Tumgik
#terremoto dell'Aquila
Text
Eppure a un certo punto qualcosa cambia. Forse perché quando ti sembra di non aver più nulla da perdere, ecco, quello è il momento esatto in cui ti dai il permesso di esistere davvero, a trecentosessanta gradi. L'istinto prende il sopravvento, e ti ritrovi a vivere.
[...]
Ecco, osserva bene questa donna nel momento esatto in cui si stanca di essere invisibile: guardala. Forse in lei non c'è niente di così radicalmente diverso rispetto a prima. Non è diventata più bella, come per magia - in questo libro di fate madrine non ce ne sono -, e di lei non si può proprio dire che sia stata fortunata, baciata dalla sorte, con una vita facile. Eppure... Caterina capisce che, contro ogni aspettativa e addirittura contro i suoi stessi desideri, è lei quella ancora viva, è lei quella che respira: ed è ora di concedersi di farlo fino in fondo.
[...]
Apri la porta che ti separa dal mondo. Non hai niente di meno rispetto agli altri. Hai tante cose da scoprire se solo ti prendi la briga di provare a farlo.
Cit. "L'amore si impara leggendo"
Tumblr media
1 note · View note
ilblogdellestorie · 5 months
Text
Tumblr media
Sono passati sette anni dalla tragedia dell'hotel Rigopiano: era il 18 gennaio 2017 quando, alle 16.49, una valanga travolse e distrusse il lussuoso resort alle pendici del versante pescarese del Gran Sasso, provocando la morte di 29 persone. 
Tra le vittime della valanga che ha travolto l'hotel anche Valentina Cicioni, 32 anni, originaria di Mentana e infermiera al Policlinico Gemelli di Roma. Era in vacanza con il marito Giampaolo, di Monterotondo, estratto vivo da quella montagna di neve e detriti che ha sommerso tutto. Erano andati lì per festeggiare il loro anniversario di matrimonio, lasciando a casa con i nonni la figlioletta di appena cinque anni. Una breve vacanza per godersi un po’ di relax e che invece si è trasformata in tragedia.
Il 18 gennaio 2017 la regione era in piena emergenza maltempo: la neve superava anche i due metri, mentre migliaia di cittadini, su tutto il territorio, erano senza energia elettrica. A partire dalla mattina si registrarono quattro scosse di terremoto di magnitudo superiore a 5, con epicentro in provincia dell'Aquila. Gli ospiti dell'hotel erano spaventati e volevano andare via, ma la neve non consentì loro di ripartire. Ci furono diverse richieste di aiuto e soccorso, tra cui quelle di alcune delle vittime. Richieste che, però, non trovarono risposta. Nel pomeriggio, poi, la tragedia, quando il resort fu travolto da quell'inferno di ghiaccio e detriti pesante 120mila tonnellate.   
Oggi i parenti delle vittime si riuniscono e si incontrano a Rigopiano per ricordare i propri cari. Alle 15 una fiaccolata davanti all'obelisco dell'hotel, seguita dalla deposizione di fiori, da una messa e dalla lettura dei nomi dei "29 angeli". Alle 16.49, un coro intonerà "Signore delle cime", poi verranno liberati in cielo 29 palloncini bianchi. Commemorazioni sono previste anche a Chieti e a Montesilvano (Pescara).   
I parenti delle vittime pretendono ancora che sia fatta giustizia. Il processo di primo grado, a febbraio 2023, si era concluso, con rito abbreviato, con 25 assoluzioni e cinque condanne. Condannati il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, a 2 anni e 8 mesi di reclusione, il dirigente del settore viabilità della Provincia di Pescara e il responsabile del servizio viabilità dell'ente, Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio (3 anni e 4 mesi di reclusione), l'ex gestore dell'albergo, Bruno Di Tommaso, e Giuseppe Gatto, redattore della relazione tecnica per l'intervento sulle tettoie e verande dell'hotel (sei mesi di reclusione ciascuno). É in corso da dicembre il processo d'appello all'Aquila: la sentenza è prevista per il prossimo febbraio.
7 notes · View notes
maledettalogica · 7 months
Text
Tumblr media
Centrali nucleari in Italia? No, mai! A prescindere.
Nei mesi scorsi si è ricominciato a parlare di centrali nucleari nel nostro paese. Oggi l'argomento non è più proponibile perchè non è più attuale. Oggi il dibattito politico è monopolizzato dal conflitto tra Israele e Palestina e, quando i mezzi di formazione vogliono concedere ai propri lettori e/o telespettatori una pausa, c'è l'attualità della legge di bilancio e altri argomenti più immediati. Ma, appena possibile, di sicuro tornerà attuale e, come negli anni passati, il povero cittadino sarà bombardato da argomenti pro o contro. Un premio Nobel per la fisica (che ne sa poco o niente di economia) dichiarerà che le centrali nucleari sono sicure. Un altro premio Nobel della fisica (che ne sa poco o niente di economia) ci dirà che non esistono centrali nucleari sicure. Seguiranno fior di economisti (che ne sanno poco o niente di fisica) che dimostreranno quanto si utile per l'economia la costruzione di centrali nucleari e altri economisti (che ne sanno poco o niente di fisica) che dimostreranno che alla fine una centrale nucleare non è poi così vantaggiosa per l'economia. E così via. In tutto questo, il povero cittadino ha la possibilità di fare una scelta giusta e ponderata? Parrebbe di no, ma non è detto che sia così.
