Tumgik
#senza nesso
falcemartello · 5 months
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Quando uno è idiota non si smentisce mai.
Vorrei portare all'attenzione questo soggetto, volgare, offensivo e senza dubbio con poca capacità cognitiva. A lui non interessa il contenuto del testo postato, le considerazioni del tutto condivisibili, ma il mero alterco senza capacità di giusta eventuale critica.
(Riporto sotto)
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Riporto in testo del post originario: QUI
I tecnici della commissione (architetti del Comune di Milano, un architetto membro della commissione per il paesaggio e una persona nominata dalla Sovrintendenza) hanno negato il permesso a collocare in piazza Duse, come richiesto dai familiari di Vera Omodeo, la scultura raffigurante una madre che allatta il figlio, scrivendo che richiama "valori rispettabili ma non universalmente condivisibili".
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Ditemi voi ora il nesso dei suoi insulti gratuiti con il contenuto del testo. GRAZIE
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schizografia · 4 months
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Il guscio della lumaca
Quali che siano le ragioni profonde del tramonto dell’Occidente, di cui stiamo vivendo la crisi in ogni senso decisiva, è possibile compendiarne l’esito estremo in quello che, riprendendo un’icastica immagine di Ivan Illich, potremmo chiamare il «teorema della lumaca». «Se la lumaca», recita il teorema, «dopo aver aggiunto al suo guscio un certo numero di spire, invece di arrestarsi, ne continuasse la crescita, una sola spira ulteriore aumenterebbe di 16 volte il peso della sua casa e la lumaca ne rimarrebbe inesorabilmente schiacciata». È quanto sta avvenendo nella specie che un tempo si definiva homo sapiens per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico e, in generale, l’ipertrofia dei dispositivi giuridici, scientifici e industriali che caratterizzano la società umana.
Questi sono stati da sempre indispensabili alla vita di quello speciale mammifero che è l’uomo, la cui nascita prematura implica un prolungamento della condizione infantile, in cui il piccolo non è in grado di provvedere alla sua sopravvivenza. Ma, come spesso avviene, proprio in ciò che ne assicura la salvezza si nasconde un pericolo mortale. Gli scienziati che, come il geniale anatomista olandese Lodewjik Bolk, hanno riflettuto sulla singolare condizione della specie umana, ne hanno tratto, infatti, delle conseguenze a dir poco pessimistiche sul futuro della civiltà. Nel corso del tempo lo sviluppo crescente delle tecnologie e delle strutture sociali produce una vera e propria inibizione della vitalità, che prelude a una possibile scomparsa della specie. L’accesso allo stadio adulto viene infatti sempre più differito, la crescita dell’organismo sempre più rallentata, la durata della vita – e quindi la vecchiaia – prolungata. «Il progresso di questa inibizione del processo vitale», scrive Bolk, «non può superare un certo limite senza che la vitalità, senza che la forza di resistenza alle influenze nefaste dell’esterno, in breve, senza che l’esistenza dell’uomo non ne sia compromessa. Più l’umanità avanza sul cammino dell’umanizzazione, più essa s’avvicina a quel punto fatale in cui progresso significherà distruzione. E non è certo nella natura dell’uomo arrestarsi di fronte a ciò».
È questa situazione estrema che noi stiamo oggi vivendo. La moltiplicazione senza limiti dei dispositivi tecnologici, l’assoggettamento crescente a vincoli e autorizzazioni legali di ogni genere e specie e la sudditanza integrale rispetto alle leggi del mercato rendono gli individui sempre più dipendenti da fattori che sfuggono integralmente al loro controllo. Gunther Anders ha definito la nuova relazione che la modernità ha prodotto fra l’uomo e i suoi strumenti con l’espressione: «dislivello prometeico» e ha parlato di una «vergogna» di fronte all’umiliante superiorità delle cose prodotte dalla tecnologia, di cui non possiamo più in alcun modo ritenerci padroni. È possibile che oggi questo dislivello abbia raggiunto il punto di tensione massima e l’uomo sia diventato del tutto incapace di assumere il governo della sfera dei prodotti da lui creati.
