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#Antonio Barrese
marcogiovenale · 4 months
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oggi, 21 maggio @ mudima (milano): miriorama 9 - manifestazione del gruppo t
cliccare per ingrandire martedì 21 maggio, alle ore 18:00, alla Fondazione Mudima, via Tadino, 26, Milano: Miriorama 9 – Manifestazione del Gruppo T, il Grande oggetto pneumatico del Gruppo T- Ambiente a volume variabile messo in scena dalla compagnia teatrale Opera Liquida con la partecipazione di Giovanni Anceschi, Gruppo T, Davide Boriani, Gruppo T, Alice Devecchi, ricercatrice e critica…
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Arriva la nuova banca digitale Isybank di Intesa Sanpaolo
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L'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina ha presentato questa mattina la nuova Isybank. A seguire, sono previste due tavole rotonde con la partecipazione, tra gli altri, del responsabile della divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, Stefano Barrese, e della responsabile Business Governance Banca dei Territori, Virginia Borla. La presentazione dettagliata di Isybank è affidata da Antonio Valitutti, amministratore delegato della banca digitale.     In chiusura, il presidente dell'associazione della Stampa Estera in Italia, Esma Cakir intervista il ceo Messina.  Read the full article
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garadinervi · 3 years
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Antonio Barrese 1965/2020. Arte come Progetto – Progetto come Arte / Art as a Project – Project as an Art, Edited by Peter Weibel, Valentino Catricalà, and Stefania Gaudiosi. Essays by Giovanni Anceschi, Raffaella A. Caruso, Volker W. Feierabend, Miroslava Hájek, and Lucilla Meloni, Texts by Eugenio Alberti Schatz, Getulio Alviani, Giovanni Anceschi, Silvana Annicchiarico, Mara Campana, Raffaella A. Caruso, Aldo Colonetti, Gillo Dorfles, Stefania Gaudiosi, Marco Meneguzzo, Margit Rosen, and Lea Vergine, Manfredi Edizioni, Imola (BO), 2021
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federicodeleonardis · 4 years
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Ancora Barrese! (v. Artribune 22.4.20)
Dio mio, a che punto siamo arrivati: prove generali di rivoluzione!
Antonio Barrese, non sprecandosi a rispondere quando, intervenendo sulla sua presa di posizione nei confronti di Minnini, ne critico le soluzioni (https://federicodeleonardis.tumblr.com/ Archive, Marzo 31 e Aprile 5 ; ” Ma ti conosco?” come se il fatto che lui non conosca FDL significhi qualcosa nel merito di ciò che questi non gli ha mandato a dire!), cade ancora in gravi errori culturali nell’articolo di cui sopra. Vale la pena puntualizzare. Telegrafico:
1 Gli artisti sono sempre degli outsider, o non sono tali, per cui il problema della loro protezione nella società non si pone, tempi o meno di peste. Semplicemente: non esistono socialmente;
2 Gli artisti devono proteggersi da soli, ne va della loro autonomia, libertà e creatività. Quindi, non devono, ma proprio per conoscere la vita, vogliono fare un qualche mestiere per mantenersi. Magari la prostituta o il gigolò, ma mai vendere puttanescamente le proprie opere. L’arte è invendibile, solo regalabile (Gilles Deleuze): “va canzone, va” (Petrarca)
3 Perfino nominalisticamente gli artisti farebbero bene a lasciare agli altri la stessa definizione della loro vocazione segreta, chiamarsi, che so, idraulici, carpentieri, insegnanti, medici, … piastrellisti (Fausto Melotti). Anche le parole pittore, scultore, violinista o altro sono sospette, inquinate, figuriamoci artista!  Ricordo che Leonardo si vendeva allo Sforza come esperto in costruzione di armi o di acqua, tanto aveva intuito che il cavallo glielo avrebbero fracassato i nemici del principe.
Corollari:
a)      gli artisti sono fondamentalmente anarchici e quindi è inutile (o si vuol solo tirar l’acqua al proprio mulino di intellettuale doc  .. eh Barrese!) parlare di insurrezione delle bollette o mutui o tasse varie. Pur non avendo fondi in paradisi fiscali sono degli evasori totali, ladri patentati. E se ne vantano! (Jean Genet, funambolo e ladro);
b)      gli artisti sono sempre dei morti di fame (salvo i fortunati ricchi di famiglia come Fabio Mauri, che comunque grande artista è), per cui non si spaventano di recessioni o quant’altro, anzi le crisi danno fiato alle loro speranze: qualcosa cambierà? (Goffredo Parise);
c)      gli artisti vivono di elemosina e non se ne vergognano, essendo portati a praticarla con le loro opere. Banche, fornitori di servizi vari, partiti politici ecc… Carneade, chi era costui? (Alessandro Manzoni).
