#scendere scala
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cesarecitypilgrim · 10 months ago
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Salire (o scendere) una scala. Allenare lo spirito 8/Climbing (or descending) a ladder. Spiritual training 8.
Giacobbe fece questo sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo e i messaggeri divini vi salivano e vi scendevano. (Genesi, 28,12) He had a dream in which he saw a stairway resting on the earth, with its top reaching to heaven, and the angels of God were ascending and descending on it. (Genesis, 28,12) William Blake: Jacob’s Ladder. © Trustees of the British…
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ilfildiarianna · 30 days ago
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Profondo 54 metri, è dotato di una doppia scala a spirale composta da 497 gradini, 248 in discesa e 249 a salire.
E illuminato da 72 finestroni che prendono luce da un lucernario posto alla sommità del monumento. La famosa scala inventata dal Sangallo consentiva agli animali da soma di scendere e risalire per attingere acqua senza mai incontrarsi.
Pozzo di San Patrizio.Ho fatto una foto🖤
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raccontidialiantis · 5 months ago
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Il giorno dell’Angelo
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Dunque, vediamo un po’ a che punto siamo con te. Sono decenni che ti seguo e ti guido paziente. Ti ho avuto in affidamento una trentina d’anni fa, secondo la vostra concezione limitata del tempo. Mi sei stato passato da un caro collega quando lui è stato premiato e promosso ad altro incarico di superiore responsabilità. Io ero e resto ancora solo un angelo alle prime armi. E con te ho di fatto imparato il mestiere: neppure noi “nasciamo imparati”, come dite voi, sai?
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Forse è anche per questo mio goffo apprendistato sul campo, che te ne sono capitate parecchie. Ma in fondo te la sei cavata bene. Pochi punti sulla pelle. Tanti nell’anima. No, non ringraziarmi ancora, ché non è finita: vedrai che roba! Hai capito in qualche modo che ci sono, che cerco di tenerti a freno quando ti arrabbi. E di confortarti quando hai gli inevitabili momenti di scoraggiamento. Però sei testardo; hai quasi portato a compimento il tuo percorso.
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Certo: nessuno sa qual è il chilometraggio che gli è stato assegnato, né quale sia la sua missione sulla Terra, il suo scopo primario nell’esistenza presente che gli è toccata. Hai capito sbattendo la testa più volte che c’è solo da usare il benedetto “libero arbitrio”, che altro non è se non scegliere la via più difficile e impegnativa. Sempre. Che poi è anche quella che ti farà tagliare le curve per accorciare il cammino dell’elevazione della tua anima - il tuo vero “io” - verso i piani superiori della scala evolutiva spirituale.
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Certo: noi custodi vi guardiamo, da lassù e sorridiamo. O magari ci dispiacciamo degli sforzi che fate, delle lacrime di rabbia e delle fatiche fatte per conquistare traguardi in fondo futili, tutte cose caduche, che alla luce del tempo che passa valgono poco più di zero. Poi vi tradite, vi ingannate, vi odiate. Ma più spesso per fortuna ci stupite e ci commuovete con atti d’amore puro e disinteressato, con dolcezze inaspettate e infinite. Che spesso sono il frutto di scelte anche molto difficili, per voi. Vi ammiriamo, per queste cose.
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Libero arbitrio. Un po’ vi invidiamo, perché a noi, senza un corpo che soffre, fragile, preda di influenze e bisognoso di continue cure, non è di conseguenza concesso provare emozioni forti, essere schiavi delle grandissime passioni che sono vostra croce e vostro privilegio. Per noi è tutto molto più diluito. Soffuso in una luce bianca benefica e morbida. Una sala d’attesa perenne, in pratica. Che poi il nostro grande desiderio di salire di grado è ciò che ci spinge infine a scendere sulla Terra, a incarnarci indossando a nostra volta dei corpi.
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Opportuni mezzi per misurarci con cose vere e difficili, come la gestione dei rapporti tra esseri umani. Sappiamo bene che vivere è difficile. Per tutti. No, fidati: ognuno porta la croce che gli spetta, a seconda della propria posizione nel piano evolutivo concordato lassù prima di scendere. E per ciascuno c’è una fila di esistenze: lunga o breve. Alcune saranno necessariamente molto impegnative, altre cosiddette “di riposo” e altre ancora magari di utilità per altri esseri umani.
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Perché soprattutto aiutare gli altri è ciò che fa bene all’anima. No, le esistenze terrene non avvengono in ordine “cronologico” come potreste immaginare: il tempo non si dispiega “in sequenza” come ve lo immaginate. Ma lasciamo perdere questo argomento, perché il tempo è impossibile da comprendere, per la natura umana. Oggi è per tutti un giorno uguale a ieri e sarà uguale anche domani. C’è molta sofferenza comune, in questo periodo sul pianeta blu.
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Ciascuno rielabori intimamente e senza pregiudizi il messaggio portato dalle malatie e dalle soffrenze fisiche. Risulta evidente che qualcuno vi sta avvertendo: a livello individuale non è più possibile per nessuno pensare di essere “migliore” del suo vicino. Che si possa avere diritto a dei privilegi rispetto a un qualsiasi altro essere umano. O addirittura che l'uomo abbia su questo pianeta più diritti di esistenza di altre specie, che si possano sfruttare le risorse in modo scellerato, come avete fatto negli ultimi sessanta o settanta anni.
