Tumgik
#ritrattistica
bottegapowerpoint · 1 year
Text
Tumblr media
Ernst Josephson, Ecstatic Heads
0 notes
angelap3 · 2 months
Text
Tumblr media
La storia della Musica🎼
L’ultima foto di John Lennon, aggrappato nudo al suo amore..
Yoko Ono e John Lennon
New York, 8 dicembre 1980, ore 11.30
Fotografati da Annie Leibovitz
La mattina dell’8 dicembre 1980, Annie Leibovitz raggiunge John Lennon e Yoko Ono al Dakota Building, Central Park West, New York, per realizzare un servizio per Rolling Stone.
Dopo aver scattato per un paio d’ore, Lennon chiede alla fotografa di coinvolgere anche Yoko Ono. Annie Leibovitz dice che “nessuno avrebbe voluto una foto di Yoko Ono in copertina”. Ma dopo qualche discussione anche Yoko Ono partecipa alla sessione. Yoko Ono non aveva nessuna intenzione di spogliarsi integralmente. Annie Leibovitz, piuttosto impazientita, le dice di restare vestita. Lennon si spoglia.
La fotografa utilizza una Polaroid per fotografare questo abbraccio – o intreccio – e, quando i due vedono la foto, esclamano “hai catturato l’essenza della nostra relazione”.
Anna Leibovitz, grazie al suo straordinario talento, è diventata la fotografa più influente della ritrattistica contemporanea.
Dividendosi tra reportage di guerra e servizi Glamour ha realizzato alcuni tra gli scatti più iconici di sempre.
20 notes · View notes
fashionbooksmilano · 5 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
David Hockney 82 portraits and 1 still-life
David Hockney 82 ritratti e 1 natura morta
con un testo di Tim Barringer e un'intervista di Edith Devaney
Skira, Milano 2018, 176 pagine, 24,5x32,5cm, ISBN 9788857236094
euro 30,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Ca’Pesaro  Venezia 24/6 22/10 2018,
Questo libro, riccamente illustrato, esplora il rapporto di David Hockney con la ritrattistica, concentrandosi sulla straordinaria serie di “82 Portraits and 1 Still-life” (82 ritratti e 1 natura morta) che ha dipinto negli anni più recenti a Los Angeles. Per un breve periodo, nel 2013, Hockney smette di dipingere, ma dopo avere lasciato lo Yorkshire per tornare in California riprende i materiali acrilici e i colori intensi. Vibranti, saturi di vita, questi ritratti palesano l’osservazione attenta dell’artista e segnano un ritorno alla forma vivida, in technicolor. I soggetti sono amici, familiari, personalità della scena artistica, tra cui John Baldessari, Celia Birtwell, Larry Gagosian, Barry Humphries e lord Rothschild. Il racconto esaustivo e affascinante che Tim Barringer fa della ritrattistica di Hockney culmina nella sua interpretazione di quest’ultima serie. Edith Devaney dialoga con l’artista sulle opere che lui descrive come “pose di 24 ore”, in riferimento al tempo richiesto da ogni ritratto. La descrizione delle fasi intermedie di numerosi dipinti permette al lettore una comprensione eccezionale, unica e approfondita della tecnica di Hockney.
02/05/24
5 notes · View notes
littlepaperengineer · 6 months
Text
I dettagli. Richard Avedon, grande maestro della fotografia ritrattistica, diceva "le mie fotografie non vanno sotto la superficie. Ho molta fiducia nelle superfici. Una buona superficie è piena di indizi".
Nella street photography i dettagli sono tutto, raccontano e lasciano spazio alla fantasia.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
5 notes · View notes
colorfulprincewombat · 7 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
ispirato a Tamara de Lempicka (16.05.1898 – 18.03.1980). Figura abbagliante del movimento Art Déco, ha catturato lo spirito dei ruggenti anni Venti nelle sue opere d'arte. Il suo stile è caratterizzato da linee forti, colori audaci e una miscela unica di sensualità ed eleganza.
