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Nomi per bambini
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Mille e una idea per scegliere il nome del tuo bambino
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nomiperbambini-blog · 8 years ago
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Il nome di oggi è... SOPHIA
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Cerchi un nome che sia allo stesso tempo trendy e sofisticato, che abbia un suono gradevole ma non sia lezioso, che unisca storia e fascino con gran semplicità? Non hai paura di usare grafie alternative, e anzi, ti piace l’idea che la tua bambina abbia quel piccolo je ne sais quoi che la distingua dalle altre? Allora Sophia è proprio il nome giusto per te!
Un nome rotondo, pieno, con radici antichissime e un significato importante. Ma anche un nome all’ultima moda, amatissimo dalle mamme italiane, un nome che profuma di dolce vita  e che ha lo charme di una diva del cinema. Dall’antica Grecia agli anni d’oro di Cinecittà, quella di Sophia è una storia che ci appassiona da duemila anni. Scopriamola insieme!
Sophia: saggezza
La parola sophìa in greco significa “saggezza”, “sapienza”. La troviamo nella parola “filosofia”, ma anche in nomi dal suono meno agile, come Sofronia oppure Sofocle. Un significato benaugurante, dunque, che indica la speranza che il proprio figlio cresca e diventi un adulto intelligente, in grado di fare sempre la scelta giusta. Man mano che i secoli passano, il nome (sia nella variante col -ph che in quella con la effe) si afferma in particolare tra le famiglie aristocratiche e benestanti, quelle che detengono il potere: si riteneva, infatti, che una futura regina, o marchesa, o baronessa, non potesse permettersi il lusso di non essere saggia. Chi nasce per governare deve imparare presto a farlo, e una ragazza saggia ha senza dubbio più carte da giocarsi per diventare una sovrana amata e rispettata. In Austria e in Germania, in particolare, tra i casati più potenti si afferma come un nome di famiglia, da passare di primogenita in primogenita. 
Il tocco che non ti aspetti
Sophia o Sofia? La versione col ph è certo più rispettosa della radice originale greca, ma gli italiani non hanno dubbi: in questo momento la versione con la effe è stabile al primo posto della classifica dei nomi più diffusi tra le nuove nate: nel 2015 sono arrivate 7.191 bambine con questo nome, a confronto delle quali le 577 Sophia sembrano bruscolini. D’altro canto, anche Sophia col ph è cresciuto in modo pressoché costante: basti pensare che nel 1999 appena 150 coppie hanno scelto di chiamare così la loro bimba. 
Cosa ci dice questo? Che Sophia è una scelta di gran tendenza, pur non essendolo. È un nome di massa e di nicchia allo stesso tempo. È, dunque, un nome per chi sa prestare attenzione alla moda pur amando distinguersi; un nome per chi compra il vestito da H&M ma poi corre a casa e ci aggiunge qualcosa di suo - un ricamo, una spilla, un orlo di perline. Ecco, Sophia è quel tocco lì, che magari a distanza neppure si nota, ma quando guardi da vicino capita sempre che ti dicano “che carino”, “che cos’è?”, “l’hai fatto tu?”. Quante volte nella vita ci rendiamo conto di come un dettaglio sia in grado di cambiare tutto? Sophia è un nome per chi ama quel dettaglio: se sei convinto che anche una cosa piccolissima possa fare la differenza, questo potrebbe essere il nome perfetto per te. 
Un nome da Diva
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La Sophia più famosa in assoluto un tempo si chiamava Sofia. Anzi, più precisamente: Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone. La sua storia è quella di una Cenerentola napoletana: cresciuta dalla madre Romilda, donna di leggendaria bellezza ma povera in canna, Sofia vive a Pozzuoli, in condizioni di estrema miseria, fino ai 15 anni, quando vince il primo concorso di bellezza. Qui però spunta il lupo cattivo della sua fiaba: il padre, Riccardo Scicolone, che vanta nobili natali ma si è sempre rifiutato di sposare Romilda. A Riccardo si deve il nome di Sofia, preso dalla nonna veneta, ma è tutto ciò che di buono le lascia: ogni volta che compare nella sua vita, le difficoltà aumentano, soprattutto per quanto riguarda la sua promettente carriera. Infatti, piuttosto che vedere la figlia rovinargli la reputazione con un lavoro nel mondo dello spettacolo (che all’epoca era, ancora da molti, ritenuto disdicevole per una donna, quasi accostabile alla prostituzione), Riccardo farebbe qualsiasi cosa. Non ha messo in conto il fatto che la bellezza di Sofia è straordinaria, fuori dal comune: quando partecipa a Miss Italia, creano un premio apposta per lei (quello di Miss Eleganza). Da quel momento, niente riesce a fermarla, neppure il padre padrone. Prima arrivano i fotoromanzi, poi il cinema, con il nome d’arte Sophia, infine la consacrazione a Hollywood. 
Sophia Loren è tutt’oggi considerata un’icona, l’incarnazione stessa del fascino italiano e della bellezza mediterranea. Conosciuta e ammirata in tutto il mondo, tra i suoi fan conta anche molte mamme: perché sì, in Italia, prima di lei, nessuna avrebbe mai pensato di chiamare sua figlia Sophia. Se sei un’appassionata di cinema, se cerchi un nome glamour e sexy, se abiti all’estero e vuoi trovare un modo elegante per dire al mondo che Italians Do It Better, non pensarci due volte: Sophia è decisamente la scelta perfetta per te!
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nomiperbambini-blog · 8 years ago
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Il nome di oggi è... MARGHERITA
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Ci sono nomi che sembrano avere un’eleganza innata. Nomi che stanno bene addosso a chiunque, dalla timida pastorella delle fiabe alla lady che ogni giorno prende il tè con le amiche, dalla signora over 70 a una piccola che si prepara ad andare in prima elementare. Ecco, se ti piacciono questi nomi, Margherita è senza dubbio una scelta da tener presente. 
Un nome semplice ma sempre chic, che coniuga la lunghezza di sillabe al significato limpido. Un nome che sa di primavera, e che nasconde un fondo prezioso. Sembra proprio il nome perfetto per questo periodo dell’anno, con le giornate che si allungano e i prati che si riempiono di fiorellini... E allora che stiamo aspettando? Scopriamo insieme la meravigliosa storia di Margherita!
Margherita, la perla nascosta
In italiano la parola “margherita” indica un fiore selvatico, chiamato anche leucanthum volgare oppure pratolina comune. Verrebbe spontaneo pensare, dunque, che si tratti di un nome trasparente (ne abbiamo parlato a proposito di Gioia). Eppure non è così: Margherita ha etimologia greca, a sua volta probabilmente collegata con una radice sanscrita, e con il fiore ha poco a che spartire. La parola margarites, infatti, non ha niente di “volgare” o di “comune”, dal momento che significa “perla”. Già, perla come la pietra preziosa, una gemma acquatica dal valore un tempo inestimabile, associata alla purezza e alla delicatezza per via del suo bianco lucente. Per gli antichi Romani, la perla era la gemma per eccellenza: le signore che indossavano perle venivano automaticamente identificate come nobili matrone, degne di rispetto, e non è un caso che sia nato proprio a Roma il celebre detto “margaitas ante porcos”, letteralmente “perle ai porci”. Dare le perle ai porci era considerato il massimo della stupidità! 
Come Topazia, Perla, Rubina, Diamante, dunque, Margherita è un nome augurale, con cui i genitori paragonavano la loro bimba a un gioiello raro. 
 M’ama non m’ama
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Se in altre lingue la distinzione tra Margherita e le margherite è rimasta netta (in inglese Margaret e Daisy sono due nomi completamente diversi), in italiano a un certo punto la perla si è trasformata in fiore. Com’è successo? All’origine di tutto ci sarebbe un’illustre Margherita, santa e martire sotto Diocleziano, la quale avrebbe ricevuto in dono da un ragazzo, mentre andava al patibolo, un fiore pratolino, regalatole per pietà, e sarebbe morta stringendolo tra le dita. 
Un’altra Margherita famosa, la regina di Francia Margherita di Provenza, avrebbe poi inaugurato la romantica tradizione del “m’ama non m’ama”, che ha fatto la fortuna delle margherite selvatiche. I fiori le erano stati regalati dal fratello con il consiglio di staccarne i petali per contare i giorni che passava lontana dal consorte Luigi IX, prigioniero dei Saraceni. Lei fece di più: iniziò a sfogliare le margherite interrogandole sulla sorte del marito: era vivo oppure no? Sarebbe tornato sano e salvo? Quando il re tornò a casa, la sua Margherita lo omaggiò con tutti i petali che aveva staccato durante la sua assenza, in segno d’amore. 
Verità, purezza, candore: sono solo alcuni dei significati legati alle margherite. Chi sceglie un nome (e un fiore) simile, senza dubbio ama le cose belle e semplici, eleganti ma senza pretese. Le margherite crescono senza bisogno di particolari cure, sono fiori spontanei, molto diversi dalle esigenti orchidee. Si lasciano cogliere e sfogliare, a differenza delle rose. E forse per questo sono spesso considerate “comuni” o “volgari”, fiori meno nobili degli altri... Eppure quanto sarebbe diverso, più triste, l’aspetto dei prati in primavera se loro non ci fossero? Le margherite sono quel dettaglio piccolo ma indispensabile, una cosa del cui valore si accorge solo chi sa guardare bene. 
Margherita è Margherita
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Siamo nel 1976, e il cantante italiano Riccardo Cocciante incide un album intitolato Concerto per Margherita. Il brano più famoso è proprio Margherita, del quale si decide di produrre anche una versione francese (Marguérite) e una in spagnolo (Margarita), tuttora considerata una delle canzoni d’amore più belle di sempre. Per Margherita, canta Cocciante, lui farebbe di tutto: colorerebbe i muri, sveglierebbe gli amanti, correrebbe in cielo a prendere le stelle. Perché Margherità è “la sua pazzia”, “è il sale”, “è il vento e non sa che può far male”. Margherita è una donna potentissima, ma non del tutto consapevole del suo potere; è una forza della natura; è una cosa piccola, ma senza la quale la vita non avrebbe sapore. 
Leggenda narra che l’autore del testo, Marco Luberti, abbia sognato l’incipit della canzone alle 4 di notte, dopo averci lavorato tutta la sera prima. Se cercate un motivo in più per chiamare la vostra bimba Margherita, lo potete ascoltare e riascoltare qua. 
La regina delle pizze
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Napoli, 1889. Il re d’Italia Umberto I è in visita nella ex capitale borbonica insieme alla moglie, Margherita di Savoia. Al cuoco Raffaele Esposito spetta l’onore di sfamare la coppia reale, e in particolare di far conoscere loro una specialità partenopea: la pizza. Per sorprendere la regina, Esposito decide di farcire la pizza con ingredienti che abbiano gli stessi colori della bandiera italiana. L’illuminazione arriva presto: il verde del basilico, il bianco della mozzarella tagliata sottile sottile, il rosso del pomodoro. Ingredienti semplici e genuini, rappresentativi della sua terra ma anche della nostra nuova, giovanissima nazione. Visto che la regina sembra apprezzare particolarmente questa trovata, Raffaele le dedica la ricetta soprannominandola “pizza Margherita”. 
