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#Cartografare il Presente
maddalenafragnito · 4 years
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Master Studi e Politiche di Genere
Modulo arti 2020:
Quali strategie utilizzano le* artiste* nel decolonizzare le rappresentazioni del genere e creare nuovi immaginari? Qual è la relazione tra pratiche artistiche, teoria e attivismo politico? Come le arti mettono al mondo nuove corporeità? Come indagare il processo di creazione nella sua materialità, decostruendo il mito (sempre maschile) del genio-creatore? 
L’obiettivo del Modulo è fornire una strumentazione teorica per leggere estetiche e linguaggi contemporanei del corpo, delle live arts, della performance attraverso l’assunzione femminista di un pensiero delle pratiche; un glossario del presente per costruire nuove grammatiche del sensibile ed esercizi di immaginazione politica. Come sostiene Karen Barad, la performatività è una potente teoria della contro-rappresentazione: performatività della materia e dei corpi umani e non-umani, che rompe con la tradizione mimetica, con il predominio del visivo, con la gerarchia soggetto/oggetto. Performativo diviene dunque un concetto-laboratorio dentro cui è possibile fare molte cose, e stringere in maniera generativa la relazione tra estetico e politico. Sempre più le arti performative agiscono come una forma di pensiero critico: l’incrocio tra arte e attivismo crea sempre nuovi interstizi ed è continuamente da rivedere e rileggere. Ecco che riscrivere criticamente la storia e le teorie delle arti in prospettiva femminista-queer non significa emendare o correggere la storia dell’arte esistente, né “occuparsi” della produzione artistica delle donne in chiave essenzialista, ma metterne in discussione i fondamenti epistemologici e i canoni disciplinari introdotti da una concezione universalistica della cultura. De-neutralizzare, de-universalizzare, de-colonizzare: lo sguardo, le rappresentazioni, le narrazioni – una pratica necessaria alla politica del presente. Aprire una prospettiva di studio sulle sperimentazioni artistiche all’incrocio con la politica transfemminista consente di acquisire nuove metodologie per la ricerca teorica e di cartografare gli immaginari – anche radicali – che nascono intorno alle pratiche artistiche.
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Il Modulo è un percorso attraverso i saperi pratici, i processi creativi, le poetiche e le differenti posture transdisciplinari: dalla sperimentazione alla pluralità dei linguaggi; dall’assemblaggio all’installazione alla performance; dalla cultura mainstream e alle culture minori e subalterne, le culture queer. La mappatura degli incontri è costruita per nodi tematici che sono questioni aperte sul presente e sulla produzione del contemporaneo.
Mappa didattica – i temi in discussione e le docenti invitate (in preparazione).  Il calendario definitivo sarà pubblicato alla chiusura delle iscrizioni. Per un’idea dei contenuti vedi anche il Modulo dell’edizione 2019
Parole-chiave / glossario di immaginazione politica: corporeità | performativo | archivi affettivi | materie vibranti | cartografie | memorie del corpo | assemblaggio | decolonizzare | posthuman | teoria degli affetti | produzione/riproduzione | non umano | corpo senza organi | artificialità
Docenti: Elsa Dorlin | Annalisa Sacchi | Silvia Calderoni | Elvira Vannini | Maddalena Fragnito | Federica Timeto
LEZIONI __Venerdì 4 settembre ore 15.00 | Roma Tre Pelanda [aula Sabatini, Padiglione 7] Federica Timeto  / cyberfemminismo | pratiche artistiche | bestiari e animalità | non umano | materie vibranti __Sabato 5 settembre ore 18.00 | ex-GIL Lectio magistralis Elsa Dorlin / opening Short Theatre __Mercoledì 9 settembre ore 15 | Roma Tre Pelanda [aula Ersock, Padiglione 7] Elvira Vannini // pratiche artistiche | ecofemminismi | decolonizzare | cartografie altre | margini __Giovedì 10 settembre ore 15 | Roma Tre Pelanda [aula Ersock, Padiglione 7] Maddalena Fragnito // cura | attivismo | radical care | mutualismo | istituire altrimenti | vulnerabilità __Venerdì 11 settembre ore 15 | Roma Tre Pelanda [aula Ersock, Padiglione 7] Annalisa Sacchi // archivi affettivi | memoria del corpo | repertori | performance | affetti __Sabato 12 settembre ore 10 | spazi Short Pelanda Silvia Calderoni / laboratorio su pratiche corporee
SPAZI: Università di Roma Tre – La Pelanda, Piazza Orazio Giustiniani 4 (Testaccio) Roma ex-GIL – Largo Ascianghi 5 (Trastevere) Roma
Qui slides usate per la lezione: 
https://drive.google.com/file/d/1V1QoTxKNBltcTS2ErOw8mYFbR9HJGQjK/view?usp=sharing
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wordsbytena-blog · 13 years
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The Webizdat Awakening
The story of Russians rising up against authoritarianism has always been a story sparked up by the written word. Only, decades ago those words were collected in publications called Samizdat and Tamizdat – today, the Webizdat is paving the way.