I dipinti di De Lempicka raffiguravano spesso donne affascinanti e potenti e uomini eleganti dell'alta società, mettendo in mostra lo stile di vita lussuoso dell'epoca. L'approccio distintivo dell'artista alla ritrattistica e il suo uso di luci e ombre hanno fatto risaltare il suo lavoro, guadagnandole l'ammirazione di collezionisti e critici. Era una vera incarnazione dell'epoca, i suoi dipinti riflettevano la decadenza e la raffinatezza dell'epoca, dando anche uno sguardo alla vita personale dei suoi soggetti.
1 note · View note
carmenvicinanza · 1 year
Text
Eva Besnyő
https://www.unadonnalgiorno.it/eva-besnyo/
Tumblr media
Eva Besnyő, fotografa e giornalista che ha fatto parte di quella schiera di apolidi ungheresi che tra gli anni 20 e 30 del ‘900 hanno girato l’Europa alla ricerca di una libertà  civile e artistica.
Si è occupata di reportage, ritrattistica, si è specializzata in fotografia di architettura, è stata la reporter ufficiale del movimento femminista dei Paesi Bassi.
La sua fotografia, realista e militante, l’ha resa una professionista indipendente che è riuscita a scegliere di vivere come sentiva di fare, nonostante fosse una donna, ebrea, attiva politicamente durante la seconda guerra mondiale e dopo. Ha viaggiato, frequentato importanti circoli artistici formandosi con grandi maestri, sperimentato stili e tematiche differenti.
Nacque a Budapest il 29 aprile 1910 da una famiglia ebrea benestante, da madre ungherese e padre ebreo che, nonostante avesse cambiato il suo cognome ebraico, Blumgrund, in quello ungherese Besnyő, morì a Auschwitz, nel 1944.
Suo amico d’infanzia e vicino di casa era Endre Friedmann che, ispirato da lei, che lo portava in giro a fotografare con la sua prima Kodak Brownie, sarebbe poi diventato il celeberrimo Robert Capa. La loro amicizia è durata per tutta la vita.
Dopo il liceo è andata ad apprendere il mestiere nello studio di József Pécsi, specializzato in ritratti e fotografia pubblicitaria, un importante luogo di ritrovo per i futuri artisti visivi degli anni ’20 e ’30.
La sua visione e tecnica fotografica è scaturita dal libro Die Welt ist schön (Il mondo è bello) di Albert Renger-Patzsch, precursore della Nuova oggettività in fotografia, che prevedeva un atteggiamento asettico verso la vita e l’arte, accentuando solo alcuni particolari per aumentarne l’effetto espressivo. Da quel momento in poi le sue fotografie hanno scrutato il mondo senza sentimentalismi o accenti lirici, guardando la realtà in maniera diretta e senza fronzoli.
Trasferitasi a Berlino nel 1930, allora centro dell’avanguardia e della sperimentazione artistica, vendeva le sue foto a riviste che le firmavano con nomi maschili.
Entrata a far parte della cerchia di artisti e intellettuali impegnati socialmente e politicamente, ha frequentato i corsi serali della Scuola marxista per lavoratori, conosciuto il teatro sperimentale, il cinema russo, la Bauhaus e le nuove correnti di architettura, facendo propria l’estetica della Neue Sehen, basata sulla sperimentazione tecnica, sull’uso di inquadrature inconsuete, diagonali, angoli di ripresa dall’alto verso il basso e viceversa, contrasti di luci e ombre, costruzione geometrica della scena.
Alla fine del 1931 era riuscita ad aprire il proprio studio fotografico, continuando a lavorare su reportage giornalistici commissionati da agenzie di stampa. La famosa fotografia del bambino che cammina lungo una strada, portando sulla schiena un violoncello, Boys with Cello, risale a quel periodo, così come la serie di foto dei portuali sulla Sprea, dei carbonai in strada, degli operai ad Alexanderplatz, allora il più grande cantiere in Europa.
Nell’autunno del 1932, per l’ondata crescente di antisemitismo, si vide costretta a lasciare Berlino per trasferirsi ad Amsterdam, dove era entrata a far parte della schiera di artisti che ruotavano intorno alla pittrice Charley Toorop (dedita a sviluppare lo stile pittorico del realismo sociale).
Le immagini di quel tempo includono molte iconiche fotografie su temi sociali. Il suo lavoro diventava sempre più politico, mentre si consolidava anche la sua reputazione come fotografa di architettura secondo l’idea di Nuova costruzione funzionalista, edifici creati dando priorità all’utilità funzionale, anziché all’estetica.
