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#corpo femminile
lollyhabits · 4 months
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Il cuore è solo un organo ✔
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Il cuore non è l'organo più importante in un organismo complesso: è solo una pompa, che irrora sangue per permettere la riproduzione e lo sviluppo cellulare; è una pompa che resta attiva, artificialmente anche nei casi di espianto degli organi, quando il cervello del soggetto è morto - perché è il cervello a renderci non solo senzienti, ma anche capaci di sentire e comprendere il dolore. L'embrione, non avendo uno sviluppo cerebrale, non percepisce dolore alcuno.
La biologia che è possibile osservare nello sviluppo di un embrione, all'interno di un utero, fa capire che il lavoro fondamentale viene svolto dal soggetto ospite (dal corpo della donna incinta), che in modo del tutto attivo, ma non dipendente dalla volontà dell'ospite, muta le sue condizioni (persino le ossa cambiano posizione), per adeguarsi ai processi cellulari in corso nell'utero; se si verificano problemi nel corso dello sviluppo, il corpo femminile, nella maggior parte dei casi, non continua il processo, e lo espelle, in un aborto spontaneo - realtà ordinaria e non straordinaria.
Il nostro Diritto riconosce Persone solo i nati, proprio perché è consapevole di tutti i reali meccanismi di una gravidanza - anche dei parti prematuri, che, se non ci sono tecniche adeguate per soccorrere il neonato prematuro, portano alla naturale morte.
Noi salviamo i neonati prematuri, che spesso presentano complicazioni nella crescita, perché abbiamo le conoscenze adeguate e strumenti ospedalieri per farlo; diversamente, il loro destino è, nella maggior parte dei casi, morire, poiché più fragili, in quanto non hanno terminato il loro sviluppo.
Salviamo noi, i neonati prematuri, perché le tecniche mediche sono evolute, ma la "natura" no: ne decreterebbe il decesso (in contraddizione netta con chi continua a sostenere che l'esistenza umana debba essere condotta solo "per natura": se lo fosse, avremmo più decessi di neonati prematuri).
Solo quando il neonato viene staccato del tutto dal corpo materno ed emette il primo vagito, oltre che respirare, possiamo dire che quella è una Persona: prima no, perché le complicanze di una gravidanza sono infinite, compresa la complessità di un parto che può causare la morte del nascituro e/o della donna.
Non è colpevolizzando una donna che la si farà diventare "madre modello": è proprio tutto il contrario.
Le donne abusate, psicologicamente, da compagni e famiglia, per portarle a diventare madri per mero uso e costume, LI ODIANO I FIGLI. Quindi, meglio abortire, quando l'embrione, da potenziale neonato, non effettivo, è equiparabile ad una qualsiasi cellula del nostro corpo, in procinto di svilupparsi e non sviluppata - e non vi è certezza che maturerà; e non vi sono motivi per descrivere l'embrione come senziente: il cervello, capace di ricevere stimoli esterni e tradurre gli stimoli nervosi, non si è sviluppato.
Meglio abortire, perché la GPA non è consentita in questo Paese (chi viene indotto a portare avanti una gravidanza, pur non volendo il figlio, assume la posizione di donna che si fa carico di una gestazione per conto terzi); fintanto che non sarà normata la GPA, diventando un diritto per chiunque, eterosessuali e omosessuali, è l'unica scelta che ci permette, da donne, di non essere conniventi di un traffico illegale di adozioni nazionali di neonati in corso.
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morganadiavalon · 2 months
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Andando verso la metro, sono passata davanti al solito baretto sfigato che c'è sotto casa mia. Ricettacolo di personalità bizzarre e spesso moleste, stamattina ospitava, ad un tavolino prospiciente il marciapiede, tre vecchiettini grinzosi che giocavano a carte.
Al mio passaggio alzano tutti e tre la testa e seguono il moto del mio oltrepassarli. Li guardo appena con la coda dell'occhio, da sopra la spalla sinistra, forse nemmeno se ne accorgono.
"Che bella ragazza" mi raggiunge alle spalle, delicato come una carezza. Mi giro, faccio due passi verso di loro, che mi pensano forse arrabbiata e sul punto di investirli con il dolore collettivo del corpo femminile e quindi il vecchiettino grinzoso e delicato aggiunge subito a mo di mani alzate - che forse gli fanno troppo male le spalle per dare carne a quella difesa che deve affidare solo alle parole - "assomigli a mia nipote".