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Nessun’anima è migliore o più degna di quella di un altro: ci sono solo miliardi di anime in marcia parallela verso la Luce. Ognuna soffre e fa esperienza secondo il proprio livello di spiritualità, evoluzione e comprensione delle leggi cosmiche. E le religioni dovrebbero servire poi a farvi amare, rispettare, aiutare; non a essere pretesto per le guerre e per l’accumulo di beni, alla fine tutti deperibili e totalmente inutili. “Le guerre non nascono perché la gente è religiosa, ma perché non lo è abbastanza.” (Enzo Biagi)
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Comunque, tu: niente paura. Sono qui, ti sorveglio e ti sarò vicino. Sino al momento della tua prossima transizione. Perché, grazie a Dio, almeno tu sai con fiducia che non sei la carne che pure curi, bensì lo spirito che la abita. E poi continuerai il tuo viaggio in altra maniera. Avrò cura di te, perché dopotutto anche a me servono i… “contributi” per salire di grado! E tra l’altro anche se al momento indosso le ali, non mi è dato sapere se ho finito il mio ciclo di studi, di reincarnazioni sulla Terra. Per un po’ ancora, probabilmente anche per me quassù vale il “carpe diem”.
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Sei tu il mio lavoro di oggi. Ma in passato, sai, ho avuto di peggio: cose che non posso dirti, per la legge sulla Privacy Eterna. Oggi che col freddo invernale non si può andare a fare un picnic o una gita al mare, guarda i link qui sotto e rifletti. Roba vecchia? Ti ricordo che il tempo non esiste, che il male è connaturato alla natura umana. E che tutti noi svolgiamo un’enorme, lunga e molto complessa recita. Senza il male, non riconoscereste quanto può essere importante una carezza o un segno d’approvazione, un aiuto. O un bacio appassionato. Buona riflessione.
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RDA
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raffaeleitlodeo · 20 days ago
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Per molti il 2 Giugno è la festa della Repubblica, per me è una data inesorabilmente legata all’incendio della casa dei miei genitori a Colli Aniene. Il due giugno di due anni fa durante i lavori di ristrutturazione del 110%, a cui mi ero pure opposto, un incendio si sviluppava su un troncone dell’edificio devastando due corpi scala, uccidendo un uomo e intrappolando 12 persone all’interno. Mi madre che si trovava a casa al 6 piano, il penultimo, è uscita dall’appartamento in fiamme e si è messa nel corpo scala, li non c’erano mobili che bruciavano. Ma non si poteva scendere, anche perché le fiamme provenivano dal basso. Vi è stata per venti minuti o forse più e poi è stata salvata dai Vigili. Ora guardate la foto, posizionatevi al penultimo piano, se riuscite a vederlo, e immaginate voi di stare venti minuti li dentro. Quando gli ho chiesto cosa pensava in quegli istanti mi ha detto: sai c’era tanto fumo, al limite sarei svenuta e sarei morta così, dormendo. Secondo i Vigili del Fuoco la temperatura all’interno degli appartamenti ha superato i 500 gradi, ha danneggiato la struttura, le pignatte esplose e tutti i ricordi di una vita cancellati. Nei gironi successivi all’evento vi è stata una sfilata d’istituzioni. La frase più detta: “nessuno verrà lasciato da solo”, ripetuta come un mantra catartico ma in realtà è proprio quello che è successo. Questa città che noi raccontiamo come mutualistica, solidale e accogliente è in realtà una città atroce, in cui ci si deve salvare da soli. Dopo una settimana di terapia intensiva, mia madre è uscita dall’ospedale. La soluzione prospettata dalla Protezione Civile un albergo a La Storta. Mia madre già affetta da una grave disabilità e con l’obbligo di ossigeno h24 sarebbe dovuta andare a la Storta, da sola. Una soluzione inaccettabile. D’altro canto la Protezione Civile che offre assistenza per i 45 giorni successivi agli eventi stanzia 80 euro a nucleo e con quella cifra si trova questo in città. Avrei potuto prendere un B&B vicino casa mia per poterla assistere almeno i primi giorni, pagare io la differenza e presentare la fattura, ma nulla la Protezione Civile opera per bandi, bisogna rispondere ad un Bando e si può accedere solo a strutture accreditate. Nel mio libro “Verso una Politica della Casa” che il prossimo anno farà 10 anni e in cui anticipavo molti dei temi che oggi si discutono in città come l’Agenzia sociale per le locazioni e l’Osservatorio sulla Condizione Abitativa scrivevo: Roma, Capitale del G7 e centro della cristianità, non può essere messa in crisi per lo scoppio di una bombola di gas. Ma è realmente quello che succede. Durante una presentazione del libro Spin Time mi si avvicinò una donna con gli occhi gonfi di lacrime e mi disse: è la mia storia. Dopo che la sua casa è stata devastata da una esplosione di una bombola, un evento che come è facile intuire può mettere in ginocchio una famiglia, è stata costretta a vivere in occupazione. Ancora oggi Roma non ha un sistema d’accoglienza per le famiglie, ancora oggi Roma non ha un sistema per l’emergenza abitativa. Forse ne dovremmo discutere…
Ps: dopo due anni l’edificio è ancora sotto sequestro. Mia madre che è ancora in ossigenoterapia vive in un appartamento in affitto e ancora nessun aiuto ci è stato dato. Enrico Puccini, Facebook #Roma #Gualtieri_maggiordomo_del_Vaticano #quelli_bravi
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ilguardianodelfaro · 8 months ago
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Sapevo, prima ancora di provare,
che non avrei avuto una risposta,
sapevo, tuttavia ho provato ancora,
un’altra volta. Ho un grande privilegio:
scendere all’alba e poi salire a sera
la vecchia scala in legno di ciliegio,
che porta nei recessi silenziosi
di stanze antiche, dove so dormire.
