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#trio diabolico
hermioneblk · 2 years
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Only Murders in the Building - S01 | E09 - 10 - riassunti e commento finale
Intro
Un finale degno delle serie moderne: la porta rimane aperta per una seconda stagione. Nonostante tutto c’è la soddisfazione per una conclusione anche se parziale di una storia dal ritmo mai frenetico, spesso divertente e sempre accattivante.
9. Doppio tempo
La fagottista Jan non è morta, è stata pugnalata e viene salvata. Dopo un po’ si riprende e torna nell’appartamento. Charles riceve la visita della sua controfigura che puntualizza come secondo lei ci sia un fattore emotivo e sia un crimine passionale. Tutto ciò fa loro tornare in mente alcuni “attrezzi“ che avevano inizialmente trovato nella stanza di Tim ma che avevano subito accantonato ma che indica che c’era di mezzo una donna. Tra questi attrezzi c’era anche qualcosa che viene venduto da un negozi di attrezzi musicali. Jan va ad a un concerto dice a Charles di essere la prima fagottista e non vuole che lui la va a vedere. Charles ci va e scopre che in realtà Jan non è la prima e gli aveva mentito… Nel frattempo Oliver e Mabel cominciano a sospettare proprio della fagottista…
10. Apri e chiudi
Charles se ne va dopo il primo tempo del concerto perché è sconvolto dalla bugia. Nel suo appartamento trova un biglietto di Jan che nel frattempo lo raggiunge e prepara un drink per lui mentre lo soccorre con un fazzoletto tamponandogli il naso che perde di nuovo sangue per lo stress. Charles dice di aver capito che si tratta di lei perché ha riconosciuto la scrittura nei biglietti che aveva lasciato Tim e quella del biglietto che gli aveva lasciato a lui ma lei lo ha già avvelenato con il fazzoletto e confessa di avere un piano diabolico per avvelenare tutto il palazzo con i camini facendo passare un gas tossico e se ne va diretta alle cantine. Nel frattempo Mabel e Oliver entrano nell’appartamento della fagottista e scoprono che i loro sospetti sono fondati. Quando si riuniscono con Charles vanno alle cantine e riescono a fermarla.
Tempo dopo festeggiano in cima al palazzo ma Mabel è convinta che manchi qualcosa, va a casa a prendere qualcosa da bere. Improvvisamente Charles e Oliver ricevono un messaggio che dice loro di andare via mentre si sentono in lontananza sirene della polizia. I due vanno a chiamare Mabel e la trovano vicino al cadavere di Bunny l’amministratrice del palazzo che tra l’altro li aveva sempre odiati. Bunny è stata infilzata con i ferri da calza di Mabel che è coperta del suo sangue… La polizia arriva e li arresta tutti e tre…
Commento finale
Un finale degno delle serie moderne: la porta rimane aperta per una seconda stagione. Nonostante tutto i crimini principali sono stati risolti sia quelli del passato che quello del presente di Tim con una svolta degna di un scrittore esperto di gialli, una trama da maestro. Una storia ineccepibile la cui unica nota dolente è la gatta. Non lo dovevano fare e comincio a temere per il prossimo gatto che è stato portato in scena. Speriamo bene. Come si era salvato il cane si sarebbe dovuto salvare anche il gatto e purtroppo questo fa perdere loro una stella.
I tre personaggi principali sono eccellenti, hanno personalità un background e feeling quando c’è feeling anche tra gli attori si riesce ad avere la perfetta collaborazione affinché i personaggi rendano il massimo tanto da fare appassionare lo spettatore.
Continuo ad apprezzare il ritmo non frenetico ma del tutto piacevole in cui ci si può rilassare pensare sorridere anche per alcune battute ma mai annoiare. Tra l’altro la comicità di questo spettacolo non è mai stata cafona, una rarità ormai.
Geniale per esempio l’ingresso della controfigura di Charles come personaggio che può sembrare superfluo ma oltre che per divertire serve per indicare il fatto che si tratta di un assassinio passionale. Tutto serve anche se minimamente il puzzle si compone in modo artistico e accattivante tanto che anche se si sa la fine vale la pena riguardarlo dall’inizio.
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unatestadellidra · 1 year
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trio-diabolico · 3 years
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pero es curioso cuando alguien,
te mira,
y sus bocas se entreabren,
sus ojos se sorprenden,
sus manos dejan de moverse.
Y se quedan en silencio,
admirándote.
Es curioso, porque es tan común,
que ya nadie te lo dice.
Pero tú sigues siendo tú,
dejando retazos de luz,
a los pies de los demás,
aunque no siempre los vean,
seguro los llegan a sentir antes de tropezar.
-Bellota.