"E come si chiama sua nipote?"
"Adelaide, vive in Germania, la vado a trovare con mia sorella e suo marito tra una settimana. Non la vedo mai..."
"Beh le auguro un buon viaggio, signor...?"
"Giustino"
"Bene signor Giustino, faccia una buona vacanza e dia un'abbraccio ad Adelaide anche da parte mia"
A volte ci basterebbe solo un po' di contesto.
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angelap3 · 2 months
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"Magnifico "scritto"
"Donne stiamo attente, ci stanno levando tutto! Se ci levano anche la vecchiaia siamo fritte. Voglio restauraurare una parola fuori moda, fuori legge: vecchiaia.
La vecchiaia è un'età anche interessante, la vecchiaia è un'età molto anarchica e romantica. Perché ogni giorno può essere l'ultimo, perché sei in fuga dalla morte e ogni giorno in più dici: tié, ti ho fregato. È un età molto fervida, è un'adolescenza senza domani. E sarebbe un'età interessante se non fosse che poi si muore.
Cioè, io la retorica sulla bellezza della vecchiaia la lascio al mercato che ci adula a noi vecchi per venderci i suoi schifosi prodotti. Mi secca essere vecchia, perché è la porta della morte ed è, e resta, una maledizione biblica. Però non è mai stata così brutta da quando si cerca di nasconderla, da quando non si nomina più, cioè, non è una parolaccia è il nome di una stagione, perché esistono le stagioni e c'è una grande durezza, ma anche una grande dolcezza in questo.
Terza età, anziano, mi fa sentire in fin di vita mentre vecchio ha un bel suono di battaglia, vecchio! La vecchiaia femminile è stata abrogata dal mercato e la donna è stata demonizzata: la donna accetta la farsa della giovinezza obbligatoria, la plastica è il nostro burqua.
Ci fosse il filtro di giovinezza ti credo correrei! Farei qualsiasi bassezza, vorrei avere sedici anni in tutto, specie nella mente, ma anche in corpo, nel fegato... E se non mi sono rifatta non è perché non sono vanitosa, ma è perché sono vanitossissima, di una vanità ributtante, e non voglio aggiungere l'oltraggio del bisturi a quello del tempo. Certo, ci vuole un senso dell'umorismo sempre più spiccato per portare in giro la propria faccia, però mica sei vecchio sempre. La persona libera cambia età molte volte al giorno: siate nonne a quindici anni, fidanzate a ottanta, ma non siate mai quelle che gli altri vogliono.
La donna oggi: in una mano la ramazza nell'altra il biberon nell'altra il computer nell'altra la biancheria sexy nell'altra i vecchi da curare. Ma quante mani ha una donna? E adesso bisogna pure essere fighe fino a ottant'anni. Ma perché? Non facevamo già abbastanza?"
BARBARA ALBERTI
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marcoleopa · 18 days
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Chiagne e fotte
In un imbarazzante telegiornale in prima serata, ormai trasformato in orinatoio del governo dei patrioti, il ministro della subcultura, si autoproclama innocente.
Parla, straparla, mostra fogli in formato A4, chiede scusa e conclude (captatio benevolentiae), in lacrime, il proprio soliloquio.
Lo so, fare i confronti con i "paesi normali", preferisco chiamarli paesi con alto livello di senso civico e civiltà, rischia di diventare lo sport nazionale, laddove, nei menzionati paesi, il rispetto di sé e della carica pubblica che si riveste, proprio per senso istituzionale (siano esse repubbliche parlamentari, presidenziali o semipresidenziali, monarchie costituzionali etc.), funge da freno inibitori alle pagliacciate.
Un esempio, furono le dimissioni di J. Profumo nel 1963, perché di fatto, discredito' il governo.
Ma noi siamo il paese del bunga bunga, delle cene galanti, della nipote di Mubarak, del corpo femminile esposto come trofeo, del 'ce la possono sucare' e del gatto in auto blu, del 'a Fra che te serve?'.
Un paese dove il curriculum degli atti processuali e delle condanne, consente l'ingresso in parlamento, ma, impedisce di partecipare ai pubblici concorsi.
Ciò che accaduto al telegiornale, altro non è che lo specchio del sistema italia, marcio fin dalle fondamenta, dove le pubbliche virtù sono ormai solo un ricordo di chi, frequentate le scuole di formazione politica, sarebbe stato votato per la gestione della res publica.
