bearbench-img · 6 months ago
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チャツミ
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茶摘みは、新茶の葉を摘み取る作業のことです。一般的に、春から初夏にかけて行われ、新茶の季節の到来を告げる風物詩として知られています。茶畑では、茶摘み着と呼ばれる伝統的な衣装を身にまとった女性たちが、やぶきたやあさひなどの茶の木から、やぶきた���やあさひ種などの茶の葉を丁寧に摘み取ります。摘み取った茶の葉は、蒸したり炒ったりした後に揉みこむことで、お茶独特の香りと風味が生まれます。
手抜きイラスト集
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drheinreichvolmer · 7 months ago
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AMORE IN AFFITTO 4
Gloria venne accompagnata nel salone della caffetteria da Maris e Francesca, e prima di entrare la greca le fece una breve spiegazione di quelli che sarebbero stati i suoi doveri: << Dovrai occuparti dell'ordine e della pulizia della caffetteria e di tutti i vari utensili di uso quando sarà il tuo turno, dovrai portare le varie ordinazioni ai rispettivi tavoli e se verrai richiesta dovrai intrattenere il cliente o la cliente in questione. >> le spiegò con calma la maid dai capelli verdi.
<< Ok.. spero di non combinare altri disastri. >> rispose mortificata Gloria, ripensando allo sguardo di Corinne nella sala del trono.
<< Tranquilla, andrà tutto bene. >> disse Maris, << Saprai di aver svolto un buon servizio se questo ciondolo si illuminerà. >> aggiunse mettendole al collo un ciondolo con una pietra rosa.
<< A seconda dell'emozione che una persona prova, la pietra si illumina di uno specifico colore. >> asserì Francesca con un sorriso.
<< E cosa succede dopo? >> domandò la ragazza dai capelli rosa curiosamente.
<< La pietra cattura l'emozione, essa poi viene raccolta e custodita in un luogo a noi sconosciuto. Lo scopo è cercare di raccoglierne più delle altre maid. >> proseguì Maris.
<< Colei che riuscirà in questa impresa sarà la fortunata che il nostro padrone sposerà!>> aggiunse Francesca con gli occhi a cuoricino.
<< Beh a me non interessa, l'ultima cosa che voglio è sposarmi un vecchio, e per giunta pure mio stretto parente. Mi limiterò a farlo solo per saldare il mio debito. >> replicò Gloria dopo aver fatto una faccia disgustata al pensiero sposare suo zio.
Gloria era finalmente pronta per il suo grande esordio, la sua collega Maris le diede un ultima sistemata al fiocco e poi sorrise.
<< Bene, sei pronta.. vedrai, andrà tutto benissimo. >> disse la greca sorridendole.
<< Spero tanto che tu abbia ragione. >> rispose ansiosamente Gloria.
<< Sicuro, e poi ricordati che noi saremo sempre lì ad aiutarti!>> aggiunse Francesca. Gloria entrò poi finalmente nel grande salone del castello riservato alla caffetteria, lo sguardo di tutti i presenti puntato su di lei.
<< Bene, è venuta a fare altri disastri vedo. >> disse acidamente Ilona porgendo a Gloria il vassoio con le tazzine da tè e la rispettiva teiera. La ragazza cercò di non farsi condizionare dalla collega, prese il vassoio e partì in direzione del tavolo dodici.
<< Dai muoviti, non c'è mica il ghiaccio a terra o le bucce di banana! >> continuava intanto Ilona, alzando il tono della sua voce. Le gambe della giovane Gloria iniziarono a tremare per l'agitazione, si stava trattenendo a stento dal mettersi a piangere. Le tazzine sul vassoio ondeggiavano a causa della sua agitazione, rischiava seriamente di cascare tutto.
<< La situazione si sta mettendo male.. >> commentò Judith dispiaciuta, mentre Evelyn annuì con la testa facendo un sospiro sconsolato.
<< Dannazione, sei proprio negata!>> insistette la maid dai capelli viola frustata. Gloria si morse il labbro, ed alcune lacrime iniziarono a scendere lungo le sue rosee guance.
<< Non posso più restare a guardare! >> disse d’un tratto Francesca, esasperata dal comportamento da bulletta di Ilona. L'italiana si fece avanti, sistemando con cura le tazzine.
<< Sta solo cercando di metterti pressione, dimostra a quell'oca che tu non sei meno di lei in questo posto, io credo in te Gloria! >> dichiarò la bionda osservando Gloria dritta negli occhi. Le parole di incoraggiamento di Francesca diedero alla fanciulla la motivazione di riprendere il controllo della situazione e portare a destinazione il vassoio senza difficoltà. Una volta giunta al tavolo numero dodici, servì con disinvoltura le due ragazze per poi allontanarsi dopo aver fatto un lieve inchino. Le clienti sorrisero in segno di apprezzamento, e Judith ed Evelyn le fecero un piccolo applauso per congratularsi. La fanciulla fece ritorno dalla collega Francesca abbracciandola per ringraziarla del supporto.
<< Visto? Te lo dicevo che ci saresti riuscita. >> ribatté l'italiana mentre ricambiava l'abbraccio. In quel momento la pietra di Francesca divenne di colore verde, la sua disponibilità ed empatia avevano appena generato un sentimento di amicizia da parte di Gloria. Anche Maris si fece avanti congratulandosi con Gloria per aver dato ascolto alle parole di Francesca. Nell'esatto momento in cui le due maid si congratulavano con la giovane Gloria, il barone si fece avanti per complimentarsi a sua volta. Aveva apprezzato molto quanto Francesca e Maris erano state preziose nella riuscita di quel primo servizio, ma anche molto fiero di come Gloria aveva scelto di fidarsi dei consigli delle due donne. Dietro le spalle del barone c'era la loro collega Corinne, la quale continuava a squadrare biecamente le due colleghe. La francese strinse entrambi i pugni, e dopo di ciò decise di abbandonare la caffetteria, prima di avere un crollo nervoso davanti ai clienti. Heinreich si accorse dell'evidente strano comportamento della sua dipendente, e dopo essersi congedato dalle altre maid, convinto che sarebbe andata a rifugiarsi nella sala dove veniva custodita gelosamente la mistica pietra. Fu infatti lì che la trovò, intenta ad osservare quel prezioso artefatto che fluttuava dentro alla teca, mentre sospirava angosciata.
<< Che cosa ti turba tanto mia cara, non dirmi che sei gelosa di Gloria? >> domandò ad un tratto l'uomo avvicinandosi.