Confesso che anch'io sono più interessato all'attualità e che, in questi giorni, mi piaacerebbe scrivere, e sicuramente lo farò, del conflitto tra Israele e Palestina. Ma non prima di aver spiegato il mio metodo e i principi che seguo per formarmi un'idea su un tema. Per questo, i miei unici strumenti sono due enti che sono completamente assenti nel sistema di formazione che ci forma tutti i giorni: La Realtà e la Logica. Uso questi due strumnti che, per quello che mi riguarda, sono indispensabili e cercherò di dimostrarlo.
Di cosa ha bisogno una centrale nucleare per funzionare? Sostanzialmente di tre cose: un edificio che la contenga, delle apparecchiature che la facciano funzionare e dei tecnici che siano in grado di usare le apparecchiature. E allora vediamo se noi abbiamo queste capacità e/o possibilità.
Un edificio che la contenga.
Vivo in un paese dove i prenditori, durante il terremoto dell'Aquila, si compiacevano, in telefonate che sono state intercettate, pensando agli affari che avrebbero fatto. Altre intercettazioni ci dicono che, durante il terremoto di Amatrice, c'erano altri prenditori che si sfregavano le mani pensando agli affari e agli utili che ne avrebbero ricavato.
Vivo in un Paese nel quale crollano i ponti e fanno vittime civili perchè non si fa manutenzione che, inevitabilmente riduce gli utili.
Vivo in un Paese nel quale una scossa di terremoto non tanto potente fa crollare un edificio scolastico. Ma non tutto l'edificio. Crolla la parte nuova che era stata costruita da poco su un edificio scolastico preesistente. E così via.
Le apparecchiature.
Vivo in un Paese nel quale un cardiochirurgo importante, primario alle Molinette, viene condannato perchè impiantava nei suoi pazienti valvole che sapeva difettose. Condannato ad un anno o poco più di reclusione e al risarcimento dei danni, è oggi pressochè irreperibile e si gode la vita con i soldi che dovrebbe versare ai pazienti danneggiati e che non hanno ricevuto e mai riceveranno un centesimo. Si vendono e si continuano a fabbricare presidi medici (valvole cardiache, protesi ortopediche eccetera) che si sono rivelate difettose ma che si continuano ad usare.
I tecnici.
Oggi, per fortuna, questo non è più un problema. Abbiamo un "Ministero del Merito".
Oggi, il figlio del famoso divulgatore scientifico diventa divulgatore a sua volta. Il figlio del famoso giornlaio diventa giornalaio a sua volta e così via. Mi colpì, negli anni passati, una vicenda di per sè piccola nel mare di scandali e scandaletti nel quale siamo costretti a nuotare. Se ricordo bene, in Liguria. Un ricercatore aveva copiato pari pari una tesi di laurea e l'aveva presentata come sua. Quando un anonimo giornalaio scoprì la cosa ne seguì il solito can can e la Direzione di quella struttura rispose candidamente che il loro era un ente privato e che, di conseguenza, non erano obbligati a prendere provvedimenti. E il ricercatore rimase al suo posto.
Terminato l'esame della realtà passo alla logica e mi pongo una domanda: "Data questa reltà cosa devo decidere? Posso affidare la mia vita e la vita delle persone che mi sono care a queste persone? A questi prenditori? A questi tecnici?". C'è una sola risposta che la logica mi consente: No.
Ecco perchè nel mio Paese non voglio centrali nucleari. Nè oggi, nè domani. A prescindere da qualsiasi altra considerazione.
twitter @Maledettalogica
3 notes · View notes
tenebraetuae · 9 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
La Chiesa, edificata extra moenia su una preesistente cappella intitolata alla miracolosa Madonna delle Grazie, ed affiancata da una palazzina con giardini destinati a residenza estiva del Vescovo e dei seminaristi. Fu fatta edificare dal Vescovo Vincenzo Giustiniani (1593-1614) e svetta alta e visibile da lontano come desiderava il suo committente.