All’inibizione della vitalità descritta da Bolk si aggiunge l’abdicazione a quella stessa intelligenza che poteva in qualche modo frenarne le conseguenze negative. L’abbandono di quell’ultimo nesso con la natura, che la tradizione filosofica chiamava lumen naturae, produce una stupidità artificiale che rende l’ipertrofia tecnologica ancora più incontrollabile.
Che cosa avverrà della lumaca schiacciata dal suo stesso guscio? Come riuscirà a sopravvivere alle macerie della sua casa? Sono queste le domande che non dobbiamo cessare di porci.
23 maggio 2024
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poesiablog60 · 8 months
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E il corpo, cosa dice il corpo?
Ascoltalo una buona volta, senza
considerarlo alla stregua
di un pesante carapace
che sei costretto a trascinarti
appresso.
Cerca con cura il nesso
tra radicamento e milza, fegato
e coraggio, paura e reni,
affetto e cuore.
Raccoglilo
il calore luminoso che sale
dalle estremità, carica nuova
energia, inspira a fondo.
Ammettilo, neanche ti immaginavi
di essere avvolto da così tanto mondo.
Franco Marcoaldi
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anchesetuttinoino · 2 months
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#ANPI: Continuano a distribuire patenti di democraticità senza però averne pienamente diritto
Quale nesso tra la #pastasciuttaantifascista e l’autonomia differenziata? Il tutto con l’immancabile sostegno della CGIL   (magari fossero così attivi ed attenti anche nelle aziende a tutelare i diritti dei lavoratori!!) Oltre i salotti dei benpensanti, oltre alle proteste degli antagonisti nelle università, c’è un’Italia che non crede alle frottole della sinistra, che ha ben capito come urlare…
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fridagentileschi · 8 months
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I dieci danni che ci lasciò il '68
Mezzo secolo fa l'arroganza del (presunto) contropotere generò la dittatura chiamata "politicamente corretto"
Sono passati cinquant'anni dal '68 ma gli effetti di quella nube tossica così mitizzata si vedono ancora. Li riassumo in dieci eredità che sono poi il referto del nostro oggi.
SFASCISTA Per cominciare, il '68 lasciò una formidabile carica distruttiva: l'ebbrezza di demolire o cupio dissolvi, il pensiero negativo, il desiderio di decostruire, il Gran Rifiuto.
Basta, No, fuori, via, anti, rabbia, contro, furono le parole chiave, esclamative dell'epoca. Il potere destituente. Non a caso si chiamò Contestazione globale perché fu la globalizzazione destruens, l'affermazione di sé tramite la negazione del contesto, del sistema, delle istituzioni, dell'arte e della storia. Lo sfascismo diventò poi il nuovo collante sociale in forma di protesta, imprecazione, invettiva, e infine di antipolitica. Viviamo tra le macerie dello sfascismo.
PARRICIDA La rivolta del '68 ebbe un Nemico Assoluto, il Padre. Inteso come pater familias, come patriarcato, come patria, come Santo Padre, come Padrone, come docente, come autorità. Il '68 fu il movimento del parricidio gioioso, la festa per l'uccisione simbolica del padre e di chi ne fa le veci. Ogni autorità perse autorevolezza e credibilità, l'educazione fu rigettata come costrizione, la tradizione fu respinta come mistificazione, la vecchiaia fu ridicolizzata come rancida e retrò, il vecchio perse aura e rispetto e si fece ingombro, intralcio, ramo secco. Grottesca eredità se si considera che oggi viviamo in una società di vecchi. Il giovanilismo di allora era comprensibile, il giovanilismo in una società anziana è ridicolo e penoso nel suo autolesionismo e nei suoi camuffamenti.
INFANTILE Di contro, il '68 scatenò la sindrome del Bambino Perenne, giocoso e irresponsabile. Che nel nome della sua creatività e del suo genio, decretato per autoacclamazione, rifiuta le responsabilità del futuro, oltre che quelle del passato. La società senza padre diventò società senza figli; ecco la generazione dei figli permanenti, autocreati e autogestiti che non abdicano alla loro adolescenza per far spazio ai bambini veri. Peter Pan si fa egocentrico e narcisista. Il collettivismo originario del '68 diventò soggettivismo puerile, emozionale con relativo culto dell'Io. La denatalità, l'aborto e l'oltraggio alla vecchiaia trovano qui il loro alibi.