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starsofarda · 6 days ago
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Feanorians - Il Bombarolo
So, here's my first entry for the @jrrt-native-languages-fest Tolkien Native Language Appreciation Week 2025!!!
I have been vibrating from excitement to share this, because I have been associating Fabrizio de Andrè's song "Il bombarolo" with the Feanorians for MONTHS!
And whilst I did not feel that confident in drawing, I have made edits.
They are very simple, each representing 1 Feanorian for each stanza of the song, next to which I have added a picture that ideally represents them all! I have tried my best to use generic/royalty-free pictures, but it has not been an easy job, so I had to turn onto Pinterest.
Anyway.
Underneath each picture there will be both the stanzin Italian and its English translation.
I hope you like these! They will be under cut!
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Feanor - The Silmarils
ITA:
Chi va dicendo in giro che odio il mio lavoro Non sa con quanto amore mi dedico al tritolo È quasi indipendente, ancora poche ore Poi gli darò la voce, il detonatore
ENG:
Who goes around saying I hate my job Does not know with how much love I dedicate myself to TNT It's nearly independent, still a few hours Then I will give it voice, the trigger
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Curufin - Angrist
ITA
Il mio Pinocchio fragile, parente artigianale Di ordigni costruiti su scala industriale Di me non farà mai un cavaliere del lavoro Io son d'un'altra razza, son bombarolo
ENG
My frail Pinocchio, handmade relative Of contraptions built on idustrial scale Never it shall turn me in a knight of the workplace I am of a different type, I am a bomber
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Maedhros - Power
ITA
Nel scendere le scale ci metto più attenzione Sarebbe imperdonabile giustiziarmi sul portone Proprio nel giorno in cui la decisione è mia Sulla condanna a morte o l'amnistia
ENG
In going down the stairs I am more careful It would be unforgivable executing me at the front door Right on the day in which the decision is mine On death penalty or grace
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Maglor - Harp
ITA
Per strada tante facce non hanno un bel colore Qui chi non terrorizza si ammala di terrore C'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo Io son d'un altro avviso, son bombarolo
ENG
In the street many faces don't have a nice glow Here who doesn't terrorize gets sick of terror Some wait for the rain to not cry alone I am of another advice, I am a bomber
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Caranthir - Accountancy scrolls
ITA
Intellettuali d'oggi, idioti di domani Ridatemi il cervello che basta alle mie mani Profeti molto acrobati della rivoluzione Oggi farò da me, senza lezione
ENG
Today's intellectuals, tomorrow's idiots Give me back the brain that my hands need Prophets very much acrobats of the revolution Today I will make do by myself without lessons
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Celegorm - Hunting
ITA
Vi scoverò i nemici per voi così distanti E dopo averli uccisi sarò fra i latitanti Ma finché li cerco io i latitanti sono loro Ho scelto un'altra scuola, son bombarolo
ENG
I will unearth the enemies to you so distant And after killing them I will be among the fugitives But until I look for them they are the fugitives I chose a different school, I am a bomber
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Amras - Torch
ITA
Potere troppe volte delegato ad altre mani Sganciato e restituitoci dai tuoi aeroplani Io vengo a restituirti un po' del tuo terrore Del tuo disordine, del tuo rumore
ENG
Power so many times delegated into other hands Unhooked and given back to us by your airplanes I come to give you back a bit of your terror Of your disorder, of your noise
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Amrod - Butning ship
ITA
Così pensava forte un trentenne disperato Se non del tutto giusto, quasi niente sbagliato Cercando il luogo idoneo, adatto al suo tritolo Insomma il posto degno d'un bombarolo
ENG
So thought a desperate thirty-years old If not completely right, just barely wrong Looking for the adequate place, suitable for his TNT So, the place worthy of a bomber
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Feanorians - The Oath
ITA
C'è chi lo vide ridere davanti al Parlamento Aspettando l'esplosione che provasse il suo talento C'è chi lo vide piangere un torrente di vocali Vedendo esplodere un chiosco di giornali
ENG
Some saw him laugh in front of the Parliament Waiting for the explosion that would prove his talent Some saw him cry a cascade of vowels Watching a newsstand explode of tabloids
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Nerdanel - Grief
ITA
Ma ciò che lo ferì profondamente nell'orgoglio Fu l'immagine di lei che si sporgeva da ogni foglio Lontana dal ridicolo in cui lo lasciò solo Ma in prima pagina, col bombarolo
ENG
But what wounded him deeply in his pride Was the picture of her sticking out of every paper Far from the ridicule in which she left him alone But on the first page with the bomber.
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apeir0nn · 1 month ago
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forse la mia isottona comincia ad avere l'artrosi, dovremo tenerla sotto controllo nelle prossime settimane e vedremo se è vero :( oggi ho ordinato su Amazon una scala da mettere vicino al divano per farcela salire e scendere :(
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kon-igi · 1 year ago
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IL RAGAZZO E LA MONTAGNA
C'era una volta un giovane esploratore, la cui più grande passione era addentrarsi in tundre, scendere in ghiacciai e percorrere deserti alla ricerca della Gemma Preziosa.
Ogni luogo della terra aveva una propria Gemma Preziosa - scintillante, tenebrosa, rubescente o lattiginosa - e lui aveva viaggiato già mezzo mondo ed esplorato mille lande impervie per trovarle e collezionarle tutte.
