Tumgik
#1 certezza
mossmx · 1 year
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i'm sick and sipping tachiflu and watching the techetè show for comfort and mamma Rai got me the crosdressing Amadeus video I had not seen
really my heart is warming <3 no horny toughts in this post, only nostalgia and love for Italian tv stuff <3
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diceriadelluntore · 10 months
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Storia Di Musica #305 - Robert Johnson, King Of The Delta Blues Singers Vol.1, 1961
Riparto da quel tavolino della copertina di Bringing It All Back Home. Su quel tavolino c'è anche questo disco, che probabilmente non dirà moltissimo ai più, ma è uno dei dischi fondamentali della musica occidentale del '900, e sta lì per svariati motivi. Il re dei cantati del Blues del Delta (è quello del fiume Mississippi) è Robert Leroy Johnson, una delle figura più misteriose, carismatiche e leggendarie di tutte. Intorno alla sua figura, alla sua musica, alla sua vita breve e di cui si sa pochissimo c'è un alone quasi mistico e fu questo disco, una compilation delle sue maggiori registrazioni degli anni '30. Di Johnson si sa pochissimo: non è sicura la data di nascita del maggio 1911, nemmeno i genitori, la tesi più accreditata afferma che nacque una relazione extraconiugale della madre Julia Dodds con Noah Johnson, dopo che il marito di Julia, Charles Dodds Jr., l'aveva abbandonata per un'altra donna e la sua infanzia e adolescenza è avvolta in misteri e leggende, aiutati dal fatto che nel Mississippi di quei tempi i documenti per una famiglia nera non fossero la prima preoccupazione ad Hazlehurst della Contea di Copiah. Sta di fatto che all'inizio, aiutato da uno dei figli di Noah, impara a suonare l'armonica a bocca, e poi la chitarra, ma all'inizio è tutt'altro che appassionato allo strumento. Si sposa due volta, nel 1929 con Virginia Travis, che muore di parto l'anno successivo a 16 anni con la bimba neonata, e nel 1931 con Calletta Craft. Secondo la leggenda, da lui stesso raccontata e accresciuta, lascia la seconda moglie per seguire la sua passione per la musica e, nel vagabondare, all'incrocio più profondo e sperduto nelle terre del Delta, fa un patto con il Diavolo, a cui vende l'anima in cambio dell'arte di saper suonare la chitarra. Secondo molti che ne alimentano il mito, davvero d'un tratto Johnson ebbe un miglioramento colossale nel suonare, e secondo alcuni biografi, fu suo maestro un misterioso bluesman di nome Ike Zimmerman, altra figura avvolga nel mistero: Johnson sfruttò alla grande queste storie, a cui lui aggiunse una particolare vocazione nel suonare nei cimiteri, tra le tombe, nota al punto da venire additato quale emissario del demonio. Se il patto è vero, funzionò: Johnson, dopo aver registrato la sua musica in modi e tempi che vi dirò a breve, morì a 27 anni, nel'Agosto del 1938, primo nome di quel futuro Club dei 27, che comprende i grandi della musica morti a quell'età. Anche sulla morte ci sono numerose leggende, ma la tesi più accreditata è che fu avvelenato dal barman del locale dove lui, Sonny Boy Williamson II e David Honeyboy Edwards erano la resident band, nei pressi di Greenboro, contea di Jackson: Johnson divenne l'amante della moglie del proprietario, che lo avvelenò versando un veleno nella sua bottiglia di whisky. A rendere tutto ancora più iconico, nessuno sa dove sia sepolto, dato che nella contea di Jackson, dove fu scritto il certificato di morte, esistono tre tombe di Robert Johnson, e nessuno sa con certezza quale delle tre sia autentica.
Oltre il mito, Johnson fu rivoluzionario per tre motivi: il suo fingerpicking, divenuto iconico e all'epoca del tutto prorompente, il suo modo di cantare, che abbandonava i toni bassi per una voce squillante e lamentosa, che sprigionava tutta la dolorosa natura del blues, e il fatto che fu il primo che in pratica sviluppò i racconti musicali di quei periodi nelle strutture del blues. È certo che non scrisse mai propriamente una canzone, ma rielaborava al momento motivi conosciuti o inventati su cui improvvisava dei testi, i quali sprigionano una così forte carica evocativa e spirituale che non passarono inosservati. Inoltre molti dei suoi alimentavano le leggende oscure e diaboliche che lo riguardavano.
Johnson registrò solo 29 canzoni: per 13 di esse è stato possibile rinvenire anche le rispettive alternate take – all'epoca scartate in quanto giudicate meno brillanti delle versioni poi pubblicate su 78 giri – per un totale di 42 registrazioni complessivamente note. Tutte registrate tra il 1936 e il 1937, probabilmente a Dallas, ma anche su questo ci sono leggende infinite, e molti sostengono che le registrazioni che abbiamo siano velocizzate, fatto che conferirebbe il particolare tono acuto alla voce di Johnson.
Tutte le sue canzoni sono degli standard, e dopo che la Columbia iniziò, con il disco di oggi, The King Of The Delta Blues Singers Vol. 1 (che esce nel 1961, il Vol.2 uscirà nel 1970, quando era super conosciuto) a riproporle, diventeranno il trampolino di lancio per la rinascita del blues in tutto il mondo. Questo del 1961 fu il primo tentativo di riportare le registrazioni degli originali 78 giri, della etichetta Vocalion, al suono mono di un Lp. Le note di copertina dell'epoca erano del tutto inventate, nell'impossibilità di risalire all'epoca a notizie "certe" su Johnson, e furono del tutto riscritte negli anni '90 con la pubblicazione in CD. In scaletta, classici ripresi da centinaia di artisti: Cross Road Blues, 32-20 Blues (32.20 è il calibro delle munizioni Winchester), Ramblin' On My Mind per citare solo i più conosciuti, sono standard nel repertorio di migliaia di artisti, e sono stati i testi basi su cui gente del calibro di Eric Clapton, Jimmy Page, Jimi Hendrix, i Rolling Stones hanno sviluppato la loro sensazionale musica. E Bob Dylan? il disco è lì per due motivi: uno, piuttosto estetico, è che sebbene non ebbe all'inizio nessun successo commerciale, l'album divenne una sorta di distintivo su che musica si ascoltava, era per usare un termine di quegli anni decisamente hip. E poi c'è un motivo più profondo, e uso le parole dello stesso Dylan: Quando Johnson ha iniziato a cantare, sembrava un ragazzo che sarebbe potuto balzare dalla testa di Zeus in armatura completa. Ho subito differenziato tra lui e chiunque altro avessi mai sentito. Le canzoni non erano solite canzoni blues. Erano così fluide. All'inizio passavano veloci, anche troppo veloci per arrivarci. Sono saltati dappertutto per portata e argomento, brevi versi incisivi che hanno portato ad alcuni fuochi panoramici della storia dell'umanità che esplodevano sulla superficie di questo pezzo di plastica rotante (da Chronicles, Volume 1).