La facciata, su cui è incisa la data di costruzione 1602, è davvero originale, bizzarra ed unica nel suo genere. Ripartita in tre ordini, termina con un timpano spezzato completato dalle insegne episcopali. Sono delineate della pietra tre torri merlate poste in asse con i portali sottostanti mentre nel terzo ordine campeggia l'altorilievo della grande aquila reale ad ali spiegate con una corona regale sulla testa. La lettura dell'intera facciata evidenzia l'aquila reale che protegge il sottostante castello. La Chiesa era sotto la tutela del Vescovo la cui mitra troneggia in cima alla testa dall’aquila. Nella parte superiore la facciata è ornata da stemmi e ritratti, mentre nella parte sinistra è completata da un piccolo campanile del secolo XIX. Il particolare disegno della facciata generò il toponimo di Porta o Via dell'Aquila Grande.
La Chiesa fu ampliata e ristrutturata dal vescovo D. Cennini nel 1652, come si legge sull'arco trionfale. Gli stemmi appartengono al Vescovo Cennini, al Vescovo De Cavalieri ed alla famiglia Orsini. L’interno a navata unica con quattro cappelle laterali ha volte a vela su pilastri e soffitto piano. Tra i vari arredi ed opere d'arte che si conservano meritano particolare attenzione la pregevole tela ad olio raffigurante la Madonna delle Grazie attribuita a Giovanni Donadio di Gravina ed il bronzo del Cristo Deposto di Giuseppe Menozzi di Mantova.
Il restauro effettuato dopo i danni subiti dal terremoto del 1980 ha riportato alla luce l'arco di trionfo con i suoi capitelli ed alcuni medaglioni in pietra conferendo all'ambiente maggiore snellezza ed ampiezza.
2 notes · View notes
lamilanomagazine · 2 months
Text
L'Aquila, 15 anni dopo il terremoto. Meloni: «La ricostruzione, un modello di risposta immediata dello Stato»
Tumblr media
L'Aquila, 15 anni dopo il terremoto. Meloni: «La ricostruzione, un modello di risposta immediata dello Stato». Quindici anni dopo la tragedia del sisma che ha colpito L'Aquila e altri 56 Comuni del cratere sismico, ieri sera, poco dopo le 21:30, è partita da via XX Settembre la fiaccolata commemorativa delle 309 vittime che, dopo una sosta davanti la Casa dello studente, si è conclusa in Piazzale Paoli, dove si trova il Parco della Memoria con una partecipazione di circa 1400 persone. Il Comune dell'Aquila, con la partecipazione dell'Associazione familiari vittime del terremoto, ha organizzato l'iniziativa a cui ha preso parte il sindaco Pierluigi Biondi insieme ad altri rappresentanti dell'assise civica e delle Istituzioni nazionali, regionali e locali. «Il terremoto di quindici anni or sono, nella notte tra il 5 il 6 aprile, sconvolse L'Aquila e il territorio circostante, strappando alla vita più di 300 persone. La distruzione si abbattè sul centro storico, sulla periferia, sui borghi vicini, lasciando tutta la Comunità nazionale attonita e sconvolta. Il Paese seppe reagire, mobilitando tutte le proprie energie, mentre gli abitanti dell'area colpita dal sisma trovarono la forza per iniziare a ricostruire le case, i luoghi di lavoro, le scuole, per recuperare, per quanto possibile, le bellezze artistiche». A dirlo è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «La rinascita dell'Aquila è la rinascita di un pezzo di noi stessi. Quindici anni fa siamo stati feriti ma abbiamo saputo rialzarci e tornare più forti». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un passaggio della dichiarazione in cui ricorda che «oggi l'Italia rende omaggio alle vittime del terremoto e si stringe alla comunità aquilana e abruzzese, a chi quella notte ha perduto gli affetti più cari e a tutti coloro che, con tenacia e determinazione, hanno contribuito alla rinascita della città». «L’Aquila è un modello, per la risposta che lo Stato ha dato fin dalla gestione dell'emergenza, passando per la ricostruzione fino alla rigenerazione degli ultimi anni, di cui si stanno vedendo i primi effetti», ha aggiunto la Presidente del Consiglio.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
personal-reporter · 2 months
Text
Il terremoto dell'Aquila del 2009: una ferita nella memoria
6 aprile 2009, ore 3:32: una scossa di magnitudo 6.3 Richter fa tremare l’Aquila e il suo territorio, provocando 309 vittime, oltre 1.500 feriti e 65.000 sfollati. Un dramma che ha segnato per sempre la città e la sua gente. Continue reading Il terremoto dell’Aquila del 2009: una ferita nella memoria
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
Terremoto dell'Aquila, Mattarella: "Impegno nella prevenzione e rigore nella costruzione"
“Nella notte tra il 5 e il 6 aprile 2009 uno dei terremoti più devastanti della nostra storia recente ha propagato morti e distruzioni a L’Aquila e nei paesi vicini. L’Italia intera si strinse attorno a chi fu gettato nel dolore, nella paura, nel bisogno. L’immediato sentimento di solidarietà, che appartiene al nostro essere italiani, ha aiutato aquilani e abruzzesi nella fatica annosa di…
View On WordPress
0 notes
Text
0 notes
estiqatsi · 2 years
Photo
Tumblr media
Prima di indignarvi, leggete le ultime del tribunale dell'Aquila sul triste terremoto dell'Aquila
Peace
1 note · View note
marcel-lo-zingaro · 2 years
Text
L'orcolat ( il brutto orco, ovvero il terremoto) fece la sua comparsa in Friuli il 6 maggio 1976 e, in mezzo alle macerie di un cjast di Buja ( solaio/granaio) spuntò fuori un libretto di preghiere, nel quale, in ultima pagina vi era annotato come forma di diario, la cronaca di un ordinaria giornata in Siberia.
