3-5 anni Cucine. La figura dello chef suscita naturale curiosità nei confronti dei bambini. A maggior ragione nell’attuale periodo. Basta fare zapping col telecomando per imbattersi in canali monotematici o format di successo. Regalagli cucine giocattolo e ne sarà felicissimo! Continuano a piacere anche dopo un sacco di tempo. Libri da colorare. Siamo tornati ad apprezzarli noi adulti, figurarsi poi se non possono piacere ai piccoli! Rilassano e danno libero sfogo all’estro con libri pensati apposta per loro. Tra pastelli colorati e pennarelli, anche lavabili! Puzzle. Appassionanti e utili: allenano il pensiero logico e coltivano la pazienza. Sfide coinvolgenti aiutano a sviluppare, passo passo, capacità associative e abilità. Sin dalla primissima infanzia è possibile giocarci, chiaramente con modelli a loro rivolti. Sabbia magica. Di recente ha preso piede. Per coloro che non avessero mai sentito parlare, consiste in un gioco a base di sabbia. Mescolata con composti idrofobici, rimane compatta e consente di realizzare formine. Uno strato d’aria, creatosi attorno, le conferisce, in acqua, un aspetto argenteo: così non si bagnerà. Giochi per bambini 6-10 anni Costruzioni. Giunti a questa età potete comodamente affidargli costruzioni in plastica. Qui la scelta ricade sui Lego: non li si troveranno a buon mercato, ma volete mettere il piacere che danno a lavoro ultimato? Giochi da tavolo. Oltre ai sempreverdi Monopoli, RisiKo e Scarabeo altri svaghi tengono incollati per ore. Kingdomino, rivisitazione
del domino, prevede di costruire il regno più bello, connettendo tessere raffiguranti diversi tipi di paesaggio. Trasmette una lezione importante: si deve saper perdere! Giocare col coding. Se vostro figlio o vostra figlia nutrono una passione smisurata verso i videogiochi potete trarne vantaggio. Il web propone giochi da fare in casa per bambini che lasciano avvicinare il bambino alle basi della programmazione (il coding). Un esempio? L’Ora del codice. Apprenderà le basi al fianco delle icone Disney.
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notiziariofinanziario · 9 months
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Viene riportata al 10% l'imposta sul valore aggiunto sui prodotti assorbenti
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Nella manovra 2024 viene alzata l'iva su molti prodotti. Viene riportata al 10% l’Iva sui prodotti assorbenti, tamponi e coppette mestruali nonché ad alcuni prodotti per la prima infanzia (latte e preparazioni alimentari per lattanti) e ai pannolini per bambini che era stata precedentemente ridotta al 5 per cento. È inoltre ripristinata l’aliquota ordinaria per i seggiolini per bambini da installare negli autoveicoli, che era stata anch’essa precedentemente fissata al 5 per cento dalla legge di bilancio per il 2023 Read the full article
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Chef a domicilio in Polonia: Luca Lambertucci e il crowdfunding
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Chef a domicilio Lo Chef a domicilio è il progetto di Luca Lambertucci, chef per passione da tempo immemore, e il crowfounding è stata la spinta che gli mancava. Luca Lambertucci ha sempre vissuto tra i sapori e gli odori della cucina familiare, quella che con un laccio al cuore lo collega alla sua infanzia, ai suoi affetti, ma innanzitutto a quei sapori che vuole riprodurre lì in Polonia, dove vive adesso con la sua famiglia. Luca Lambertucci mi racconta che in Polonia ci sono materie prime di grande qualità, ed è sempre stato convinto che i sapori del Bel Paese qui verrebbero apprezzati da un vasto pubblico. E non si sbagliava. Con il supporto di sua moglie che l’ha sempre incoraggiato in questa iniziativa, Luca ha iniziato a sperimentare, a sottoporre ad un pubblico esigente le note uniche dei piatti caserecci italiani, quelli tramandati da generazione in generazione, come ha fatto sua madre con lui e sua nonna ancora prima. Poi ci ha messo del suo, il tocco personale, la sensibilità a quei profumi e a quegli odori che alimentano la sua fantasia e che si trasformano in piatti gustosi, un perfetto connubio tra tradizione e sperimentazione. I clienti potranno godere comodamente a casa propria le delizie di Luca Lambertucci ed essere trasportati per una serata nel regno dei sapori Made in Italy. Il "Personal Chef" armeggerà nella cucina del cliente, preparando il suo olfatto alle squisitezze in serbo per lui e per i suoi ospiti. Per completare il progetto, Luca si è rivolto a una piattaforma di crowdfunding, Eppela, e mi spiega perché.  