ARROGANTE che fa rima con ignorante. Ognuno in virtù della sua età e del suo ruolo di Contestatore si sentiva in diritto di giudicare il mondo e il sapere, nel nome di un'ignoranza costituente, rivoluzionaria. Il '68 sciolse il nesso tra diritti e doveri, tra desideri e sacrifici, tra libertà e limiti, tra meriti e risultati, tra responsabilità e potere, oltre che tra giovani e vecchi, tra sesso e procreazione, tra storia e natura, tra l'ebbrezza effimera della rottura e la gioia delle cose durevoli.
ESTREMISTA Dopo il '68 vennero gli anni di piombo, le violenze, il terrorismo. Non fu uno sbocco automatico e globale del '68 ma uno dei suoi esiti più significativi. L'arroganza di quel clima si cristallizzò in prevaricazione e aggressione verso chi non si conformava al nuovo conformismo radicale. Dal '68 derivò l'onda estremista che si abbeverò di modelli esotici: la Cina di Mao, il Vietnam di Ho-Chi-Minh, la Cuba di Castro e Che Guevara, l'Africa e il Black power. Il '68 fu la scuola dell'obbligo della rivolta; poi i più decisi scelsero i licei della violenza, fino al master in terrorismo. Il '68 non lasciò eventi memorabili ma avvelenò il clima, non produsse rivoluzioni politiche o economiche ma mutazioni di costume e di mentalità.
TOSSICO Un altro versante del '68 preferì alle canne fumanti delle P38 le canne fumate e anche peggio. Ai carnivori della violenza politica si affiancarono così gli erbivori della droga. Il filone hippy e la cultura radical, preesistenti al '68, si incontrarono con l'onda permissiva e trasgressiva del Movimento e prese fuoco con l'hashish, l'lsd e altri allucinogeni. Lasciò una lunga scia di disadattati, dipendenti, disperati. L'ideologia notturna del '68 fu dionisiaca, fondata sulla libertà sfrenata, sulla trasgressione illimitata, sul bere, fumare, bucarsi, far notte e sesso libero. Anche questo non fu l'esito principale del '68 ma una diramazione minore o uscita laterale.
CONFORMISTA L'esito principale del '68, la sua eredità maggiore, fu l'affermazione dello spirito radical, cinico e neoborghese. Il '68 si era presentato come rivoluzione antiborghese e anticapitalista ma alla fine lavorò al servizio della nuova borghesia, non più familista, cristiana e patriottica, e del nuovo capitale globale, finanziario. Attaccarono la tradizione che non era alleata del potere capitalistico ma era l'ultimo argine al suo dilagare. Così i credenti, i connazionali, i cittadini furono ridotti a consumatori, gaudenti e single. Il '68 spostò la rivoluzione sul privato, nella sfera sessuale e famigliare, nei rapporti tra le generazioni, nel lessico e nei costumi.
RIDUTTIVO Il '68 trascinò ogni storia, religione, scienza e pensiero nel tribunale del presente. Tutto venne ridotto all'attualità, perfino i classici venivano rigettati o accettati se attualizzabili, se parlavano al presente in modo adeguato. Era l'unico criterio di valore. Questa gigantesca riduzione all'attualità, alterata dalle lenti ideologiche, ha generato il presentismo, la rimozione della storia, la dimenticanza del passato; e poi la perdita del futuro, nel culto immediato dell'odierno, tribunale supremo per giudicare ogni tempo, ogni evento e ogni storia.
