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#Casa di reclusione Milano - Opera
marcogiovenale · 4 months
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oggi, 21 maggio @ mudima (milano): miriorama 9 - manifestazione del gruppo t
cliccare per ingrandire martedì 21 maggio, alle ore 18:00, alla Fondazione Mudima, via Tadino, 26, Milano: Miriorama 9 – Manifestazione del Gruppo T, il Grande oggetto pneumatico del Gruppo T- Ambiente a volume variabile messo in scena dalla compagnia teatrale Opera Liquida con la partecipazione di Giovanni Anceschi, Gruppo T, Davide Boriani, Gruppo T, Alice Devecchi, ricercatrice e critica…
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lamilanomagazine · 3 months
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Bolzano: 46enne italiano latitante catturato dalla Polizia
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Bolzano: 46enne italiano latitante catturato dalla Polizia. Gli Agenti della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato del Brennero, a seguito di una segnalazione informativa del possibile ingresso in territorio nazionale di un soggetto ricercato, rintracciava a bordo di un FLIXBUS proveniente da Monaco di Baviera tale F. C., cittadino italiano di 46 anni colpito da un Ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Milano in quanto evaso nel mese di maggio dal Carcere di Opera di Milano a seguito della fruizione di un permesso premio. La persona, dopo l’identificazione, veniva accompagnata presso la Casa Circondariale di Bolzano dovendo espiare ancora 2 anni e 4 mesi di reclusione per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’attività è stata condotta in collaborazione con personale del Nucleo investigativo della Polizia Penitenziaria di Milano.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Un mondo di bellezza armonia, tornano sul palco i detenuti di Opera
Un mondo di bellezza armonia, tornano sul palco i detenuti di Opera Alla Casa di reclusione Milano Opera, debutta Extravagare, spettacolo nato dalla collaborazione tra detenuti e professionisti dello spettacolo. 11/11/2023 di Paola Erba – Tgr source
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osappleobeneduci · 1 year
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mezzopieno-news · 2 years
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LE BARCHE DEI MIGRANTI DIVENTANO VIOLINI E MUSICA
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Di fronte alla tragedia dei migranti che vede il Mar Mediterraneo come il più grande cimitero d’Europa, è sorto un progetto che trasforma il dolore in conoscenza, la memoria in melodia.
L’obiettivo è trasformare il legno dei barconi in strumenti musicali, oggetti di testimonianza e di legame spirituale, affinché le persone possano entrare in contatto con una realtà, quella dei migranti, che viene spesso affrontata e raccontata in modo superficiale o ideologico. A trasformare il legno dei barconi provenienti da Lampedusa in oggetti di speranza sono le persone detenute, attraverso un laboratorio di liuteria che compie il miracolo della trasformazione di uno strumento di sofferenza ed esodo, la barca, in uno di comunione, un violino.
Dalla Casa di Reclusione Milano, Opera, i barconi che sono stati affidati alla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti dal Ministero dell’Interno, sono ricavati violini, viole e violoncelli, da prestare a orchestre italiane e straniere per poter diventare strumenti di testimonianza e di legame. Questi strumenti musicali possono così essere suonati portando con loro una cultura della conoscenza, dell’accoglienza e dell’integrazione attraverso la bellezza e le armonie.
Il primo violino è stato chiamato “Il Violino del Mare” e di seguito è nata una vera e propria orchestra itinerante. L’Orchestra del Mare porta la musica degli strumenti che viaggiano per testimoniare, in Italia e all’estero, il dramma che vivono quotidianamente i migranti e per avvicinare la gente alle loro anime e per far rivivere i sogni, le speranze e le vite di chi cerca una vita migliore affrontando l’incognito e spesso la morte.
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Fonte: Casa dello Spirito e delle Arti
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L’arte di rimanere attuali, 19 anni dopo. Go to home
Con oggi sono dieci giorni, tondi tondi, di reclusione a casa. E’ un controsenso lamentarsi, ora, che tutti possiamo stare a casa dopo esserci lamentati per una vita del lavoro, della frenesia del quotidiano e del non aver tempo per far nulla. Ma ora che abbiamo tutto questo tempo, che stiamo facendo effettivamente? Assolutamente nulla, se non lamentarci del fatto che dobbiamo stare in casa. La paura più grande resta comunque per il futuro. Che cosa succederà dopo questa dannata epidemia? Personalmente spero di riprender quanto prima il mio lavoro, spero di tornare presto alla quotidianità e al contatto di tutti i giorni con l’arte.  Penso un sacco a quello che effettivamente ho perso in questi dieci giorni, all’abbandono della mia città, Matera, per tornare al paesello e star vicino alla mia famiglia, ma penso anche al futuro, sperando di tornare alla solita routine quanto prima. Il modo migliore per continuare ad affrontare questa situazione è pensare a quello che in questi anni è diventato il mio lavoro, ma anche il mio motivo di felicità, ovvero l’arte. Riflettendoci, la tematica portante dei miei pensieri è la stessa che accomuna la ricerca di un artista a me molto caro, ovvero Adrian Paci.
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Nato a Scutari in Albania il 28 gennaio del 1969, è attivo a Milano dove vive dal 2000. Ha frequentato l'Accademia delle Arti di Tirana dal 1987, studiando con il Professor Edi Rama (ex sindaco di Tirana e attualmente primo ministro albanese) e formandosi su corsi di arte figurativa, gli unici insegnamenti d'arte possibili, poiché imposti dal regime vigente in quegli anni in Albania.Nel 1992 ha frequentato, grazie ad una borsa di studio, il corso ‘Arte e Liturgia' presso l'Istituto Beato Angelico di Milano. Quando nel 1995 è ritornato in Albania, ha insegnato Storia dell'Arte e Estetica all'Università di Scutari solo per un breve periodo, infatti nel 1997 a causa dei disordini nello Stato si trasferisce con la famiglia a Milano.Nel 2006 a Modena è stata inaugurata la sua prima personale italiana all'interno di uno spazio pubblico. La personale giunge dopo l'affermazione alla cinquantunesima edizione della Biennale di Venezia e i numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui i momenti espositivi al PS1 di New York e una presentazione dell'opera al Museum of Modern Art di New York.Nel 2010 ha partecipato al simposio Lost in Translation (da cui poi è nato il premio Arte, Patrimonio e Diritti Umani) organizzato alla Triennale di Milano da Connecting Cultures.Fra le mostre personali recenti si ricorda la mostra itinerante Vite in transito allo Jeu allo Paume di Parigi (2013), al PAC di Milano (2013), alla Röda Sten Konsthall di Göteborg (2014) e al MAC, Musée d'art contemporain de Montréal (2014).Adrian Paci è rappresentato dalla galleria kaufmann repetto, Milano, e la dalla galleria Peter Kilchmann, Zurigo.
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Paci realizza le sue opere servendosi di svariate tecniche e materiali, senza prediligerne uno in particolare, determinando una notevole libertà di espressione e stile, nascono dipinti fotografie, sculture e video. Nei suoi lavori prende spunto da vicende umane vere che conosce e sono a lui familiari, traendone il significato della vita stessa, toccando i sentimenti più profondi.  Dopo aver lasciato l’Albania nel 1997 per trasferirsi in Italia portando con sé un carico di speranza e futuro, reso incerto e difficile dalla fase storica che caratterizzava la sua terra. Nel 2001 realizza “Home to go”, opera iconica dell’artista, che consiste nel calco in marmo del suo corpo nudo che porta sulla schiena un frammento di tetto; da quest’opera nascono una serie di immagini che lo ritraggono.  L’opera rappresenta oggi la sintesi perfetta dell’attuale crisi che attraversa il mondo occidentale, incapace di dare risposta ad una libera e naturale esigenza di libera circolazione delle persone fuori dal confine del proprio stato e fuori da costrizioni e condizioni fisiche e mentali.