Siamo a missaavaja ( Mysovsk) poi diventata Babuskin in onore del rivoluzionario russo Vasi'evic Babuskin fucilato nel 1906.
l'autore era un certo Luigi Giordani e scriveva; "1 gennaio 1900 io e altri 13 friulani sfidando un freddo intenso" 
comincia così la ricerca di Romano Rodaro il francese più friulano che esista e dalla cui ricerca il regista francese Cristian Romato anni dopo trasse il film "i dimenticati della transiberiana".
la transiberiana coi suoi 9288,200 km nella linea principale è la ferrovia più lunga al mondo ( mosca - vladivostok) inoltre consta della linea transmongolica che da mosca va a pechino passando da ulanbaatar capitale della Mongolia e, la transmanciuriana che invece a Pechino ci arriva da Chita.
la costruzione della transiberiana inizio' durante il governo zarista di Nicola II (1868-1918) ufficialmente il 17-3-1891, una prima parte del tracciato venne presentato alla esposizione universale di Parigi del 1900 mentre il tratto della curva di Baikal, ovvero i contorni meridionali del lago Baikal, nel 1905, per terminare infine nel 1916 con l'inaugurazione del ponte sul fiume amur.
alla costruzione della transiberiana parteciparono circa 90.000 operai per la maggior carcerati e prigionieri, dei quali ne morirono circa 30.000, la maggior parte delle morti avvenivano nei fiumi in quanto i prigionieri non avevano competenza per eseguire i lavori (alcuni fiumi siberiani sono larghi 2 km), e fu così che la direzione ministeriale delle ferrovie di Pietroburgo inviò degli operai specializzati provenienti dall'Italia.
oltre 300 di essi provenivano dal Friuli,  inoltre c'erano 82 abruzzesi della zona dell'Aquila portati dall'imprenditore di Rocca di Mezzo Domenico di Paola appena 26enne che ebbe l'appalto per un tratto, i rimanenti erano bergamaschi e trentini, la maggior parte di loro erano scalpellini specializzati nella lavorazione della pietra, come ricordato anche dalla ricercatrice e scrittrice di Irkutsk Elvira Kamenshchokova, la quale in tarda età scopri' che furono gli italiani a costruire la ferrovia dalle sue parti e fece una grande ricerca culminata con un viaggio in Friuli a raccogliere testimonianze.
scalpellini dicevo, talmente bravi al punto che Domenico Indri un giorno scolpì due pere in pietra verde, con la patina in cera ingannò il capomastro che si ruppe un dente, tali pere sono oggi esposte nel museo ferroviario di Cheijabinsk.
I primi friulani arrivarono a Omsk nel 1893 mentre la costruzione procedeva verso Tomsk, erano Pietro Brovedani e un certo Clauzetto ai quali si aggiunge il triestino Taburno.
nel 1894 tramite Indri e Clauzetto ne vennero reclutati altri 34 nel 1895 quando la linea andava verso Irkutsk altri 100.
Bonaventura Zannier di Pradis scolpì le sue iniziali sul viadotto.
in inverno in quelle zone la temperatura media oscilla tra i -30 e i -40 toccando punte massime di -60, la calce gelava e per poter lavorare a temperature decenti c'era sempre accesa una enorme catasta di tronchi. in estate si costruivano i ponti e i pilastri usando come base di lavoro dei cassoni ad aria compressa, in inverno si sfruttava il metro di ghiaccio che si formava nei fiumi per montare le centine in legno e le volte in pietra, i lavori procedevano per circa 600 km di binari l'anno.
la polvere di pietra creava problemi di silicosi per cui nelle baracche i samovar erano accesi 24 ore su 24, Giuan del fai beveva un bicchiere di vodka ad ogni tappa, mentre Francesco Concina scriveva alla moglie nel luglio 1894; abbiamo passato dei posti che abbiamo avuto il gelo alla barba lungo 10 cm... e ancora; abbiamo passato un lago lungo 15 km, mangiamo solo pan negro inghiacciato..  mai posseduto tanta sporchizia, cimici, pulzi, pidocchi, non ci si lava mai ...