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gelatinatremolante · 1 year
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1 ottobre e probabilmente ho già esaurito la mia dose mensile di fortuna: nonostante fosse domenica (il giorno del signore), alle ore 7:30 ero già sveglio per questa attività molto divertente consistente nel cercare di riuscire a prendere il bonus trasporti e per avere la certezza di averlo preso si sono fatte le nove quindi addio sonno ma l'importante è avercela fatta e aver ✨ risparmiato ✨
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Mi manchi.. mi manca tutto di te, mi manca quando la sera dopo lavoro ti venivo a prendere e cenavamo insieme, mi manca quando ci distendevamo insieme sul letto a guardare in film, quando stavi male e ti preparavo una tazza di the con il limone per farti stare meglio, mi manca quando andavo a giocare a calcetto e ti portavo con me ed eri la mia fan numero 1, mi manca farti addormentare con i grattini e mi dicevi "hai la mano magica", mi mancano le liti stupide, mi manca guardarti e capirci al volo, mi manca fare l'amore con te, mi manca venire da te durante una festa e sussurrarti all'orecchio quanto sei bella, mi manca passare le giornate in famiglia, mi manca passare le giornate con la pioggia sotto la coperte o le belle giornate in giro a prendere un gelato, mi manca asciugarti i capelli, mi manca quando mi facevi le skincare che amavi tanto fare ma che a me non interessavano e ti lasciavo fare, mi manca vederti leggere, mi manca quando mi raccontavi tutto il libro che avevi divorato e mi dicevi "adesso devo aspettare" e io puntualmente ti compravo il secondo volume, mi manca parlare di progetti, di figli e di matrimonio, mi mancano le volte che mi chiedevi consiglio, mi manca quando mi dicevi che per te ero la persona più importante al mondo, mi manca vederti piangere, vederti sorridere, vederti nervosa, mi manca sentirti dire che non hai fame, mi manca quando ti veniva il ciclo e avevi sbalzi di umore e io cercavo di non fartelo pesare, mi manca comprarti le schifezze per riempire quella fame strana che ti veniva quando avevi quel periodo del mese, quando mi chiedevi "domani che mi metto.?" Mi manca guardarti dormire, mi manca fare avanti e indietro con la macchina da casa mia a casa tua, mi manca ascoltare le tue stupide musiche che poi tanto stupide non erano perché piacevano a te, mi manca sentirmi dire "amò finiscila". Mi manca tutto di te ogni singola cosa, mi dicevi che eravamo per sempre, che eravamo io e te contro io mondo, per 10 anni ci siamo cresciuti, accettati,amati e difesi, ci siamo visti nudi, vestiti e pieni di insicurezze, abbiamo lottato i nostri mostri e grazie a noi abbiamo superato tante difficoltà, ricordo ancora quando mi dicevi io così non ce la faccio e ti dicevo si invece sei forte sei unica e se non dovessi farcela ci sono io che che ti aiuterò sempre, mi ricordo quando era al contrario ed ero io a pezzi e tu mi dicevi qualsiasi cosa accada io sono qua non esistono problemi che non possiamo affrontare insieme. E ora? Cosa è successo, perché mi hai abbandonato, come può un amore così grande finire così da un giorno all'altro, come può un sentimento così grande bruciarsi come una stella cadente che passa e poi svanisce, com'è possibile? Sei stata la mia prima volta, il mio punto fermo in mille situazioni instabili, e ora? ... la mia più grande certezza mi ha guardato negli occhi e mi ha detto non so più cosa sento, sto bene da sola. Avrei voluto prendere una pallottola sul petto piuttosto che sentirmi dire queste parole. Mi manchi tanto V.
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sognoazzurro2021 · 3 months
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L'unica certezza è il rientro di capitan Chiellini al centro della difesa accanto a Bonucci, dunque la loro esperienza collaudata per provare a fermare Lukaku.
1 Luglio 2021
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orotrasparente · 8 months
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comunque ora che ho finito le 6 puntate di mare fuori 4 posso dire con assoluta certezza che (in realtà anche come la scorsa stagione) beppe e pino stanno letteralmente sostenendo il peso della serie e probabilmente senza i loro siparietti sarebbe inguardabile ormai e lo dico con sommo dispiacere perché le prime 2 stagioni erano anche belle secondo me, tuttavia porrei l’attenzione su tre punti
1. l’involuzione di massimiliano caiazzo nel recitare, non era un fenomeno prima ma ora fa veramente cagare, sembra un ballerino di amici sta sempre a trotterellare, sparare frasi da baci perugina e lanciare caramelle ma tutt appost o frat ma che passat
2. non frega niente a nessuno di cucciolo, l’avvocato, edoardo, tutta la storyline dei ricci è (al momento) NOIOSA COME NON SO COSA
3. la prestazione molto positiva dell’attrice che fa la parte della moglie del comandante, secondo me brava nel far vivere quella situazione terribile
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#1 Voglio sposare John Frusciante.
Ma procediamo con ordine.
Quella di ieri è stata una serata più asfissiante del solito. Non so perché, o forse lo so ma per spiegarlo mi perderei nel vortice delle elucubrazioni e finirebbe che come al solito darei la colpa al tizio in motorino che durante l'adolescenza mi aveva detto 'brutta' senza neanche avermi guardata, ma solo per il piacere di farmi restare male. Che poi alla fine è un po' il filo rosso delle mie relazioni, di qualsiasi natura siano, che sembrano nascere e morire giusto il tempo per farmi rimanere male e mortificarmi così, for free. Ma ecco che sto come al solito divagando al punto che sono davvero arrivata a raccontare la storia del tizio in motorino, che se non era per il fatto che alla scena assistette anche un mio conoscente, neanche ne avrei traccia nella mia memoria.
Infatti, per darvi due coordinate della tipa che state leggendo, se per caso pensate che l'insulto abbia toccato il mio ego, vi sbagliate di grosso. Ero talmente una sottona, al tempo, che il mio pensiero andò al conoscente che nella mia mente malata sarebbe rimasto male per la scena alla quale aveva appena assistito, e quindi per la sottoscritta, tornandosene a casuccia sua tutto avvilito. Io odiavo pensare che la gente potesse avvilirsi a causa mia. Anche quando non era, causa mia.
Roba da Tso immediato, lo so. Ma almeno riconoscetemi che sono arrivata a comprenderlo e descriverlo. Da sola, per giunta.
Non disturbatevi ad applaudire, mi raccomando, anche se con sto caldo magari vi esce un filo di brezza dalle mani che sbattono a tempo e non la smettete più, finendo per farvi venire i calli e avvilirmi per avervi causato un qualsivoglia dolore.
Ho detto che sono arrivata a comprenderlo, il disturbo, non a guarirlo.
Ora, non appena quello del motorino esce dalla mia testa, proseguo a spiegarvi perché sposerò John Frusciante. Sì, perché ho visto su You tube che se impari a visualizzare, i tuoi sogni si avverano con certezza.
Si ma guarda che John Frusciante è sposato, ve. Dettagli.
Questa mattina mi sono alzata memore di un sogno bellissimo, premonitore, poco importa se residuo della serata di ieri che ancora non sono riuscita a spiegare per colpa dello spiegone del trauma causato dal ragazzino in motorino.
Dicevo, faceva un caldo asfissiante, ieri sera. Invece di arrivare a letto passando direttamente dal divano wengé con chaise longue tanto di moda quanto inospitale, decido di assumere una posa yoga direttamente sul materasso di camera mia, quello sì tanto comodo quanto narcotizzante. Ma invece di crollare come succede ogni volta che lo sfioro, ieri rimango per ore a cercare di spostare i miei pensieri dalla mia attuale preoccupazione ad un motivo valido per andare sognare qualcosa di bello.
Il mio stato di agitazione, però, era talmente incontrollato che ho iniziato a smanettare su You Tube alla ricerca di quel qualcosa che non si sa mai compaia all'improvviso provocandoti un sorriso.
Infatti, dopo aver guardato un film che era partito così così rivelandosi invece una chicca per il messaggio che mi ha trasmesso, convinta di non avere energia residua per iniziarne un altro, ho deciso di scorrere gli shorts dei miei prefe sul tubo, come dicono i pischelli nei commenti.
Mi imbatto in un'intervista, immorale, a John Frusciante. Non tanto per il contenuto in sé o per il fatto che il mio futuro marito fosse drogato al punto da sembrare una campagna sociale contro l'eroina degli anni 80, quanto per il fatto che tagliato e spedito nell'oceano degli shorts così fuori tempo e contesto rispetto al personaggio, mi ha fatto subito pensare ad uno di quei sfortunati quasi anziani, fuori peso, incattiviti dalla vita che con la scusa di rievocare un reperto storico a favore di fan, sputa un po' del suo veleno in esubero mostrando la vulnerabilità delle persone per bene nei loro momenti meno fortunati per potersi sentire migliori. Sfigati che non siete altro.
Magari poi quello short l'ha pubblicato qualcun altro, chi lo sa, ma ciò non toglie che nel mondo c'è pieno di questi soggetti talmente asserviti al loro ego ferito ai tempi dell'asilo che stanno tutt'oggi qui a piangere sul Nesquik slavato quella fresca mattina autunnale dell'86.
Tutti a dare la colpa a quei ragazzini in motorino che urlano brutta alla prima che passa per strada, solo perché gli hanno detto di onorare il padre e soprattutto la madre, che se anche non ti ama, fa finta di farlo al punto che tu credi che sia così ma lo sai che così non è. Solo che dipendi da lei e non puoi dirle che è brutta. Così lo vai a dire alla prima ragazzina che gira per strada, da sola, lo andrai a dire alla madre dell'arbitro della partite che seguirai, a quella che guida davanti a te la mattina, alla donna che porterai all'altare e che nella tua testa fungerà da capro espiatorio, all'infermiera che ti cambierà il pannolone, alla moglie del becchino che ti seppellirà.