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Non so voi, ma in quest’opera rivedo tanto di quello che stiamo vivendo tutti noi in questo particolare periodo storico. Penso che con quest’opera Paci abbia portato a compimento in maniera perfetta quello che è il lavoro dell’artista. Dovremmo essergli tutti un po grati!
Valerio Hank Vitale
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orianagportfolio · 3 years
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I B.liver a Opera “Dopo il carcere o dopo una malattia è difficile trovare lavoro. Siamo uguali” / Il Bullone - OrianaG
Pubblicato su Il Bullone n° 15, maggio 2017. Giovedì 18 maggio. I B.livers visitano la casa di reclusione di Opera, Milano, la più grande delle carceri italiane, con circa 1500 detenuti, tutti con pene definitive (quindi confermate al 3° grado di giudizio) superiori a 5 anni.
La prassi di ingresso è rigida. Nessun dispositivo portatile, niente borse, documento di identità alla mano, concessi un quaderno e una penna per prendere appunti. Appello in ordine alfabetico per avere i pass di ingresso. Il passaggio al metal detector prima di essere veramente “dentro”. Dal cortile interno, in direzione opposta all’“area verde” (dove alcuni detenuti possono effettuare i colloqui con i parenti all’aperto), si vedono i muri del braccio dedicato al 41 bis, il “carcere duro” previsto per reati gravi di mafia e terrorismo. Qui, tra gli altri, è stato “ospite” Totò Riina. Nessuno può entrare, eccetto alcuni agenti di polizia penitenziaria. Chiacchieriamo ancora tranquilli, nonostante il primo brivido lungo la schiena.
Il corridoio verso l’area pedagogica sembra lunghissimo, uno di quelli percorsi avanti e indietro milioni di volte, come in ospedale. Le pareti sono decorate, immagini che raccontano meglio dei discorsi la voglia di libertà di chi le ha dipinte. Come le poesie che ascoltiamo dal gruppo del laboratorio di scrittura, primo incontro fuori programma. “Nonostante le sbarre, l’immaginazione non muore”, racconta la poesia declamata da un detenuto, da 43 anni a Opera. Altri tre ci raccontano delle gare di slam poetry (competizioni dal vivo di poesie “a cronometro”), una all’esterno, l’altra all’interno del carcere (nel teatro aperto al pubblico della casa di reclusione) previste nei prossimi giorni.
In attesa dell’ispettrice Visentini ci sistemiamo in una delle aule di scuola, dove Ada, ex magistrato e ora volontaria allo Sportello Giuridico, e Alessandro ci spiegano più tecnicamente e nel dettaglio come funzionano i diversi gradi di giudizio, il criterio di assegnazione della pena, icambiamenti in atto negli ultimi anni.
Ci raggiungono prima l’ispettore, l’ispettrice Visentini, poi quattro detenuti, tutti iscritti all’università e impegnati in diverse attività nel percorso di detenzione. Ivan, Domenico, Mariano e Luca sono molto informati e consapevoli di quanto stanno affrontando, le loro risposte alle nostre domande sono chiare e pulite. Anche loro fanno domande a noi, chiedono il perché della nostra visita. Giancarlo Perego fa da portavoce, spiegando che l’argomento della Libertà affrontato in riunione di redazione ha portato l’idea. Persa dai B.livers in ospedale a causa della malattia, come dai detenuti in carcere per il crimine commesso. Ed è solo il primo dei punti in comune che emergono. La difficoltà nel trovare lavoro, il cambiamento dei rapporto con familiari e amici, il cambio di prospettiva nei confronti della vita, il grande valore acquisito dalle piccole cose…
È Luca a dire ad alta voce quello che tutti percepiamo, «Ne incontriamo tanti di esterni, ma voi siete diversi, c’è una vicinanza, una sintonia che non avevo mai provato». L’ispettrice Visentini poco prima ci ha parlato di lavoro con “persone”, “ragazzi”. Non usa la parola “detenuti”. Ed è esattamente ciò che succede tra i B.livers e i ragazzi di Opera in quella stanzetta. Siamo persone che si confrontano con persone. Quale crimine abbiano commesso loro o quale patologia abbiamo noi non ha importanza qui e adesso.
Ma in prima fila c’è un piede che non smette di tremare da quando è entrato. Alzo la mano combattendo con la tremarella. Sapere di essere a poca distanza da colpevoli di reati di mafia mi fa quest’effetto. Le parole escono dalla bocca senza poterle fermare: «Io non ho mai conosciuto uno zio e un cugino, uccisi in Calabria da clan rivali prima che nascessi. È davvero possibile cambiare qua dentro, anche quando addosso hai quel marchio?», nella testa c’è poco spazio per la diplomazia. I ragazzi, tutti, lo capiscono e, anzi, mi spronano a sfogare la rabbia. L’ispettrice mi fa cambiar posto, mi siedo tra i ragazzi, e fa arrivare Roberto, cinquantenne catanese, pluriomicida di mafia. Il termine della sua pena, incredibilmente sorride mentre lo dice, è mai. Racconta la sua storia, il primo esperimento col progetto Sicomoro (importato dall’America, che in cicli di otto incontri fa conoscere alcune vittime e detenuti colpevoli di reati simili a quelli da esse subiti), dell’incontro fortuito col nipote (detenuto) di uno degli uomini che aveva ucciso,«Come lui ha perdonato me, io vorrei avere l’onore di perdonare l’assassino di mio padre». Ci abbracciamo forte, emozione difficile da raccontare. Come quando Ivan racconta di suo fratello malato, ora guarito dalla leucemia, «Smettere di fare volontariato in ospedale è stato il mio errore più grande. Ero un uomo migliore».
Alzarsi per visitare una cella (più precisamente, stanza di pernottamento) e sgranchire le gambe stempera l’emozione e scioglie tutti. L’ispettrice ci deve riportare all’ordine e al silenzio più di una volta. Due detenuti per ogni cella, televisione, due armadietti, doppia porta con blindo, servizi igienici in metallo perché non possano essere divelti. Sbarre alle finestre, ovviamente. Tra gli omini di Keith Haring sulle pareti e l’entusiasmo di una partita in corso di calcio balilla, una frase sul muro, ancora, emoziona: “fate cose pazze e fatele con entusiasmo”. «Non avete idea di quanto bene mi avete fatto», Ivan ci saluta così. Abbracci stretti, sorrisi e un arrivederci negli occhi di tutti.
È chi la libertà l’ha persa che le dà il più grande valore. E tutti noi, in quella stanzetta, ne abbiamo respirata più di quanta immaginassimo.