la lontananza dalle famiglie era un dramma poiché gli operai dovevano trattenersi dai 10 ai 15 anni, quindi in tanti organizzarono la riunificazione familiare, attraverso un viaggio di circa 40 giorni, le donne e i bambini partivano dalla stazione di Gemona del Friuli per Vienna, Kiev, Mosca e infine siberia.
 nel 1905 scoppiò la guerra russo giapponese e su ordine del governo gli stranieri vennero dispersi, per poi essere richiamati a guerra finita.
a ferrovia ultimata gli operai si erano ormai stabiliti in Russia ma nel 1918 la rivoluzione di ottobre scombino' i piani di molti; Giovanni Toneatti si suicidò non sopportando che la nazione che aveva contribuito a costruire cambiasse totalmente il suo volto. in tanti cambiarono nome, Giuseppe Minisini riuscì a fuggire col nome di Ivan Osipovic, altri vennero ingaggiati dall'ambasciata francese per gare di tiro alla fune - vista la loro forza fisica - in palio c'era il ritorno a casa.
la contessa Pierina Savorgnan di Brazza' organizzò una fuga il 22/23 febbraio 1920 attraverso le due navi England Maru e Texas maru, le quali battevano bandiera giapponese, e che giunsero a Trieste il 12 aprile, tutti gli altri rimasero in Russia sotto falso nome.
alla morte di Lenin la polizia di Berja li rintracciò tutti e Stalin nel 1937 espulse mogli e figli rimandandoli in Italia mentre gli adulti vennero arrestati e fucilati come traditori, tranne Domenico Francesco Antonelli che morì in carcere.
la dignità di quegli uomini venne loro restituita da Nikita Kruscev alla morte di stalin.
la costruzione della transiberiana costò l'equivalente degli attuali 50 miliardi di euro.
0 notes
3nding · 3 years
Text
Il tribunale ha annullato l'ordinanza di demolizione dei locali che ospitano la mensa per i poveri dell'Aquila. In attesa di rientrare nella sede pre-terremoto le associazioni che la gestiscono potranno rimanere lì, dove viene ospitato anche un centro di accoglienza per donne migranti con minori. L'ordinanza di demolizione era stata fatta da un dirigente comunale che non ha mai nascosto le sue posizioni ideologiche [borboniche] e che in sostanza rosicava per una battaglia anch'essa persa sui buoni spesa per l'emergenza covid negati ai migranti. Dispiace per lui, e dispiace per Lega e Fratelli d'Italia che in nome della narrazione tossica sulla «città rinata» vorrebbero vedere i poveri morti o marginalizzati fuori le mura. Provateci per la terza volta dai - Mattia Fonzi
12 notes · View notes
Text
Sono abruzzese perché...
Sono abruzzese perché "ma porca miseria" si dice "naggia sant" o "nagg'a la Majell"
Sono abruzzese perché l'unica espressione di stupore che uso è 'frechete!', 'frechetengul', 'ngul a Ev' o "mazz't"
Sono abruzzese perché quann chiaman lasagna nu timball li guard sturcenn lu nas
Sono abruzzese perché se non so qualcosa dirò sempre "ni sacc"
Sono abruzzese perché per indicare un qualsiasi uccello dico "esse na cicciacora" e le lumache sono "li ciammariche"
Sono abruzzese perché per chiedere cosa bisogna fare dico "c'amma fa?"
Sono abruzzese perché ma almeno ci ho provato si dice "ce so pruvat"
Sono abruzzese perché per mandare a quel paese qualcuno dico "vid a do da i" o "vatt a nia" o se scherzosamente "te piess nu ben"
Sono abruzzese perché na scrippell e le rustell se magnan con la man su lu core
Sono abruzzese perché nella mia famiglia Pasqua significa fiadoni e agnello cac'e ov e Natale significa lu brod cun lu cardon e li pallott
Sono abruzzese perché bon lu tiramisù e gli altri dolcetti ma na pizza doce o li caciunitt non si rifiutano mai
Sono abruzzese perché solo nu tinem na muntagn come Bella addormentata e nu lag come nu cor
Sono abruzzese perché poi si dice "dapù" e essere e avere sono sostituiti da "sting" e "ting"
Sono abruzzese perché a un credulone gli urli ridendo "voccapé" o "stu ndundit"
Sono abruzzese perché i santi che scomodiamo sono "San Capriél" e "San Cetté"
Sono abruzzese perché i bambini si chiamano "li bardasce", "citilucc" e "uaglunitt"
Sono abruzzese perché qua si dice "a ecc" e là si dice "esse là" o "a ess" e verso quella parte "ass là"
Sono abruzzese perché quello o lui si dice "cullù" e quella o lei "chillì" o "chella"
Sono abruzzese perché vorrei si dice "vuliss", potrei "putiss", potremmo "putimm" e dovrei "duviss"
Sono abruzzese perché il marito che fa tardi a tornare a casa si dice "sa fatt notte e lu porc n'arvé" e quando si conosce qualcuno si domanda "di chi si lu fije?"