Ha fatto parte del Vereeniging van Arbeiders Fotografen (VAF), associazione di fotografi affiliata all’allora Partito Comunista dei Paesi Bassi, collaborato con la rivista socialista illustrata Noi. Il nostro lavoro, la nostra vita e fatto parte della BKVK (Associazione delle arti per la protezione dei diritti culturali) con cui ha organizzato la mostra di protesta del 1936 contro i Giochi Olimpici di Berlino “D-O-O-D” (De Olympiade onder Diktatuur).
Nel 1937 è stata fautrice della mostra internazionale Foto ’37, allo Stedelijk Museum di Amsterdam, a cui parteciparono i più noti fotografi del tempo.
Per la resistenza olandese produceva fototessere per carte d’identità di persone appartenenti a gruppi clandestini.
L’invasione tedesca del maggio 1940, la costrinse, come ebrea, a vivere in clandestinità.
Dopo il Decreto Giornalistico del maggio 1941, non poté più pubblicare con il proprio nome a causa delle sue origini ebraiche e venne costretta a usare uno pseudonimo, Wim Brusse.
Attratta da una visione del mondo plasmata dall’umanesimo, negli anni del dopoguerra, le sue fotografie divennero stilisticamente decisive per il neorealismo.
Ha partecipato a mostre collettive al MoMa di New York e ricevuto la medaglia d’oro alla Prima Biennale della Fotografia di Venezia, nel 1957.
Negli anni ’70 è stata la “portavoce visiva” del movimento femminista marxista olandese Dolle Mina partecipando, come attivista, alle performance di strada che mescolavano umorismo e provocazione in un’atmosfera giocosa.
Nel 1980 rifiutò il Ritterorden (cavalierato) che le avrebbe voluto conferire la Regina dei Paesi Bassi.
Nel 1982 c’è stata la sua prima retrospettiva all’Amsterdam Historical Museum, dove era esposto circa mezzo secolo del suo lavoro.
Nel 1999, a Berlino, ha ricevuto il premio Dr. Erich Salomon per il lavoro svolto nella sua carriera e alla fine dello stesso anno il Museo Stedelijk le ha dedicato una mostra.
Si è spenta a Laren, in Olanda, il 12 dicembre 2003.
Gran parte delle sue foto sono conservate al Maria Austria Instituut di Amsterdam.
Nel 2021 una mostra online in corso al Museo Kassák di Budapest ha esplorato i punti di vista e di svolta della sua vita, dai primi autoritratti e fotografie sociali in Ungheria, agli anni esteticamente formativi a Berlino, fino al successo e alle prestigiose commissioni nei Paesi Bassi.
Eva Besnyo: 1910-2003: Fotografin / Woman Photgrapher: Budapest. Berlin. Amsterdam è il libro che racconta il suo percorso artistico.
2 notes · View notes
fotobloggers · 13 days
Text
Il contrasto nella fotografia di ritratto: quando e perché sceglierlo.
Introduzione all’utilizzo del contrasto in fotografia. Oggi voglio condividere con voi una riflessione che mi è venuta in mente mentre esploravo le straordinarie fotografie di Anton Corbijn: il contrasto nella ritrattistica. Il contrasto nella fotografia è un elemento cruciale, e in particolare nella ritrattistica, può fare una differenza enorme nell’atmosfera e nell’impatto visivo di…
0 notes
nipth · 2 months
Text
L'unica gioia, sta settimana ho appuntamento con 3 fotografi per fare delle foto belline, a mare, in studio e ritrattistica.
L'appuntamento per il piercing nella prossima e l'organizzazione di due tatuaggi.
La mia vita per sto mese, è completa di positive vibes.
0 notes
artesplorando · 3 months
Text
Tumblr media
Nora Heysen all'opera. Pittrice australiana, è stata la prima donna a vincere il premio per la ritrattistica Archibald Prize e ad essere nominata come artista ufficiale di guerra, per ritrarre gli scenari dei campi di battaglia.