Il resto è storia. Oppure no? Studi recenti ci dicono che la ricetta della pizza Margherita esisteva ben prima dell’incontro tra il cuoco e la regina, e che il buon Esposito si sarebbe in realtà appropriato di una cosa che i cuochi e pizzaioli di Napoli facevano già da tempo. L’unica cosa certa, però, è che prima di quel lontano 1889 la pizza, anche se già esisteva, non si chiamava Margherita. E qui arriviamo al punto che ci interessa: ormai siamo abituati a pizze con salumi, verdure di ogni genere, condimenti sempre più elaborati. La pizza Margherita è un po’ l’equivalente culinario di quello che è il suo fiore nel mondo della natura: una cosa semplice, la più semplice di tutte, eppure sempre buonissima. Un investimento sicuro, per così dire. Nonché la nostra portavoce un po’ in tutto il mondo: perché la capricciosa non è detto che a Tokyo e a New York sappiano cos’è, mentre la Margherita sì. 
Se vivete all’estero e cercate un nome che valorizzi le vostre radici italiane, Margherita è un classico immediatamente riconoscibile: verde, bianco, rosso. E sempre delizioso. 
I maestri e Margherita
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Oltre che per cuochi e musicisti, Margherita è stato un nome di grande ispirazione anche per alcuni tra i più grandi scrittori di tutti i tempi. Un piccolo elenco? Voilà:
Mikail Bulgakov intitola il suo romanzo più famoso Il maestro e Margherita. La Margherita in questione di cognome fa Nikolaevna. Intrappolata in un matrimonio senza amore, scopre la passione grazie all’incontro col Maestro. Ma non pensiate che sia una storia di baci rubati e sospiri trattenuti: qui ci sono anche demoni, streghe e spiritelli, e la stessa Margherita, a un certo punto, volerà sul cielo di Mosca a cavallo di una scopa. 
Nel suo Faust, Johann Wolfgang Goethe sceglie questo nome per la sua protagonista femminile, una ragazza che è la rappresentazione vivente della grazia, della giovinezza, della purezza (nella foto qui sopra è interpretata dalla bellissima Isolda Dychauk nel premiatissimo adattamento cinematografico di Aleksandr Sokurov). Margherita è la donna angelicata di Faust, e per ottenere il suo amore lui è disposto a fare qualsiasi cosa. 
Margherita Uzeda è un personaggio della celebre saga familiare I Viceré  di Federico De Roberto.
Sia Carlo Goldoni che Eduardo De Filippo hanno dato questo nome a un personaggio delle loro rappresentazioni teatrali: l’uno nei Rusteghi, l’altro in Chi è cchiù felice ‘e me. 
Margherita Gautier è, ne La signora delle camelie di Alexandre Dumas, la cortigiana più bella di Parigi. La triste storia del suo amore per l’insicuro Armando ispirerà il personaggio di Violetta nella Traviata di Giuseppe Verdi.
Stefano Benni certo non è all’altezza dei nomi indicati qui sopra, ma la sua Margherita Dolcevita è un personaggio tenero e vitale, vivace, luminoso, e leggere la sua storia non può che essere un piacere per tutte le mamme che desiderano chiamare una bambina con questo nome. 
I numeri di Margherita
Secondo i dati Istat, Margherita è un nome perfetto per i genitori che non vogliono sbilanciarsi né in un senso - scegliendo qualcosa di eccessivamente ricercato - né nell’altro - lanciandosi nella mischia dei nomi da top ten. Dal 1999 al 2015, le nuove nate con questo nome si sono mantenute stabilmente intorno alle 1000 unità, con picchi (1.187 nel 2008) e discese (1.034 nel 2014) sostanzialmente trascurabili. 
Si conferma, dunque, come una scelta sicura. Elegante ma non troppo impegnativa, Margherita non rischia di trovare dieci compagne di classe con il proprio nome, ma neppure di incorrere nella sgradevole situazione di chi deve sempre presentarsi due volte. Margherita è un nome rifugio, un nome che puoi sfoggiare al collo per fare bella figura, ma anche portare a correre nel prato senza il rischio che si rovini. Un nome passepartout, bello sempre, in ogni occasione. 
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nomiperbambini-blog · 8 years ago
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Il nome di oggi è... ANDREA
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Ti piacciono i grandi classici? Quelli che non passano mai di moda e anzi, un po’ come il vino, migliorano col passare del tempo? Cerchi un nome che non importa quante volte l’hai sentito, perché lui resta sempre affascinante? Allora Andrea potrebbe proprio fare al caso tuo!
Un nome antichissimo, con un significato forte e tante storie da raccontare. Un nome dal suono perfettamente equilibrato, deciso eppure dolce. Un nome come un pugno di ferro in guanto di velluto. Andrea è un serbatoio di meraviglie tutte da scoprire... E allora cosa aspettiamo? Scopriamole insieme!
Andrea: Coraggio, Forza, Virilità
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Da André a Andrew, da Andrej a Anders, Andrea è un nome che ha saputo reinventarsi e adattarsi alle realtà geografiche e culturali più diverse. La sua origine, però, è senza dubbio greca e risiede nella parola anér, che significa “uomo”. Ma non uomo in quanto essere umano (per quello esiste un’altra parola, anthropos): anér è l’uomo in quanto maschio, e del maschio ha tutte le caratteristiche più importanti: forza, valore, coraggio, virilità, tutte parole che in greco potevano agevolmente tradursi come andréia. Andrea, insomma, è un vero uomo. È un guerriero senza paura, un leader di polso, un capo che sa sempre cosa è giusto e cosa no.  È uno che si mette in gioco e non si tira mai indietro, uno disposto a tutto per salvare il suo onore, uno che ha tutto ciò che serve per essere considerato grande. Chi non vorrebbe un figlio così? Ecco il segreto di Andrea: nel corso dei secoli, molti genitori hanno salutato la nascita di un figlio maschio come un segno di grandezza, e hanno riposto negli eredi maschi tutte le loro speranze. Augurare a un figlio di essere un uomo degno di questo nome, augurargli di saper combattere con coraggio e di sapere come farsi valere era quanto di meglio si potesse fare per lui. 
Un nome unisex?
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Nel XV secolo, ben prima che si iniziasse a parlare di educazione gender neutral, un buon numero di genitori dà il via a una piccola rivoluzione, strappando Andrea dal recinto dell’esclusivamente maschile per farne un nome “da femminucce”. E mica solo in Italia: in molti paesi europei il nome è sdoppiato da tempo, Andreas per i maschi e Andrea per le femmine. Ma com’è possibile che un nome dal significato tanto chiaro e connotato abbia finito col diventare unisex? Le soluzioni sono due, entrambe valide: una, la più ovvia, è quella finale in A che scintilla di possibilità accattivanti. In Nord Europa, anche Luca viene considerato un nome da donna (Lucas ne è la variante maschile) per via dello stesso principio, e non è certo la prima volta che il significato di un nome viene dimenticato o tralasciato in virtù di un suono gradevole. Andrea avrà anche un cuore tutto muscoli e testosterone, ma le sue sonorità sono dolci e aperte, le due A lo chiudono come un cerchio accogliente, e quando si tratta di nomi le mode possono spargersi molto in fretta. 
Ma c’è anche un’altra possibilità: che si sia cominciato a chiamare le bambine Andrea pur sapendo esattamente cosa significava. I casi di eredi maschi tanto sospirati, mai giunti e prontamente rimpiazzati da figlie femmine allevate come fossero ragazzi hanno fatto la fortuna dei narratori di tutto il mondo e continuano ad affascinare (alzi la mano chi non conosce Lady Oscar); Andrea poteva essere la scelta di un padre esasperato, che non riuscendo a mettere al mondo un figlio decide di trasformare l’ennesima bambina nel maschietto mancante. Oppure, ancora, all’origine della scelta ci può essere una provocazione: non tutte le mamme sperano, come Daisy Buchanan del Grande Gatsby, che le loro figlie siano belle e sciocche, e che vengan su come perfette signorine e delicate principessine, aspettando l’arrivo del principe azzurro che le scelga e le porti via con sé.  È possibile che qualche genitore, a un certo punto, si sia detto: “Vorrei che mia figlia fosse coraggiosa, e valorosa, senza paura, proprio come un guerriero, proprio come un vero uomo”. Il nome Andromaca (”che combatte come un uomo”) è esemplare, da questo punto di vista, ed esprime senz’altro un desiderio simile. 
I numeri di Andrea
In Italia, però, i numeri parlano chiaro: le Andrea femmine, dal 1999 al 2015, non sono mai arrivate a toccare le 300 nuove nate all’anno. Per i maschi, invece, Andrea è un classico evergreen, che si aggira per la top ten come fosse nel salotto di casa sua e ancora non riesce a trovare qualcuno in grado di scalzarlo fuori. Attualmente al numero 6 della classifica dei nomi maschili più diffusi in Italia, nel 2015 Andrea ha visto la bellezza di 6.047 nuovi nati - pochi solo se paragonati ai 10.336 del 1999: un dato che potrebbe dirci che i genitori italiani si stiano lentissimamente stancando e che siano in cerca di novità interessanti. Ma chi bazzica le classifiche dei nomi sa che i genitori italiani, in fondo, sono dei veri tradizionalisti, per cui non c’è di che preoccuparsi: deve ancora arrivare un nome in grado di battersi con Andrea e dimostrarsi alla sua altezza. 
Andrea: santi, artisti e navigatori
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La palma di Andrea più illustre va senza dubbio a Sant’Andrea apostolo, un santo davvero speciale se si considera che è lo stesso Gesù a dargli l’appellativo di “primo chiamato”. È proprio Andrea, infatti, a spargere la fama del Messia in tutta la Palestina e a procurare sempre più proseliti alla fede cristiana. Pescatore di professione, Andrea avrebbe viaggiato in Asia e sulle sponde del Mar Nero per diffondere il Vangelo, guadagnandosi il titolo di patrono per gli uomini di mare e un posto speciale nel cuore dei cristiani ortodossi. A renderlo tristemente famoso è il suo martirio sulla croce che poi ne ha preso il nome, fatta a X, si dice, per sua stessa richiesta, in ricordo dell’iniziale greca della parola “Cristo”. 
Se non è nella fede che cerchi la motivazione per dare questo nome al tuo bambino, niente paura: ci sono tantissimi altri Andrea a cui puoi rivolgerti! La storia dell’arte ci regala Andrea del Verrocchio, Andrea Mantegna e l’architetto veneto Palladio; nel mondo dello sport ci sono il calciatore Pirlo, il pilota De Cesaris e lo schermidore Cassarà. Illustri e recenti sono gli esempi del tenore Andrea Bocelli e dello scrittore Camilleri, papà dell’ormai celeberrimo commissario Montalbano. Fedele al suo nome e al suo patrono è stato Andrea Doria: uomo politico, ma anche di mare, nato in Liguria nel 1466. La sua biografia coincide con uno dei periodi più eccitanti e turbolenti della storia d’Italia, e contiene guerre, complotti, congiure e inseguimenti di pirati... 
La morale della favola? Se cerchi un nome che parli di coraggio e di avventura, di audacia e sfrontatezza, con Andrea sei sulla strada giusta: non potresti fare scelta migliore.
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nomiperbambini-blog · 8 years ago
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Il nome di oggi è... GIOIA
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Ti piacciono i nomi corti e dal suono dolce? Cerchi un nome che sia anche un po’ un augurio? Cerchi un nome che dica alla tua bambina che è lei la tua gioia più grande? Allora non c’è dubbio: Gioia è il nome giusto per te!