Perché la colpa non è del ragazzino che ti urla brutta mentre sgasa ai quaranta all'ora col cinquantino, ma di qualcuno che invece di farti scoprire il nutrimento fisico ed emotivo di un genitore, ti porta ad urlare il tuo dolore inascoltato ad una sconosciuta qualsiasi che, anche fosse davvero brutta, non ha motivo di avere l'impronta del tuo dolore nella sua testa.
Comunque, a forza di divagare, arriverò a spiegare cos'ha detto my beloved John, comparso all'improvviso fra gli shorts, per portarmi a decidere di sposarlo, un giorno o l'altro. Scommettiamo? Vi dimostrerò come arriverò a farlo. Scientificamente.
Se non avete sbatta di leggerlo, vi capirò. Scaricatevi solo qualche app di gossip almeno vi ricorderete di me il giorno del mio matrimonio, esattamente come io ricordo di quel ragazzino in motorino.
(Segue)
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veritanascoste · 9 months
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Abbiamo solo prove che tutta la narrativa è falsa e tutto ciò a cui siamo stati indottrinati è un clamoroso depistaggio storico e geografico.. l'unica certezza è che non conosciamo né la nostra storia né tantomeno la geografia plan-et-aria, al punto che noi siamo gli alieni di questa Terra..
Entrambe le guerre mondiali furono combattute per:
1) cancellare la memoria collettiva del Vecchio Mondo.
2) Distruggere fisicamente le testimonianze architettoniche.
Secondo la storia ufficiale, tutto ciò che vedete qui è stato costruito con nient'altro che carri trainati da cavalli e semplici utensili manuali....
La verità, ovviamente, è ben diversa. Questi edifici hanno avuto origine nel Vecchio Mondo ed erano strutture tecnologiche che generavano e sfruttavano l'energia libera.
Solo i costruttori del Vecchio Mondo riuscivano a coniugare bellezza e funzionalità in un modo che ancora oggi ci lascia senza parole.
Solo chi conosce la verità sul passato può comprendere il presente e plasmare il futuro!
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elperegrinodedios · 1 year
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Ora, fratelli, non voglio che siate nell'ignoranza riguardo ai doni spirituali.
(1 Co. 12:1)
No quiero, hermanos, que ignorèis acerca de los dones espirituales.
=📖=
Or vi sono diversità di doni, ma non vi è che un medesimo Spirito. Vi sono anche diversità di ministeri ma non v'è che un medesimo Signore. Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l'utilità comune. (1 Co. 12:4-5-7)
I doni dello Spirito sono: conoscenza, sapienza, fede, guarigioni e profezia, discernimento, lingue, interpretazione delle lingue.
=======
Ma il frutto dello Spirito è: amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo. (Ga. 5:22)
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I doni, è Dio che per mezzo dello Spirito Santo li destina ad ognuno di noi secondo le capacità e i requisiti di ciascuno. Il frutto dello Spirito invece è quello che noi riusciamo a dare e manifestare a tutti gli altri, a chi ci contorna, al prossimo. Si, l'amore e la fede, stanno sia tra i doni, che tra i frutti. Il Signore li dona a noi e noi a tutti gli altri. Sono i requisiti più importanti per il cristiano. E senza amore e senza fede, non si può piacere a Dio. ✍️
"Quand'anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho amore, divento un bronzo risonante o uno squillante cembalo".
1 Co. 13:1
"Or la fede è certezza di cose che si sperano, la dimostrazione di cose che non si vedono"
Eb. 11:1
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seoul-italybts · 6 months
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[✎ ITA] Hope On The Street Vol.1 : Intervista dall'Album Speciale di j-hope (INTERLUDE) | 29.03.24⠸
HOPE ON THE STREET VOL.1
__ Parte 2 : INTERLUDE __
PARTE 1
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3. PLAYGROUND / OSAKA con Gucchon
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j-hope : Intervista 6
- I wonder... (with JUNGKOOK of BTS) -
"Ce l'avevo nel sangue"
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Ti ricordi che, prima del debutto,eri solito postare le analisi"j-hope's Street Dance Overview (Resoconti sulla Street Dance by j-hope)" sul Bangtan Blog?
Certo! Come potrei dimenticarmene? Periodicamente, postavo i miei video di street dance. Era un segmento nato di mia personale iniziativa e per un desiderio genuino. Col senno di poi, è proprio da quella serie di post che è partito tutto. Già allora, ne ero un grande appassionato. Più che appassionato – ce l'avevo nel sangue.
E, come in passato, anche qui inizi dal popping
Non c'è un motivo particolare. Quando stavo pensando a chi coinvolgere, ho pensato il popping si sarebbe ben sposato con Osaka, ed Osaka è dove balla Gucchon. È fin da quando ero ragazzino che, insieme a Boogaloo Kin, facevo ricerche sul suo conto, quindi ho pensato sarebbe stato fantastico poterci lavorare insieme.
Le nostre riprese sono iniziate ad Osaka, quando era ancora tutto piuttosto confuso. "Com'è meglio iniziare?", "Quale approccio dovrei adottare?", "Dovrei iniziare semplicemente ballando?", "No, non credo vada bene.." Quindi alla fine ho deciso di buttarmi e prendere il progetto di petto. È ciò che amo– qualcosa che faccio fin da quando ero ragazzino – andrà tutto bene...no? Ma non appena abbiamo iniziato, mi sono subito reso conto di quanto effettivamente fosse difficile. Però, conoscete il detto, no? "Chi ben comincia, è a metà dell'opera". L'importante è iniziare.
Il tema (musicale) del capitolo dedicato ad Osaka è "i wonder..." Come mai? Cosa significa?
Ho iniziato a chiedermi cosa mi aspetterà in futuro. Chissà se mi piaceranno ancora le stesse cose, se continuerò a coltivare questa passione? Insomma, ho sviluppato una certa curiosità rispetto al futuro in generale – al mio futuro, per come me lo sono sempre prefigurato, e a quello dei miei colleghi ballerini e di gruppo. Ho pensato unire elementi di vita vera e musica col ballo avrebbe dato ottimi risultati – creato una certa sinergia. Dunque "i wonder..." mi sembrava un buon punto d'inizio.
E ora che le riprese sono finite, pensi di aver soddisfatto quella tua curiosità?
In fin dei conti, tutto mi ha ricondotto, ancora una volta, alla musica e al ballo. Ho capito che continuando ad amare ciò che facciamo, a trarne gioia e a divertirci nel processo, il futuro non può essere poi così diverso dal presente. Ovviamente, non posso averne la certezza. Ma fin tanto che continuerò a divertirmi e ad amare il ballo, credo non ci sia motivo di guardare al futuro con ansia. O almeno, questa è la spiegazione che mi son dato.
INTERVISTA con GUCCHON
Popper giapponese, Gucchon è un maestro del popping, abilissimo nel controllo dei movimenti. Ha un suo stile del tutto personale. Il suo è il genere di ballo cui j-hope è particolarmente appassionato.
Il popping è un tipo di ballo che si concentra sul ritmo e sull'isolamento* dei movimenti.
(nota a cura di Boogaloo Kin)
[isolamento: quando si muove solo una parte del corpo indipendentemente dalle altre – sia che il resto del corpo sia fermo o che esegua movimenti completamente differenti.]
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Potresti presentarti brevemente?
Salve, mi chiamo Gucchon e sono di Osaka, in Giappone.
Rappresento lo studio di ballo Co-thkoo, Fab5Boogz
Da dove trai ispirazione per il ballo?
La cosa fondamentale sono i cypher (battaglie di ballo freestyle). I cypher accendono la mia immaginazione, sono una fonte d'ispirazione e mi danno sempre nuove idee creative.
Il tema dell'episodio dedicato ad Osaka è "i wonder...", quindi sarei curiosə qual è il futuro che vorresti?
Il futuro dei miei sogni è una società in cui quando camminando per strada senti una musica, il tuo corpo risponde automaticamente ed è possibile e normale ballare tutti insieme.
In conclusione, cosa significa il ballo per te?
Il ballo è tutta la mia vita. Il ballo è vita e la vita è ballo. Inoltre, il ballo fa parte del mio lavoro, ma non ho mai smesso di amarlo. La danza è il cuore pulsante del modo in cui vivo.