NEOBIGOTTO Conseguenza diretta fu la nascita e lo sviluppo del Politically correct, il bigottismo radical e progressista a tutela dei nuovi totem e dei nuovi tabù. Antifascismo, antirazzismo, antisessismo, tutela di gay, neri, svantaggiati. Il '68 era nato come rivolta contro l'ipocrisia parruccona dei benpensanti per un linguaggio franco e sboccato; ma col lessico politicamente corretto trionfò la nuova ipocrisia. Fallita la rivoluzione sociale, il '68 ripiegò sulla rivoluzione lessicale: non potendo cambiare la realtà e la natura ne cambiò i nomi, occultò la realtà o la vide sotto un altro punto di vista. Fallita l'etica si rivalsero sull'etichetta. Il p.c. è il rococò del '68.
SMISURATO Cosa lascia infine il '68? L'apologia dello sconfinamento in ogni campo. Sconfinano i popoli, i sessi, i luoghi. Si rompono gli argini, si perdono i limiti e le frontiere, il senso della misura e della norma, unica garanzia che la libertà non sconfini nel caos, la mia sfera invade la tua. Lo sconfinamento, che i greci temevano come hybris, la passione per l'illimitato, per la mutazione incessante; la natura soggiace ai desideri, la realtà stuprata dall'utopia, il sogno e la fantasia che pretendono di cancellare la vita vera e le sue imperfezioni... Questi sono i danni (e altri ce ne sarebbero), ma non ci sono pregi, eredità positive del '68? Certo, le conquiste femminili, i diritti civili e del lavoro, la sensibilità ambientale, l'effervescenza del clima e altro... Ma i pregi ve li diranno in tanti. Io vi ho raccontato l'altra faccia in ombra del '68. Noi, per dirla con un autore che piaceva ai sessantottini, Bertolt Brecht, ci sedemmo dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati. Alla fine, i trasgressivi siamo noi.
Marcello Veneziani
Editorialista del Tempo, sul '68 ha scritto Rovesciare il '68 (Mondadori, anche in Oscar, 2008)
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yellowinter · 8 months
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ancora penso e cerco
un nesso, un senso
ti prego vita dammi un cenno
silenzio
lei ti fotte senza consenso
non sento più niente adesso
solo il sangue denso, solo un peso
immenso che batte sul plesso solare
ma qua è tutto spento
un gesso alla gola e qualche pensiero
o forse son cento
o forse è sempre lo stesso
come cazzo si fa?
prendo un paio di benzo
un sorso d'assenzio, un po' di sesso
ne accendo una che sembra incenso
mi taglio, mi bendo e poi me ne pento
dove ho messo il buonsenso?
l'ho perso assieme ai sentimenti
sorrido e mento, è un procedere lento
verso un inferno terso, spendo
in lacrime il dolore intenso che tengo
dentro mentre mi reggo a stento
con lo sguardo sperso e rendo l'anima
indietro o quel che è rimasto
oggi non vengo, non scendo dal letto
tendo all'oblio, non credo più in nessun dio
io spengo tutto, lo giuro
io stendo tutto, anche se ho detto
che ho smesso, lo giuro
sto con il capo flesso nel cesso
va così ormai troppo spesso
tento un respiro e svengo
sulla pelle solo il freddo
del vento.
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innamoratadellenuvole · 3 months
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Al caro anon che ti insulta vorrei dire che il fatto che lui sia stato male dopo aver fatto un vaccino, anche se diagnosticato da due cardiologi ma va dimostrato il nesso di causalità, non vuol dire che i vaccini siano pericolosi. Le persone non sono tutte uguali, non siamo tutti dei gemelli identici. I vaccini seguono lo stesso iter di sperimentazione di tutti i farmaci e come tutti i farmaci possono dare effetti indesiderati di varia entità, prevedibili e non prevedibili, spesso anche dopo il loro uso nella popolazione generale (fase 4 o post marketing) e legati anche a fattori che non si conoscono perché non puoi saperlo se non si presenta. Ma vaccinarsi è sempre più vantaggioso del rischio che si possa presentare un effetto indesiderato. Si parla sempre di probabilità, e la probabilità che si manifestino sono irrisorie anche e soprattutto se teniamo conto delle milioni di dosi somministrate. Per ogni caso di "danno da vaccino" ci sono milioni di casi senza alcun danno. Ci sono come per tutti i farmaci controindicazioni e precauzioni, ma risultano sicuri ed efficaci. I vaccini svolgono egregiamente la loro funzione e le statistiche sono dalla loro parte, sappiamo che i vaccini hanno portato alla eradicazione e alla eliminazione di malattie gravi e ogni giorno proteggono tantissimi soggetti fragili dalla morte.