Sono abruzzese e per dire che sono andata in tilt dico "so it in cascett"
Sono abruzzese perché se non si sa che cosa mangiare va sempre bbon pan e pummador o semplicemente pane ont (unto con l'olio)
Sono abruzzese perché la nostra musica folk è Vola Vola e J vaj a l'ort e ti parte subito cinque la bella sei la sette la la senza lu spos l'amor n'se po' fà
Sono abruzzese perché quando incontri qualcuno inizi dicendo "uè cummà (o cumpà) com'a sti?"
Sono abruzzese perché il cocomero si dice "lu citron", la zucchina "la chiccocc", le patate "li patan" e i peperoni "li pipindun"
Sono abruzzese perché per richiamare una persona che non ti sta ascoltando dici "ma ci sind?"
Sono abruzzese perché per dire ci fai o ci sei dici "ci fi o ci si?"
Sono abruzzese perché sei impazzito si dice "ti si ammattit?"
Sono abruzzese perché se qualcuno parla troppo dici "mi fatt na cocc cuscì" o "mi fatt na cocc come nu pallon" o "mi fatt na capa tant"
Sono abruzzese perché è successo in questo modo si dice "a it a cuscì, nin ce poss fa nint"
Sono abruzzese perché qualche cosa in piccola quantità si dice "cacche cusarell"
Sono abruzzese perché il Guerriero di Capestrano è lu mammocc
Sono abruzzese perché un oggetto che ci rappresenta è la conca di rame
Sono abruzzese perché mare e montagna li tinem a du pass
Sono abruzzese perché gli eventi più traumatici della nostra Regione resteranno il terremoto dell'Aquila del 2009 e la valanga di Rigopiano del 2017
Sono abruzzese perché "vide di nin famme arrajà"
Sono abruzzese perché "scine ca scine ma ca scine in tutt"
Sono abruzzese perché nu sem nu punt e bast
Sono abruzzese e probabilmente tutte le espressioni le ho scritte male nel mio dialetto ma a pronunciarle non sbaglio di certo
Tumblr media
11 notes · View notes
weirdesplinder · 5 years
Text
Libri ambientati nella preistoria
Adoro aiutare le persone a trovare i libri che cercano, per questo ho aperto lo sportello letterario qui sul blog e su facebook e sono appena riuscita ad aiutare una ragazza che cercava di recuperare un libro ambientato nell’epoca preistorica che aveva letto molti anni fa e di cui non ricordava bene il titolo nè l’autore! Grande soddisfazione.
Sull’onda di questo gaudio vi ripropongo una lista di romanzi ambientati nell’epoca preistorica, che comprende anche il romanzo che questa ragazza mi ha anche consigliato di leggere, Il cerchio sacro.
La preistoria è un’epoca poco trattata dalla narrativa negli ultimi anni, ma negli anni 80′ andava forte e personalmente a me piace leggere libri mabientati in quel periodo, non spesso, ma mi piace.
L’elenco contiene tutti titoli di libri disponibili in italiano, e spesso sono parte di serie:
- La serie Figli della Terra di Jean Marie Auel, conclusa e fomata da sei libri, il cui primo libro è:
Tumblr media
Ayla figlia della terra Editore: Longanesi, Tea Trama: Nata da una nuova stirpe che si sta diffondendo in Occidente, mentre il settentrione dell'Europa è coperto di ghiaccio e milioni di animali pascolano nelle steppe desertiche, Ayla, ancora bambina, è scampata a un terremoto ed è stata raccolta dal Clan dell'Orso delle Caverne composto da Neanderthal. Tutto, in lei, indica che appartiene a quelli che i Testapiatta del Clan chiamano ‘Altri’: i capelli biondi, gli occhi azzurri, l'alta statura, la capacità di ridere, piangere e parlare… Lei è un nuovo tipo di essere umano. Eppure, nonostante queste diversità, la ragazzina trova affetto e protezione nei genitori adottivi e, a poco a poco, stringe un profondo legame coi membri del Clan, sebbene alcuni, infastiditi da quei comportamenti 'strani’ in cui scorgono qualcosa di minaccioso, vorrebbero allontanarla. Ma sarà soprattutto il suo desiderio di conoscenza che la farà entrare in conflitto con il vecchio Clan, legato