25 April - Anniversary of Italy's Liberation
25 April also known as the Anniversary of Italy's Liberation is a national holiday in Italy that commemorates the victory of the Italian resistance movement against Nazi Germany and the Italian Social Republic, puppet state of the Nazis and rump state of the fascists, culmination of the liberation of Italy from German occupation and of the Italian civil war in the latter phase of World War II. That is distinct from Republic Day (Festa della Repubblica), which takes place on 2 June and commemorates the 1946 Italian institutional referendum.
Every year on 25 April Italy celebrates Liberation Day, known in Italian as Festa della Liberazione, with a national public holiday.
In addition to the closure of schools, public offices and most shops, the day is marked with parades across the country, organised by ANPI, Italy's partisan association which preserves the memory of the Resistance movement against Fascism.
The occasion is held in commemoration of the end of the Fascist regime and of the Nazi occupation during world war two, as well as the victory of Italy's Resistance movement of partisans who opposed the regime.
Formed in 1943, the partigiani comprised a network of anti-Fascist activists, from diverse backgrounds including workers, farmers, students and intellectuals, across Italy.
Resistance
Together they united in armed resistance against the Nazi occupation and the Fascist regime, making their struggle both a war of liberation and a civil war.
The annual event marks the day in 1945 when a nationwide radio broadcast calling for a popular uprising and general strike against the Nazi occupation and Fascist regime was announced by the National Liberation Committee of Upper Italy (CLNAI), a political umbrella organisation representing the Italian Resistance movement.
This announcement - made by partisan and future president of Italy Sandro Pertini - resulted in the capture and death of Fascist leader Benito Mussolini, who was shot three days later.
The Festa della Liberazione represents a significant turning point in Italy's history, paving the way for the referendum of 2 June 1946 when Italians voted in favour of a republic and against the monarchy which had been discredited during the war and whose members went into exile.
Scurati controversy
This year's event takes place against the backdrop of a political controversy after the state broadcaster RAI stopped a well-known Italian writer from delivering an anti-fascist monologue on television a few days before the Festa della Liberazione.
Antonio Scurati accused RAI of censorship after his monologue was dropped abruptly from the Saturday night talkshow Chesarà for "editorial reasons".
The writer claimed that the move highlighted the alleged attempts by premier Giorgia Meloni's right-wing government to exert its influence over the state broadcaster which has seen several veteran presenters leave over the last year including Fabio Fazio, Bianca Berlinguer and Amadeus.
In his speech Scurati criticised the "ruling post-Fascist party" for wanting to "re-write history" rather than "repudiate its neo-fascist past".
RAI director Paolo Corsini rejected any talk of censorship, as did Meloni who responded to the controversy by posting Scurati's text on her Facebook page, stating that the broadcaster had "simply refused to pay 1800 euro (the monthly salary of many employees) for a minute of monologue".
Meloni added that the Italian people "can freely judge" the contents of the text which was later read live on air by Chesarà presenter Serena Bortone in an act of solidarity with Scurati.
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Tanti auguri a Fabri Fibra che oggi compie 47 anni 🥳 dio come passa il tempo, mi sembra ieri che ascoltavo sindrome di fine millennio e Mr. Simpatia andando a scuola! Un pilastro del rap italiano e un pilastro della mia adolescenza e tuttora mi fa ancora emozionare! Sono davvero rare persone così cazzo! 🖤 17/10/23
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#massacridellefoibe #secondaguerramondiale #guerra #storiaitaliana #foibe #partigianiiugoslavi #giornodellamemoria #10febbraio
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Quattro Golpe all'Italiana...
In Italia dal 1945 ad oggi ci sono stati “Quattro Colpi di Stato.”
3 Governativi (non riusciti) 1964,1970, 1974.
1 Magistratura (riuscito) 1992
…
Guarda caso nel quarto colpo di Stato,
quello della magistratura del 1992 oltretutto riuscito,
la Mafia fa una trattativa (ricerca del nuovo interlocutore al potere governativo vacante)
…
Manda 3 bombe,
Una al potere Economico (Milano)
Una al…
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Gino Bartali e il Tour de France del 1948: una vittoria che salvò l'italia
La più grande impresa sportiva della storia italiana, la vittoria di Gino Bartali al Tour de France 1948. Tra colline toscane e sfide alpine, la leggendaria impresa ha cambiato il destino dell’Italia.
In questo articolo, esploreremo in dettaglio l’epopea di Gino Bartali attraverso le parole che raccontano di tenacia, passione e audacia. Dal cuore delle colline toscane, dove la sua storia ha…
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“ Ricordo che incontrai Moro alla vigilia del suo rapimento. Era sera e, poche ore prima, un importante esponente del Partito comunista mi aveva pregato di comunicare a Moro e a Zaccagnini che il suo partito aveva molte difficoltà a votare il governo Andreotti. Cercai Zaccagnini e non lo trovai, con rammarico perché era con fiducia che mi rivolgevo a lui. Fummo sempre molto vicini, umanamente e politicamente, e lo saremmo stati ancor di più in quei terribili giorni del 1978. Sentivo la trasparenza, la linearità, l’onestà con le quali giocò tutte le carte che poteva avere in mano per salvare l’amico, fino a impegnarsi affinché Moro, una volta liberato, uscisse dalla politica, se questo poteva servire a tenerlo in vita.
Infine trovai Moro e gli riferii il messaggio, e la sua replica fu: «Pochi si rendono conto che siamo sull’orlo di un abisso». Visto con il senno di poi, sembra che il suo fosse un giusto timore e un funesto presagio.
Che cosa ricordo ancora di quei terribili giorni? Troppo e troppo poco.
Non posso dimenticare il clima pesante, il senso di claustrofobia: le stanze dove ci si riuniva sembravano sempre anguste, non che fossimo più di prima, ma l’angoscia, l’impotenza le occupavano tutte. Angoscia, impotenza, e non solo per quella minaccia che incombeva sul paese, non solo per il dolore per la morte degli uomini della scorta, vittime innocenti, ma perché la tragedia che aveva fatto irruzione nel Palazzo, e pretendeva toni alti, non poteva non confrontarsi con la prosaica quotidianità. E della quotidianità restavano, nel nostro partito, e trasversalmente, seppure in maniera minore, con gli altri partiti, legami politici antichi, consolidate amicizie, che continuavano a intrecciarsi con vecchie incomprensioni, dispute mai sedate, nervosismi senza fine. E al centro di questo «gioco» perverso c’era sempre lui, Aldo Moro, il capo del partito, l’uomo carismatico, che scriveva, che ancora una volta, come era nella sua personalità, continuava a pretendere attenzione. E la cui assenza, più passavano i giorni, più diventava una inquietante presenza, occupava la scena: Moro era il nostro convitato di pietra.
I tempi del dramma volevano che il passato fosse azzerato, e che ci confrontassimo con ciò che stava accadendo con occhi nuovi. Ma come pretendere che ciò si realizzasse? Alcuni ne furono capaci. Alcuni. I meno politici. I più umani. Ma le risposte da dare ai brigatisti non dovevano essere risposte politiche?
Noi, dopo quei giorni, non saremmo più stati quelli di prima. Dopo l’affare Moro si è aperta una ferita nella nostra intelligenza e nella nostra umanità. “
Tina Anselmi con Anna Vinci, Storia di una passione politica, prefazione di Dacia Maraini, Chiarelettere (Collana Reverse - Pamphlet, documenti, storie), 2023; pp. 89-91.
Nota: Testo originariamente pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2006 e nel 2016.
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