<< Altezza siete qui.. gelosa? State forse scherzando.. >> replicò poi acidamente la francese mentre tentava di nascondere i suoi reali pensieri al riguardo.
<< Mia cara Corinne, sai bene quanto io ti conosca, quindi non c'è motivo di cercare di mentirmi. >> la rassicurò il nobile con voce calma.
<< Okay, la detesto! Non merita di servirvi, e poi è evidentemente incapace di essere all'altezza di questo posto. >> aggiunse la francese alzando il tono di voce.
<< Corinne, per certe cose serve tempo.. guarda questa pietra, non posso farla completare quando voglio io, e allo stesso modo Gloria non può essere pronta quando lo decido io. >> ribatté il barone.
<< Ma poteva decidere di non farla venire qui o di non farla lavorare alla caffetteria, certe cose le possiamo decidere altezza. >> lo corresse subito Corinne.
<< Non hai motivo di preoccuparti, non sei più sola e non verrai più abbandonata.. insomma, io sono migliore di tuo padre. >> pronunciò con tono quasi paterno il nobile.
<< M-mio padre? >> disse Corinne sgranando per un attimo gli occhi.
<< Non è colpa tua, Corinne.. tu volevi solo essere amata. >>
<< Solo essere amata.. >> ripeté la donna, mentre il suo corpo iniziava a tremare. Sembrava come se stesse ricordando qualcosa che non voleva ricordare, e si ritrovò improvvisamente il viso bagnato dalle lacrime.
<< Tuo padre era incapace di darti l'amore di cui avevi bisogno, per lui non eri abbastanza. Per questo ti ha rimpiazzata... ma non devi temere, io non potrei mai fare una cosa del genere a te. >> replicò il barone asciugando le sue lacrime. Corinne rimase in silenzio, poi osservò nuovamente il volto del suo padrone. Heinreich la strinse in un abbraccio, mentre le accarezzava i capelli blu indaco.
<< Era solo un incidente.. ma le persone non sempre sanno capirci, e il più delle volte è più facile abbandonare qualcuno che cercare di capirlo. >> aggiunse l'uomo senza smettere di confortarla. Pian piano il cuore di Corinne fece ritorno ad bianco puro, e la ragazza sorrise provando una sensazione di benessere. Il tutto si era svolto sotto l'attento sguardo di un uomo dalla chioma albina vestito elegante, i suoi occhi rossi osservavano da diversi minuti i due. Si trattava di Hans, il braccio destro di Heinreich, questo era il suo vero aspetto. Soltanto il barone e Corinne erano a conoscenza delle sue vere sembianze. Dopo quel colloquio col barone, la giovane venne accompagnata nella sua camera da letto da quest'ultimo. In tale circostanza, la maid colse l'occasione per denudarsi in sua presenza, con l'intenzione di sedurlo – convinta che se si fosse concessa avrebbe avuto più sicurezza di non perdere i suoi privilegi. Corinne fece cadere le vesti a terra, mentre il suo sguardo fissava intensamente l'uomo di fronte a lei. Si sentiva però talmente nervosa che si morse le labbra con forza, finendo per farle sanguinare. Heinreich le pulì quella traccia di sangue dal labbro inferiore passandoci sopra il pollice, tenendo sollevato il mento della donna. Il cuore di Corinne batteva forte, anche se voleva farlo più di qualunque cosa sentiva un non so che, che la tratteneva da andare fino in fondo. Il barone notò però immediatamente l'evidente insicurezza e disagio della maid dai capelli indaco, e la respinse, invitandola a rivestirsi e ad andare a dormire.
Al mattino il sole splendeva e una nuova giornata stava per cominciare alla caffetteria, Judith era impegnata a dare da mangiare ai gatti del bistrot, mentre Maris si occupava di pulire i tavoli prima dell'arrivo dei clienti. Francesca ed Evelyn stavano pulendo gli utensili e macchinari vari, quella mattina era il loro turno. Gloria era arrivata puntuale al suo secondo giorno di lavoro, e finalmente sentiva di poter dare il meglio di sé a lavoro. Si mise quindi a pulire con attenzione e scrupolosità i vetri delle grandi finestre, osservando ogni tanto di nascosto la sua collega Corinne e domandandosi se mai la donna dai capelli indaco avrebbe cessato di essere in collera con lei. Poco dopo i clienti fecero il loro ingresso alla caffetteria, ognuna delle maid stava svolgendo la sua mansione, fino a quando Judith non si fece avanti verso Gloria.
<< Perdona il disturbo, ma sei richiesta al tavolo ventiquattro. >> disse Judith sorridendole. Lo sguardo di Gloria divenne pallido come quello di un malato, non poteva credere che al suo solo secondo giorno di lavoro qualcuno già avesse chiesto di lei. Voleva seppellirsi ma non poteva rifiutarsi, aveva promesso a sé stessa di non tirarsi più indietro. Judith le mise una mano sulla spalla, incoraggiandola che in fondo non era poi così complicato rendere felici i loro clienti. Gloria quindi prese un respiro e si sedette al tavolo, davanti ad un giovane con gli occhiali e una fila di taccuini ed appunti vari. Gloria lo osservava confusa, chiedendosi a cosa gli potessero servire tutti quegli appunti. Il ragazzo, dopo essersi presentato come Abel, spiegò di essere il capo redattore del giornale del suo liceo, era venuto per fare un intervista, per la quale aveva scelto il membro più giovane della caffetteria. Gloria rimase ancora più sconvolta alle sue parole, un’intervista a lei? A che domande avrebbe dovuto rispondere? E cosa sarebbe successo se non fosse stata all'altezza di soddisfare le aspettative di quel giovane giornalista? Era sul punto di tirarsi indietro, quando si rese conto che quella poteva essere l'occasione per catturare il suo primissimo cristallo, quindi a discapito di tutto decise di accettare. E così l'intervista cominciò, ma il carattere discutibile di Gloria stava rendendo difficile le cose al povero Abel; il quale alla fine, stanco della scarsa collaborazione di Gloria, decise di pagare il suo consumo e lasciare immediatamente la caffetteria. Ilona sorrise compiaciuta di fronte alla scena, si aspettava che la maid dai capelli rosa avrebbe prima o poi fatto fiasco. La giovane si rese conto di aver rovinato l'occasione di catturare il suo primo cristallo, tuttavia non si lasciò sconfortare. Infatti, determinata a sistemare le cose e dispiaciuta per il povero Abel, decise di trovare il giovane giornalista e aiutarlo a trovare il perfetto scoop. Per farlo avrebbe dovuto lasciare il castello, e la sua collega italiana Francesca Bellini volle aiutarla in quell'impresa. Le due uscirono quindi di nascosto durante la pausa pranzo, consapevoli di star violando il regolamento che imponeva alle maid di allontanarsi dal maniero, se non al seguito del loro padrone.