Non sapete cos’ è una piattaforma di crowdfunding? Ve lo spieghiamo in due parole, il resto ce lo dirà Luca Lambertucci! Cos’è il crowdfunding e perché si usa Se avete un’ idea e volete realizzarla, le piattaforme di crowdfunding sono una grande opportunità. Un progetto personale, un proposito per il bene della comunità, un programma legato a qualche ente o associazione che volete aiutare economicamente è il benvenuto su qualsiasi piattaforma. L’obiettivo è trovare persone pronte a sostenere vostra idea. Si tratta cioè di una vera e propria raccolta fondi!  Per arrivare all’obiettivo, però, dovete essere convincenti, stimolare i potenziali investitori, e se avete dubbi su come realizzare la vostra campagna lo staff della piattaforma di crowdfunding vi supporterà nelle fasi più complicate. Quali sono i vantaggi per chi sceglie di rivolgersi ad apposite piattaforme? Lo abbiamo chiesto a Luca Lambertucci che ci racconta la sua esperienza, un viaggio iniziato pochissimo tempo fa per il suo progetto "Chef a domicilio".  Perché hai deciso di rivolgersi alla piattaforma di crowdfunding? La mia è una iniziativa ancora allo stato embrionale, che, però, mi ha già tenuto impegnato per la preparazione di quelle che sono le ricette e le mie proposte. E’ da un bel po’ che ho iniziato ad investire tempo e risorse in sperimentazione, affinamento, perfezionamento. Tutto ciò autofinanziato, pur riferendomi a cifre non eccessive, ma in ogni caso non trascurabili per il mio budget familiare. Dovendo compiere il passo successivo, vale a dire completare l’attrezzatura necessaria, promuovere l’idea su piattaforme social ed organizzare eventi di lancio per finalmente partire, il crowdfunding è a mio avviso la soluzione migliore per accedere ad un capitale iniziale, laddove il  ricorso ad investitori esterni o indebitamento sarebbero ipotesi difficilmente percorribili, soprattutto in una realtà’ che per certi versi ancora non mi appartiene. Quale altro vantaggio hai percepito? Il crowdfunding rappresenta d’altro canto una prima opportunità’ di “confronto con il mercato”, potendo infatti toccare con mano il livello di interesse che la mia iniziativa è in grado di suscitare. Potenziale accesso a Fondi quindi, ma anche una prima forma di promozione dell’idea imprenditoriale. Offrire in cambio di contributi alcuni dei miei prodotti mi consente anche di fornire una prima prova delle mie doti culinarie, così da poter già costruire una mia credibilità’ con dei micro finanziatori che potrebbero essere anche i miei primi clienti ed i primi a far circolare la voce su questo nuovo Cuoco in CIttà. Questa mia iniziativa sul crowdfunding è allora un vero banco di prova ma anche una prima iniziativa di PR se non prevendita. Tutto ciò’ senza alcun rischio essendo il servizio remunerato on commission. Quindi opportunità’ senza sostanziali rischi, ragion per cui mi sono chiesto: Why Not? Read the full article
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nanabianca · 7 years
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Family Nation cerca nuovi soci su Mamacrowd: 200 mila euro raccolti nelle prime 24 ore
Un e-commerce etico e green dedicato alla prima infanzia cerca soci  per espandersi in Cina
Family Nation, la PMI innovativa dedicata ai bambini e neogenitori con prodotti selezionati accuratamente  per ottenere qualità, design e sostenibilità, ha lanciato ieri una campagna di equity crowfunding, che ha già superato del 189 % l’obiettivo minimo. Tra le startup entrate e cresciute a Nana Bianca, l’azienda è nata da un’idea di Emilia Mugnai e Aidan Cox. italiana lei e inglese lui, che dopo essersi conosciuti a Kabul e aver girato il mondo per le Nazioni Unite, hanno deciso di affrontare un nuovo viaggio creando un punto di riferimento online per tutti i genitori.