0 notes
pikasus-artenews · 5 months
Text
Tumblr media
FRANCESCA WOODMAN and JULIA MARGARET CAMERON: Portraits to Dream In
Hanno vissuto a un secolo di distanza Francesca Woodman e Julia Margaret Cameron ma entrambe le donne hanno esplorato la ritrattistica per suggerire nozioni di bellezza, simbolismo, trasformazione e narrazione.
0 notes
lamilanomagazine · 6 months
Text
Palermo: Regione riapre il Villino Favaloro col Museo della fotografia
Tumblr media
Palermo: Regione riapre il Villino Favaloro col Museo della fotografia Nuova vita per il Villino Favaloro di Palermo che, terminati i lavori di restauro, riapre dopo oltre vent'anni e diviene sede del Museo regionale della fotografia. Nel pomeriggio del 22 marzo è avvenuta l'inaugurazione con le autorità regionali e cittadine, da martedì 26 marzo l'apertura al pubblico. Il progetto di ristrutturazione è stato curato dal Centro regionale per l'inventario, la catalogazione e la documentazione, per un importo di 1,7 milioni di euro a valere sul Pon "Cultura e sviluppo" 2014/2020. È stata realizzata la musealizzazione di una parte dell'archivio fotografico storico del Centro, selezionando i beni più rappresentativi e di maggiore valore artistico: negativi e positivi su lastra e pellicola risalenti ad un periodo compreso tra il 1854 e il 1970; album appartenenti alle famiglie dell'aristocrazia siciliana e all'alta borghesia, tra cui i Florio; apparecchiature fotografiche di fine Ottocento. «Questo gioiello architettonico nel cuore della città torna a essere patrimonio di tutti - afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani - diventando museo di se stesso, tappa di un ideale itinerario dell'Art Nouveau che rappresenta una peculiarità tutta palermitana. Ma non solo: Villino Favaloro diventa custode della storia, ospitando preziose immagini che ricostruiscono oltre un secolo della nostra Isola». «Viene finalmente restituita alla pubblica fruizione un'opera architettonica di grande pregio, tappa essenziale dell'itinerario Liberty a Palermo - sottolinea l'assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato - e viene assicurata la giusta valorizzazione alle collezioni fotografiche del Centro regionale per l'inventario, la catalogazione e la documentazione, in un'esposizione permanente in grado di narrare la storia della fotografia in Sicilia e la memoria culturale della Regione». Un secondo intervento a carico del Pon "Cultura e sviluppo", con un importo di oltre 900 mila euro, ha consentito di curare l'allestimento multimediale e immersivo, affidato a Vodafone Business ed ETT, per integrare e potenziare il sistema espositivo. Il Centro ha curato i contenuti dedicati alle varie tematiche: storia delle tecniche fotografiche, i fotografi del Grand Tour, la fotografia tra naturalismo e pittorialismo, la storia della ritrattistica, i grandi fotografi siciliani, la documentazione fotografica legata allo sviluppo industriale e alla riforma agraria. Un'app con testi e immagini guiderà il visitatore alla comprensione del percorso di visita lungo il piano rialzato e il primo piano, diversi exhibit con art wall, touch interattivi, ricostruzioni virtuali consentiranno di viaggiare nel tempo attraverso gli scatti fotografici di Sommer, Sevaistre, Incorpora, Interguglielmi, Benedetto ed Eugenio Bronzetti, i Seffer. È stato così possibile superare la modalità statica e la contemplazione passiva delle opere esposte per offrire un'esperienza coinvolgente. Informazioni per le visite Il Museo regionale della fotografia aprirà al pubblico, a partire da martedì 26 marzo, nei seguenti giorni e orari: dal martedì al sabato dalle 9 alle 13, ultimo ingresso alle 12.15; aperture straordinarie la prima e la terza domenica del mese. Biglietteria (per il 2024): 2 euro (intero); un euro (ridotto); ingresso gratuito la prima domenica del mese. L'accesso, inoltre, è gratuito o ridotto, secondo normativa regionale. Villino Favaloro Il Villino di piazza Virgilio è stato costruito, tra il 1889 e il 1891, su progetto di Giovan Battista Filippo Basile, come punto di incontro tra stilemi tardo medievali e rinascimentali in equilibrata sintesi stilistica delle tendenze sperimentali del geniale architetto. I pannelli a mosaico del piano superiore e della sala pompeiana sono verosimilmente opera di Carmelo Giarrizzo. I modi e le formule liberty risalgono ad alcuni interventi del 1903 a cura di Ernesto Basile, lo stesso che nel 1914 ha effettuato l'ampliamento del Villino con la costruzione del torrino belvedere. Le decorazioni pittoriche interne e i mosaici sono stati realizzati da Salvatore Gregorietti.                ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
fashionbooksmilano · 8 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Jenny Saville
a cura di Sergio Risaliti
Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2023, 328 pagine, 125 illustrazioni, 24,50x31,50cm, ISBN 9788836652273
euro 45,00
email if you want to buy [email protected]
Il volume è dedicato all’opera di Jenny Saville (Cambridge, 1970), una delle più grandi pittrici contemporanee e voce di primo piano nel panorama artistico internazionale.