4. MOTIVATION / NEW YORK con Link
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j-hope : Intervista 7
- What if... (dance mix with JINBO the SuperFreak) -
"L'unico modo per sopravvivere"
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A New York hai ballato l'hip-hop, pensi sia lo stile con cui ti trovi più a tuo agio?
Sì, credo il popping e l'hip hop siano i due stili maggiormente radicati nel mio sangue. Ero sicuro non avrei avuto problemi, almeno su questo. Ma il tutto ha preso una piega totalmente inaspettata. Lo vedrete nell'episodio di New York. Guardando, capirete quanto fossi agitato. Non aggiungo altro (ride).
Link è uno dei pionieri dello stile hip hop. Com'è stato vederlo ballare?
Come ho già menzionato, il mio modello è Boogaloo Kin, ma il suo modello è Link. Wow! È un pezzo di storia. È davvero incredibile. È come trovarsi di fronte ad un pezzo di storia della street dance in carne ed ossa. Sono sicuro gli/le appassionatə di ballo ameranno quest'episodio, mentre coloro che non hanno tanta esperienza col ballo, ne rimarranno incuriositə, credo.
Ho saputo che Link ti ha mandato un video, prima che tu partissi per New York. Cos'hai provato quando l'hai visto?
Mi ha buttato parecchio giù, a dire il vero. Conoscevo molte delle cosiddette mosse da dance party, ma in diversi segmenti il ritmo era talmente strano che mi son chiesto se veramente avessi già provato quella routine, beat o stile in precedenza. Quindi, anche se mi ero preparato al meglio mentalmente prima di partire per New York, non appena ho visto le movenze di Link, mi sono sentito come se fino a quel momento io non avessi realmente ballato. Continuavo a chiedermi "Cos'è? Come si fa?" e non riuscivo a stare al passo. Era la prima volta nella mia vita che mi sentivo così, una sensazione del tutto inedita – sì, è stata un'esperienza davvero nuova, per me.
Dunque Link è stato il tuo tutor per il ballo hip hop, ma hai forse imparato anche altro da lui?
Ogni minuto trascorso insieme a lui è stato fonte di nuove conoscenze. Credo sia proprio questione di energia ed aura, quando si è in sua presenza, perché è letteralmente una parte di storia del ballo. È stato una grandissima ispirazione, per me, e credo di averne approfittato per chiedergli tutto ciò che avevo sempre voluto sapere. E non si è trattato solo di imparare cose sul ballo, ma anche sulla vita. L'unica cosa che mi è dispiaciuta è che non abbiamo potuto trascorrere molto tempo insieme. C'erano talmente tante cose che avrei voluto chiedergli! Gli ho chiesto che cosa pensava avrebbe fatto, se non fosse stato un ballerino, ed è stata come una domanda posta a me stesso.
E come credi sarebbe la tua vita senza il ballo?
Non credo sarei la persona che sono oggi, se non fosse stato per il ballo. Non riesco neanche a concepire l'idea di non avere il ballo nella mia vita. È impossibile. Credo né j-hope e neppure il vero Hoseok sarebbero gli stessi. Il ballo, ormai, è tutta la mia vita. È da lì che è iniziato tutto.
INTERVISTA con LINK
Il ballerino americano Link, maestro di ballo hip hop, non ha bisogno di presentazioni. È il primo ballerino cui pensiamo quando si parla di hip hop freestyle ed è sempre stato una grandissima fonte di ispirazione per me, j-hope, ed innumerevoli altrə ballerinə in tuttto il mondo.
(nota a cura di Boogaloo Kin)
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Com'è andata? Come ti è parso j-hope?
Quando provavamo dei passi e coreografie complesse, j-hope non si è mai lamentato, non ha mai detto "Non voglio farlo" o "cambiamo quella mossa", era sempre pronto a mettersi alla prova. È evidente quanto ami il ballo. Credo il suo nome [d'arte, Hope / speranza] la dica lunga sul suo conto. E io "spero" continuerà a coltivare quella passione e che quella sua scintilla non sbiadisca mai. Quello è l'unico modo per continuare e sopravvivere, in ogni aspetto della vita.
La street dance incorpora diversi generi e stili di ballo, come potremmo definire lo stile hip hop, secondo te?
Se spezziamo ed analizziamo la parola, "hip" significa "sapere", tipo.. sapere quali sono i posti e i beat giusti, ma è una consapevolezza che si può applicare a tutto. E "hop" significa "muoversi". Quindi si è "hip" (consapevoli) rispetto alla musica e la si segue, hopping dove ci conduce, per esser parte del divertimento insieme. Quello è l'hip hop.
In conclusione, che cosa significa il ballo per te?
Bisogna farsi alcune domande, tipo 'e se il ballo non mi trasmettesse nulla?', 'Il motivo per cui ballo è davvero perché amo la danza?', 'È fonte di ispirazione, per me?' Se il ballo non conduce a ciò che ci eravamo prefiguratə, è inevitabile rimanere delusə. E poi si finisce per sentirsi inadeguatə. Ma se davvero ti piace ballare, non sarai mai delusə, e tanto basta.
5. ART / PARIGI con Yugson
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j-hope : Intervista 8
- I don't know (with HUH YUNJIN of LE SSERAFIM) -
"Messo di fronte a quelle incertezze,
ho potuto accettarle ed affrontarle"
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Il tema dell'episodio dedicato a Parigi è "I don't know". C'è forse un qualche motivo particolare per questa scelta?
Credo ognunə di noi abbia momenti di insicurezza. Può essere incertezza riguardo la nostra vita o i nostri sentimenti. Di fatto, può essere per qualsiasi cosa, ma io ho affrontato questo tema pensando al ballo e alla mia vita. Può capitare di andare in crisi o sviluppare delle cattive abitudini, senza neppure sapere perché. Nell'episodio dedicato a Parigi, ho cercato di lavorare su quel tipo di sensazioni e risolverle.
Lo stile house ti è poco familiare, dico bene?
È una totale novità, per me. È l'unico che non avevo ancora imparato. Ma credo di aver sempre avuto un po' di house in corpo, sottilmente inscritto nel mio ritmo. Quando ballo la house, mi sento come attraversare da una scossa di entusiasmo. È uno dei miei stili preferiti– non solo per quanto riguarda il ballo, ma anche come genere musicale. Credo sia proprio quell'entusiasmo, quell'ebrezza ed emozione a definire la house e renderla ciò che è. Quindi imparare lo stile house è un must. È un'occasione da non perdere assolutamente.
Qual è stato l'aspetto più memorabile riguardo Parigi?
Non dimenticherò mai le scale. C'era questa scalinata tappezzata di scritte "Paris"– incarnav la vera essenza di Parigi. La musica, l'atmosfera–era tutto fantastico. Ed io ho potuto ballare proprio in quel luogo, non potevo desiderare di meglio. Ballare su quelle scale è il ricordo più memorabile che ho.
L'episodio è iniziato con delle domande riguardo il tuo blocco artistico. Credi di aver risolto quelle emozioni, ora?
Subito dopo il debutto, c'è stato un momento in cui ho iniziato ad avere dubbi riguardo la mia esperienza e gli stili di ballo imparati fino a quel momento. Ero estremamente insicuro e continuavo a rimproverarmi a riguardo. Continuavo a mettere in dubbio le mie capacità, non riuscivo a smettere, e non sapevo neanche il perché. Volevo migliorare nel ballo, ma non è sempre così semplice. Credo quell'esperienza mi abbia davvero aiutato molto quando si è trattato di lavorare ed esplorare il tema di "I don't know". Sicuramente non sono il solo, sono certo tuttə quantə, almeno una volta, abbiano affrontato insicurezze simili riguardo la propria vita o il proprio lavoro.
Quando poi ho riguardato l'episodio di Parigi, a fine riprese, mi son detto che forse ho potuto approcciarmi al genere house proprio grazie a quell'esperienza, al fatto che ho continuato a ballare ed insistere, nonostante i miei dubbi. Messo di fronte a quelle incertezze, ho potuto accettarle ed affrontarle. Cioè, se non si riesce ad accettare qualcosa, si finisce per svilupparne un rifiuto ad un livello emotivo ancor più profondo. Io sono riuscito a lavorarci su, ad accettare ed affrontare quei dubbi, anche a lavorare su me stesso, e penso quello mi abbia portato una maggiore consapevolezza e conoscenza di me stesso.