Nella sua casa aveva una stanza intera piene di tali meraviglie, tutte racchiuse in teche di cristallo, ma il giovane esploratore non amava tornare nella propria casa, se non per riporvi i suoi tesori.
Intendiamoci, adorava la propria casa e la propria città, voleva bene ai suoi genitori e stava bene con i suoi tanti amici, ma il suo animo inquieto lo portava puntualmente a guardare le nuvole fuori dalla finestra, desiderando di poterle cavalcare e andarsene via col vento.
Un giorno sentì parlare dell'Ultima Montagna e di come al suo interno fosse la celata la pietra più preziosa di tutte: il Cuore di Gea.
L'Ultima Montagna si trovava nel paese di Finisterrae e il suo vecchio mappamondo non aveva ancora finito di girare che lui si era già messo in cammino.
Non fu un viaggio facile, né per le gambe né per il cuore, perché dovette salutare molte persone - Finisterrae era lontana - e parte del suo percorso lo dovette fare a piedi, passo dopo passo, senza mai più incontrare anima viva (tranne i ragni, che gli tennero compagnia nelle lunghe notti insonni ma che però non erano gran conversatori).
Quando arrivò all'Ultima Montagna rimase con la bocca spalancata per qualche minuto (i ragni controllarono preoccupati se ci fossero delle carie ma uscirono soddisfatti): un'enorme montagna scintillante di materiale translucido giallo paglierino svettava fino a quasi bucare la volta del cielo.
Ma il suo stupore si tramutò ben presto in preoccupazione quando, a un esame più attento, il giovane esploratore si rese conto che la montagna era in realtà un enorme conglomerato di Crisoberillo come non se n'erano mai visti in alcun libro di geologia.
Molto bene - pensò con stanca autoironia, guardando il suo piccone - sulla Scala delle Durezza di Mohs il crisoberillo ha un punteggio di 8,5 ma volendo considerare il bicchiere mezzo pieno mi è andata anche bene... la montagna poteva essere fatta di Rubino o di Zaffiro!
E cominciò a scavare una galleria per raggiungere il Cuore di Gea.
Man mano che avanzava a fatica all'interno della montagna, egli si rese conto di una cosa molto strana: per ogni colpo di piccone e di scaglia di crisoberillio che cadeva a terra lui sentiva di perdere qualcosa.
Ma cosa? - si chiese.
Non lo so - si rispose.
E allora pensò di riempire quei vuoti nel cuore immaginando il momento in cui avrebbe finalmente scalzato dalla roccia il Cuore di Gea... la gioia di sentirlo pulsare tra le proprie mani, gli occhi socchiusi per schermarsi dal bagliore di mille soli di puro cristallo, lo stupore delle persone al suo ritorno, la teca gigante già pronta al centro della sua collezione.
Quello di cui in un primo momento il Giovane Esploratore non si rese conto è che ogni picconata stava sottraendo un minuto alla sua vita e le picconate erano tante e il tempo scorreva avanti in una sola direzione, dritto come la galleria che sventrava la montagna.
Le mani che impugnavano il piccone invecchiavano, come invecchiavano le domande che lui si faceva...
Perché? Da dove? Verso cosa?
Quando le domande diventano opprimenti, i colpi del piccone rallentavano, salvo poi riprendere forza al pensiero della gemma che ogni giorno si avvicinava.
E poi, dopo mille eternità l'ultima picconata, la parete che crolla ed ecco il Cuore di Gea, sospeso nel buio luminescente di un antro nel ventre della colossale montagna.
Ma il Giovane Esploratore non poteva più definirsi tale.
Non stava più esplorando nulla e di certo non era più giovane.
Con passo incerto e polverose mani tremanti si avvicinò al Cuore di Gea e fece per prenderlo.
Ma si fermò.
Verso cosa? E perché?
E poi la domanda giusta.
Da dove?
Da dove vengo? Cosa ho lasciato? Chi ho lasciato?
E voltandosi vide che la lunga galleria che portava all'esterno era disseminata di corpi, congelati nell'atto di colpire la roccia.
Erano tutti lui, metro dopo metro sempre più vecchio, bloccati nell'attimo in cui aveva deciso di cancellare un ricordo per fare spazio al pensiero della Gemma Più Preziosa.
Sono morto? - si chiese.
Sì, ogni volta - si rispose.
Il Cuore di Gea lo guardava con occhio pulsante ma la mano, dimagrita e raggrinzita, scese sul fianco.
Non era quello che voleva... quello era ciò che aveva deciso di volere per cancellare i veri desideri, quelli che lo tenevano vivo in attesa del domani.
E il vecchio ragazzo si voltò e tornò indietro, accarezzando con una mano sempre più giovane tutti i sé che aveva lasciato morire per non aver voluto ricordare come vivere.
E li perdonò tutti, uno a uno, finché la luce del sole non gli baciò le palpebre socchiuse e lui non ritrovò la voglia di esplorare, mai perduta ma solo addormentata sotto a una pesante coperta di tristi rimpianti.
E come il mappamondo tornò a girare, il vero Cuore di Gea riprese a battergli nuovamente nel petto, perché Finisterrae è quel luogo che comincia nel punto in cui appoggi il piede per iniziare il viaggio verso il domani.