La trasformazione antropologica e irreversibile degli italiani, è avvenuta.
Zio Silvio ringrazia
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ninfettin · 8 months
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ripeto agli anonimi che "ehegehh metto la tua foto sul gruppo telegram": che vi devo dire? buoni seghini? siete talmente tanto sfigati da non trovarvi una povera crista che vi sopporti 5 minuti e avete così paura del genere femminile che vi sentite forti solo alleandovi tra voi sfigati e scambiandovi materiale di ragazze che fanno quel cazzo che vogliono con il loro corpo
fareste pena, se me ne fregasse qualcosa
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abr · 2 months
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la donna terrorizzata, promozione obbligatoria dei Servizi per raggiungere il 30% di componente femminile, sarebbe pagata e addestrata per PROTEGGERE il soggetto col suo corpo, come fa il collegO (usiamolo anche noi il genere).
Dai filmati si vede che non sa estrarre la pistola. la fa cascare (!) e vagola senza meta con l'aria sperduta. In compagnia di altre stipendiate de gnente. Tengono famiglia, han vinto il concorso ma mandatele a regolare il traffico.
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crazy-so-na-sega · 3 months
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Karl Jax ha osservato che tra le dee e le eroine d’Omero non ce n’è una che abbia i capelli neri. Odisseo è l’unico eroe omerico bruno, ma l’abitudine a ritrarre gli eroi biondi è così forte che in due passi dell’Odissea (Xlll, 397, 431) anche lui è detto xanthòs. E, d’altronde, Odisseo si differenzia anche per i suoi caratteri psicologici, segnatamente per la sua astuzia: Gobineau vedeva in lui l’eroe “nella cui genealogia il sangue dei guerrieri achei si è fuso con quello di madri cananee”. In genere però, il disprezzo dei Greci d’epoca omerica per il tipo levantino, è scolpita dal loro disprezzo per i Fenici, bollati come “uomìni subdoli”, “arciimbroglioni” (Iliade XIX, 288). Tra gli dei omerici, Afrodite è bionda, come pure Demetra. Atena è, per eccellenza, “l’occhicerulea Atena”. Il termine adoperato è glaukopis, che certo è in relazione anche col simbolismo della civetta, sacra alla dea (glaux = civetta: occhi scintillanti, occhi di civetta), ma che in senso antropomorfico vale “occhicerulea”: Aulo Gellio (Il, 26, 17) spiega glaucum con “grigio-azzurro” e traduce glaukopis con caesia “die Himmelbluaugige“. Pindaro completa il ritratto omerico della dea chiamandola glaukopis e xanthà. Apollo è phoibos “luminoso, raggiante” e anche xoutòs. Era, sposa di Zeus e modello della matrona ellenica, è leukòlenos, “la dea dalle bianche braccia”, tipico tratto della bellezza femminile della razza nordica.
La grande arte classica, che data da questo secolo, ha ritratto quel tipo alto, con tratti fini e regolari, che è proprio della razza nordica, e quale oggi si può trovare compattamente solo in alcune regioni contadine della Svezia. Anche la razza mediterranea ha tratti regolari, ma è di piccola statura, e quell’impronta più fiera, quel modellato più energico del naso e del mento che fanno la fisionomia classica, sono da ricondursi alla razza nordica: “Ancora Aristotele scrive nella sua Etica Nicomachea che per la bellezza si richiede un corpo grande, di un corpo piccolo sì può dire che sia grazioso e ben fatto ma non propriamente bello. Questo corpo piccolo e grazioso è essenzialmente quello mediterraneo, come appare a uomini di sentire nordico. Per la sensibilità nordica il contenuto fisico e spirituale della razza mediterranea non è sufficiente ad attingere la vera ‘bellezza’, perché qui per la bellezza si richiede una certa gravità interiore, una grandezza d’animo che dai Greci di sensibilità nordica fu sintetizzata nel concetto della megalopsychìa… La figura mediterranea agli occhi dell’uomo nordico apparirà sempre troppo leggera e troppo inconsistente perché i suoi tratti fisici siano ammirati come “belli”.
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non me ne vogliano le tappe brune...;-)
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occhietti · 9 months
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Una donna dovrebbe tenere la propria femminilità per sé e per chi merita di scoprirla. Altrimenti, eccedendo, non permette che nessun uomo acceda a contenuti più profondi.