Conclusione:
gli artisti non temono la morte pur amando la vita (i bambini soprattutto, i paidos, come hanno dimostrato i Greci, i padri della nostra cultura, senza per questo essere dei volgari pederasti). Venendo loro a mancare le condizioni per continuarla, hanno il coraggio di buttarsi dai ponti , dai terrazzi di ospedali di fine vita, nelle trombe delle scale o di affidarsi al freddo di una lama, a una corda appesa, al Nirvana di un’overdose, a una pallottola nella pancia (un nome solo per ciascuna pratica, nell’ordine: Paul Celan, Mario Monicelli, Primo Levi, Francesco Borromini, David Foster Wallace, Gerard De Nerval, Vincent Van Gogh) … un Coronavirus di passaggio. Questo non significa che predichino morte, al contrario, amando la vita, la firmano con l’impronunciabile Smrgnaffa (Emilio Gadda).
FDL
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pikasus-artenews · 2 years
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ANTONIO BARRESE MORPHOLOGY In mostra la complessa ricerca tra arte, progetto, scienza e tecnologia dell’artista e designer Antonio Barrese.
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mansetmalatya · 5 years
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32. AVRUPA FİLM ÖDÜLLERİ SAHİPLERİNİ BULDU
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32. Avrupa Film Ödülleri sahiplerini buldu. Başta En İyi Film olmak üzere sekiz dalda ödüle layık görülen The Favourite, bu yıl ön plana çıkan yapım oldu. Avrupa sineması için ödül sezonunun önemli durakları arasında yer alan Avrupa Film Ödülleri, bu yıl 32. kez sahiplerini buldu. Berlin’de düzenlenen törenle sahiplerini bulan 32. Avrupa Film Ödülleri‘nde ön plana çıkan yapım Yorgos Lanthimos imzalı The Favourite oldu. En İyi Film ödülünün sahibi olan The Favourite, aynı zamanda En İyi Yönetmen, En İyi Kadın Oyuncu ve En İyi Komedi ödüllerine de layık görüldü. 19 Kasım’da açıklanan teknik dallarda da dört ödüle (En İyi Görüntü Yönetimi, En İyi Kurgu, En İyi Kostüm Tasarımı, En İyi Saç ve Makyaj) layık görülen film, böylece toplamda sekiz ödülün sahibi oldu. 32. Avrupa Film Ödülleri’nde dört adaylık kazanarak The Favourite, Dolor y gloria ve Il Traditore ile birlikte en çok adaylık alan dört filmden biri olması tepki çeken, Roman Polanski imzalı J’accuse geceden eli boş döndü. Ödül töreninde Yaşam Boyu Başarı Ödülü usta yönetmen Werner Herzog‘a verilirken, Dünya Sinemasında Başarı Ödülü’ne Juliette Binoche layık görüldü. Binoche’a ödülünü Claire Denis takdim etti. 32. Avrupa Film Ödülleri En İyi Film J’accuse Les misérables Dolor y gloria Systemsprenger The Favourite Il traditore En İyi Yönetmen Pedro Almodóvar – Dolor y gloria Marco Bellocchio – Il traditore Yorgos Lanthimos – The Favourite Roman Polanski – J’accuse Céline Sciamma – Portrait de la jeune fille en feu En İyi Belgesel For Sama – Waad Al Khateab, Edward Watts Honeyland – Tamara Kotevska, Ljubomir Stefanov Svideteli Putina – Vitaly Mansky Selfie – Agostino Ferrente The Disappearance of My Mother – Beniamino Barrese En İyi Kadın Oyuncu Olivia Colman – The Favourite Trine Dyrholm – Queen of Hearts Adèle Haenel ve Noémie Merlant – Portrait de la jeune fille en feu Viktoria Miroshnichenko – Beanpole Helena Zengel – Systemsprenger En İyi Erkek Oyuncu Antonio Banderas – Dolor y gloria Jean Dujardin – J’accuse Pierfrancesco Favino – Il traditore Levan Gelbakhiani – And Then We Danced Alexander Scheer – Gundermann Ingvar E. Sigurdsson – A White, White Day En İyi Senaryo Pedro Almodóvar – Dolor y gloria Marco Bellocchio, Valia Santella, Ludovica Rampoldi – Il traditore Robert Harris, Roman Polanski – J’accuse Ladj Ly, Giordano Gederlini, Alexis Manenti – Les misérables Céline Sciamma – Portrait de la jeune fille en feu En İyi Komedi Ditte & Louise – Niclas Bendixen Tel Aviv on Fire – Sameh Zoabi The Favourite – Yorgos Lanthimos En İyi Animasyon Film Buñuel en el laberinto de las tortugas – Salvador Simó I Lost My Body – Jérémy Clapin L’extraordinaire voyage de Marona – Anca Damian Les hirondelles de Kaboul – Zabou Breitman, Éléa Gobbé-Mévellec Avrupa Keşif – FIPRESCI Ödülü ANIARA – Pella Kågerman, Hugo Lilja Atlantique – Mati Diop Blindsone – Tuva Novotny Irina – Nadejda Koseva Les misérables – Ladj Ly Ray & Liz – Richard Billingham En İyi Kısa Film Cães que Ladram aos Pássaros – Leonor Teles Reconstruction – Jiří Havlíček, Ondřej Novák Cadoul de Craciun – Bogdan Mureşanu Les extraordinaires mésaventures de la jeune fille de pierre – Gabriel Abrantes Suc de síndria – Irene Moray Halkın Seçimi Ödülü Gräns – Ali Abbasi Cold War – Paweł Pawlikowski Dogman – Matteo Garrone Fantastic Beasts: The Crimes of Grindelwald – David Yates Girl – Lukas Dhont Lazzaro felice – Alice Rohrwacher Mamma Mia! Here We Go Again – Ol Parker Dolor y gloria – Pedro Almodóvar Le grand bain – Gilles Lellouche The Breadwinner – Nora Twomey The Favourite – Yorgos Lanthimos Journal 64 – Christoffer Boe Read the full article
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italianaradio · 5 years
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EFA 2019: tutte le nomination. Il Traditore fa poker
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/efa-2019-tutte-le-nomination-il-traditore-fa-poker/
EFA 2019: tutte le nomination. Il Traditore fa poker
EFA 2019: tutte le nomination. Il Traditore fa poker
EFA 2019: tutte le nomination. Il Traditore fa poker
Sono state annunciate le nomination agli European Film Awards, gli EFA 2019, i premi al cinema europeo che verranno assegnati il 7 dicembre a Berlino.