Un nome piccolo ma pieno di luce, un nome che a sentirlo mette il sorriso. Sembra un’invenzione tutta moderna, così allegro e sbarazzino, e invece è un nome che sorprende, perché ha una storia antica di secoli. E che prossimamente potrebbe diventare una vera e propria hit grazie a un personaggio molto speciale...
Seguiamo insieme la bellissima storia di GIOIA!
Un nome che sa di felicità!
La parola “gioia” deriva dal francese antico joie, a sua volta derivato dal latino gaudium. Il suo significato è ovvio e benaugurale: allegria, felicità. Gioia, per l’appunto. Appartiene alla affascinante categoria dei nomi trasparenti, ossia quelli che, anziché nascondere il loro significato, se lo portano addosso mostrandolo pubblicamente. Nomi trasparenti sono Allegra, Serena, Felice, Pacifico, ma anche Luna, Stella, Violetta, Rosa, Margherita, Azzurra e Celeste. Nomi che sono così, come li vedi, che non serve girarci intorno per capire cosa significano. 
Tra i suoi simili, però, Gioia è interessante: se, infatti, Allegra e Serena sono senza dubbio degli auguri che si fanno alla nascitura, Gioia può essere non soltanto una bambina felice, ma anche una bambina che rende i suoi genitori felici - una gioia, la loro gioia. In origine questo nome veniva dato a bambine che si erano fatte parecchio aspettare; con il loro arrivo, i genitori potevano finalmente tornare a sorridere. 
Gioia: gioiello antico
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A prima vista, Gioia si direbbe un’invenzione moderna: è corto e agile, suona sbarazzino, non assomiglia neanche un po’ ai cosiddetti “nomi della nonna” (come Irma, Rosalina, Ermelinda, Antonia) che tanto piacciono ad alcuni ma che ad altri paiono insopportabilmente vecchi. Eppure, Gioia non è affatto nuovo. Moderno forse sì, ma la sua è una storia antica e rispettabilissima, che affonda le radici nel lontano Medioevo. 
Vi stupisce? Non dovrebbe: il Medioevo è un periodo storico particolarmente felice per l’onomastica, e in particolare per i nomi trasparenti - che venivano associati a simboli di ogni genere e tipo. Fiori, colori, animali e corpi celesti andavano di gran moda, perché ciascuno di essi era collegato a una virtù, o a uno stato d’animo, o a un significato nascosto (spesso di natura religiosa). Tra i nomi femminili, particolare fascino esercitano le pietre preziose: è nel Medioevo che nascono nomi come Perla, Diamante, Gemma... E, insieme a loro, Gioia (con l’interessante diminutivo Gioiella). Già, perché il francese joie non indica soltanto la gioia intesa come sentimento, ma anche un tipo di gioia decisamente più materiale: quella con dentro una pietra preziosa. Anche in questo caso, non era raro che si scegliesse di battezzare così una bambina a lungo aspettata: la si paragonava a una gemma splendente, che si è cercata per mari e monti, per anni e anni, e che adesso, finalmente, si poteva stringere in mano. 
I numeri di Gioia
Quella di Gioia è la storia di un vero e proprio boom onomastico. Partito in sordina, con 148 nuove nate nel 1999 nel corso degli anni il nome si è affermato in maniera sempre più massiccia, senza mai subire una discesa o un momento di stallo, fino alla sorprendente cifra del 2015: 1.574 bambine battezzate con questo nome! A cosa si deve una simile, inarrestabile ascesa? In parte la cosa si spiega se si pensa che tra i nomi più gettonati degli ultimi anni ci sono un sacco di scelte simili a Gioia: nomi brevi e incisivi, femminilissimi, dal significato augurale, non troppo difficili da pronunciare. Guardiamo la top 10 del 2015: 
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Esclusi Aurora e Martina, tutti i nomi hanno solo 2 sillabe. Esclusa Alice, tutti finiscono per A. Tutti sono nomi italianissimi, tradizionali, classici affidabili che non deludono mai. Gioia non è in top 10 (anche se nei prossimi anni tutto fa pensare che potrebbe entrarci), ma è perfettamente in linea con i gusti della maggioranza delle neomamme italiane. 
Gioia: il cartoon del momento
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I cartoni animati, si sa, hanno sempre aiutato la popolarità dei nomi. Alice e Aurora, freschi freschi dalla top 10, sono entrambi nomi di protagoniste di film tra i più famosi della Disney. Negli ultimi anni, Elsa è passato da chicca per intenditori a scelta di massa grazie alla bionda principessa di Frozen. Perciò, è lecito supporre che anche Gioia si avvantaggi della spinta dei cartoon per salire ulteriormente in graduatoria. 
Nel 2015, nelle sale arriva Inside Out, ultima scintillante creazione della Pixar. La protagonista è una bambina di nome Riley, nella cui mente si agitano cinque emozioni, tutte rappresentate con fattezze umane e colori sgargianti. Bisogna ammettere che Rabbia, Tristezza, Paura e Disgusto, pur essendo simpatici, non hanno nomi particolarmente accattivanti. Gioia, invece, è l’emozione più importante di tutte, la prima ad aver occupato la mente di Riley e la più adatta a farsi carico del gravoso compito di tenere a bada le altre.  È dolce e allegra, ha due giganteschi occhi blu e un caschetto di capelli dello stesso colore; è la versione 2.0 della fata Turchina: sa sempre cosa fare ma non dispensa ramanzine, e veglia sulla sua protetta senza un briciolo di paternalismo. Un motivo in più per amarla? I disegnatori della Pixar hanno dichiarato che, per darle vita, si sono ispirati alle stelle: e infatti Gioia brilla, salta con le braccia spalancate e ha i capelli che tendono all’insù con una piccola punta. Insomma, un personaggio con 5 punte e un gran sorriso. Alzi la mano chi non vorrebbe una bambina così :) 
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nomiperbambini-blog · 8 years ago
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Il nome di oggi è... EMILY
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Adori le eroine della letteratura inglese e americana? Vorresti un nome classico ma con un tocco internazionale? Lasci che a ispirarti siano le bellezze hollywoodiane? Allora Emily potrebbe essere il nome che fa per te!
Un nome che ha radici misteriose e suono musicale, un nome perfetto per una signorina dal contegno vittoriano, ma anche per una piccola stella del palcoscenico. 
Scopriamo insieme tutte le facce di Emily!
Emily, Emilia, Emilie: il gioco degli accenti
Come è facile intuire, Emily non è altro che la variante anglofona del nostro italianissimo Emilia, la cui versione francese più accreditata è invece Emilie (o, in alcuni casi, Emelie). Nella sostanza non cambia nulla, ma nella forma è tutto diverso: a fare la differenza è una cosa apparentemente minima, insignificante, ma che quando si tratta di nomi dimostra tutta la sua importanza... L’accento! Pensate quanto sarebbe diverso, ad esempio, un nome come Callìope se solo ci limitassimo a spostare l’accento sulla O. Oppure pensate a quei nomi la cui pronuncia è incerta (come Nadir, o Luis, o Rafael) e varia non solo a seconda del luogo di origine, ma anche dei gusti e delle abitudini dei genitori. Ecco, l’accento è in grado di cambiare la percezione che abbiamo di un nome, di farcelo sentire più o meno gradevole, più o meno dolce, più o meno adatto. 
Non deve stupirci, allora, considerare che non tutti gli amanti di un nome “straniero” come Emily abbiano necessariamente delle radici anglosassoni da onorare. Ci sono coppie che, semplicemente, scelgono questo nome perché “suona meglio”. E va bene così - del resto anche negli USA e nel Regno Unito c’è chi fa la scelta opposta (un esempio? La bellissima star di Game of Thrones Emilia Clarke!). 
Se Emilia è un nome equilibrato, costruito come un tetto con la punta tonale proprio nel mezzo, Emily è una rincorsa, un gomitolo che si srotola, un amo che sfiora la superficie dell’acqua. Ed Emilie è una storia ancora diversa: più leziosa, più decisa, un po’ peperina. Negli ultimi anni, tra queste tre varianti le coppie non hanno dubbi: la preferita è Emily, che è cresciuta in modo davvero impressionante negli ultimi 15 anni. Pensate che, se nel 1999 le Emily erano appena 187, nel 2015 sono nate 972 bambine con questo nome - a fronte di 20 Emilie e 53 Emili (quest’ultima è una grafia un po’ audace, un’italianizzazione di Emily per chi apprezza il suono ma non vuole avere troppe Y tra i piedi). La buona vecchia Emilia, in tutto questo, si conferma come una scelta solida ed equilibrata: nel corso degli anni non ha subito particolari impennate, ma il suo pubblico è rimasto stabile - una media annuale di circa 200 coppie fedeli alla tradizione onomastica nostrana. 
Emily: double trouble
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L’origine di Emily è controversa e un po’ misteriosa. La cosa più probabile è che derivi da una radice etrusca, un fatto che - come abbiamo visto per Antonia - ne rende l’accertamento praticamente impossibile, ma ne accresce il fascino a dismisura. Di origini etrusche, infatti, erano i membri della nobile famiglia degli Aemilii, una gens che ha dato i natali a personaggi illustri della storia di Roma. Tra questi spicca Marco Emilio Lepido, il console che ha dato il nome alla Via Emilia, un’antica strada situata (per l’appunto) in Emilia-Romagna, che collega tra loro Piacenza e Rimini. 
La più accreditata etimologia per questo nome, però, è quella che viene fatta derivare dalla parola latina aemulus, che significa diverse cose: rivale, ma anche competitore, ma anche imitatore (da cui le parole italiane “emulo”, “emulatore”). Un significato belligerante eppure affascinante: perché tutte queste parole hanno in comune una cosa, la doppiezza. Tutte presuppongono la presenza di un’altra persona (da combattere, da sfidare, da imitare) per esistere. In questo, Emilia/Emily può essere accostabile a un nome in apparenza distantissimo, che però ha anch’esso un’anima doppia: Tommaso, che significa “gemello”. Come Tommaso, dunque, Emily potrebbe essere perfetto per chi si aspettava una sola bimba e alla prima ecografia ne ha scoperte due. Oppure, per restare in tema di “double trouble”, per chi sa di voler mettere più di un nome alla propria bimba, sa che un nome solo non gli piace, ma è un po’ indeciso sul da farsi. 
Un nome letterario
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Nella letteratura angloamericana, Emily è un nome gigantesco, portato da autrici pesi massimi (in termini di importanza, si intende) e da personaggi indimenticabili. La prima che viene in mente non può che essere lei, l’unica, la sola Emily Dickinson, signora indiscussa della poesia americana. La Dickinson ha vissuto la quasi totalità della sua esistenza al riparo delle mura di casa (più precisamente della sua camera da letto), ma chi legge i suoi versi ha l’impressione che abbia visto e sperimentato ogni cosa possibile: nella sua poesia convivono l’infinito e il piccolissimo, la vastità dell’universo e le pulsazioni di un cuore che soffre, pettirossi che gorgheggiano e funerali immaginari, mari in tempesta, spose celesti, imperatrici altere. Forse è proprio per questo che Emily Dickinson non aveva bisogno di uscire dalla sua stanza: nella sua anima c’era già abbastanza spazio per contenere tutto quanto. Qui c’è un sito ricco e ben fatto che raccoglie tutte le sue opere, in lingua originale e con la traduzione italiana - e val la pena andarci a fare un salto anche se non state pensando di chiamare Emily la vostra bimba in arrivo. 