Le due vennero però viste dalla maid Maris, che scelse di tacere al fine di non far finire le due ragazze nei guai. Soltanto una volta fuori si posero il problema di rintracciare Abel; e Francesca suggerì di presentarsi fuori dal suo liceo nella speranza di riuscire a trovarlo. Le due maid si recarono allora alla scuola nominata dal giovane giornalista, ma vennero informate che Abel era già andato via. Persa ormai ogni speranza, vennero fortunatamente a sapere da una sua compagna di classe che in quel momento il ragazzo si trovava al vicino teatro Adonis. Gloria e Francesca decisero quindi di raggiungerlo al teatro, dove scorsero di nascosto Abel tra il pubblico, che stava assistendo alle noiose prove dello spettacolo di Romeo e Giulietta. Nonostante Camill, un suo compagno di classe, interpretasse perfettamente la parte di Romeo; la sua controparte Florian era davvero pessima. Il giornalista osservava senza speranze le prove, convinto di ritrovarsi a scrivere l'ennesimo articolo da pochi soldi, avrebbe assistito all'ennesimo spettacolo osceno della sua classe. Francesca stessa guardava incuriosita gli attori sul palco, e riuscì immediatamente a dedurre che qualcosa stava interferendo con la prestazione della povera Florian. Riferiti i suoi dubbi a Gloria, le due decisero di seguire di nascosto la studentessa, così da capire cosa la rendesse tanto a disagio. Il presentimento si rivelò corretto, trovarono infatti la ragazza che piangeva in camerino; e cercando di consolarla, scoprirono la causa del suo problema. Florian era segretamente innamorata di Camill, e i suoi sentimenti per lui le rendono impossibile recitare la sua parte. Compresa la situazione, Francesca ipotizzò che se Florian fosse riuscita a dichiarare il suo amore a Camill, sarebbe stata in grado di interpretare al meglio Giulietta. Osservandola da sola infatti, entrambe le cameriere scoprirono che Florian era in realtà una bravissima attrice, adesso che nessuno la stava osservando. Fu allora che Francesca estrasse un ciondolo dalla sua tasca, spiegando sottovoce a Gloria come quella collana le permetteva di vedere i desideri delle persone. E nel momento in cui lo indossò, dopo aver scrutato il cuore della ragazza, scoprì che il suo più grande desiderio era quello di poter vedere nuovamente i ciliegi in fiore con Camill, come quando erano bambini.
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bouteaque-fi · 10 months ago
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Del tè mercuriale
Del tè mercuriale La natura scattante di mercurio fare pensare a un tè per accelerare il pensiero, in realtà sarebbe meglio schiarirlo: ideali i tè verdi ombreggiati del Giappone, perfettamente corrispondenti alle pratiche metodiche anche di raccolta meccanizzata e cura piuttosto maniacale della pulizia e dell’ordine già in fase di lavorazione, questi tè sono ideali per momenti di logorio…
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cinquecolonnemagazine · 10 months ago
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Raku, storia e tradizione dall'Oriente
La raku è una tecnica di ceramica giapponese tradizionale che prevede un rapido riscaldamento e raffreddamento del pezzo ceramico per creare una superficie e una texture uniche. È caratterizzata dai suoi colori terrosi, dalle venature increspate e dall'aspetto spontaneo. È spesso utilizzata per le cerimonie del tè e per altri scopi decorativi. Storia della raku Le origini risalgono alla fine del XVI secolo, durante il periodo Momoyama della storia giapponese. La tecnica fu sviluppata da Chōjirō, un vasaio di Kyoto, che fu incaricato di creare tazze da tè per Sen Rikyū, un rinomato maestro del tè. Rikyū apprezzò l'estetica rustica e non raffinata della raku, che credeva rispecchiasse i principi del buddismo zen. Caratteristiche principali - Cottura rapida: viene cotta a una temperatura relativamente bassa, tipicamente intorno ai 1.000 gradi Celsius. Questo processo di cottura rapido aiuta a creare la caratteristica venatura increspata e la superficie porosa. - Riduzione di ossigeno: viene spesso cotta in un'atmosfera riducente, il che significa che c'è meno ossigeno presente durante il processo di cottura. Questa atmosfera ridotta favorisce la formazione di ossido di ferro, che conferisce il suo colore rosso-bruno. - Immersione in cenere o segatura: Dopo la cottura, viene tipicamente immersa in un contenitore di cenere o segatura. Questa immersione provoca la crepatura della venatura e lo sviluppo di una finitura opaca sulla ceramica. - Imperfezioni e spontaneità: è nota per le sue imperfezioni e irregolarità. Queste imperfezioni non sono considerate difetti, ma piuttosto una riflessione della natura unica della tecnica. Usi della raku La raku è tradizionalmente utilizzata nelle cerimonie del tè giapponesi. La chawan, o tazza da tè, è la forma più comune utilizzata nelle cerimonie del tè. Le tazze da tè sono apprezzate per la loro capacità di esaltare il sapore e l'aroma del tè. La raku viene utilizzata anche per una varietà di scopi decorativi. Le ciotole, i vasi e le sculture vengono spesso esposte in case e aziende. La raku viene utilizzata anche in alcune installazioni artistiche contemporanee. In Occidente La raku è stata introdotta in Occidente alla fine degli anni '50 da vasai americani come Paul Soldner e Mary Black. Questi vasai erano affascinati soprattutto dall'estetica unica e dal suo legame con la filosofia zen. Sperimentarono diverse tecniche e svilupparono i propri stili distintivi . La raku è diventata sempre più popolare in Occidente e oggi è praticata da vasai di tutti i livelli di esperienza. I corsi vengono offerti in molti centri artistici comunitari e studi di ceramica. Se sei interessato a saperne ancora di più, consulta le seguenti risorse: - The Raku Handbook: Questo libro di Mary Black è una guida completa alla raku, che copre tutto, dalla storia e filosofia fino alle tecniche e materiali utilizzati. - The Raku Compendium: Questo libro di Paul Soldner è un'altra eccellente risorsa per imparare a conoscerla. Include una vasta gamma di informazioni su diverse tecniche, venature e metodi di cottura. - Raku: An Exploration of Form and Spirit: Questa raccolta di saggi e fotografie di Peter Behrens esplora la relazione tra la raku e la filosofia zen. Foto di kimura2 da Pixabay Read the full article
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marikabi · 11 months ago
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'o Schustèr
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Per scrivere questo pezzo (che è un articolo, ma anche una storia, un racconto di sensazioni ed emozioni, una cartolina da un luogo della memoria, una recensione emotiva di nuove canzoni, un invito. Fate voi) ho scelto di non appoggiarmi all’amicizia che ho da molto tempo con Massimo Vietri, o alla stima che provavo per il padre (avuto come preside e poi ritrovato come sodale in tante manifestazioni d’impegno civile e sociale, nonché amico nonostante la grande differenza d’età).