Questo post è dedicato a @seiseiseitan, per me il più grande esploratore <3
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paperometria · 2 months ago
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Al giorno d'oggi, come si concilia la pregnanza di significato del Napoletano con il politically correct? Io vorrei continuare a dire uè ricchiooò, ne' chin e' corn, zucculone viecchio... senza voler davvero dare dell'omosessuale, del cornuto e nemmeno della vecchia baldracca. Non ci sono equivalenti in italiano di questi lemmi se non delle noiose perifrasi prive di fascino ma adatte alla fascia protetta.
Uagliù, ma da dove vi escono queste domande solo San Gennaro lo sa. Sento anche una sottile voglia di sfottere la mazzarella, ma mi piace stare al gioco, quindi entriamo nel merito.
Dipende dalla sensibilità e non dalla lingua.
Quando andavo all'Uni una volta nell'autobus entrò una persona che ai miei occhi era un uomo e che aveva quella parlata un po' "femminile", chiamiamola così per intenderci (ovviamente questo non implica le sue scelte sessuali). Chiese di scendere alla prossima fermata e, una volta sceso, dei ragazzini aprirono un finestrino ed urlarono "UEEE RICCHIOOOO" ridendo di pancia, e la cosa ancora peggiore è che l'autista esclamò, subito dopo, "ann fatt bbuon!".
Questi sono soggetti che parlano napoletano e sono la merda della merda, la sfaccimma della gente.
Un racconto che ho già fatto in passato qui, anni fa, in Germania, avevo da poco cominciato in SAP, salendo le scale di uno dei palazzi principali, incrociai un piano in ristrutturazione dove c'erano degli operai, e all'arrivo di un loro collega un operaio sulla scala, per salutarlo, urlò "UEEE RICCHIOOOO", con goliardata generale. Ti posso garantire che, indipendentemente dalle scelte sessuali di chi ha ricevuto questa urlata, non era affatto lesivo della persona.
Questi sono soggetti che parlano napoletano e non hanno fatto nulla di male.
Le stesse parole, la stessa intonazione, due scenari diversi, uno è da condannare, l'altro no. Come la parola terrone, per me non è offensiva in senso assoluto, dipende da chi la dice, quando la dice, dove la dice e in quale contesto.
Per come la vedo io, per rivolgersi a qualcuno, che sia dare del Lei o fargli una tastata di coglioni a mo' di saluto o scrivere con gli asterischi, basta semplicemente un po' di intelligenza e sensibilità verso il prossimo, si può sbagliare, per carità, ma chi ha voglia di capire le cose lo vede dove c'è cattiveria e dove no, quindi non c'è niente da conciliare, parl comm vuo' tu, basta che porti rispetto.
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lunamagicablu · 7 months ago
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Per risanare il nostro mondo interiore, infatti, é necessario e sano incontrare in ordine questi tre guardiani di soglia: Vedere; Non rifiutare; Accogliere. 1° Guardiano di Soglia: Vedere. E’ necessario prendere consapevolezza di ciò che si ha dentro, guardare negli occhi il proprio Drago. Serve non ignorare una ferita, se la si vuole risanare, e per farlo bisogna vederla. Finché si vive ignorando o non volendo incrociare lo sguardo col Drago, con la Sirena o con qualsiasi altra creatura mitologica e misteriosa non é possibile curare il mal-Essere. 2° Guardiano di Soglia: Non rifiutare. Una volta vista l’Ombra (il Demone, la Ferita) che si ha dentro, per la mente razionale sorge spontaneo rifiutare ciò che si é visto, poiché lo si giudica come sbagliato. Serve uno sforzo per far sì che quel giudizio tagliente in noi – tra gli antagonisti più grandi che abbiamo – non divenga un ostacolo deleterio. 3° Guardiano di Soglia: Accoglienza. Superati i primi due Guardiani, bisogna distillare l’Elisir benefico: l’Amore nei confronti del Drago. Sì, lo so, questa é dura. Ma il Drago fa parte di te e, se lo temi, non potrai mai davvero guarire. E devi essere tu, da vero eroe/eroina della tua storia a farlo. Nessuno può condurci là dove non vogliamo scendere. Ci può essere indicata la via, mostrata la scala che s’inoltra in profondità, nel buio. Ma solo noi dovremo affrontare il Viaggio e riemergere dalla caverna. https://flamelblog.com ********************* In order to heal our inner world, in fact, it is necessary and healthy to meet these three threshold guardians in order: See; Do not refuse; Welcome. 1st Threshold Guardian: See. It is necessary to become aware of what is inside, to look your Dragon in the eyes. It is necessary not to ignore a wound, if you want to heal it, and to do so you have to see it. As long as you live ignoring or not wanting to cross glances with the Dragon, with the Siren or with any other mythological and mysterious creature, it is not possible to cure the ill-Being. 2nd Threshold Guardian: Do not refuse. Once you have seen the Shadow (the Demon, the Wound) that is inside you, it is spontaneous for the rational mind to reject what you have seen, because you judge it as wrong. It takes an effort to ensure that that sharp judgment in us - among the greatest antagonists we have - does not become a harmful obstacle. 3rd Threshold Guardian: Welcome. Once you have passed the first two Guardians, you must distill the beneficial Elixir: Love towards the Dragon. Yes, I know, this is hard. But the Dragon is part of you and, if you fear it, you will never be able to truly heal. And you must be the true hero/heroine of your story to do it. No one can lead us where we do not want to go. We can be shown the way, shown the ladder that goes deep into the darkness. But only we will have to face the Journey and re-emerge from the cave. https://flamelblog.com 
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ray-just-ray-thanks · 1 year ago
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In Italia una vecchietta vedendo questi scendere in dalla scala di Sanremo ha avuto un infarto
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daniela--anna · 8 months ago
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The staircase designed by Leonardo da Vinci in 1516 AD.
