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#zollette
fiorellosupremacy · 9 months
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Tutti noi, svariate volte per episodio:
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mtonino · 3 months
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Krzysztof Kieślowski commenta la celebre scena della zolletta di zucchero in Film Blu (1993):
Il cubetto di zucchero è bianco, tocca il caffè, e comincia a scurirsi.
Possiamo far partire il cronometro, dovrebbe impiegare 5 secondi, 5 secondi e mezzo, per impregnarsi completamente.
Come assicurarsi che ciò avvenga in soli cinque secondi?
Non è così semplice.
Prendiamo una comune zolletta di zucchero, come questa, e immergiamola nel caffè.
Metto il cronometro.
8 secondi.
3 secondi di troppo.
Dovevamo trovare un cubetto che si impregnasse in 5 secondi.
Abbiamo deciso che un dettaglio del genere non dovesse durare più di cinque secondi.
Per mezza giornata, il mio assistente, ha testato diversi tipi di zollette per trovarne una che si impregnasse in esattamente 5 secondi e non 8 o 11, o in 3 secondi, come altre.
Abbiamo finalmente trovato una marca che lo faceva nel modo in cui volevamo.
Cronometriamolo.
Possiamo vedere che dura...4 secondi e mezzo.
Stavamo cercando una zolletta di zucchero che si inzuppasse abbastanza rapidamente per questo tipo di inquadratura.
Cosa ce ne importa di una stupida zolletta di zucchero che assorbe dello stupido caffè?
Niente...
A meno che non ci troviamo, per un momento, nel mondo della nostra protagonista.
Lei immerge un cubetto di zucchero nel suo caffè e si concentra su di esso per rifiutare l'offerta che l'uomo che la ama le ha appena fatto.
Quest'uomo un tempo era il suo amante.
Lei vuole rifiutare questa offerta, dimenticare quest'uomo, e dimenticare la musica che non si ferma perché questa musica le ricorda qualcosa che lei nega.
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turuin · 1 year
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Oroscopo assolutamente affidabile - Settimana 16 / 2023
Inauguriamo questa nuova rubrica sul mio blog: un oroscopo totalmente affidabile il cui metodo, fonte, sorgente, mistica, letteratura, calcolo astrologico e oniromanzia sottintesa non vi rivelerò. Fate a fidarvi, oppure.
Ariete: Non avete il senso del tempo, e dovreste veramente controllare cosa avete dimenticato, più di tre mesi fa, nel cassetto di quel mobile. Era importante.
Toro: Non vi stavano seguendo per davvero, per strada. Oppure no? Potreste provare a girare l'angolo verso una direzione inaspettata e vedere che succede. Il gioco, a volte, vale la candela.
Gemelli: No, lo specchio non dovrebbe rispondere alle vostre domande; lo potete capire anche da soli, che non è normale. Provate a dormire un po' di più, e meglio. E coprite gli specchi con un asciugamano per qualche tempo.
Cancro: Avete dato la risposta sbagliata una volta di troppo, e alla persona sbagliata. Meditate per qualche settimana, e mangiate leggero; le conseguenze sono già decise, inutile piangere sul latte versato. Volubilità abbondante.
Leone: E' un cane? E' un cane, quello laggiù in fondo alla strada? E' un cane? No, è un gigantesco avvoltoio, che si alza in volo non appena provate ad avvicinarvi. State in guardia.
Vergine: Dovreste smetterla di trattare tutto ciò che vi circonda come se fosse la dichiarazione dei redditi da compilare. Concedetevi una pazzia: entrate nel locale che si trova dietro casa vostra, che apre solo dopo mezzanotte nei giorni dispari. Il barista non parla la vostra lingua, ma se gli mostrerete tre dita della mano destra vi servirà da bere. Prosit.
Bilancia: Non si sono dimenticati di voi. Vi piacerebbe che fosse così, ma in realtà non è accaduto. Tenetevi pronti per una visita in un grigio sabato pomeriggio, verso le 16:00. Offrite loro solo da bere, ma assolutamente nulla da mangiare, e andranno via dopo un po'.