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paoloxl · 5 years
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Pubblichiamo alcuni stralci - in due parti - dal lungo rapporto del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute, Mauro Palma, uscito agli inizi dell'anno. Organizziamo il 19 giugno in ogni città presidi, iniziative ai Tribunali e alle carceri - A Roma proponiamo un presidio al Ministero della Giustizia Facciamo notare come nel rapporto venga in particolare sottolineata la gravissima situazione del carcere de L'Aquila e in particolare la condizione delle donne detenute - Nadia Lioce è da 14 anni in regime di 41bis. Vari presidi sono stati fatti presso questo carcere per la difesa delle condizioni di vita, No al 41bis per Nadia Lioce, liberazione per tutti i prigionieri politici rivoluzionari. Ieri un altro presidio si è svolto per le due compagne anarchiche Silvia e Anna, trasferite in questo carcere-tomba e dal 29 maggio in sciopero della fame. RAPPORTO SUL REGIME DETENTIVO SPECIALE EX ARTICOLO 41-BIS (2016 – 2018) Le persone detenute sottoposte a tale regime sono 748 (incluse 10 donne e 4 sono in posizione definitiva). Casa circondariale di Cuneo: 44 Casa circondariale di L’Aquila: 163 (di cui 10 donne) Casa circondariale di Novara: 67 Casa di reclusione di Opera (Milano): 97 (di cui 9 al Sai) Casa circondariale di Parma: 77 (di cui 9 al Sai e 3 in sezioni per persone con disabilità) Casa circondariale di Roma-Rebibbia: 42 Casa circondariale di Bancali (Sassari): 87 Casa di reclusione di Spoleto: 83 Casa circondariale di Terni: 27 Casa circondariale di Tolmezzo: 12 e 5 internati Casa circondariale di Viterbo: 49 Il Rapporto qui presentato si focalizza sulla valutazione di come l'applicazione del 41bis non rispetti i parametri di legittimità indicati dalla Corte costituzionale e altresì di come la sua reiterazione, spesso per un numero cospicuo di anni, a carico della singola persona, possa esporsi al rischio di incidere sull’inderogabile principio di tutela dei diritti umani di ogni persona. “Aree riservate” - all’interno delle sezioni speciali di cui all’articolo 41-bis o.p. Tali sezioni sono separate dalle altre che accolgono le persone sottoposte a tale regime e sono destinate alle figure ritenute apicali dell'organizzazione criminale di appartenenza. In tali “Aree” si applica un regime detentivo di ancor maggiore rigore rispetto a quello derivante dall'applicazione delle regole dell’articolo 41-bis o.p. Tale modalità applicativa a volte porta a un quasi sostanziale isolamento della persona detenuta (alla data odierna in 4 casi, a L’Aquila, Novara, Parma e Opera). Per evitare la violazione formale delle norme che regolano l’istituto dell’isolamento, viene spesso collocato nell'area riservata anche un altro detenuto, sempre in regime speciale, che non avrebbe titolo a starvi ma che svolge una funzione “di compagnia” nei momenti di “socialità binaria” e durante i passeggi: soluzione che determina l'applicazione di un regime particolare del tutto ingiustificato a una seconda persona oltre a quella destinataria della specifica cautela. Tuttavia, la disposizione a due non è, a parere del Garante, di per sé accettabile perché, nel caso di un eventuale provvedimento disciplinare di isolamento di uno dei due si determina inevitabilmente l’isolamento dell’altro. Tale situazione è vietata perché in contrasto con il principio di responsabilità personale, nonché con il principio espresso dalla regola delle Regole penitenziarie europee. Il garante raccomanda pertanto che si ponga fine alla previsione di apposite sezioni di “Area riservata” all’interno degli Istituti che ospitano sezioni di regime speciale di cui all’articolo 41-bis o.p. E’ inoltre assiomatico che una persona non possa essere detenuta per mesi o addirittura anni in regime di totale isolamento, senza che si determini il rischio una violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea… L’impropria socialità binaria - Particolarmente preoccupante la situazione delle donne, detenute nell’unica sezione speciale femminile nell’Istituto di L’Aquila. Il loro numero ristretto, unito alla provenienza territoriale e in un caso alla indisponibilità a partecipare a tali gruppi, determina che la composizione di quasi tutti i gruppi è limitata a due persone e almeno in un caso si ha una detenzione individuale, senza alcuna socialità… il Garante nazionale… raccomanda che siano abolite sezioni o raggruppamenti costituiti da meno di tre persone detenute. ...il regime ex articolo 41-bis o.p. ha trovato effettiva applicazione anche nei confronti di persone che hanno concluso l’esecuzione della pena... nell’Istituto di L’Aquila: le persone erano ristrette con un regime identico a quello delle persone detenute, in condizioni materiali peggiori, all’interno di locali strettamente detentivi e fatiscenti, senza alcuna effettiva proposta di lavoro che giustificasse la denominazione della misura applicata. La sezione si caratterizzava per l’insufficienza di luce naturale e artificiale. Le finestre, infatti, erano oscurate con ‘gelosie’ e reti che impedivano alla luce e all’aria di entrare in maniera adeguata... Prolungamento del regime stesso - senza che né la misura né la sua modalità esecutiva inerissero al reato. Inoltre le reiterate proroghe della misura di sicurezza estendono illogicamente un determinato regime... La prolungata reiterazione di misura di sicurezza in regime speciale non ha risparmiato neppure il caso di chi dopo una lunga pena espiata e con palesi patologie che più volte hanno determinato il ricovero in un Sai e che presentano seri profili di disturbi comportamentali che non consentono neppure un dialogo continuativo, continua a essere sottoposto per periodi singolarmente brevi e continuamente ripetuti a tale misura, in un tempo che sembra dilatarsi all’infinito. La concreta operatività dei decreti di proroga è esposta al rischio di disattendere le prescrizioni della Corte costituzionale che, a partire dal 1993 e costantemente, nelle successive pronunce, ha stabilito la necessità di adeguata motivazione per ogni provvedimento applicativo e per ogni decreto di proroga, non possono ammettersi semplici proroghe immotivate del regime differenziato, né motivazioni apparenti o stereotipe, inidonee a giustificare in termini di attualità le misure disposte». Nel corso delle visite, il Garante nazionale ha verificato la ricorrenza nei provvedimenti di proroga di motivazioni che sostanziano il fondamento della reiterazione nella «assenza di ogni elemento in senso contrario» al mantenimento di collegamenti con l’organizzazione criminale operante all’esterno. Nei provvedimenti di proroga i riferimenti sono il reato ‘iniziale’ per cui la persona è stata condannata e la persistente esistenza sul territorio dell’organizzatone criminale all’interno del quale il reato è stato realizzato. Norme regolatrici delle vita quotidiana - Una prima osservazione di fondo riguarda la definizione eccessivamente dettagliata di norme regolatrici della vita quotidiana, come il diametro massimo di pentole e pentolini (rispettivamente 25 e 22 cm), il numero di matite o colori ad acquarello detenibili nella sala pittura (non oltre 12), il numero di libri che si possono tenere nella camera (4), le misure delle fotografie (di dimensione non superiore a 20-30 cm e in numero non superiore a 30). Lasciano perplessi tale particolari, di cui sfugge il senso rispetto alla finalità del regime stesso. In che modo, per esempio, detenere nella sala pittura 15 matite anziché 12 può rappresentare un rischio rispetto all’interruzione di collegamenti e comunicazioni interni ed esterni con le organizzazioni criminali? Un altro elemento di criticità della circolare riguarda alcuni aspetti interpretativi. In particolare, quello applicato alle ore da trascorrere all’aperto: di fatto, l’ora nella sala di socialità viene sottratta alle due ore da trascorrere all’aperto... Il