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crisaore · 3 years
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Nel dimenticatoio
Il piccolo bruco Calì camminava sereno per la sua strada. Alle sue spalle un grosso gatto di nome Caesar lo pedinava, con l'intento di giocare. L’insettino, leggermente indispettito, decise di cercare un nascondiglio per riposare in santa pace. Fu allora che vide un cunicolo non molto largo e vi entrò. Ovviamente il micetto incuriosito tentò di infilarcisi cominciando a scavare, ma finì per incastrarsi. Il bruco nonostante inizialmente avesse un'aria vittoriosa, iniziò a sentire il terreno sbriciolarsi sotto i piedi. Il gatto si spaventò e prese a dimenarsi provocando una voragine sotto le loro zampe, così che caddero nel buio. E caddero. E caddero in un grande lago che, agitato dal vento, produsse onde che li trascinarono a riva, dove persero i sensi. A ritrovarli fu una coppia, lei con capelli neri corvini e viso gentile e lui con una cuffia scura con il logo di uno snowboarder. «Hatta! Guarda laggiù! Quel micetto sembra svenuto!» esclamò la ragazza correndo sulla battigia in soccorso della bestiolina. Si rese poi conto anche della presenza del bruco. «Regina lascia stare. Hai visto cos’hanno appeso al collo? Hanno entrambi la targhetta. Non sono del nostro paese, non possiamo avere contatti con loro» disse Hatta, il maschio, una volta raggiunta la fidanzata. «Non possiamo lasciarli morire poverini! Ti prego» implorò Regina con le pupille lucide. Dopo qualche secondo di esitazione, anche il ragazzo acconsentì e li portarono in una casotta poco distante in cui riuscirono ad aiutarli. Dopo essere rinvenuti, i due animali si resero conto di un fatto assai strano: potevano parlare! Questo permise loro di spiegare la situazione e farsi capire dagli umani. Passarono la serata mangiando insieme e nel frattempo la coppia esplicò anche la pericolosità del loro nuovo collare che sembrava impossibile da togliere: «Non potete stare qua perché non appartenete alle nostre terre. Al collo di chi si avventura da queste parti compare una specie di biglietto d’ingresso che lo differenzia dagli altri. La pena per chi vi mostra compassione è la morte» rese chiaro Regina. «Ma che barbarie! Gli umani sono sempre così cattivi?» chiese sconsolato Caesar. «Secondo me sì, non sai quante volte hanno provato a schiacciarmi!» aggiunse Calì. Mentre parlavano, irruppero nel rifugio due gendarmi con una terza persona, la quale esclamò: «Eccoli, sono loro che hanno aiutato gli stranieri!» Nemmeno il tempo di spiegarsi che il quartetto si ritrovò arrestato e obbligato a comparire davanti al re, che però appena li vide disse con stupore: «Regina! Figlia mia! Proprio tu tra questi furfanti? Ti hanno obbligata, non è vero? Ucciderò la mente di questo diabolico piano». La principessa ammise subito la propria "colpa", comprendendo la sorte che le sarebbe toccata. Il sovrano, non volendola giustiziare, emise vigliaccamente un’altra sentenza: «Tesoro, è evidente che sei stata manipolata. Guardie, uccidete questi tre!» «No padre vi prego! Togliete a me la vita! Non è giusto! Io amo quest’uomo!» Il re, con distacco, suggerì allora nuove soluzioni: «Vuoi salvar loro la vita? Io ti proibisco di rivederli. Cancellerò loro la memoria e qualche venerdì e non ti infastidiranno più. Altrimenti, visto che ti ostini a volerli difendere, subirai la tua pena, ingrata!» «No vostra Maestà! Berremo quello che volete, ma lasciate in vita vostra figlia vi supplico!» gridò il giovane con l’appoggio degli animali, riconoscenti per il soccorso ricevuto. «Hatta, no! Non posso vivere senza di te!» rispose piangendo Regina. «Fai silenzio! Portate a questi tizi il filtro dei ricordi e levatemeli dai piedi» condannò il re. Così il trio bevve lo strano intruglio, perdendo ogni rimembranza. Divennero anche un po’ picchiatelli a dirla tutta. Calì si isolò e iniziò a fumare narghilè. Tutti impararono a conoscerlo come Brucaliffo. Caesar divenne schivo, non propendendo mai per il bene o il male, apparendo e sparendo a suo piacimento. Divenne lo Stregatto. Hatta si chiuse in casa a bere tè insieme a una lepre e tra un festeggiamento e l’altro divenne noto come il Cappellaio. Tempo dopo il re abdicò lasciando il trono alla figlia, la nuova Regina di Cuori. Ella, ormai divorata dal rancore, emise subito la prima sentenza, verso il padre: «Tagliategli la testa!»
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trio-diabolico · 5 years
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Te recuerdo tal cuál,
en tu inocencia,
en tu impotencia,
en tu hermosura.
Te recuerdo tal cuál,
en tu nobleza,
y simpleza.
Simplemente te recuerdo,
Y no puedo olvidarte.
Burbuja.
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trio-diabolico · 5 years
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Estoy esperando
un mensaje,
mil disculpas,
un vodka,
O mi muerte.
Estoy esperando.
Burbuja.
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trio-diabolico · 5 years
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Ese deseo de querer gritar, para terminar llorando en la oscuridad. Y es que es así, estamos rotos por dentro, no queremos aceptarlo, estamos vacíos, y seguimos negándolo. Burbuja.
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trio-diabolico · 5 years
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Eran dos ángeles,
con delirios de demonios.
Burbuja.
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trio-diabolico · 5 years
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La vida me abraza,
me pesa, me mata.
La vida,
cuando quiere,
me promete alegrías
Y en otras ocasiones, solo hiere,
y lastima.
La vida es mi amiga,
Y en ocasiones mi peor enemiga.
Burbuja.
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trio-diabolico · 5 years
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Quizá algún día pierda las letras,
o me pierda yo en ellas.
Bellota.
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trio-diabolico · 5 years
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Mis versos viajan en el tiempo,
tus besos se quedan en mis recuerdos,
y en las noches se dan un paseo
por las calles de mi silencio.
Burbuja.
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trio-diabolico · 5 years
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Está haciendo como linda tarde, para que vengas a besarme y abrazarme. 
Bombón.
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trio-diabolico · 5 years
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Es una putada quererte tanto para que al final no me quieras.
Burbuja.
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trio-diabolico · 5 years
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Estoy acostumbrada tanto al dolor, que cuando estoy bien, me niego a creerlo.
Burbuja.
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