It is located in Chambord Castle in France.
It is a double helix structure, with two spirals rising up the central tower without intersecting, allowing people to go up and down at the same time without meeting.
This innovative design exemplifies Leonardo's mastery of engineering and architectural principles.
The staircase was commissioned by King Francis I, who invited Leonardo to France in his final years.
It remains one of the most outstanding examples of Renaissance architecture, showcasing the genius of Leonardo and the grandeur of French royal residences.
📚 BiblioCultura
#architecture #art
La scala progettata da Leonardo da Vinci nel 1516 d.C. si trova nel castello di Chambord in Francia.
Si tratta di una struttura a doppia elica, con due spirali che salgono sulla torre centrale senza intersecarsi, permettendo alle persone di salire e scendere contemporaneamente senza incontrarsi.
Questo design innovativo esemplifica la maestria di Leonardo nei principi ingegneristici e architettonici.
La scalinata fu commissionata dal re Francesco I, che invitò Leonardo in Francia nei suoi ultimi anni.
Rimane uno degli esempi più eccezionali di architettura rinascimentale, mettendo in mostra il genio di Leonardo e la grandiosità delle residenze reali francesi.
📚BiblioCultura
#architettura #arte
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libero-de-mente · 2 years ago
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𝗟𝗢 𝗦𝗧𝗔𝗗𝗜𝗢
- 𝙋𝙧𝙤𝙡𝙤𝙜𝙤
"Si certo, prendiamo l'autobus... che palle. Poi il treno, gli orari? Che palle... Si si, allora partiremo molto prima... che palle. Hai visto quale metro prendete? Due?! Che palle... Per il ritorno? Ah non può? Aspetta chiedo al mio...
Papà..."
"Dimmi Gabri"
"Martedì c'è la partita di Champion, vado a vederla con i miei amici. Per te sarebbe un problema venirci a prendere a Milano, quando sarà finita?"
Sono stato tifoso. Quando essere tifosi, della mia squadra, dava tante soddisfazioni. In quello stadio, chiamato anche "La Scala del calcio", ci andavo ogni domenica o mercoledì di coppe. Probabilmente li sfogavo, gioendo delle vittorie, l'amaro di una vita in cui dovevo accontentarmi. Credo.
Comunque, mi ero ripromesso che se Gabriele ci fosse voluto andare, lo avrei accompagnato io la prima volta. Dove io ho passato ore senza pensieri lì ci sarebbe entrato con me. Io, suo padre.
E così me ne esco con: "Vi porto io, così ritorno a San Siro".
Con tanto di dito alzato al cielo
- 𝙇'𝙖𝙧𝙧𝙞𝙫𝙤
Ci siamo, dopo un viaggio dove l'autostrada ha dato il peggio si se con forti rallentamenti, arriviamo in zona quando i cancelli dello stadio sono già aperti da mezz'ora.
Parcheggi completi ovunque. Rassegnato invito i ragazzi a scendere e dirigersi allo stadio a piedi, circa 25 minuti di camminata.
Nel frattempo troverò un posto dove lasciare l'auto. Lo trovo. Stessa posizione del concerto di Weeknd (chi ha letto il mio racconto "Weeknd con il morto"su quella sera sa).
Mi avvio verso lo stadio, che non ho la più pallida idea di dove sia. Seguo ragazzi e adulti che indossano le maglie con i nomi di oggi e di ieri dei giocatori.
Fa caldo, 30° e afa. Ho lasciato casa mia con un 24° gradi e la freschezza dell'autunno.
Cammino e rantolo, passo veloce. Siri l'assistente digitale del mio iPhone si attiva e urla in mezzo a tutti: "Sessione FitHard Core, Ottimo! La salvo nel tuo allenamento settimanale?"
Imbarazzato le dico, sussurrando: "No"
Siri: "Dai, lazzarone, che l'ultimo allenamento ancora avevo l'aggiornamento iOS 15 e siamo al 17!"
Io "No, fatti i fatti tuoi"
Seguendo le maglie e passando attraverso un parco alberato sbuco davanti a lui: lo stadio.
Sento l'urlo "The Chaaaaampions" di tutto lo stadio, dovrei essere lì con Gabriele, padre fallito che sono. Ma non ho tempo di questi rimproveri, ho davanti a me proprio il gate d'ingresso che devo prendere.
- 𝙇𝙤 𝙨𝙩𝙖𝙙𝙞𝙤
Arrivo al primo controllo, un tipo sulla sessantina mi fa cenno di andare da lui: "Meh, tien l'accendin tu?"
"No" gli rispondo
"Meh, non fumm"
"No, ho smesso"
"Brav da quant?"
"Aivògghiie"
"Meh, pugiese pur'ttu"
"No, parl a' muzze"
"Meh, Ce sì bevùte, u leàndre?"
Mi fa passare, passo anche i tornelli per la vidimazione del biglietto.
Entro...
Guardo il numero del settore, lo vedo e mi dirigo a passo deciso.
Mentre cammino vengo puntato a distanza da un omone alto, tipica persona anglosassone che mi si avvicina, porta un cartellino appeso al collo che lo rende ufficioso.
"Excuse me, he's a Newcastle fan?"
"No, thanks" - Con tutte le risposte possibili vado a dire no grazie?!