Garante esprime perplessità, per esempio, relativamente alla prescrizione della circolare che prevede che «la fruizione del televisore sia consentita solo in orari stabiliti, con accensione alle ore 07.00 e spegnimento non oltre le ore 24.00» con l’effetto di interrompere la visione di programmi, prima della loro fine. Se tale previsione può apparire a prima vista irrilevante, occorre invece chiedersi se tale prescrizione abbia una coerenza rispetto alla finalità del regime detentivo speciale, anche tenendo conto che la fruizione della radio è in tutte le sezioni incorporata nell’apparecchio televisivo e, quindi, di fatto si determina una compressione del diritto all’informazione nelle ore di spegnimento dell’apparecchio televisivo, assolutamente ingiustificata e sproporzionata… Colpiscono alcune previsioni di difficile comprensione. Per esempio, un cartello appeso nella sala di socialità dell’Istituto di Cuneo comunicava la possibilità di acquistare due gelati a volta, ma che era «assolutamente vietato depositare i gelati all’interno del frigo per essere consumati successivamente»: se si comprano vanno mangiati subito entrambi. A Novara veniva riferito al Garante che non si poteva andare in doccia con accappatoio e asciugamano insieme: o l’uno o l’altro; i familiari non potevano indossare magliette con una qualsiasi scritta neppure quella dell’azienda produttrice: erano costretti a toglierla e indossarla a rovescio. Oppure a L’Aquila risultavano vietate, anche d’estate e per le donne, fuori dalla stanza detentiva le scarpe aperte, a parere dell’allora Direzione per motivi di decoro... Il controllo esterno - è prioritariamente assegnato alla Magistratura di sorveglianza. Colpisce per esempio che, dopo il trasferimento collettivo in altro Istituto (15 marzo 2018) di tutte le persone precedentemente ristrette in sezioni che altrove erano state chiuse, il magistrato di sorveglianza della nuova sede non avesse fatto alcuna visita fino alla data della visita del Garante (28 giugno 2018)… non sempre le realtà locali hanno ottemperato e ottemperano alle ordinanze del Magistrato di sorveglianza... (CONTINUA)
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fotopadova · 7 years
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MIA Photo Fair 2017, il ritorno: autori e immagini
di Carlo Maccà ---
Un primo commento su MIA Photo Fair 2017 [http://2016.miafair.it/chi-siamo/mia-fair] ha preso in considerazione opere e autori premiati dalle varie giurie istituite per conto di vari sponsor. L'interesse della fiera non può esaurirsi in quelle. Qui la visita virtuale si completa con una selezione personale fra quanto d'altro è parso apprezzabile, suggestivo, talvolta nuovo, inquadrabile nella categoria fotografia-verità ed eventualmente fotografia-oltre, senza scadere nella fotografia-sensazione. Non ci si stupisca se nel commentare la principale fiera-mercato italiana della fotografia d'arte si prende in considerazione l'arte piuttosto che il mercato, e si assume un punto di vista definito e chiaro, come quello espresso da Robert Adams nei suoi saggi Beauty in Photography e Truth and Landscape (Nota 1): arte è verità e bellezza.
R. Adams parlando delle fotografie di paesaggio, chiarisce che quelle  possono presentare tre verità: geografica, autobiografica, metaforica. Presi insieme, questi tre tipi di verità si rafforzano a vicenda e sono il primo elemento dell'opera d'arte. (Nota 2). è chiaro che R. Adams parla di Verità: sostanziali, non di  puro realismo (e non solo "vera fotografia") e che sostituendo geografica con un termine appropriato, ciò vale per qualsiasi genere di fotografia: di strada, ritratto, reportage, moda ..... e non solo per la fotografia in senso canonico, ma anche per quella oltre., affiancata da altri mezzi. Sempre per R. Adams (forse l'ultimo dei Maestri della fotografia moderna a assegnare come fine dell'arte la bellezza) la Bellezza rivela la forma. O viceversa, è la forma il secondo elemento dell'opera d'arte, che rivela la bellezza? La struttura di tutta un'immagine può suggerire la forma che è bellezza. Solo immagini che sembrano ottenute con facilità riescono a convincerci che la bellezza è un fatto comune. Ma la bellezza non è compiuta se la fotografia non trasmette le "essenziali verità definitive".
Ovviamente questi requisiti possono essere soddisfatti in varia misura - diciamo, da 0 a 100.  Ai lettori verificare se le immagini qui presentate e, in generale l'opera degli autori citati, agevolmente visitabile nei rispettivi siti, concretizzi, e in che misura, arte.
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                                  Figura 1. Michele Mastromatteo
Tipico genere di fotografia-verità dovrebbe essere il ritratto. Non erano una novità (anni '80-'90) i ritratti di attrici e modelle di Piero Gemelli, attraenti, ricercatissimi e tecnicamente perfetti. Ma più aderenza alle tre verità: fisiognomica, autobiografica (riflesso della personalità e della storia dell'autore) e metaforica (il significato, al di là della personalità del soggetto) e minor carica di artificio ho trovato nei ritratti di Giuseppe Mastromatteo, esposti in uno stand sapientemente articolato: incisivi, piuttosto bruschi, un po' in stile "Neue Sachlichkeit" o, piuttosto, Lucian Freud (che da quella discende). Altro suo tema i nudi, di linee più sinuose, con alcune elaborazioni "oltre" fatte con grazia.
Più diretto impegno umanistico - molta "verità" con forma appropriata - era presente nel progetto (2016) di Margherita Lazzati, che presentava personaggi "ospiti" in qualche modo della casa di reclusione di Milano - Opera.
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                                          Figura 2. Margherita Lazzati
Al servizio della metafora invece si ponevano i ritratti, soprattutto fanciulle, di Gabriele Corni, in apparenza parzialmente immersi in acqua (la serie porta il titolo Apnea). Di alcuni gli indumenti apparivano realmente bagnati e persino fluttuanti le chiome - ma non galleggianti, come avverrebbe in realtà. (Figura 3). La lattiginosità del "liquido"  e la mancanza di riflessi in superficie, assieme a preoccupazioni "umanitarie" inducono a pensare a un sapiente post-trattamento inteso a ribadire il "concetto" di isolamento e sospensione della personalità. Era necessario? a parer mio poco aggiunge all'espressività dei bravi soggetti, partecipi del "concetto".
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                                          Figura 3. Gabriele Corni
Attenendoci ancora a R. Adams, l'arte del paesaggio ha il fine di riscoprire e valorizzare il dove noi (noi umani) ci troviamo. In questo senso ci soccorreva in pieno Gabriele Basilico, con immagini di soggetti architettonici meno correnti nella sua produzione più nota (Figura 4).
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                                 Figura 4. Gabriele Basilico
Ma erano presenti non pochi altri autori operanti nell'ambito delle finalità enunciate da R. Adams sia nel bianco e nero - come l'onnipresente M. Kenna e suoi epigoni - sia nel colore. Basti una piccola varietà di esempi..
Gianni Maffi riduce la gamma cromatica e la saturazione evidenziando la valenza onirica del soggetto, senza tradirlo. (http://www.linky.am/catalogue/2049/niccolo-aiazzi/mia-fair/niccolo-aiazzi/luoghi-selvaggi-nebbie).
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                                    Figura 5. Gianni Maffi
Le vedute aree non sono una novità. Ma le riprese perfettamente zenitali di Kacper Kovalski, che occhieggiano all'astrazione e, nevosi, al monocromatismo (Figura 6 - Sin) possono fornire preziosi spunti ai freschi adepti dei droni fotografici. A sua volta Niccolò Aiazzi nelle sue immagini di alpinismo ((Figura 6 - Ds), riesce a ridarci la stupefazione delle incisioni che illustravano i racconti dei primi esploratori anglo - germanici delle Alpi.