Ho dovuto cancellare il ricordo di tutti i discorsi fatti con entrambi intorno all’Irpinia, circa Avellino e sugli ultimi, sui poveri e sui dimenticati di questa e di tante terre nel mondo.
Ho voluto scordarmi dei Lumanera (o della Lumanera, come dice Massimo) e del video risbaldente e colorato che è ’O ballo r’ ’o Schustèr (trovabilissimo su YouTube), perché sennò mi partiva la nostalgia e quella - si sa - ti porta lontano, nelle lande del dolore e della hopelessness.
Ho ricominciato daccapo. Ho ricominciato dalle parole delle sue canzoni, quelle contenute nel suo ultimo disco, il primo da solista, che ha titolo, appunto, Schustér .
(Massimo guadagna questo soprannome da ragazzino - dall’estroso ma ’ncapotico libero tedesco che giocò in più squadre spagnole - a motivo della passione per il pallone e dell’infantile bionditudine, di cui il piccolo Nicola - suo figlio - è ora erede.)
Ho voluto incontrare Massimo preparando l’incontro di venerdì 1° dicembre, (ore 18 all’Angolo delle Storie) e prima della presentazione alla città della sua nuova raccolta di canzoni (mercoledì 6 dicembre - San Nicola! - all’Auditorium del Polo Giovani della Città).
Il curatore della Rassegna del Tè letterario, Federico Curci di InfoIrpinia, ha scelto di ospitare - tra tante altre interessanti proposte - anche Massimo Vietri, la sua musica, la sua poesia, ma soprattutto la sua cosmogonia.
Già, perché l’Irpinia cantata da Schustèr è un cosmo dilatabile. Magari parte da piazza Macello, ma arriva ai cieli blu della terra dell’osso. Sosta sotto i portici del luogo più attraversato amato-ed-odiato della Città, però poi vola fino agli speroni del brandello di Appennino che ci è toccato in sorte, facendo il giro lungo per Cuba, per il Mediterraneo e il Medioriente.
Canta di un’Avellino che non c’è più e che ha perso l’occasione di essere migliore. La città di Schustèr ragazzino era trepidante e speranzosa, quale entomata in difetto (cit. Dante Alighieri), ma è oggi antropologicamente e socialmente avvizzita. (Politicamente, poi, è pressoché defunta.)
Mediante la sua icastica poesia, canta la terra, la nonna, i detti, la solidarietà svanita (ci siamo persi tutti nel dopo-terremoto) e una comunità tralignante, affogata nella ’rassa (che non è l’opulenza, bensì la comodità, l’agio, l’ozio, il consumismo narcotizzante).
Racconta di una Storia cui anche la nostra vituperata città ha fatto parte, ma di cui ha perso memoria e nobiltà (Maria de Cardona).
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Massimo-Schustér è il canta-operaio (o il canta-contadino, perché ha vissuto molte esperienze) delle cose semplici, quelle che appianerebbero le rughe dell’uomo moderno, il quale ha perso il senso della vita e del tempo.
Quasi sicuramente, il senso della vita e del tempo - sub specie aeternitatis - non esiste (mi auguro che magari sia semplicemente non intelligibile ai mortali), tuttavia aiutano a vivere le storie di piccole cose, di povera gente, di quando anche i clochard erano nel tessuto iconografico e solidaristico del territorio (Mariniello, ’o mammone, dall’incredibile storia umana).
Schustér ha preso tutto quello che la città (e l’Irpinia) gli ha offerto, in bene e in male. Ha egli stesso frugato negli angoli ed anfratti - dei vicoli e dei cuori - per scoprire perle di sguardi e di storie, diventate canzoni.
Schustér è un nostalgico. Schustér si commuove raccontando di sé, della nonna sua, del padre, e Schustèr è cresciuto, soprattutto musicalmente. Ha introdotto musicalità e sonorità che esondano dall’Irpinia (il cosmo dilatabile, appunto), la quale rimane sempre e comunque l’inizio e la fine del viaggio.
(photo courtesy, Federico Curci)
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reading-marika · 1 year ago
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Aspettando l'Autunno Book Tag
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Ciao a tutti!! Questa settimana vi propongo un nuovo book tag trovato sul Book Tube. Oggi parliamo di autunno, in particolare vi mostro libri già letti e libri che vorrei leggere con vibes autunnali. Scrivetemi pure i vostri titoli autunnali!! Buona lettura!!
Pioggia: un libro che leggeresti volentieri cullato dal ticchettio della pioggia sul tetto.
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"Il Sospetto" di Friedrich Durrenmatt è un romanzo breve che lessi lo scorso anno, proprio nel periodo autunnale e ricordo di averlo apprezzato moltissimo anche per le vibes tetre che pone al lettore. Perfetto da leggere in una giornata piovosa.
Foliage: un libro dalle diverse sfaccettature.
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Passiamo, ora, alla letteratura americana del novecento con "Giovanni's Room", o "La Stanza di Giovanni", di James Baldwin. Questo romanzo narra di una relazione alquanto complicata tra due ragazzi a Parigi, ma questo è solo il punto di partenza che l'autore usa per poter parlare di ben altro: la società dell'epoca, la libertà personale, la solitudine.
Autunno, Dove Sei?: nomina quattro libri che non vedi l’ora di leggere quando arriverà la stagione.
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Sono molto curiosa di proseguire il mio percorso di lettura degli autori Thomas Hardy e Victor Hugo con, rispettivamente, "Estremi Rimedi" e "Notre-dame de Paris". Parlando sempre di classici, vorrei approcciarmi ad André Gide con la sua ultima opera "I Falsari". Infine, cambiando completamente genere, vorrei proseguire con la trilogia Farseer di Robin Hobb, leggendo il secondo volume "Royal Assassin".