Saville trascende i limiti tra figurativo e astratto, tra informale e gestuale, riuscendo a trasfigurare la cronaca in un’immagine universale, che rimette al centro della storia dell’arte la figura umana - corpi enormi, nudi, dalla fisicità carnale e oppressi da un peso che è più esistenziale che materiale. Seville si riallaccia alla grande tradizione pittorica europea, in costante confronto con il modernismo di Willem de Kooning e Cy Twombly e la ritrattistica di Pablo Picasso e Francis Bacon. Il suo lavoro delinea una forte correlazione anche con i maestri del Rinascimento italiano, in particolare con alcuni grandi capolavori di Michelangelo. Il volume accoglie un ricco catalogo di dipinti e disegni creati dall’artista dagli anni ‘90 a oggi.
18/01/24
10 notes · View notes
agrpress-blog · 10 months
Text
Il fotografo Martino Cusano ha ideato un percorso di opere concettuali che ragiona sull’uomo, sul tempo in divenire e sulla speranza del genere umano. È un progetto di ampio respiro, pensato nella sua totalità per il mondo del collezionismo e della cultura visiva contemporanea, e suddiviso in tre serie - blu rossa gialla - che prevedono diverse edizioni e tirature. La - serie Blu - Tempo sospeso - “21 grammi" #1 - si apre con una prima - edizione cmyk – un’opera certificata che nel formato 30x30 con tiratura calcolata di cinquecento pezzi, prende ora la forma di un calendario aziendale attraverso i pezzi fotografici che la compongono. La Naici Italia, brand riconosciuto ad alti livelli, nella ricorrenza dei suoi quarant’anni di attività, ha inteso infatti valorizzare e celebrare il valore della creatività come energia che scorre e si rinnova, e ha voluto farlo attraverso il lavoro artistico del fotografo pontino che con Tempo sospeso sembra volerci invitare a modificare il nostro sguardo di fronte alla velocità di un mondo che corre a ritmi vorticosi in una continua interazione tra reale e virtuale. Osserviamoci con occhio critico e attento... Il risultato è quello di una umanità che, rappresentata attraverso diverse parti del corpo (in cui domina il colore che il soggetto sente mancargli), viene inizialmente scomposta (la fragilità dell’oggi) per essere poi “ricomposta” al termine del percorso fotografico in una figura “altra” che simboleggia quell’ignoto/futuro al quale ancora non sappiamo attribuire una forma, ma che qualsiasi essa sia - ed è questa la nostra forza - avrà gambe per correre, mani per agire, testa per pensare, occhi per osservare e un cuore per emozionarsi. Il “21 grammi” che si accompagna al titolo vuole rappresentare il peso dell’anima che è sempre importante portare con sé. Il peso di una piuma che spazza via l’inutile fardello delle paure nel prossimo e nel domani. Durante il processo creativo, Martino Cusano si è ispirato a pittori come De Chirico e Picasso per il gioco di composizioni e nuove prospettive, a volte ha pensato alla pop art di Andy Warhol. «L’intero progetto non intende fornire risposte definitive sui temi che lo hanno generato», dichiara l’autore, «ma offrirsi come uno spazio diretto di incontro e riflessione tra l’opera e lo spettatore». Martino Cusano ama da sempre condurre le persone sul confine in cui l’obiettività del reale rivela le sue verità nascoste.  