Scorpione: Il mondo vi resiste, e lo disprezzate per questo. Provate invece a circuirlo: i mezzi non vi mancano, e potrete accoltellarlo più comodamente alle spalle quando vi starà abbracciando, ignaro delle vostre intenzioni. Attenti ai gatti, vi tengono d'occhio e non in simpatia.
Sagittario: Siete sicuri di volere fare veramente quella telefonata? Non sarebbe meglio pensarci su un po'? La notte, nel vostro caso, non porta consiglio, ma impulsi che sarebbe meglio tenere a bada. Astinenza, e girate armati per un po' di tempo. Capricorno: Un sorriso che non vi aspettate avrà l'effetto contrario. Ricambiatelo! Non farlo vi metterebbe in una posizione spiacevole. Tenete in borsa o in tasca delle zollette di zucchero: vi serviranno.
Acquario: In una strada secondaria che non avete mai visto prima, vedrete brillare un oggetto per terra. Raccoglietelo e uscite via da lì come se ne andasse della vostra vita. Tra una settimana saprete il perché. Pesci: Siete stati inconsapevolmente arruolati in una guerra che va avanti da molto, molto tempo. Quando il vostro diretto superiore si manifesterà, annuite, non fate domande, tenente a mente le istruzioni. Al momento giusto, vi ricompenseranno.
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jacopocioni · 8 months
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Tu se' più grullo della capra de' pompieri...!!!
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Ormai non si usa più dirlo, ma agli inizi del Novecento era un’espressione alquanto comune per un fiorentino. Tu se' più grullo della capra de' pompieri...!!! Non è ben chiaro il perché la capra dei pompieri fosse più stupida delle altre… c’è chi dice che di tanto in tanto scappasse dalla caserma, che si trovava in Piazza di San Biagio, nella ex chiesa, per andare a cercare erba da brucare in Piazza Signoria o in Piazza Vittorio (Repubblica). Altri ritenevano che le sue fughe fossero piuttosto indirizzate verso i tavoli dei Caffè di Piazza Vittorio dove, esibendosi in grandi moine verso i clienti, riusciva ad ottenere da questi delle zollette di zucchero, che pare amasse molto più dell’erba. E se gli avventori non la accontentavano, la capretta indispettita rispondeva con una bella cornata!
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Ma da dove veniva la capretta dei pompieri? Era originaria di Melicuccà, in provincia di Reggio Calabria, dove i pompieri fiorentini si erano recati per dare il loro aiuto dopo il terremoto del 1908. Avevano trovato questa capretta, l’avevano accudita ed adottata come mascotte, portandola con loro al rientro a Firenze.
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Stupida, non si sa, forse… di sicuro era molto vorace. Il 1° novembre 1909, durante la festa per il centenario del corpo, i pompieri furono costretti a rinchiudere la capretta-mascotte in un recinto, perché la famelica bestiola, festeggiando in un modo tutto suo particolare la ricorrenza, aveva divorato gran parte delle piante e dei fiori impiegati per gli addobbi della caserma!!
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Gabriella Bazzani Read the full article
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permalosino · 1 year
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Per l'anon che chiedeva delle zollette, stra prevedibile haha
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scontomio · 1 year
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💣 Dietor - MyDietor - Box da 204 Zollette 🤑 a soli 3,09€ invece di 3,99€ ➡️ https://www.scontomio.com/coupon/dietor-mydietor-vantaggio-zollette-di-dolcificante-naturale/?feed_id=97319&_unique_id=64242973aa80b&utm_source=Tumblr&utm_medium=social&utm_campaign=Poster&utm_term=Dietor%20-%20MyDietor%20-%20Box%20da%20204%20Zollette #coupon #dietor #preparatidacucinaedaforno #amazon #scontomio
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iltiramisu · 2 years
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Sapere come preparare la torta tiramisù di Treviso
Savoiardi bagnati nell'espresso, accatastati con mascarpone e uova sbattute delicatamente zuccherate e spolverati di cacao in polvere compongono il vellutato composto noto come tiramisù. Il suo nome, tirami sù, che si traduce in "sollevami", potrebbe essere un'allusione alle proprietà energizzanti dell'espresso e del cioccolato utilizzati nella ricetta. Sapere tutto sulla preparazione del tiramisù originale treviso e le istruzioni per l'uso.