Con Il Traditore di Marco Bellocchio, l’Italia fa una bellissima figura, visto che il film presentato a Cannes 2019 ha guadagnato 4 nomination, anche se dovrà vedersela con il meglio del cinema europeo di quest’anno: L’ufficiale e la Spia di Roman Polanski, Les Miserables di Ladj Ly, Dolor y Gloria di Pedro Almodóvar, La Favorita di Yorgos Lanthimos e Systemsprenger di Nora Fingscheidt.
Oltre a Bellocchio, sono in nomination anche Selfie di Agostino Ferrente e La Scomparsa di mia Madre di Beniamino Barrese, che contribuiscono a siglare l’ottima annata per il nostro cinema.
Ecco tutte le nomination agli EFA 2019
MIGLIOR FILM EUROPEO 2019 L’ufficiale e la spia di Roman Polanski Les Miserables di Ladj Ly Dolor y Gloria di Pedro Almodóvar System Crasher di Nora Fingscheidt La favorita di Yorgos Lanthimos Il traditore di Marco Bellocchio
REGISTA EUROPEO 2019: Pedro Almodóvar per DOLOR Y GLORIA Marco Bellocchio per IL TRADITORE Yorgos Lanthimos per LA FAVORITA Roman Polanski per L’UFFICIALE E LA SPIA Céline Sciamma per PORTRAIT OF A LADY ON FIRE
ATTRICE EUROPEA 2019: Olivia Colman in LA FAVORITA Trine Dyrholm in QUEEN OF HEARTS Noémie Merlant e Adèle Haenel in PORTRAIT OF A LADY ON FIRE Viktoria Miroshnichenko in BEANPOLE Helena Zengel in SYSTEM CRASHER
ATTORE EUROPEO 2019: Antonio Banderas in DOLORE E GLORIA Jean Dujardin in L’UFFICIALE E LA SPIA PierFrancesco Favino in IL TRADITORE Levan Gelbakhiani in AND THEN WE DANCED Alexander Scheer in GUNDERMANN Ingvar E. Sigurðsson in A WHITE, WHITE DAY
SCENEGGIATORE EUROPEO 2019: Pedro Almodóvar per DOLORE E GLORIA Marco Bellocchio, Ludovica Rampoldi, Valia Santella e Francesco Piccolo per IL TRADITORE Robert Harris e Roman Polanski per L’UFFICIALE E LA SPIA Ladj Ly, Giordano Gederlini e Alexis Manenti per LES MISÉRABLES Céline Sciamma per PORTRAIT OF A LADY ON FIRE
PREMIO FIPRESCI 2019 Aniara di Pella Kågerman e Hugo Lilja Atlantique di Mati Diop Blindstone di Tuva Novotny Irina di Nadejda Koseva Les Miserables di Ladj Ly Ray & Liz di Richard Billingham
MIGLIORE COMMEDIA 2019 Ditte & Louise di Niclas Bendixen Tutti pazzi a Tel Aviv di Sameh Zoabi La favorita di Yorgos Lanthimos
MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE 2019 Buñuel in the Labyrinth of the Turtles di Salvador Simó I Lost My Body di Jérémy Clapin Marona’s Fantastic Tale di Anca Damian The Swallows of Kabul di Zabou Breitman ed Éléa Gobbé-Mévellec
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO 2019 Dogs Barking at Birds di Leonor Teles Reconstruction di Jiří Havlíček e Ondřej Novák The Christmas Gift di Bogdan Mureşanu The Marvelous Misadventures of the Stone Lady di Gabriel Abrantes Watermelon Juice di Irene Moray
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
EFA 2019: tutte le nomination. Il Traditore fa poker
Sono state annunciate le nomination agli European Film Awards, gli EFA 2019, i premi al cinema europeo che verranno assegnati il 7 dicembre a Berlino. Con Il Traditore di Marco Bellocchio, l’Italia fa una bellissima figura, visto che il film presentato a Cannes 2019 ha guadagnato 4 nomination, anche se dovrà vedersela con il meglio […]
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Chiara Guida
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parsippanyfocus · 6 years
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PARSIPPANY — The Parsippany Hills High School Class of 2018 graduated on Thursday, June 21. 273 students received their diplomas after the Conferment of the Degrees by Principal Michael F. DiSanto. The diploma’s were presented to the Board of Education.