INTERVISTA con YUGSON
Yugson è un ballerino francese abile non solo nell'house, ma anche, tra gli altri generi, nell'hip hop freestyle. L'house europeo, in particolare, ha un'aura ed unicità diverse rispetto a quello americano o asiatico. Yugson ha vinto diverse edizioni di Juste Debout, un evento internazionale dedicato al ballo, spesso considerato come le olimpiadi della street dance
(nota a cura di Boogaloo Kin)
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La street dance comprende diversi stili di ballo. Tra questi, che tipo di ballo è il genere house, secondo te?
L'house è cultura, è libertà. È l'opportunità per persone appartenenti a culture diverse di condividere idee. È come se il tuo corpo fosse pervaso da una qualche forma d'energia.
Io sono originario del Congo e, grazie alla house, riesco ancora a godere di quella carica. Credo lo si possa chiamare "potere": c'è questo scambio, ricevi questa scarica di energia e ti senti subito a casa (*house), ecco perché si chiama così.
E che cos'è il ballo, per te?
Il ballo è passato, presente e futuro. In altre parole, il ballo è tempo. Prendiamo il passato, vi riflettiamo nel presente e così facendo ci muoviamo verso il futuro– ecco cos'è il ballo per me. È qualcosa d'eterno.
Rimpiangi mai d'essere un ballerino?
Neanche per sogno. Ballo col cuore, quindi non ho rimpianti. Ogni volta che ballo lo faccio come se fosse l'ultima volta. Oggi ballo, ma chissà dove sarò domani. Ecco perché ogni volta do il 100%
Epilogo : Crudo e puro
- Conversazione tra J-Hope e Boogaloo Kin -
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J-HOPE: Boogaloo Kin! Grazie mille per aver fatto quest'esperienza insieme a me. Mi hai davvero aiutato un sacco a far sì che 'HOPE ON THE STREET' filasse per il verso giusto. E, ancora una volta, grazie per tutto l'impegno che hai dimostrato. Cosa hai pensato? Cosa ti ha convinto ad accettare? La mia è stata una richiesta piuttosto improvvisa.
BOOGALOO KIN: Ero in un tumulto da ultima ora, non c'è dubbio. Non c'era nulla di chiaramente pianificato, quindi inizialmente ero un po' preoccupato. Allo stesso tempo, però, non vedevo l'ora. Ci sono tanti documentari dedicati al ballo, ma nessuno passa in rassegna tutti i generi di street dance che conosciamo e pratichiamo noi – popping, locking, hip hop e house. Sul serio, di fatto non ce n'è nessuno così preciso ed approfondito. Ho sempre desiderato, un giorno, poter creare un documentario simile e mostrare al mondo questo nostro bellissimo stile di ballo. E poi, all'improvviso, ecco che mi si è presentata l'occasione di fare di questo sogno una realtà. E, alla fin fine, mi sono preoccupato per nulla perché tu hai deciso di rimanere sul semplice – sul ballo crudo e puro. Sono felice che siamo riusciti a catturare l'essenza della danza per quella che è.
JH: Ma non è semplice catturare e rappresentare al meglio quell'aspetto grezzo. Non ce l'avrei mai fatta da solo. Se non fosse stato per te e per il tuo costante amore per il ballo, non sarei mai riuscito a tenere il progetto in carreggiata. Credo siano state la tua esperienza e la tua guida a rendere il documentario ancor più bello. E la cosa migliore è che tornare a ballare con te, dopo tanto, mi ha dato l'opportunità di riflettere su me stesso. Ti sembra sia cambiato qualcosa, dopo quest'esperienza? Se sì, cosa?
BK: La cosa migliore è stata poter lavorare a questo progetto insieme a te. Per un periodo, non abbiamo potuto lasciare la Corea a causa della pandemia, ma prima di quello, la nostra vita era un costante viaggio. Ogni luogo in cui arrivavamo, trovavamo sempre un qualche ballerino, come Gucchon, Link o Yugson. Ero solito incontrare persone come loro almeno una volta all'anno. È stato davvero fantastico poterli rincontrare dopo tanto, ma di fatto, appunto, non era la prima volta (ride). Però è stato bello poterli incontrare insieme a te e vedere come sono cambiati e che cosa hanno a cuore e quali sono i loro interessi ultimamente. Abbiamo proprio parlato un sacco durante questo viaggio, vero?
JH: Sì, avremo condiviso qualcosa come 30 anni di aneddoti e storie. Cioè, io ora ho 30 anni e mi sembra di aver coperto tutta la mia vita nelle nostre chiacchierate (ride).
BK: È stato bello conoscere questo tuo lato ancor più autentico e ho constatato con piacere che sei proprio cresciuto al meglio. Se c'è qualcosa che è cambiato da dopo il documentario, è che sento un senso di responsabilità ancor più grande nonché una certa pressione perché, con il rilascio di un progetto così bello, credo molte più persone inizieranno a prestare attenzione a ciò che faccio. Quindi, d'ora in poi, farò meglio a riflettere bene prima di parlare. Inoltre, mi sento in dovere di approfondire ancora la conoscenza degli stili di ballo che pratico da oltre 20 anni, imparare per bene tutti i dettagli storici del caso, così da poter passare questa mia conoscenza alle generazioni future.
JH: Credo quello sia un sentimento che abbiamo in comune. Penso di aver lavorato ancor più duramente proprio perché non volevo essere di peso al progetto, e ovviamente questo implica un senso di responsabilità ed una certa pressione. Inoltre, al di là del ballo, credo di aver imparato molto. Col senno di poi, c'è forse qualcosa avresti voluto fosse andato meglio? Adoro tutto ciò che abbiamo fatto, ma mi spiace anche un po' perché sapevo fin dall'inizio del tuo infortunio al ginocchio.
BK: Metterci in gioco ed in mostra per il pubblico è l'essenza del nostro lavoro, è l'unica cosa che possiamo provare a noi stessi, ciò che sappiamo fare e presentiamo a chi ci segue. Non credo il pubblico sia completamente consapevole di quanto sta dietro, ma va bene così. La cosa importante è dare sempre il 120%, ma io non ho potuto dare neppure il mio 100% e mi è dispiaciuto. Immagino ci siano persone perplesse riguardo la nostra collaborazione e, in passato, quel tipo di opinioni mi avrebbe infastidito e ferito, ma ora non me ne curo assolutamente. Chi se ne frega. Ho comunque intenzione di continuare a ballare fino all'ultimo giorno, abbiamo tuttə qualcosa in cui siamo bravə e qualcos'altro meno. Siamo tuttə diversə. Semplicemente, io ballo perché mi piace ballare. Se un giorno il mio ginocchio tornerà al 100%, potremo sempre ripetere l'esperienza. Di questo non mi preoccupo, quindi non importa. E tu?
JH: Grazie a queste riprese ho realizzato che quanto ho fatto finora non è semplice. Ho capito quanto importante sia anche il processo e ora so che ci sono ancora tante cose da imparare. Il mio scopo, in fondo, era proprio quello di imparare. Proprio per questo, ho voluto approcciarmi a questo progetto con serietà ed impegno. Ad ogni modo, è proprio vero che il tempo vola. Sembra solo ieri che abbiamo iniziato le riprese, e ora sono già finite. Grazie infinite per tutto l'aiuto che mi hai dato durante questo progetto.
BK: Grazie a te per aver pensato a me e per avermi proposto di partecipare. È stata l'opportunità di riflettere sulla mia passione per il ballo e su cosa farò ora. Facciamo un brindisi finale.
JH: Brindiamo alla 2a stagione, ad una vita pervasa dal ballo, alla buona guarigione del tuo ginocchio e all'importanza di dare sempre il 120%! (fanno un brindisi).
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rideretremando · 6 months
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"Ho conseguito un dottorato con il massimo dei voti in filosofia e studi femminili a Parigi VIII. Ho ascoltato diverse volte le conferenze di Judith Butler a Parigi e conosco bene il suo pensiero che oggi si propone non più come una filosofia, ma come una vera e propria religione con dinamiche da setta.
Quando qualche personaggio pubblico osa dissentire dal costruttivismo radicale ingenuo di Butler, che già Derrida criticava ricordando che non si può semplicemente cancellare la dimensione biologica dei corpi, viene accusato con modalità da Inquisizione di essere una nuova incarnazione del Male, del Peccato, da cui bisognerebbe purificarsi proprio come il pensiero di Butler vorrebbe purificare tutti noi dai corpi, che con la loro sessualità carnale fanno paura a chi vuole ridurre il sesso a un atto linguistico.