La ricetta perfetta della torta al tiramisù!
La ricetta ideale per preparare il tiramisù a base di marsala e biscotti savoiardi di Treviso, Italia!
Mascarpone 16 volte
10 Savoiardi in una volta (biscotti savoiardi)
5 zollette di zucchero
6 tuorli d'uovo davvero freschi
4 cucchiai di rum o marsala
Caffè espresso, 4 tazzine, cacao amaro in polvere
PREPARAZIONE
Impara come fare un bel tiramisù da un laboratorio di produzione del tiramisù monoporzione con savoiardi, mascarpone e un tocco di marsala (se non ne hai, puoi sostituire il rum) usando il metodo tradizionale! Si dice che il famoso dolce italiano noto come tiramisù abbia le sue origini a Treviso, una cittadina situata a circa 30 minuti da Venezia. Gli ingredienti base della ricetta originale sono mascarpone, uova, zucchero, biscotti, caffè e cacao in polvere. Per riequilibrare il sapore, alla crema al mascarpone e alle uova viene aggiunta una piccola quantità di marsala (o rum).
I tuorli e lo zucchero devono essere ben amalgamati per creare il tiramisù ideale. Il mascarpone va aggiunto per ultimo, seguito dal marsala o dal rum, e mescolato per creare una crema omogenea. Il caffè deve essere preparato e lasciato raffreddare. In una ciotola capiente versate il caffè freddo; I savoiardi (biscotti savoiardi) vanno subito inzuppati sui bordi per evitare che diventino molto mollicci, e poi vanno disposti uno accanto all'altro sul fondo di una pirofila (8 x 9 pollici, 2 pollici di altezza). Se non siete sicuri della freschezza delle uova, pastorizzatele comunque sbattendo i tuorli con lo zucchero e il marsala (o rum) e scaldando la panna a bagnomaria a 180° una volta che la crema avrà raggiunto quella temperatura.
Indicazioni:
Il caffè espresso deve essere preparato, aggiunto dello zucchero e lasciato raffreddare.
I tuorli e lo zucchero devono essere sbattuti fino a renderli spumosi.
È fondamentale sapere da dove provengono le tue uova perché mangiarle crude mette a rischio la salmonella.
Per ottenere una consistenza cremosa, unire il mascarpone.
Adagiate i savoiardi uno accanto all'altro in una teglia dopo averli immersi nel caffè.
Man mano che impili gli ingredienti, ricoprili con il composto di mascarpone e poi ricopri con uno spesso strato di crema al mascarpone.
Aggiungere sopra un po' di cioccolato in polvere.
Servire freddo dopo aver trascorso circa 4 ore in frigorifero.
Se vuoi semplicemente assaporare questo dolce semplice ma squisito, vieni nel nostro ristorante; è sempre nel menu.
Si può assaporare a fine pasto o sorseggiando una vera tazza di tiramisù originale treviso.
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questaelamiavita · 9 months
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Oggi 2 zollette grazie, Buon giorno
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i-mmaginando · 3 years
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Quante zollette nel caffè?
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americordilmare · 2 years
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Se è vero che raccogli quello che semini, ed oggi ho raccolto un buccellato e un vassoio di pasticcini, devo aver seminato zollette di zucchero. Scherzi a parte, a tre giorni dal mio trasferimento mi sono arrivati questi due doni, non dovuti nè forzati, da due persone quasi sconosciute e io sono così contenta ed emozionata che, che vi devo dire, ho otto anni e va bene così.
Il pensiero va inevitabilmente ad Ilaria Occhini che in Mine Vaganti muore mangiando dolci, il che potrebbe essere considerata un'alternativa.