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           Figura 6. Sin.: Kacper Kovalski.                                        Ds.: Niccolò Aiazzi, Vetta del Dente
Settimio Benedusi per una volta non si è applicato alle sue consuete foto di nudo e glamour professionali e pubblicitarie, per raccogliere in singole stampe gruppi di cupe immagini seriali di tempestose atmosfere marine (http://www.miafair.it/milano/artisti/settimio-benedusi/).
Nel genere Paesaggio (sottogenere: Urbano) si collocano anche quelle fotografie di architetture che non si limitano a ricavarne effetti grafici  ormai abusati e banali, ma, pur tralasciando l'insieme ed evidenziando dettagli strutturali e ornamentali, integrano spazi, ambienti, volumi ed effetti chiaroscurali, come alcune delle immagini di Antonella Sacconi (che sono più che Nude Forme come invece propone il titolo della serie, )http://www.antonellasacconi.it).
Il prolifico Richard Heeps (n. 1956), presentava diverse serie delle sue immagini di "micro-topografia", dettagli di luoghi, ambienti e situazioni, foto a colori forti un po' sulla traccia aperta da Stephen Shore ed altri americani. Significativi i titoli: "Posti ordinari" (Figura 7) o anche "La rovina dell'uomo" (a quel che appare, donne e motori!). Apprezzabili anche per i prezzi accessibili. http://www.richardheeps.co.uk/browse/index.html.
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                              Figura 7. Richard Heeps, Ordinary Places
Sono troppo frequenti gli episodi di violazione della proprietà artistica altrui su immagini  che vengono usate e abusate trasformandole poco o tanto con nuove "interpretazioni", pratica che è stata volgarizzata da Warhol (una delle ragioni per cui non sono fra quelli che lo osannano) e che solo in rari casi viene sanzionata legalmente. Non è il caso di chi opera per dare dignità e nuova vita a fotografie non autoriali, "photos trouvées". Marco Picchio nel progetto Giorni Molteplici, seleziona negativi di immagini di cronaca giacenti negli archivi di testate giornalistiche e ne attualizza il significato accostando alle stampe didascalie, spesso pungenti.
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Figura 8. Marco Picchio, Giorni Molteplici (Sin. - " Biglietto per l'inferno" Fotografia anonima, New York, 1965. Promozione per la visita di Papa Paolo VI,  Ds. - Origine ignota. "Exit")
Esempi di fotografia "olltre" sono già stati presentati fra le opere premiate. Un ultimo esempio (anch'esso candidato al premio BNL) sfrutta immagini fotografiche in una forma che richiama quella di antichi trittici religiosi, suggerita dall'aspetto di un cranio di balena esposto in un museo marino nordico.
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                         Figura 9. Beba Stoppani, Trittico: Cristo-Balena
Infine, è doveroso menzionare  le immagini "oltre" del maestro (e felice patriarca) del genere, Nino Migliori, presenti al MIA, ma troppo poche, in aggiunta all'onnipresente Tuffatore.
Per concludere una macedonia di opere da considerare "non-fotografia" piuttosto che "oltre la fotografia":(Figura 10; si dice il peccato, ma non il peccatore): a sinistra, 8-opere-8 "create" nascondendo la stessa 1/2 faccia sotto un rettangolo di colore; al centro, uno di vari scimmiottamenti (nota 3) di pitture celebri (oltre alla Fonte di Ingres, l'Urlo di Munch, l'Angelus di Millet...) mediante collages di qualsiasi cosa, immondizie incluse, poi fotografati e stampati, nelle dimensioni, presumo, dell'opera imitata (spiritoso? dissacrante? presunzione di baffi alla Gioconda?); a destra, il ritorno del più vieto e bieco pictorialism, perfino con firmetta nell'angolino.
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                   Figura 10. Non-fotografia
Nota 1. Raccolti nel volume   Beauty in Photography, Essays in Defense of Traditional Values, Aperture 1996. La bellezza in fotografia, Bollati Boringhieri 2012.
Nota 2. In Truth and Landscape, p. 14.
Nota 3.Ogni riferimento al Rinascimento Elettronica di Bill Viola portato su tutti gli scudi e celebrato su tutti gli altari è .... preterintenzionale.
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sinapsinews · 4 years
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CORONAVIRUS: SECONDA VITTIMA NELLA POLIZIA PENITENZIARIA
Seconda vittima del coronavirus fra il personale della Polizia Penitenziaria. Un Assistente Capo è deceduto oggi all’ospedale milanese Humanitas, dove era ricoverato da alcuni giorni.
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Originario della provincia di Foggia, lascia moglie e figli.
Lavorava nella Casa di Reclusione di Milano Opera e il 9 marzo scorso, ai primi sintomi della malattia, era stato posto in…
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senzabarcode · 7 years
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Congresso di Nessuno tocchi Caino ad Opera
Il Settimo Congresso di Nessuno tocchi Caino si terrà nella Casa di Reclusione di Opera (Milano), sabato 16 dicembre 2017, a partire dalle ore 10.
Il Congresso si aprirà con il saluto del Direttore Giacinto Siciliano e le relazioni del Segretario di Nessuno tocchi Caino Sergio D’Elia, della Tesoriera Elisabetta Zamparutti e dei Coordinatori della Presidenza delPartito Radicale Rita…
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lamilanomagazine · 2 years
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Milano, il progetto ALMA giunge al suo secondo appuntamento: la casa circondariale di Opera accoglie le opere di Enrico Baj
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Milano, il progetto ALMA giunge al suo secondo appuntamento: la casa circondariale di Opera accoglie le opere di Enrico Baj.   È arrivata alla Casa di Reclusione di Opera, l'iniziativa ALMA - Arte Libera Musei Aperti. La tappa del Carcere di Opera vede protagonista l'arte di Enrico Baj, con opere disponibili alla visione di tutta la popolazione carceraria, ma anche degli ospiti. “Siamo alla seconda tappa di ALMA. Abbiamo deciso di portare due quadri di Enrico Baj che saranno fruibili per tutto il prossimo mese sia dalla popolazione carceraria sia dalle famiglie. Infatti, un quadro sarà ospitato nella Galleria delle Opportunità, l'altro quadro sarà nella sala dei colloqui, ovvero dove le famiglie stazionano in attesa dei colloqui - dice Andrea Vento, portavoce del progetto Alma e Presidente dell'Associazione Culturale Corte Sconta - Ringraziamo la Fondazione di Comunità che ci ha permesso di realizzare questo che definirei un sogno, perchè effettivamente si tratta della tappa dedicata a “libertà e immaginazione” e credo che questo sia un luogo dove debba avere spazio l'immaginazione”.   