alle Memorie, cioè alla tradizione, e destinato a scomparire quanto prima. Nel sangue di Ayla, invece, scorre il futuro dell'umanità e lei, spinta da un impulso irresistibile a capire e a interpretare i segni del mondo circostante, si avventurerà in territori in cui nessun uomo del Clan ha mai osato spingersi. Accuratissimo nella ricostruzione di un universo complesso e affascinante, “Ayla figlia della terra” è una grande saga sul genere umano, sui legami e sui conflitti, sull'odio e sull'amore. E nel contempo è l'eccezionale odissea di una donna in quel cruciale momento dell'evoluzione in cui due razze, strette in una lotta mortale, si battono per sopravvivere…
- Kwani l'eletta
Autore: Linda Lay Shuler
Editore: Nord
Anno di uscita in Italia: 1991
Trama: Kwani è una splendida ragazza nata nel fantastico scenario della Mesa Verde, nel sudovest del continente nordamericano, secoli prima della colonizzazione europea. Ma a causa dei suoi occhi azzurri, forse l'eredità di misteriosi visitatori giunti da una terra lontana, viene accusata di essere una strega, e quindi esiliata dalla tribù indiana del Clan del Lupo. Costretta ad affrontare una natura selvaggia e inesplorata, fra canyon e mesas, grandi città di pietra e tribù guerriere, il destino di Kwani sarà legato a quello di un grande mago tolteco del Clan dell'Aquila, ma soprattutto al giorno in cui potrà finalmente scoprire le sue arti magiche e gli antichi segreti che solo le donne come lei possono conoscere, cambiando per sempre la sua vita e quella del suo popolo. Una narrazione avvincente che ha trionfato nelle classifiche statunitensi dei bestseller, dove storia, leggenda, magia e avventura si fondono per ricreare il fascino delle grandi civiltà e dei maestosi scenari dell'antico continente nordamericano.
- Madre terra padre cielo
Autore: Sue Harrison
Anno: 1990
Trama: Chagak, è solo una ragazzina quando la sua famiglia ed il suo clan vengono massacrati da un can nemico. Sola e spaesata viene accolta su un'isola da un uomo storpio. Anche qui però il male la raggiunge e la tocca. Quando l'opportunità di entrare a far parte di una nuova tribù e di sposare un uomo arriva, lei è troppo ferita per accettarla…o forse no?
- Il cacciatore di sogni
Autore: Kathleen e Michael Gear
Editore: Piemme
Trama: America del Nord, 11.000 anni fa. Fiore di Agave è in fuga. Secondo la legge della sua gente deve pagare con la vita l'aver tradito Corvo grigio, uomo crudele e spietato. Ma nella tribù della costa dove si rifugia incontra Sole Splendente, lo sciamano, l'uomo dei sogni con una missione: salvare il suo popolo in pericolo… Uno straordinario romanzo dimagia e di passioni.
- La profezia del lupo Autori: Kathleen e Michael Gear Editore: Piemme
Trama: America, 5.000 anni fa. Dalle lande dell'estremo nord, strette nella morsa di un inverno senza fine, i clan del Popolo del Sole si spingono sempre più a sud. Affidano le loro strade alle visioni degli sciamani, ma qualcosa sta cambiando. Nei sogni si addensano oscuri presagi di una natura oltraggiata, di un'armonia fra l'uomo e la Terra spezzata per sempre. Solo un Sognatore estremamente potente potrà trovare una nuova via per il suo popolo e ristabilire l'equilibrio fra le forze della natura. Il Fascio del Lupo ha già scelto il suo guerriero. Ma per ora è solo una bambina. Il suo nome è Polvere di Luna.
- Il cerchio sacro
di Joan Dahr Lambert
All'alba della razza umana, in un mondo di terribile ferocia e bellezza, tre donne accomunate da misteriosi poteri divinatori affrontano la dura lotta per la sopravvivenza. Avventure spericolate, prove cruciali, il mistero della nascita e della morte... Un'accurata ricostruzione storica e antropologica, ma soprattutto una grandiosa, coinvolgente saga al femminile. 