Se ai versi preferite la prosa, e se al paesaggio quieto del Massachusetts preferite la brughiera inglese battuta dal vento, la vostra Emily è senza dubbio Emily Brontë. Il suo Cime tempestose è un libro selvaggio, dotato di una forza primordiale che continua a scuotere e conquistare milioni di lettori in tutto il mondo. E la storia di Catherine e Heathcliff, violenta e tormentata, è considerata una delle più grandi di tutti i tempi. Una rosa per Emily è uno dei più famosi racconti di William Faulkner, la cui struggente protagonista è una vecchia signora solitaria con una tragedia alle spalle - la rosa sarebbe un omaggio, una consolazione che l’autore desidererebbe darle. 
Insomma, se già vi immaginate una piccola eroina da romanzo, con gli occhi intensi e il cuore in subbuglio, Emily potrebbe essere una soluzione da considerare!
Un nome da star
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Emily è un nome comune in Inghilterra e Stati Uniti, perciò non stupisce ritrovarlo addosso, oltre che a scrittrici, a sportive, pittrici, attiviste, modelle (tra le hit girl del momento c’è la bellissima Emily Ratajkowski), musiciste... Ma le attrici sono senza dubbio la categoria più numerosa. Se non sei una grande divoratrice di libri, ma non ti perdi una notte degli Oscar da quando eri adolescente, probabilmente Emily è il nome che fa per te!
Dalla bella Emily Blunt (nella foto qui sopra) alla raffinata Mortimer, dalla Deschanel nota a tutti gli amanti delle serie tv Bones (è lei a interpretare la dottoressa Temperance Brennan) a Emma Stone (all’anagrafe Emily), la star con gli occhi più grandi di Hollywood che ha conquistato il cuore d’artista di Woody Allen e quello di migliaia di fan... Di Emily con il pallino della recitazione ce ne sono davvero tante, tutte belle, tutte talentuose. Dobbiamo prenderlo come un segno? Se volete sì, assolutamente sì!
Restando in tema, Emily è il nome della elegantissima e testardissima nonna di Gillmore Girls (Una mamma per amica), fortunata serie di recente tornata sugli schermi con l’attesissimo sequel. Per le amanti dell’horror, quelle per cui una serata cinema non è tale se non si sobbalza sulla sedia sparpagliando a terra un mare di popcorn, c’è un film che qualche anno fa aveva fatto un certo scalpore tra gli amanti del genere e non solo: L’esorcismo di Emily Rose, in cui la protagonista, una giovane studentessa molto religiosa (interpretata da Jennifer Carpenter) vive l’incubo della possessione diabolica.  A qualcuno potrebbe sembrare un accostamento infelice, ma personalmente ritengo che ogni nome abbia (vivaddio!) un suo pubblico, e se Samara continua a trovare una sua nicchia di estimatori dopo l’uscita di The Ring non vedo perché Emily non possa sfruttare lo stesso trend.
Emily in musica
Per le amanti della musica, la Emily più famosa è quella descritta da Syd Barrett, storico frontman dei Pink Floyd, nella canzone See Emily Play (la potete ascoltare qui). Leggenda vuole che Barrett abbia visto una bambina di nome Emily giocare tra gli alberi dopo aver fatto uso di droghe psichedeliche, e abbia deciso di dedicarle una canzone. Troppo visionario? Non credo: sono molti i genitori che scelgono un nome dopo aver sognato o immaginato un bimbo. Perciò, se durante l’attesa vi dovesse capitare di sognare una bambina che gioca nella foresta... suggerisco di far entrare immediatamente Emily nella vostra lista!
C’è anche una canzone italiana, più recente, che potrebbe fare al caso vostro: è Emily dei Carlito, un gruppo rock nato alla fine degli anni ‘90. La Emily in questione vive in un contesto di noia e squallore, ma adora i papaveri e il mare, e l’uomo che la ama la porta via dalla quotidianità ogni volta che può. Mi sembra, per la vostra Emily, uno splendido augurio: quello di poter “scappare”, per davvero o con la fantasia, ogni volta che la noia bussa alla sua porta. 
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nomiperbambini-blog · 8 years ago
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Il nome di oggi è... JANETTE
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Cerchi un nome originale ma non vuoi rinunciare alla tradizione? Ti piacciono i nomi stranieri? Pensi che il francese sia la lingua più romantica e musicale che c’è? Allora Janette potrebbe essere il nome giusto per te!
Un nome sfaccettato, che si può scrivere e raccontare in tanti modi diversi. Un nome portato da atlete, ma anche da grandi star della musica e di Hollywood. Un nome sorprendente: il suono è dolce, da signorina, ma per lungo tempo è stato associato nientemeno che alle streghe. 
E oggi, chi è Janette? Scopriamo insieme tutti i segreti di questo nome!
Da Janet a Zsanett: mille grafie per un solo nome
So già che parecchi di voi, leggendo il titolo del post, si saranno chiesti: ma sarà giusto scrivere Janette? Non si dovrebbe usare piuttosto Jeannette, o Jaenette, o Jannette? La verità è che le varianti di questo nome sono tantissime, alcune più facili da identificare (come l’inglese Janet), altre decisamente oscure, come l’ungherese Zsanett (che si pronuncia esattamente come Janette) e l’irlandese Sinead (la cui pronuncia, invece, sembra lontana anni luce, e suona più come scenìììd). 
L’unica cosa certa è il principio, ossia Giovanna - in inglese Jane, in francese Jeanne. E in effetti in italiano Gianna e Giannetta esistono, sia come nomi autonomi che come diminutivi di Giovanna. Un nome antichissimo, almeno in teoria: il maschile Giovanni è in uso fin dall’antichità, ed è un nome ebraico, Yehohanan, derivato dalle parole Yahweh, cioè Dio, e hanan (la stessa che ritroviamo nel nome Anna), cioè “avere pietà”, con il significato complessivo di “Dio ha (o ha avuto) pietà”. A che si deve un significato simile è presto detto: Giovanni veniva scelto dai genitori che credevano di non poter avere figli, quelli che ormai avevano perso ogni speranza e che poi invece, alla fine, vedevano le loro preghiere esaudite dall’arrivo di un bebè. E al femminile? Jane e Jeanne vengono utilizzati in Francia e in Scozia/Inghilterra già dal Medioevo - insieme con i diminutivi Janet e Jeannette. L’italiano Giovanna non fa eccezione, e anzi, con questo nome c’è stata perfino una papessa, l’unica donna nella storia investita del ruolo di Pontefice. 
Normale che un nome così antico si sia diffuso in tutto il mondo assumendo le forme più diverse. Ma, se state ancora cercando un segno che vi dica qual è quella giusta, possiamo dare un’occhiata ai numeri con i dati Istat: in Italia, l’italiano Giannetta può considerarsi a tutti gli effetti un nome estinto: dal 1999 a oggi, non sono state registrate nuove nate chiamate così - a eccezione del 2004, anno in cui, comunque, a vedere la luce sono state meno di 5 Giannette. E quasi lo stesso si può dire del francese Jeannette, che ha registrato ogni anno meno di 5 nuove nascite. Le Janette nel 2015 sono state 5, e la loro media annuale sembra assestata su questo numero. Risultati di poco migliori, ma sempre bassissimi, per l’inglese Janet, che oscilla da un minimo di 5 bambine a un massimo di 14. Nel 2015 le piccole Janet sono state appena 7. 
In sostanza, qualunque sia la versione che preferisci, sappi che si tratta di un nome rarissimo, e che di certo la tua bimba non avrà mai una compagna di classe che si chiama come lei. Se cerchi l’originalità, sei sulla strada giusta!
JANETTE, un nome da sportiva
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Nella variante Janette, le celebrità da ricordare sono due. E no, non sono principesse. Non sono neppure francesi. Sono due tipe belle toste, due sportive di razza, due ragazze da medaglia. La prima è la tennista Husárová, slovacca d’origine, che da sola è una forza ma quando gioca in coppia dà il suo meglio. E giocare in coppia non è certo uno scherzo: c’è bisogno di capirsi al volo, di venirsi incontro, di sapersi sacrificare all’occorrenza per salvare l’altro o per metterlo in luce. Tutte doti, queste, che suonano di buon augurio per un essere umano che deve nascere. 
Se invece speri che la tua Janette sia una stella che brilli di luce propria, potresti spostarti dalla Slovacchia alle cime innevate di Svezia, e dal tennis allo sci: in questo modo, ti imbatteresti senz’altro in Janette Hargin, sciatrice alpina di grande fama e dal talento versatile, che negli slalom dà il meglio di sé - e anche schivare ostacoli scivolando via con eleganza non è cosa da poco: chi non vorrebbe questa abilità per la propria bambina?
JANET, da streghetta a superstar
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Fin dal Medioevo, in Gran Bretagna Janet si afferma sia come diminutivo di Jane che come nome indipendente, con una diffusione particolare in Scozia. Qui, però, a un certo punto succede una cosa strana: siamo a metà del Seicento, e Isobel Gowdie, una donna accusata di stregoneria, durante il processo racconta di aver giurato fedeltà a Satana, il quale le avrebbe marchiato la spalla per “ribattezzarla” sotto il suo segno. Per l’occasione, dice Isobel, il diavolo le ha dato anche un nuovo nome, che la identifica come sua “figlia”... e il nome è proprio Janet. Da quel momento, in Scozia Janet finisce non solo per essere considerato un nome “da strega”, ma anche per essere usato come sinonimo del termine. La cosa va avanti per almeno un secolo, dal momento che l’ultima strega processata e mandata a morte in Scozia, nel 1727, risponde al nome (probabilmente fittizio) di Janet Horne - vale la pena ricordare che la parola inglese horn significa “corno”. 
L’associazione con streghe e Inquisizione non ha però turbato particolarmente i genitori dei Paesi anglofoni, dove Janet è tuttora un nome piuttosto comune. E anzi, col tempo ha anche acquistato sfumature decisamente meno inquietanti: alzi la mano chi non conosce la cantante, attrice e ballerina Janet Jackson, sorella di Michael, un’icona pop che con i suoi dischi ha scalato le classifiche di mezzo mondo. Per chi cerca un’associazione più vintage c’è la bellissima Janet Leigh (che all’anagrafe si chiamava Jeannet, un’ennesima variante del nostro nome del giorno), la star di Hollywood scelta da Alfred Hitchcock come protagonista del suo capolavoro Psycho. Sei appassionata di serie tv? Allora probabilmente conosci la sit-com Tutto in famiglia, che ha per protagonisti gli spassosissimi Kyle. La moglie di casa, interpretata da Tisha Campbell-Martin, è un personaggio simpatico e solare, e il suo nome è proprio Janet!   
JEANETTE, très chic!