Sante parole... lo hai spiegato meglio di come avrei saputo fare io ma era esattamente quello che intendevo dire, grazie.
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autolesionistra · 1 year
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Analizzeremo quindi nella maniera speditiva e superficiale che ci è propria alcune dinamiche degli ultimi giorni legate alla segreteria del PD, con particolare attenzione alla direzione prevalente degli schiaffoni arrivati a EllySchlein (spoiler alert: non c’è una direzione prevalente, arrivano a 360°).
Partiamo dall’inizio (circa). I cinque stelle indicono una manifestazione “Basta vite precarie” a tema (in teoria) lavoro, quello su cui si fonda la ns. pregiata repubblica democratica. Per il PD non è che ci fosse modo di uscirne bene in nessun caso, né a disertarla né ad andarci, la segreteria segue quindi un complicato processo decisionale riassunto da questa infografica:
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La linea adottata ricalca più o meno alla lettera le direttive del manuale Manovre Evasive per Feste Sgradite™, ovvero dire di non poter venire per impegni pregressi salvo poi appalesarsi a sorpresa, schiacciare un paio di cinque a persone strategiche e poi andarsene rapidi come un F14 guidato da Tomcrùis.
Su questa dinamica da festa-delle-medie è montato un paglione insensato.
Dalle dimissioni un filo pretestuose di Alessio D’Amato alle esternazioni di Pina Picierno, l’idea di base è che ci sia un qualche nesso fra quello che ha detto Grillo sui passamontagna e la (temporanea) presenza della segretaria PD. Vagamente più sensate per l’ala centrista (almeno a livello di consecutio) le critiche sulle posizioni di Moni Ovadia visto che quello che ha detto domenica lo ripete da un pezzo ed erano uscite un filo più prevedibili. Ma anche lì, i cinquestelle avran chiamato Ovadia ma il PD ad un convegno chiamò pure Guia Soncini, io non starei a fare a gara a chi si piglia l’ospite che le spara peggio.
Comunque, la nobile arte della pugnalata nella schiena al momento opportuno non è che a Roma non sia di casa, e in generale che la componente centrista del PD preferisca far detonare il proprio partito al minimo rischio di slittata a sinistra non è una novità. Certo, potrebbero ricambiare la cortesia per tutti gli anni in cui la frangia a sinistra ha ceduto spazi (e segreterie) al centro senza dire beo, ma non tutti sono così beneducati. La cosa che mi ha colpito è che mentre internamente piovevano critiche sulla Schlein per un suo (presunto) antiatlantismo, contemporaneamente da movimenti a sinistra del PD arrivavano critiche... al suo atlantismo.
E a memoria mia nella storia dei segretari del PD anche infilandoci satelliti come Epifani, Martina e Orfini non c’è mai stata una persona che abbia preso questa costante compilation di schiaffazzi (cit) da dentro e da fuori. Non è che abbia molto da dire sul tema se non che in queste dinamiche c’è un po’ la quintessenza del PD: l’autodistruzione come stile di vita e le difficoltà croniche sul concetto di rappresentanza, anche al proprio interno.