From Samizdat to Webizdat
Once upon a Soviet time there were Samizdat and Tamizdat, books published (izdavat-izdat’) either by citizens copying them by hand on their own (sam) or produced elsewhere (tam), out of Russia, and smuggled inside the country. You had to read them as a one-night stand, and pass them on to the next reader - and you had better not be caught in the process. They included works by Bulgakov, Pasternak, Ahmatova, Cvetaeva, writers who were consciously writing “v stol”, i.e. “into the drawers of their table”. Most of these authors knew they were not going to be published anywhere, and still kept writing, for the sake of freedom of mind. They enjoyed a restricted but passionate readership whose lives were much occupied with finding ways of getting access to those books. These works were the ones that kept minds thinking, not surrendering to the dogmas of Stalinism. They were the ones, ultimately, to play a consistent role in bringing to a renovation of Russian society. The recent information scenario in Russia had several similarities. Over the past decade, the government kept a very strong hold on both the public television and the press. The few roaring voices out of the choir were hushed down under unclear (or perhaps too clear?) circumstances – Anna Politkovskaya being just the most famous of these cases. However, today it became impossible to keep all the web-spread information under strict control. The fact that the lowest consensus for Putin matched the moment of highest digitalisation of Russia is unlikely to be a mere coincidence. A new form of independent, self-published information is growingly assuming a fearsome importance. Webizdat, shall we call it?
Read the WHOLE STORY for Mapping the World
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maddalenafragnito · 3 years
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Master Studi e Politiche di Genere 2021 /  Modulo Arti
Modulo Arti feat. biofiction–––– laboratorio per per sirene streghe e uova** in collaborazione con BUFFALO II edizione | festival a cura di Michele Di Stefano. L’ibrido del corpo en plein air come prima informazione per l’invenzione di ogni luogo. Teatro India & Palazzo delle Esposizioni
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Come i corpi sono politici oggi? Quali corpi occupano la scena [politica e artistica]? Quali relazioni tra pratiche artistiche, teoria e attivismo politico? Come le arti mettono al mondo nuove corporeità? Come indagare il processo di creazione nella sua materialità, decostruendo il mito (sempre maschile) del genio-creatore?
L’obiettivo del Modulo è fornire una strumentazione teorica per leggere estetiche e linguaggi contemporanei del corpo, delle live arts, della performance attraverso l’assunzione femminista di un pensiero delle pratiche; un glossario del presente per costruire nuove grammatiche del sensibile ed esercizi di immaginazione politica. Seguendo Karen Barad, la performatività è una potente teoria della contro-rappresentazione: performatività della materia e dei corpi umani e non-umani, che rompe con la tradizione mimetica, con il predominio del visivo, con la gerarchia soggetto/oggetto. Performativo diviene dunque un concetto-laboratorio dentro cui è possibile fare molte cose, e stringere in maniera generativa la relazione tra estetico e politico.
Sempre più le arti performative agiscono come una forma di pensiero critico: l’incrocio tra arte e attivismo crea nuovi interstizi ed è continuamente da rivedere e rileggere. Riscrivere criticamente la storia e le teorie delle arti in prospettiva femminista-queer non significa emendare o correggere la storia dell’arte esistente, né “occuparsi” della produzione artistica delle donne in chiave essenzialista, ma metterne in discussione i fondamenti epistemologici e i canoni disciplinari introdotti da una concezione universalistica della cultura. De-neutralizzare, de-universalizzare, de-colonizzare: lo sguardo, le rappresentazioni, le narrazioni. Una prospettiva di studio sulle sperimentazioni artistiche all’incrocio con la politica transfemminista consente di acquisire nuove metodologie per la ricerca teorica e di cartografare gli immaginari – anche radicali – che nascono intorno alle pratiche artistiche.
Il Modulo è un percorso attraverso i saperi, i processi creativi, le poetiche e le differenti posture transdisciplinari: dalla sperimentazione alla pluralità dei linguaggi; dall’assemblaggio all’installazione alla performance; dalla cultura mainstream e alle culture minori e subalterne, le culture queer. La mappatura degli incontri è costruita per nodi tematici che sono questioni aperte sul presente e sulla produzione del contemporaneo. Il percorso di studio si snoda in complicità con il Festival Buffalo / Teatro India, che indaga i percorsi artistici più sperimentali provenienti dalla scena nazionale e internazionale: tra incontri teorici e performance live si apre a uno spazio di immaginazione politica, pratiche artistiche e prospettive transcorporee.