Tè e Tisana: un libro che scalda il cuore.
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"I Dolori del Giovane Werther" di Goethe può sembrare un libro triste, e lo è, ma nella sua tristezza porta molto calore. Questo è un romanzo estremamente interiore, che parla di solitudine, di amore, di morte. Non ci si sente soli, ci si sente capiti e a propria volta si capisce.
Castagne: un libro che all’inizio ci sembrava un po’ spinoso, difficile ma che poi si è rivelato coinvolgente.
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"Assassin's Apprentice" di Robin Hobb è il primo volume della trilogia Farseer (che apre una saga infinita); per me questa è stata una lettura alquanto impegnativa, in particolar modo per l'inglese che non ho trovato così facile come mi aspettavo. Una volta, però, abituatami allo stile, la lettura è diventata molto più scorrevole. Per quanto riguarda la trama, invece, questa mi ha catturato sin da subito, un po' intricata, ma decisamente accattivante.
Candele Profumate: un libro dalla forte atmosfera autunnale.
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Nonostante "Eugenie Grandet" di Balzac sia ambientato in più anni e, quindi, in più stagioni, mi ha trasmesso molte vibes autunnali. Che dire di questo romanzo, si incentra sulla figura femminile di Eugenie Grandet, personaggio che non segue perfettamente i canoni di quell'epoca e, di conseguenza, molto interessante.
Zucca: un mattone da leggere in autunno.
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Qui, vi cito due libri, uno letto e uno da leggere. "L'Uomo che Ride" di Victor Hugo è un romanzo gotico estremamente drammatico, ma con un messaggio potentissimo e perfetto per l'autunno. Invece, questo autunno mi piacerebbe affrontare la sfida di "Guerra e Pace" di Tolstoj, ma vedremo in seguito come va...
Halloween: un libro che vuoi leggere quest’anno per halloween.
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Non ho mai letto romanzi horror, ma quest'anno mi voglio buttare, perciò mi sono già preparata in libreria "Abbiamo Sempre Vissuto nel Castello" di Shirley Jackson, autrice ben conosciuta del novecento. Non so nulla di questo romanzo, come d'altronde di ogni romanzo che devo ancora leggere, e non so minimamente cosa aspettarmi.
Giacca: libro che hai da un po’ in libreria e che aspetti di leggere proprio in autunno.
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È da Natale 2022 che attendo il suo momento e, per me, il suo momento è l'autunno. Sto parlando di "Spiriti e Creature del Giappone" illustrato da Benjamin Lacombe. Una raccolta di racconti giapponesi su creature mistiche, cosa c'è di meglio per una lettura autunnale!!
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oynesomhavet · 1 year ago
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𝐖𝐞𝐢𝐠𝐡𝐭 𝐨𝐟 𝐭𝐡𝐞 𝐰𝐨𝐫𝐥𝐝
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𝐈𝐑𝐈𝐃𝐄𝐒𝐂𝐄𝐍𝐓 𝐒𝐎𝐋𝐈𝐋𝐎𝐐𝐔𝐘;       ♊︎ 𝐴𝑆𝐶𝐸𝑁𝐷𝐴𝑁𝑇 ♏︎ ᅳ Forse sgozzare qualcuno sarebbe stato più semplice. Che cosa serviva in fin dei conti? Nervi saldi, una lama decente e via, di lame ne aveva, e di certo di esperienza nella pratica ne aveva. Taglio netto lungo la gola e probabilmente Sweeney Todd l'avrebbe assunta per i lavori extra. Di i nervi saldi per la lama pressata contro la pelle c'era anche abituata, ne aveva i segni delle cicatrici rimasti indelebili come prove da un non troppo lontano passato. Forse era quello che avrebbe fatto chiunque al suo posto nel vedere l'aspetto che si rifletteva sullo specchio della camera in affitto ad Oslo; il riflesso di una giovane fanciulla spezzata. Non era certa di cosa provasse nell'osservare il corpo di quella che pareva essere un'estranea riflessa nello specchio: entrambi gli occhi tumefatti, le labbra ed il viso gonfi, il resto del corpo livido. Era arrabbiata con se stessa, odiava con ogni fibra del suo essere quella debolezza che aveva dimostrato, incapace di reagire in tempo - di nuovo - nonostante i corsi di autodifesa. Era furiosa con sé per essersi lanciata di peso in quella trappola, nella speranza potesse servire a distrarla dal dolore lancinante al petto che aveva ricevuto poco tempo prima. Per quieto vivere si era decisa a lasciarsi tutto alle spalle, per il momento, cercando di essere una normale diciannovenne nel pieno della sua vita. Ma quando mai le cose avrebbero potuto essere così semplici per lei? Non le bastarono tutte le distrazioni lavorative, neppure le uscite con quell'unica ancora che aveva incontrato e che l'aveva raccolta come fosse un tesoro prezioso, non le bastarono i giorni di veglia a rimuginare sul vissuto, non le bastarono i suoi rimproveri silenti nel ricominciare a marchiare il suo sorriso di un sorriso sinistro. Vagava con la mente senza sosta, riscoprendo la voglia - la sete - di vendetta che prendeva il corpo inzuppandolo come si farebbe con un biscotto nel tè pomeridiano. Vagava talmente tanto che ad un certo punto perfino il corpo aveva preso a muoversi senza sosta, ripercorrendo a ritroso gli stessi passi che aveva percorso quel pomeriggio, abbindolata da un volgare idiota che probabilmente aveva un mazzo di rose per ogni donna che incontrava camminando, era così impresso nella mente che l'aveva ritrovato allo stesso bar, mentre rivolgeva le stesse menzogne che aveva rivolto a lei alla povera mal capitata. Se fosse stata una persona ragionevole avrebbe potuto girare i tacchi immediatamente, lasciando opzione di scelta a quella ragazza ingenua come lo ero stata lei, ma l'impeto la costrinse a rimanere. Si avvicinò all'uomo lasciando che la sua ingordigia per il suo corpo prendesse il sopravvento, lo stolto credeva di averla in pugno, ma l'unico pugno percepibile era quello in pieno stomaco che aveva appena ricevuto, un colpo assestato così repentinamente da non avergli dato scampo. Sorprendentemente neppure il suono delle sue preghiere sembravano placarla mentre le sue budella si contorcevano stilettata dopo stilettata. Non seppe quale fine fece, lo lasciò lì, inerme, con respiro mozzo. Non avrebbe mai più rivisto quel riflesso nello specchio. Quella sarebbe stata l'ultima volta.