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nonamewhiteee · 2 years
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ho sempre avuto molte difficoltà a farmi piacere il mio viso, oltre che tutta la zona che va dal mento alla punta delle dita dei piedi. fino ai primi anni di liceo avevo il visino pulito, senza nemmeno un filo di barba, due occhioni grandi e due labbra carnose e rosse. le labbra, un po' come le cosce sono stati i miei primi talloni d'Achille, al quale si sono aggiunti negli anni sempre nuove parti di me. raramente mi capita di specchiarmi, ormai quando entro in bagno per farmi la doccia tolgo subito gli occhiali in modo da entrare in modalità talpa. la barba a volte mi da sicurezza, sarà che mi fa più grande dell'età anagrafica, ma non basta, solo che adesso dopo quasi due anni rivedermi con il viso "nudo" mi fa ritornare tutti i complessi che non hanno mai smesso di accompagnarmi. quelle maledette labbra, come se fosse sono un'accozzaglia di componenti senza un nesso, marcate occhiaie degne di un Munch. il tutto è accompagnato da uno stato semi-febbrile in cui il rossore e il calore che provo nella zona delle guance mi fa ricordare che dovrei essere meno severo con me stesso, anche se le mani spaccate anche dal freddo sembrano voler dire tutt'altro. a volte spero siano gli altri, a cui ho sempre cercato di dare tutto, ad insegnarmi ad amarmi perché io davvero non ci riesco. vorrei quel calore non solo sugli zigomi, tra una pagina di Fedor, calici di vino, musica dolce o semplice silenzio.
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silviadeangelis · 1 year
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ARITMIA DEL RESPIRO
E’ invisibile la patina sulla mediocrità dei giorni ma su strati di stagioni coniuga irriverenti sofferenze che scolpiscono stretti nodi. Indolenze e pressanti oscurità con forte vocio ammiccano sull’aritmia del respiro minando la gestualità del pensiero restio sanare pezzi di vita senza far rumore. Ma nel rumore di schiume di mare trovare il nesso che schiuda labbra in un non detto fugace quasi…
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mccek · 2 years
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•7 del mattino, Franco è fuori di casa, in tutti i sensi perché è da un tot.
Che Franco è fuori di casa, vive per strada, perso tra sguardi e volti inquieti dove la vita non guarda ma ammazza sogni concreti, e quale cameretta, lui ha sangue freddo e sa che quello caldo lì fuori brucia in fretta, aspetta, alla fermata senza pensare, dentro di se ha un vuoto che nessun termine potrà colmare!
Insistono i drammi, persistono, nella penombra cerca parole che non esistono e in somma, cerca una somma che svolti la situazione, lontano da persone che lo vedono come un barbone, questo presente è un masso che lo schiaccia e mentre cerca un posto al riparo ha il viso che gli ghiaccia, i suoi sogni??
Una minaccia, e lui rideva della vita e la vita gli ha riso in faccia.
•Anna, mille desideri in mente, lascia il proprio paese, scappa in Italia lontana dal suo ambiente,
chiede di poter sorridere, star bene, in una realtà che ti prende in ostaggio e ti lascia in catene,
non bada al suo passato, ormai è distante, perché adesso le viene offerto un lavoro come badante,
e come inizio non è male se ci credi, ma qualcuno le strappa i sogni di dosso e adesso bada solo ai marciapiedi,
nessun anziano a cui badare, ora sono gli anziani che badano a lei per puro sfizio personale,
adesso Anna è un fiore calpestato, in mezzo alla terra bruciata, dentro un inferno in cui è stata abbandonata,
la colpa è di un destino infame che l'ha tradita, le ha dato un passaggio su una strada senza uscita,
il nesso sono i soldi e per farli, Anna è il solo mezzo per replicarli (...)
L’abc del rap italiano pt.27 (al di là dell’artista, penso che questa canzone debba essere a tutti i costi inserita all’interno di questa “serie”, testi così ad oggi non se ne trovano...ma forse nanche in passato.)
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schizografia · 9 months
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Oriente e Occidente
La storia degli uomini ha sempre una segnatura teologica e può essere pertanto istruttivo guardare all’attuale conflitto fra Oriente e Occidente nella prospettiva dello scisma che molti secoli fa divise la chiesa romana da quella ortodossa. Com’è noto, alla base dello scisma era la questione del Filioque: il credo romano affermava che lo Spirito santo procedeva dal Padre e dal Figlio (ex Patre Filioque), mentre per la chiesa ortodossa lo Spirito santo procedeva solo dal Padre.