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Che tu voglia scriverlo con una N o con due, Jeanette è un nome dall’allure francesissima, ma portabilissimo in tutto il mondo. Un nome chic, da frequent flyer, un nome che lascia il segno ma non ha bisogno di troppe spiegazioni. Ci sono Jeanette danesi (come la nuotatrice Olsen), statunitensi (come la cantante e attrice MacDonald, nella foto qui sopra), argentine (come la nuotatrice Campbell). E ci sono Jeannette venezuelane (come la modella Donzella e l’attrice Rodriguez Delgado), britanniche (come la sportiva Altwegg) e, naturalmente, francesi (come la politica Vermeesch). C’è anche una cantante che l’ha tenuto come nome d’arte: nata nel Regno Unito, ma naturalizzata spagnola, Jeanette è stata una delle regine della musica pop ed elettropop degli anni ‘70, nota in particolare per la canzone Porque te vas. A conferma dell’impronta cosmopolita del suo nome, nel corso della sua carriera Jeanette ha cantato in diverse lingue: inglese, spagnolo, catalano e portoghese... ma anche tedesco, francese e giapponese! 
Se sogni per la tua bimba un futuro da giramondo, tra musica, sport e cinema, Janette potrebbe essere proprio il nome giusto per te!
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nomiperbambini-blog · 8 years ago
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Il nome di oggi è... ANTONIA
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Ti piacciono i nomi della tradizione familiare, quelli con una grande storia da raccontare? Cerchi un nome che sia aristocratico senza essere altezzoso? Allora Antonia potrebbe essere il nome che fa per te! 
Un nome portato da imperatrici e principesse, ma con un’anima che sa di casa e di famiglia. Un nome misterioso, che affonda le sue radici nell’antichità ma non ha mai smesso di affascinare. Un nome internazionale, per piccole viaggiatrici che sanno sempre dove tornare. 
Antonia è un nome a cui non manca davvero nulla. Scopriamone insieme tutti i segreti!
ANTONIA, tesoro etrusco
Degli Etruschi sappiamo molto poco. Conosciamo appena alcune delle loro tradizioni (soprattutto quelle funebri), quasi sempre per supposizione o da racconti di seconda mano. Sono un popolo misterioso, la cui storia è costellata da ombre all’interno delle quali, ogni tanto, si accende qualche flebile luce. I nomi di radice etrusca sono esattamente così: dotati di un fascino oscuro e ancestrale, come pietre vulcaniche arrivate fino a noi chissà quando, chissà come, ma che ancora risplendono meravigliosamente. Il significato dei nomi etruschi, come Lavinia, ad esempio, si può soltanto supporre, e spesso nemmeno quello, visto che non c’è alcuna radice etimologica cui aggrapparsi per avere anche solo uno spunto. Antonia (con Antonio insieme a lei) non fa eccezione. Un motivo per amarla di meno, per lasciar perdere? Neanche per sogno. Chi sceglie questo nome deve approcciarvisi come farebbe con una perla nera di cui non conosca l’origine: provare a lavarla, a darle chiarezza e trasparenza, non servirebbe a niente. Anzi, ne diminuirebbe il fascino. E poi Antonia è uno di quei nomi che il significato hanno saputo costruirselo nel tempo.
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In principio, infatti, pare ci fosse la gens Antonia, famiglia patrizia romana che ha dato i natali a ufficiali dell’esercito e governanti di vario livello. Dal gentilizio (quello che per i romani identificava il nostro cognome) si è poi passati al nome proprio, portato da alcune tra le nobildonne più in vista di Roma. Tra le più famose ci sono un’amante dell’imperatore Vespasiano, Antonia Caenis, e Antonia Minore, figlia di Marco Antonio, sorella di Augusto e madre dell’imperatore Claudio. Il suo volto è stato usato come modello da vari scultori per raffigurare la dea Hera, sposa di Zeus (quindi possiamo supporre che fosse ritenuta una donna molto bella), e la sua vita è stata sorprendentemente lunga: in un’epoca in cui l’età media si aggirava intorno ai 30 anni, Antonia Minore è arrivata ai 72 in perfetta salute, al punto che certi storici sostengono che la causa della morte non sia stata la vecchiaia, ma il veleno.  
ANTONIA: Fiore
Poi arriva il Rinascimento. La filologia rispolvera le lingue antiche, il greco in testa, e i nomi classici sono di gran moda. Il Medioevo è finito, ma ha portato con sé alcuni strascichi, come il culto devozionale nei confronti di figure eccezionali che hanno dato lustro alla Chiesa, come ad esempio sant’Antonio da Padova. Per far convivere sacro e profano, si guarda ai nomi tradizionali cercando approcci etimologici diversi e interessanti - e i nomi di radice incerta, come Antonia, sono terreno fertile per questo tipo di ricerche. Così, si comincia a far strada l’idea che l’origine di questo nome non sia etrusca ma greca, e che derivi da anthos, cioè “fiore” (come abbiamo visto nel post su Jolanda). Un’invenzione? Forse. Ma l’idea è suggestiva e il significato bellissimo, delicato, sempre di moda. Un nome perfetto per una bambina elegante.
Antonia è anche, tra le altre cose, fuori dal coro. A differenza di altri nomi poco usati che negli anni hanno avuto grandi e piccoli boom di popolarità, si è mantenuto stabile nella sua nicchia di veri estimatori: il numero di nuove Antonie si è mantenuto stabile dal1999 a oggi, aggirandosi tra le 177 del 2006 e le 284 del 2013. Possiamo quindi pensare ad Antonia come a una di quelle bottegucce artigianali che continuano a resistere nonostante i supermercati che spuntano loro intorno: perché sono belle, perché piacciono sempre, perché hanno una clientela affezionata che non ha alcuna intenzione di mollarle. In sostanza, Antonia is for true lovers.   
Un nome tra le righe
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Se sei una lettrice appassionata probabilmente sai già che Antonia è un nome portato da molte studiose e scrittrici, ma repetita iuvant e allora facciamo un piccolo ripasso con una triade da manuale: la prima è la grandissima Antonia Pozzi (la vedete nella foto), poetessa italiana, viaggiatrice attenta, poliglotta, dalla sensibilità acutissima. Ci ha regalato versi meravigliosi, prima di togliersi la vita appena ventiseienne - ma se masticate poesia la cosa non dovrebbe sorprendervi, vista la fine che hanno fatto giganti come Sylvia Plath, Vladimir Majakovskij e Anne Sexton. Per apprezzare Antonia Pozzi, però, non c’è niente da fare: bisogna andarsela a leggere. Su questo bel sito potete trovare delle poesie che insomma, dovrebbero bastare a convincervi. 
C’è poi l’inglese Antonia Susan Byatt, narratrice talentuosa, insignita di numerosi premi letterari e nota in particolare per il suo Possessione. Una storia romantica, in cui si immagina la relazione d’amore tra due poeti in epoca vittoriana - perciò, se siete divoratrici dei romanzi delle sorelle Brontë e di Jane Austen, non lasciatevela scappare. 
Infine, la storica Antonia Fraser, moglie del Premio Nobel Harold Pinter e autrice di numerose opere storiche, tra cui le biografie di due regine tanto diverse quanto celebri: Maria Stuarda, regina di Scozia, e Maria Antonietta, ultima regina di Francia (che ci ricorda, tra l’altro, una versione più scanzonata e chic della nostra Antonia, cioè per l’appunto Antonietta). 
Un nome d’artista
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Quella che vedete qui sopra è l’Antonia dipinta dal grande Amedeo Modigliani, con i capelli raccolti e il lungo collo che sono un po’ un marchio dei suoi ritratti. Non sappiamo con certezza chi sia la donna del quadro, ma conosciamo il suo nome - indicato dall’artista - e il fascino che emana potrebbe convincere più di una futura mamma appassionata di storia dell’arte. 
Per chi invece preferisce il cinema, la regista (nonché scrittrice impegnata nella difesa dei diritti delle donne) olandese Marleen Gorris ci ha regalato L’albero di Antonia, Premio Oscar per il miglior film straniero nel 1996. L’Antonia in questione è una donna fortissima (interpretata da Willelke van Ammelrooy), e la pellicola ne attraversa tutta la vita, dal ritorno a casa dopo la guerra fino all’ultimo giorno, all’ultimo respiro. 
Se poi le scrittrici di cui si è già parlato non bastano a saziare il tuo animo da lettrice onnivora, corri a leggere La chimera di Sebastiano Vassalli, un libro che viene a tutti gli effetti (e con ottime ragioni) considerato un classico moderno italiano. La sua protagonista è una bambina - e poi ragazza - di straordinaria bellezza, un’orfana con gli occhi scuri e ardenti che vive nel Piemonte del XVII secolo e che viene accusata di essere una strega. Il suo nome per intero è Antonia Renata Giuditta Spagnolini, e personalmente ritengo il suo personaggio una valida, validissima ragione per chiamare Antonia una bambina. Leggete e sappiate dirmi!
Un nome internazionale
Qualcuno ha notato qualcosa di strano, leggendo le righe qui sopra? Esatto: ci sono Antonie italiane, inglesi, tedesche, olandesi. E tutte si scrivono e pronunciano allo stesso modo. Niente H, niente Y, niente J. In un mondo in cui i genitori girovaghi sono sempre di più, e in cui si cercano spesso nomi che si possano portare con disinvoltura sia in Italia che all’estero, Antonia può essere una scelta perfetta. Semplice ma ricca di storia allo stesso tempo, è un nome come una valigia comoda, che può seguirti ovunque senza mai risultare ingombrante.
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nomiperbambini-blog · 8 years ago
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Il nome di oggi è... LIONEL
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Cerchi un nome “selvaggio”, ma non troppo aggressivo? Sogni un cucciolo d’uomo che sia forte e fiero come un leoncino? Ti piacciono i nomi dal respiro internazionale, ma senza troppe lettere strane a complicarti la vita? Ti intendi di Palloni d’Oro e di supereroi? Allora Lionel potrebbe essere il nome giusto per te!
Un nome dolce e musicale ma con il cuore pulsante della savana. Un nome che ha gli artigli, ma si lascia accarezzare. Il nome di una superstar del mondo del calcio, ma anche di un supercattivo che ha fascino da vendere...
Il nome Lionel (in tutte le sue versioni: da Leonel a Lionello) è pieno di curiosità tutte da scoprire. Vediamole insieme!
Un piccolo leone
In principio era Leone. Un nome medievale, un nome da Papa, un nome che certo non ha mai avuto i numeri stratosferici di grandi classici come Andrea, Francesco e Lorenzo, ma che negli ultimi anni sembra aver fatto breccia nel cuore di parecchie mamme (nel 2015 sono nati 213 Leoni, un numero certo poco consistente, ma sbalorditivo se si pensa che nel 1999 erano solo 21!). Un nome meraviglioso, Leone, ma non adatto a chiunque: parecchi genitori avrebbero delle remore ad associare il proprio piccolo, dolce bambino a uno tra gli animali più feroci che ci siano al mondo. E poi, che fare se il tuo Leone è esile come un fuscello, o se più che al re della savana somiglia a un tenero orsacchiotto di peluche? Ecco che l’onomastica ci viene in soccorso: in entrambi i casi, Lionel è un’ottima soluzione!
In effetti, questo nome nasce anch’esso nel Medioevo, probabilmente come soprannome o diminutivo: un Leone junior che si voleva distinguere dal padre, ad esempio, oppure un Leone un po’ troppo piccino per portare il suo nome con disinvoltura. 