Spazi architettonici, spazi scenici, posa, uomo sono i “luoghi” della sua visione. L’opera uscirà lunedì 11 dicembre 2023 e sarà possibile richiederla tramite mail a [email protected] oppure [email protected] Martino Cusano (classe 1965) è conosciuto come fotografo concettuale, sia che racconti l’umano sul palcoscenico della vita, sia nel suo ruolo di interlocutore per progetti d’architettura e interior designer con le sue narrazioni visuali. È impegnato nella fine art con installazioni fisse e temporanee. Si occupa di fotografia, arte, comunicazione a tempo pieno. Fra le sue passioni, la creazione di sistemi luminosi. Ha un suo spazio/studio autonomo, ma ama lavorare in sinergia nelle realtà più disparate. Le immagini dell’autore riflettono le influenze di Maestri come Sanders, Sugimoto, Fellini e Hitchcock che ritroviamo nella profondità interiore della ritrattistica, in un ermetismo denso di espressioni simboliche, nel chapiteau in cui fa muovere l’umano, nell’attenzione prestata ai dettagli e all’interazione degli spazi. Dal 1985, dopo aver frequentato l’Istituto Europeo di Design, si è distinto per reportage sociali, stampa in bianco e nero, ricerca architettonica e ritrattistica. Nel ’95 a Latina avvia il progetto Stamperia San Marco 14, con servizi nel settore professionale, stampa manuale e ripresa, e crea un polo di riferimento in un circuito di eventi e interazioni con altre figure professionali, conclusosi nel 2007. Dal 2007 collabora nelle campagne di comunicazione di NaiciItalia.
L’alchimia fisico chimica è ora un bagaglio del passato, la vocazione analogica si evolve nella rivoluzione digitale densa di riflessioni e risvolti. Nel 2012-13 crea la collezione Ancestrale, sistema innovativo di luce d’ambiente, e dà vita a Nomade sistema luminoso per l’accento dell’arte. Dal 2020 ha cominciato a curare il nuovo brand ITUSPHOTO dedicato alle narrazioni visuali, alla fotografia di interni e Architettura. Il suo lavoro è stato oggetto di varie pubblicazioni, fra cui ricordiamo I numeri per dirlo (Raset, 2012), Littoria in rilievo, (Comune di Latina, 2000), Salire (2003) AD Italia, con Ancestrale (progetto luminoso), La riviera di Ulisse (con APT), Calendari d’arte (editi da Naici Italia), Cofanetto di cartoline d’autore con gli Affreschi dell’Oratorio SS Annunziata del 1400 a Cori, progetto curato con l’Università do Roma Sapienza e il Ministero tutela architettonica. Si sono interessate di lui prestigiose riviste e giornali nazionali, fra cui «Repubblica», «Il Corriere della Sera», «l’Almanacco del Cinema», «Zoom» (“Immaginario 2001”), «Elle» )con il progetto sociale Nuova Pelle). Ha ottenuto riconoscimenti internazionali nella Fotografia di architettura. È tra i vincitori del 7th “Black & White Spider Awards” Spazi e mostre: Mese della fotografia di Roma - Galleria Rilievi Contemporary art, Roma - Spazio Tetenal, Roma - Ex Opera Balilla, ora Museo Cambellotti, Latina.