Se traduciamo il linguaggio teologico in concreti termini storici, ciò significa – dal momento che il Figlio incarna l’economia divina della salvezza sul piano della storia terrena – che per l’Oriente greco-ortodosso la vita spirituale dei credenti non era direttamente implicata nel piano dell’economia storica. La negazione del Filioque separa il mondo celeste da quello terreno, la teologia dall’economia storica. E questo – senza il pregiudizio di altri fattori – può spiegare perché l’Occidente – soprattutto nella sua versione protestante – rivolge allo sviluppo dell’economia storica un’attenzione affatto sconosciuta al mondo greco-ortodosso, che sembra ignorare la rivoluzione industriale e permanere ancorato a modelli feudali. Tradotto in termini teologici, anche il primato marxista dell’economia sulla vita spirituale corrisponde perfettamente al nesso dello Spirito santo col Figlio che definisce il Credo dell’Occidente.
Tanto più gravido di conseguenze è il rovesciamento che si produce con la Rivoluzione russa, quando il modello occidentale del primato dell’economia storica viene innestato a forza su un mondo spiritualmente del tutto impreparato a riceverlo. Ancora una volta, in questa prospettiva il fallimento del modello sovietico e l’evidente riproposizione di motivi teologici nella Russia postsovietica si lascia spiegare come il ritorno della rimossa indipendenza dello Spirito santo, che ritrova quella posizione centrale che il regime comunista non era riuscito a cancellare.
Tanto più assurdo appare che – mentre negli ultimi decenni la Chiesa romana e quella ortodossa si erano andate riavvicinando – l’Occidente, non a caso sotto la guida di un paese protestante, riproponga ora – più o meno inconsapevolmente in nome del Filioque – una guerra senza quartiere con la Russia ortodossa.
20 dicembre 2023
Giorgio Agamben
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tettine · 2 years
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Giornate movimentate per me: mi sono entrati in macchina senza rubarmi nulla ma mettendo solo in disordine. Avevo le dr Martens, un paio di scarpe ed un cappotto di Patrizia Pepe, nulla di troppo wow ma se li avessero rivenduti avrebbero fatto qualche spiccio. Invece so stati bravi che non hanno preso cose che non tornavano utili (mi insegnate?). È stata un esperienza orribile, cioè veramente mi sono sentita violata ma non da un essere umano ma più da un animale che ha frugato in cerca di cose senza un nesso logico.
Ho finito la sessione in un modo osceno e mi è tornata l'acidità di stomaco
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pittoina · 1 year
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volendo contestualizzare foto senza un nesso logico tra loro dico che pure la piccolina si chiama pittoina.
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lamilanomagazine · 4 months
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Consiglio Affari Esteri e Commercio, Tripodi: «Necessario ampliare la rete di accordi commerciali dell’Ue»
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Consiglio Affari Esteri e Commercio, Tripodi: «Necessario ampliare la rete di accordi commerciali dell’Ue». La Sottosegretaria di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Maria Tripodi, ha partecipato, su delega del vicepremier Antonio Tajani, alla riunione formale del Consiglio Affari Esteri Commercio tenutasi ieri a Bruxelles. All'ordine del giorno dei lavori, i temi sul futuro della politica commerciale UE, le relazioni commerciali UE-Africa, i seguiti della 13^ Conferenza Ministeriale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, svoltasi ad Abu Dhabi lo scorso febbraio. Nel corso del suo intervento, la Sottosegretaria ha sottolineato l'importanza del commercio quale componente fondamentale della competitività europea, segnalando l'urgenza di rafforzare a tal fine la coerenza fra le varie politiche europee e ricordato la necessità di continuare ad ampliare la rete di accordi commerciali dell'UE (per diversificare le catene di fornitura per le nostre imprese e ampliare i mercati di sbocco del nostro export) e assicurare il giusto equilibrio fra l'apertura dei mercati e l'esigenza di proteggere la sicurezza e gli interessi economici europei. Relativamente alle relazioni commerciali con