Family Nation è dunque un progetto familiare a largo respiro, che ha l’obiettivo di offrire a migliaia di famiglie, anche le più esigenti, un supporto e uno strumento per trovare il prodotto e l’informazione giusta al momento giusto. La selezione dei prodotti si impegna a rispettare rigorosi parametri etici ed ecologici puntando il più possibile su aziende produttrici che rispettano l’ambiente e i diritti dei lavoratori nei Paesi in cui producono.
vimeo
Una scelta vincente come rivelano i numeri. Con 450 negozi come clienti B2B in esclusiva, l’azienda ha evaso in pochi anni  42 mila ordini, con oltre 95 mila visitatori unici al mese e 23 mila clienti che acquistano da 47 Paesi diversi. Grazie ad un fatturato in forte crescita del 120%, per un totale di oltre 2  mln €, oltre a previsioni di ricavi di oltre 4,5 mln € nel 2018 e 12 mln € nel 2020, adesso punta a svilupparsi ulteriormente, proponendo nel 2018 servizi innovativi, come una lista nascita intelligente e una personalizzazione della customer experience, come valore aggiunto per il cliente finale, punto di forza dell’e-commerce.
Ecco quindi la decisione di avvalersi dello strumento dell’equity crowdfunding, attivando una campagna su Mamacrowd che in poche ore ha superato ogni buona previsione.
Unisciti ai 50 investitori che in poche ore hanno scelto di partecipare e condividere la loro esperienza e il loro know-how. Per scoprirne di più è sufficiente accedere al sito Mamacrowd e dare il proprio contributo.
  Family Nation cerca nuovi soci su Mamacrowd: 200 mila euro raccolti nelle prime 24 ore was originally published on Nana Bianca
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lamilanomagazine · 1 year
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Campobasso: raccolta dei beni alimentari per l’emporio solidale.
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Campobasso: raccolta dei beni alimentari per l’emporio solidale. Sabato 14 Ottobre, dalle ore 9.00 alle ore 20.00, presso il Conad Centro del Molise a Campobasso, è stata organizzata una raccolta di beni alimentari a favore dell'emporio solidale "La Bottega da Antonietta" che si trova presso la Casa degli Angeli a Campobasso aperto grazie alla collaborazione tra Caritas Diocesana di Campobasso – Bojano e Comune di Campobasso. L'emporio solidale fornisce quotidianamente un piccolo aiuto ad un sempre più crescente numero di famiglie con l'obiettivo di contrastare lo stato di indigenza e garantire beni alimentari essenziali. La raccolta è incentrata su prodotti di prima necessità e non deperibili quali: pasta, riso, biscotti, fette biscottate, scatolame tonno, carne in scatola, pelati, piselli, fagioli, lenticchie, latte uht, confetture, olio, legumi secchi, zucchero, farina, prodotti per bimbi biscotti prima infanzia, omogeneizzati. Un piccolo gesto per dare un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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superfuji · 3 years
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«Aiutare i migranti ora è un diritto»: così un contadino ha convinto la Corte Costituzionale francese
Cédric Herrou ha vinto la sua battaglia legale dopo arresti e processi durati cinque anni. Ha offerto un rifugio ai clandestini alla frontiera di Ventimiglia. E ora ha creato una comunità
di Sabrina Pisu
«La frontiera sono tutte queste montagne», dice Cédric Herrou mentre sale a piedi lungo il suo terreno ripido a Breil-sur-Roya, in Francia, nelle Alpi Marittime, a pochi chilometri dall’Italia. Vista da qui, la linea di confine tra i due paesi non esiste, spezzata dalle vette dei monti e dalle mani di questo contadino francese, di quasi 42 anni, tese ad aiutare i migranti nel viaggio verso un altro destino.
La sua solidarietà è finita sotto processo per quasi cinque anni, durante i quali è stato arrestato undici volte, subendo cinque perquisizioni. Una lunga battaglia giudiziaria che ora ha vinto: il 31 marzo scorso la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Procura Generale di Lione dopo il suo rilascio deciso il 13 maggio 2020 dalla Corte d’Appello. Cédric Herrou era stato accusato e condannato per aver aiutato i migranti ad attraversare il confine tra l’Italia e la Francia senza essersi accertato del loro status irregolare e per averli ospitati. Questo contadino francese si è battuto fino a veder riconosciuto nel 2018 dalla Corte Costituzionale il principio di solidarietà che permette a tutti i cittadini di aiutare persone in difficoltà, per motivi umanitari.