La vera misura dello spessore e della caratura maschile è, infatti, data dal sapere relativizzare il richiamo del corpo femminile esibito, sfrontato, sfrenato.
Infatti, l'esibizione insistente, l'eccesso, la sfrontatezza sono sempre manifestazioni di paura ed insicurezza mascherate da forza e potere.
Noi siamo davvero attratti dall'armonia, cioè dalla presenza di un qualcosa di originale che la persona incarna, da una sua bellezza particolare che mette assieme più elementi, da qualcosa di misterioso che resta tale, da qualcosa che non può e non deve essere messo in mostra.
Ciò che non si vede, ciò che è segreto,
ciò che si immagina:
questo è davvero erotico.
- Mariano De Simone
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vividiste · 2 months
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Immagina di essere nata femmina, tua madre ti ha messo al mondo e, insieme a tuo padre, hanno voluto chiamarti Imane, fede.
Immagina che, mentre cresci, capisci di avere una passione, la Boxe. Ti alleni, gareggi, vinci, hai un dono.
Sei molto forte ma crescendo noti che il tuo corpo non è come quello di tutte quelle che ti circondano, e capisci che hai qualcosa di diverso. Un livello ormonale di testosterone più alto.
E non lo noti solo tu, ma te lo fanno notare ogni volta che sali sul ring misurandolo.
Immagina di esserti sentita sempre donna, di non aver mai modificato niente nel tuo corpo. Tra l'altro cresciuta in un paese dove la transizione è illegale, ma a te che importa? Sei donna e lo sai.
Immagina di gareggiare più volte, prenderti tutti quei pugni, cadere, rialzarti ed essere squalificata. Più volte, tante volte. Un sorriso, e si va avanti, sperando nella prossima.
Immagina di salire sul ring con una Irlandese, Kelly Herrington (tanto per citarne una) 1-0 per lei, la prima, la seconda, la QUINTA VOLTA. Hai perso ancora, ti sei presa i pugni più forti della tua vita e non sei riuscita a mettere nemmeno una volta k.o. quell'altra donna davanti a te che ti ha massacrato.
Eppure, lei non aveva tutto questo testosterone di cui parlano, nessuno si è chiesto come mai ti abbia battuto.
Immagina di essere squalificata perchè quella volta avevi un livello di testosterone più alto rispetto ai criteri richiesti.
Immagina di andare alle olimpiadi, anni di lavoro, di allenamento, di sacrifici, un sogno. Questa volta il livello di testosterone è nella norma, va tutto bene. E immagina poi di essere definita "Uomo algerino" dai giornali italiani. Di ritrovarti oggetto di un'ondata di odio e discriminazione di cui non volevi far parte e di essere chiamata trans, solo perchè per qualcuno non sei abbastanza donna.
Dai il primo pugno, circa 30 secondi, ancora non ti sei nemmeno caricata per il round. Vedi la tua avversaria andare all'angolo, piangere, dire che fa male. Sei confusa, certo che fa male, è un pugno, ne hai presi migliaia anche tu.
Il round finisce ancora prima di iniziare, ti dispiace, giorni prima sei stata inondata di polemiche, di dubbi, di ansie. Ti avvicini a lei, per salutare, per dare una mano, quella famosa solidarietà femminile. Ma no, tu non sei donna, non sai cosa sia. Infatti, ti gira le spalle, piange, se ne va e tu rimani lì, non sai che fare.
Che colpa hai?
Nessuna. Sei nata donna, con qualche anomalia, ma sei donna. Eppure per i politici italiani non lo sei, uomo algerino, trans.
Non vorrei entrare nel merito, mi dispiace per la Carini. Sicuramente il tormento mediatico ha avuto un grosso impatto. Però, dai, stiamo parlando di olimpiadi di Boxe, in cui ha partecipato una campionessa italiana chiamata Tiger, fiamme oro della Polizia di Stato, mica danza classica.