Il Modulo Arti si svolgerà dal 9 al 13 giugno in forma di residenza artistica: 5 giorni di incontri, conversazioni e flusso performativo in cui si alternano lezioni frontali a momenti seminariali e laboratori pratici, per favorire e intensificare lo scambio tra frequentanti e studiose^.
Parole-chiave / glossario di immaginazione politica: corporeità | performativo | biofiction | immaginazione | materie vibranti | archivi del corpo | movimento | orientamenti | assemblaggio | decolonizzare | posthuman | teoria degli affetti | produzione/riproduzione | non umano | biohacking | artificialità | istituire altrimenti | neomaterialismo
Docenti: Cristina Kristal Rizzo | Annalisa Sacchi |  Anna Antonia Ferrante | Maddalena Fragnito | Michele Di Stefano
PROGRAMMA LEZIONI
*mercoledì 9 giugno ore 13:30 / 16:30 | Sala Oceano, Teatro India Cristina Kristal Rizzo – coreografa e dancemaker | una pratica corporea e una conversazione
*giovedì 10 giugno ore 14:00 / 17:00 | Sala Squarzina, Teatro Argentina Anna Antonia Ferrante – ricercatrice e attivista transfemminista queer desiderare / ammucchiare / osservare / inventare / trasformare _______ore 18:00 / 21:00 BUFFALO | Istituto Svizzero
*venerdì 11 giugno ore 14:00 / 17:00 | Sala Squarzina, Teatro Argentina Maddalena Fragnito – artista, ricercatrice e attivista cura / attivismo / conflictual care / istituire altrimenti / corpi e tecnologie _______ore 18:00 / 21:00 BUFFALO | MACRO
*sabato 12 giugno ore 10:30 / 13:30 | Sala Squarzina, Teatro Argentina Annalisa Sacchi  – studiosa di estetica e performance archivi affettivi | memoria del corpo | repertori | performance | affetti ______ore 17:00 / 21:00 BUFFALO | MACRO
*domenica 13 giugno ore 11:00 / 13:00 | (luogo da confermare) Michele Di Stefano, artista e coreografo, parla con amore di Trisha Brown // di seguito: visione filmiche dei lavori di T.B. ______ore 17:00 / 21:00 BUFFALO | MACRO
SPAZI: Teatro India | Lungotevere Vittorio Gassman, 1, 00146 Roma RM  > °map Entrata > ingresso di servizio: via Luigi Pierantoni, 6 Per arrivare: fermata Piramide Metro B – Stazione Ostiense (20 min. a piedi) / Stazione Trastevere (10 min. a piedi)
Teatro Argentina | Largo di Torre Argentina, 52, 00186 Roma RM > °map
MACRO | Via Nizza, 138, 00198 Roma RM    > °map Bus: 38 fermata Nizza /Regina Margherita – 80 fermata stop Dalmazia – 60 – 62 – 82 – 89 – 90 fermata Nomentana / Regina Margherita // Tram: 19 / 2 / 3 //Metro B: Policlinico
Istituto Svizzero | Via Ludovisi, 48, 00187 Roma RM   > °map Per arrivare: metro A fermata Barberini
**biofiction–––– laboratorio per sirene streghe e uova*   a cura di Ilenia Caleo + Anna Antonia Ferrante | Università IUAV di Venezia, Teatro e Arti Performative un seminario aperto su naturacultura ° bio-hacking ° co-design della cura ° protocolli ° saperi del corpo ° fiction + biologie ° tecnologie antispeciste ° DIY/DIT ° biosociale ° genealogie dei generi ° cyberstreghe&bio-witches
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wordsbytena-blog · 13 years
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Qualcosa è cambiato - Storia della foresta di Khimki
Non posso sopportare di stare a guardare mentre distruggono il posto che amo. (Evgenia Chirikova)
Qualcosa è cambiato in Russia. Giorni prima delle elezioni tenutesi il 4 dicembre 2011 nessuno degli analisti che tenevano gli occhi puntati sul più vasto paese al mondo avrebbe predetto che i suoi cittadini si sarebbero rivoltati in massa contro un governo che, con poche variazioni di squadra, era rimasto saldamente al potere sin dal marzo 2000.
E se questo ridestarsi non fosse stato poi così improvviso? Una scintilla, a dire il vero, c’era già stata. Poco aveva avuto a che vedere con i mezzi pixelati della Rete, che pure è stata ed è ancora assolutamente fondamentale per la diffusione di informazione e contro-informazione nel paese. Si tratta di una vicenda molto concreta, fatta di betulle, orsi, scoiattoli, cemento, donne, uomini, sangue – quella della foresta di Khimki.
Leggi l'INTERO ARTICOLO per Cartografare il Presente (Italiano)
Read the WHOLE STORY for Mapping the World (English translation)
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