3 notes · View notes
luca-zelinotti · 3 years
Photo
Tumblr media
Ricordo ancora quella notte, svegliato a Roma dalla scossa, praticamente durante la scossa scquillano i telefoni, i colleghi dell'Aquila ci chiamano per darci le prime notizie. Mio padre è un VF, ha lavorato nella zona 10anni, conoscevtutti e tutti lo conosco (sono orgoglioso), motivo per cui ci hanno chiamato tra i primi. Da loro è stata molto forte. Carico in macchina lo zaino da 72ore in piena notte e mentre attendiamo l'alba le telefonate non smettono un attimo. Praticamente ben prima delle dirette della casa dello studente ero già operativo... Appena arrivano le prime immagini vado in Croce Rossa, già trovo i primi volontari, apriamo la sede e carichiamo i mezzi... Racconto le prime telefonicamente mentre facciamo colazione in attesa dell'autorizzazione a partire... Roma non ci autorizza... Eppure eravamo i primi sicuramente... Eppure avevamo una delle squadre più preparate e indicate per lo scenario, oltre che informazioni certe da chi era all'Aquila. Metre gli "amici" si burlano di noi che rispettiamo le regole e partono senza autorizzazione ne pianificazione...Noi si attende... L'ansia e la Rabbia sale! L'autorizzazione arriverà solo il giorno dopo, Partiamo allo sbaraglio, destinazione imprecisa... Arriviamo, organizzazione caotica... Zelinotti, S&R... Ok magazzino... Lo so è assurdo, durante l'attesa ho visto in TV chi stavano impiegando e che non avevano ne preparazione ne equipaggiamento... Ma vabbe.. Si fa quello che si deve fare e si da una ✋.. Un pezzo grosso della CRI militare si informa un po sulle mie skill... Elettronica bene Zelinotti, fatti e controlla l'impianto elettrico del campo.. (qualcuno di competente c'era e si è fatto il mazzo) Le ore passano, le 72 ore diventano due settimane... Due settimane senza dormire, senza un maledetta doccia... Sono crollato su un mucchio di valige mentre tornamo a Roma... Cosa è cambiato in tutti questi anni? Qualche timido passo è stato fatto ma siamo ben lontani dall'essere pronti... Questo anno c'è lo ha ricordato e dimostrato. Non mi arrendo, continuo a tentare di migliorare le cose... Vorrei evitare che qualcuno riviva quello che ho vissuto io. Rifarei tutto da capo comunque #aquila #terremoto https://www.instagram.com/p/CNUM0S9LOnv/?igshid=qj66mgnfmsh8
0 notes
orestegiurlani · 3 years
Photo
Tumblr media
Pescia: un pensiero e un ricordo alle vittime del terribile terremoto dell'Aquila di dodici anni fa.. @orestegiurlani #pesciacambia #avantituttapescia @orestegiurlani https://www.instagram.com/p/CNUJ9uNjaK-/?igshid=2mzup7ayxtve
0 notes
levysoft · 4 years
Link
I terremoti ricorrenti che colpiscono l’Appennino sono correlati alla risalita di anidride carbonica dalle profondità della crosta. È la conclusione di uno studio pubblicato su “Science Advances” da Giovanni Chiodini, Francesca Di Luccio, Guido Ventura dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e Carlo Cardellini, dell’Università degli Studi di Perugia. Il risultato, ottenuto analizzando una serie temporale di dati di ben dieci anni, getta una luce non solo sui possibili eventi di innesco dei terremoti, ma anche sul ciclo globale del carbonio. Il modello consolidato di questo ciclo prevede che i carbonati, sali molto comuni contenuti in minerali e rocce, abbiano assorbito, in un lontano passato, l’anidride carbonica contenuta nell’atmosfera. Nel corso delle ere geologiche, le forze tettoniche possono portare i carbonati nelle profondità della crosta, dove l’anidride carbonica si può liberare, raccogliendosi in serbatoi sotterranei sotto pressione o disciogliendosi nelle falde acquifere. Da qui, può ritornare verso la superficie, attraverso sorgenti d’acqua o altre vie che si aprono negli strati rocciosi, per esempio nei sistemi di faglie lungo le quali si generano i terremoti. Quest’ultimo possibile percorso di fuoriuscita è fortemente suggerito dal fatto che nelle regioni ad alta attività sismica si misurano elevati tassi di rilascio di anidride carbonica, come hanno evidenziato alcuni studi condotti in passato. Per definire una correlazione stringente, occorreva tuttavia analizzare una serie temporale di dati suffcientemente lunga. Così Chiodini e colleghi hanno analizzato il contenuto di anidride carbonica registrato dal 2009 al 2018 nell'acqua delle sorgenti alimentate da due grandi falde acquifere situate vicine all'epicentro del devastante terremoto dell'Aquila del 2009. Gli autori hanno così scoperto che le variazioni della concentrazione di gas nell'acqua di sorgente erano strettamente correlate al numero e all'intensità dei terremoti nel tempo. L’ipotesi che emerge a questo punto è che i sismi di questa regione possano essere innescati proprio da un incremento della pressione dell’anidride carbonica,  probabilmente sostenuto da un meccanismo di rinforzo, poiché gli stessi terremoti possono a loro volta liberare ulteriore anidride carbonica, che può dare origine alle scosse di assestamento. “Come parte di un recente progetto finanziato dall'INGV, prevediamo di installare un sistema di misurazione continua delle emissioni di anidride carbonica che speriamo possa essere utile per comprendere meglio il rapporto causale con la sismicità e monitorare i terremoti”, hanno spiegato i ricercatori. “Inoltre, i nostri risultati indicano che lo studio delle acque sotterranee in aree tettonicamente attive sarebbe un potente strumento per stimare meglio il budget globale delle emissioni tettoniche di CO2 nell’atmosfera”. (red)
0 notes