196 students, or 72% will be attending four year College or University, 50 students or 18% will be attending two year colleges, 3 students or 1.5% will be attending career education, 7 students or 2% will be continuing education, 8 students for 2.5% will be employed, 5 students or 2% will be taking a gap year and 4 students, or 1.5% will be joining the military.
The Class of 2018 Officers were Jacqueline Pascale, President; Maya Patel, Vice President; Yuti Shah, Secretary and Krunali Shah, Treasurer.
PHHS Band
Mayor Micheal Soriano walking in with members of the Board of Education
PHHS Teachers marching in graduation
PHHS Graduates marching in graduation
PHHS Graduates marching in
PHHS Graduates marching in
PHHS Graduates marching in
The message is very clear where this student will be attending in the fall
The message is very clear where this student will be attending in the fall
PHHS Graduation
PHHS Graduates receiving their diploma
PHHS Graduates receiving their diploma
PHHS Graduates receiving their diploma
PHHS Graduates receiving their diploma
PHHS Graduates receiving their diploma
PHHS Graduates receiving their diploma
PHHS Graduates receiving their diploma
PHHS Graduates receiving their diploma
PHHS Graduates receiving their diploma
PHHS Graduates receiving their diploma
PHHS Graduates receiving their diploma
PHHS Graduates receiving their diploma
PHHS Graduates receiving their diploma
PHHS Graduates receiving their diploma
PHHS Graduates receiving their diploma
PHHS Graduates receiving their diploma
PHHS Graduates receiving their diploma
Proud PHHS Graduates
Tara Antonucci with Bonnie Sturm
Board Member Frank Neglia and 2018 Graduate Nicholas Verducci
Judy Hernandez with her husband, Paul F Giovanelli, at the PHHS Graduation
Mrs. Brosnan with
Retiring Educator Carol Ordway with a teacher
Dr. Ahmed Kandil and Mamdouh Hassan
Graduate Adam Giovanelli and Dr. Ahmed Kandil
Sanjay Kao, Priya Shah, Victoria Mathew, Megha Mansuria, Maheem Hasan and Avani Goswami
Joshua Esperanza, Mr. Andy Nicholes and Nicolas Conti
Ellen Chen and Jenelle Ponnor
Rakshay Kanthadai and Matthew Kwan
Mr. Andy Nicholes and Stephanie Pascale
The Verducci Family
Janna Kathleen Belfiore, Nicolas Verducci and Nicolette Rose Kelly
Flanigan Family
Jared Stock, Mr. Andy Nicholes and Daniel Gardner
The 2018 Graduating Class
Kaitlin Abad Mazen Salah Abdulla Mikayla Marie Acree Alexander Kyle Adams Brian Nicholas Agostinho Colin Georges Aguesseau Edwin Aguirre-Rosas Dua Ahmad Ramzan C. Ahmad Zyad F. Ali Estephani Alvarado Liam Seamus Andersen Tara Rita Antonacci Julio Cesar Arenas-Toro Camilo Andres Arias John Asian Ryan Charles Astor* Alexander C. Azzizzo Emily Y. Baldarrago Lance G. Bancairen Francesca Marie Bard* Gabrielle M. Barrese Juan J. Bedoya Padrick Aengns Beggs Janna Kathleen Belfiore Taylor Alexa Bellardino* Donald John Bendzak Vinesh Bhalara Raj M. Bhatt Yash K. Bhawsar Vincent R. Bianchi Matthew A. Borecki Alyssa Catherine Borino* Nicholas Caccavale Hayden James Callan Julia M. Campbell Juliet Nicole Campbell Justin Lee Carpentieri Erika Castillo Luis Emilio Castillo* Miggy Yrell Celestino Matthew Chan Eric Johnson Chang Karan Pratap Singh Chauhan* Amayrani G. Chavelas Ellen Binhong Chen Karen Chen* Yonghao Chen Tia Rita Cherbaka Tanvi Chopra lshani Chowatia * Michelle Gloria Ciccarelli Stephania Clavijo * Nicholas Robert Conti Alyssa D. Courtney Nicole K. Courtney Gavyn William Crellin Brianna Lynn Crowley * Stephanie M. Cuervo Brittney Diana D’Mello Tyler V. Da Silva Bria S. Davis Corinne Renee Davis Juhi R. Desai Kavan S. Desai Rudra Devang Desai Eunice Dogbe Wilson D. Done Dylan Richard Dunn Joshua Evans Esperanza Steven Feng Kelly Grace Flanagan Jenna Nicole Gabriele Abigal Anna Garcia Benjamin Ryan Garcia