Nelle parole dell'Architetto Maddalena D'Alfonso, ideatrice del progetto ALMA, il significato di questo evento: “Noi possiamo in realtà, con l'immaginazione, costruire dei mondi, raccontare delle storie, ritrovare dei pezzi di noi stessi, dei legami con la nostra civiltà e la nostra società. ALMA – Arte Libera Musei Aperti, vuole proprio portare l'arte in luoghi dove ci sono dei pubblici distanti dalla società e dalla vita civile. Ovviamente attraverso l'arte si riesce a sensibilizzare, anche aprire dei canali di contatto che normalmente sono difficili. Grazie alla complicità della famiglia Baj, di Roberta Sciarina Baj che ci ha prestato le due opere, che si intitolano una “Metamorfosi” e l'altra “Progne abbandonata da Tereo si converte al culto di Visnù”, abbiamo potuto portare il racconto di un mondo di sogno, dove si incontrano persone lontane”   Tutta l’iniziativa ALMA, gode del patrocinio di ICAMT – International Cometee of Architecture and Museum Technics, per il quale è intervenuta la Chair, Dr.a Danusa Castro: ”Noi crediamo  che questi siano momenti in cui l'arte debba essere fruibile al 100%. Quindi ecco perchè ICAMT ha deciso di patrocinare questo progetto, che speriamo vada avanti anche in altre situazioni, in altri momenti dell'anno, per portare l'arte che ha un potere curativo enorme a persone e situazioni in cui questo è assolutamente precluso e impossibile. Abbiamo avuto modo di toccare con mano, con la pandemia, quanto sia difficile stare isolati e quanto sia poi rincuorante poter avere a che fare con l’arte; quindi, crediamo che questo sia un progetto importantissimo che dà la possibilità di rendere l’arte inclusiva nel miglior modo”.   Il progetto ALMA: Lo scopo del progetto dell'Associazione Culturale Corte Sconta, realizzato con il contributo di Fondazione di Comunità Milano è rendere accessibili le opere d’arte, dopo i limiti imposti dalla pandemia e da altre costrizioni, ma anche avvicinare all’interesse artistico individui esclusi da eventi pubblici per motivazioni sanitarie, fisico-psichiche o penali rendendoli partecipi dell'arte come via per la Libertà. ALMA, da un lato vuole rivalutare luoghi costretti ai margini della vita sociale, dall'altro riportare alla vita pubblica importanti e significative opere, altrimenti riservate a pochi o dimenticate in depositi. Riduzione delle disuguaglianze, parità di genere, accessibilità e sostenibilità sociale, sono le parole chiave che guidano il progetto per creare la consuetudine alla diffusione dell’arte e all’avvicinamento ai pubblici fragili. Le prossime tappe saranno l'RSA Golgi Redaelli, l'Associazione Olinda presso l'ex ospedale psichiatrico Paolo Pini e vedranno l'esposizione e la condivisione partecipata di altre opere di famosi artisti, opere d'arte provenienti da collezioni private, tutte espressione e veicolo di declinazione del concetto di LIBERTA', così importante da recuperare e rivivere. L'iniziativa si concluderà in autunno, con la riunione di tutte le opere esposte alla Fabbrica del Vapore, presso la sede di Corte Sconta, per raccogliere i risultati del progetto. Libertà e immaginazione, libertà e memoria, libertà e comunicazione, libertà e viaggio i temi espressi e affrontati. A seguito di ogni evento si terrà un Talk in presenza o digitale animato da personalità dell'arte, della cultura e dell'iniziativa sociale. Ogni opera verrà digitalizzata e monitorata con le più avanzate tecniche oggi a disposizione. Il Progetto gode del patrocinio di ICAMT International Committee for Architecture and Museum Techniques -ICOM International Council of Museum. Un progetto di Associazione Corte Sconta con il contributo di Fondazione di Comunità Milano. Fondazione di Comunità Milano (fondazionecomunitamilano.org) sostiene e promuove interventi di utilità sociale per rispondere ai bisogni di oltre 2 milioni di cittadine e cittadini di Milano e di 56 Comuni delle aree Sud Ovest, Sud Est, Adda Martesana della Città Metropolitana. Nata nel 2018, contribuisce allo sviluppo del territorio a partire dall’ascolto e dal dialogo con istituzioni, organizzazioni del Terzo Settore, associazioni e cittadinanza. Fondazione di Comunità Milano fa parte del network di 16 Fondazioni territoriali, che operano in tutte le province della Lombardia e nelle province di Novara e Verbania-Cusio-Ossola, costituite da Fondazione Cariplo.   Si ringraziano: - Associazione Corte Sconta - Fondazione di Comunità Milano - Massimo Ciaccio – BIG - Maurizio e Danilo Rea e Aerariumchain - Cav. Alessandro Goppion – Goppion S.p.A. - Md’A Design Agency – Maddalena D'Alfonso - Milano Painting Academy/Fondazione Maimeri - ICOM-ICAMT – International Commette of Architecture and Museum Techniques dell’Interational Council of Museum - InnovaMI – Laura Maesano      ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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gretacontardo-blog · 7 years
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"Giochi di Luci e Ombre": non solo uno spettacolo teatrale, non attori, non registi, ma studentesse senza paura di rompere gli schemi e detenuti pronti ad aprire le loro sbarre. Relazioni incontri, conflitti, mediazioni, scambi ed emozioni destabilizzanti. Storie di errori, scelte sbagliate, disastri e rimpianti in cerca di un riscatto, di una mediazione con il mondo per raggiungerne una con se stessi. Incontrano un gruppo di studentesse dotate di carta, penna e permesso d'accesso, consapevoli solo in parte di dove le avrebbe portate quel viaggio, pronte a conoscere il carcere e in qualche modo loro stesse. Parlano per 8 ore consecutive per 6 sabati, si scoprono, si svelano, si ascoltano si sentono ed è come se si conoscessero da sempre ma non si conosceranno mai abbastanza. Mani che incontrano altre mani, le stringono, le trattengono e poi le lasciano tornare alle vite che le spettano, non senza suscitare emozioni, non senza aggiungere un consiglio, pesante. Coscienze e consapevolezze in divenire che abbattono il muro del pregiudizio e costruiscono ponti solidi tra la società e il mondo del carcere in continua evoluzione. Racconti coraggiosi di storie di vita per mettere in luce le proprie ombre - Nella vita le ombre, anche se sono ingombranti, non sono meno importanti delle luci. - Università@Carcere, in scena 7 detenuti della Casa di Reclusione di Opera e 6 studentesse dell'Università di Milano Bicocca - Ho (ancora) i brividi #MFFPollenzo #unisg #universitàincarcere #giochidilucieombre #bicocca #mediazionedeiconflitti #storiedivitavera #travellingbyfood #ghiottonaerrante #slowfood #brividiforti (presso UNISG - Università degli Studi di Scienze Gastronomiche)
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lamilanomagazine · 2 years
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Milano, Arte Libera Musei Aperti: l’arte è di tutti e può arrivare ovunque.