Non c’è bisogno di elencare tutti i significati simbolici attribuiti al leone nella cultura popolare: coraggio, nobiltà, forza, combattività, autorevolezza. Ai leoni venivano comparati i re più carismatici, i guerrieri più temerari, gli eroi epici. Un leone in battaglia spaventa i nemici affrontandoli senza alcun timore, e un leone in tempi di pace è la guida migliore per il suo branco, pronto a tutto per proteggere i suoi cuccioli. E i cuccioli, i leoncini - o lionelli, per restare in tema? Be’, sono certamente leoni anche loro: leoni in potenza, promesse di leoni. Sono adorabili batuffoli di pelo che un giorno affineranno gli artigli, tireranno fuori le zanne e se ne andranno correndo per la savana con tutta l’eleganza del loro papà. Sembrano innocui, ma sono cacciatori nati. Se l’immagine di questi piccoli Simba ti fa sciogliere il cuore, Lionel è senz’altro il nome che fa per te!
Lionello, Leonello, Leonel...
... Di varianti tra cui scegliere ce n’è! Lionello, la versione italiana, è di gran lunga la più negletta: dal 1999 al 2015, ogni anno meno di 5 bambini sono stati battezzati così. Si può dire che si tratta di un nome in via d’estinzione, che consiglierei a tutte le mamme che cercano antichi tesori onomastici a cui dare nuova vita: ecco, pensate a Lionello come a una pietra preziosa che finalmente, dopo secoli, viene riportata alla luce. Chi sente in desiderio di indossarla non può lasciarsi sfuggire questa occasione! Un motivo in più per amare questa rarità? L’Italia ha dato i natali a diversi artisti di nome Lionello: il regista Lionello De Felice (nipote per parte di madre del Papa Leone XIII, nel suo I tre ladri potete veder recitare anche il grande Totò!); i compositori Lionello Colicigno (che vanta una famiglia di name nerds non indifferenti, visto che uno dei suoi fratelli si chiamava Clodoveo!) e Leonello Casucci; il poeta Lionello Fiumi e il pittore Lionello (o Leonello) Spada, seguace e grande ammiratore di Caravaggio - qui sotto c’è il suo Davide e Golia. 
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Anche la versione abbreviata Leonel non gode di grande popolarità tra i neogenitori italiani - meno di 5 i bambini nati negli anni tra il 1999 e il 2012, con un lieve picco dal 2013 al 2015, in cui sono nati rispettivamente 11, 13 e 8 bambini con questo nome. Come si spiega questo piccolissimo (eppur significativo) boom? La risposta, forse, si trova nello sport: nell’agosto del 2012 si sono tenuti i giochi olimpici, un’occasione per tutti gli appassionati di sport, ma anche per noi name nerds accaniti, che tra gare di atletica e partite di beach volley troviamo una miniera di rarità onomastiche provenienti da tutto il mondo. I genitori dei piccoli Leonel nati dal 2013 in poi, probabilmente, sono entrambe le cose: perché una delle sorprese di quell’olimpiade è stato il corridore messicano Leonel Manzano, medaglia d’argento nei 1500 metri. 
LIONEL: Pallone d’Oro
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Fino al 2006, Lionel non era tanto diverso dai suoi fratellini di cui si parla qui sopra: meno di 5 bambini nati all’anno. Poi succede qualcosa. Prima timidamente, con appena 6 nuovi arrivi nel 2007, poi in maniera sempre più rapida ed evidente: meno di dieci anni più tardi, nel 2015, i Lionel erano 29. Sempre pochi, pochissimi - confermando che, qualunque versione tu scelga per il tuo bambino, se sei attratta da Lionel i tuoi gusti sono decisamente fuori dagli schemi -, ma la crescita è evidente. E chi è il Lionel più famoso degli ultimi anni? Indubbiamente lui, Lionel Messi, detto Leo, calciatore argentino ritenuto tra i migliori giocatori di tutti i tempi. Messi è alto appena 1,70 m, ma il suo piede magico gli ha permesso di stabilire un numero impressionante di record, segnare un’infinità di reti e vincere 4 palloni d’oro FIFA (più una tale quantità di altri premi, sia individuali che con le sue varie squadre, che contarli pare un’impresa impossibile). Messi è esattamente quello che il suo nome promette: statura piccina, ma con l’anima e l’energia di un intero branco di leoni. Quale migliore pubblicità per chi sta pensando di dare questo nome al proprio bambino? 
LIONEL in tv  
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Sei una che quando accende la tv e trova la partita di calcio cambia canale? Niente paura, è comunque molto probabile che tu ti imbatta ugualmente in un Lionel. Lionel Hutz, per esempio, è un personaggio della mitica serie dei Simpson: un sedicente avvocato che si trova spesso a difendere Homer e famiglia (quasi sempre con pessimi risultati, ma facendoci molto ridere).  
Ma il Lionel più famoso della tv è senza dubbio il supercattivo Lionel Luthor, padre di Lex, lo storico rivale di Clark Kent nella serie Smallville.  Interpretato da un John Glover che non è mai stato così sexy, Lionel sarà anche cattivo, ma ha fascino da vendere. Nella serie si presenta come un imprenditore ricco e assetato di potere, un self-made man tanto malvagio quanto colto, con interessi che spaziano dalla musica classica alla letteratura, dall’ingegneria alla chimica. La sua arma segreta? Mano di ferro in guanto di velluto: Lionel si mostra sempre gentile e disponibile a chi non lo conosce, ed è così che riesce sempre ad ottenere ciò che vuole... proprio come un leoncino che tiene le zanne ben nascoste, ma in realtà non vede l’ora di usarle!
Una canzone per LIONEL
Se alla tv preferisci la radio, spegni tutto e ascolta: il tuo Lionel è Lionel Richie, una voce da 100 milioni di dischi, ma anche un attivista convinto, l’uomo che insieme a Michael Jackson ha regalato al mondo l’indimenticabile canzone “We are the World”. A conferma del fatto che questo nome nasconde una grinta anche artistica, tutta da scoprire. 
Come si pronuncia? C’è un diminutivo?
Lionel si può pronunciare in due modi: all’inglese suona più o meno come Làionel, mentre la versione ispanica - quella usata da Messi, che forse è più vicina alle sonorità dell’italiano - accenta la E finale diventando semplicemente Lionèl.  E i diminutivi? Qui ci si può sbizzarrire: da un classico Leo, che non passa mai di moda, a un più stravagante Lio, passando per Lillo, Nello, Nel e Leon. La risposta giusta, come al solito, è una sola: quella che piace a te! 
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nomiperbambini-blog · 8 years ago
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Il nome del giorno è... JOLANDA
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Ti piacciono i nomi floreali con un tocco vintage? Cerchi un nome che sia ricercato senza risultare eccessivo? Non esci di casa senza un accessorio di colore viola? Allora Jolanda è senz’altro un nome che dovresti considerare!
Un nome che sa di fiori e di terra bagnata, un nome femminile e guerriero insieme, amatissimo dai reali di casa Savoia; è il nome di una bellissima piratessa e il titolo di una canzone brasiliana che più romantica non si può.
Tra petali viola, principesse sabaude e mari del Sud, le cose da scoprire su Jolanda sono tante. Che stiamo aspettando? Scopriamole insieme!  
JOLANDA: Viola
Sul significato preciso di questo nome ci sono molte idee, più o meno accreditate. L’unica cosa su cui tutti sono più o meno d’accordo è che il primo elemento è collegato con la parola “viola”, riferita sia al fiore che al colore. La parola greca Ion, infatti, significa proprio “viola”, ed è la stessa che sta alla base dei nomi Iole (spesso utilizzato come diminutivo di Iolanda) e Jonio, come il mare che bagna le coste di Puglia e Calabria, così chiamato perché le sue acque sono di un blu talmente profondo che spesso pare assumere sfumature violette.  
Ma torniamo a Jolanda. La versione più poetica vuole che questo nome derivi dall’unione di ion, per l’appunto, con un’altra parola greca: anthos (”fiore”), con un significato complessivo che lo avvicina a nomi più trasparenti, come Viola e Violetta. Questa radice, tra l’altro, è la stessa del nome Violante, di cui Jolanda non sarebbe altro che una versione francesizzata, presa dall’antica lingua provenzale (in diversi Paesi francofoni e germanofoni la versione più utilizzata di questo nome è proprio Yolanthe). C’è poi chi sostiene che il secondo elemento provenga invece dal germanico land, cioè “terra” - dando l’altrettanto poetico significato di “terra viola” - o lind, radice che indica l’albero di tiglio (il cui legno per molti popoli nordeuropei era dotato di proprietà magiche) e lo scudo fabbricato con il suo legno (il nome Linda e tutti i suoi composti, come Ermelinda e Teodolinda, nascono proprio per omaggiare questo albero sacro). E c’è, infine, chi ritiene che il primo elemento di Jolanda non abbia niente a che fare con viole e violette, ma provenga da una radice germanica che significa “ragazza” (sarebbe, questo, il caso di Jolánka, un nome ungherese che spesso viene associato a Jolanda, sebbene si tratti di un nome letterario come Ornella, Miranda e Vanessa, nato dall’ingegno dello scrittore András Dugonics, che lo scelse per la protagonista del suo omonimo romanzo). 
Y, J oppure I?
Jolanda, Yolanda, Iolanda... come si scrive questo nome? L’ho già detto e lo ripeto: quando si parla di nomi, non c’è una risposta giusta. Può essercene una più tradizionale, o filologicamente più corretta, ma alla fine a vincere è e deve essere soltanto la soluzione che ti piace di più. Diamo un’occhiata ai numeri per farci un’idea: nel 2015 le Yolanda sono state meno di 5 e solo 12 bambine sono state chiamate Jolanda, mente 31coppie hanno scelto la versione con la I. Stiamo sempre parlando di numeri bassissimi - un dato incoraggiante per tutte le mamme che cercano un nome fuori dal coro e non vogliono che la propria figlia si ritrovi in classe con una ventina di omonime! -, ma su questo non c’è dubbio: gli italiani preferiscono Iolanda... ma con moderazione: dal 1999 al 2015 questo nome è sceso vertiginosamente nelle preferenze dei neogenitori, passando nel giro di pochi anni da 108 nuove nate alle suddette 31. 
Ci si può ancora chiamare JOLANDA?      
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Dove sono andate a finire le Jolande? Cos’è successo tra il 1999 e oggi? Una spiegazione plausibile del calo di questo nome (già di per sé poco usato, vale la pena di ribadirlo) tra le nuove nate va ricercata nel 2008, anno di pubblicazione del libro di Luciana Littizzetto intitolato “La jolanda furiosa”. Già da prima dell’uscita del volume, la Littizzetto ha iniziato a usare in tv la parola “jolanda” associandola all’organo genitale femminile (il suo corrispettivo maschile si chiamava Walter, un altro nome che nel corso degli anni è sceso precipitosamente nella lista di preferenze dei genitori italiani). 
Ora, nessuno vuole che la propria figlia venga associata alla vagina. Nemmeno se si fa per ridere. Nemmeno se non ti perdi una puntata di “Che tempo che fa”... è un buon motivo per togliere Jolanda dalla lista? Io dico di no. Personalmente, sono convinta che, se un nome ti piace davvero, non c’è nessun valido motivo che possa convincerti a toglierlo dalla lista. Ci sarà sempre qualcuno che collegherà Mercedes all’automobile anziché alla Madonna (o viceversa), qualcuno che romperà le scatole a Susanna chiamandola “tutta panna”, qualcuno convinto che Ermione sia un nome da maschietto. E allora? Non dobbiamo lasciare che queste cose rovinino i nomi che amiamo. I tormentoni dei comici prima o poi passano. Jolanda, invece, resterà sempre un bellissimo nome.  