Daniel Peter Garcia Daniel James Gardner Michael D. Gaudio Adam Paul Giovanelli* Avani Goswami* Shrusti Goswami* Katherine J. Grant* Victoria Marie Guarino* Kristine Guevara Justin Gurth* Ahmed Ebrahim Habib Maheem Hasan * Mamdouh Aly Hassan Samantha Hayek Kimberly Aveana Henriquez Aidan Elise Higginbotham Alexis Liana Higginbotham Erik Franklin Holmstrom Raynard Alain Horvath Yi-Hsuan Hsu Alphonse Lawrence Huss Amanda Stephanie lancu Kaitlyn Ann Jackson Vrinda Jain * Jena G. Jan Justin Anthony Jasiecki Katherine S. Jovel Enrique ltzam Juarez Duran Tara Krishnadas Kakkaramadam* Rakshay S. Kanthadai* Sanjay J. Kao* Hemil H. Kapadia Balkiran Kaur* Alison Rose Keane Nicolette Rose Kelly Koria Marie King* Matthew Kwan* Gabrielle Antonio La Rosa Richard Kevin Laforteza* Shauna Marie Lally Toan Le Amber Louise Lee Matthew Alexander Leggett Taylor Brianni Leonard Ching Laam Lin Thomas Mack Mark Frederick Maddox Kyla Isabel Magparangalan Adrian Majcher Brandon Malnarick Heather Mann Megha Mansuria* Vishal Mansuria Angelo Charles Martin Gaven Martung Joseph Louis Mastalia Victoria Elizabeth Mathew Suraj A. Maurya Lauren Rose McLaughlin* Alicia Ann Messina Nirmohi H. Mistry Alicia Marie Mitchell* Peter S. Mitrakos Ananta Moharana Mireilly Fajardo Montoya Brandon Moy Aleese Mukhamedjanova Aytana Muschajew Arjun Michael Nagendran* Sharen Nair Elizabeth Naumov Saketh V. Nibhanupudi Sebastian P. Nichols Shane P. O’Connor Danica Shane Alvarez Olaes Sherilyn Nicole Ostlin Gaetano Pace Ashley Nicole Page Jenna M. Palatini Swaraj Pandya Ravi Parekh* Sweta S. Parekh Andrew Park Jamaal Tyreece Parker Lydia Rose Parker Harsha! Parmar Andrew Pascale Jacqueline Marie Pascale* Sarah Pascale Stephanie Pamela Pascale Jeffrey Philip Paszko Akshay T. Patel Anjali Patel Deep S. Patel Krutarth J. Patel Kush B. Patel Mahik Patel Maya Kamal Patel* Mohit D. Patel Parth D. Patel Preya A. Patel* Rushil Nirav Patel Shashvat Patel Shivani T. Patel* Siddhanth Y. Patel Vritti Bhavesh Patel Zeal Patel Rucha Santosh Patil* Dabasha Paul Kevin R. Perez June Eileen Martin Perigo Jack Daniel Picado* Arijit M. Pingle Cindy Nicole Piza Janelle Ponnor* Jason W. Poon Gianni Posas Krishna J. Prajapati* Christina Proietto Emily Grace Ptashinski Steven Edward Puchalski Geet Bhavik Purohit Oscar Andres Ramirez­-Loaiza Zaina Rathore Mairead Patricia Reo Nora M. Rigolosi Nicolas Rios Jeric Michael Robleza Joshua Matthew Robleza Andrea Kayla Rodriguez Paloma Rodriguez Ruby D. Rodriguez Jillian Mary Rogers* Randall Rosado Amanda R. Rovner Salvatore Zeppi Rubinetti Meliton Rulloda Isabel Sanchez Michael J. Sanford Nicholas Allen Sanford Olivia A. Santore Joshua Santos Zoe Saric Krunali Sundee Shah* Priya Saurabh Shah* Saloni Dipak Shah Sneh Shah* Yuti M. Shah* Jeremy K. Silber Jacob B. Simmons Jordan Kennedy Simpson Gagandeep Singh Prerana Singh Jarred P. Smith Jason Smith Sarika S. Soni Kaitlyn Mary Stearns* Emma Esther Steere Jared Raymond Stock Colleen Marie Sturges David Samuel Sudit Alexis J. Sundquist Brandon Sung* Kyle Sung* Hsin Tai Tammy Tang* Kirsten Rene Taylor Vincent Michael Thiessen Jeremy G. Thomas* Nyah A. Thornton Megan Ryan Tolosi Alan Tomy Crystal Van Tran* Lawrence S. Ullman, Jr.* Juliana T. Urbis* Diana Elizabeth Vargas Brittani E. Vecchia* Ashil Vekaria* Maulik Vekaria Keerthana Venkatesh Nicholas Patrick Verducci* Hannah Ververs* Nikole Abigail Viegas Benjamin Gannon Walek William Harrison Waller Justin C. Wan Albert Wang Adam D. Warner Harrison Tyler Weaver Timothy C. Weinacker Charlene M. White Victoria Witerska Karoline Xiong Yash Yadav Rishi Yagappan Samuel Shi Yu Yang* William Yang* Yuanting Yang Ian Liu Yeh Sarah Zigman Alexa Jean Ziler Eleni Zeis
Note: * denotes students are members of the National Honor Society Chapter.