Si presentano come libertari e sono i soliti vecchi moralisti che vogliono mettere le braghette, questa volta linguistiche, per cancellare il sesso dei corpi che li terrorizza.
Tra i bersagli di Butler e dei suoi adepti bacchettoni c'è la scrittrice J.K. Rowling, rea di aver sostenuto la tesi sconvolgente secondo cui "a man is a man". Che il costruttivismo di Butler sia difficilmente sostenibile è qualcosa che gli stessi studiosi di Butler ammettono. Però la maggioranza tace semplicemente per paura. E questo la dice lunga sul clima che si è creato in ambito intellettuale e sulla credibilità di questo spazio.
Ed è proprio per rispondere a questo clima, alle intimidazioni di chi non conosce cosa sia la libertà di pensiero, alla filosofia ridotta a dogma di fronte a cui genuflettersi che mi verrebbe voglia di dire con un atto linguistico che è quasi una citazione:
"C'e più filosofia nella saga di 'Harry Potter' di quanto non ne abbia sognata l'opera di Judith Butler".
Simone Regazzoni
RISPOSTA di Enrico Redaelli
"Simone, come già sai, è una narrazione in cui non mi ci ritrovo minimamente. Esprimo garbatamente il mio dissenso per punti:
1) Butler non è una costruttivista. Semmai una decostruzionista. (Non è interessata a dire che le cose siano una costruzione, è interessata a seminare il dubbio là dove regna la certezza).
2) Se il suo pensiero fosse effettivamente preso come una religione (ne dubito, l'attuale entusiasmo per Butler mi pare piuttosto una moda passeggera) non sarebbe certo per sue responsabilità (per le ragioni del punto 1). È semmai l'effetto della "dissemination".
3) Butler non ha mai inteso "cancellare la dimensione biologica dei corpi" altrimenti non avrebbe scritto un libro che si intitola "Corpi che contano".
4) Sul fatto che a un certo perbenismo bigotto si sia sostituito un altro certo perbenismo bigotto, di nuovo, Butler non ha responsabilità: avviene sistematicamente, puntualmente, da due millenni e mezzo. Dov'è la novità? O tempora o mores."
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diceriadelluntore · 9 months
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Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi...
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Ieri un blog che seguo, postando questa foto del giocatore del Napoli e della Nazionale Giovanni Di Lorenzo, ha scritto che è un Apollo.
L'aggettivo che si rifà all'estetica del Dio Greco vale in italiano giovane di grande bellezza, per lo più in frasi (talora ironiche) come essere un a.; parere, credersi un a. (e, più spesso con la maiuscola, essere, sembrare un Apollo), con riferimento alle raffigurazioni scultoree o pittoriche del dio (voce Apollo, Vocabolario Treccani).
Tolta la dimensione ironica, assente in quel post, mi è venuto in mente che rispetto ad Apollo, Di Lorenzo ha i capelli di un altro colore. Sembrerà un particolare strano, ma la Mitologia Antica ha nella dimensione tricologica un aspetto niente affatto secondario.
Partiamo da una tradizione comune: Apollo, che era molto più che il dio del sole, aveva i capelli neri, con riflessi viola (oggi diremmo corvini). Il mito della sua nascita è meraviglioso: figlio di Zeus e della titanide Leto (o Latona), fu concepito nell'ennesima avventura extraconiugale del Re degli Dei (il tono è volutamente divertito); Era, come sempre furiosa delle avventure amorose del marito, venuta a sapere che Leto fosse incinta di Zeus, proibì alla partoriente di dare alla luce suo figlio su qualsiasi terra, fosse essa un continente o un'isola. Disperata, Leto vagò fino a giungere sull'isola di Delo, appena sorta dalle acque e, stando al mito, ancora galleggiante sulle onde e non ancorata al suolo. Essendo, perciò, Delo non ancora una vera isola, Leto poté darvi alla luce Apollo e la sua gemella Artemide, precisamente ai piedi del Monte Cinto. Secondo i miti, Artemide fu la prima dei gemelli a nascere, e aiutò la madre nel parto di Apollo. Questi nacque in una notte di plenilunio, che fu da allora il giorno del mese a lui consacrato: nel momento in cui nacque il dio, cigni sacri vennero a volare sopra l'isola, facendone sette volte il giro, poiché era il settimo giorno del mese. E appena nato, la testa del neonato fu poggiata su un cespuglio di violette, che trasferirono ai capelli del Dio quella sfumatura violetta, che gli sarà cara.
Il colore scuro dei capelli di Apollo era una rarità letteraria, poichè, per esempio, Omero descrive tutti gli dei con caratteristiche opposte: ci sono studi che descrivono come il rapporto tra divinità\eroi biondi e bruni sia 10 a 1, Afrodite è bionda, come pure Demetra. Atena è, per eccellenza, “l’occhicerulea Atena”. Il termine adoperato è glaukopis, che certo è in relazione anche con la civetta, sacra alla dea (glaux = civetta: occhi scintillanti, occhi di civetta), simbolo di saggezza. Oltre a ciò, altri leggendari eroi erano biondi: Menelao, Peleo, Achille e suo figlio Neottolemo, Meleagro, Radamanto, Clizio, Camerte. Si dice che persino Alessandro Magno fosse biondo.
Sappiamo con certezza dagli studi genetici sui resti nelle tombe che gli antichi greci e romani fossero molto più comunemente "di tipo mediterraneo", cioè pelle scura, occhi scuri, capelli scuri. Questa affermazione non vuol dire che non esistessero persone con i capelli biondi o gli occhi chiari, vuole dire che questi ultimi erano una minoranza genetica, almeno fino alla Roma Imperiale. Eppure l'essere biondi, essendo in minoranza, era considerato molto più affascinante. Pratica comune, tra le donne ricche, ma era pratica conturbante nei lupanari delle prostituite, era quella di colorare i capelli di biondo usando delle costosissime tinture allo zafferano o polveri colorate: le cronache del tempo ci dicono che richiedesse un grande sforzo per l'applicazione e avesse un odore ripugnante. Tra l'altro, la stessa parola biondo ha etimologia oscura: origine certa della parola è comunque l'antico francese blond (e il provenzale blon) da cui lo spagnolo blondo (poi sostituito nell'uso comune da rubio, dal latino rubeus, "rosso") e l'italiano biondo; i greci antichi per esempio usavano gli aggettivi xanthòs e xoutòs “biondo”, pyrrhòs “fulvo” e chrysoeidés “aureo”, riferiti ai capelli di uomini o Dei, aggettivi che corrispondono perfettamente al latino flavus, fulvus e auricomus; per descrivere le chiome lunghe e bionde usavano termini specifici come chrysokàrenos “testa bionda”, o chrysokóme “chioma d’oro”. E quest'eco rimane nella cultura occidentale, per esempio, nella ritrattistica medioevale e primo rinascimentale, dove è davvero difficile, se non in autoritratti, trovare una figura femminile simbolica che non sia bionda o dai capelli chiari.
Su questo fatto sono nate molte teorie: alcune sfiorano il razzismo, altre furono lo spunto per una certa storiografia mitteleuropea che vedeva già all'epoca greca antica caratteristiche dello spirito razionale dell'Europa centrale, dove si presume siano partiti per quelle terre i biondi (in pratica, una versione filo nazista della dicotomia nietzschiana apolinneo\dionisiaco), esistono inoltre decine di libri sull'origine "Indoeuropea" dei greci rispetto a quella levantina (che sarebbero i fenici, e le popolazioni del mediterraneo orientale).
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Questa è L'Afrodite Cnidia: l'originale era opera di Prassitele, scolpita nel IV secolo a.C. Essendo perduta, rimangono alcune copie di età romana. È famosa non solo per la sua disarmante bellezza artistica, ma anche perché è il primo nudo femminile dell'arte greca e perché, secondo tutte le fonti, aveva i capelli biondi.
I poeti hanno amato e cantato per lo più donne pallide e dai capelli biondi; anzi fra tutti gli spietati imitatori del Petrarca, se non mai, certo difficilmente si ritrova chi abbia messo nello sbiadito lusso delle sestine, delle canzoni e dei sonetti a frasi bell'e fatte, una fanciulla che non avesse
… i capei d'oro alla Laura sparsi
Corrado Ricci (1858 – 1934), archeologo e storico dell'arte italiano
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ma-chi1993 · 4 months
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Chapters: 1/30 Fandom: Hetalia: Axis Powers Rating: Mature Warnings: Major Character Death Characters: North Italy (Hetalia), unnamed character Additional Tags: June of Doom 2024, Terminal Illness, Sickness, Whump, Whump challange, implied suicide, Lost Love, Veneziano's lover is unnamed, Let's go with the suffering yay Summary:
Italia Veneziano is dying. Nothing can be done.