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cecinestpasunepipeclarice · 2 years ago
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.        ♡  Qᴜɪᴅᴅɪᴛᴄʜ ᴍᴀᴛᴄʜ           ㅤ01.04.2026   ⌵ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀   ( . . . )  Non saprebbe dire quanto tempo sia passato, di preciso, ma la stanchezza comincia a farsi sentire forte in ogni fibra del corpo tutto verde, perfettamente in tinta con la divisa della squadra per la quale sta giocando. Del boccino - oggi più pazzo del solito, cosa che di cui però si convince ogni volta che gioca - ha perso completamente traccia e le sembra sia così anche per Beatrice, ragion per cui sceglie di prendersi una piccola pausa e fermarsi nella curva più vicina agli spalti dove è raccolta la maggior parte degli studenti serpeverde. Restare in equilibrio sulla scopa e staccare entrambe le mani-foglia, sempre più gradite agli occhi, non è affare semplice, ma è ancora convinta di voler portare avanti pure il progetto fantaquidditch e riuscirci è fondamentale per recuperare la tazzina dalla tasca incantata dei pantaloni. Ha scelto la sua preferita, tra l’altro, quella raffigurante Chicco de La Bella e La Bestia – che tragedia sarebbe, se dovesse rompersi! Meglio non pensare al peggio, comunque: recupera anche la fialetta di tè inglese già preparato e zuccherato - sia mai berlo amaro, rischierebbe per certo di sputarlo - e la stappa col solo aiuto del pollice. Il piccolo pezzo di sughero inizia la rovinosa caduta verso terra e non gli viene dedicato che un secondo d’attenzione, ché è più importante non perdere troppo tempo: versare la bevanda, mostrare la tazza alla tifoseria, buttarla giù tutto d’un sorso. Accogliere il supporto e l’esultanza di chi l’ha scelta per la squadra del fanta pur avendo ben poche notizie sullo stile di gioco, sulla possibilità che si prestasse o meno a fare punti, probabilmente perché ispirato dal costo bassissimo di mercato. Concludere con un inchino, pure, prima di grattare il piccolissimo giglio sbocciato sulla punta del naso e tornare a sfrecciare alla ricerca del boccino.
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lunamagicablu · 3 years ago
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Forse è sacro respirare più lentamente, cammina più dolcemente, nelle notti invernali e lascia che penetri nell'accorciato giorni di grigio antico.
Forse è ipnotico studia la fiamma del fuoco e guarda le luci delle candele brillare lungo la cornice di una notte senza bordi.
Forse, accento di bacche invernali i campi come promemoria cremisi di violette centrate allo zafferano selvatico mentre dormono sotto il freddo pungente.
E forse l'ho preso campo e forma di letargo nella mia caverna, un nido di tonalità cerulee e opache di coperte e trapunte e cuscini morbidissimi; una raccolta di tè, il nettare dello splendore della mano, nostalgia di silenziosi sussurri di neve fresca.
Forse l'inverno è il mio compagno e il mio conforto del tanto necessario silenzio; come abbraccio la sua più nera delle perle preziose il grazioso turno di mezzanotte di velluto e giù di calore di sapere i conigli dormono al sicuro e dolcemente sotto.
Forse, sono in grado di scavare accanto a le pene più profonde della mia anima; il mio cuore soffre per ricostituire e il prisma della mia mente è finalmente in grado di dipingere su tela di cielo infinito e meraviglia speculativa.
E forse, è sacro a riposa sotto il freddo artico finché la leggerezza delle sorgenti non mi tira avanti, e il mio vecchio germoglio si rinnova ancora una volta. Carolyn Riker **************************** Maybe it's sacred to breathe slower, walk more gently on winter nights and let it penetrate the shortened days of ancient gray.
Maybe it's hypnotic study the flame of the fire and watch the candlelight shine along the frame of a borderless night.
Perhaps, winter berry accent the fields as crimson reminders of violets centered with wild saffron as they sleep in the bitter cold.
And maybe I got it field and form of hibernation in my cave, a nest of cerulean and opaque shades of soft blankets and quilts and pillows; a collection of tea, the nectar of the splendor of the hand, nostalgia for silent whispers of fresh snow.
Maybe winter is my companion and my comfort of much needed silence; as I embrace her blackest of precious pearls the graceful midnight shift of velvet and down of heat to know rabbits sleep safely and softly underneath.
Perhaps, they are able to dig next to the deepest pains of my soul; my heart aches to replenish and the prism of my mind is finally able to paint on canvas of infinite sky and speculative wonder.
And perhaps, it is sacred to rest in the arctic cold until the lightness of the springs keeps me going, and my old shoot renews itself once again. Carolyn Riker
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macnamaranumerocinque · 4 years ago
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più mani abbiamo più Giana raccogliamo (serra #4, 14 ottobre, III anno)
« Buongiorno figliuoli! » 
li saluterebbe energicamente, nel vederli arrivare. Un’altra cosa che i ragazzi potranno notare sotto il gazebo, sono due tavolini; uno rettangolare lungo quanto il lato del gazebo, e uno tondo un po` più piccolo. Sopra il primo, c'è un abbondante assortimento di biscotti, cornetti, muffin e cose del genere; il secondo, invece, è occupato da un paio di grandi caraffe termiche in metallo, di quelle con il coperchio e il beccuccio, più un vario assortimento di mug colorate in ceramica.
«‘giorno prof» 
[...] prendere una manciata di biscotti e due muffin al cioccolato. No, non ha fatto colazione in Sala Grande, e si vede. Un po’ di tè sarebbe l’ideale ma… dov’è il tè?
chi ha mangiato i muffin sentirà il bisogno di parlare a più non posso, e raccontare i pettegolezzi (veri o finti che siano). Chi ha mangiato i biscotti si troverà improvvisamente con una voglia matta di cantare.
[...]