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Milano, Arte Libera Musei Aperti: l’arte è di tutti e può arrivare ovunque.   Lo scopo del progetto di Corte Sconta, realizzato con il contributo di Fondazione di Comunità Milano è rendere accessibili le opere d’arte, dopo i limiti imposti dalla pandemia e da altre costrizioni, ma anche avvicinare all’interesse artistico individui esclusi da eventi pubblici per motivazioni sanitarie, fisico-psichiche o penali rendendoli partecipi dell'arte come via per la Libertà.   ALMA, da un lato vuole rivalutare luoghi costretti ai margini della vita sociale, dall'altro riportare alla vita pubblica importanti e significative opere, altrimenti riservate a pochi o dimenticate in depositi. Riduzione delle disuguaglianze, parità di genere, accessibilità e sostenibilità sociale, sono le parole chiave che guidano il progetto per creare la consuetudine alla diffusione dell’arte e all’avvicinamento ai pubblici fragili. La casa di reclusione di Opera, l'RSA Golgi Redaelli, l'Associazione Olinda presso l'ex ospedale psichiatrico Paolo Pini, vedranno, nelle parole dei responsabili del progetto Maddalena d’Alfonso e Andrea Vento, "l'esposizione e la condivisione partecipata di opere d'arte provenienti da collezioni private, tutte espressione e veicolo di declinazione del concetto di LIBERTA', così importante da recuperare e rivivere". L'iniziativa si concluderà in autunno, con la riunione di tutte le opere esposte alla Fabbrica del Vapore, presso la sede di Corte Sconta, per raccogliere i risultati del progetto. Libertà e immaginazione, libertà e memoria, libertà e comunicazione, libertà e viaggio: questi i temi espressi e affrontati. A seguito di ogni evento si terrà un Talk in presenza o digitale animato da personalità dell'arte, della cultura e dell'iniziativa sociale. Ogni opera verrà digitalizzata e monitorata con le più avanzate tecniche oggi a disposizione. Il Progetto gode del patrocinio di ICAMT International Committee for Architecture and Museum Techniques -ICOM International Council of Museum. L’avvio dell'iniziativa avviene con la presentazione di un primo evento presso Milano Painting Accademy dove si parlerà di “Libertà e corpo umano”, attraverso l'emozionante arte di PATRIZIA COMAND. L’opera presentata è “La scalata”, che in un periodo in cui la figura della donna sembra essere, per alcuni aspetti, ancora così delicato, sprigiona un significato emblematico attraverso l’uso dei colori e della presenza della scala a cui le donne si aggrappano per raggiungere i propri ideali rappresentati dalla luna. “C’è un nesso profondo tra Libertà e Corpo umano, inteso quest’ultimo come spazio, relazioni - afferma Gianni Maimeri, Presidente di Fondazione Maimeri patrocinante Milano Painting Academy - È in effetti proprio l’arte a interpretare il collegamento, essendo espressione di un gesto fisico, ma originata dal bisogno interiore di esprimere, trasmettere. Fondazione Maimeri interviene nella promozione dell’arte e della cultura attraverso iniziative a impatto sociale. ALMA sposa nel suo spirito le aree di intervento della Fondazione, dando visibilità all'arte e a luoghi di disagio o con delle complessità”. “Colori, forme e spazi escono dal corpo fisico per liberarsi. Partendo da una realtà se ne esplora un'altra in una sorta di lotta per la libertà. Si superano i limiti per conoscere e vivere altro” Alla presentazione, venerdì 10 marzo 2023, alle ore 11.00 nei locali di Milano Painting Academy, in via de Sanctis, 34 a Milano, sono intervenuti nell’ordine:   Maddalena D’Alfonso – curatrice: “ALMA è un progetto che tende a voler portare l'arte a quei pubblici che sono rimasti molto ai margini e più chiusi a partire dalla pandemia. Già vivevano delle situazioni di difficoltà, di marginalità, ma in questo momento sono rimasti  abbandonati. Abbiamo individuato alcune realtà particolarmente colpite da questo punto di vista , che sono le RSA, la comunità carceraria e quella del disagio psichico e cognitivo. ALMA porta a questo genere di realtà l'arte. Quindi disloca delle opere di artisti che sono normalmente in collezioni private o luoghi di custodia, per avvicinarli. ALMA è un progetto di Corte Sconta, finanziato da Fondazione di Comunità. Parità di genere, riduzione delle disuguaglianze, accessibilità all'opera d'arte e ai suoi contenuti sono i principali obiettivi del progetto ALMA di Corte Sconta.”   Gianni Maimeri – Presidente Fondazione Maimeri: “Presiedo la Fondazione Maimeri che ha il patrocinio e la direzione scientifica del luogonel quale Alma vede la sua partenza. Questo è un luogo che nasce con un sogno, che è quello avere la possibilità di imparare a fare disegno e pittura in un contesto simile da un lato alla bottega rinascimentale, ma nel presente e proiettato al futuro. Questa è un'iniziativa che traguarda perfettamente sia la missione della Fondazione Maimeri, che opera anche a livello di iniziative con impatto sociale, sia della Milano Painting Academy che ha affiancato Fondazione in attività di questo genere.”   Patrizia Comand – pittrice di “La Scalata”, l’opera che è stata esposta al pubblico: “Rappresenta una scalata alla luna, che è essenzialmente il simbolo di qualcosa che si vuole raggiungere: un’idea, un sogno, un’ideale, qualcosa che ci porti in una dimensione “altra”. In basso c’è la lotta per potersi arrampicare ed è per questo che c’è una variazione di colori dal basso verso l’alto: alla base dove, appunto, c’è lo scontro i colori sono forti, contrastanti, “terrestri” nel senso che sono ancora legati alla realtà, poi, via via che si staccano dalla terra si attenuano e pian piano prendono i colori della luna, cioè del sogno cui si arriverà e con cui ci si fonderà.”   Andrea Vento – Associazione Culturale Corte Sconta: “Ieri ho fatto una intervista a un giovane e gli ho chiesto quali siano e in quale ordine i valori più importanti e mi ha detto libertà, poi ha pensato un po'...giustizia e pace. Ritengo che il tema della libertà vada celebrato, e  in questo senso - grazie a Fondazione di Comunità e a vari partners come Goppion, Ciaccio ed altri ancora -  abbiamo deciso di lanciare questo percorso che si chiama ALMA – Arte Libera Musei Aperti  - che inizia oggi ,con questa preview del quadro di Patrizia Comand, La Scalata. Parliamo di libertà e corpo umano, con Patrizia Comand qui alla Milano Painting Academy, poi seguirà  il 21 marzo “libertà ed immaginazione” con i quadri di Enrico Baj ,alla Casa di Reclusione di Opera. Parleremo ancora di libertà e memoria alla RSA Golgi Redaelli, di libertà e comunicazione all'Associazione Olinda dell'ex Paolo Pini ed infine tutto confluirà alla Fabbrica del Vapore, in autunno,  con libertà e viaggio.”   Note su Patrizia Comand Patrizia Comand, Corbetta (Mi), si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1972. Nel 1979 espone al Salone dei Giovani Artisti al Palazzo della Triennale di Milano, dove incontra Mario De Micheli col quale instaura un intenso rapporto di stima e di amicizia. Nel 1991, da Venezia, si trasferisce per un lungo periodo in Centro America (El Salvador, Guatemala e Messico).  