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inconsutile · 3 years
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Il rapporto con la realtà, la famosa formula magica delle persone la cui attività sessuale si esaurisce in coiti col preservativo e il cui intelletto riesce a contenere grossi dizionari enciclopedici e il diritto romano, persone che vi chiedono della vostra salute solo se avete tossito o starnutito davanti a loro e il cui desiderio di poesia si esaurisce «al di fuori della realtà», cioè del loro «privato». Insomma persone che hanno riservato alla poesia una parte del proprio tempo e se escono da Praga per una gita a Hradec Králové, ci arrivano per davvero, anche qualora si siano messi in viaggio con l'amante o con un volume di versi.
Le odio, mi ripugnano queste persone risolute, che hanno riservato alla poesia una parte del proprio tempo, come a qualsiasi altro hobby, per le quali quella pappetta diluita, senza sorprese, che spacciano per poesia, si limita alla versificazione e all'incontro fortuito con una prostituta di notte, quando tornano dai locali notturni.
Le odio quanto le zollette di zucchero bagnate sull'orlo dei piattini di caffè, e a loro non chiedo mai che cosa hanno sognato.
—Jana Černá, Clarissa tratto da “In culo ogni no”
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fashionbooksmilano · 3 years
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Gian Paolo Barbieri   A History of Fashion
a cura di Davide Faccioli, Gian Paolo Barbieri e Armando Chitolina,  Con un testo di Martina Corgnati.
Photology s.r.l., Milano 2002, 212 pagine,  17,50x21 cm,  copertina rigida rilegata con cofanetto, ISBN  9788888359014
euro 60,00
email if you want to buy :[email protected]
Antologia di immagini e nostalgie pubblicata da Photology nel 2002. Le fotografie rappresentano uno specchio di un ventennio, degli anni simbolo del costume e della fantasia, i Sessanta e i Settanta. Geometrie, colori e innovazioni. Materiali ricchi e poveri posano insieme. Piume e zollette di zucchero. E donne, donne vere.
Mostra Photology, Milano 1 Febbraio- 6 Aprile 2002 con il patrocinio della camera Nazionale della Moda italiana
10/06/21
orders to:     [email protected]
ordini a:        [email protected]
twitter:         @fashionbooksmi
instagram:   fashionbooksmilano, designbooksmilano tumblr:          fashionbooksmilano, designbooksmilano
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ceravolo · 4 years
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Oggi un caffè con due zollette di forza e coraggio .Delenissima
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ilsalvagocce · 3 years
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Il tempo è una cascata
Puntualmente lo stesso Puntualmente diverso
Tutta l'acqua passata Di fatto passa adesso Proprio niente va perso
Stanno abbattendo l'ospedale centrale dove sono nata, guidavo ieri sul viale centro nevralgico della città, ci passi sempre davanti ormai da 7 anni chiuso grigio gigantesco mostruoso, non lo vedi mica più.
c'era una di quelle zampe mangia ruderi, non è escavatore non è manco la gru, che lo cancellava a zollette, lo mangiucchiava di profilo, come una tavoletta di cicerchiata
ci porgevano una visuale perfetta, gru e facciata d'ospedale vecchio, a noi passanti, automobilisti ciclisti pedoni fermi sotto gli alberi tra le strisce i semafori col freno tirato e il piedino a terra per qualche minuto. ci eravamo nati tutti lì, mi sa. un teatro aperto
non scendiamo, alziamo solo lo sguardo per un poco, mi son girata io pure e dal finestrino l'ho visto a metà.
E D A L E
era proprio metà, l'altra non c'era più, una sgangherata alta metà. tutti quelli nati o procreanti lì dentro a guardar l'ospedale della prima luce.
son sembrati interminabili minuti, ma più quelli che son rimasti dopo addosso, che me ne andavo verso casa dei miei e mi dicevo quando tornerò stasera ci sarà meno, sempre meno, magari l'ultima fila delle due finestre.