JOLANDA, un nome da principessa
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Di regine e principesse di nome Jolanda ce ne sono tantissime, sparse per le nobili casate di mezza Europa. C’è stata una Iolanda d’Angiò e una d’Aragona, una di Valois, una d’Ungheria, una di Borgogna. I Savoia amavano particolarmente questo nome, che nel loro albero genealogico ricorre con una frequenza vicina a quella di Vittorio, Emanuele, Mafalda e Filiberto. Ma la più famosa è senza dubbio Iolanda di Polonia (il cui bel ritratto potete ammirare qui sopra), che oltre che una principessa è stata anche una religiosa – è in suo onore che tutte le Jolande festeggiano l’onomastico, l’11 giugno. 
Jolenta, questo il suo vero nome, era figlia del re d’Ungheria, Béla IV, nata nel 1235. La sua è una famiglia in cui la santità è di casa, soprattutto tra le donne: la zia era santa Elisabetta d’Ungheria, ed entrambe le sue sorelle, Margherita e Kinga (spesso italianizzato in Cunegonda), sono state canonizzate dalla chiesa cattolica. Ed è proprio Kinga a occuparsi dell’educazione spirituale di Iolanda, che su suo consiglio sposa un nobile polacco (Boleslao il Pio) e diventa terziaria francescana, dedicandosi in particolare all’assistenza dei poveri e degli ammalati. Rimasta vedova, Iolanda prende i voti e si unisce all’ordine delle clarisse (anche una delle sue tre figlie sceglierà la vita monastica, seguendo la tradizione di famiglia). Il suo culto in Polonia è ancora molto sentito, in particolare nel convento di Gniezno, a circa 50 km da Poznàn, dove Iolanda ha trascorso i suoi ultimi giorni in povertà e preghiera.    
JOLANDA: la regina dei mari del Sud
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Nel 1905 Emilio Salgari - il creatore di Sandokan, per intenderci - pubblica un romanzo intitolato Jolanda, la figlia del Corsaro Nero. Il pirata in questione è Henry Morgan, già protagonista di altre avventure ideate dalla fantasia salgariana, ma Jolanda non è davvero sua figlia. La ragazza ha sangue nobile nelle vene (è figlia del cavaliere Emilio di Ventimiglia), ma ha perso entrambi i genitori e, come se non bastasse, è stata rapita dal Conte di Medina e Torres, che vuole mettere le mani sul suo patrimonio. Per fortuna, Morgan di nero ha solo il soprannome: non solo libera Jolanda, ma se ne innamora perdutamente, e per tenerla con sé attraversa i sette mari, sfida tempeste e filibustieri. Spoiler alert: alla fine della storia i due si sposano su un’isola caraibica, e il buon pirata abbandona la vita errante da navigatore per mettere radici con la sua donna nel fertile suolo di Jamaica. 
Da questa storia sono stati tratti ben due film e una serie a cartoni animati. Ma c’è anche un’altra versione, decisamente più sexy, della Jolanda di Salgari: parlo della bellissima Jolanda de Almaviva, protagonista di una serie di fumetti creata da Milo Manara. Anche questa Jolanda è una contessa, e anche lei viene rapita mentre solca l’Atlantico in direzione di Maracaibo. L’uomo di cui si innamora, però, non si chiama Henry Morgan ma Jean Lafayette. E forse non c’è bisogno di dire che, prima di coronare il suo sogno d’amore, farà girare la testa a tutti gli uomini che incontrerà sul suo cammino. 
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Se ai racconti di pirati preferisci quelli che parlano di fate e ninfe dei boschi, hai comunque una buona ragione per amare Jolanda. Che in questo caso cambia pelle e si trasforma in Iolanthe, la regina delle fate, protagonista dell’omonima opera musicata da Arthur Sullivan. Il quale all’inizio aveva scelto un altro nome, Perola, per la sua fairy queen. Poi, all’ultimo minuto, capì che quello non era il nome giusto, non era IL nome, e impose a tutti i musicisti, attori, scenografi e costumisti di dimenticare Perola e salutare Iolanthe. Un’incertezza simile capita a molti genitori: non sono rare le storie di nomi cambiati all’ultimo secondo, magari quando il bebè è già nato. Quello di Sullivan è un esempio vincente: non è mai troppo tardi per trovare il nome perfetto!
Eternamente YOLANDA     
Non vi bastano i pirati, le fate, i romanzi d’avventura e le opere liriche? Allora ascoltate questa canzone interpretata da Nina Simone e Chico Buarque. Qui Yolanda si scrive con la Y, ma il risultato non cambia: il suono è quello di una dolcissima ninna nanna, le parole sono una struggente dichiarazione d’amore. Quella che ogni genitore vorrebbe fare alla propria bambina.  
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nomiperbambini-blog · 8 years ago
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Il nome di oggi è... CHRISTIAN
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Cerchi un nome che sia insieme tradizionale e divertente? Un nome che onori la tua fede senza suonare troppo vecchio o ingombrante? Vorresti un nome straniero, ma che non sia troppo difficile da scrivere e pronunciare? Christian potrebbe essere la scelta giusta per te!
Christian è un nome religioso, ma con un tocco moderno. E dentro nasconde tante cose: re scandinavi e fiabe nordiche, sex symbol universali e grandi nomi della moda - senza dimenticare gli appassionati di pallone... 
Che stiamo aspettando? Scopriamo insieme tutti i segreti di questo nome!
CHRISTIAN: Cristiano
Il nome Christian nasce sulla base della parola latina christianus, ossia “cristiano”, ma anche “fedele a Cristo”, “appartenente a Cristo”, “seguace di Cristo”. Si tratta, insomma, di un nome che omaggia la figura di Cristo, ma anche di un nome con cui si intende proteggere il nascituro chiedendo a Gesù di fargli da angelo custode, una sorta di “guardia del corpo” d’eccezione. 
Dal momento che il cristianesimo è la religione più diffusa in Europa, non stupisce che questo nome si trovi quasi in tutti i Paesi del nostro continente, con varianti che spaziano dal lituano Kristijonas al tedesco Karsten, passando per il finlandese Kristian  e per il francese Chrétien. In italiano c’è Cristiano, un’alternativa perfetta per chi ha gusti più tradizionali e non ama né le H né la sonorità dei nomi stranieri - ma c’è anche chi, per scendere a un compromesso tra le due soluzioni, toglie la H e la O ottenendo un agile Cristian. Una curiosità: fino al Settecento, in Inghilterra Christian veniva considerato un nome quasi esclusivamente femminile (invertendo una tendenza che si è affermata in questi anni nel mondo anglofono, per cui nomi tradizionalmente maschili come Ryan o James vengono scelti per le bambine)... Fino a quando non si è preferito aggiungere una A, dando vita alla variante Christiana. 
Troppa confusione per i tuoi gusti? Il bello, come sempre quando si parla di nomi, è che non c’è una risposta giusta: la scelta migliore è quella che ti sembra perfetta per il tuo bambino. 
CHRISTIAN: Italiano o no?
Su questo non c’è dubbio: in origine Christian era la versione straniera, in uso soprattutto nel Nord Europa, del nostro Cristiano. Ma possiamo davvero continuare a considerarlo un nome da mettere vicino a Peter, George o Frederick? Diamo un’occhiata ai numeri. I dati Istat ci rivelano che negli ultimi anni Christian si è affermato in modo definitivo tra i nuovi nati: già nel 1999 ben 2.105 coppie hanno scelto questo nome per i loro bambini, e il numero ha continuato a crescere fino ai 2.711 del 2015 (con un picco di circa 3.750 nuovi nati tra il 2007 e il 2008). In confronto, Cristiano è decisamente una scelta di nicchia: nel 2015 solo 306 bambini sono stati battezzati con questo nome, una cifra che nel corso degli anni si è mantenuta pressoché costante. 
CHRISTIAN: re di Danimarca
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La storia di Christian è molto più antica di quanto si pensi. E coinvolge anche, udite udite, delle teste coronate. Nella casa reale di Danimarca, infatti, a quanto pare di Amleto ce n’è stato uno solo... gli altri, quelli veri, si chiamavano quasi tutti Christian!  Non a caso, il palazzo reale di Copenaghen si chiama Christiansborg Palace, in onore del re Christian VI, che ne commissionò la costruzione all’inizio del XVIII secolo. C’è anche un quartiere della capitale danese che risponde al nome di Christianshavn, all’interno del quale sorge la città libera di Christiania, nata negli anni Settanta quando un gruppo di hippie decise di occupare un’area portuale dimessa. 
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Ma c’è anche un altro Christian che la Danimarca ci ha regalato. La statua della sua Sirenetta domina la baia di Copenaghen e ogni anni viene ammirata e fotografata da migliaia di turisti: parliamo, ovviamente, del grande Hans Christian Andersen, forse il più celebre tra gli autori di fiabe del Nord Europa. "Il brutto anatroccolo”, “La principessa sul pisello”, “La piccola fiammiferaia”, “La sirenetta” sono tutti personaggi creati dalla sua penna e dalla sua fantasia, e sono ancora tantissimi i bambini che, la sera, si addormentano grazie alle sue parole. 
Se c’è del sangue danese che scorre nelle vene della tua famiglia, se tu e la tua dolce metà vi siete innamorati di Copenaghen, se desideri dare al tuo bimbo un nome da fiaba senza sbilanciarti troppo con scelte audaci come Pollicino, Tremotino, Mammolo o Pinocchio... Christian potrebbe essere proprio il nome giusto per te!
CHRISTIAN: un nome da celebrity
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Se alle fiabe e alle casate reali preferisci le star di Hollywood e i VIP da rotocalco, hai comunque un sacco di buone ragioni per amare Christian. Una su tutte? Christian Bale, uno degli attori più talentuosi su piazza (oltre che uno dei volti più sexy del grande schermo!) - guardare L’uomo senza sonno, American Psycho, The Fighter, American Hustle e tutti i suoi Batman per credere. Se al cinema americano preferisci farti una risata con i “cinepanettoni”, puoi sempre pensare a Christian De Sica, probabilmente uno dei primi a portare questo nome nel nostro Paese. 
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E poi, lo sappiamo bene, Christian ha una vena calcistica non indifferente. Wikipedia ha dedicato una intera pagina ai calciatori che portano questo nome, e senz’altro a dare la spinta a questo nome, ormai più di vent’anni fa, ha contribuito anche la popolarità del bomber Christian Vieri, uno dei giocatori più amati in assoluto. Poi è arrivato Francesco Totti, che nel novembre 2005 ha scelto la variante Cristian per battezzare il suo primogenito, nato dal matrimonio con Ilary Blasi - i numeri parlano chiaro in proposito: prima del 2006 Cristian senza H era popolare (una media di 1.500 nuovi nati all’anno), ma dopo la nascita del piccolo Totti i bambini battezzati con questo nome sono più che raddoppiati, con un picco di 3.499 nel 2007 che solo da poco ha iniziato a ridimensionarsi (i dati del 2015 vedono l’H vincitrice: 2.711 Christian contro 1.752 Cristian). In ogni caso, la popolarità di questo nome resta altissima. Forse sono in tanti i genitori che sognano un bambino con la maglia della squadra e un pallone sempre tra i piedi... Magari anche tu sei uno di quei genitori, e in tal caso Christian potrebbe essere il nome giusto per te!   
Un nome... Très chic!  