273 students graduate from Parsippany Hills High School PARSIPPANY — The Parsippany Hills High School Class of 2018 graduated on Thursday, June 21. 273 students received their diplomas after the Conferment of the Degrees by Principal Michael F.
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Barrafranca (EN): l’Amministrazione comunale, i centri d’accoglienza, la volontà dei cittadini
La domanda di adesione allo SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo o rifugiati), richiesta dall'Amministrazione comunale di Barrafranca (Enna), rappresenta l'ennesima dimostrazione della sordità e dell'arroganza delle istituzioni nei confronti dei cittadini. Per capire il motivo bisogna fare qualche passo indietro.
Il primo fatto da attenzionare è una corposa raccolta firme con la quale pochi anni fa la comunità barrese si era mostrata contraria all'apertura di alcuni centri di accoglienza presso strutture private nel centro storico. Tuttavia, l'accordo per la distribuzione di migranti sul territorio nazionale, raggiunto tra ministero dell'Interno ed Anci lo scorso dicembre, ha obbligato ogni comune a ritornare sulla questione, essendo previsto che la volontà di aderire allo SPRAR dev'essere manifestata entro un breve termine.
L'adesione allo SPRAR, secondo i promotori dell'accordo, comporterebbe l'interruzione dell'invio di profughi ai Comuni aderenti che abbiano raggiunto la quota del 2,5 per mille di presenze, con conseguente progressiva diminuzione sul territorio della presenza di CAS (Centri di accoglienza straordinaria, imposti dalla Prefettura competente e gestiti da un ente privato assegnatario). I Comuni, in questo modo, potranno gestire direttamente il fenomeno dell'accoglienza e usufruire di incentivi economici.
Proprio quest'ultimo aspetto ci fa capire che, dietro una proposta apparentemente vantaggiosa, si nasconde il trucco: per quanto i Comuni possano godere di un maggior controllo del flusso di immigrati, dovranno predisporre un bando per la gestione del servizio. In questo modo la speculazione sugli immigrati, uscita dalla porta dei CAS, rientra dalla finestra, con la complicità delle istituzioni. Senza dimenticare che, aderendo allo SPRAR, è vero i Comuni sono tutelati dalla “clausola di salvaguardia” che li rende esenti dall'attivazione di ulteriori forme di accoglienza, ma è vero anche che in questo modo si auto-costringono ad accogliere dei migranti.
E qui torniamo al punto di partenza, che rappresenta il vero nocciolo della questione. In occasione dell'accordo col Viminale, il presidente dell'ANCI Antonio Decaro non ha mancato di sottolineare che il programma di attuazione sarebbe stato graduale e, soprattutto, che i Comuni avrebbero dovuto aderire “su base volontaria”. Questioni di opportunità morale e politica impongono che, in questi casi, le amministrazioni comunali garantiscano un ampio coinvolgimento della popolazione, perlomeno attraverso appositi dibattiti in consiglio comunale. Invece, a Barrafranca, la giunta ha deliberato la richiesta di adesione senza che questa fosse preceduta da un dibattito in consiglio e non ha mostrato il minimo rispetto per la volontà popolare, che come abbiamo ricordato prima si era già espressa in senso opposto.
Per queste ragioni, noi della Fiamma Tricolore, oltre a stigmatizzare il modus operandi dell'Amministrazione barrese, sosteniamo ogni iniziativa di protesta che i cittadini porteranno avanti per opporsi all'ennesimo sopruso.
Mario Settineri
Coordinatore regionale MSFT
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garadinervi · 5 years
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Gruppo MID, Immagini sintetiche: ‘Logarithmic RGB circles – circular movement’, (digital color print in high definition, mounted on aluminum), 1965-2014 [kanalidarte, Brescia. Bibl.: Gruppo MID 1965/2015_Antonio Barrese Alberto Marangoni, kanalidarte, Brescia, 2016, p. 49]
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federicodeleonardis · 4 years
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Goffredo Parise risponde a Barrese
Goffredo Parise risponde a Barrese
A commento del post precedente, in cui attaccavo il “Grande Gallerista” Minini e criticavo la risposta datagli dall’artista designer Antonio Barrese, senza una parola aggiuntiva un amico1 mi allunga un articolo (1974) sulla povertà dello scrittore di cui al titolo. Da Minini nessuna reazione al mio post (domine non sum dignus), da Barrese, su Fb, una domanda, che non so se giudicare offensiva o sincera : ci conosciamo (forse dimentica che gli ho salvato due figli piccolissimi pericolosamente seduti  a giocare sul davanzale della finestra a quattro piani di altezza)?
Del primo, detentore di un buon pacchetto collezionisti, me ne sbatto: dovremmo tutti  incominciare a fregarsene dei pacchetti e giudicare coi nostri occhi, senza intermediari, chi eventualmente, generosamente, cosciente di fare cosa giusta per tutti, aiuta un nostro lavoro ad andare per il mondo.