L E
sapeva di spazio e tempo assieme quel frangente di strada di città, pensa mamma che t'ha partorito lì a babbo che chiama sorella e le dice È nata una meletta!, aneddoto tra i più in voga in famiglia nei decenni, alessandra che arriva in ospedale saltellando
ma io moltiplicati per migliaia a muso in su a veder venir giù.
Ho messo la crema sulle mani di mamma e poi sulle mie e poi sulle sue, che son tanto fredde tutte e quattro, le ho detto queste mani le hai fatte tu, guarda che pelle! che ossicine! son venute bene, no?
Al ritorno il tempo e lo spazio eran passati, non ci son passata in quel melodrammatico finale lì sotto, ho preso un'altra strada, quella dove al crepuscolo la luce cade così bella, puntualmente diversa.
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vele-e-vento · 4 years
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Millie, uscita dalla doccia, profuma come se la femminilità mondiale avesse deciso di riunirsi sotto casa per farti capire che significa essere una donna tutta insieme. Io non ho mai saputo dare nome a quel suo profumo, tra tea e menta, tra vaniglia e biscotto, tra arancio e lavanda, ma quando ti baciava sulla guancia o sulla bocca e sentivi lei più dappresso, dietro questo odore di  croccante, percepivi lontano quasi invisibile ma certamente presente  un profumo erotico profondo, senza mezzi termini, decisamente umano. Un profumo che senti solo quando l’intimità con una donna è diventata oltranzosa, devastata, impura, sfacciata e senza più contorni e limiti. Ecco, Millie era così anche come persona, in superficie una specie di fiore di arancio, una fragranza da alta profumeria italiana, ma nel privato era senza termini, decisamente umana, profondamente priva di limiti e confini, senza rispetto. Non era un genio, era semplice, ma dentro di sè come essere umano era sconvolta e perduta, impura forse, sola e disperata. Era disperatamente invadente, disperata di invadere, per non finire altrove per non cadere nella sua solitudine abominevole, indelicata e senza speranza… ma non l’avrebbe mai ammesso […]
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Versa le zollette di zucchero nel suo caffè lungo americano, una per volta. Arrivo a contarne sette, e non si ferma. Mette una zolletta e parla e poi ricomincia. Quando uno dei camerieri del Beverly Carlton Hotel, si avvicina lei mostra il polso e con un sorriso e una voce che farebbero incantare il più corrotto e arido  mafioso della malavita, chiede una o due cose. “Uova e bacon e aranciata, please” Certo signorina con piacere, e il cameriere che la riconosce al volo, sorride. Credo sia la prima volta che l'espressione “con piacere" vada intesa in modo letterale, il cameriere sembrava aver vinto la lotteria ! sorrideva estasiato. “Grazie mille, tesoro”,  lei gli allunga un foglietto verde credo da due dollari, che il cameriere fa sparire compiaciuto… ma è chiaro che non spenderà mai quei dollari li incornicerà probabilmente alla parete, dopo averli fatti vedere a tutta la famiglia, fino al settimo livello di parentela, e agli amici del circolo. E’ insolito che una donna famosa dia la mancia, in parte perchè non portano mai soldi con sè,  c’è sempre qualcuno che li tiene per loro, e c’è sempre qualcuno che è disposto a offrire, nessuno chiede il conto a una diva. Anche per la camera, è l’hotel che a pregato di ospitarla e ovviamente tutto è incluso: chaffeur, valèt, manicure, servizi di rinfresco e di massaggio, cibo, vino, bevande, forse anche la boutique, l’intimo, scarpe e vestiti: ogni negozio dell’hotel fa a gara per poter dire di aver servito la diva; e naturalmente la  colazione che stavamo facendo insieme, incluso il mio coperto. Quindi  la mancia, credo l’abbia data solo per dare a me l’impressione di essere una persona alla mano, normale. Milly Vanette, al secolo Millie Van der