Al suo rientro in Italia riprende la sua attività espositiva che da ora si amplia con partecipazioni a importanti mostre dall’intera Europa, al Giappone, alla Turchia (dove nel 2005 riceve il 1° premio alla Biennale di Ankara), al Marocco e al Messico. Nel 2007 espone sulla facciata del Duomo di Milano 2 grandi “teleri” (m.10 x 20 cad.) intitolati “Il cielo sopra Milano” che si trovano ora in Vaticano. Spesso, su invito di Vittorio Sgarbi, è stata coinvolta negli scorsi anni in importanti mostre, tra queste Surrealismo Padano (Palazzo Gotico, Piacenza, 2002), La Pittura Fantastica in Italia (Museo Revoltella, Trieste, 2002), 54° BIENNALE DI VENEZIA (2011), EXPO-Arte Italiana (Milano, 2015), BOTTICELLI-il suo tempo e il nostro tempo (MART di Rovereto, 2021 ). Suoi sono i ritratti ufficiali dei Papi BENEDETTO XVI° (2005)), e FRANCESCO (2013) per la “Sala dei Papi” della Basilica di Superga (To). Nel 2014 termina LA NAVE DEI FOLLI , una grande opera di 2 metri per 9 di lunghezza, che comincia un iter espositivo molto intenso, viene infatti presentata in importanti sedi, tra cui la Fondazione  FGS di Cassano Magnago (Va).Il famoso editore FRANCO MARIA RICCI decide poi di presentarla nel 2017 al LABIRINTO DELLA MASONE di Fontanellato (Pr), e ne pubblica un prestigioso catalogo con prefazioni di Philippe DAVERIO e Giovanni MARIOTTI Nel 2016 esegue il ritratto del Premio Nobel RITA LEVI MONTALCINI per il FRAUENMUSEUM di Bonn (Germania), nel 2020 quello della poetessa ALDA MERINI nel 2022 quello del Sindaco Emerito di Milano GABRIELE ALBERTINI. Nel 2022 riceve dal Comune di Milano, a Palazzo Marino, il premio “Volti della Metropoli” che viene conferito a personalità che si sono distinte in vari campi e presenta l’opera “E Giustizia sia !” Dal 2006 fa parte di un gruppo internazionale che espone annualmente al Grand Palais di Parigi. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero ed è presente nell’Archivio del “National Museum of Women in the Arts” di Washington.   Sarà possibile visitare la mostra presso la Milano Painting Academy  in via Francesco de Sanctis 34, dal 10 marzo al 10 aprile, con orario 10.00-18.00, da lunedì a giovedì. Si ringraziano: Associazione Corte Sconta Fondazione di Comunità Milano Massimo Ciaccio – BIG Maurizio e Danilo Rea e Aerariumchain Cav. Alessandro Goppion – Goppion S.p.A. Md’A Design Agency – Maddalena D'Alfonso Milano Painting Academy/Fondazione Maimeri ICOM-ICAMT – International Commette of Architecture and Museum Techniques dell’Interational Council of Museum InnovaMI – Laura Maesano   Un progetto di Associazione Corte Sconta con il contributo di Fondazione di Comunità Milano. Fondazione di Comunità Milano (fondazionecomunitamilano.org) sostiene e promuove interventi di utilità sociale per rispondere ai bisogni di oltre 2 milioni di cittadine e cittadini di Milano e di 56 Comuni delle aree Sud Ovest, Sud Est, Adda Martesana della Città Metropolitana. Nata nel 2018, contribuisce allo sviluppo del territorio a partire dall’ascolto e dal dialogo con istituzioni, organizzazioni del Terzo Settore, associazioni e cittadinanza. Fondazione di Comunità Milano fa parte del network di 16 Fondazioni territoriali, che operano in tutte le province della Lombardia e nelle province di Novara e Verbania-Cusio-Ossola, costituite da Fondazione Cariplo.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years
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Milano, le iniziative del Comune per l’8 marzo
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Milano, le iniziative del Comune per l’8 marzo. Milano Città delle Donne. Domani, mercoledì 8 marzo, e nei prossimi giorni, Milano celebrerà la Giornata Internazionale della Donna con numerose iniziative, dal centro ai quartieri grazie alla collaborazione tra Comune, enti, musei e i nove municipi. Tutti gli appuntamenti sono visibili nella sezione dedicata. Tra gli eventi principali, l’inaugurazione del Parco 8 Marzo, nell’area dell’ex stazione di Porta Vittoria che si terrà domani alla presenza del sindaco Giuseppe Sala. Una nuova area verde con percorsi ciclopedonali, giochi per i più piccoli con spazi e tavoli per la socialità di tutto il quartiere. La cerimonia inizierà e si chiuderà con due poesie di Antonia Pozzi lette dall’attrice e regista, Elisabetta Vergani. Venerdì 10 marzo ci sarà l’ingresso gratuito nei musei civici per tutte le donne. Il Comune propone un percorso di opere d’arte dedicate all’universo femminile in musei, case museo, al Monumentale e al Castello Sforzesco. In particolare, i musei coinvolti e a ingresso gratuito per le donne saranno: Museo del Novecento, Gam-Galleria d’Arte Moderna, Casa Museo Boschi di Stefano, Palazzo Morando, Mudec Museo delle Culture, Museo Archeologico, Museo del Risorgimento e il Cimitero Monumentale museo a cielo aperto. È già on line il rinnovato sito di toponomastica al femminile, che ha in copertina un’immagine tratta dal murales cittadino dedicato alla poetessa Alda Merini. La pagina “le vie delle donne” (accesso dal sito Milano-città-delle-donne), realizzato dal Settore toponomastica del Comune, raggruppa in un unico itinerario le vie, le piazze, i monumenti e le pietre di inciampo (ricordo delle deportate nei campi di concentramento) dedicate alle donne. Milano ha la tradizione di intestare vie e luoghi cittadini alle donne; dal 2017 ci si è dati l'obiettivo del riequilibrio di genere nelle intestazioni, per rendere, anche simbolicamente, Milano città di donne e uomini. Conoscere le biografie delle donne a cui sono intestate vie, piazze, monumenti, giardini, passeggiate e pietre di inciampo è un modo per non dimenticare e per rinnovare anche così l’impegno al riconoscimento della parità. Le altre iniziative interesseranno ambiti diversi: arte e storia cittadina, cinema e teatro, medicina e psicologia, giurisprudenza, diritti, pari opportunità e di genere. Di seguito alcuni degli appuntamenti tratti dal programma: • Camminata “Conoscere le donne di Milano” Il 10 marzo alle ore 11 partirà una camminata valorizzare le donne che hanno fatto grande Milano. Saranno percorse alcune vie cittadine ricordando non solo coloro cui è intitolato il luogo, ma ricordando le tante donne che nelle diverse discipline hanno contribuito alla realizzazione della nostra città e del nostro Paese. Parteciperanno la delegata del Sindaco Elena Lattuada, la Presidente del Consiglio Comunale, Elena Buscemi, le assessore Arianna Censi, Elena Grandi e Gaia Romani, la presidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Diana De Marchi e le consigliere Alice Arienta, Simonetta D'Amico, Roberta Osculati, Marzia Pontone, Natascia Tosoni, Angelica Vasile e Claudia Buccellati dell'Associazione Pietre di Inciampo. • Conversazione su "Gender G.ap nel mondo scientifico" Il 10 marzo alle ore 18.30, alla ex Fornace Alzaia Naviglio Pavese 16, Assunta Sarlo conversa con Adriana Albini, responsabile del Laboratorio di Biologia Vascolare e Angiogenesi dell’IRCCS MultiMedica, Direttore Scientifico della Fondazione MultiMedica Onlus e considerata dalla BBC una delle cento donne più influenti del mondo. • 8 marzo negli Istituti Penitenziari L'Amministrazione Comunale, come ogni anno, nella giornata dell'8 marzo, donerà la mimosa alle detenute e al personale femminile della Casa Circondariale S. Vittore, delle Case di Reclusione di Opera e Bollate, dell'Istituto Penale Minorile Beccaria e dell'Istituto a custodia attenuata per detenute madri (ICAM).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years
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Milano, un appuntamento con le poesie dal Carcere di Opera
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Milano, un appuntamento con le poesie dal Carcere di Opera   Milano, 12 gennaio 2023 - Domenica 15 gennaio, alle 10:30 in Sala Consiliare a Palazzo Marino, torna “Area P. Milano incontra la poesia”. Titolo del prossimo appuntamento "In un mignolo d’aria Poesie dal carcere", rassegna a cura del Laboratorio di lettura e scrittura creativa attivo nella Casa di reclusione di Opera. L'ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti. Invito - Poesie dal carcere... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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