Al secondo rispondo rifilandogli l’aiuto dell’amico: il cacio sui maccheroni. Eccolo:
FDL
1.       L. Vatalaro
 Il rimedio è la povertà
«Questa volta non risponderò ad personam, parlerò a tutti, in particolare però a quei lettori che mi hanno aspramente rimproverato due mie frasi: «I poveri hanno sempre ragione», scritta alcuni mesi fa, e quest’altra: «il rimedio è la povertà. Tornare indietro? Sì, tornare indietro», scritta nel mio ultimo articolo. Per la prima volta hanno scritto che sono “un comunista”, per la seconda alcuni lettori di sinistra mi accusano di fare il gioco dei ricchi e se la prendono con me per il mio odio per i consumi. Dicono che anche le classi meno abbienti hanno il diritto di “consumare”. Lettori, chiamiamoli così, di destra, usano la seguente logica: senza consumi non c’è produzione, senza produzione disoccupazione e disastro economico. Da una parte e dall’altra, per ragioni demagogiche o pseudo-economiche, tutti sono d’accordo nel dire che il consumo è benessere, e io rispondo loro con il titolo di questo articolo. Il nostro paese si è abituato a credere di essere (non ad essere) troppo ricco. A tutti i livelli sociali, perché i consumi e gli sprechi livellano e le distinzioni sociali scompaiono, e così il senso più profondo e storico di “classe”. Noi non consumiamo soltanto, in modo ossessivo: noi ci comportiamo come degli affamati nevrotici che si gettano sul cibo (i consumi) in modo nauseante. Lo spettacolo dei ristoranti di massa (specie in provincia) è insopportabile. La quantità di cibo è enorme, altro che aumenti dei prezzi. La nostra “ideologia” nazionale, specialmente nel Nord, è fatta di capannoni pieni di gente che si getta sul cibo. La crisi? Dove si vede la crisi? Le botteghe di stracci (abbigliamento) rigurgitano, se la benzina aumentasse fino a mille lire tutti la comprerebbero ugualmente. Si farebbero scioperi per poter pagare la benzina. Tutti i nostri ideali sembrano concentrati nell’acquisto insensato di oggetti e di cibo. Si parla già di accaparrare cibo e vestiti. Questo è oggi la nostra ideologia. E ora veniamo alla povertà. Povertà non è miseria, come credono i miei obiettori di sinistra. Povertà non è “comunismo”, come credono i miei rozzi obiettori di destra. Povertà è una ideologia, politica ed economica. Povertà è godere di beni minimi e necessari, quali il cibo necessario e non superfluo, il vestiario necessario, la casa necessaria e non superflua. Povertà e necessità nazionale sono i mezzi pubblici di locomozione, necessaria è la salute delle proprie gambe per andare a piedi, superflua è l’automobile, le motociclette, le famose e cretinissime “barche”. Povertà vuol dire, soprattutto, rendersi esattamente conto (anche in senso economico) di ciò che si compra, del rapporto tra la qualità e il prezzo: cioè saper scegliere bene e minuziosamente ciò che si compra perché necessario, conoscere la qualità, la materia di cui sono fatti gli oggetti necessari. Povertà vuol dire rifiutarsi di comprare robaccia, imbrogli, roba che non dura niente e non deve durare niente in omaggio alla sciocca legge della moda e del ricambio dei consumi per mantenere o aumentare la produzione. Povertà è assaporare (non semplicemente ingurgitare in modo nevroticamente obbediente) un cibo: il pane, l’olio, il pomodoro, la pasta, il vino, che sono i prodotti del nostro paese; imparando a conoscere questi prodotti si impara anche a distinguere gli imbrogli e a protestare, a rifiutare. Povertà significa, insomma, educazione elementare delle cose che ci sono utili e anche dilettevoli alla vita. Moltissime persone non sanno più distinguere la lana dal nylon, il lino dal cotone, il vitello dal manzo, un cretino da un intelligente, un simpatico da un antipatico perché la nostra sola cultura è l’uniformità piatta e fantomatica dei volti e delle voci e del linguaggio televisivi. Tutto il nostro paese, che fu agricolo e artigiano (cioè colto), non sa più distinguere nulla, non ha educazione elementare delle cose perché non ha più povertà. Il nostro paese compra e basta. Si fida in modo idiota di Carosello (vedi Carosello e poi vai a letto, è la nostra preghiera serale) e non dei propri occhi, della propria mente, del proprio palato, delle proprie mani e del proprio denaro. Il nostra paese è un solo grande mercato di nevrotici tutti uguali, poveri e ricchi, che comprano, comprano, senza conoscere nulla, e poi buttano via e poi ricomprano. Il denaro non è più uno strumento economico, necessario a comprare o a vendere cose utili alla vita, uno strumento da usare con parsimonia e avarizia. No, è qualcosa di astratto e di religioso al tempo stesso, un fine, una investitura, come dire: ho denaro, per comprare roba, come sono bravo, come è riuscita la mia vita, questo denaro deve aumentare, deve cascare dal cielo o dalle banche che fino a ieri lo prestavano in un vortice di mutui (un tempo chiamati debiti) che danno l’illusione della ricchezza e invece sono schiavitù. Il nostro paese è pieno di gente tutta contenta di contrarre debiti perché la lira si svaluta e dunque i debiti costeranno meno col passare degli anni. Il nostro paese è un’enorme bottega di stracci non necessari (perché sono stracci che vanno