(Grazie a Monia Ben R’houma per questo testo bellissimo e pieno di empatia)
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Fonte fb
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diceriadelluntore · 1 year
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Toccata e Fuga
La “repentinità dell’azione, senza alcuna insistenza nel toccamento”, da considerarsi “quasi uno sfioramento” non consente di “configurare l’intento libidinoso o di concupiscenza generalmente richiesto dalla norma penale”. Con il solito bolso uso aulico della lingua (che è per il potere il rifugio alla propria stupidità) un bidello è stato assolto dalla quinta sezione penale del Tribunale di Roma, secondo cui il palpeggiamento compiuto da quest'ultimo ad una studentessa nell’aprile del 2022 “non costituisce reato” dato che, per il tribunale, il palpeggiamento, è durato “tra i 5 e i 10 secondi”. Mi ha molto colpito questa sentenza, perchè quantifica la quantità necessaria di un’azione per essere considerata una molestia: come per esempio una suite d’albergo deve avere almeno due stanze altrimenti non può definirsi tale, qui la durata in secondi del gesto non può chiamarsi molestia. 
L’altro giorno un post di @oceanblueeurope (che taggo con il suo permesso) si lamentava del come la libertà personale di mostrarsi su Tumblr, soprattutto rispetto al proprio corpo, sia vista spesso come un esplicito invito a chiunque per soddisfare una sua concupiscenza, per dirla come gli esimi giudici. La totalità di questi chiunque sono maschi, di età variabile. Non è la sola che come post fissato in alto sulla bacheca ha questa sorta di avvertimento: non scambiate quello che mi piace fare per il fatto che mi piaccia farlo con uno qualsiasi di voi.
Sembra un concetto limpidissimo e facilissimo da capire. Ma noto che è prontamente disatteso. Tra l’altro, se una delle ragazze se ne lamenta, con tutti i buoni possibili motivi del caso, passa per stronza, nel migliore dei casi.
C’è una sostanziale differenza tra il criticare un’idea e la persona che la trasmette. In un posto come Tumblr, il non accettare una azione che non si condivide è semplicissimo, basta non seguire più il blog da cui questa idea scaturisce. D’altronde, @oceanblueeurope non chiede a nessun altro né di emularla né di fare il contrario, ha tutta la possibilità, nel limite che lei o le regole di questo posto impongono, di poterlo fare. La sua libertà di fatto non va a collidere con nessuna delle libertà altrui. 
Una delle subdole convergenze che il Web ha portato nei nostri tempi è una malcelata sessuofobia di genere: pure qui abbiamo tutti molto discusso del fatto che un capezzolo nudo, femminile ovviamente, sia censurato, un’argomentazione farabutta, storicamente errata e infamante di altri no, per il principio della libertà di espressione. Che, per un’idea totalmente anglosassone (e francamente stupidissima), può passare per parole dette o scritte ma non per rappresentazioni visive. Per cui, un paio di tette è molto più “pericoloso” che una citazione del Mein Kampf. Questo non fa altro che fissare la visione della nudità come univoca della sessualità, legata cioè alla condivisione del proprio piacere, e non come qualsiasi altro motivo (liberazione da vincoli, piena espressione di sé, momento di auto considerazione, perfino vanità, non è questo in discussione in questo mio post), che se ci pensiamo bene, è la stessa idea insita nella pornografia industriale, dove basta un sorriso per finire nudi in qualsiasi momento. 
Ogni volta che succede un femminicidio, che ricordo è un omicidio perpetrato ad una donna in quanto donna (per cui un delitto tra mafiose ha valore in quanto delitto di mafia e non di genere) si dice che è una questione di educazione. In questi giorni dove un abuso sessuale è al centro della cronaca, nel caso specifico comprendente anche altre questioni niente male (il potere politico, la delazione di genere, il passaggio tra il caso specifico e abitudini di chi, presumibilmente, ha subito un’aggressione) si parla spesso di educare i figli maschi al rispetto delle femmine. È del tutto comprensibile e necessario. Ma prima di questo, sarebbe necessario imparare ad ascoltare, o leggere nel caso che ho citato, e capire cosa chiede un’altra persona, e avere la dignità di perdere un secondo per chiedersi se è meglio essere sinceri, essere limitati e non esagerare, essere pertinenti e chiari. 
In sintesi, impariamo a rispettare gli altri, a non sentirci chiamati da spirito divino a commentare cosa fanno e come e a non pensare di vivere in un film porno.
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tiaspettoaltrove · 6 months
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“Sei un pervertito come tutti gli altri”. No.