«È una decisione frutto di una lunga battaglia legale e rappresenta un simbolo molto importante per il nostro sistema giudiziario», spiega il suo avvocato, Sabrina Goldman. «I saggi del Consiglio Costituzionale hanno ritenuto che la fraternità non è un principio astratto, ma un valore che deve avere una traduzione concreta nel nostro ordinamento giuridico». E così è stato, il Consiglio Costituzionale ha sancito, si legge nella sentenza, che «deriva dal principio di fraternità la libertà di aiutare gli altri, per scopi umanitari, senza considerare la regolarità del soggiorno sul territorio nazionale». E così Cédric Herrou è ora un uomo libero.  
Coltivare la terra da queste parti è una battaglia costante con la natura. «Questa terra mi ha insegnato a combattere», dice Herrou che ha fondato qui la comunità agricola Emmaüs Roya che produce prodotti biologici con i migranti. Le montagne risuonano tra gli alberi di ulivo e le piante di timo agitate dal vento in un fischio che si mischia al profumo. Il maiale Rico e le galline scandiscono la salita, quando i cani vedono arrivare Herrou è festa. Alla fine c’è uno spiazzo dove ci sono dei bungalow in legno, un paio di camper, un biliardino, un grande tavolo con le uova fresche al centro, un lampadario giallo appeso a un filo, in aria, a illuminare il buio che scenderà, mentre banchi di nebbia coprono già in lontananza l’orizzonte. In una casetta di legno c’è la cucina.
È questo il luogo in cui Herrou accoglie i migranti: ne ha ospitati finora 2.500, in fuga da guerre, dittature, in cerca di un’altra vita. Qui vivono «les compagnons», come li chiama lui, non solo migranti o richiedenti asilo ma anche persone in difficoltà trovano la porta della sua terra sempre aperta. Ora ce ne sono sette e sono arrivati da tutto il mondo: da Fevo, che viene dalla Nigeria, a Lassad, tunisino.
Cédric Herrou, il contadino che «milita per la dignità di tutti gli esseri umani», come precisa lui, è diventato un simbolo internazionale dell’accoglienza ai migranti. Per conoscere la sua storia bisogna tornare indietro, a Nizza, nella banlieue difficile di L’Ariane, dov’è nato e cresciuto. Lì ha imparato quello che conta: «La mia famiglia era molto modesta ma accoglieva bambini abbandonati, spesso figli di immigrati, dati in affidamento dai servizi sociali. Ho imparato a condividere tutto».
Parla dei suoi genitori, «più inquadrati» di lui, e del fratello Morgan al quale lo accomuna invece uno stile di vita simile. È stato grazie a lui che è arrivato a Breil-sur-Roya: «Quando avevo sedici anni venivo a trovarlo. Nel 2002, a ventitré anni, ero perso, non sapevo cosa volevo. E così ho deciso di ripartire dal sogno che avevo da bambino, di avere un pezzetto di terra, che costasse poco. L’ho trovato qui, l’ho pagato 1500 euro, era abbandonato». Per dieci anni era stato perito meccanico, un lavoro che ha lasciato nel 2006 quando è diventato agricoltore. Ha cominciato a produrre olio, paté di olive e uova, senza sapere ancora che quel pezzetto di terra non sarebbe stato un rifugio solo suo.
Tutto è iniziato quando Parigi, nel giugno 2015, ha deciso di chiudere la frontiera con l’Italia, attuando respingimenti sistematici di migranti irregolari, anche minori. In centinaia, in gran parte del Corno d’Africa, soprattutto eritrei, erano bloccati a Ventimiglia. «Si erano messi sugli scogli per far vedere che esistevano, era come una manifestazione. Ho incontrato dopo qualche tempo persone, famiglie, bambini che camminavano sul bordo della strada. Mi sono fermato e li ho portati con me, sapevo che a Breil-sur-Roya l’associazione Roya Citoyenne forniva accoglienza».
Smettere o andare avanti? «Se non fossi andato avanti avrei rinnegato chi sono, la mia infanzia». Ha deciso di proseguire: «Il mio Paese, pensavo, è responsabile della condizione che vive l’Italia. La Francia si è messa contro queste persone a causa del colore della loro pelle. Non volevo essere complice di questo razzismo di Stato». Così Cédric Herrou ha traportato i migranti da Ventimiglia a Breil-sur-Roya: «Sono andato a prendere dei bambini nella chiesa delle Gianchette a Ventimiglia. All’epoca non c’era ancora una presa in carico dei minori non accompagnati, ad accoglieri c’era solamente un parroco, Don Rito, che ha aperto la parrocchia. Ho portato i bambini a Breil-sur-Roya dove abbiamo fatto il necessario per farli andare in altre località della Francia, in Germania e Svizzera».