di moda), costosissimi e obbligatori. Si mettano bene in testa gli obiettori di sinistra e di destra, gli “etichettati” che etichettano, e che mi scrivono in termini linguistici assolutamente identici, che lo stesso vale per le ideologie. Mai si è avuto tanto spreco di questa parola, ridotta per mancanza di azione ideologica non soltanto a pura fonia, a flatus vocis ma, anche quella, a oggetto di consumo superfluo. I giovani “comprano” ideologia al mercato degli stracci ideologici così come comprano blue jeans al mercato degli stracci sociologici (cioè per obbligo, per dittatura sociale). I ragazzi non conoscono più niente, non conoscono la qualità delle cose necessarie alla vita perché i loro padri l’hanno voluta disprezzare nell’euforia del benessere. I ragazzi sanno che a una certa età (la loro) esistono obblighi sociali e ideologici a cui, naturalmente, è obbligo obbedire, non importa quale sia la loro “qualità”, la loro necessità reale, importa la loro diffusione. Ha ragione Pasolini quando parla di nuovo fascismo senza storia. Esiste, nel nauseante mercato del superfluo, anche lo snobismo ideologico e politico (c’è di tutto, vedi l’estremismo) che viene servito e pubblicizzato come l’élite, come la differenza e differenziazione dal mercato ideologico di massa rappresentato dai partiti tradizionali al governo e all’opposizione. L’obbligo mondano impone la boutique ideologica e politica, i gruppuscoli, queste cretinerie da Francia 1968, data di nascita del grand marché aux puces ideologico e politico di questi anni. Oggi, i più snob tra questi, sono dei criminali indifferenziati, poveri e disperati figli del consumo. La povertà è il contrario di tutto questo: è conoscere le cose per necessità. So di cadere in eresia per la massa ovina dei consumatori di tutto dicendo che povertà è anche salute fisica ed espressione di se stessi e libertà e, in una parola, piacere estetico. Comprare un oggetto perché la qualità della sua materia, la sua forma nello spazio, ci emoziona. Per le ideologie vale la stessa regola. Scegliere una ideologia perché è più bella (oltre che più “corretta”, come dice la linguistica del mercato degli stracci linguistici). Anzi, bella perché giusta e giusta perché conosciuta nella sua qualità reale. La divisa dell’Armata Rossa disegnata da Trotzky nel 1917, l’enorme cappotto di lana di pecora grigioverde, spesso come il feltro, con il berretto a punta e la rozza stella di panno rosso cucita a mano in fronte, non soltanto era giusta (allora) e rivoluzionaria e popolare, era anche bella come non lo è stata nessuna divisa militare sovietica. Perché era povera e necessaria. La povertà, infine, si cominci a impararlo, è un segno distintivo infinitamente più ricco, oggi, della ricchezza. Ma non mettiamola sul mercato anche quella, come i blue jeans con le pezze sul sedere che costano un sacco di soldi. Teniamola come un bene personale, una proprietà privata, appunto una ricchezza, un capitale: il solo capitale nazionale che ormai, ne sono profondamente convinto, salverà il nostro paese».
Goffredo Parise
“ Quasi mezzo secolo dopo ci sta pensando il Coronavirus” FDL
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secondopianonews · 9 years
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Reggio Calabria, arrestati tre presunti rapinatori
Da sinistra i tre presunti rapinatori: Giuseppe Gallo, Domenico Scandinaro e Antonio Barrese
La settimana scorsa i Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, in contrada Arangarella del Comune di Laureana di Borrello (Reggio Calabria), hanno fermato tre persone con l’accusa di rapina aggravata in concorso. Ora il gip ha convalidato l’arresto.
Si tratta di Antonio Barrese, classe ’88; Giuseppe…
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garadinervi · 5 years
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Antonio Barrese, Alfonso Grassi, Gianfranco Laminarca, and Alberto Marangoni / Gruppo MID in front of the studio at via Cesare Saldini 30, Milano, 1967 (Bibl.: Gruppo MID 1965/2015_Antonio Barrese Alberto Marangoni, kanalidarte, Brescia, 2016, pp. 90-91)
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garadinervi · 5 years
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Alberto Marangoni (1943-2020)
(image: Alfonso Grassi, Alberto Marangoni, Antonio Barrese, and Gianfranco Laminarca / Gruppo MID, in the studio at Via Cesare Saldini, 22, Milano, ca. 1965. Bibl.: Gruppo MID 1965/2015_Antonio Barrese Alberto Marangoni, kanalidarte, Brescia, 2016, pp. 74-75)
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garadinervi · 5 years
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immagini sintetiche, Text by Marco Zanuso, CIFE – Centro Informazioni Ferrania, Milano, November 10-25, 1967. In Gruppo MID. Immagini sintetiche 1965/1972: Antonio Barrese and Alberto Marangoni, Kanalidarte, Brescia, 2017, p. 63
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garadinervi · 5 years
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Gruppo MID: Antonio Barrese e Alberto Marangoni, (exhibition catalogue), Text by Margit Rosen, Galerie Denise René, Paris, May 11 – July 1, 2017
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