Bisogna chiarire alcune cose: in questo blog scrivo quello che voglio, quando voglio, come voglio, e per i motivi che voglio. Se voglio parlare del mio pene, lo faccio. Se voglio parlare della psiche femminile, lo faccio. Se voglio parlare della mia vena poetica, lo faccio. E così via. Questa mia libertà è sufficiente per associarmi a un pervertito? Lo trovo un ragionamento immaturo, se non addirittura infantile, puerile, fallace. Sono un pervertito? No, per i canoni odierni e per come viene immaginato e descritto un pervertito oggigiorno. Ho una spiccata fantasia, un erotismo innato che spesso mi accompagna, una passionalità intrinseca e introversa come il mio carattere. Pertanto da qualche parte, e nello specifico prevalentemente qui, in qualche modo viene fuori. L’utilizzo di certi vocaboli, di certe metafore/similitudini/allegorie, m’appassiona. Quindi, quando ne ho voglia, mi abbandono a questa pratica. Tutto ciò per dire che non ho bisogno di sotterfugi e mezzucci vari, per parlare del mio pene. Se la ruota gira, la lascio girare a prescindere. E con “ruota” non mi riferisco al mio pisello che fa l’elicottero. È un modo di dire. La libertà espressiva m’eccita mentalmente perché viviamo in una prigione dorata. Io parlo liberamente di tante cose, mica solo della mia sessualità. Siamo solo all’inizio, è un po’ presto per fare bilanci. Onestamente parlando, trovo molta (ma molta) più perversione in quasi tutti i prodotti di Hollywood (film e serie tv), piuttosto che nei miei testi. Comprendo che ognuno abbia un metro di giudizio diverso, ma stride che mi vengano dirette accuse palesemente prive di fondamento. Vuoi che scenda nei dettagli della mia vita privata? Be’, una cosa che non puoi sapere è che sono sessualmente vergine. Una scelta fatta anni addietro e a cui ho sempre mantenuto fede, per il semplice fatto che non ho trovato la ragazza che mi convincesse che il suo corpo valesse più della mia purezza. O meglio: che il nostro amore valesse più di quello per il mio tempio immacolato. Sarò molto esplicito: non me ne faccio nulla di una ragazza che apre le gambe pronta ad accogliermi, se poi non ci vado d’accordo. Se poi non è la persona che vorrei che fosse. Se poi non corrisponde ai miei desideri e alle mie richieste. Preferisco, piuttosto, eclissarmi. Tutelarmi, preservarmi, proteggermi. La vita non è il sesso, ragazze. E so che molte di voi non lo capiscono, ma il sesso molto spesso altro non è se non il mezzo più veloce per dimenticare. Per arrivare al culmine del piacere fisico senza fatica. Per sbrigarsi a godere. Tumblr è principalmente questo proprio per tali motivi. E io ne approfitto, ne cavalco certamente l’onda. Ma a modo mio, sempre, e mettendo i puntini sulle i. Perché si ritiene necessario. Perché è ovvio che amo le ragazze giovani (che belle), ma se m’imbatto in una quarantenne con un cervello sopraffino, mi dimentico di tutto il resto. Sono umano, ma la perversione in senso stretto la lascio agli altri. Io sogno, fantastico.
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smokingago · 1 year
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Ti amo perché assomigli al mare
e accanto al tuo corpo i giorni si ripetono come cicatrici non del tutto chiuse.
Ti amo perché sei più bella quando sosti
nei momenti senza rive o leggende
quando le tue ginocchia ricordano le sabbie dure
e il sangue è un sole che ti scorre nelle vene.
Così come sei, ricordi il mare che si alza, il mare
femminile delle scogliere e delle grotte sottomarine,
il mare della mia infanzia, elevato nei miei sogni, il mare
seduto come un trono sulla terra.
Con i tuoi piedi posti come prue di navi, evochi il
mare spogliato di tutte le isole, il mare degli innamorati
che si amano come bestie marine in mezzo ad
acque alte, il mare di densità profonde come
le chiesuole.
Ammetti l'amore unito all'acqua e alla pietra
e sei bella come il sogno, l'onda o il vento di mare.