0 notes
redazionecultura · 10 months
Link
0 notes
personal-reporter · 11 months
Text
Torino capitale del Liberty. La grande mostra a Palazzo Madama
Tumblr media
Torino come centro dell’ascesa del Liberty: sono circa cento opere ad argomentare, in una grande mostra a Palazzo Madama, il fondamentale ruolo della capitale sabauda nel definire un’esperienza sociale, architettonica e artistica che ha travolto il mondo. L’esposizione Liberty. Torino Capitale, in programma dal 26 ottobre 2023 al 10 giugno 2024 e curata da Palazzo Madama e dalla Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino (con la collaborazione di MondoMostre), punta a favorire l’ingresso di Torino nel RANN di Bruxelles,  in vista di una candidatura a patrimonio mondiale Unesco per il Liberty. Palazzo Madama ora in fase di ristrutturazione quindi la mostra  è leggermente sacrificata in un solo salone ed ha volutamente un valore didattico. Articolata in cinque sezioni, analizza la società e la cultura della seconda metà dell’Ottocento, fino al passaggio al Novecento, da più punti di vista: ora analizzando l’immagine della donna attraverso opere di grandi artisti come Boldini e Bistolfi, Corcos e Canonica. Ora illustrando il passaggio architettonico alla Casa Moderna (dentro un bow window di Palazzina Turbiglio); ora dando la possibilità di apprezzare l’eleganza degli abiti del tempo, l’arredamento e gli accessori – sotto la luce di un lampadario dell’Officina Mazzucotelli – e prendendo coscienza del ruolo della danza (con opere come il vaso portafrutta di Leonardo Bistolfi). Il tutto, osservando le declinazioni del Liberty nei più diversi contesti, dal domestico all’industriale e dal privato all’urbanistico, anche grazie alla spinta della rivoluzionaria Esposizione Internazionale del 1902. Cui segui quella del cinquantenario del Regno che tanti anziani ricordavano ancora. Torino  in quello scorcio finale del XIX secolo seppe reinventarsi un  ruolo di leadership in quel territorio che oggi definiamo innovazione tecnologica. Superata solo da Milano,  che perse anch'essa un ruolo politico istituzionale di rilievo ( vice capitale dell' impero asburguco) ed  allo sviluppo industriale seppe unire quello economico finanziario grazie anche ad una posizione geografica più favorevole per gli scambi, compresa la vicinanza alla neutraile e ricca Svizzera Una borghesia intraprendente ed una nobiltà avvenuta seppero sfruttare la più grande invenzione dopo quella della ruota,  l' energia elettrica. Si formarono grandi fortune investite nell' abbellimento della città con una serie di monumenti, l' apertura di nuovi quartieri di lusso nelle  cui case venivano ospitate opere d'arte di pittori e scultori rinomati. Non mancano esempi di edifici civettuoli della prima periferia di allora, come Valdocco. Ma pure gli opifici, spesso dimora familiare degli imprenditori,  furono abbelliti o costruiti ex novo con abbondanza di fregi e volute Liberty. Persino i bagni pubblici,  allora fondamentali per un minimo d' igiene, furono costruiti con ricevuta Ge decorazioni Liberty e senza badare a spese, tanto che alcuni sono ancora attivi ed altri traformati addirittura in piccoli centri culturali. Un fervore purtroppo interrotto dalla grande guerre  (peraltro patrocinata da questi stessi ambienti). Fu l' ultima grande  stagione della ritrattistica e la prima di una costante progressione tecnologica ben rappresentate nella mostra, in cui trasuda il fervore di un epoca in cui trovava spazio anche la gioia di vivere in un ambiente sempre più cosmopolita. Va detto che in tutta Europa si svilupparono movimenti artistici non diversi  dal Liberty, ma ciò che sorprende è il numero di edifici in tale stile, circa 500, il più  famoso a livello internazionale è la precollinare Villa Scott in cui fu girato Profondo Rosso. Si parla pur sempre di una città di modeste dimensioni, di circa 200.00 abitanti ove la campagna la faceva ancora da padrona, non di una grande capitale europea. Informazioni : Palazzo Madama, piazza Castello Torino Tel . +39.011.521178  mail : [email protected]  www.palazzomadamatorino.it Catalogo Silvana Editoriale orario da lunedì a domenica 10/18  Chiusura il martedi biglietto intero € 14 over 65 compresi, ridotto 12 . Gratuito per alcune specifiche categorie. (solo mostra) Open, cioè intero Museo  ( che consente ai non vedenti di toccare alcune, poche opere) 16 € Articolo di R. C. Read the full article
0 notes
A Firenze opere di Quinn a confronto con ritratti Rinascimento
Una mostra monografica, la prima in Italia, di Nathaniel Mary Quinn in cui le opere dell’artista, noto per i suoi ritratti pittorici che richiamano la scomposizione e il collage, saranno messe a confronto con le opere della ritrattistica rinascimentale fiorentina. E’ quanto propone la mostra dal titolo ‘Split Face’, in programma dal 7 ottobre all’11 marzo 2024 al Museo Novecento di Firenze,…
View On WordPress
0 notes