Thank you @juneofdoom for the prompts.
Happy whump everyone! Hopefully I’ll be able to fill all prompts!
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yomersapiens · 2 years
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Come porto i capelli bello biondo
Avere un gatto consiste al 80% nell'evitare di calpestarlo. Non posso più fare nulla da solo. In bagno sono osservato, spiato, abbiamo iniziato pure ad essere sincronizzati. Quando è il mio turno ecco che appare anche lui. Mi odia. Lo posso dire con certezza. Non mi lascia un attimo in pace, nemmeno quando sto a pezzi. Da un paio di giorni è tornato a farmi visita il covid ed Ernesto lo sente. Mi vede girare per casa più debole del solito. Ha iniziato a dormire al mio fianco. Cosa che non aveva mai fatto e io non so se lo sta facendo perché sente che non sto bene, per affetto, oppure perché aspetta il momento in cui tiro le cuoia per lanciarsi sulla mia faccia e divorarmi gli occhi.
Si può dire fosse per una scommessa contro l'invecchiamento, ma mi sono fatto biondo. Per una volta volevo vedere come stavo. Mi piace il risultato. Si crea l'illusione dell'aumento dei capelli. Unico problema: sembro uno dei cattivi di James Bond. Non so perché, ma ogni volta che mi guardo allo specchio inizio a pensare a piani per distruggere l'umanità, sovvertire la democrazia. Poi mi viene in mente che adesso ci sono le elezioni in Italia e tutto torna!
Ho votato dall'estero. Ho ricevuto la scheda comodamente a casa. Mi sono preso un pomeriggio di tempo (dal nulla dato che sono ancora più o meno disoccupato) per analizzare i candidati e capire chi votare. Se vivi all'estero ti arrivano delle schede molto prosciugate. Non c'è quasi nessuno. Avevo un 5/6 partiti tra cui decidere e ogni nome mi dava il voltastomaco. Così sono andato per esclusione. "Ok, questi no. Oddio. Decisamente non loro. Lui è ancora vivo??? Assurdo. Comunque no. Questo non era stato arrestato? Lei mai sentita. Lei neanche. Ma siamo sicuri queste siano le schede per l'Italia? Non è che mi è capitata per sbaglio la Nuova Zelanda?". Così facendo mi sono ritrovato senza sapere cosa scegliere. Ho passato il pomeriggio a fissare il vuoto. Cosa diavolo è successo in Italia da quando sono andato via? Che sia tutta colpa mia? Ho messo una croce. Poi un'altra. Poi mi sono vergognato. Poi però mi sono ricordato che tanto io vivo in Austria! E ora sono pure biondo! Mi confondo meglio! Non sapranno mai che sono un emigrato e potrò guardare da quaggiù il disastro che saranno gli anni a venire. Piangendo, ogni notte, per aver venduto la mia anima a una Wienerschnitzel.
Tornerò, tra qualche anno, e fonderò il mio partito. Cambieremo insieme tutto. - Patente di intelligenza per poter usare internet - Ridistribuzione delle ricchezze in stile Monopoli - Abolizione degli influencer - Divieto di tagliare ogni tipo di pianta da ovunque, voglio che in 4 anni l'Italia sia sommersa dal verde, dagli insetti, dagli animali liberi - Scuola di pane obbligatoria per tutti, perché il pane è la base di un'alimentazione sana e i celiaci sono un'invenzione della lobby dei farmaci - abolizione del consumo di carne e dell'allevamento di massa, chi vuole continuare a mangiarla dovrà fare così: riceve n.1 vitellino, gli da un nome e deve prendersene cura per almeno 3 anni, festeggiando ogni compleanno e andando in vacanza assieme (abolizione anche degli automezzi, ci saranno a disposizione solo biciclette, carri trainati e treni, i treni saranno senza classe e si potrà avere un proprio treno, questo perché io vorrei un sacco avere un treno mio su cui vivere e girare per l'Italia), si deve dormire tutti assieme nella stessa stanza, si mangia tutti assieme, poi, se si decide lo stesso di ammazzarlo, all'umano verrà fornito n.1 coltellino svizzero di lunghezza massima della lama 4 cm, all'ex vitello sarà data a scelta una mazza o un pugnale montato sulle corna, se vince l'umano, sempre con lo stesso coltellino, potrà procedere a tagliarlo e mangiarlo, se vince l'ex vitello la famiglia dovrà mangiare l'altro defunto (le galline saranno dotate di pistole e i maiali avranno una bomba ad orologeria da disinnescare) - il Natale potrà essere festeggiato ogni fine mese, così anche la Pasqua, perché mi piacciono i dolci e le canzoncine (ah ma come facciamo se non ci sono più i prodotti animali, bella merda, beh si chiede gentilmente il permesso per un paio di uova e un litro di latte)
Dopo essermi fatto biondo sono entrato nel locale dove mia madre aveva prenotato un tavolo per pranzare insieme. Io sono noto per essere sempre quello che rovina tutto. Ancora oggi, a quasi quarant'anni, se mi faccio un tatuaggio è un dolore per tutta la famiglia, antenati compresi. "Ma perché sei fatto così Matteo, che cosa ho sbagliato!". Ho pensato vedrai, ora che sono biondo voleranno i piatti e invece niente, mi ha guardato, si è messa a ridere e per i giorni a seguire ogni volta che mi guardava rideva. Diceva che le ho messo allegria. A saperlo che andava a finire così, mi facevo biondo appena nato. Altro obbiettivo del mio partito: rendere felice la mamma. Se una mamma non c'è oppure è un mostro, si può scegliere tra il rendere felice una persona a caso o il proprio vitellino da compagnia.
Prima di ammalarmi avevo in programma di rientrare in Italia per seguire un progetto di scrittura iniziato questo mese. Una volta era più facile viaggiare. Non avevo piante. Non avevo un gatto. Adesso ho una selva in casa e una tigre che non fa altro che cacare a tutte le ore. Non posso più prendere un treno alla leggera e sparire per qualche tempo (come se lo avessi mai fatto, una volta era colpa delle medicine e non viaggiavo, poi era la mancanza di soldi, poi la pandemia, poi aver finito tutte le mie conoscenze Tumblr che mi ospitavano a gratis perché o si sono sposate o hanno capito che c'è molto meglio di me su questo pianeta, anche se ora che sono biondo e faccio un sesso che levati). Per le piante trovo sempre qualcuno, in cambio offro ospitalità e una televisione così grande che i punti neri degli attori nei film sembrano castagne. Il problema è Ernesto. Poi però mi sono ricordato di una cosa. Io ho ancora degli affetti cari qua a Vienna! Così mi sono presentato dalla mia ex, che attualmente convive con il suo nuovo ragazzo (forse all'epoca mi lasciò per lui ma vabbè chi sono io per giudicare, ci ho guadagnato la fine di una relazione senza sentirmi in colpa, che è una figata) e le ho detto "Ma non è che avete voglia di aiutarmi con questo piccolo mostro?" e loro hanno accettato. Adesso divido la responsabilità del gatto, quando sono via, con la mia ex e la sua nuova vita. Sembra il plot di una di quelle serie tv americane dove lei è andata avanti e vive in una grande casa e ha successo lavorativo, una famiglia e viaggia e si diverte mentre lui ehm, ecco lui, cioè, come dirlo, ecco! Si è fatto biondo di recente! In ogni caso questa famiglia allargata mi piace un sacco. Altro punto del mio partito sarà: condivisione dei figli, se sono carini, cioè non tutti, solo quelli paffutelli, perché non tutti possono o vogliono avere figli ma ci si può aiutare e si può far crescere generazioni meno dementi di quelle che hanno fondato i partiti che sto giro siamo costretti a votare.