"Excuse me but the English support sector is here"
"Oh no, sorry. I'm not English, mi rend cont che my clothing is from Royal Ascot, ma belive me, sto sudand come a caiman. If io sapevo I was dressing da murator. The soul of my dead ancestors"
Questo steward inglese comprende l'italiano e comincia a ridere, "Ok, man... ok" mi dice lasciandosi andare da quella compostezza seria, di chi è li per evitare contatti tra le tifoserie, a quella più divertita.
Salgo.
Salgo.
Salgo. Le scale sembrano non terminare.
Poi penso ai miei coetanei che ammiro su Facebook che fanno ferrate in montagna a quote elevatissime, chi fa camminate o corse lungo i fiumi partendo dalla foce e arrivando alle sorgenti.
Chi dalla Calabria attraversa a nuoto lo Stretto di Messina, si mangia una granita con brioche con il tuppo, per poi ritornare a nuoto sulla sponda calabrese e far ruttino. Come se nulla fosse.
Resisto, i messaggi di Gabriele arrivano a raffica:
Dove sei
Oh, ti aspetto
Quanto manc
Cominc
Oh pa' ndo stai?
Che palle
Sbuco nello stadio, devo salire le gradinate, vedo mio figlio.
Sembro Gesù Cristo sul Monte Calvario, grondo sudore e non sangue. Per fortuna. Anche se un polmone mi sa che è collassato.
I gradini dello stadio non me li ricordavo così irti, li facevo due alla volta quando stavo in curva. Adesso mi ricordo di quando salii sulla piramide di Chichén Itzá.
Devo guardare davanti a me, mi ripeto, altrimenti perdo l'equilibrio.
Alzo lo sguardo e noto che davanti a me non sta salendo un sedere femminile palestratissimo e perfetto, inguainato in un fusò aderentissimo.
No.
Credo di averlo percepito come un sedere nudo con la pelle colorata da fusò.
Però la motivazione mi ha aiutato. Arrivo in cima all'anello. Sono vicino a mio figlio. Questo conta. Lo guardo, lo ammiro. Sono contento per lui ha gli occhi che brillano di bello, di gioia. Con i suoi amici, nello stadio della sua squadra del cuore. Il resto è calcio, che si vinca o che si perda. Pazienza.
- 𝙇𝙖 𝙁𝙞𝙣𝙚
Finita la partita. Un pareggio Gabriele e i suoi amici mi guardano. Hanno la faccia perplessa del pareggio.
Li guardo e dico loro: "Potrebbe esser peggio"
"E come, una sconfitta?"
"No, potrebbe piovere"
Mi guardano, li guardo, si guardano.
La mia battuta del film Frankenstein Junior evidentemente non la conoscono, nonostante la mia espressione da Igor.
Le basi della filmografia proprio, dovrò spiegargliela in auto.
Che palle!
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3nding · 2 years ago
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Il precipitare della situazione diplomatica europea nella seconda metà dell'agosto 1939 rese sempre più probabile lo scoppio a breve termine di una guerra. Le nazioni del continente erano legate fra loro da vari patti di non aggressione o di mutua difesa e uno dei più recenti era il Patto d'Acciaio del 22 maggio 1939 fra Italia e Germania.[4] Il successivo 12 agosto il ministro degli esteri italiano Galeazzo Ciano si recò al Berghof, vicino a Berchtesgaden, per un colloquio con Hitler. Quest'ultimo, parlando della volontà di riunire il Corridoio di Danzica al Reich, prospettò un eventuale confronto armato circoscritto a Germania e Polonia qualora Varsavia avesse rifiutato le trattative proposte dai tedeschi, aggiungendo che «le provocazioni della Polonia e l'aggravarsi della situazione» avevano «reso urgente l'azione tedesca».[5] Le clausole del Patto d'Acciaio obbligavano l'Italia a scendere in guerra al fianco della Germania se quest'ultima avesse attaccato la Polonia, ma Mussolini era consapevole che le condizioni dell'Italia, dopo le guerre d'Etiopia e di Spagna, non permettevano nel breve periodo nuove operazioni belliche su vasta scala e lo comunicò a Hitler. Il 25 agosto il cancelliere tedesco chiese allora al Duce di quali mezzi e di quali materie prime avesse bisogno per riuscire a prendere parte a un'eventuale nuova guerra. La domanda di Hitler, secondo il giornalista Giorgio Bocca, costituì «l'ancora di salvezza cui la furberia italiana si attacca senza ritegno e senza stile».[6] La mattina del 26 agosto fu indetta d'urgenza una riunione a Palazzo Venezia per stabilire nel dettaglio cosa richiedere a Berlino. I generali invitati ricevettero da Galeazzo Ciano la raccomandazione, con il tacito consenso di Mussolini, di non fare «del criminoso ottimismo», e cioè di andarci pesanti con le richieste.[7]
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cianoshapes · 27 days ago
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Formlabs rivoluziona il settore della stampa 3D a resina
Le stampanti 3D a resina Formlabs sono tra le soluzioni di stampa 3D più affidabili e di qualità attualmente sul mercato. L'attività di ricerca e lo studio metodico dietro lo sviluppo di ogni suo prodotto consentono a Formlabs di intercettare e soddisfare le esigenze di una clientela vasta e diversificata.
Un catalogo in continuo aggiornamento
Formlabs offre un catalogo di stampanti 3D a resina in continuo aggiornamento.
Tra i suoi modelli di punta troviamo Formlabs Form 4 e Formlabs Form 4L.