Valsenne, Contessa, attrice, e forse anche scrittrice, dico forse perchè esiste sempre un ghostwriter ben disposto a scrivere per una persona famosa, dietro compenso e dopo un agreement di  segretezza perchè non si dica che la diva non sappia scrivere. Millie, come dicevo, non ha niente di normale. E non c’è niente del normale nella sua vita. Nè l’aspetto, nè il tono di voce, nè il vestito, nè la sua vita, nè il suo corpo… Anche questa cosa che è la meno controllabile del mondo, il corpo, che Dio ci manda come ci manda, Millie come ogni persona magnetica è una contraddizione; già nel fisico. Non è particolarmente bella: a dire il vero è bella ma non particolarmente, non in modo speciale o distinto; in fondo il suo viso è abbastanza irregolare, e non è affatto alta, anzi la si potrebbe definire quasi bassa, come molte attrici famose d’altro canto;  il suo seno - sì - è abbondante, ma non troppo e non è particolarmente ben fatto. Nuda non ha niente di particolarmente sexy.   Ecco ha dei bellissimi piedi piccoli, femminili, e mani proporzionate, fini e delicate. Quasi da bambina, ma lunghe. Non ha niente per cui dovrebbe definirsi bella, sulla carta.  Ma se la vedi nel suo insieme, tutto è aggraziato in lei,  il suo corpo canta in modo equilibrato, e la sua pelle sembra emanare una luce, è di una bellezza straordinaria; i capelli sono fini e affascinanti, ricci in modo morbido e di un biondo fuori dal comune, quasi bianco e di quel bianco accecante come di una divinità nordica. Le labbra sono la corolla morbida di una bocca setata e di color carminio che pare che dica mangiami. I suoi occhi, guardandoti, hanno una luce straordinaria, come se dicessero sempre, è una bella giornata oggi vero? e tu credi a quegli occhi perchè - sì -   in effetti ora che lei è al tavolo questo tavolo sembra un tavolo straordinario, e la stanza dove siamo, che prima era ordinaria e banale, una normale sala da colazione alberghiera, ora sembra il set di un cinema, sembra anche che ci sia più  luce, certo c’è qualcosa di bello e di unico nella struttura della stanza ora. Quando Millie entra in un luogo, anche se  lei tace, anche se non dice nulla, quello si illumina, e tutti magicamente cominciano a puntare a lei, come fosse il centro di una ragnatela fatta di fili d’oro e colori caleidoscopici. Ma il meglio di Millie senza volerlo,  lo riserva all’ospite. Le sue piccole mosse degli occhi, la delicatezza dei gesti delle dita che - in questo caso - afferrano le zollette come se carezzassero la testa di un gatto, con attenzione e gesto leggero, amorevoli;  e il suo sorriso quando ti parla; e le spalle sproporzionate ma femminili, il collo dolce quasi delicato come di una bambina, le gesta dei  gomiti. E quel tono di voce che solo lei ha,  quasi fatuo, sciocco, ma simpatico, angelico che attira tutta l’attenzione che tu hai per lei. Una cosa sola,  e solo per chi la conosce nell’intimità, nella sua casa, nelle sue colazioni modeste e leggere, nelle sue cene  divertenti e esagerate, nelle sue serate di alcool e droga, che possono durare giorni, solo chi l’ha vista da vicino questa cosa ti fa conoscere, il suo profumo. Millie, uscita da una doccia, profuma come se la femminilità mondiale avesse deciso di riunirsi sotto casa per farti capire che significa essere una donna tutta insieme. Io non ho mai saputo dare nome a quel suo profumo, tra tea e menta, tra vaniglia e biscotto, tra arancio e lavanda, ma quando ti baciava sulla guancia o sulla bocca e sentivi lei più dappresso, dietro questo odore di  croccante, percepivi lontano quasi invisibile ma certamente presente  un profumo erotico profondo, senza mezzi termini, decisamente umano. Un profumo che senti solo quando l’intimità con una donna è diventata oltranzosa, devastata, impura, sfacciata e senza più contorni e limiti. Ecco, Millie era così anche come persona, in superficie