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Luogo comune vuole che a interessarsi di calcio siano più i papà delle mamme, e questo non sempre è un buon segno quando si tratta di nomi: bisogna trovare una soluzione che metta tutti d’accordo, un nome che faccia battere il cuore a entrambi i genitori. Pensate che Christian non lo sia? Allora ripensateci, perché questo è un nome perfetto anche per le appassionate di moda, quelle che non si perdono un numero di Vogue e che non si stancano di guardare e riguardare tutte le serie di Sex & The City. Se fate parte della categoria sapete già di cosa sto parlando: oltre che un re del freddo Nord e un principe sul campo da calcio, Christian può anche essere un imperatore della moda. A questo nome rispondono infatti Christian Louboutin, creatore delle celeberrime scarpe con suola rossa e tacco vertiginoso, ma anche Christian Dior, un marchio che ha fatto la storia della moda francese e non solo, e Christian Lacroix, che ha disegnato le uniformi dello staff di Air France e vestito l’attrice Helen Mirren alla cerimonia degli Oscar nel 2007.  
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nomiperbambini-blog · 8 years ago
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Il nome di oggi è... GENNARO
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Aspetti un bimbo che nascerà in inverno? Desideri onorare le origini napoletane della tua famiglia? Cerchi un nome tradizionale con un twist in più, simpatico e deciso allo stesso tempo? Allora Gennaro potrebbe essere il nome giusto per te. 
Un nome invernale che fa pensare al Sud. Un nome caldo e freddo insieme. Il nome di un santo tra i più venerati in Italia - ma anche di un dio pagano, di un simpatico corvetto, di personaggi letterari e dell’indimenticabile protagonista di una serie tv tra le più amate degli ultimi anni. 
Chi è Gennaro? Scopriamo insieme tutti i segreti di questo nome!
GENNARO... Il bimbo di gennaio
Tra gli antichi Romani era piuttosto comune scegliere il nome dei bebè in base a all’ora (è il caso di Manlio, per esempio), al giorno o al mese della nascita. Questo è anche il caso di Gennaro, nome che deriva dal latino Ianuarius, cioè, appunto, “Gennaio”. I bambini nati in questo mese venivano spesso chiamati così, anche per onorare il dio cui il mese di gennaio era dedicato: Giano, una misteriosa divinità spesso raffigurata con due facce che guardano in direzioni opposte - una verso il passato, l’altra verso il futuro. Non deve stupirci, dunque, che il primo mese dell’anno sia sotto la sua protezione: Giano è il dio degli inizi, delle novità, delle possibilità; è un dio-porta che ci permette di lasciarci alle spalle gli eventi passati per aprirci a tutte le cose che la vita ha ancora in serbo per noi. Gennaro quindi può essere un nome di speranza, perfetto per un primo figlio, per un bimbo inatteso, oppure per un bebè che arriva dopo un periodo difficile, portando con la sua nascita una ventata di gioia e serenità. 
GENNARO... Il santo di Napoli
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Il Gennaro più illustre è nato nel III secolo d.C. in Campania, probabilmente nella zona di Benevento - città della quale diventa vescovo, raccogliendo intorno a sé un gran numero di fedeli. Gennaro è predicatore attivo e instancabile, gira la sua terra con numerose visite pastorali; si fa molti amici, fra i diaconi e teologi dell’epoca, ma anche molti nemici: siamo in un periodo buio per il cristianesimo, i seguaci di Gesù vengono perseguitati, imprigionati e condannati a pene terrificanti. Mentre Gennaro raccoglie proseliti tra Napoli, Benevento e Pozzuoli, a Roma l’imperatore Diocleziano fa strage di cristiani. In Campania il suo uomo è un certo Dragonio, giudice e proconsole, che senza pensarci due volte fa incarcerare diaconi e vescovi per evitare la formazione di “pericolose” comunità cristiane. Tra questi, c’è anche un caro amico di Gennaro: Sosso, diacono e guida della comunità di Miseno. Insieme ad altri due amici e uomini di chiesa (che rispondono agli interessanti nomi di Desiderio e Festo), Gennaro si reca in visita per dare conforto al prigioniero... Scatenando l’ira di Dragonio, che per sicurezza decide di far arrestare anche lui. 
In un primo momento Dragonio stabilisce che Gennaro e i suoi compari debbano essere sbranati dagli orsi nell’anfiteatro di Pozzuoli, ma poco prima dell’inizio dei giochi si accorge che il cuore del pubblico batte per i poveri condannati: la gente vuole salvare Gennaro, non vederlo morire in quel modo atroce! Be’, se credete che Dragonio si sia impietosito per questo vi sbagliate di grosso: semplicemente, opta per una morte più discreta e meno scenografica, facendo decapitare i tre uomini di chiesa lontano dai riflettori e dal clamore dell’arena. 
La cosa davvero interessante, però (come spesso accade, quando si parla di santi), è quello che accade dopo la morte di Gennaro: una pia donna, prima che il corpo venga seppellito, raccoglie il sangue del defunto in due piccole ampolle, che il vescovo di Napoli decide di far custodire in due apposite cappelle del duomo partenopeo - quella di San Gennariello al Vomero e quella di San Gennaro ad Antignano. Durante il tragitto da Pozzuoli a Napoli, il sangue si scioglie per la prima volta: il miracolo di San Gennaro! Le sue ossa, intanto, viaggiano continuamente tra Napoli, Avellino e Benevento in cerca di un riposo sicuro, fino a quando non riescono a ricongiungersi alle ampolle ritornando definitivamente a Napoli. A questo punto, succedono varie cose: la terra trema, il Vesuvio erutta, e i napoletani si ritrovano davanti alle spoglie di San Gennaro per chiedergli di salvarli. Lui, a quanto pare, li salva sempre, conquistando la loro fede e il loro amore incondizionato. A Napoli San Gennaro diventa presto una superstar. E lo è ancora oggi: tre volte all’anno le ampolline con il suo sangue vengono portate in processione insieme al busto d’argento che lo ritrae, per mostrare ai fedeli il prodigio che si compie. Quando il sangue si scioglie, la festa è grande: perché quel sangue è vita, è speranza, è fede che non si spegne. Tutti buoni, ottimi motivi per scegliere Gennaro come nome per un bambino!
GENNARINO, GENNARIELLO: Un nome da scugnizzo
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Tutti i fan di “Topolino” avranno di certo un altro motivo per amare Gennaro: chi non conosce Gennarino, il simpatico corvetto che vive alle pendici del Vesuvio con la strega Amelia, e la accompagna in tutte le sue disavventure a caccia della mitica numero 1? Gennarino è una mascotte coi fiocchi, fedele e premuroso, ma ha anche il giusto tocco di humour napoletano che aiuta la sua padrona a sdrammatizzare la sconfitta. Perché sì, Gennarino è napoletano DOC: uno scugnizzo con ali e becco, adorato da grandi e piccini.  
Ma ci sono anche due riferimenti più alti, per gli amanti della letteratura: Gennareniello è il titolo di una commedia di Eduardo De Filippo. Il protagonista, Gennaro, è un uomo un po’ avanti con gli anni, sposato con Concetta ma attratto dalle grazie di Anna Maria, la bella e giovane dirimpettaia. Per sedurla, Gennaro se ne inventa d’ogni: quando le battutine e i complimenti non funzionano, con l’aiuto di due compari si finge un talentuoso ingegnere, millantando improbabili contatti con artisti prestigiosi che lo hanno definito un genio leonardesco. 
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Ma il Gennariello letterario più famoso è senza dubbio quello di Pasolini, che a questo personaggio immaginario dedica un'intera sezione delle sue “Lettere luterane”. Gennariello ha 15 anni ed è il destinatario immaginario degli scritti pedagocici di Pasolini: è uno studente modello, insomma. Ma non di quelli con gli occhiali spessi e la mano sempre alzata, no. Gennariello è lo studente perfetto perché ha un’intelligenza vivace, ricettiva, perché ha tutta la vita davanti. Pasolini ne fa una descrizione che è anche una dichiarazione d’amore, proprio come fosse un genitore che guarda il suo bambino per la prima volta. E vale la pena di condividerla, perché se state pensando di chiamare un bimbo Gennaro una cosa del genere proprio non potete perdervela: 
Come il tuo nome immediatamente suggerisce, sei napoletano. [...] Coi napoletani posso presumere di poter insegnare qualcosa perché essi sanno che la loro attenzione è un favore che essi mi fanno. Lo scambio di sapere è dunque assolutamente naturale. [...] Prima di tutto tu sei, e devi essere, molto carino. Magari non in senso convenzionale. Puoi anche essere un po' minuto e addirittura anche un po' miserello di corporatura, puoi già avere nei lineamenti il marchio che, in là con gli anni, ti renderà fatalmente una maschera. Però i tuoi occhi devono essere neri brillanti, la tua bocca un po' grossa, il tuo viso abbastanza regolare, i tuoi capelli devono essere corti sulla nuca e dietro le orecchie, mentre non ho difficoltà a concederti un bel ciuffo, alto, guerresco e magari anche un po' esagerato e buffo sulla fronte. Non mi dispiacerebbe che tu fossi anche un po' sportivo, e che quindi fossi stretto di fianchi e solido di gamba (quanto allo sport, preferirei che tu amassi il pallone, così ogni tanto potremmo fare qualche partitella insieme). E tutto questo - tutto questo che riguarda il tuo corpo, sia ben chiaro - non ha, nel tuo caso, nessun fine pratico e interessato: è una pura esigenza estetica, un di più che mi mette meglio a mio agio. Intendiamoci bene: se tu fossi bruttarello, proprio bruttarello, sarebbe lo stesso, purché tu fossi simpatico e normalmente intelligente e affettuoso come sei. Basta, in tal caso, che i tuoi occhi siano ridarelli: come, del resto, se anziché essere un Gennariello, tu fossi una Concettina.
GENNARO: Gomorra
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Non siete tipi da smancerie? Alle vite dei santi e alle lettere pedagogiche preferite le serie tv con scene d’azione mozzafiato, sparatorie e inseguimenti? Preferite i cattivi ragazzi ai principi azzurri? Niente paura, c’è un Gennaro anche per voi: un Gennaro con giacca di pelle e cresta nei capelli, pericolosissimo e senza paura. Parliamo di Genny Savastano, il protagonista della serie tv “Gomorra”, interpretato da Salvatore Esposito. Nella serie, Genny è figlio del boss don Pietro, capo di un clan tra i più temuti di Napoli. Quando lo vediamo per la prima volta è un ragazzotto viziato e poco sveglio, che non ha mai sparato un colpo e che agli affari del padre preferisce le serate in discoteca. Ma la vita lo costringe a cambiare: nel corso della serie, Genny si trasforma gradualmente in un boss spietato, con niente da perdere e tutto da guadagnare. Un cattivo esempio? Può darsi. Ma penso che la serie possa contribuire a togliere un po’ di polvere a questo nome, facendolo entrare anche nelle liste di chi, fino a qualche anno fa, non avrebbe mai pensato di prenderlo in considerazione. 
GENNARO... in cifre
Se cerchi un nome fuori dal coro, con Gennaro non puoi sbagliare. Secondo il calcolatore Istat, nel 2015 solo 373 bambini sono stati battezzati con questo nome. Un dato che è rimasto pressoché stabile dal 1999, oscillando tra lo 0,22% e lo 0, 13% dei nuovi nati. 
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