A differenza dei precedenti modelli, le stampanti 3D Formlabs Form 4 e Formlabs Form 4L sfruttano la tecnologia Low Force Display™ o LFS, che, combinando potenti LED, lenti di collimazione, filtri ottici e un display a cristalli liquidi resistenti, detta un nuovo standard in termini di velocità, affidabilità e qualità.
Con un volume di costruzione di 20 x 12,5 x 21 cm, Formlabs Form 4 è una stampante 3D a resina compatta, efficiente ed intuitiva. Considerate le dimensioni ridotte, Formlabs Form 4 è la soluzione ideale per chi deve realizzare piccole produzioni, ma non vuole scendere a compromessi sulla qualità.
La stampante 3D Formlabs Form 4L è adatta invece a chi è alla ricerca di un macchinario per produzioni su larga scala. Formlabs Form 4L ha infatti un volume di 35,3 x 19,6 x 35 cm e permette di realizzare parti dimensionalmente stabili a una velocità strabiliante.
Qualità impareggiabile
L'accuratezza dimensionale delle parti ottenute tramite le stampanti 3D a resina Formlabs è paragonabile a quella delle parti stampate a iniezione.
Le stampanti 3D Formlabs assicurano dettagli nitidi e superfici lisci e uniformi, che garantiscono di conseguenza ottime tolleranze dimensionali e perfetta compatibilità tra le parti.
Libreria di materiali senza paragoni
La libreria di resine di Formlabs offre oltre 37 materiali proprietari.
Questa ampiezza e diversità di catalogo consentono a Formlabs di incontrare e soddisfare le richieste di una clientela estremamente esigente, alla ricerca di materiali con caratteristiche tecniche e meccaniche molto particolari.
Formlabs offre quindi non soltanto resine standard, indicate per la realizzazione di prototipi dall'ottima finitura estetica a fini dimostrativi, ma anche materiali specifici, pensati per applicazioni esigenti.
Tra le formulazioni più particolari in libreria troviamo la Formlabs Silicone 40A Resin, ad oggi l'unica resina accessibile al grande pubblico in silicone al 100% per la stampa 3D. Questa resina consente di ottenere parti morbide, flessibili e resistenti, sia chimicamente che termicamente. Un'altra resina particolarmente interessante per tutti coloro che operano nel settore dell'elettrotecnica è la Formlabs ESD Resin, che consente di realizzare parti 3D elettrostaticamente sicure, in grado di dissipare l'elettricità e di resistere meccanicamente agli urti.
Se i materiali proprietari di Formlabs non soddisfano le esigenze produttive dell'utente, è possibile usufruire liberamente del sistema Open Platform, che consente di stampare con Formlabs Form 4 e Formlabs Form 4L decine di materiali certificati di produttori altri.
Un ecosistema davvero completo
Formlabs completa il suo ecosistema con software proprietari intuitivi ed efficienti.
Il software Formlabs Preform consente all'utente di preparare i propri progetti in maniera semplice, veloce ed autonoma, tramite un'interfaccia intuitiva, e di mandare il lavoro in stampa altrettanto rapidamente.
Formlabs Dashboard è il software pensato per facilitare il monitoraggio delle stampe in corso. Infatti con Dashboard l'utente può controllare l andamento delle stampe, verificare lo stato dei consumabili e i livelli della resina nei macchinari, e avere sotto costante controllo la situazione della propria flotta di stampanti, anche a distanza.
Questi software proprietari permettono all'utente di rendere il proprio flusso di lavoro molto più continuativo.
Strumenti user-friendly e versatili
Generalmente le stampanti 3D a resina vengono considerate più scomode e difficili da utilizzare rispetto alle stampanti 3D a filamento.
Tuttavia, chiunque può imparare a usare una stampante 3D Formlabs in soli quindici minuti.
Il software Preform offre un'interfaccia intuitiva con features di auto-orientamento intelligente e di creazione automatica dei supporti e i parametri di stampa sono già pronti all'uso: è sufficiente selezionare la resina utilizzata, che verrà erogata automaticamente nel comodo serbatoio, e il gioco è fatto.
Perché scegliere Formlabs?
In un panorama in continua evoluzione e con tante soluzioni a disposizione, perché scegliere Formlabs?
Formlabs opera da anni nel settore della stampa 3D, sviluppando tecnologie innovative per integrarle all'interno dei suoi macchinari e studiando formulazioni avanzate per realizzare materiali che soddisfano esigenze sempre più specifiche in termini di resistenza, durezza, elasticità e così via.
Ad oggi quello offerto da Formlabs è un rapporto qualità-prezzo tra i migliori possibili, se consideriamo l'affidabilità delle soluzioni offerte, la vasta scelta di materiali e la completezza dell'ecosistema.
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ma-mu-nia · 6 months ago
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Costantemente la storia mi dimostra la pochezza dell'uomo, l'impossibilità di una convivenza tra individui il cui unico scopo è elevarsi al disopra degli altri a costo di cancellare un popolo dalla faccia della terra. Questo dispotismo mi porta a vedere tutti i fatti di cronaca con sospetto e mette in discussione, certe volte, la realtà dei fatti. Così la mia mente si pone domande su quel conflitto, su quell'atto di terrorismo, su quella blanda espressione detta che racchiude mille significati, sull'incapacitá d'esser liberi dal mostro delle alleanze e scendere quella scala economica che li porta tutti ad inginocchiarsi senza dignità. Ogni fatto è sospetto ed ogni morte un idizio.
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