A proposito di bambini carini e paffutelli. Mio nipote, luce dei miei occhi, eletto "Bambino più bello del pianeta" da suo zio, ha iniziato a mordere. L'ha fatto l'altro giorno, mentre giocava con una bimba. Si era stizzito per una sciocchezza così ha deciso di vendicarsi mordendola. Io mi sono sentito mancare. Mio nipote, il bambino più bello del pianeta, commette atti di violenza insensata sotto la mia supervisione. Ho chiesto scusa, mancava poco che mi mettessi a piangere insieme ai pargoli. L'ho raccontato a mio fratello che mi ha detto che non era la prima volta, l'aveva già fatto settimana scorsa all'asilo. Tutto ciò perché due settimane prima un altro bimbo lo ha morsicato e da lì ha imparato. Per proprietà transitiva, ha restituito il morso. Praticamente è come un'apocalisse zombie. Un bambino morde un altro bambino che poi si infetta e deve mordere altri bambini in una serie infinita di morsi. Tocca inventare la macchina del tempo, viaggiare indietro di diecimila anni e trovare il primo pseudo-umano-bambino che ha dato via al trend e dargli uno schiaffo e dirgli "No! Non si fa!!! Cattivo neanderthalino!!!".
Da quando sono biondo sembro uno di quei cantanti trap che vanno di moda oggi. Sto pensando di tatuarmi in faccia. Qualcosa che mi piace ma che faccia capire quanto sono pericoloso. Tipo il contenuto della mia colazione. Con tutti gli zuccheri che assumo vedrei le facce delle persone davvero scandalizzate "Ha quasi quarantanni e ancora puccia il pane con cioccolata bicolore nel caffèl-atte e poi ci mangia i cocopops?". Sì. Lo faccio. Quando sarò io presidente i cittadini saranno obbligati a fare colazione, se non la fanno non possono uscire di casa. Chi non fa colazione, quegli esseri orribili che "Ma no io solo un caffè e una sigaretta al volo" ecco loro, multe e corsi di aggiornamento obbligatori. Colazione al bar solo se ci si porta dietro il vitellino. O il maialino dai, che ancora loro se la meritano la colazione.
Una cosa, vera, da quando è arrivato Ernesto, è che quel senso di solitudine che non riuscivo a colmare nemmeno con le piante e con scopate casuali quando capitava, non si è riempito, eh no, ma sono distratto costantemente e non presto più attenzione a quella mancanza. Adesso devo stare attento alle mie caviglie, martoriate dai suoi attacchi. E devo badare alle mie piante che trova appetitose e come un Newton-felino, vuole dimostrare la teoria della forza di gravità facendone cadere al suolo una al giorno. Insomma, mi tiene impegnato. Non sapete le bestemmie nuove che ho inventato a causa sua! Ho pure sbloccato l'ultimo obbiettivo che conferma definitivamente il mio essere un vecchio. Ho comprato un Dyson e ne sto parlando con tutti. Specialmente con le tipe che mi porto a casa. - No cioè, non puoi capire, guarda che potenza di risucchio, guarda che pulizia! - Certo che capisco... anzi... lascia che ti mostri anche io la mia potenza di risucchio... - Cosa??? Anche tu hai un Dyson!!! Che modello??? Quanto l'hai pagato? Eh è una spesa folle iniziale ma poi alla lunga ne vale la ehi, dove stai andando? Non ti ho ancora mostrato le diverse spatoline!
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Grazie a @mafaldinablabla il tag! Finalmente una scusa per parlare un po' di me su questo blog dove parlo solo di me.
Come persona autocentrata I'm living the dream✨
1. Are you named after anyone?
No, cioè mio padre dice spesso che, essendo mia madre del Friuli Venezia Giulia, mi abbiano chiamato così in onore della regione. Ma è solo una battuta.
Credo.
Spero.
I miei secondi nomi sono in onore delle mie nonne, tho.
2. Quando è stata l'ultima volta che hai pianto?
Sono in periodo esami e mi sta per venire il ciclo, i dati e la scienza confermano quindi sia avvenuto da poco, ma non ricordo con certezza. Fidiamoci.
3. Hai figli?
Ha! No! Meglio morì.
4. Fai largo uso del sarcasmo?
Una spolverata di tanto in tanto, ma cerco sempre di metterlo al punto giusto con le persone giuste. Non vorrei mai far sentire qualcunɜ a disagio con una mia battuta, e il sarcasmo, se mal dosato, ha la tendenza a far sentire scemo il prossimo.
5. Quali sport pratichi o hai praticato?
Quattordici anni di nuoto agonistico, con conseguente maratona dallo psicologo :)
W lo sport!
6. Qual è la prima cosa che noti in una persona?
Se ha lo sguardo gentile.
Poi, appena ci parlo, se ha senso dello humor.
7. Qual è il colore dei tuoi occhi?
Non per fare quella speciale a tutti i costi, ma ho un occhio verde e uno azzurro. La butto là.
8. Scary movies o happy endings?
Non penso che le due cose siano agli antipodi. Ciò detto, i film horror non li guardo perché mi fanno paura :/ Quindi "Happy endings", immagino, sebbene sia una categoria così ampia che potrebbe significare molte cose.
9. Qualche talento particolare?
Mia mamma dice che sono molto saggia (lei non sa che in realtà io sono tre anziani impilati l'uno sull'altro in a trenchcoat). Mi è stato detto che faccio sentire le persone accolte e al sicuro, il che, se vero, è una cosa preziosa che mi inorgoglisce. Inoltre, la mia amica Sara una volta ha detto che sono una delle poche persone al mondo che quando dice "mi faccio i cazzi miei" effettivamente si fa i cazzi suoi, e penso sia uno dei migliori complimenti mi siano mai stati fatti.
10. Dove sei nato?
A Roma, zì.
11. Quali sono i tuoi hobby?
Beh, anche se lo faccio di lavoro, direi disegnare. Cantare, magari, ma non penso di essere molto brava (non che serva essere bravi per avere un hobby, ma vallo a dire tu al mio perfezionismo), e ascoltare un sacco di musica. Leggere. Nonostante tutto, nuotare. Presumo guardare serie TV di merda e poi recensirle al mio amico Luca in audio da 10 minuti.
12. Hai animali domestici?
Sì! Una gatta di nome Frida! È rotonda 🟠
13. Quanto sei alta?
Guarda, solitamente ti direi "nella media", ma pochi giorni fa due miei amici ubriachi mi hanno dato della nana. Vedi te.
14. Materia preferita a scuola?
In realtà a me è sempre piaciuto studiare tutto ciò che non fosse matematica, sono una persona curiosa, direi. Ciò detto, lettere, storia, letteratura inglese, storia dell'arte e, per nessun motivo al mondo, fisica.
15. Dream job?
Se potessi illustrare libri di cucina, sarei al culmine delle mie mire lavorative. Ciò detto, illustrare libri in generale e, perché no? pure scriverli sarebbe il sogno. Coronabile?
In this country?
I n t h i s e c o n o m y ?
Figurati.
Io sono su Tumblr dall'alba dei tempi, ma essendo profondamente asociale su internet, non ho mai intrecciato rapporti veri e propri (la persona con cui ho più interazioni è quella che mi ha taggata, per dire). Pertanto, magari questa è un'occasione per avere un contatto più ravvicinato con alcunɜ bloggerz che vorticano nella mia orbita e nella cui orbita vortico @acidyellowlava @clovdiest @chaoticpizzaloversblog (ciao!)
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vecchiodimerda · 2 years
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youtube
Cartina di tornasole
Intanto anche la cartina di tornasole stessa è una cartina di tornasole per certificare di essere un VdM©.
Ma la vera CdT è:
1) è imbattersi in un pezzo mai sentito (forse) di Tom Petty (tompiddi) molto carino e orecchiabile
2) dopo una serie di ascolti, piano piano e lentamente, farsi venire il dubbio di averlo già sentito
3) dove?
4) colonna sonora del Silenzio Degli Innocenti, un attimo prima che la figlia della Senatrice venga rapita ma senza averne la certezza assoluta
5) per dissipare il residuo del dubbio, cercare il nome dell'attrice su Uikipidia (Wikipedia) e scoprire che si tratta(va) di Brooke Smith (brucsmid)
6) cercare su YouTube (Iutu) la scena in cui la ragazza guida, ascoltando musica alla radio (redio)
7) godere come un riccio dopo aver avuto la conferma che si tratta(va) proprio di American Girl (americangherl) di Tom Petty (tompiddi).
7b) rendersi conto di essere (diventato) un VecchioDiMerda ©®™
8) scriverci sopra un post titolando Cartina di Tornasole.
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NdVdM: A mio rischio e pericolo affermo qui di NON essere d'accordo con @2delia
Un vero VecchioDiMerda©®™ è molto più complicato della descrizione che Ella ( @2delia ) ne da.
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