« Ho bisogno del vostro aiuto non per piantare ma per raccogliere » dice, lanciando loro qualche occhiata « siccome va fatto entro l’alba, ho pensato che più mani abbiamo più Giana raccogliamo »
«Woo, serra numero quattro!» - «Aspetta…» borbotta, riconoscendo la parola “giana” giusto perché gliene ha parlato William qualche mese fa e difatti il Corvonero si troverà gli occhietti azzurri addosso per qualche momento 
[...] inizia a canticchiare una canzone, che ha conosciuto per via della radio scolastica «evening rises, - darkness threatens to engulf us all - but the there`s a moon above.» che di tanto in tanto interrompe «ma sai che hanno disegnato su un quadro? In sala grande! Che poi i quadri hanno qualcosa di strano ultimamente, no? E la gente? Quelli che fanno cose durante le lezioni?» e se smette di parlare è solo per canticchiare un altro verso «i came here like you asked - i killed the beast - that part of me is dead» tutto questo mentre si affianca all’amico, lanciando di tanto in tanto occhiate al docente, come se avesse in mente qualcosa, ed inizia a staccare le foglie più grandi, più all’esterno delle piante, mettendole piano come richiesto nel barattolo accanto alla pianta. «Oh, sì. Lo ho sentito dire anche io. Ma non solo draghi! Nei sotterranei si nasconde di tutto!» poi invece canticchia «or maybe it is a door - that`s closing up some hero`s back - on his track to be a man» 
[...]
« Allooora » afferma allargando le braccia, in direzione di tutti « Vi basti sapere che questa trasformante permette il cambio temporaneo di sesso, sia a livello fisico che mentale » afferma semplicemente, con un sorrisetto, prima di aggiungere « e durante il suo effetto non ci si ricorda della propria identità originale » ecco che quindi finalmente afferra la caraffa che aveva alla cintura. La stacca, portandosela davanti « io ne ho raccolta un po` tre settimane fa, e ne ho fatto un’infuso. Visto che mi avete aiutato... » e lascia vagare lo sguardo su nessuno in particolare « chi vuole, potrà averne un po`. A proprio rischio e pericolo »
quelli che hanno bevuto il tè iniziano ora ad avvertirne gli effetti: semplicemente una sorta di leggero senso di amnesia. Un’amnesia localizzata, che riguarda la propria identità, e il livello dipende un po` dalla quantità di bevanda ingerita, anche se rimane comunque non esagerato.
[...] E poi occhi sul docente mentre canticchia un altro verso della canzone e cerca allo stesso tempo di ascoltare con attenzione quanto quello dice perché sì, evidentemente interessa. Ascolta e poi però rivolge sempre al docente uno sguardo un poco confuso e parecchio riflessivo 
«Ma, cioé. Cambia sia il corpo, che la mente?» 
Sembra pensarci per un po’, però alla fine, dopo un ennesimo verso di canzone 
«io… io, credo, insomma, sì. Lo vorrei, provare.» 
mentre lancia un’occhiata ad Angus come a cercarne un parere e una pure a Will, visto cha quella pianta il primo a proporla era stato proprio lui. Insomma, provarla potrebbe essere d’aiuto, forse. Ma sempre meglio provarla che non provarla, no? Annuisce mentre però inizia a sentire una strana nuova sensazione «Gus, ho dimenticato qualcosa… Cioè credo. Mi sembra.» ma poi «I boogie down like a unicorn - No stoppin` till the break of dawn - Put your hands up in the air - Like an ogre just don`t care» qua non si può davvero arrivare a finire un ragionamento oh.
Chloe e Tasha //Kael e Domhnall//, poco dopo aver bevuto l’infuso, si sentiranno un po` strane. Si trasformeranno davanti agli occhi degli altri studenti, diventando a tutti gli effetti due ragazzi. E non serbando alcun ricordo di esser state, fino a poco prima, delle ragazze.
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tashaodinsbane · 4 years ago
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 14.10.76                               Piante e Strani Effetti Pare che il docente abbia voluto mettere alla prova la loro passione per l`erbologia; chi accetterebbe di svegliarsi prima dell`alba per aiutarlo con chissà quale diavoleria misteriosa, se non dei veri erbonerd? Il castello immerso nel buio, e con le luci fievolissimi di un sole che non sorgerà ancora per una scarsa mezz`oretta, ha il suo perchè e rende l`atmosfera abbastanza suggestiva. Arrivati allo spiazzo, potranno facilmente notare un gazebo bianco, piazzato appositamente per l`occasione, sotto il quale si trova Zevran in tutto il suo splendore. Un`altra cosa che i ragazzi potranno notare sotto il gazebo, sono due tavolini; uno rettangolare lungo quanto il lato del gazebo, e uno tondo un po` più piccolo. Sopra il primo, c`è un abbondante assortimento di biscotti, cornetti, muffin e cose del genere; il secondo, invece, è occupato da un paio di grandi caraffe termiche in metallo, di quelle con il coperchio e il beccuccio, più un vario assortimento di mug colorate in ceramica.[...]
Z:« Nel caso in cui qualcuno avesse saltato la colazione,oppure avesse sonno... lì c`è del caffè e del tè » lasciandosi scappare un sorrisetto divertito davanti a eventuali sbadigli o altre dimostrazioni di stanchezza.
T: «Oh,sì.La ringrazio» commenta con sollievo mentre già allunga le mani verso una delle mug colorate. Ascolta il dire del caro professore mentre solleva la caraffa, che si spera contiene tè, per riempire la mug. Ascolta le ipotesi di qualche compagno mentre afferra la tazza piena con la mano sinistra e un muffin con la destra.
Z: « Ho bisogno del vostro aiuto non per piantare ma per raccogliere» dice, lanciando loro qualche occhiata « Siccome va fatto entro l`alba, ho pensato che più mani abbiamo più Giana raccogliamo » sì, butta così il nome della pianta« Non vorrei fare troppi spoiler per il quarto anno. E` proprio per voi che oggi vogliamo raccogliere le foglie » plurale maiestatis perchè sì. Intanto sono arrivati al retro della serra; il docente si avvicina alla porticina, spalancandola e invitandoli ad entrare in quella parte di serra che solitamente non vedono [...]E, in circa una ventina di postazioni, un esemplare di Giana [...]Sorride loro, osservandoli come se si aspettasse qualche reazione strana da un momento all`altro. Non sembra ritenere importante, al momento, spiegare loro le proprietà della pianta.
{Rubrica cosacierainquelbuffet: chi ha mangiato i muffin sentirà il bisogno di parlare a più non posso, e raccontare i pettegolezzi (veri o finti che siano). Chi ha mangiato i biscotti si troverà improvvisamente con una voglia matta di cantare, e... non potrà tenerla a bada.Per quanto riguarda le bevande: tutti quelli che bevono caffè potranno iniziare a sentirsi più energici e lucidi, mentre quelli che hanno bevuto il tè..per ora non sembra stia succedendo nulla, a loro.}
N.R. :  « oh, lo sapete che c’è un drago nei sotterrranei? Non so bene dove, forse è nelle cucine insieme agli elfi...» continua a parlare ininterrottamente, non riuscendo a fermarsi, con quella splendida voce acutissima.