In fretta, il nome e il numero di Herrou e la sua «terra dell’accoglienza» fanno il giro tra i giovani migranti che cominciano ad arrivare da soli. «Ci siamo ritrovati nella stessa situazione dell’Italia, la val Roya di fatto era diventata una Repubblica a parte rispetto alla Francia, sacrificata alla lotta all’immigrazione». È stato arrestato per la prima volta nell’agosto 2016: «Sono stato fermato con sette eritrei nel mio veicolo, erano in uno stato sanitario deplorevole. Il giudice ha archiviato il caso per immunità umanitaria».
Herrou è uscito dal tribunale più determinato di prima. I migranti aumentavano e venivano accolti anche in un deposito abbandonato della Sncf, la società ferroviaria francese, a Saint-Dalmas-de-Tende, venti chilometri a nord di Breil-sur-Roya. Nell’ottobre del 2016 la polizia ha trovato lì dentro 57 migranti, tra cui 29 minori. La procura di Nizza ha aperto allora un’inchiesta contro Herrou. Nel febbraio 2017 il contadino francese è stato condannato in primo grado dal tribunale di Nizza a tremila euro di multa con la condizionale, una pena aumentata sei mesi dopo in appello dalla Corte di Aix-en-Provence che per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, gli ha inflitto otto mesi di carcere con la sospensione condizionale.  
Cédric Herrou non si è fermato neanche allora contro quello che definisce «un accanimento giudiziario e della polizia», continuando con la sua azione che è un «atto politico, perché la politica non può che essere umanitaria contro l’assurdità» della chiusura delle frontiere. La situazione, nella sostanza non è cambiata. Nel novembre scorso il presidente francese Emmanuel Macron ha raddoppiato il numero degli agenti che controllano i confini. «La chiusura delle frontiere è solo ideologica, non è pragmatica, le persone che sono a Ventimiglia passano, sono però costrette a mettersi in una condizione di clandestinità e pericolo, una specie di gioco dell’oca cinico in cui prima di arrivare alla casella finale bisogna rischiare la morte», dice.  «Perché la vita di un bambino eritreo vale meno di quella di uno europeo?  Se in questa valle un giorno sparisse un piccolo inglese, la sua ricerca sarebbe un affare internazionale. Qui sono spariti tantissimi bambini eritrei nell’indifferenza».
Le sistematiche violazioni da parte della Francia dei diritti dei minori non accompagnati alla frontiera sono state denunciate da molte associazioni, tra cui “La Cimade” che in un rapporto dell’ottobre 2020 ha scritto che «al confine tra Ventimiglia e Mentone, nonostante diverse sentenze del Tribunale amministrativo di Nizza che ha condannato i respingimenti nel 2018, 2019 e inizio 2020, molti bambini continuano a essere rimpatriati, alcuni dopo essere stati privati ​​della libertà per diverse ore, in condizioni indegne, senza una protezione sanitaria specifica e senza essere separati dagli adulti». Dal 2018 al 2020 almeno 18.292 minori stranieri sono scomparsi, secondo il collettivo di giornalisti di 12 Stati europei “Lost in Europe”, una cifra a cui mancano i numeri della Francia che non ha mai risposto alle richieste di dati.
Secondo Cédric Herrou bisogna cambiare sguardo sui chi emigra: «Per farlo, dovrebbe succedere a tutti di vedere camminare sul ciglio della propria strada una madre con un neonato tra le braccia o bambini da soli, come un eritreo scalzo di dodici anni. Dovrebbe succedere a tutti i Salvini, di incontrare questo piccolo eritreo e rimetterlo con le proprie mani in una barca di fortuna per farlo tornare nel suo paese. È troppo facile farlo fare agli altri».
Chi è oggi Cédric Herrou? «Sono invecchiato, ma nel senso nobile del termine, e ho capito che la mia storia, così come quella dell’immigrazione, ha a che fare con la lotta di classe. Tutti, a partire dalla prefettura di Nizza, erano convinti che avrei perso perché non sono nessuno. È un po’ come la storia di Davide contro Golia, per una volta mi rende felice sapere che io, povero, ho vinto, e in modo onesto».
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