una specie di fiore di arancio, una fragranza da alta profumeria italiana, ma nel privato era senza termini, decisamente umana, profondamente priva di limiti e confini, senza rispetto. Non era un genio, era semplice, ma dentro come essere umano lei era sconvolta e perduta, impura forse, sola e disperata. Era disperatamente invadente, disperata di invadere, per non finire altrove per non cadere nella sua solitudine abominevole, indelicata e senza speranza… ma non l’avrebbe mai ammesso, se non in circostanze particolari;  non avrebbe mai ammesso questa sua profonda desolante paura di essere se stessa: debole e indifesa, e disperatamente senza sicurezze. Quando un artista si apre, è sempre in condizioni assurde,  oppure quando è   nell’intimità fisica. Oppure per un avvenimento  sciocco che riguarda il lato narcisistico della vita. O semplicemente  parte un click!  ad  un certo punto parte questo click e la persona che hai di fronte diventa un quadro di Munch, l’universo si piega su di lei, la  percuote, e niente può fermare questo evento cataclismatico, la spirale che scende sempre di più,  e in pochi minuti non c’è altro che un apoplettico caos, senza controllo, un individuo privo di qualsiasi dignità e coerenza, e forse anche di coscienza in senso proprio, stravolto oltre ogni umana possibilità. Millie, come moltri altri suoi simili, grandi nell’arte e altrettanto terribili, deboli, e autodistruttivi nella vita personale e spirituale e mentale,  qualunque cosa   dicesse non si poteva mai capire cosa fosse vero o finto. Forse anche la sua disperazione non era vera. Forse era teatro e cinema anche quello. Forse neanche lei lo sapeva. Ma anche se questa disperazione la coglieva in modo irrispettoso e devastante,  appena le luci si accendevano, appena la porta della camera si apriva e appariva un cameriere, un maitre, un giornalista, un fan, un bambino, un postino, Millie si trasformava e  trasformava tutto attorno a sè,  il sole si accendeva e lei illuminava la stanza con tutta se stessa, in modo assolutamente naturale e ovvio. Ora la bellezza era lì presente, e doveva ovviamente essere così;  la causa era ignota, ma Lei era presente e quindi sembrava del tutto naturale.  Come il tepore e la luce arrivano quando sorge il sole, l'aura e il calore arriva quando entra lei nella sua timidezza e femminilità. E questa è l'unica cosa che conoscevo con sicurezza non essere finta in lei, o inventata:  era una sorta di musica, di parola, di profumo appunto; tutto suo. E  doveva essere vera per forza perchè su me, come su tutti, aveva un effetto reale e implacabile ogni volta. Ogni volta - qualunque cosa avesse fatto, scene, gesti plateali, minacce, lanci di piatti, tagli nelle braccia, pianti, droga, bevute, e persino sputi e calci e altre cose che non è il caso ora di raccontare - qualunque cosa   quando Lei tirava fuori quel lato, la diva che era in lei, il fiore, la luce, il sole, io mi innamoravo comunque di nuovo di lei. E con me tutti.
#M
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marjane-satrapi-10 · 4 years
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Un’orca assassina in mezzo alle sardine
Ciao piccole zollette di zucchero,
Oggi voglio parlarvi di una cosa che mi affligge da ormai 23 anni... 
Il pessimo rapporto che ho con lo specchio o almeno con ciò che riflette solitamente lo specchio: il mio corpo.
Premessa: avrei messo pure una fotografia di me davanti allo specchio, ho anche la foto perfetta per testimoniare la mia fisicità, ma sapete com'è, l’ho scattata, l’ho trovata stupenda e poi dopo pochi secondi ho iniziato a vederci difetti su difetti. Quindi nada, dovrete credermi sulla parola.
Sono sempre stata una bimba grande, fin dalla nascita, infatti sono nata per parto cesareo, se no probabilmente avrei aperto in due come una noce mia madre. (Ero 3.8 kg, per 52 cm). 