Z: « Sinceramente non credo avremmo ancora degli elfi domestici, in quel caso » afferma semplicemente, con un certo cinismo.
C.M.:  «Oh, sì. Lo ho sentito dire anche io. Ma non solo draghi! Nei sotterranei si nasconde di tutto!» poi invece mentre canticchia «or maybe it is a door - that`s closing up some hero`s back - on his track to be a man»
Z: « Hai pensato di entrare nel coro? » Tanto per appoggiarli, si unisce un secondo ai pettegolezzi « Sì è vero, nei sotterranei c`è un sacco di gente... anche creature strane » afferma, con un cenno della mano. Sì, signori, sta implicitamente parlando anche di sè.  « se i biscotti allo Stridiosporo fanno sempre quest`effetto, li inizio a vendere »
S.C: «Ho sentito dire che di notte i fantasmi si danno alla pazza gioia con Pix, io me li immagino, soprattutto la Dama Grigia e Il Barone Sanguinario, anche se un po` di divertimento non gli guasterebbe.» prega che non ti abbiano sentito, Sunny. .
T: «Mio padre la coltiva nelle serre di casa e io ho sempre voluto provarla» A nessuno interessano queste informazioni non richieste,ma per qualche motivo non riesce a frenare la lingua. «Per qualche motivo però mio padre non vuole che entro nelle serre. Troppo pericoloso dice» E le scappa una risatina «Nemmeno ci tenesse dentro piante carnivore» Quindi si volta preoccupata verso Will «Ci coltiva piante carnivore?»Come se lui lo sapesse Quindi si volta di scatto verso i compagni «Sapete che l’altro giorno Fralker ha ballato in mutande sotto la pioggia?»E ride da sola annuendo con solennità «Si,si. E’ uscito in giardino ,si è tolto i vestiti e ha cominciato a ballare. [...]Dicono che Alyce indossi la parrucca» sussurra a Will dalla postazione accanto alla sua. Si volta a guardarlo per fargli un occhiolino e un cenno del capo verso la Prefetta Grifa «Sai: l’alopecia» Speriamo che il sussurro non sia troppo udibile.
M.B: «How many... roads must a man walk down/ before you call him a man?»
T: «Sai,dicono che Chloe faccia sparire i suoi animali... Quando l’ho conosciuta aveva tre gechi: che fine hanno fatto ora?» Lancia un’occhiata cospiratrice in direzione della compagna Tassa «Te lo dico io: se li è mangiati.Scommetto che entro la fine dell’anno sparirà anche il topo.A proposito di topi: le cucine ne sono piene. Di ratti però. Grossi,pelosi e pieni di malattie»
T.D. : « Spingo per gli spoiler. » Ovviamente. « Un ripasso per gli anni più alti e qualche informazione utile per il futuro per i più bassi. » E’ gentile, eh? Mica vuole sapere cose lui, nono.
Z:« Vi basti sapere che questa trasformante permette il cambio temporaneo di sesso, sia a livello fisico che mentale » afferma semplicemente, con un sorrisetto, prima di aggiungere « e durante il suo effetto non ci si ricorda della propria identità originale » ecco che quindi finalmente afferra la caraffa che aveva alla cintura. La stacca, portadosela davanti « io ne ho raccolta un po` tre settimane fa, e ne ho fatto un`infuso. Visto che mi avete aiutato... » e lascia vagare lo sguardo su nessuno in particolare « chi vuole, potrà averne un po`. A proprio rischio e pericolo » afferma, sfarfallando gli occhi in modo da ostentare un`aria innocente a cui davvero non crederà nessuno. Fissa i quartini per qualche istante « voi no, non voglio privarvi di farlo con i vostri compagni » afferma quindi, con un sorrisetto.
{Cosacierainquelbuffet, parte 2: quelli che hanno bevuto il tè iniziano ora ad avvertirne gli effetti: Un`amnesia localizzata, che riguarda la propria identità.Non si dimenticheranno il proprio nome o i propri valori fondamentali, ad esempio, ma invece potrebbero dimenticarsi aspetti della propria personalità di secondaria importanza}
C.M: «io… io, credo, insomma, sì. Lo vorrei, provare.» mentre lancia un occhiata a Gus come a cercarne un parere .Insomma, provarla potrebbe essere d’aiuto, forse. Ma sempre meglio provarla che non provarla, no? Annuisce mentre però inizia a sentire una strana nuova sensazione «Gus, ho dimenticato qualcosa… Cioè credo. Mi sembra.» ma poi «I boogie down like a unicorn - No stoppin` till the break of dawn - Put your hands up in the air - Like an ogre just don`t care» qua non si può davvero arrivare a finire un ragionamento oh.
T:  «Miley mi ha detto che a breve intervisterà il portiere degli Applebay Arrows; dice che verrà a trovarci qui al castello» E si stringe nelle spalle mostrando quanto poco gliene freghi del Quidditch. Eppure lei è battitrice titolare... Va beh. Dà un piccolo buffetto sulla pianta di giana «Stiamo per finire» le dice. Eh,sì.Lei è una di quelle che parla alle piante. «Voglio diventare maschio» annuncia. Forse è una richiesta di provare gli effetti della pianta adesso,sotto la supervisione di un esperto?O forse una semplice dichiarazione di intenti. Un altro gossip, su se stessa stavolta. «Chissà come sono senza tette» Non che ne abbiamo molte. Abbassa lo sguardo sul proprio petto e poi si sofferma a guardare quello di Will,quasi si stesse immaginando uno scambio di corpi. «Dieci giorni?» Se fosse un po’ più lucida ci penserebbe un attimo su, probabilmente l’idea di cambiare anche carattere la bloccherebbe di sicuro. Ma beh,non siamo in noi. Perciò...per quanto la riguarda non se lo fa certo ripetere due volte. Si sfila i guanti e con passo deciso si avvicina al professore. «Alla salute»
Chloe e Tasha,poco dopo aver bevuto l`infuso, si sentiranno un po` strane. Si trasformeranno davanti agli occhi degli altri studenti, diventando a tutti gli effetti due ragazzi. E non serbando alcun ricordo di esser state, fino a poco prima, delle ragazze.
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Vi presento il mio alter ego:Dòmnhall Odinsbane 
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