Lêdo Ivo
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canesenzafissadimora · 4 months
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Mi piaceva la scuola. Il maestro parlava ai bambini. Venivo dallo stanzino dove nessuno parlava a me, e lì c’era uno da stare a sentire. Imparavo tutto quello che diceva. Era una cosa bellissima un uomo che spiegava ai bambini i numeri, gli anni della storia, i posti della geografia. C’era una carta colorata del mondo, uno che non era mai uscito dalla città poteva conoscere l’Africa che era verde, il Polo Sud bianco, l’Australia gialla e gli oceani azzurri. I continenti e le isole erano di genere femminile, i mari e i monti maschili. A scuola c’erano i poveri e gli altri. Quelli della povertà come me ricevevano alle undici un pane con una marmellata di cotogne, portato dal bidello. Con lui entrava un profumo di forno che squagliava la bocca. Agli altri niente, loro avevano una merenda portata da casa. Un’altra differenza era che quelli della povertà in primavera avevano la testa rasata per i pidocchi, gli altri conservavano i capelli. Si scriveva con il pennino e con l’inchiostro che stava in ogni banco dentro un buco. Scrivere era una pittura, si intingeva il pennino, si facevano cadere gocciole finchè ne restava una e con quella si riusciva a scrivere una mezza parola. Poi si intingeva di nuovo. Noi della povertà asciugavamo il foglio con il fiato caldo. Sotto il soffio, il blu dell’inchiostro tremava cambiando colore. Gli altri asciugavano con la carta assorbente. Era più bella la nostra mossa che faceva vento sopra il foglio stesso. Invece gli altri schiacciavano le parole sotto il cartoncino bianco. A scuola ascoltai a fondo le lezioni. Mi accorsi di com’erano importanti le cose che imparavo. Era bello che un uomo le metteva davanti a un’assemblea di giovani seduti, che avevano uno slancio nell’ascolto, nell’afferrare al volo. Bella un’aula in cui stare per conoscere. Bello l’ossigeno che si legava al sangue e che portava in fondo al corpo il sangue e le parole. Belli i nomi delle lune intorno a Giove, bello il grido di ”Mare, mare” dei greci alla fine della ritirata, bello il gesto di Senofonte di scriverlo per non farlo smettere. Bello pure il racconto di Plinio sul Vesuvio esploso. Le loro scritture assorbivano le tragedie, le trasformavano in materia narrativa per trasmetterle e così superarle. Entrava luce in testa come ne entrava in aula. Fuori era un giorno lucente, uno di maggio finito nel mazzo di dicembre. Tornai verso casa continuando a pensare alle lezioni. C’era una generosità civile nella scuola pubblica, gratuita che permetteva a uno come me di imparare. Ci ero cresciuto dentro e non mi accorgevo dello sforzo di una società per mettere in pratica il compito. L’istruzione dava importanza a noi poveri. I ricchi si sarebbero istruiti comunque. La scuola dava peso a chi non ne aveva, faceva uguaglianza. Non aboliva la miseria, però fra le sue mura permetteva il pari. Il dispari cominciava fuori.
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scogito · 11 months
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Il progresso femminile per cui le donne vogliono essere prese sul serio, trattate con rispetto e volute non solo per il corpo, emerge in tutta la sua coerenza quando si approcciano agli uomini usando il profumo ai feromoni.
Adorabili burlone sconclusionate prive di attività cerebrale. Viene quasi voglia di adottarne una.
(A distanza).
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animaromantica · 9 months
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la gif del fisico femminile che si tocca il corpo che ho condiviso, ha fatto un sacco di like, sicuramente per via del seno, ma io l'ho condivisa per altro 😅 menomale che non vi siete scandalizzati per il pelo, anzi!
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ma-pi-ma · 1 year
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Ti amo perché assomigli al mare e accanto al tuo corpo i giorni si ripetono come cicatrici  non del tutto chiuse. Ti amo perché sei più bella quando sosti nei momenti senza rive o leggende quando le tue ginocchia ricordano le sabbie dure e il sangue è un sole che ti  scorre nelle vene.
Così come sei, ricordi il mare che si alza, il mare       femminile delle scogliere e delle grotte sottomarine,       il mare della mia infanzia, elevato nei miei sogni, il mare       seduto come un trono sulla terra. Con i tuoi piedi posti come prue di navi, evochi il       mare spogliato di tutte le isole, il mare degli innamorati       che si amano come bestie marine in mezzo ad       acque alte, il mare di densità profonde come       le chiesuole. Ammetti l'amore unito all'acqua e alla pietra e sei bella come il sogno, l'onda o il vento di mare.
Lêdo Ivoda, Mare femminile, Linguaggio, 1951
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