I pannolini per i neonati non mi andavano, ho iniziato la mia vita indossando quelli per i bimbi di un mese. Ed era solo l’inizio del mio problema con le taglie.
La mia struttura ossea, il castello come dice mia zia Marina, è massiccio e ben messo. In realtà non sono mai stata grassa, solo massiccia. Ma per capire questo ci ho messo anni di odio per me stessa e per le superfici riflettenti. Ho sempre avuto problemi nella percezione del mio corpo, sono 1.65 ma io li percepisco come 1.80. Nella mia testa ho costantemente l’idea di un elefante in una cristalleria, ed effettivamente sono così. Sono estremamente goffa nel mio cervello, quando per gli altri cammino come in un mix di camminata militare e da pin up.
Ammettiamolo che la società e le persone che mi hanno circondato nella vita (oltre agli specchi) non mi hanno aiutato molto nell'accettarmi.
Prima di tutto la famiglia di mia madre, in particolare una mia zia, rinnega il fatto che io possa aver ereditato il mio fisico da altri geni che non sono i suoi.
Io ho un fisico a clessidra, quello che tutte e tutti vogliono al momento, e l’ho ereditato centrifugando i geni di una bisnonna materna che era un armadio (anche la mia faccia da stronza per essere precisi è la sua) e quelli della mia famiglia paterna dove siamo TUTTE con i fianchi larghi.
Sono 23 anni che sento mia zia giudicarmi per il mio bacino, dice che dovrei perdere peso e fare più sport. Ha indetto una campagna diffamatoria su di me.
Seriamente? Ho fatto 11 anni di nuoto agonistico, uniti a 10 anni di vela e di snowboard. Vado a fare trekking in montagna con enorme piacere e al momento mi alleno 5 volte a settimana in palestra con cardio e pesi. Fidati. Non è lo sport che mi manca.
Settimana scorsa per esempio mi ha detto che mi avrebbe aiutato a perdere il “sederone”, alla mia risposta del fatto che non avessi nulla contro la mia metà inferiore mi ha detto che tutti in famiglia hanno i fianchi larghi, che anche un’altra mia zia aveva i miei stessi fianchi, peccato che lei ha avuto 3 figli. IO NO. 
Quando le ho fatto notare la cosa lei mi ha risposto che anche lei aveva partorito, ma comunque è bella snella.
Peccato che i miei cugini da parte di madre alla nascita arrivavano neanche a 2 kg. Il mio bacino è stato creato da Odino per sfornare vitelli jugoslavi, non docili pargoli rosso-crociati.
Ma veniamo al titolo del post, nei 11 anni di nuoto mi è successo spesso di essere fotografata con le mie compagne di squadra e di finire a confrontarsi.
C’è una fotografia che è stampata nel mio cervello, siamo tutte con un costume nero, belle in fila come soldatini.
Loro sembravano delle longilinee sardine nella loro scatolina, io un’orca assassina pronta a mangiarle. Ero 3 volte loro.
Dovuto al nuoto sono sempre stata sotto osservazione medica dal punto di vista del peso, e anche questo è un tema che mi spaventa affrontare.
Sono fuori stazza, ormai lo avete capito, ma sono così in ansia sul mio corpo che se scendo di una taglia non mi dico “Oh, avrò perso peso...”. No, il mio primo pensiero è il fatto che i pantaloni si siano allargati magicamente la notte (i topolini di Cenerentola sono sempre in agguato) oppure, addirittura, che H&M ha deciso di fare una riforma sulle taglie.
Sono così convinta che io non posso scendere di peso che ora che magicamente sta succedendo (”magicamente”) non ci voglio credere. Non è possibile. I topolini di Ceneretola me stanno a prendere per il culo.
In quello che vedo nello specchio non sono i progressi che sto facendo, sono sempre io, quella enorme massa di corpo che per il mondo sarà attraente, ma per la proprietaria non tantissimo.
E questo poi si traduce in razzi di SUPER autostima del proprio corpo, quando in realtà te fai schifo alle tube quando di guardi nelle vetrine.
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