l'Africa, la Sottosegretaria ha rimarcato l'importanza che l'Italia riconosce al rilancio e rafforzamento dei rapporti con tale continente, con un approccio di cooperazione paritaria, mirante al perseguimento di interessi reciproci, in coerenza con lo spirito del Piano Mattei. Tale rafforzamento potrà esplicarsi attraverso una molteplicità di strumenti e con modalità flessibili, dall'approfondimento dei tradizionali accordi di partenariato ai nuovi accordi di facilitazione degli investimenti sostenibili, ai partenariati sulle materie prime, senza trascurare le sinergie con gli strumenti di assistenza e cooperazione, nonché iniziative di connettività come quelle previste dal Global Gateway. La Sottosegretaria ha ribadito, infine, la necessità di continuare a lavorare per preservare e modernizzare il sistema commerciale multilaterale basato sulle regole dell'Organizzazione Mondiale del Commercio e fare, al contempo, in modo che siano assicurate le condizioni di parità sui mercati. In tale ambito, la Sottosegretaria Tripodi ha ricordato che la riforma del sistema di risoluzione delle controversie ed il nesso tra commercio e sussidi, industriali nonché il rapporto tra commercio e ambiente rivestono per l'Italia particolare rilevanza e sono temi centrali anche nell'agenda dei lavori del G7 commercio a Presidenza italiana.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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scrivopensieri · 4 months
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Chapitre 3
Oggi J è tornato. La sua macchina era particolarmente pulita oggi. Mi ha confermato che quando l'ha portata in revisione durante la sua settimana di ferie, gliel'hanno pulita. Mi sembrava strano che fosse stata lui a pulirla.
Oggi ho saputo che uno tipo legge i miei capitoli qua, e a quanto pare gli piace leggere le mie avventure. Mi auguro che continui a gradire i miei scritti. Fanno parte di me, mi fa bene scrivere, e questa voglia me la porto dietro da anni. Ma non avevo mai trovato un modo, un motivo. E alla fine, non li ho ancora trovati, ma va bene così. Mi fa bene anche a l'italiano.
N oggi un amore, mi ha chiamata durante la pausa pranzo, abbiamo mangiato assieme al telefono. Ieri sera avevo fatto una valanga di pasta alle cozze, in modo da averne anche per oggi a pranzo. Non cucino mai perché mi fa fatica, mi da poca voglia, ma ciò che faccio, lo faccio bene, a parer mio ovvio. Mi ha insegnato il migliore, mio patrigno. Quanto mi manca..
N vuole sempre sognarmi la notte. Oggi mi ha detto che si immagina spesso il mio corpo denudato, specificando il petto, il seno. Non so veramente come rispondere a tutta questa provocazione. Io rido, d'imbarazzo, di paura, giusto per sfuggire dalle sue affermazioni così pericolose. Al solito mi parla delle mie labbra, e come dargli torto, sono una delle poche cose che adoro di me.
J vuole che mangiamo assieme mercoledì a pranzo. E sono ok, una volta a settimana spesso ci prendiamo un paio di ore assieme dopo il lavoro per discorrere un po' di cosa succede nell'azienda, spettegoliamo un po', ma so quanto può spettegolare anche con gli altri colleghi che a volte non voglio dirne troppe per paura che ripeta.
Con F abbiamo passato la giornata a stressare insieme ma a distanza. Non conosciamo ancora il luogo di dove lavorerà inizio luglio, e aspettare e sperare avere il paesino tanto voluto, ci fa stressare un sacco. Sono quasi 5 anni che stiamo assieme e sono 5 anni che aspettiamo con ansia questo momento. Sappiamo soltanto che il mio posto di lavoro potrà variare a seconda di dove lavorerà lui, perché non vogliamo più stare lontani l'un dall'altro. O almeno penso...
18h - Unghie, ho chiamato N per mezz'ora dopo il lavoro, mi fa talmente tanto sorridere questo qua. Sembra quasi una dipendenza il sorriso creato da lui sulle mie labbra che ama così tanto.
Domani c'è una riunione, F della concessionaria dove ho preso la macchina ci sarà. E dato che la volta scorsa non sono riuscita a rifarmi gli occhi su quel bel signorino, proverò sicuramente a incrociare i suoi occhi questa volta !!
PS. Un racconto senza inizio e senza fine, senza logica. Ma è ok, è proprio così che funziona la mia testa. Talmente tante cose da dire che escono tutte senza un nesso logico.
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