dialoghisottili

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eri più tossico di una serata allo shisha.

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hai presente quando sbagli a scrivere qualcosa?

provi a cancellarlo con la gomma ma il segno rimane lo stesso.

ecco, io non voglio avere più le tue tracce, niente segni, niente.

metterei tanta colla tra una pagina e l’altra e ti chiuderei per sempre.

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non si resta amici dopo essersi guardati con gli occhi dell’amore

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per essere così piccola hai una mente così grande.

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“no, non voglio, perfavore fermati.”

il silenzio se non i tuoi sospiri tormentosi mi soffocavano pian piano. perché tutto era così buio?

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non mi faccio abbracciare da chi prima voleva strozzarmi

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dice che non gli piacciono le snelle

e le modelle

ma con gli amici suoi sceglie sempre quelle

le condivide e le sprona

e a loro emoziona

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i miei nomignoli sono talmente usati

che le mie scarpe sono lucide al confronto.

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vi fermate a giudicare una ragazza per il suo abbigliamento e il suo carattere, di conseguenza il suo comportamento; ma anche i ragazzi, perché parliamoci chiaro, la parità dei sessi, è a molto di voi ignota.

se mi vesto attillata sono una poca di buono, se lo fa un ragazzo è gay, se mi vesto “comoda” sono una che non si prende cura di se e della sua femminilità, se lo fa un tipo va benissimo perché tanto è maschio e la tuta è fatta per loro.

se io sto con x tipi sono una troia che la da a tutti, se il tipo si fa x tipe è un grande playboy e tutti lo ammirano con tanto di commentini.

è gay? allora sarà strano, però quando vedete due ragazze o due ragazzi che si baciano, vi eccitate come dei conigli in calore.

è etero? lo accettate, perché yo, è normale tanto!

queste sono solo cose generali, che voi etichettate e commentate ogni fottuta ora, non avendo un cazzo da fare nella vostra vita purtroppo sprecata.

state sempre a giudicare quando l'unica cosa che dovete giudicare è la vostra persona.

(sempre se non vi sentite troppo superiori😉)

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quando mi allenavo sette giorni su sette per due ore, quando riempivo la mia pancia con una tazza di latte la mattina e a pranzo un’insalata, quando avevo le occhiaie, quando ridevo tutto il giorno per non mostrare mai debolezze, quando segnavo tutte le calorie che ingerivo nonostante il pasto era sempre quello.

quando ascoltavo musica in disparte, quando scrivevo nel mio quadernetto, quando disegnavo la mia pelle, quando sceglievo un piccolo gruppo di amici al posto di uno grande in cui si diffamavano tutti.

io non dimentico nulla, come mi avete chiamata? troia, cessa, inutile, troppo grassa, troppo magra, troppo palestrata, troppo fissata e migliaia di altri aggettivi che se qualcuno un giorno dicesse alla vostra futura figlia o al vostro futuro figlio, vi verrebbe da spaccargli la faccia.

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sono considerata scontrosa perché non reagisco ai fischi, perché non reagisco ai sorrisi angoscianti, alle frasi di approcciamento depravate; e la parte più triste è che devi star sempre attenta a non dar un sorriso, una parola od uno sguardo di più. perché si sentono tutti al centro di un qualcosa inesistente per noi, perché hanno un filo scollegato tra raziocinio e bocca.

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quando una mano si avvicina

ho paura delle carezze perché magari dalle tue insicurezze, o dalle tue vecchie amarezze, sorge sempre la tua prepotenza, la tua veemenza. io splendevo sempre, ma tu mi oscuravi, mi rendevi la pelle tenebrosa, mi hai fatto estinguere, più volte hai reso offuscata la mia vista mentre mi cancellavi dalla tua speciale lista.

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catene

io sono uno spirito libero, voglio essere libera non mi serve un sonnifero perché sono effimera non mi sono mai piaciute le catene perché alla noia non hanno mai fatto bene.

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colori scuri, colori scurissimi, rosso sangue, nero, bianco ospedale, grigio, colori.

all’inizio ero un quadro bianco, ho iniziato a prendere delle sfumature colorate, ma dai toni scuri. Crescendo le tonalità sono diventate nere e grigie, ho acquisito l’autostima che mi farà andare avanti e i miei colori si sono riattizzati.

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la paura

paura di sera e di giorno non puoi mai sapere quando accadrà vedi entrare visi consumati, stravolti mettono paura, ho paura non posso stare tranquilla, non voglio.

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pensavo a quanto fosse bello quando ti scende una, anche due lacrime e dai la colpa al freddo ma poi arriva la persona che ti guarda e ti dice si, il freddo, ma quello che hai dentro

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mi dispiace ma quando parleranno di sesso

io vedrò solo quello,

la faccia di due coglioni

che hanno rovinato i miei colori.